L’evoluzione di VIRGO
Si trasformerà in "Advanced Virgo" il rivelatore di onde gravitazionali di Cascina che negli ultimi mesi è rimasto ad ascoltare l'universo e che ora si arresterà per potenziare la propria sensibilità. Una volta attivo, il nuovo Virgo potrà esplorare una sfera di universo con un raggio di 10 volte superiore e darà maggiori possibilità di isolare segnali dovuti a onde gravitazionali. Per tutta l'estate Virgo ha lavorato insieme al "collega" europeo, il GEO600 vicino a Hannover, per captare segnali dal cielo. I due rivelatori erano attivi al momento dell'esplosione della supernova del 24 agosto che però, essendo troppo lontana, non è potuta essere colta dagli strumenti in funzione.
Virgo è il rivelatore ideato dal fisico italiano Adalberto Giazzotto e completato nel 2003 nel comune di Cascina, in provincia di Pisa, all'interno del sito dello European Gravitational Observatory (EGO). Pisa, con i suoi enti di ricerca e, soprattutto, con l'Università, è stata la culla ideale per la nascita e la crescita di un progetto di tale rilevanza internazionale. "Advanced Virgo" diverrà operativo dopo il 2015 contemporaneamente ad "Advanced LIGO", l'analogo rivelatore americano, che è stato spento già alcuni mesi fa per fare delle importanti modifiche. A quella data tutti i rivelatori, divenuti più sensibili, di "seconda generazione", saranno in grado di ascoltare collassi gravitazionali avvenuti a distanza 10 volte maggiore.
"Avendo la possibilità di esplorare una sfera di universo con un raggio 10 volte più grande, e un volume 1000 volte maggiore, aumenterà di 1000 volte anche la probabilità di captare un evento – spiega Carlo Bradaschia, uno dei costruttori di Virgo e ricercatore dell'INFN di Pisa – In questo modo avrà inizio l'astronomia gravitazionale". Il risultato più evidente di questa nuova astronomia sarà la realizzazione di mappe del cielo in cui verranno rappresentate come stelle le sorgenti di onde gravitazionali, in parte probabilmente coincidenti con corpi celesti noti, che sono sorgenti di luce visibile. L'attesa per queste nuove mappe è grandissima, poiché le onde gravitazionali sono dovute alla massa dei corpi celesti, mentre la luce visibile e gli altri mezzi di indagine sono dovuti alle cariche elettriche presenti nella materia. Radiazioni di natura totalmente diversa potranno dare immagini del cosmo altrettanto diverse. Le onde gravitazionali, in quanto generate dal moto delle masse potrebbero svelarci almeno una parte di quella stragrande parte dell'universo, la "materia oscura", di cui non sappiamo nulla.
Il fatto che fino ad ora nessun rivelatore abbia isolato segnali dovuti ad onde gravitazionali non rappresenta una sorpresa né un fallimento: "Con le attuali sensibilità dei rivelatori, infatti, si stima che la probabilità di captare un evento in un anno di ascolto sia del 2-5% - continua Bradaschia - Proprio il non aver rivelato onde gravitazionali, con le attuali sensibilità, ha permesso di ottenere risultati di rilievo scientifico, che la collaborazione Virgo-GEO600-LIGO sta pubblicando sulle riviste specializzate, man mano che l'analisi dei dati progredisce". Fra l'altro sono stati messi limiti superiori alla produzione di onde gravitazionali di origine cosmologica ed alla loro emissione da parte delle pulsar. Quest'ultimo dato ha permesso di calcolare limiti importanti all'ellitticità della distribuzione di massa di pulsar note (Vela e Granchio). Virgo e GEO600 sono stati per tre mesi all'ascolto dell'universo, per una eccezionale frazione del 82% del tempo. È molto importante che almeno due rivelatori siano attivi contemporaneamente. Questo permette di scartare segnali spuri dovuti a disturbi locali che interessano un solo strumento ma, soprattutto, consente di individuare la sorgente delle onde gravitazionali, proprio come fa il nostro cervello per individuare la sorgente di un suono, elaborando i segnali delle due orecchie.
