Assegnato il premio di studio «Il valore della solidarietà»
È stato assegnato a Virginia Bertuccelli, 24 anni, originaria di Viareggio, il premio di studio “Il valore della solidarietà”, promosso dall’Università di Pisa in collaborazione con la Croce Verde di Pietrasanta. Il concorso, istituito in occasione del Centocinquantesimo anno della fondazione della Croce Verde di Pietrasanta, era rivolto ai laureati dei corsi di laurea triennale o magistrale dell’Università di Pisa che hanno conseguito il titolo di studio nel periodo 1° ottobre 2014 - 1° ottobre 2015 discutendo la prova finale o la tesi su argomenti inerenti la solidarietà.
Il premio, consistente in tremila euro, era riservato ai laureati residenti in uno dei sette comuni della Versilia (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema e Viareggio).
Virginia Bertuccelli ha discusso una tesi su “Sviluppo e trattamento del disturbo post-traumatico da stress in bambini e adolescenti sopravvissuti” del corso di laurea triennale in Scienze per la pace: cooperazione internazionale e trasformazione dei conflitti. La commissione giudicatrice - composta da Dianora Poletti ed Eleonora Sirsi, docenti dell’Ateneo pisano, e da Giuliano Rebechi, in rappresentanza della Croce Verde - ha stabilito alla unanimità di assegnare il premio a Virginia Bertuccelli ritenendo l'elaborato congruente alle finalità del concorso e giudicando lo stesso, «per l'originalità della ricerca, la capacità analitica, la completezza della documentazione e per il contributo fornito alla conoscenza dell'argomento, meritevole dell'assegnazione del premio».
Energy management in Ateneo
Schermature solari al polo didattico di via Giunta Pisano, lampade a LED all’archivio universitario di Montacchiello, regolazione di locale al polo didattico di Palazzo Curini: questi sono alcuni tra gli interventi volti al risparmio energetico avviati quest’anno nell’Ateneo pisano.
Da gennaio 2014 il settore energia è confluito nella Direzione Edilizia e Telecomunicazione dell’Università di Pisa portando la valutazione degli aspetti energetici all’interno dei procedimenti di ristrutturazione e di manutenzione del patrimonio edilizio.
“Partendo dall’analisi dei consumi, abbiamo sviluppato un processo volto alla razionalizzazione delle spese energetiche – ha spiegato l’ingegnere Elena Menchetti, Energy manager dell’Ateneo – monitorando anche gli impianti a fonti rinnovabili attualmente esistenti”.
Se dunque il primo passo è stato quello di individuare i consumi energetici delle diverse strutture e stabilire delle priorità, la sfida maggiore sarà agire sul patrimonio esistente, sensibilizzando nello stesso tempo gli utenti finali che, ognuno secondo le proprie potenzialità, giocano un ruolo fondamentale nella riduzione dei consumi. Nell’ambito di questo processo, il settore energia sta procedendo all’adempimento normativo relativo alla redazione degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) degli immobili di proprietà dell’Università. All’ingresso di alcuni edifici verrà a breve affisso il cosiddetto “poster performance”, ovvero un documento che riassume i principali risultati del calcolo del fabbisogno energetico dell’edificio, ipotizzato nel suo uso standard, includendo la classe energetica, i rendimenti dell’impianto ad uso riscaldamento e i reali consumi energetici per i singoli vettori (gas metano e elettricità).
Mobile technologies in healthcare
For the third year, the Bioengineering Group of the Research Center E. Piaggio (University of Pisa), FabLab Pisa and the ABEC consortium have organized an intensive course in Biomedical Engineering: this time focused on applications of Mobile technologies in healthcare.
The one week course will be held during the Innovators Summer School, sponsored by UNECA, at Addis Ababa University in Addis Ababa in Ethiopia, from 11th to 15th January.
The Summer School, in its fourth edition, is dedicated to new students in Biomedical Engineering from the 10 African Universities (7 countries involved, Ethiopia, Tanzania, Uganda, Malawi, Zambia, Kenya and Egypt) of ABEC.
“The philosophy underpinning this and all the previous Summer Schools, is that the Open Source design of biomedical devices and capacity building are the foundations for improving African healthcare” says Arti Ahluwalia the coordinator of the team made up of Carmelo De Maria (also the President of FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. “In this context, the topic of the next Summer School will be to exploit the potential of smartphones (connectivity, visualization, sensors, storage) for creating new biomedical products or smartfying existing objects of relevance to healthcare”.
