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L'Università di Pisa, insieme a CNR, Università di Trento e Gazzetta dello Sport, organizza la seconda edizione della Soccer Data Challenge, nel contesto del Festival dello Sport a Trento.

La Soccer data challenge è una competizione promossa da SoBigData e aperta a tutti gli appassionati di dati e calcio. Il 10 ed 11 Ottobre a Trento si svolgerà la seconda edizione. Le squadre partecipanti avranno 30 ore di tempo per risolvere un problema analitico legato al calcio, utilizzando il più grande dataset di eventi di gioco mai rilasciato prima.

I finalisti presenteranno i loro lavori ad una giuria di professionisti del mondo del calcio e dei BigData. Per i vincitori il premio è di 5000 euro.

Le iscrizioni sono aperte fino al 12 settembre.

Leggi i dettagli

marco_grondona.jpgSi è spento lo scorso 27 agosto all'età di 73 anni il professor Marco Grondona (foto a destra), docente della nostra Università. Qui un ricordo degli amici e dei colleghi.

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Il 27 agosto si è spento nella sua Todi Marco Grondona, già docente di discipline musicologiche nell'Ateneo pisano. I suoi studi, rivolti soprattutto alla storia dell'opera (fondamentali i suoi contributi su Rossini e su Puccini) recano l'impronta inconfondibile di un metodo al tempo stesso rigoroso e originale che richiama il commento filologico dei testi classici. Il suo metodo di analisi, applicato con grande acume e ampiezza di riferimenti anche pluridisciplinari, è il retaggio della sua formazione di classicista avvenuta sotto la guida di Antonio La Penna presso la Scuola Normale Superiore. All'attività di studioso il professor Grondona ha affiancato un costante impegno per la didattica, svolta con passione e dedizione straordinarie. Lo ricordano con profondo rimpianto i colleghi e gli amici dei Dipartimenti di Filologia, Letteratura e Linguistica, e di Civiltà e forme del sapere.

Bando ed allegati

Attenzione: Prima di iscriversi al concorso è necessario leggere attentamente il bando di concorso e la Guida pratica per la presentazione delle domande.

Procedura di iscrizione on-line

Scadenza domande: ore 11,00 del 4 ottobre 2019

 

Iscrizione on line

L'iscrizione telematica al concorso si articola nelle fasi sottoelencate:

  • registrare i propri dati anagrafici su web, collegandosi all'indirizzo www.studenti.unipi.it  . Se hai conseguito (o conseguirai) il titolo di studio presso l'Università di Pisa non devi registrarti, ma procedere direttamente con la fase di iscrizione al concorso, sempre collegandoti all'indirizzo www.studenti.unipi.it ;
  • inserire tutti i dati richiesti per l'iscrizione al concorso;
  • al termine della procedura telematica pagare la tassa concorsuale di 60,00 euro mediante uno degli strumenti di pagamento consentiti dal sistema PagoPA. Informazioni sul pagamento attraverso PagoPA sono disponibili alla pagina internet https://www.unipi.it/index.php/tasse-e-diritto-allo-studio/item/15414-pagamento-tasse

Ricorda
La scheda di autocertificazione relativa ai titoli valutabili va consegnata alla Commissione giudicatrice in sede di prova d'esame. Il giorno della prova presentarsi con un documento d'identità, in corso di validità.

Nota bene
Per poter aprire i file in formato pdf occorre il programma Acrobat Reader. Se non ne sei provvisto, puoi scaricarlo gratuitamente.

Assistenza
Per assistenza contattare l'Unità Scuole di Specializzazione all'indirizzo http://sportellovirtuale.unipi.it  .

