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L'Università e la città di Pisa celebrano i 50 anni delle Tesi della Sapienza, un documento simbolo di un momento cruciale di elaborazione politico-culturale, oltre che di approfondimento su tematiche più strettamente universitarie, che è considerato il punto d’avvio delle elaborazioni, delle proposte e delle proteste che sfociarono da lì a pochi mesi nel movimento del 1968. Lo fanno con un incontro aperto a tutti i cittadini, che si terrà nella sede della Gipsoteca di Arte Antica alle 16.30 di venerdì 10 febbraio, proprio in concomitanza con la data di pubblicazione delle Tesi, che furono elaborate durante l'occupazione del Palazzo della Sapienza tra il 7 e l'11 febbraio 1967.

pisa 68 volantinoL'iniziativa, che metterà a confronto studiosi e testimoni di quel periodo, sarà aperta dall'introduzione degli storici Michele Battini (Università di Pisa) e Giampaolo Borghello (Università di Udine). Seguirà una tavola rotonda allargata a voci e testimonianze, volutamente diverse, che ripercorreranno l'esperienza di quei giorni: Vittorio Campione e Gian Mario Cazzaniga, indicati tra i principali ispiratori delle Tesi, Gliuliana Biagioli, che era tra gli studenti che avevano occupato la Sapienza, e Raffaello Morelli, all'epoca esponente della cultura liberale. A moderare il dibattito ci sarà Bruno Manfellotto, editorialista del gruppo "L'Espresso". Nel corso dell'incontro, inoltre, sarà proiettato il video dal titolo "I giorni della Sapienza. Appunti per un documentario" che riunisce filmati storici, a cura di Lorenzo Garzella e Nicola Trabucco. La giornata vede anche la partecipazione del Cinema Arsenale, con la proiezione serale del film "Qualcosa nell'aria" di Olivier Assayas, che aprirà il ciclo "Intorno al '68". Per l'occasione, l'Ateneo ha deciso di ripubblicare le Tesi, in un quaderno edito dalla Pisa University Press.

La giornata dedicata alle Tesi della Sapienza è stata presentata in una conferenza tenuta in Rettorato lunedì 30 gennaio, alla quale hanno partecipato il prorettore vicario Nicoletta De Francesco, il sindaco Marco Filippeschi, la delegata per la diffusione della cultura dell'Ateneo, Sandra Lischi, l'assessore comunale alla Cultura, Andrea Ferrante, il direttore della Biblioteca Franco Serantini, Franco Bertolucci, e lo storico Alessandro Breccia.

I relatori hanno ricordato che l'incontro del 10 febbraio sarà seguito da un ciclo di iniziative tese ad approfondire il contesto del '68, curate in modo coordinato da Università, Comune, Biblioteca Franco Serantini, Cinema Arsenale e da altri eventuali partner. In programma ci sono riflessioni su aspetti e protagonisti del '68 a Pisa e in Italia e vari appuntamenti cinematografici, teatrali ed espositivi, per arrivare tra fine 2017 e inizio 2018 a un convegno di studi che mirerà a inserire il '68 nella complessiva storia contemporanea italiana e mondiale, approfondendo in modo specifico il ruolo di Pisa. Il convegno, che sarà curato da un gruppo di studiosi dei dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere e di Scienze politiche, nasce su iniziativa dei professori Luca Baldissara, Michele Battini e Alessandro Breccia.

Le iniziative ideate e gestite dai diversi enti, con le loro specificità, saranno affiancate e contrassegnate da un logo che, con una grafica ispirata al periodo, evoca i vari anni, dal 66 al 69, per indicare l’arco di tempo abbracciato dalle attività.

"L’Ateneo di Pisa - ha detto il prorettore vicario, Nicoletta De Francesco - ritiene importante promuovere, con la necessaria distanza storica e critica, momenti di conoscenza (non celebrativi, né nostalgici) su un periodo che ha visto la nostra città e la nostra Università come protagonisti centrali e in molti casi anticipatori e pionieristici. L’augurio è quello di poter attivare una riflessione feconda, che, anche attraverso una varietà di sguardi, discipline e arti, vada oltre la specifica occasione della ricorrenza e metta a confronto generazioni diverse e diversi modi di rilettura e comprensione della nostra storia".
"Cinquant'anni dopo - ha continuato il sindaco Marco Filippeschi - c'è da riflettere su una vicenda importante della nostra storia contemporanea maturata a Pisa. Ma dalla memoria dobbiamo anche trarre qualche spunto guardando al futuro, in una stagione di straordinari cambiamenti, d'incertezze e di regressioni. In particolare sulla partecipazione politica e sociale dei giovani, che è un grande tema, molto stimolante".
“È importante ricordare un passaggio così significativo della storia recente partendo da un evento che ha contribuito ad avviarlo proprio a Pisa – ha concluso l’assessore Andrea Ferrante – il quadriennio che va dal ’66 al ’69 ha rappresentato non solo per la nostra città un momento di decisiva trasformazione. È giusto dedicare, anche con metodo critico, una approfondita riflessione a quegli anni visti dall’epoca di oggi”.

