Tecniche di anestesia avanzata
Sede
Dipartimento di Scienze Veterinarie
Obbiettivi
L'obiettivo del corso è quello di fornire conoscenze teoriche e pratiche avanzate per la gestione anestesiologica, compreso le tecniche di ventilazione e di anestesia loco-regionale.
Il corso è suddiviso in una parte teorica erogata tramite lezioni registrate che lo studente dovrà seguire prima della parte pratica, che riguarderanno il monitoraggio perioperatorio, la gestione della ventilazione e le tecniche di anestesia locoregionale.
La parte pratica verrà eseguita secondo un calendario stabilito in accordo con il direttore del corso presso l’Ospedale Didattico Veterinario del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa e prevedrà la messa in pratica delle tecniche spiegate nella parte teorica, e la gestione in prima persona di casi clinici.
Requisiti per l'ammissione
Possono presentare domanda di ammissione coloro che sono in possesso della Laurea magistrale appartenente alla classe LM-42 (Medicina veterinaria), della Laurea specialistica equipollente appartenente alla classe 47/S (Medicina veterinaria) o della Laurea Vecchio Ordinamento in Medicina Veterinaria.
Durata
L’attività didattica sarà articolata in 24 ore di lezioni frontali, 40 ore di attività pratica e sarà erogata in modalità mista.
Il Corso di Perfezionamento si svolgerà dal 13 maggio 2022 al 10 maggio 2023 e darà la possibilità di acquisire 8 CFU.
Numero posti disponibili
20
Costo
700 euro
Scadenza per la domanda di ammissione
9 aprile 2022
Monitoraggio perioperatorio
Sede
Dipartimento di Scienze Veterinarie
Obbiettivi
L'obiettivo del corso è quello di fornire conoscenze teoriche e pratiche di base ed avanzate circa il monitoraggio perioperatorio di un paziente sottoposto ad anestesia generale. I contenuti formativi del corso riguarderanno tutti i monitoraggi utilizzabili per il paziente anestesiologico, sia di base che avanzati, andando ad approfondire le caratteristiche tecniche delle strumentazioni e valutando gli utilizzi nell’attività clinica. Nello specifico, verranno approfonditi i monitoraggi dell’apparato cardiovascolare e respiratorio, con cenni di fisiologia. Alla fine di ogni giornata, è prevista anche la discussione di casi clinici dove saranno evidenziati gli utilizzi pratici di tali monitoraggi. La parte pratica verrà eseguita secondo un calendario stabilito in accordo con il Direttore del corso presso l’Ospedale Didattico Veterinario del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa e prevedrà la messa in pratica delle tecniche spiegate nella parte teorica e la gestione in prima persona di casi clinici.
Requisiti per l'ammissione
Possono presentare domanda di ammissione coloro che sono in possesso della Laurea magistrale appartenente alla classe LM-42 (Medicina veterinaria), della Laurea specialistica equipollente appartenente alla classe 47/S (Medicina veterinaria) o della Laurea Vecchio Ordinamento in Medicina Veterinaria.
Durata
L’attività didattica sarà articolata in 16 ore di didattica frontale online e 6 ore di attività pratica in presenza per un totale di 22 ore; la didattica frontale si svolgerà in due giorni, il 27 e il 28 gennaio 2023. La didattica pratica verrà svolta entro il 16 settembre 2023, presso l’Ospedale Veterinario Didattico Universitario del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa, sede di San Piero a Grado, secondo un calendario concordato con il Direttore del corso.
Numero posti disponibili
40
Costo
450 euro
Scadenza per la domanda di ammissione
5 dicembre 2022
Informazioni
Prof.ssa Angela Briganti, Direttrice del corso di perfezionamento
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All’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa si risveglia la primavera
Ogni terzo sabato del mese, l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa propone una visita guidata dedicata alle sue preziose collezioni vegetali, un patrimonio botanico unico che muta nel corso delle stagioni. Il prossimo appuntamento, dal titolo “Il risveglio della primavera”, è previsto sabato 19 marzo alle ore 15 con prenotazione obbligatoria da effettuare entro le ore 11 di venerdì 18 marzo scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
"Gran parte del pubblico visita in autonomia la nostra struttura, ma il livello di fruizione derivante da una visita autonoma non è paragonabile all'esperienza che può essere garantita da una visita guidata dai nostri comunicatori botanici – dichiara il professor Lorenzo Peruzzi, direttore dell'Orto e Museo Botanico – Proprio per questo motivo abbiamo pensato di lanciare dallo scorso febbraio i “sabati botanici". Al terzo sabato di ogni mese offriremo, a un numero limitato di persone, la possibilità effettuare una visita guidata con tematica calibrata su quanto di meglio può offrire l'Orto e Museo Botanico in quel momento. Il sabato botanico di marzo, ad esempio, sarà dedicato al risveglio primaverile di molte delle piante nelle nostre collezioni".