Durante la recente raccolta di dati si è anche cominciato a mettere in pratica l'accordo di mutuo allarme esistente fra i rivelatori di onde gravitazionali, i telescopi ottici, i rivelatori di neutrini e di sciami di raggi gamma, sia sulla terra che nello spazio. Mettere in evidenza la relazione temporale fra segnali di tipo diverso sarà fondamentale per comprendere la natura delle sorgenti dei diversi tipi di radiazione.
I moderni rivelatori di onde gravitazionali sono dei giganteschi interferometri in cui si cerca di misurare le impercettibili variazioni di lunghezza dei due bracci, lunghi alcuni chilometri, causate dal passaggio di onde gravitazionali. In questi strumenti, fasci di luce laser vengono inviati lungo i bracci orizzontali e perpendicolari, alle cui estremità grandi specchi, sospesi sotto vuoto, riflettono i fasci avanti e indietro centinaia di volte prima di inviarli sui fotodiodi rivelatori. Le periodiche variazioni di lunghezza dei bracci, causate dalle onde gravitazionali, si traducono in oscillazioni delle figure di interferenza, che vengono continuamente campionate e registrate. La enorme difficoltà di queste misure è dovuta allo straordinario grado di isolamento necessario per gli strumenti da ogni disturbo esterno che possa mascherare il puro effetto delle onde gravitazionali. Quantitativamente, in Virgo, bisogna distinguere, sui bracci di 3 km, variazioni di lunghezza di un miliardesimo di miliardesimo di metro.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
PisaNotizie.it
InToscana.it
TirrenoPisa.it
Asca
La CEP prima della CEP: un 11.11.11 fatto di bit
Un 11.11.11 fatto di bit ha tenuto oggi a battesimo il convegno organizzato nell'ambito delle iniziative "La CEP prima della CEP: storia dell'informatica". I lavori alla Limonaia sono cominciati con i saluti del prorettore vicario Nicoletta De Francesco e del Sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Quindi 11 minuti e 11 secondi dopo le 11 il simulatore della Macchina Ridotta, uno dei prototipi della Calcolatrice Elettronica Pisana ricostruiti per l'occasione, ha completato un breve conto alla rovescia e ha riprodotto in sistema binario data e ora esatte. Il risultato è stato un 11011 11011 11011 fatto di spie luminose, dove 1 sta per accesa e 0 per spenta. Un gioco che però ha richiesto una vera e propria programmazione. I vecchi calcolatori infatti non avevano orologio interno come quelli di oggi, ma potevano essere programmati per fare da timer.
Il convegno prosegue anche sabato 12 novembre, sempre alla Limonaia. In questa due giorni i temi principali affrontati saranno tre: la storia dell'informatica pisana e italiana con la partecipazione di diversi protagonisti del tempo, le ricadute dell'esperienza CEP come opportunità per Pisa e per il suo territorio e la conservazione e la ricostruzione delle macchine del passato a scopo didattico e divulgativo.
Domenica 13 novembre alle 10,30, al Museo degli strumenti per il calcolo, si inaugura invece la mostra sulla storia dell'informatica e della CEP. Aperta fino alla fine di marzo 2012, proporrà al pubblico un viaggio all'insegna dell'archeologia informatica per apprezzare e comprendere le tecnologie hardware e software di oggi.
TG:
50canale
Al via la IX edizione del master in Tecnologie internet della facoltà di Ingegneria
Sono aperte le iscrizioni alla IX edizione del master universitario di I livello in Tecnologie internet attivato dal dipartimento di Ingegneria dell'informazione dell'Università di Pisa, in collaborazione con l'IIT del CNR di Pisa e il patrocinio del Registro.it. La scadenza per la presentazione delle domande di iscrizione è il 30 novembre 2011.