Ne hanno parlato:
Tirreno
QN
Nazione Pisa
PisaInformaFlash.it
GoNews.it
Pisa24.info
ToscanaNovecento.it
PisaToday.it

pisa 68 conf

Ricercatori dell’Università di Manchester e dell’Università di Pisa hanno dimostrato la possibilità di realizzare circuiti e dispositivi elettronici con una nuova tecnologia basata sulla stampa a getto di inchiostro di grafene e altri materiali bidimensionali. Il gruppo di ricerca dell’Università di Manchester, guidato dalla professoressa Cinzia Casiraghi, ha sviluppato un metodo per la produzione di inchiostri a base d’acqua contenenti materiali bimensionali, che potrebbero trasformare le eterostrutture di cristalli bidimensionali da prodotti di laboratorio in prodotti commerciali. Con tali inchiostri, i ricercatori dell’Università di Pisa e di Manchester hanno creato memorie digitali.

inchiostro grafene iannaccone

Il grafene è il primo materiale bidimensionale: 200 volte più forte dell’acciaio, leggero, flessibile e più conduttivo del rame. Da quando è stato isolato, nel 2004, la famiglia dei materiali bidimensionali è diventata molto numerosa. Usando il grafene e altri materiali bidimensionali, gli scienziati possono affiancare e sovrapporre strati come fossero mattoncini Lego in una sequenza desiderata, chiamata “eterostruttura”, per realizzare dispositivi dedicati ad applicazioni specifiche.

“Con eterostrutture verticali e laterali è possibile ottenere un numero enorme di combinazioni tra cui selezionare le proprietà e le geometrie più adatte per ogni uso – dice il professor Giuseppe Iannaccone, docente di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – Stiamo esplorando con attenzione e pragmatismo le potenzialità applicative dei materiali bidimensionali, tenendo presente che storicamente l’introduzione di nuovi materiali e nuove tecnologie di produzione ha continuamente ampliato gli impieghi dell’elettronica”.

Fino ad oggi gli inchiostri per realizzare eterostrutture con metodi semplici e a basso costo erano lontani dall’ideale, perché usavano solventi tossici o richiedevano processi costosi e lenti. “I nuovi inchiostri sviluppati dall’Università di Manchester sono a base d’acqua e biocompatibili e sono adatti a una tecnologia a basso costo come la stampa a getto di inchiostro – aggiunge il professor Gianluca Fiori, anche lui docente di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – Per questo motivo stiamo ideando e realizzando con i colleghi di Manchester dispositivi e circuiti elettronici stampati su substrati flessibili per l’uso in etichette intelligenti, beni di consumo e applicazioni biomedicali”.

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Ne hanno parlato: 
Repubblica.it
Corriere Imprese Toscana
InToscana.it
Nazione Pisa
NazionePisa.it 
AskaNews 
QuiNewsPisa.it
gonews.it 

Phys.org
RD Magazine
The Engineer UK

Sarà presentato lunedì 30 gennaio, alle ore 12.30 nella Sala dei Mappamondi del Rettorato, l'incontro dal titolo "Pisa e il '68. Le Tesi della Sapienza (1967-2017)" che si svolgerà il prossimo venerdì 10 febbraio nella Gipsoteca di Arte Antica. L'iniziativa, promossa dall'Università in collaborazione con il Comune di Pisa e la Biblioteca Franco Serantini, mira a celebrare i 50 anni dalla redazione delle Tesi, prodotte durante l'occupazione del Palazzo della Sapienza tra il 7 e l'11 febbraio 1967, un documento che ha aperto la via del '68 a Pisa e in Italia. Durante la presentazione sarà anche illustrato il progetto di iniziative cittadine condivise che porteranno alle celebrazioni del 50° anniversario del '68.
Alla presentazione in Rettorato interverranno il rettore Paolo Mancarella, il sindaco Marco Filippeschi, la delegata per la diffusione della cultura dell'Ateneo, Sandra Lischi, l'assessore comunale alla Cultura, Andrea Ferrante, e il direttore della Biblioteca Serantini, Franco Bertolucci.