Thanks to the collaboration of local experts from Afmobi, students will learn how to create new biomedical- relevant apps for Androids. At the end of the Summer School they will be able to to connect smartphones to external bio-sensors using electronic rapid prototyping supported by Arduino and Viper, an idea stemming from FabLab Pisa.
As always, students present their own projects on the theme of “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases”. Through team work and the lessons learnt during the Summer School the projects will be built upon and improved . The University of Pisa will be represented by Licia Di Pietro, from the MSc. in Biomedical Engineering. Thanks to an Erasmus training fellowship, Lica will also spend 4 weeks at Kyambogo University (Kampala, Uganda) training technicians together with hospital engineers from the UK based charity Amalthea Trust.
Ingegneri pisani in Africa per insegnare biomedicina
Continua la collaborazione tra i ricercatori di ricercatori di bioingegeneria del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, il Fablab Pisa ed il consorzio di università africane ABEC, che per il terzo anno consecutivo propongono un corso intensivo di ingegneria biomedica, questa volta incentrato sulle applicazioni delle mobile technologies nello sviluppo di prodotti biomedicali e servizi legati l’assistenza sanitaria.
Il corso, della durata di una settimana, sponsorizzato in parte dall’United Nations Economic Commission for Africa (UNECA), si svolge durante l’Innovators Summer School della Addis Ababa University in Etiopia, dall’11 al 15 gennaio. La Summer School, giunta alla sua quarta edizione, è destinata a studenti iscritti ai nuovi corsi di ingegneria biomedica in nove università africane provenienti da sette diversi paesi (Kenia, Tanzania, Etiopia, Uganda, Malawi, Zambia e recentemente anche Egitto), che fanno parte del consorzio ABEC.
“La filosofia di fondo che collega tutte le Summer School organizzate negli anni è che l’open source design dei dispositivi biomedicali e lo sviluppo di capacità umane sono i due requisiti per migliorare l’assistenza sanitaria in Africa”, ha spiegato la professoressa Arti Ahluwalia che coordina il team formato da Carmelo De Maria (anche presidente del FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. In quest’ottica, la prossima Summer School ha lo scopo di insegnare come sfruttare le potenzialità dagli smartphone (connettività, visualizzazione, sensori, storage) per creare nuovi prodotti biomedicali e/o servizi o per potenziare quelli esistenti.
Con l’importante collaborazione di un’azienda locale, la Afmobi, gli studenti saranno guidati fin dai primi passi allo sviluppo di nuove app per i sistemi Android. Inoltre impareranno a connettere i loro smartphone a bio-sensori e dispositivi biomedici esterni, grazie anche all’utilizzo di VIPER, un’idea nata all’interno del Fablab Pisa. Come ogni anno, l’ammissione alla scuola è legata alla sottomissione di un progetto nell’ambito del “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases” che dovrà essere migliorato/perfezionato dagli stessi studenti, lavorando in gruppi e applicando quanto appreso durante la Summer School. Fra i partecipanti anche Licia Di Pietro, studentessa di Ingegneria biomedica dell’Università di Pisa, che grazie ad una borsa di training Erasmus lavorerà all’Università di Kyambogo (Kampala, Uganda) per 4 settimane ad aprile insieme con gli ingegneri inglesi della la fondazione Amalthea Trust.
Ingegneri pisani in Africa per insegnare la biomedicina
Continua la collaborazione tra i ricercatori di ricercatori di bioingegeneria del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, il Fablab Pisa ed il consorzio di università africane ABEC, che per il terzo anno consecutivo propongono un corso intensivo di ingegneria biomedica, questa volta incentrato sulle applicazioni delle mobile technologies nello sviluppo di prodotti biomedicali e servizi legati l’assistenza sanitaria.
Il corso, della durata di una settimana, sponsorizzato in parte dall’ United Nations Economic Commission for Africa (UNECA), si svolge durante l’Innovators Summer School della Addis Ababa University in Etiopia, dall’11 al 15 gennaio.
La Summer School, giunta alla sua quarta edizione, è destinata a studenti iscritti ai nuovi corsi di ingegneria biomedica in 9 università africane provenienti da sette diversi paesi (Kenia, Tanzania, Etiopia, Uganda, Malawi, Zambia e recentemente anche Egitto), che fanno parte del consorzio ABEC.