Il master ha lo scopo di formare esperti nelle tecnologie legate a internet, alle reti informatiche e ai servizi web, con aspetti giuridici e di sicurezza. Si rivolge a giovani laureati e a coloro che già operano in tali settori e desiderano aggiornarsi o riqualificarsi professionalmente. A chi consegue il titolo viene consegnata anche la certificazione di primo livello CCNA, rilasciata da Cisco Systems per operare professionalmente su reti Cisco.
Il master è pensato per essere compatibile con una attività lavorativa. Le lezioni sono distribuite su tutto l'arco del 2012, raggruppate in quattro cicli ben distanziati. In ogni ciclo, sono previste lezioni teoriche (venerdì mattina e primo pomeriggio, fruibili anche via internet in forma diretta o registrata) ed esercitazioni di laboratorio (venerdì nella seconda parte del pomeriggio e sabato mattina, fruibili solo frontalmente). Il conseguimento del titolo avverrà a giugno 2013, dopo la fine delle sessioni di esame e il tirocinio aziendale. Per maggiori informazioni è possibile consultare www.ing.unipi.it/master.it.
Una nuova sede per il dipartimento di Chimica e chimica industriale
Sorgerà nel cuore della "cittadella della ricerca", accanto al CNR, la nuova sede del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, con annessi il centro bibliotecario e un nuovo polo didattico d'Ateneo. Nell'area di San Cataldo prospiciente alla residenza universitaria dei Praticelli sono appena iniziati i lavori preliminari alla realizzazione del nuovo complesso - la cui ultimazione è prevista entro la fine del 2013 - che ospiterà 12 aule, 58 laboratori didattici e di ricerca, una biblioteca con 66 postazioni di lettura, un'aula magna per 150 persone e 66 studi.
L'attuale sede del dipartimento si trova, dal 1941, in via Risorgimento, in un edificio d'epoca più volte rimaneggiato nel corso del tempo. Le necessità di adeguamento normativo della sede attuale, unite alle nuove esigenze legate allo sviluppo delle attività di ricerca e di didattica, hanno spinto l'Ateneo a studiare una soluzione alternativa più funzionale, mentre la destinazione futura dell'attuale sede è oggetto di un'importante riflessione nell'ambito dell'attuale fase di ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dell'Ateneo. L'intero progetto - uno dei più consistenti nella politica edilizia degli ultimi anni - comporterà un investimento complessivo di 21.300.000 euro.
L'area su cui sorgerà il nuovo complesso è di circa 21.800 mq, per una superficie utile complessiva di circa 10.500 mq, e comprende le aree destinate a verde, a parcheggio (circa 100 posti auto) e a espansioni future. Il progetto prevede la realizzazione di un edificio compatto e dalle linee semplici, capace di essere "riconoscibile" ed efficiente anche da un punto di vista energetico, grazie a soluzioni innovative. L'intero complesso sarà inoltre circondato da una grande area verde alberata, attrezzata principalmente per le esigenze studentesche e coperta da rete wi-fi.
Il progetto prevede la realizzazione di due corpi di fabbrica: quello principale che ospiterà tutte le funzioni del dipartimento, della biblioteca e del polo didattico di Ateneo, con i relativi servizi e i locali destinati a spazio studenti e ristoro, e quello secondario destinato ai locali tecnici. L'edificio principale, distribuito intorno a due corti, avrà una pianta quadrangolare e sarà caratterizzato da finestre a nastro che correranno lungo le facciate. Il complesso si svilupperà su quattro livelli: a piano terra saranno ospitate le aule e parte dei laboratori, la biblioteca, un bar ristoro e gli spazi per gli studenti; il primo piano sarà destinato ai laboratori didattici e al dipartimento; il secondo accoglierà altri laboratori didattici, di ricerca e studi; l'ultimo piano sarà infine riservato agli impianti tecnici.