Il costo della visita, che partirà con un minimo di 6 partecipanti paganti, è 8 euro a persona (gratuito sotto i 6 anni). Per accedere all’Orto e Museo Botanico i visitatori dovranno esibire la certificazione verde rafforzata COVID-19 (Super Green Pass) e il documento di identità. Ulteriori informazioni su https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/.
Si riuniscono a Pisa due gruppi della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ)
Nell’ambito della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e delle attività della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ), nei giorni 17 e 18 marzo si svolgerà presso l’Università di Pisa un importante incontro che coinvolgerà il Working Group on Quality of Justice (CEPEJ-GT-QUAL) e il Working Group on Cyberjustice and Artificial Intelligence (CEPEJ-GT-CYBERJUST). Uno degli argomenti più importanti affrontati dalla conferenza riguarderà la proposta di creare il Resource Center on Artificial intelligence and Cyberjustice, un database centrale, comune a tutti i paesi del Consiglio d’Europa, in grado di raccogliere e mettere a disposizione materiale, documenti, software e strumenti volti a favorire la condivisione di informazioni per portare avanti la trasformazione digitale e l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale all’ambito giuridico. L’incontro fornirà anche l’occasione di verificare l’attuale stato di avanzamento del lavoro della CEPEJ in questi ambiti così importanti per il sistema giudiziario europeo.
L’evento sarà presentato dal Presidente della CEPEJ Ramin Garagurbanli (Azerbaijan), dal dottor Raffaele Piccirillo, Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, e dal Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella.
Nel corso del primo incontro, il 17 marzo l’ingegner Vincenzo De Lisi, direttore generale del DGSIA presso il Ministero della Giustizia e il professor Paolo Ferragina, prorettore per l’Informatica dell’Università di Pisa, presenteranno lo stato dell’arte e le possibilità di cooperazione che potranno essere sviluppate in futuro nell’ambito della CEPEJ.
Il 18 marzo invece, i due gruppi svolgeranno incontri separati per discutere sullo status di implementazione della European Ethical Charter della CEPEJ in merito all’uso dell’Intelligenza Artificiale nel sistema giustizia. Si occuperanno inoltre della creazione dell’European Cyberjustice network e di altri argomenti, tra cui l’accessibilità alla giustizia per i gruppi vulnerabili.
“Per il nostro Ateneo è una grande opportunità, oltre che un onore, poter ospitare questo evento del Consiglio d'Europa che ci pone al centro di un dibattito di stringente attualità, come quello dell'applicazione delle nuove tecnologie in ambito giudiziario - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella - L'Università di Pisa, forte di una lunghissima tradizione che oggi la vede all'avanguardia in Italia sia per quanto riguarda la Data Science che gli studi sull'Intelligenza Artificiale, credo possa dare un prezioso contributo in questa trasformazione, proseguendo un percorso virtuoso che ci ha visti coinvolti proprio su questi temi nella Formazione decentrata della Scuola Superiore della Magistratura, grazie alla sinergia con il Tribunale di Pisa, avviata con un Protocollo di intesa fin dall’autunno 2020 e fortemente voluta dalla Presidente dott.ssa Maria Giuliana Civinini che ringrazio sentitamente”.
“La CEPEJ fin dalla sua creazione risalente al 2002 ha contribuito in modo fondamentale al miglioramento della qualità della giustizia secondo standard europei condivisi, fondati sui principi dello stato di diritto e della protezione dei diritti umani - dichiara la Presidente del Tribunale, Maria Giuliana Civinini – È peraltro di grande importanza l’impegno della CEPEJ nel settore delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale e questo evento si colloca in questa linea d’impegno volta ad unire tecnologia e diritto. Siamo inoltre molto grati per il supporto a questo progetto dato dall’Università di Pisa, istituzione con cui vi è una proficua collaborazione e dalla cui partnership siamo orgogliosi nascano occasioni di incontro come questa”.
I rifiuti plastici del packaging industriale diventano cibo per insetti
Si chiama RECOVER (Development of innovative biotic symbiosis for plastic biodegradation and synthesis to solve their end of life challenges in the agriculture and food industries), ed è un progetto finanziato dall’Unione Europea che punta a studiare la biodegradazione della plastica usata nel packaging industriale e nelle attività agricole sfruttando l’attività di insetti, lombrichi e funghi. Lo scopo è quello di progettare sistemi innovativi di compostaggio dove le plastiche differenziate in modo errato possano venire letteralmente “mangiate” da questi organismi.
Il consorzio include partners da Italia, Germania, Spagna, Belgio, Gran Bretagna e Portogallo. Tra i partners italiani anche il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa (DICI), dove il gruppo di ricerca in Ingegneria Chimica si occupa di verificare la biodegradazione dei diversi materiali post trattamento, e di sviluppare la logistica e la progettazione degli impianti di compostaggio del futuro.