Da lunedì 30 gennaio a mercoledì 1 febbraio sarà eseguito un intervento dell’Università di Pisa per la rimozione di 16 pioppi pericolanti sui terreni di sua proprietà in via di Torretta. Si tratta di piante la cui pericolosità è stata accertata da verbale dei Vigili del Fuoco e da Valutazione Fitosanitaria e di Stabilità di Agronomo Accreditato. Essendo un provvedimento teso alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità, l’intervento deve essere effettuato con urgenza: successivamente ci sarà un incontro per valutare la tipologia di alberi con cui sostituire quelli abbattuti, che comunque saranno in totale lo stesso numero di quelli abbattute. Per consentire l’intervento la via Bigattiera sarà chiusa da lunedì 30 gennaio a mercoledì 1 febbraio, dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17.

logo real academia La professoressa Marcella Aglietti, ordinario di Storia delle istituzioni politiche al dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa e delegata del rettore per il Dottorato di ricerca, è stata eletta Accademica Corrispondente per l'Italia della Real Academia de la Historia di Spagna, una tra le maggiori onorificenze che uno storico possa ricevere in quel paese. La Real Academia, nata agli inizi del Settecento, è paragonabile per prestigio all’Accademia italiana dei Lincei, anche se il suo ambito di attività riguarda esclusivamente la conoscenza storica.

Marcella Aglietti si è laureata in Scienze politiche all’Università di Pisa nel 1994 e ha conseguito il perfezionamento in Storia moderna e contemporanea alla Scuola Superiore Sant’Anna. Fin da allora, conduce le sue ricerche tra le maggiori biblioteche ed archivi spagnoli grazie a borse di studio e a finanziamenti ottenuti nell’ambito di progetti nazionali e internazionali, in collaborazione con il Consejo Superior de Investigaciones Científicas e, più recentemente, anche della Universidad Complutense di Madrid.

Studiosa di storia istituzionale e politica in età moderna e contemporanea, la professoressa Aglietti si è dedicata, tra l’altro, ad approfondire i processi di emigrazione delle nobiltà tosco-spagnole durante l’epoca granducale e la storia parlamentare di Spagna tra Ottocento e inizi Novecento.

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La professoressa Marcella Aglietti, ordinario di Storia delle istituzioni politiche al dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa e delegata del rettore per il Dottorato di ricerca, è stata eletta Accademica Corrispondente per l'Italia della Real Academia de la Historia di Spagna, una tra le maggiori onorificenze che uno storico possa ricevere in quel paese. La Real Academia, nata agli inizi del Settecento, è paragonabile per prestigio all’Accademia italiana dei Lincei, anche se il suo ambito di attività riguarda esclusivamente la conoscenza storica.
Marcella Aglietti si è laureata in Scienze politiche all’Università di Pisa nel 1994 e ha conseguito il perfezionamento in Storia moderna e contemporanea alla Scuola Superiore Sant’Anna. Fin da allora, conduce le sue ricerche tra le maggiori biblioteche ed archivi spagnoli grazie a borse di studio e a finanziamenti ottenuti nell’ambito di progetti nazionali ed internazionali, in collaborazione con il Consejo Superior de Investigaciones Científicas e, più recentemente, anche della Universidad Complutense di Madrid.
Studiosa di storia istituzionale e politica in età moderna e contemporanea, la professoressa Aglietti si è dedicata, tra l’altro, ad approfondire i processi di emigrazione delle nobiltà tosco-spagnole durante l’epoca granducale e la storia parlamentare di Spagna tra Ottocento e inizi Novecento.

Giovedì, 26 Gennaio 2017 09:09

Pisa celebra il "Giorno della memoria"

auschwitz gleis orizRicordare in modo attivo, ricordare e tramandare coinvolgendo la città tutta. Anche quest’anno "Pisa non dimentica" dedica al Giorno della Memoria un nutrito programma di eventi elaborato dal Comune di Pisa, dalla Prefettura di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore e arricchito dalla partecipazione di Acquario della Memoria, ANED, ANPI, ANPPIA, Associazione 24 marzo, il Centro interdipartimentale di studi ebraici dell’Università di Pisa, Cineclub Arsenale, Comunità ebraica di Pisa, Fondazione Teatro Verdi, Istituti comprensivi di Pisa, Palazzo dei Congressi, Programma Cultura Educazione, Questura di Pisa, Scuole Secondarie superiori, Società Filarmonica Pisana e Toscana Aeroporti, che hanno collaborato con proprie iniziative alla stesura del programma.