Al fine del contenimento dell'impatto ambientale, sono previste soluzioni innovative, come l'utilizzo di materiali eco-compatibili, l'installazione di un impianto di pannelli solari da collocare sul tetto dell'edificio, sistemi integrati di produzione e accumulo dell'acqua calda sanitaria e un pozzo artesiano, che alimenterà la vasca dell'impianto antincendio e garantirà la fornitura d'acqua, opportunamente filtrata e addolcita, ai laboratori e ai servizi igienici. Un sistema di accumulo e pompaggio consentirà, inoltre, di utilizzare l'acqua piovana per l'irrigazione delle aree a verde.
La CEP prima della CEP: al via mostra e convegno
Domenica 13 novembre alle 10,30, al Museo degli strumenti per il calcolo, si inaugura la mostra "La CEP prima della CEP: storia dell'informatica", che rimarrà aperta fino alla fine di marzo 2012 e proporrà al pubblico il fascino delle macchine di ieri come strumento divulgativo per apprezzare e comprendere le tecnologie hardware e software di oggi.
L'11 e 12 novembre, presso la Limonaia, la mostra è preceduta da un convegno scientifico focalizzato su tre temi principali: la storia dell'informatica pisana e italiana con la partecipazione di diversi protagonisti del tempo, le ricadute dell'esperienza CEP come opportunità per Pisa e per il suo territorio e la conservazione e la ricostruzione delle macchine del passato a scopo didattico e divulgativo.
Il convegno inizia l'11 novembre alle 9,30 con i saluti dei rettore dell'Università di Pisa Massimo Augello e del Sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Sono cinque in tutto le sessioni previste nella due giorni di studio. L'11 novembre si parlerà di informatica a Pisa, dalla nascita ad oggi, e di storie di macchine in Italia; il giorno dopo gli argomenti affrontati saranno la didattica e la divulgazione dell'informatica e la storia dell'informatica viva. Fra le tante curiosità legate all'evento anche un breve conto alla rovescia che, per ricordare la data dell'inizio del convegno, terminerà alle 11:11:11 e sarà realizzato con il simulatore della Macchina Ridotta. I vecchi calcolatori non avevano infatti un vero e proprio orologio interno (come quelli di oggi), ma potevano essere programmati per fare da orologi. Il conto si fermerà con le lampadine del quadro di comando della MR su 11011 11011 11011.
Sulle tracce dei segni francesi al Museo della Grafica
Sabato 12 novembre, dalle 15.30 alle 17.00, in occasione della mostra "Da Corot a Renoir. Incisioni francesi dell'Ottocento", il Museo della Grafica di Pisa organizza l'iniziativa "Sulle tracce dei segni francesi", visita animata per bambini e laboratorio creativo per famiglie.
I bambini verranno coinvolti da un personaggio in abito d'epoca in un viaggio immaginario negli usi e nei costumi dell'Ottocento, con le carrozze, i vestiti, i giochi e le feste da ballo.
La disponibilità massima per partecipare al laboratorio è di 30 partecipanti (età consigliata 4-10 anni). L'iniziativa è a pagamento (€ 5,00). Per prenotazioni contattare i recapiti 050 2216066-67 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30, o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
La CEP prima della CEP: un 11.11.11 fatto di bit
Un 11.11.11 fatto di bit ha tenuto oggi a battesimo il convegno organizzato nell'ambito delle iniziative "La CEP prima della CEP: storia dell'informatica". I lavori alla Limonaia sono cominciati con i saluti del prorettore vicario Nicoletta De Francesco e del Sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Quindi 11 minuti e 11 secondi dopo le 11 il simulatore della Macchina Ridotta, uno dei prototipi della Calcolatrice Elettronica Pisana ricostruiti per l'occasione, ha completato un breve conto alla rovescia e ha riprodotto in sistema binario data e ora esatte. Il risultato è stato un 11011 11011 11011 fatto di spie luminose, dove 1 sta per accesa e 0 per spenta. Un gioco che però ha richiesto una vera e propria programmazione. I vecchi calcolatori infatti non avevano orologio interno come quelli di oggi, ma potevano essere programmati per fare da timer.