“La filosofia di fondo che collega tutte le Summer School organizzate negli anni è che l’open source design dei dispositivi biomedicali e lo sviluppo di capacità umane sono i due requisiti per migliorare l’assistenza sanitaria in Africa”, ha spiegato la professoressa Arti Ahluwalia che coordina il team formato da Carmelo De Maria (anche presidente del FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. In quest’ottica, la prossima Summer School ha lo scopo di insegnare come sfruttare le potenzialità dagli smartphone (connettività, visualizzazione, sensori, storage) per creare nuovi prodotti biomedicali e/o servizi o per potenziare quelli esistenti.
Con l’importante collaborazione di un’azienda locale, la Afmobi, gli studenti saranno guidati fin dai primi passi allo sviluppo di nuove app per i sistemi Android. Inoltre impareranno a connettere i loro smartphone a bio-sensori e dispositivi biomedici esterni, grazie anche all’utilizzo di VIPER, un’idea nata all’interno del Fablab Pisa.
Come ogni anno, l’ammissione alla scuola è legata alla sottomissione di un progetto nell’ambito del “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases” che dovrà essere migliorato/perfezionato dagli stessi studenti, lavorando in gruppi e applicando quanto appreso durante la Summer School. Fra i partecipanti anche Licia Di Pietro, studentessa di Ingegneria biomedica dell’Università di Pisa, che grazie ad una Borsa di training Erasmus lavorerà all’Università di Kyambogo (Kampala, Uganda) per 4 settimane ad aprile insieme con gli ingegneri inglesi della la fondazione Amalthea Trust.
Dimostrato per la prima volta il «contagio emotivo» nel cane
Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha dimostrato per la prima volta che anche i cani provano empatia. Il "contagio emotivo" non è quindi una prerogativa esclusiva degli esseri umani o delle scimmie antropomorfe, ma anche i cani, proprio come noi, sperimentano una reazione involontaria e automatica, nonché rapidissima (richiede meno di un secondo), alla mimica facciale dei propri simili, tanto più se hanno di fronte un “amico”.
La ricerca degli etologi del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano, Elisabetta Palagi, Velia Nicotra e Giada Cordoni, è stata appena pubblicata sulla “Royal Society Open Science”, la rivista della Royal Society britannica, e si basa sull’analisi del comportamento dei cani (Canis lupus familiaris) durante il gioco, prendendo in considerazione sia la mimica facciale (bocca socchiusa e rilassata) sia quella corporea (inchino giocoso).
“La risposta involontaria del cane alla gestualità facciale e corporea di un proprio simile esiste ed è rapida quanto quella umana – ha spiegato Elisabetta Palagi – ma non solo: le sessioni di gioco in cui la mimica facciale e corporea erano più frequenti erano anche quelle di maggior durata e se a giocare erano cani ‘amici’ la mimica facciale era ancora più marcata. La capacità di leggere attraverso il corpo e la ‘faccia’ le emozioni altrui e di rispondere in modo appropriato è alla base dell'evoluzione del comportamento prosociale e dell'altruismo, alla base cioè di quei comportamenti che vengono catalogati come empatici".
I dati per lo studio sono stati raccolti nell’agosto del 2012 nel giardino pubblico “Vincenzo Florio Junior” del Parco della Favorita a Palermo. Con il permesso dei proprietari, i ricercatori hanno filmato 49 cani domestici di razza e non, 26 femmine e 23 maschi dai 3 ai 72 mesi di età. Le riprese si sono svolte dalle sei alle nove di sera per un totale di 50 ore di video. Dopo un raffinato lavoro di video-analisi, i ricercatori hanno finalmente avuto modo di verificare la loro ipotesi.
"Insomma, ancora una volta potremmo trovarci di fronte alla scoperta che siamo più simili ad altri animali sociali di quanto non vorremmo credere – ha concluso Elisabetta Palagi - e numerosi sono i potenziali sviluppi di questo studio. In futuro speriamo di poter studiare la mimica anche nel lupo per capire quanto questo fenomeno sia frutto del processo di domesticazione o sia invece radicato nell'evoluzione della comunicazione emotiva dei carnivori sociali. Se così fosse si aprirebbero infinite linee di ricerca e di sicuro le risposte potrebbero farci scoprire molto sulla capacità di condivisione delle emozioni negli altri animali, oltre che sulle nostre”.