«L'apertura dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio del 1945 ha segnato la dolorosa scoperta di quanto l'umanità possa essere disumana: nei campi di sterminio ha preso forma il peggiore incubo di una persona, quella di diventare solo un numero e poi nemmeno più quello, dispersa in cenere al vento attraverso un camino con i suoi sogni, la sua cultura di appartenenza, le sue preferenze in amore, le sue idee politiche, anzi a causa della sua diversità, che sia per appartenenza ad un popolo, per orientamento sessuale o politico – ha sottolineato l’assessora Marilù Chiofalo – Di questo orrore non c'è sufficiente consapevolezza, basta pensare all'ultima donna non uccisa ma fatta a pezzi con 23 coltellate, alle campagne di odio condite di immagini volgari contro le persone omosessuali o straniere, o semplicemente contro chi ha un'idea politica diversa, alle donne che in politica si comportano come uomini, ma non come quei tanti uomini perbene, ma come gli uomini che odiano le donne. Quest'anno ne parliamo coinvolgendo persone di cui più di 1000 studenti in un programma di oltre 20 iniziative organizzate da altrettante istituzioni e associazioni, due tra queste sono l'incontro di 1000 studenti con le nostre tre donne militanti della memoria, Andra e Tatiana Bucci sopravvissute ad Auschwitz e Vera Vigevani Jarach per la prima volta insieme, e BENT uno spettacolo di prosa nella stagione del Verdi e nel programma Culturèducazione, che racconta con ironia e dolcezza la storia di una coppia omosessuale in un campo di sterminio. Vi aspettiamo.»

Due settimane di appuntamenti, come ricordava l’assessora, con incontri, spettacoli, dibattiti e cerimonie ufficiali in un intreccio di ricordi e attualità. Cifre caratterizzanti del programma la multicanalità dell’offerta che vuole coinvolgere tutti i cittadini e parlare in linguaggi diversi ma anche la partecipazione sempre più fattiva degli studenti. Proprio agli studenti è rivolto uno dei primi appuntamenti con la matinèe al Teatro Verdi prevista per il 26 gennaio alle ore 10.00. In scena lo spettacolo “Bent” di Martin Sherman per la regia Lorenzo Tarocchi. Un dramma particolarmente intenso che esplora una zona d’ombra delle persecuzioni razziali ovvero quella legata ai “triangoli rosa” e all’omosessualità. A seguire una conversazione con il regista, gli attori e Micaela Frulli, professoressa associata di diritto internazionale dell’Università di Firenze. Si tratta di un progetto speciale curato dalla Fondazione Teatro di Pisa in collaborazione con il Programma Cultura Educazione dell'Assessorato alle Politiche educative del Comune di Pisa. (Comunicato dell'Amministrazione comunale).

Consulta il programma del 27 gennaio. 

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L’iniziativa del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell'Università di Pisa

Martedì 7 febbraio, alle ore 9.00, nell'Aula magna del dipartimento di Filologia, letteratura, linguistica, si terrà una lezione del professor Raffaele Mantegazza, dell'Università Milano Bicocca, intitolata "Questo odore di fumo..." Non solo memoria: qui e ora, le tracce di Auschwitz. Seguirà dibattito.

Mercoledì, 25 Gennaio 2017 09:56

La costruzione della salute nel welfare sanitario

copertina libro biancheri cerviaÈ uscito il volume “La costruzione della salute nel welfare sanitario” (Pisa University Press, 2017) che raccoglie gli atti del VI Congresso Nazionale della Società Italiana di Sociologia della Salute che si è svolto a Pisa nel 2015.
Le curatrici sono Rita Biancheri, professoressa associata di Sociologia dei processi culturali del dipartimento di Scienze Politiche dell’Ateneo e Silvia Cervia, ricercatrice presso lo stesso dipartimento. Riportiamo qui un estratto dall’introduzione a firma di Rita Biancheri.

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Il volume che qui presentiamo raccoglie alcuni dei principali contributi del VI Congresso nazionale della S.I.S.S. che si è tenuto a Pisa l’11 e il 12 giugno 2015, in collaborazione con la Sezione AIS (Associazione italiana di Sociologia) Sociologia della salute e della medicina dal titolo: La costruzione della salute nel welfare socio-sanitario. Nuovi scenari e pratiche sociologiche.

