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Comunicati stampa

Logo CUS HDI certificati di idoneità alla pratica sportiva non agonistica per tutti i tesserandi/tesserati Cus (Centro sportivo universitario) potranno essere ottenuti all’Ospedale Santa Chiara grazie a una convenzione siglata fra il direttore generale dell’Aoup Carlo Rinaldo Tomassini e il presidente del Cus Antonio Gallo. Una nuova e importante opportunità, a tariffe agevolate, per poter usufruire dell’offerta sportiva dell’ateneo che tiene conto delle esigenze degli studenti universitari (e non solo) anche alla luce delle recenti modifiche legislative in materia di certificazione medico-sportiva che prevedono – fra le altre cose – il tracciato dell’elettrocardiogramma basale.

Copia di GreenVolley

“Si tratta di un decisivo passo avanti nella promozione dell’attività sportiva e della tutela della salute – dichiara il presidente del Cus Pisa, medico nel settore della prevenzione – Un accordo perseguito grazie alla sinergica collaborazione fra l’Aoup, l’Università e il Cus nell’ambito dei rispettivi mandati istituzionali, e all’impegno dei prorettori che da anni seguono il Cus per conto del rettore (i docenti Rosalba Tognetti e Sandro Paci) e il professor Gino Santoro, nella sua doppia veste di prorettore e responsabile della Sezione dipartimentale di Medicina dello sport dell’Aoup”.

Per effettuare la prenotazione della visita è sufficiente inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. indicando i propri dati anagrafici, il numero di telefono, il tipo di idoneità richiesta (in questo caso non agonistica) specificando che il certificato serve per l’iscrizione al Cus Pisa.

Successivamente bisogna recarsi agli impianti Cus muniti di documento d’identità per ottenere la documentazione necessaria ad usufruire della convenzione.

La visita si terrà, come detto, allo stabilimento ospedaliero di Santa Chiara (Medicina dello sport, edificio 8 - ingressi da via Bonanno e via Roma). Per effettuarla occorrono un documento d’identità, la tessera sanitaria e i documenti rilasciati dal Cus. L’iscrizione al Cus, gratuita per gli studenti dell’Università di Pisa, potrà avvenire a partire dal lunedì successivo alla visita.

Maggiori informazioni sono disponibili a questo link.

logo lavCon una donazione di 17.000 euro la LAV finanzierà una borsa di studio per sostenere la ricerca senza l’uso di animali. Lunedì 1 febbraio, Gianluca Felicetti, presidente dell’associazione, accompagnato dalla biologa Michela Kuan, responsabile del settore Vivisezione, ha consegnato al direttore del Centro Piaggio, Andrea Caiti, e al gruppo di ricerca di Arti Ahluwalia un contributo destinato a sviluppare un bioreattore che riproduca l’ambiente dinamico dell’alveolo polmonare e che sia in grado di testare la tossicità di sostanze chimiche inalate. Il tutto senza ricorrere alla sperimentazione animale.

LAV centro piaggioIl progetto prevede la realizzazione di un prototipo, nominato MALI (Moving Air-Liquid Interface) per l’esposizione di areosol su colture di cellule epiteliali alveolari, capace di simulare le azioni di inspirazione, espirazione, flusso sanguigno e deposizione biomimetica di aerosol. Tale sistema permetterà il superamento del ricorso ad animali anche dal punto di vista normativo: «Già da tempo il nostro gruppo di ricerca sviluppa modelli di organi e di sistemi in vitro in grado di mimare la fisiologia e le patologie umane – commenta la professoressa Ahluwalia – Come bioingegneri lavoriamo per il benessere dell’uomo e queste tecnologie ci permettono di sviluppare metodi più sicuri e scientificamente più esatti per il raggiungimento dei nostri obiettivi».

“Questa borsa di studio è l’ennesima dimostrazione che non solo è possibile, ma è doveroso fare una ricerca senza vivisezione – afferma Michela Kuan – il modello animale appartiene al passato e ognuno di noi deve impegnarsi per il suo superamento affinché venga realmente tutelata la salute umana. I fondi pubblici e privati devono essere indirizzati verso lo sviluppo dei metodi sostitutivi e questo contributo è la prova più concreta dell’applicazione di tali metodi, in risposta a chi ci attacca negando l'esistenza della ricerca senza animali: innovativa, scientificamente affidabile e utile”.