Il convegno prosegue anche sabato 12 novembre, sempre alla Limonaia. In questa due giorni i temi principali affrontati saranno tre: la storia dell'informatica pisana e italiana con la partecipazione di diversi protagonisti del tempo, le ricadute dell'esperienza CEP come opportunità per Pisa e per il suo territorio e la conservazione e la ricostruzione delle macchine del passato a scopo didattico e divulgativo.
Domenica 13 novembre alle 10,30, al Museo degli strumenti per il calcolo, si inaugura invece la mostra sulla storia dell'informatica e della CEP. Aperta fino alla fine di marzo 2012, proporrà al pubblico un viaggio all'insegna dell'archeologia informatica per apprezzare e comprendere le tecnologie hardware e software di oggi.
Leggi l'articolo di presentazione dell'iniziativa "La CEP prima della CEP: storia dell'informatica"
Ne hanno parlato:
Una nuova sede per il dipartimento di Chimica e chimica industriale
Sorgerà nel cuore della "cittadella della ricerca", accanto al CNR, la nuova sede del dipartimento di Chimica e chimica industriale dell'Università di Pisa, con annessi il centro bibliotecario e un nuovo polo didattico d'Ateneo. Nell'area di San Cataldo prospiciente alla residenza universitaria dei Praticelli sono appena iniziati i lavori preliminari alla realizzazione del nuovo complesso - la cui ultimazione è prevista entro la fine del 2013 - che ospiterà 12 aule, 58 laboratori didattici e di ricerca, una biblioteca con 66 postazioni di lettura, un'aula magna per 150 persone e 66 studi.
L'attuale sede del dipartimento si trova, dal 1941, in via Risorgimento, in un edificio d'epoca più volte rimaneggiato nel corso del tempo. Le necessità di adeguamento normativo della sede attuale, unite alle nuove esigenze legate allo sviluppo delle attività di ricerca e di didattica, hanno spinto l'Ateneo a studiare una soluzione alternativa più funzionale, mentre la destinazione futura dell'attuale sede è oggetto di un'importante riflessione nell'ambito dell'attuale fase di ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dell'Ateneo. L'intero progetto - uno dei più consistenti nella politica edilizia degli ultimi anni - comporterà un investimento complessivo di 21.300.000 euro.
L'area su cui sorgerà il nuovo complesso è di circa 21.800 mq, per una superficie utile complessiva di circa 10.500 mq, e comprende le aree destinate a verde, a parcheggio (circa 100 posti auto) e a espansioni future. Il progetto prevede la realizzazione di un edificio compatto e dalle linee semplici, capace di essere "riconoscibile" ed efficiente anche da un punto di vista energetico, grazie a soluzioni innovative. L'intero complesso sarà inoltre circondato da una grande area verde alberata, attrezzata principalmente per le esigenze studentesche e coperta da rete wi-fi.
Il progetto prevede la realizzazione di due corpi di fabbrica: quello principale che ospiterà tutte le funzioni del dipartimento, della biblioteca e del polo didattico di Ateneo, con i relativi servizi e i locali destinati a spazio studenti e ristoro, e quello secondario destinato ai locali tecnici.
L'edificio principale, distribuito intorno a due corti, avrà una pianta quadrangolare e sarà caratterizzato da finestre a nastro che correranno lungo le facciate. Il complesso si svilupperà su quattro livelli: a piano terra saranno ospitate le aule e parte dei laboratori, la biblioteca, un bar ristoro e gli spazi per gli studenti; il primo piano sarà destinato ai laboratori didattici e al dipartimento; il secondo accoglierà altri laboratori didattici, di ricerca e studi; l'ultimo piano sarà infine riservato agli impianti tecnici.
