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È stato assegnato al professor Stefano Coronella, ordinario di Economia aziendale presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, il  prestigioso premio internazionale “Barbara D. Merino Award for Excellence in Accounting History Publication”, assegnato annualmente, a partire dal 2014, dall’Academy of Accounting Historians (AAH), sezione dell’American Accounting Association, per il miglior volume di storia della ragioneria pubblicato nell’anno in corso e nei due anni precedenti.

Il testo, scritto da Stefano Coronella e Massimo Sargiacomo (Università “G. d’Annunzio” Chieti Pescara) intitolato “L’Accademia Italiana di Economia Aziendale: un percorso lungo oltre due secoli (1807-2023)”, ripercorre l’intensa vita e la variegata attività dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale sin dalla sua istituzione, avvenuta sotto il nome di “Accademia dei Logismofili” dopo qualche anno di incontri informali tra alcuni giovani ragionieri bolognesi. Da sodalizio di stampo prevalentemente professionale, a partire dagli anni settanta del secolo scorso, l’Accademia si è concentrata pressoché esclusivamente sull’ambito scientifico, allargando il raggio di azione dalla Ragioneria alla più ampia Economia aziendale. Il lavoro si fonda su una profonda ricerca d’archivio che ha consentito di portare alla luce numerose fonti primarie, custodite prevalentemente presso la sede sociale, sino ad ora sconosciute e inedite.

È la prima volta che il premio “Barbara D. Merino Award for Excellence in Accounting History Publication” viene assegnato a italiani ed è la prima volta che viene assegnato a un volume non in lingua inglese.

Il premio verrà formalmente conferito durante il Congresso annuale dell’American Accounting Association che si svolgerà a Washington nel mese di agosto di quest’anno.

Si chiama MELODIE”, acronimo di “Metformin-isothiocyanate: a noveL apprOach to prevent Diabetes-Induced Endothelial dysfunction”, il progetto finanziato dall’Università di Pisa attraverso il programma SPARK PISA (il primo nodo italiano della rete internazionale "Spark Global" - fondata dalla Stanford University) che propone un nuovo farmaco per la terapia del diabete di tipo 2, ideato e realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, che, oltre a mantenere le proprietà antidiabetiche, presenta anche caratteristiche protettive a livello cardiovascolare ed un migliore profilo farmacocinetico.

“Il farmaco che abbiamo da poco brevettato a livello internazionale, si basa su una piccola molecola ibrida, Met-ITC, che coniuga l’effetto antidiabetico della metformina, la molecola più venduta tra i farmaci antidiabetici orali, con le proprietà protettive cardiovascolari del solfuro d’idrogeno, o H2S -  riferisce la Professoressa Alma Martelli, coordinatrice scientifica del progetto MELODIE - Abbiamo modificato la molecola della metformina aggiungendo una porzione biologicamente attiva, l’isotiocianato. Gli isotiocianati sono anche sostanze naturali che derivano da piante commestibili come broccoli, rucola, cavolo, senape, wasabi ed hanno effetti benefici a livello cardiovascolare, poiché sono in grado di rilasciare H2S nell’organismo. H2S è un importante “gastrasmettitore” che protegge la parete vascolare dagli stimoli infiammatori e ossidativi che caratterizzano i disturbi metabolici come il diabete”.

Il gruppo che ha sviluppato il nuovo farmaco Met-ITC oggetto del brevetto, è composto, da  Vincenzo Calderone (professore ordinario di farmacologia), Federico Da Settimo Passetti (professore ordinario di chimica farmaceutica), Sabrina Taliani (professoressa associata di chimica farmaceutica), Alma Martelli (professoressa associata di farmacologia), Lara Testai (professoressa associata di farmacologia), Elisabetta Barresi (professoressa associata di chimica farmaceutica), Valentina Citi (ricercatrice in farmacologia) ed Eugenia Piragine (ricercatrice in farmacologia) ed ha alle spalle un'ampia esperienza nella progettazione, sintesi e valutazione farmacologica di farmaci ibridi ed in particolare su molecole capaci di rilasciare gastrasmettitori come l'H2S. Il gruppo di ricercatori, negli ultimi anni, ha concentrato l’attenzione sul campo di ricerca innovativo dei farmaci rilascianti H2S, come agenti in grado di rispondere a bisogni medici non soddisfatti, con particolare riferimento al sistema cardiovascolare, producendo numerose pubblicazioni su importanti riviste scientifiche internazionali.

Oltre al progetto MELODIE, finanziato dal programma SPARK PISA, lo sviluppo di Met-ITC era già stato sostenuto dall’Università di Pisa attraverso un finanziamento precedente all’interno del Bando Dimostratori Tecnologici.