LAV centro piaggio2Al momento, la valutazione della tossicità delle sostanze chimiche inalate prevede l’uso di un elevato numero di animali da sottoporre a inalazione forzata, che comporta morte, dolore e agonia. «I risultati di questi test sono inaffidabili, in quanto correlano la mortalità della cavia con la concentrazione della sostanza a cui è esposta, senza prendere in considerazione i meccanismi che portano a tale effetto. A tutto questo va aggiunta la necessità di estrapolare i dati e correlare il modello animale con la risposta umana. Sono quindi necessari test più diretti, semplici ed efficaci che non richiedano la sperimentazione animale, sia per ragioni etiche ed economiche, che per ragioni scientifiche».
Il finanziamento è stato reso possibile grazie al contributo dei cittadini che hanno scelto di devolvere alla LAV il 5x1000.

Ne hanno parlato: 
ADNkronos
Nazione Pisa 
Pisa Today 
gonews 
Quotidiano.net

mani centro piaggioIl Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa ha compiuto i suoi primi 50 anni. Le celebrazioni, alla presenza del rettore dell’Università di Pisa, Massimo Augello, e del sindaco del Comune di Pisa, Marco Filippeschi, si svolgeranno martedì 2 febbraio, alle ore 15.00, nell’Aula Magna di Ingegneria, in Largo Lucio Lazzarino.

Leggi il programma.

Fondato alla fine del 1965, il Centro venne intitolato a Enrico Piaggio, che aveva sostenuto lo sviluppo degli studi di ingegneria meccanica all’Università di Pisa. Da allora, porta avanti una ricerca ampiamente multidisciplinare nei settori della robotica e della bioingegneria, prima come Centro Interdipartimentale, affiliando i dipartimenti di dipartimenti di ingegneria aerospaziale, sistemi elettrici e automazione, ingegneria dell'informazione, matematica, ingegneria meccanica, nucleare e della produzione, chimica e ingegneria chimica, e gli istituti del CNR di fisiologia clinica e per le applicazioni del calcolo e, dal 2012, come Centro di Ricerca di Ateneo.

Face“Proprio questa vocazione interdisciplinare è il nostro punto di forza – afferma il direttore Andrea Caiti – il Centro vede infatti l’incontro e il lavoro congiunto di scienziati di diverse discipline, sia scientifiche che umanistiche, dall’ingegneria alle scienze matematiche, mediche, psicologiche e filosofiche. Attualmente, vi operano circa 100 ricercatori provenienti da diverse aree dell’Università di Pisa e da diverse università internazionali ed europee (Giappone, Cina, India, Francia, Stati Uniti, Norvegia, Messico, Iran, Spagna).”

Il Centro “E. Piaggio” ha dato vita a diversi progetti di spin-off di successo, ha aperto laboratori e attività convenzionate con enti del territorio circostante e con il Polo scientifico-tecnologico di Navacchio, dando vita a collaborazioni con diverse aziende pubbliche e private, oltre che con università e centri di ricerca italiani e internazionali.

walkman“Oltre all’importante ricaduta sul territorio, la nostra vocazione è internazionale – prosegue il professor Caiti – grazie alla collaborazione con diversi enti, tra cui il MIT a Boston e l’Agenzia Aereospaziale Tedesca, e alla partecipazione a diversi progetti europei”.

Dalla sua fondazione, il Centro “E. Piaggio” ha gestito 73 progetti europei, nazionali e regionali. Nel 2015 ha ricevuto finanziamenti da progetti per circa 4 milioni di euro, partecipando a diversi programmi finanziati dall’Europa per la ricerca e l’innovazione. Sono attualmente attivi presso il Centro 14 progetti di ricerca europei, nell’ambito dei settori della soft robotics, interazione fisica uomo-robot, aptica e mani artificiali, metodi di controllo avanzato per i sistemi complessi, robotica sottomarina, sistemi indossabili, neuroingegneria socio-cognitiva, biometria, analisi dei segnali biomedici, sistemi muscolari artificiali, modelli sistemici in vitro.