Nell’immaginario collettivo è l’idea che tecnologie sviluppate dalla fisica della materia nella sua forma condensata, siano associate a dispositivi miniaturizzati, concepiti per facilitare la nostra vita quotidiana, come quelli usati per scrivere e forse leggere questo pezzo, una versione evoluta degli utensili inventati nell’età del ferro. Ma è possibile che tecnologie quantistiche possano contribuire a rispondere anche a domande fondamentali sull’Universo?
A rafforzare una risposta positiva a questa inattesa domanda, è uno studio teorico finalizzato alla messa a punto di una nuova classe di dispositivi per misure di precisione estremamente sofisticate, interferometri atomici che usano stati quantistici della materia come strumenti per verifiche della relatività generale e dunque di larga parte della nostra attuale comprensione del funzionamento dell’Universo. Di questo studio sono autori Marilù Chiofalo, professoressa di Fisica della materia all’Università di Pisa, e Leonardo Lucchesi, che ne ha fatto l’oggetto della sua tesi di laurea magistrale con la supervisione della stessa Chiofalo, e oggi dottorando dell’Università di Pisa. Lo studio è stato pubblicato il 9 agosto scorso sulla rivista “Physical Review Letters” della American Physical Society con il titolo “Many-Body Entanglement in Short-Range Interacting Fermi Gases for Metrology”.
Al centro della ricerca “made in Pisa” ci sono i fermioni, le particelle quantistiche così chiamate in onore di Enrico Fermi. Come tutte le particelle quantistiche, a ogni fermione è associata un’onda di probabilità di essere in un certo spazio ad un dato tempo, e due di loro possono essere preparati in modo da continuare a condividere determinate caratteristiche anche se allontanati a grande distanza, come se le loro onde di probabilità fossero irrimediabilmente aggrovigliate tra loro, una proprietà che viene chiamata entanglement: è come se, lanciando due dadi, l’uscita di un numero sul primo dado garantisca l’uscita dello stesso numero sull’altro. Nello studio, questo concetto è esteso ad un insieme di moltissimi atomi di natura fermionica: “Usando la duplice natura delle correlazioni tra atomi - spiega Marilù Chiofalo- legata alle caratteristiche quantistiche e alle forze con cui interagiscono tra loro, è come se le onde di probabilità dei molti atomi entangled formassero un ciuffo di capelli non pettinato per anni. Paradossalmente, mentre l’entanglement potenzia le caratteristiche quantistiche e dunque probabilistiche dello stato (tanto che non sappiamo come sia fatto), sappiamo però che ne riduce l’incertezza al livello utile al livello utile per un interferometro atomico: la misteriosa bellezza della fisica quantistica!».
Il lavoro di Lucchesi e Chiofalo si inserisce nell’ambito della fiorente attività di ricerca mirata a migliorare le prestazioni di dispositivi quantistici di misura, attirando vivo interesse in una comunità dove si incrociano tante fisiche: informatica quantistica, interazioni fondamentali, cosmologia, fisica della materia: «In questo scenario, il nostro studio trasmette due messaggi cruciali – aggiunge Leonardo Lucchesi – A differenza di studi precedenti, dimostriamo che il far interagire gli atomi anche a cortissima distanza, riesce a potenziare le proprietà di entanglement: lo stato con migliori prestazioni si è infatti dimostrato un grappolo “molto aggrovigliato” di atomi, nella forma di gocce quantistiche. Inoltre, stabiliamo un metodo non convenzionale per caratterizzare le fasi quantistiche di un sistema di molti atomi, basato proprio sull’informazione relativa al loro contenuto di entanglement, di fatto estendendo il concetto di informazione quantistica di Fisher, - nato nell’informatica quantistica - alla descrizione di come gli atomi si ordinano a costituire la materia, un concetto al cuore della fisica della materia nella sua forma condensata».
«La storia continua – aggiunge Chiofalo. È necessario concepire un protocollo operativo per l’interferometro e controllare la fragilità dello stato mentre interagisce inevitabilmente con l’ambiente esterno, aspetti che stiamo indagando in una collaborazione internazionale. Il nostro studio, nell’ambito della ricerca MAGIA-Advanced finanziata dall’INFN, è nel solco della proposta Atomic Experiment for Dark Matter and Gravity Exploration in Space (AEDGE), alla quale abbiamo contribuito con decine di colleghi e colleghe, e appena sottomessa all’Agenzia Spaziale Europea in risposta alla Call for White Papers per il piano Voyage 2050. L’idea di AEDGE è concepire esperimenti di interferometria atomica, complementari a VIRGO-LIGO o esperimenti di alte energie, per indagare problemi aperti di cosmologia e interazioni fondamentali: per rilevare materia oscura, onde gravitazionali, o ancora per verificare se particelle con masse differenti cadano in gravità con la stessa accelerazione, un test realizzato ingegnosamente per primo da Galileo con il pendolo, e che oggi mira a precisioni da mille a un milione di volte superiori.»
Queste nuove frontiere della ricerca saranno al centro della prossima Conferenza internazionale “Quantum gases, fundamental interactions, and cosmology” (QFC), che dal 23 al 25 ottobre radunerà a Pisa da tutto il mondo autorevoli scienziate e scienziati, che metteranno insieme in modo fecondo le loro energie provenendo da discipline diverse, per far nascere nuove idee.
La pubblicazione dell’articolo sulla prestigiosa rivista internazionale è un’ulteriore testimonianza dell’eccellenza delle ricerche portate avanti all’Università di Pisa, un Ateneo con oltre 50.000 iscritti dove studenti brillanti come Leonardo Lucchesi – 25 anni, originario di Viareggio – riescono a sviluppare le loro idee in tesi di laurea che poi diventano apripista per studi di frontiera.