Al fine del contenimento dell'impatto ambientale, sono previste soluzioni innovative, come l'utilizzo di materiali eco-compatibili, l'installazione di un impianto di pannelli solari da collocare sul tetto dell'edificio, sistemi integrati di produzione e accumulo dell'acqua calda sanitaria e un pozzo artesiano, che alimenterà la vasca dell'impianto antincendio e garantirà la fornitura d'acqua, opportunamente filtrata e addolcita, ai laboratori e ai servizi igienici. Un sistema di accumulo e pompaggio consentirà, inoltre, di utilizzare l'acqua piovana per l'irrigazione delle aree a verde.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
IlTirreno.it
PisaNotizie.it
InToscana.it
L’Università di Pisa aderisce alla federazione IDEM
L'Università di Pisa entra a far parte di IDEM (Infrastruttura di autorizzazione e autenticazione della rete GARR), la federazione che ha come obiettivo la creazione e il supporto di un framework, comune agli enti di formazione e di ricerca italiani, per la gestione condivisa degli accessi alle risorse on-line. Alla federazione appartengono già altri 22 atenei italiani oltre al CNR, ISTAT, CINECA, CILEA e CASPUR.
L'adesione a IDEM rappresenta un importante segnale di apertura, sviluppo e internazionalizzazione della rete informatica interna e riconosce all'Ateneo pisano un ruolo di eccellenza nell'ambito della rete della Ricerca Italiana (GARR). Gli utenti della rete dell'Università di Pisa (docenti, studenti, personale tecnico/amministrativo) potranno utilizzare le proprie credenziali anche negli altri atenei federati e, allo stesso tempo, gli utenti degli altri atenei potranno collegarsi alla rete pisana con le credenziali fornite dalla propria istituzione.
Inoltre, in futuro sarà possibile accedere ad alcune risorse on-line dell'Ateneo (quali riviste elettroniche e banche dati) da qualsiasi parte del mondo, semplicemente indicando di appartenere all'Università di Pisa e inserendo le proprie credenziali di ateneo.
La rinascita della Certosa di Calci
Al via la rinascita e il recupero della Certosa di Calci. Martedì 8 novembre è stato firmato un protocollo d'intesa fra Comune di Calci, Università di Pisa, Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etno-antropologici per le province di Pisa e Livorno e Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. Contestualmente il prorettore vicario Nicoletta De Francesco ha annunciato un investimento di 300 mila euro da parte dell'Ateneo per il rifacimento del tetto della sezione di mineralogia del Museo di Storia Naturale e del Territorio che si trova alla Certosa. I lavori cominceranno nel 2012 e una volta ultimati sarà possibile riaprire al pubblico questa ala del museo chiusa da un anno.
"Il protocollo d'intesa – ha detto Nicoletta De Francesco – e lo stanziamento di 300 mila euro sono certamente un passo avanti per il recupero di un gioiello del nostro territorio". I punti cardine del protocollo sono quattro: la costituzione di un tavolo permanente di lavoro composto da tutti i soggetti coinvolti, l'impegno a redigere uno studio di fattibilità per rendere maggiormente fruibile l'intero complesso, la volontà condivisa di mettere in sinergia le risorse e la ricerca di nuove partnership.
"Intanto il Comune – ha sottolineato il sindaco di Calci Bruno Possenti – sta già eseguendo i lavori per la riqualificazione di tutta la zona antistante la Certosa". Il completamento delle opere è previsto per il 2012 e l'investimento complessivo è di quasi un milione di euro. Fra gli interventi programmati ci sono la nuova illuminazione e la pavimentazione della strada di accesso e dei percorsi laterali.
"Il protocollo appena firmato – ha detto il soprintendente Agostino Bureca – è la naturale prosecuzione dell'accordo siglato con l'Ateneo a luglio scorso che per la prima volta ha definito gli ambiti specifici e di cooperazione, all'interno della Certosa, fra il Museo Storico Artistico Nazionale, in consegna alla Soprintendenza, e il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell'Università".
"La Fondazione – ha quindi concluso il suo presidente Cosimo Bracci Torsi – si colloca in questo contesto come soggetto esterno, non coinvolto direttamente nella gestione del complesso monumentale, anche se da molti anni siamo interessati al recupero di questo eccezionale patrimonio artistico sul quale ad oggi abbiamo investito circa 1 milione e mezzo di euro".