giovanni vannacciCon la sua nomina sono tre i docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Agro-ambientali dell’Università di Pisa chiamati dalla Regione Puglia per contrastare la Xylella. A metà gennaio il professore Giovanni Vannacci (foto), ordinario di Patologia Vegetale e presidente della Società Italiana di Patologia Vegetale (SiPaV), è stato invitato a far parte della task force che dovrà fornire indicazioni sulle azioni da intraprendere per il contenimento del disseccamento rapido dell’olivo associato al batterio Xylella fastidiosa. La sua nomina avviene dopo quelle, a novembre scorso, dei professori Riccardo Gucci e Giacomo Lorenzini.

La questione Xylella è balzata di recente all’attenzione della cronaca dopo il decreto della procura di Lecce con il quale sono stati incriminati alcuni ricercatori impegnati nelle ricerche sulla malattia e sono stati posti sotto sequestro gli olivi destinati, nel quadro delle azioni volte a contenere l’epidemia stessa, all’abbattimento.

“La devastazione degli oliveti nel Salento non è solamente un problema di ordinaria gestione della produzione agraria, ma ha anche importanti risvolti sociali – ha commentato Giovanni Vannacci – e l’olivicoltura in Puglia, e non soltanto in Puglia, ha radici profonde nella storia dei territori ed importanti ricadute anche in altri in settori, quale quello turistico, di grande importanza economica”.

On the 21st January 2016, 36 students from Taylor University in Indiana, USA, visited The University of Pisa for a detailed tour. Our visitors consisted of a group of scholarship students who are extremely high achievers at their university in Indiana. Their study-abroad trip focused on “The history of education” and for this motive, the International Office were pleased to welcome them to our institution of excellence here in Pisa.

The tour presented the areas of excellence available at The University of Pisa, and gave the students a taste of life here in Pisa. The presentation displayed the variety of courses available to study in English and informed them about the summer schools that take place. The students were welcomed in Palazzo Matteucci, before being taken to the rectory where they could admire the 18th Century original copy of “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” by Galileo Galilei, which is preserved in the “Sala dei Mappamondi”.

The students were accompanied by Scott Moeschberget (Associate Dean of Honors Programme and Associate Professor of Psychology), Dannie Stanley (Assistant Professor of Computer Science and Engineering) and two graduate assistants; Jennifer Moeschberger and Amy Peterson. Our visitors had visited Rome and Florence and wanted to visit a prestigious Italian University, selecting Pisa as their destination. They were especially interested in hearing about our Summer Schools, PhD and Masters programmes, and said they all felt incredibly “inspired” on their return to America.

studenti indiana

Giornata della memoriaIn occasione della Giornata della Memoria pubblichiamo un intervento di Maria Antonella Galanti, prorettore per i Rapporti con il territorio e docente del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo.

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Il 27 gennaio 1945 fu il giorno della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Le immagini dei pochi superstiti, dei luoghi e degli strumenti di tortura e di morte hanno fatto il giro del mondo e non ci sarebbe bisogno di celebrare una giornata della memoria per ricordarcele. Sono impresse nella nostra mente, sono parte integrante del nostro immaginario e ci hanno commosso o generato raccapriccio molte volte, nel corso del tempo, indelebili metafore di ogni insensatezza umana. Sono immagini terribili perché testimoniano l'esistenza, negli esseri umani, anche di una tensione a distruggere e a misurare il proprio valore in termini di rapporti di forza e di potere attraverso la sopraffazione ai danni di chi si trovi in condizione di maggiore fragilità sociale o debolezza contrattuale.

Non servirebbe a niente, perciò, questa giornata, se la intendessimo come una sorta di rituale risarcimento morale nei confronti degli ebrei e insieme a loro di tutte quelle comunità o insiemi di persone che sono state oggetto della violenza nazista, fino allo sterminio di massa: i dissidenti politici comunisti, socialisti e social-democratici, le persone omosessuali, i Rom, i malati psichici, i soggetti con disabilità e gli appartenenti, in generale, a religioni diverse da quella cattolica. Si tratta, invece, di conservare memoria e consapevolezza della storia che coinvolge noi tutti, cioè di ciò che è stato possibile accadesse in Europa, nello spazio nero delle dittature che collega i due profondi abissi delle guerre mondiali.