 

Nell’immaginario collettivo è l’idea che tecnologie sviluppate dalla fisica della materia nella sua forma condensata, siano associate a dispositivi miniaturizzati, concepiti per facilitare la nostra vita quotidiana, come quelli usati per scrivere e forse leggere questo pezzo, una versione evoluta degli utensili inventati nell’età del ferro. Ma è possibile che tecnologie quantistiche possano contribuire a rispondere anche a domande fondamentali sull’Universo?

A rafforzare una risposta positiva a questa inattesa domanda, è uno studio teorico finalizzato alla messa a punto di una nuova classe di dispositivi per misure di precisione estremamente sofisticate, interferometri atomici che usano stati quantistici della materia come strumenti per verifiche della relatività generale e dunque di larga parte della nostra attuale comprensione del funzionamento dell’Universo. Di questo studio sono autori Marilù Chiofalo, professoressa di Fisica della materia all’Università di Pisa, e Leonardo Lucchesi, che ne ha fatto l’oggetto della sua tesi di laurea magistrale con la supervisione della stessa Chiofalo, e oggi dottorando dell’Università di Pisa. Lo studio è stato pubblicato il 9 agosto scorso sulla rivista “Physical Review Letters” della American Physical Society con il titolo “Many-Body Entanglement in Short-Range Interacting Fermi Gases for Metrology”.

 

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Al centro della ricerca “made in Pisa” sono i fermioni, le particelle quantistiche così chiamate in onore di Enrico Fermi. Come tutte le particelle quantistiche, a ogni fermione è associata un’onda di probabilità di essere in un certo spazio ad un dato tempo, e due di loro possono essere preparati in modo da continuare a condividere determinate caratteristiche anche se allontanati a grande distanza, come se le loro onde di probabilità fossero irrimediabilmente aggrovigliate tra loro, una proprietà che viene chiamata entanglement: è come se, lanciando due dadi, l’uscita di un numero sul primo dado garantisca l’uscita dello stesso numero sull’altro.

Nello studio, questo concetto è esteso ad un insieme di moltissimi atomi di natura fermionica: “Usando la duplice natura delle correlazioni tra atomi - spiega Marilù Chiofalo- legata alle caratteristiche quantistiche e alle forze con cui interagiscono tra loro, è come se le onde di probabilità dei molti atomi entangled formassero un ciuffo di capelli non pettinato per anni. Paradossalmente, mentre l’entanglement potenzia le caratteristiche quantistiche e dunque probabilistiche dello stato (tanto che non sappiamo come sia fatto), sappiamo però che ne riduce l’incertezza al livello utile per un interferometro atomico: la misteriosa bellezza della fisica quantistica!».

Il lavoro di Lucchesi e Chiofalo si inserisce nell’ambito della fiorente attività di ricerca mirata a migliorare le prestazioni di dispositivi quantistici di misura, attirando vivo interesse in una comunità dove si incrociano tante fisiche: informatica quantistica, interazioni fondamentali, cosmologia, fisica della materia: «In questo scenario, il nostro studio trasmette due messaggi cruciali – aggiunge Leonardo Lucchesi – A differenza di studi precedenti, dimostriamo che il far interagire gli atomi anche a cortissima distanza, riesce a potenziare le proprietà di entanglement: lo stato con migliori prestazioni si è infatti dimostrato un grappolo “molto aggrovigliato” di atomi, nella forma di gocce quantistiche. Inoltre, stabiliamo un metodo non convenzionale per caratterizzare le fasi quantistiche di un sistema di molti atomi, basato proprio sull’informazione relativa al loro contenuto di entanglement, di fatto estendendo il concetto di informazione quantistica di Fisher, - nato nell’informatica quantistica - alla descrizione di come gli atomi si ordinano a costituire la materia, un concetto al cuore della fisica della materia nella sua forma condensata».