I saggi sono stati selezionati con un processo di doppio referaggio cieco e sono divisi in due parti: Contributi teorici ed Esperienze, per agevolarne la lettura e rendere la fruizione maggiormente proficua, data l’ampiezza degli argomenti trattati e la difficoltà di individuare specifiche unità tematiche, come quelle proposte all’interno del convegno. La quantità consistente di relazioni presentate, nelle numerose sezioni, e la ricchezza degli apporti conoscitivi prodotti, sia sul piano della riflessione che della metodologia, non ci ha consentito di pubblicare tutti gli articoli ricevuti, ma si è dovuto procedere ad una valutazione, anche in base ai risultati conseguiti nelle indagini empiriche. Di conseguenza, l’omogeneità che derivava dai filoni di ricerca definiti per le sessioni del convegno come possibili oggetti di studio non solo sociologici, ma sui quali potessero convergere anche discipline affini, è stata sostituita da due parti più generali che ci hanno consentito di recuperarla, adattandola ai fini della pubblicazione. Abbiamo anche individuato un possibile filo rosso nella successione degli articoli, poiché l’obiettivo che il comitato scientifico si era posto, nell’affrontare un argomento così ambizioso, oltre a rinnovare il dibattito e richiamare l’attenzione sullo stato dell’arte dell’integrazione socio-sanitaria, era anche quello di dare possibili risposte in una fase di “ricalibratura” dei sistemi di welfare.

Rita Biancheri

È scomparso alcuni giorni fa il professor Emilio Cristiani, a lungo docente di Storia medievale dell’Università di Pisa, nominato Emerito nell’anno accademico 2006/2007. Nato a Pisa nel 1926, si è laureato in Lettere nell’Ateneo pisano nel 1948. Dopo la laurea è stato assistente della cattedra di Storia medievale fino al 1964, anno in cui è stato nominato professore ordinario di Storia presso la facoltà di Magistero dell’Università di Messina. Nel 1966 è rientrato all’Università di Pisa, alla facoltà di Economia e commercio, per insegnare Storia. Nel 1968 è stato trasferito alla facoltà di Lettere e filosofia, dove ha insegnato Storia medievale fino al pensionamento, nel 1999. Dal 1987 al 1990 è stato direttore del dipartimento di Medievistica. Nel 1977 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.
È stato presidente della Deputazione di Storia Patria della Toscana e della Società storica pisana. Allievo di Ottorino Bertolini a Pisa e Federico Chabod a Roma, è stato un insigne studioso di storia comunale. Il suo volume su “Nobiltà a Popolo nel Comune di Pisa. Dalle origini del podestariato alla signoria dei Donoratico”, uscito nel 1962 presso l’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, ha fatto epoca negli studi sul comune due e trecentesco, identificando una ad una le famiglie nobili e popolari coinvolte nel governo cittadino e studiando i meccanismi effettivi di gestione del Comune, fino a costruire un modello valido anche per altre città. Come docente ha diretto numerose tesi di laurea, dedicate soprattutto all’edizione e allo studio di fonti inedite. Il suo lungo rapporto di colleganza con Cinzio Violante ha fatto sì che l’Università di Pisa diventasse uno dei centri più qualificati per lo studio della Storia medievale.

Emilio CristianiÈ scomparso alcuni giorni fa il professor Emilio Cristiani, a lungo docente di Storia medievale dell’Università di Pisa, nominato Emerito nell’anno accademico 2006/2007. Nato a Pisa nel 1926, si è laureato in Lettere nell’Ateneo pisano nel 1948. Dopo la laurea è stato assistente della cattedra di Storia medievale fino al 1964, anno in cui è stato nominato professore ordinario di Storia presso la facoltà di Magistero dell’Università di Messina. Nel 1966 è rientrato all’Università di Pisa, alla facoltà di Economia e commercio, per insegnare Storia. Nel 1968 è stato trasferito alla facoltà di Lettere e filosofia, dove ha insegnato Storia medievale fino al pensionamento, nel 1999. Dal 1987 al 1990 è stato direttore del dipartimento di Medievistica. Nel 1977 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.

È stato presidente della Deputazione di Storia Patria della Toscana e della Società storica pisana. Allievo di Ottorino Bertolini a Pisa e Federico Chabod a Roma, è stato un insigne studioso di storia comunale. Il suo volume su “Nobiltà a Popolo nel Comune di Pisa. Dalle origini del podestariato alla signoria dei Donoratico”, uscito nel 1962 presso l’Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, ha fatto epoca negli studi sul comune due e trecentesco, identificando una ad una le famiglie nobili e popolari coinvolte nel governo cittadino e studiando i meccanismi effettivi di gestione del Comune, fino a costruire un modello valido anche per altre città. Come docente ha diretto numerose tesi di laurea, dedicate soprattutto all’edizione e allo studio di fonti inedite. Il suo lungo rapporto di colleganza con Cinzio Violante ha fatto sì che l’Università di Pisa diventasse uno dei centri più qualificati per lo studio della Storia medievale.

(L'immagine del prof. Emilio Cristiani è tratta dal progetto fotografico del 2008 intitolato "Razza italiana", a cura di Oliviero Toscani).

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