Memoria e oblio sono due esperienze strettamente intrecciate. È l'oblio che rende possibile la memoria come strumento vivo e attivo di lettura del presente e di progettualità rispetto al futuro. È l'oblio, cioè, che mettendo in ombra il resto permette di dirigere la luce sulla specifica esperienza che in una determinata circostanza si vuole rendere attuale. Non per farne testimonianza di un passato ibernato nella distanza storica, ma per rendere quel passato metafora viva del presente, capace di lasciare emergere il filo di paura e di speranza progettuale che lega l'ieri all'oggi ed entrambi al futuro.

I campi di concentramento possono apparire, a un primo sguardo, un'esperienza lontana nel tempo, ma altrettanto non si può dire, purtroppo, dell'idea che li sorreggeva e che rappresenta un pericolo sempre attuale. Un pericolo subdolo, strisciante, spesso invisibile: l'omologazione degli individui gli uni agli altri, l'eliminazione di ogni differenza così da rendere le persone passivo oggetto di controllo e di dominio. Oggi assistiamo, infatti, all'emergere di nuovi razzismi, non di rado suffragati da riedizioni di semplificanti riduzionismi di tipo biologico, mentre l'enfatizzazione della dimensione tecnica rischia di trasformarla in fine delle nostre scelte anziché in mezzo per migliorare la qualità delle relazioni umane e in generale della nostra vita.

Maria Antonella Galanti

dime chirurgicheArriveranno presto sul mercato le innovative dime chirurgiche sviluppate da un gruppo di ricerca dell’Università di Pisa e recentemente usate per un intervento di chirurgia spinale. La soluzione, sviluppata presso EndoCAS - il Centro di eccellenza per la Chirurgia assistita al calcolatore diretto dal professor Mauro Ferrari – e brevettata dall’Università di Pisa, sarà commercializzata tramite e-SPres3D, la spin off creata dai ricercatori dell’Ateneo pisano e della Scuola Sant’Anna.

Le dime sono ausili clinici che permettono il posizionamento preciso degli impianti durante le operazioni chirurgiche. Quelle sviluppate dal gruppo di ricerca pisano permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione: «In questo tipo di intervento, decisamente frequente sia in Italia che nel resto del mondo, la precisione nell’impianto delle viti è l’aspetto cruciale per il buon esito della procedura chirurgica e per questo motivo sul mercato sono appena uscite anche complesse soluzioni robotiche – commenta Vincenzo Ferrari, ricercatore di ingegneria biomedica di EndoCAS - Le dime chirurgiche ideate presso l’Università di Pisa sono una più efficiente ed economica alternativa per gli interventi eseguiti in chirurgia aperta. Il brevetto pisano descrive come realizzare e adattare, sulla base delle immagini radiologiche del paziente, una dima chirurgica dotata di cannule di foratura da adagiare sulle vertebre del paziente per poi procedere con precisione e sicurezza alla fase di cruciale foratura e inserimento delle viti».

Le origini di questa ricerca risalgono al 2011 quando, Vincenzo Ferrari e Paolo Parchi, medico della Clinica Ortopedica I Universitaria diretta dal professor Michele Lisanti, presentarono a Londra i risultati di un lavoro sviluppato presso EndoCAS, in occasione del congresso mondiale CAOS (Computer Assisted Orthopedic Surgery). Da allora il gruppo di ricerca ha ottimizzato la soluzione per la chirurgia spinale grazie al lavoro di Sara Condino e Marina Carbone, entrambe ingengeri postdoc di EndoCAS, e lo scorso luglio è stato operato il primo paziente. Nei giorni scorsi i clinici hanno verificato l’ottimo esito dell’intervento, eseguito dal dottor Paolo Parchi, ottenuto anche grazie all’utilizzo delle innovative dime chirurgiche che permettono di guidare le viti nell’intervento di fusione spinale con estrema precisione.

Giovedì 21 gennaio, quaranta studenti provenienti dalla Taylor University, nello Stato dell’Indiana in USA, sono stati ospiti dell’Università di Pisa. I ragazzi sono stati accolti dallo staff dell’International Office prima a Palazzo Matteucci, poi al rettorato dove hanno visitato le sale storiche e ammirato la copia settecentesca del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei, conservata nella Sala dei Mappamondi.