Si chiama MELODIE”, acronimo di “Metformin-isothiocyanate: a noveL apprOach to prevent Diabetes-Induced Endothelial dysfunction”, il progetto finanziato dall’Università di Pisa attraverso il programma SPARK PISA (il primo nodo italiano della rete internazionale "Spark Global" - fondata dalla Stanford University) che propone un nuovo farmaco per la terapia del diabete di tipo 2, ideato e realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Farmaciae che, oltre a mantenere le proprietà antidiabetiche, presenta anche caratteristiche protettive a livello cardiovascolare ed un migliore profilo farmacocinetico.

“Il farmaco che abbiamo da poco brevettato a livello internazionale, si basa su una piccola molecola ibrida, Met-ITC, che coniuga l’effetto antidiabetico della metformina, la molecola più venduta tra i farmaci antidiabetici orali, con le proprietà protettive cardiovascolari del solfuro d’idrogeno, o H2S -  riferisce la Professoressa Alma Martelli, coordinatrice scientifica del progetto MELODIE - Abbiamo modificato la molecola della metformina aggiungendo una porzione biologicamente attiva, l’isotiocianato. Gli isotiocianati sono anche sostanze naturali che derivano da piante commestibili come broccoli, rucola, cavolo, senape, wasabi ed hanno effetti benefici a livello cardiovascolare, poiché sono in grado di rilasciare H2S nell’organismo. H2S è un importante “gastrasmettitore” che protegge la parete vascolare dagli stimoli infiammatori e ossidativi che caratterizzano i disturbi metabolici come il diabete”.

 

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Il gruppo di ricerca che ha ideato il nuovo farmaco Met-ITC, da sin: Prof. Federico Da Settimo Passetti, Prof. Lara Testai, Dott. Eugenia Piragine, Prof. Elisabetta Barresi, Prof. Alma Martelli, Prof. Valentina Citi, Prof. Sabrina Taliani, Prof. Vincenzo Calderone

 

Il gruppo che ha sviluppato il nuovo farmaco Met-ITC oggetto del brevetto, è composto, da  Vincenzo Calderone (professore ordinario di farmacologia), Federico Da Settimo Passetti (professore ordinario di chimica farmaceutica), Sabrina Taliani (professoressa associata di chimica farmaceutica), Alma Martelli (professoressa associata di farmacologia), Lara Testai (professoressa associata di farmacologia), Elisabetta Barresi (professoressa associata di chimica farmaceutica), Valentina Citi (ricercatrice in farmacologia) ed Eugenia Piragine (ricercatrice in farmacologia) ed ha alle spalle un'ampia esperienza nella progettazione, sintesi e valutazione farmacologica di farmaci ibridi ed in particolare su molecole capaci di rilasciare gastrasmettitori come l'H2S.

Il gruppo di ricercatori, negli ultimi anni, ha concentrato l’attenzione sul campo di ricerca innovativo dei farmaci rilascianti H2S, come agenti in grado di rispondere a bisogni medici non soddisfatti, con particolare riferimento al sistema cardiovascolare, producendo numerose pubblicazioni su importanti riviste scientifiche internazionali. Oltre al progetto MELODIE, finanziato dal programma SPARK PISA, lo sviluppo di Met-ITC era già stato sostenuto dall’Università di Pisa attraverso un finanziamento precedente all’interno del Bando Dimostratori Tecnologici.

Sono aperte le iscrizioni ai concorsi per l'ammissione ai dottorati dell'Università di Pisa (a.a. 2024/2025).

Tutte le informazioni al link: https://dottorato.unipi.it/index.php/it/concorsi-d-ammissione-a-a-2024-2025/item/834.html 

Read more: https://www.circle-u.eu/events/2024/one-health-or-many-health.html

Read morei: https://www.circle-u.eu/events/2024/performance-pressure-and-politics.html

Read more: https://www.circle-u.eu/opportunities/students/summer-schools/aarhus/

Read more: https://www.circle-u.eu/opportunities/students/summer-schools/cumil/

stefano coronella demÈ stato assegnato al professor Stefano Coronella, ordinario di Economia aziendale presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, il  prestigioso premio internazionale “Barbara D. Merino Award for Excellence in Accounting History Publication”, assegnato annualmente, a partire dal 2014, dall’Academy of Accounting Historians (AAH), sezione dell’American Accounting Association, per il miglior volume di storia della ragioneria pubblicato nell’anno in corso e nei due anni precedenti.

Il testo, scritto da Stefano Coronella e Massimo Sargiacomo (Università “G. d’Annunzio” Chieti Pescara) intitolato “L’Accademia Italiana di Economia Aziendale: un percorso lungo oltre due secoli (1807-2023)”, ripercorre l’intensa vita e la variegata attività dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale sin dalla sua istituzione, avvenuta sotto il nome di “Accademia dei Logismofili” dopo qualche anno di incontri informali tra alcuni giovani ragionieri bolognesi. Da sodalizio di stampo prevalentemente professionale, a partire dagli anni settanta del secolo scorso, l’Accademia si è concentrata pressoché esclusivamente sull’ambito scientifico, allargando il raggio di azione dalla Ragioneria alla più ampia Economia aziendale. Il lavoro si fonda su una profonda ricerca d’archivio che ha consentito di portare alla luce numerose fonti primarie, custodite prevalentemente presso la sede sociale, sino ad ora sconosciute e inedite.