Ne hanno parlato:
Il Tirreno
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
La Gazzetta di Mantova
La Nuova Ferrara
NationalGeographicItalia
QN
Repubblica.it
Focus.it
Panorama.it
CorriereFiorentino.it
AdnKronos.it
GreenReport.it
TgRegione.it
InToscana.it
AskaNews.it
Dimostrato per la prima volta il contagio emotivo nel cane
Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha dimostrato per la prima volta che anche i cani provano empatia. Il "contagio emotivo" non è quindi una prerogativa esclusiva degli esseri umani o delle scimmie antropomorfe, ma anche i cani, proprio come noi, sperimentano una reazione involontaria e automatica, nonché rapidissima (richiede meno di un secondo), alla mimica facciale dei propri simili, tanto più se hanno di fronte un “amico”.
La ricerca degli etologi del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano, Elisabetta Palagi, Velia Nicotra e Giada Cordoni, è stata appena pubblicata sulla “Royal Society Open Science”, la rivista della Royal Society britannica, e si basa sull’analisi del comportamento dei cani (Canis lupus familiaris) durante il gioco, prendendo in considerazione sia la mimica facciale (bocca socchiusa e rilassata) sia quella corporea (inchino giocoso).
“La risposta involontaria del cane alla gestualità facciale e corporea di un proprio simile esiste ed è rapida quanto quella umana – ha spiegato Elisabetta Palagi – ma non solo: le sessioni di gioco in cui la mimica facciale e corporea erano più frequenti erano anche quelle di maggior durata e se a giocare erano cani ‘amici’ la mimica facciale era ancora più marcata. La capacità di leggere attraverso il corpo e la ‘faccia’ le emozioni altrui e di rispondere in modo appropriato è alla base dell'evoluzione del comportamento prosociale e dell'altruismo, alla base cioè di quei comportamenti che vengono catalogati come empatici".
I dati per lo studio sono stati raccolti nell’agosto del 2012 nel giardino pubblico “Vincenzo Florio Junior” del Parco della Favorita a Palermo. Con il permesso dei proprietari, i ricercatori hanno filmato 49 cani domestici di razza e non, 26 femmine e 23 maschi dai 3 ai 72 mesi di età. Le riprese si sono svolte dalle sei alle nove di sera per un totale di 50 ore di video. Dopo un raffinato lavoro di video-analisi, i ricercatori hanno finalmente avuto modo di verificare la loro ipotesi.
"Insomma, ancora una volta potremmo trovarci di fronte alla scoperta che siamo più simili ad altri animali sociali di quanto non vorremmo credere – ha concluso Elisabetta Palagi - e numerosi sono i potenziali sviluppi di questo studio. In futuro speriamo di poter studiare la mimica anche nel lupo per capire quanto questo fenomeno sia frutto del processo di domesticazione o sia invece radicato nell'evoluzione della comunicazione emotiva dei carnivori sociali. Se così fosse si aprirebbero infinite linee di ricerca e di sicuro le risposte potrebbero farci scoprire molto sulla capacità di condivisione delle emozioni negli altri animali, oltre che sulle nostre”.
L'Ateneo tra i 300 enti pubblici più virtuosi per il pagamento delle fatture
L’Università di Pisa è tra i trecento enti pubblici più virtuosi in Italia per il pagamento puntuale delle fatture e al secondo posto tra tutti gli atenei per tempi medi di pagamento. Sono questi i dati maggiormente significativi che si ricavano dalla piattaforma per il monitoraggio dei crediti commerciali verso le pubbliche amministrazioni, realizzata e gestita per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dal dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.
L’analisi, pubblicata per la prima volta, ha riguardato i circa 6.400 enti pubblici italiani che sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento, sugli oltre 20.000 enti registrati nella piattaforma, e ha preso in considerazione il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 ottobre 2015, fondamentale per il passaggio all’obbligatorietà delle fatture elettroniche, che è avvenuto dal giugno 2014 per i Ministeri e dal marzo 2015 per tutti gli altri enti pubblici.
Per quanto riguarda il pagamento delle fatture entro il tetto di 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni, l’Ateneo pisano con il 73% si piazza tra i trecento enti pubblici più virtuosi del Paese, in un elenco che comprende solo altre nove università virtuose. Ancora migliore è il dato riferito al tempo medio di pagamento, che vede l’Università di Pisa al secondo posto tra tutti gli atenei con 15,67 giorni medi per il pagamento, dietro solo all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese (13,61) e davanti a quelle di Cassino e del Lazio Meridionale (16,51), di Torino (19,63), del Piemonte Orientale (22,09) e di Roma “Tor Vergata” (23,13), quasi tutti atenei di minori dimensioni rispetto all’Università di Pisa.