I ragazzi, iscritti al primo anno di università, erano studenti eccellenti del corso di “Storia dell’educazione”, arrivati in Italia per svolgere il loro periodo curriculare di studio all’estero con scopi sia educativi sia di conoscenza delle possibilità offerte a livello universitario. Dopo aver visitato Roma e Firenze, il gruppo ha voluto conoscere da vicino anche una prestigiosa università italiana, scegliendo Pisa come meta. Lo staff dell’International Office ha illustrato loro il funzionamento il sistema universitario italiano, citando poi le aree di eccellenza dell’Ateneo pisano e l’offerta formativa in termini di lauree magistrali, PhD e Summer School.

Gli studenti erano accompagnati dai professori Scott Moeschberget, Associate Dean of Honors Programme and Associate Professor of Psychology/Higher Education, Dannie Stanley, Assistant Professor of Computer Science and Engineering e due graduate assistants, Jennifer Moeschberger and Amy Peterson.

studenti indiana

Ne hanno parlato:
Nazione Pisa 
StampToscana.it

U Phos logoPer la seconda volta consecutiva si sono guadagnati un posto a bordo del razzo sonda che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lancerà nello spazio a Kiruna, in Svezia, a marzo 2017, dove potranno montare una versione aggiornata e migliorata del loro “termosifone spaziale” da testare in condizioni di assenza di gravità. Sono i ragazzi del team “U-PHOS Project” (evoluzione rinnovata del precedente PHOS), studenti dell’Università di Pisa selezionati dall’ESA per partecipare al programma REXUS/BEXUS (Rocket and Balloon Experiments for University Students). Il loro obiettivo è costruire entro marzo 2017 un innovativo tipo di Heat Pipe, un tubo di calore in grado di funzionare solo a gravità ridotta. Il dispositivo che verrà testato raggiungerà circa 100 km di altezza per poi rientrare a terra.

UPHOS team web«L’obiettivo del progetto è investigare il funzionamento di un dispositivo per lo scambio termico – spiega Pietro Nannipieri, team leader di U-PHOS – Questo dispositivo deve trasportare in modo efficiente il calore da una parte all’altra, è una specie di condizionatore, anche se la sua forma ricorda quella di un termosifone. Il mondo scientifico e spaziale, ESA compresa, è molto interessato a questa tecnologia in quanto molto leggera, economica e resistente ai guasti».

Con il loro progetto gli studenti pisani avranno la possibilità di partecipare alle fasi progettuali, gestionali e operative di una vera missione spaziale: “Il dispositivo che verrà testato è chiamato PHP, acronimo di Pulsating Heat Pipe, un tipo di tubo di calore che funziona con un regime di circolazione pulsante – continua Pietro Nannipieri – Le PHP sono caratterizzate da una grande semplicità produttiva e quindi un basso costo che determina poi un coefficiente prestazioni-costo molto alto. Durante l'esperimento verrà somministrata potenza termica in una sezione del dispositivo e sottratto in un’altra, con questa procedura si potranno determinare vari parametri funzionali in assenza di gravità. Questi dati verranno poi paragonati con quelli acquisiti con altri esperimenti eseguiti a terra».

PHP Diagram

Rispetto alla precedente esperienza, verranno usate delle schiume metalliche all’interno dell’esperimento per migliorarne le performance termiche. La meccanica dell’esperimento verrà rivoluzionata per migliorarne le prestazioni e diminuirne il peso. Infine anche la parte di acquisizione dei dati verrà completamente rinnovata con un sistema fortemente innovativo in modo da permettere di acquisire dati più accurati. In sostanza, l’oggetto dell’esperimento è lo stesso ma il set-up sperimentale è completamente rivoluzionato.

I team selezionati dall’ESA si ritroveranno a Kiruna nel prossimo mese di marzo per la “PDR”, la Preliminary Design Review, dove gli esperti di tutte le organizzazioni partecipanti valuteranno il “disegno preliminare”. Il team U-PHOS dell’Università di Pisa è l’unico italiano a essere stato selezionato nella categoria “Rocket” dall’ESA, ramo Educational, che ogni anno offre la possibilità, agli studenti di tutte le nazioni appartenenti alla comunità europea, di partecipare al programma REXUS/BEXUS.