“Nel settore agroalimentare - commenta Patrizia Cinelli, docente di Fondamenti Chimici delle Tecnologie al DICI - si ricicla solo circa il 30% della plastica impiegata nel packaging o in agricoltura. La maggior parte finisce dispersa nell’ambiente o nei termovalorizzatori. In questo scenario, l’analisi dei tempi e dei modi di biodegradazione della plastica dispersa nell’ambiente assume una grande rilevanza: dobbiamo capire in quanto tempo si biodegrada, e se facendolo ha un impatto sull’inquinamento del suolo. Il riciclo è difficile, perché richiede che le varie plastiche siano separate, e spesso quelle usate per gli imballaggi del cibo ne contengono residui.
Parte del lavoro di RECOVER consiste nell’individuare le plastiche più adatte ad essere biodegradate, definendo metodi adatti a raccoglierle e pretrattarle, per poterle poi “dare in pasto” a enzimi e microorganismi”.
Gli insetti e i microorganismi sono stati selezionati studiandone le caratteristiche in natura e potenziandoli poi con enzimi che li rendono maggiormente in grado di assorbire le quantità di plastica necessaria. Tra gli organismi selezionati l' Eisenia foetida (verme rosso californiano) il Lumbricus Terrestris (lombrico comune) e Tenebrio molitor (tarma della farina) e Galleria mellonella (tarma della cera).
“In una ulteriore fase di sviluppo del progetto - prosegue Patrizia Cinelli - dallo scheletro degli insetti verrà estratta la chitina, da cui si produce anche il chitosano, con note proprietà anti-microbiche valorizzabili in prodotti per imballaggio attivo, agricolo, e cura della persona, mentre dai residui organici degli insetti e dei lombrichi si potrà produrre biofertilizzante.
”La sfida - conclude- è quindi quella di progettare processi di compostaggio condotti da enzimi e microorganismi in grado di trattare in modo adeguato le frazioni di plastica e microplastica che arrivano al compostaggio insieme al rifiuto organico derivanti principalmente dalla produzione e commercializzazione degli alimenti, e dalle pratiche agricole.
La messa a punto di una catena di smaltimento virtuosa non toglie che del lavoro debba essere fatto per ridurre al minimo l’impiego di plastica nel packaging e gli sprechi alimentari, ma almeno avremo a nostra disposizione uno strumento in più per limitare gli immensi danni all’ambiente che ora provoca la dispersione della plastica nel suolo e nel mare”.
Si riuniscono a Pisa due gruppi della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ)
Nell’ambito della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e delle attività della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ), nei giorni 17 e 18 marzo si svolgerà presso l’Università di Pisa un importante incontro che coinvolgerà il Working Group on Quality of Justice (CEPEJ-GT-QUAL) e il Working Group on Cyberjustice and Artificial Intelligence (CEPEJ-GT-CYBERJUST). Uno degli argomenti più importanti affrontati dalla conferenza riguarderà la proposta di creare il Resource Center on Artificial intelligence and Cyberjustice, un database centrale, comune a tutti i paesi del Consiglio d’Europa, in grado di raccogliere e mettere a disposizione materiale, documenti, software e strumenti volti a favorire la condivisione di informazioni per portare avanti la trasformazione digitale e l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale all’ambito giuridico. L’incontro fornirà anche l’occasione di verificare l’attuale stato di avanzamento del lavoro della CEPEJ in questi ambiti così importanti per il sistema giudiziario europeo.
L’evento, che è in risalto anche sul sito del Consiglio d'Europa, sarà presentato dal Presidente della CEPEJ Ramin Garagurbanli (Azerbaijan), dal dottor Raffaele Piccirillo, Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, e dal Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella.
Nel corso del primo incontro, il 17 marzo l’ingegner Vincenzo De Lisi, direttore generale del DGSIA presso il Ministero della Giustizia e il professor Paolo Ferragina, prorettore per l’Informatica dell’Università di Pisa, presenteranno lo stato dell’arte e le possibilità di cooperazione che potranno essere sviluppate in futuro nell’ambito della CEPEJ.
Il 18 marzo invece, i due gruppi svolgeranno incontri separati per discutere sullo status di implementazione della European Ethical Charter della CEPEJ in merito all’uso dell’Intelligenza Artificiale nel sistema giustizia. Si occuperanno inoltre della creazione dell’European Cyberjustice network e di altri argomenti, tra cui l’accessibilità alla giustizia per i gruppi vulnerabili.