È la prima volta che il premio “Barbara D. Merino Award for Excellence in Accounting History Publication” viene assegnato a italiani ed è la prima volta che viene assegnato a un volume non in lingua inglese.

Il premio verrà formalmente conferito durante il Congresso annuale dell’American Accounting Association che si svolgerà a Washington nel mese di agosto di quest’anno.

L'Economia Circolare è una grande opportunità d’innovazione e investimento, ma migliora davvero la sostenibilità ambientale? Solo se si interviene sull'intera filiera. A dirlo è Pierluigi Zerbino, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi del Territorio e delle Costruzioni dell'Università di Pisa, autore di numerosi articoli scientifici e divulgativi sul cosiddetto "Effetto Rebound". Ossia quel fenomeno per cui i possibili benefici ambientali derivanti dalla transizione circolare sono in parte o totalmente annullati da un aumento della produzione e dei consumi dovuti a dinamiche di mercato.

“Sulla carta, l’Economia Circolare è spesso rappresentata come la soluzione a molti dei nostri di problemi ambientali, dal cambiamento climatico all’eccessivo consumo di risorse - spiega Pierluigi Zerbino - Eppure, dati alla mano, la transizione dall'attuale paradigma economico lineare a quello circolare stenta ad avanzare. La causa di questa inerzia, spesso spiegata con l'aumento dei consumi a livello globale, è verosimilmente legata al cosiddetto Effetto Rebound, determinato in primo luogo dai comportamenti di consumo di ciascuno di noi che, di fatto, possono compromettere i vantaggi ambientali derivanti dalla transizione a un'Economia Circolare”.

“Per capire meglio di cosa parliamo – prosegue Zerbino – è utile tenere sempre a mente come il prezzo e la qualità di un prodotto riciclato, riparato, o di seconda mano (spesso chiamati prodotti circolari) ci influenzino nella vita di tutti i giorni. Per esempio, un prezzo basso di un capo di vestiario prodotto con fibre riciclate può spesso portarci ad acquistare più capi di quelli di cui abbiamo realmente bisogno. Riteniamo di avere un comportamento “green” perché non acquistiamo prodotti nuovi, ma il basso prezzo ci invoglia a chiedere e consumare di più. E consumare di più vuol dire far produrre di più e far inquinare di più. E cosa succede, invece, quando acquistiamo un cellulare ricondizionato? Che pensiamo di aver contribuito a ridurre l’inquinamento comprando un secondo cellulare più economico, magari da usare con poca attenzione in viaggi avventurosi. Ma questo spesso non ci evita di acquistare anche l’ultimo modello dello smartphone top di gamma per la vita di tutti i giorni”.

“È amaro a dirsi – aggiunge -  e forse persino frustrante, ma l’Effetto Rebound di un’Economia Circolare definisce proprio questo rischio dei prodotti circolari di alimentare e non ridurre la nostra fame di consumo e l’inquinamento ad essa associata. Il problema è che, ad oggi, l’Effetto Rebound nell’Economia Circolare è poco noto, difficile da quantificare, e non è stato esaminato a fondo dalla letteratura accademica. Ma, se vogliamo stimarlo e mitigarlo con successo, è fondamentale dedicargli maggiore attenzione”.

Proprio ad una mappatura degli attuali modelli utilizzati per stimare l’Effetto Rebound dell’Economia Circolare è dedicato l'ultimo articolo scientifico che il ricercatore dell'Università di Pisa ha scritto assieme a tre colleghi della Sheffield University Management School e da poco pubblicato sul Journal of Cleaner Production di Elsevier.

"Nell'articolo sviluppato assieme al Dr. Benjamin H. Lowe, al Dr. Meletios Bimpizas-Pinis e al Professor Andrea Genovese dell'Università di Sheffield - spiega Zerbino - abbiamo passato in rassegna i metodi che potrebbero essere impiegati per misurare il Rebound in contesti circolari, identificando gli strumenti per stimarlo. Dalla mappatura nasce anche una riflessione sui dati necessari a stimarlo e sul modo in cui il Rebound si manifesta nei nostri comportamenti di consumo, nelle strategie aziendali, nelle filiere e nel commercio nazionale e internazionale. I risultati ottenuti evidenziano lacune nella stima di questo effetto e gettano le basi per sviluppare strategie per mitigarlo”.

“Solo conoscendo più a fondo il Rebound e concretizzandolo in numeri possiamo sperare di far fronte ad esso - conclude il ricercatore - e identificare gli interventi più significativi per (ri)lanciare l’Economia Circolare, così da invertire una tendenza negativa che, negli ultimi cinque anni, ha visto il tasso di circolarità ridursi dal 9.1% al 7,2%."

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