“L’analisi del Ministero – ha commentato il direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso – conferma che la nostra Università riesce a pagare le fatture con ottima puntualità, ribadendo nello stesso tempo che in molti ambiti dell’amministrazione siamo un punto di riferimento nel panorama nazionale universitario e, più in generale, delle pubbliche amministrazioni. Questo risultato - su impulso del rettore Massimo Augello, che ha fatto dell'efficienza e della produttività delle azioni amministrative una linea strategica dell'Ateneo - è innanzitutto il frutto dell'impegno messo negli scorsi mesi dagli uffici e dal personale preposti alla gestione della fatturazione elettronica e alla implementazione della Piattaforma Certificazione Crediti ed è poi merito dell’amministrazione tutta, direzioni, dipartimenti e strutture che hanno collaborato fattivamente alla gestione della complessa filiera dei pagamenti”.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
TirrenoPisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
QuiNewsPisa.it
Controcampus.it
L’Ateneo di Pisa tra i 300 enti pubblici più virtuosi in Italia per il pagamento puntuale delle fatture
L’Università di Pisa è tra i trecento enti pubblici più virtuosi in Italia per il pagamento puntuale delle fatture e al secondo posto tra tutti gli atenei per tempi medi di pagamento. Sono questi i dati maggiormente significativi che si ricavano dalla piattaforma per il monitoraggio dei crediti commerciali verso le pubbliche amministrazioni, realizzata e gestita per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dal dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.
L’analisi, pubblicata per la prima volta, ha riguardato i circa 6.400 enti pubblici italiani che sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento, sugli oltre 20.000 enti registrati nella piattaforma, e ha preso in considerazione il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 ottobre 2015, fondamentale per il passaggio all’obbligatorietà delle fatture elettroniche, che è avvenuto dal giugno 2014 per i Ministeri e dal marzo 2015 per tutti gli altri enti pubblici.
Per quanto riguarda il pagamento delle fatture entro il tetto di 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni, l’Ateneo pisano con il 73% si piazza tra i trecento enti pubblici più virtuosi del Paese, in un elenco che comprende solo altre nove università virtuose. Ancora migliore è il dato riferito al tempo medio di pagamento, che vede l’Università di Pisa al secondo posto tra tutti gli atenei con 15,67 giorni medi per il pagamento, dietro solo all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese (13,61) e davanti a quelle di Cassino e del Lazio Meridionale (16,51), di Torino (19,63), del Piemonte Orientale (22,09) e di Roma “Tor Vergata” (23,13), atenei questi sicuramente di minori dimensioni rispetto all’Università di Pisa.
“L’analisi del Ministero – ha commentato il direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso – conferma che la nostra Università riesce a pagare le fatture con ottima puntualità, ribadendo nello stesso tempo che in molti ambiti dell’amministrazione siamo un punto di riferimento nel panorama nazionale universitario e, più in generale, delle pubbliche amministrazioni. Questo risultato - su impulso del rettore Massimo Augello, che ha fatto dell'efficienza e della produttività delle azioni amministrative una linea strategica dell'Ateneo - è innanzitutto il frutto dell'impegno messo negli scorsi mesi dagli uffici e dal personale preposti alla gestione della fatturazione elettronica e alla implementazione della Piattaforma Certificazione Crediti ed è poi merito dell’amministrazione tutta, direzioni, dipartimenti e strutture che hanno collaborato fattivamente alla gestione della complessa filiera dei pagamenti”.
Ottanta iscritti per il Corso di alta formazione in 'Giustizia costituzionale'
Sono circa ottanta gli iscritti alla quinta edizione del corso di alta formazione in “Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti” che si terrà a Pisa dall’11 al 29 gennaio 2016. Il corso, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, avrà la durata di tre settimane, con lezioni tenute in lingua italiana e spagnola da docenti italiani, spagnoli e latinoamericani.
I partecipanti al corso provengono dall’Italia e, in larghissima misura, da Paesi stranieri, soprattutto dell’America Latina. In particolare, gli iscritti a questa edizione provengono da Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Messico, Perù, Repubblica Dominicana.
Oltre ai numerosi seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il Corso prevede lo studio di casi pratici connessi all’attualità costituzionale, attraverso l’analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All’interno del corso sono anche state programmate alcune conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Luigi Ferrajoli, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky.
Il corso è dedicato al ricordo del professor Alessandro Pizzorusso.