“Per il nostro Ateneo è una grande opportunità, oltre che un onore, poter ospitare questo evento del Consiglio d'Europa che ci pone al centro di un dibattito di stringente attualità, come quello dell'applicazione delle nuove tecnologie in ambito giudiziario - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella - L'Università di Pisa, forte di una lunghissima tradizione che oggi la vede all'avanguardia in Italia sia per quanto riguarda la Data Science che gli studi sull'Intelligenza Artificiale, credo possa dare un prezioso contributo in questa trasformazione, proseguendo un percorso virtuoso che ci ha visti coinvolti proprio su questi temi nella Formazione decentrata della Scuola Superiore della Magistratura, grazie alla sinergia con il Tribunale di Pisa, avviata con un Protocollo di intesa fin dall’autunno 2020 e fortemente voluta dalla Presidente dott.ssa Maria Giuliana Civinini che ringrazio sentitamente”.
“La CEPEJ fin dalla sua creazione risalente al 2002 ha contribuito in modo fondamentale al miglioramento della qualità della giustizia secondo standard europei condivisi, fondati sui principi dello stato di diritto e della protezione dei diritti umani - dichiara la Presidente del Tribunale, Maria Giuliana Civinini – È peraltro di grande importanza l’impegno della CEPEJ nel settore delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale e questo evento si colloca in questa linea d’impegno volta ad unire tecnologia e diritto. Siamo inoltre molto grati per il supporto a questo progetto dato dall’Università di Pisa, istituzione con cui vi è una proficua collaborazione e dalla cui partnership siamo orgogliosi nascano occasioni di incontro come questa”.
Per il personale tecnico-amministrativo
Per docenti e ricercatori
Per studenti
I rifiuti plastici del packaging industriale diventano cibo per insetti
Si chiama RECOVER (Development of innovative biotic symbiosis for plastic biodegradation and synthesis to solve their end of life challenges in the agriculture and food industries), ed è un progetto finanziato dall’Unione Europea che punta a studiare la biodegradazione della plastica usata nel packaging industriale e nelle attività agricole sfruttando l’attività di insetti, lombrichi e funghi. Lo scopo è quello di progettare sistemi innovativi di compostaggio dove le plastiche differenziate in modo errato possano venire letteralmente “mangiate” da questi organismi.
Il consorzio include partners da Italia, Germania, Spagna, Belgio, Gran Bretagna e Portogallo. Tra i partners italiani anche il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa (DICI), dove il gruppo di ricerca in Ingegneria Chimica si occupa di verificare la biodegradazione dei diversi materiali post trattamento, e di sviluppare la logistica e la progettazione degli impianti di compostaggio del futuro.
“Nel settore agroalimentare - commenta Patrizia Cinelli, docente di Fondamenti Chimici delle Tecnologie al DICI - si ricicla solo circa il 30% della plastica impiegata nel packaging o in agricoltura. La maggior parte finisce dispersa nell’ambiente o nei termovalorizzatori. In questo scenario, l’analisi dei tempi e dei modi di biodegradazione della plastica dispersa nell’ambiente assume una grande rilevanza: dobbiamo capire in quanto tempo si biodegrada, e se facendolo ha un impatto sull’inquinamento del suolo. Il riciclo è difficile, perché richiede che le varie plastiche siano separate, e spesso quelle usate per gli imballaggi del cibo ne contengono residui.
Parte del lavoro di RECOVER consiste nell’individuare le plastiche più adatte ad essere biodegradate, definendo metodi adatti a raccoglierle e pretrattarle, per poterle poi “dare in pasto” a enzimi e microorganismi”.
Gli insetti e i microorganismi sono stati selezionati studiandone le caratteristiche in natura e potenziandoli poi con enzimi che li rendono maggiormente in grado di assorbire le quantità di plastica necessaria. Tra gli organismi selezionati l' Eisenia foetida (verme rosso californiano) il Lumbricus Terrestris (lombrico comune) e Tenebrio molitor (tarma della farina) e Galleria mellonella (tarma della cera).
“In una ulteriore fase di sviluppo del progetto - prosegue Patrizia Cinelli - dallo scheletro degli insetti verrà estratta la chitina, da cui si produce anche il chitosano, con note proprietà anti-microbiche valorizzabili in prodotti per imballaggio attivo, agricolo, e cura della persona, mentre dai residui organici degli insetti e dei lombrichi si potrà produrre biofertilizzante.
”La sfida - conclude- è quindi quella di progettare processi di compostaggio condotti da enzimi e microorganismi in grado di trattare in modo adeguato le frazioni di plastica e microplastica che arrivano al compostaggio insieme al rifiuto organico derivanti principalmente dalla produzione e commercializzazione degli alimenti, e dalle pratiche agricole.
La messa a punto di una catena di smaltimento virtuosa non toglie che del lavoro debba essere fatto per ridurre al minimo l’impiego di plastica nel packaging e gli sprechi alimentari, ma almeno avremo a nostra disposizione uno strumento in più per limitare gli immensi danni all’ambiente che ora provoca la dispersione della plastica nel suolo e nel mare”.