Il team di U-PHOS
team UPHOS 3I componenti della squadra pisana - supportata dai tre dipartimenti di Ingegneria - sono 15: Pietro Nannipieri, Giulia Becatti, Alessandro Viglione, Eugenio Ferrato, Andrea Catarsi, Paolo Di Giorgio, Lorenzo Quadrelli, Lorenzo Barsocchi, Pietro Guardati, Federico Nesti, Francesco Zanaboni, Martina Anichini, Stefano Piacquadio, Davide Di Prizio, Gabriele Meoni. I professori a supporto del progetto sono Sauro Filippeschi, Luca Fanucci, Federico Baronti, Paolo Di Marco, Salvo Marcuccio.

Collaboratori cercasi
La squadra è alla ricerca di studenti che possano collaborare nelle seguenti aree: marketing, social marketing, organizzazione eventi, gestione rapporto con aziende e fornitori, programmazione embedded, web designer, web developer, CAD drawings (disegni meccanici), test e manufacturing. La selezione è aperta a tutti gli studenti, non solo quelli inscritti a Ingegneria. Gli interessati possono compilare il form a questo link.

Per qualsiasi informazione è possibile inviare un messaggio sulla pagina Facebook o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Ne hanno parlato: 
QN
Nazione Pisa
InToscana.it 
NazionePisa.it
QuiNewsPisa.it 
PisaToday.it 
Media INAF 
Controcampus.it 
gonews.it 
StampToscana.it

img406Creare un archivio digitale on line per riunire le voci dell’Italia durante il primo conflitto mondiale: soldati, propaganda ufficiale, giornali, élite intellettuale o popolo E’ questo l’obiettivo di “Voci della Grande Guerra”, un progetto finanziato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri nell’ambito delle celebrazioni centenario del 1914-18 che nei prossimi diciotto mesi impegnerà l’Università di Pisa, l’Accademia della Crusca, l’Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” del CNR e il Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico-Militari con sede all’Università di Siena.

“La creazione di questo archivio consentirà di capire e di indagare il modo in cui gli italiani hanno sentito e raccontato la guerra e di come il conflitto abbia a sua volta mutato profondamente il linguaggio – ha spiegato Alessandro Lenci del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa – e non a caso il corpus di testi verrà anche utilizzato per lo sviluppo del Grande Vocabolario dell’italiano post-unitario in cantiere presso l’Accademia della Crusca, sotto la direzione del professore Claudio Marazzini”.

Il progetto, che vede anche coinvolto il professore Nicola Labanca dell’Università di Siena, uno dei maggiori esperti sulla storia della prima guerra mondiale, raccoglierà e metterà a confronto per la prima volta una grande varietà di materiali alcuni dei quali mai digitalizzati prima. Infatti, nonostante siano già disponibili archivi digitali della Grande Guerra, questi tipicamente sono limitati ad un unico genere come ad esempio la diaristica. In questo caso invece saranno riuniti testi provenienti dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, dal Museo storico italiano della guerra di Rovereto e dal Museo storico di Trento, raccolte inedite dagli Archivi della scrittura popolare, la serie completa degli Atti parlamentari, articoli da quotidiani come “La Stampa” e il “Corriere della sera” e altri che saranno appositamente digitalizzati, ma anche riviste di particolare interesse come ad esempio i cosiddetti “giornali di trincea”, pubblicati appositamente per le truppe combattenti. Il corpus coprirà l’arco dal 1914 al 1918, per analizzare l’impatto immediato della guerra sull’evoluzione della lingua, così come le diverse modalità di rappresentare la guerra nelle varie fasi del conflitto, ad esempio prima e dopo la disfatta di Caporetto.

“Alla fine tutti i materiali saranno disponibili on line – ha concluso Alessandro Lenci - e grazie all’uso di tecniche avanzate di linguistica computazionale, web semantico e visualizzazione dell’informazione sarà possibile fare ricerche semplici, efficaci ed innovative in modo da far conoscere e apprezzare la polifonia delle voci dell’Italia in guerra”.

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