«La storia continua – aggiunge Chiofalo. È necessario concepire un protocollo operativo per l’interferometro e controllare la fragilità dello stato mentre interagisce inevitabilmente con l’ambiente esterno, aspetti che stiamo indagando in una collaborazione internazionale. Il nostro studio, nell’ambito della ricerca MAGIA-Advanced finanziata dall’INFN, è nel solco della proposta Atomic Experiment for Dark Matter and Gravity Exploration in Space (AEDGE), alla quale abbiamo contribuito con decine di colleghi e colleghe, e appena sottomessa all’Agenzia Spaziale Europea in risposta alla Call for White Papers per il piano Voyage 2050. L’idea di AEDGE è concepire esperimenti di interferometria atomica, complementari a VIRGO-LIGO o esperimenti di alte energie, per indagare problemi aperti di cosmologia e interazioni fondamentali: per rilevare materia oscura, onde gravitazionali, o ancora per verificare se particelle con masse differenti cadano in gravità con la stessa accelerazione, un test realizzato ingegnosamente per primo da Galileo con il pendolo, e che oggi mira a precisioni da mille a un milione di volte superiori.»


Queste nuove frontiere della ricerca saranno al centro della prossima Conferenza internazionaleQuantum gases, fundamental interactions, and cosmology” (QFC), che dal 23 al 25 ottobre radunerà a Pisa da tutto il mondo autorevoli scienziate e scienziati, che metteranno insieme in modo fecondo le loro energie provenendo da discipline diverse, per far nascere nuove idee.

La pubblicazione dell’articolo sulla prestigiosa rivista internazionale è un’ulteriore testimonianza dell’eccellenza delle ricerche portate avanti all’Università di Pisa, un Ateneo con oltre 50.000 iscritti dove studenti brillanti come Leonardo Lucchesi – 25 anni, originario di Viareggio – riescono a sviluppare le loro idee in tesi di laurea che poi diventano apripista per studi di frontiera.

Si è conclusa da pochi giorni la stagione delle competizioni dell’E-Team, la squadra corse dell’Università di Pisa che ha mostrato non solo di poter competere con le squadre più forti al mondo, ma anche di poter vincere.
È successo alla Formula Student Germany, la manifestazione più importante all’interno del panorama del motorsport studentesco, che ha visto la partecipazione di ben 119 team provenienti da 25 diverse nazioni. Ancora una volta, non si tratta di una semplice gara, ma di un’iniziativa che ha lo scopo di valutare il miglior prototipo da competizione sotto ogni aspetto: sportivo, commerciale, tecnologico ed ecosostenibile. Anche in questa occasione gli studenti dell’Università di Pisa si sono ritrovati ad affrontare numerose prove sia statiche che dinamiche.
La validità del progetto portato avanti dal settore del Business Plan, già apprezzata a Varano dai giudici della Formula SAE Italy, è stata riconfermata in Germania, dove per la seconda volta l’E-Team ha conquistato il primo posto (Business Presentation Event). L’idea che ha portato alla vittoria l’Università di Pisa è stata quella di realizzare un racing video game sui circuiti reali integrando nelle monoposto dei visori per realtà aumentata. Cambiando il modo di vedere l’intrattenimento nel mondo del motorsport e in quello del gaming la squadra si è presentata come “The Next Generation of Motorsport Entertainment”, conquistando il gradino più alto del podio.
Altre soddisfazioni sono poi giunte dalle prove dinamiche, dove pure sono stati conseguiti risultati che testimoniano i continui progressi ottenuti dalla squadra in questi anni e soprattutto in questa stagione. Spiccano tra gli altri un inaspettato 5° posto nella prova di Acceleration (accelerazione di 75 metri su un rettilineo piano), che ha visto l’E-Team superare squadre comunemente ritenute tra le più efficienti.
Su questa scia, anche alla Formula Student Czech Republic, seguita immediatamente alla Formula Student Germany, la squadra corse dell’Università di Pisa ha conquistato un 5° posto nell’Autocross (prova di sprint su due giri di circuito) e il 7° nella classifica generale, superando senza nessun intoppo la prova più temuta tra tutte: l’Endurance (22 km senza poter mai mettere mani sulla macchina).
Kerublast, l’ultimo prototipo realizzato dall’E-Team, si configura quindi come il prodotto di un intenso e proficuo lavoro che ha finalmente mostrato il suo considerevole valore ingegneristico e la sua ingente forza di innovazione!
Con questi risultati si conclude una stagione già ricca di gratificazioni, a cominciare dalla nascita della nuova divisione Driverless. Per la prima volta nella sua storia l’E-Team ha, poi, dimostrato di riuscire non solo a portare a termine ben tre significative competizioni, ma anche di saperlo fare nel migliore dei modi. Su queste basi quindi la squadra corse dell’Università di Pisa si prepara ad affrontare, con ancora più grinta e passione, un nuovo e intenso anno di continua ricerca e impegno, con l’obiettivo di coltivare quel ricco potenziale messo in evidenza dalle vittorie ottenute!

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