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elena_salibraElena Salibra (foto), professoressa di Letteratura italiana del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa, è nella terna dei vincitori del premio Premio Viareggio-Rèpaci per la sezione poesia. A luglio la giuria presieduta da Simona Costa ha scelto di nominare Elena Salibra per la sua raccolta di versi "Nordiche" (Stampa, 2009) con prefazione di Maurizio Cucchi. Insieme alla docente dell'Ateneo pisano sono stati segnalati anche Alessandro Fo per "Mancanze"(Einaudi) e Paolo Ruffilli per "Variazioni sul tema" (Aragno). Le altre due terne nominate dalla giuria riguardano le sezioni di narrativa e saggistica.

Sabato 30 agosto al Palazzo dei Congressi a Viareggio saranno consegnati i riconoscimenti ai vincitori del premio "Giuria Viareggio" e proclamati i tre Super vincitori di ciascuna terna che riceveranno il "Viareggio Rèpaci" 2014 nel corso della serata conclusiva della manifestazione.

Piccola Torre di Babele, Pieter Bruegel il Vecchio, 1563 ca

Martedì 24 giugno, nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, in Largo Bruno Pontecorvo 3, si terrà il seminario "Discipline glottologico-linguistiche. Quale futuro per i giovani linguisti?", un'iniziativa che avrà come ospiti importanti personalità del mondo accademico italiano, tra cui Tullio De Mauro, professore emerito di Linguistica generale all'Università "La Sapienza" di Roma, Romano Lazzeroni, professore emerito di Glottologia e Linguistica all'Università di Pisa, e Antonio Pennisi, docente di Filosofia e teoria dei linguaggi all'Università di Messina.

Il convegno si aprirà alle 10.30 con i saluti del rettore Massimo Augello, di Mauro Tulli, direttore del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Ateneo pisano, e di Giovanna Marotta, presidente della Società Italiana di Glottologia che ha promosso l'evento in collaborazione con l'Associazione Italiana di Scienze della Voce, l'Associazione Italiana di Linguistica Applicata, la Società Italiana di Didattica delle Lingue e Linguistica educativa e la Società di Linguistica Italiana.

Negli ultimi anni, alcuni radicali mutamenti hanno interessato l'Università italiana, in particolare mediante l'introduzione di nuove procedure di valutazione, relative sia ai singoli docenti che alle strutture di appartenenza, con ripercussioni rilevanti in vari ambiti, che spaziano dai criteri adottati per il reclutamento fino alla selezione delle sedi di pubblicazione dei risultati della ricerca scientifica.

Un dialogo tra quanti presiedono gli organi istituzionali coinvolti nel nuovo sistema di valutazione e coloro che svolgono la loro attività nelle università e nei centri di ricerca appare dunque opportuno, al fine di promuovere un miglioramento del sistema stesso, che tenga conto delle peculiarità della vasta area umanistica, ed al suo interno di quelle specifiche del settore glottologico-linguistico.

A parlare di valutazione della ricerca e dei suoi effetti e prospettive per i giovani ci saranno Stefano Paleari, presidente della CRUI, Stefano Fantoni, presidente dell'ANVUR, Paolo Rossi, coordinatore della Commissione permanente per le politiche della ricerca del CUN, e Paolo Di Giovine, direttore del Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche dell'Università "La Sapienza" di Roma.

Nel pomeriggio, a partire dalle 15.30, si terrà la tavola rotonda "Linguistica e linguistiche nelle Università italiane" coordinata da Marco Mancini, capo dipartimento per l'Università, l'Alta formazione artistica, musicale e coreutica e per la Ricerca del MIUR, a cui parteciperanno i presidenti ei rappresentanti delle associazioni di settore che hanno collaborato all'iniziativa.

Scarica il programma

Software_visualizzazione1Creare un'edizione multimediale avanzata di testi e monumenti anglosassoni collegati tematicamente dal culto della Croce e dalla leggenda della inventio crucis, cioè del ritrovamento della vera Croce. È questo l'obiettivo del progetto "Visionary Cross" al quale lavora un gruppo internazionale di ricercatori con la collaborazione del Laboratorio di Cultura Digitale dell'Università di Pisa.

Partito nel 2012, il progetto si concluderà nel 2015 e intanto è già on line una versione preliminare del Vercelli Book, un manoscritto del X secolo in lingua inglese antica conservato presso la Biblioteca Capitolare di Vercelli. A breve sarà quindi pubblicata una versione digitale in 3D della Croce di Ruthwell, un monumento dell'VIII secolo che si trova nel Dumfriesshire, in Scozia, dove è presente un'iscrizione epigrafica in caratteri runici del Il Sogno della Croce, poemetto conservato nel Vercelli Book.

"Il Sogno della Croce del Vercelli Book è uno dei componimenti più affascinanti di tutto il corpus della letteratura in inglese antico – spiega Roberto Rosselli del Turco, ricercatore all'Università di Torino e docente del Laboratorio di Cultura digitale dell'Ateneo pisano – e, per un evento più unico che raro, un frammento di questo componimento è conservato sulla Croce di Ruthwell: si tratta di un fatto eccezionale sia per quanto riguarda la differenza nel supporto (una croce monumentale e un manoscritto) e nell'alfabeto utilizzato (caratteri runici e latini), sia perché i due testi sono separati da secoli e da migliaia di chilometri di distanza".

Per la prima volta, grazie al progetto Visionary Cross, queste due versioni de Il Sogno della Vera Croce entreranno dunque in dialogo diretto per essere a disposizione degli studiosi e degli appassionati. L'obiettivo è di mettere on line delle edizioni sempre più ad alta definizione corredate di note, apparati e ipertesti.

runes-word"La scansione in 3D della Croce di Ruthwell realizzata dai ricercatori dell'ISTI-CNR di Pisa– ha aggiunto Roberto Rosselli del Turco - ci ha consentito di apprezzare alcuni particolari difficilmente visibili a occhio nudo, in particolare proprio per quanto riguarda l'iscrizione runica".

L'edizione digitale necessita però di un ampio ventaglio di competenze, che vanno dal trattamento delle immagini alla codifica dei testi, dalla progettazione web alla visualizzazione contestuale di immagini, testi, note e modelli tridimensionali.

"Competenze che si ritrovano negli sudenti di Informatica Umanistica che gravitano attorno al Laboratorio di Cultura Digitale" – spiega la responsabile Enrica Salvatori, professoressa dell'Università di Pisa – una sorta di bottega rinascimentale dove docenti e studenti lavorano assieme su un progetto comune che mira a valorizzare il bene culturale attraverso le nuove tecnologie".

Ne hanno parlato:
Ansa
PisaInformaFlash.it
Controcampus.it
gonews.it
 

Doppia inaugurazione al Museo della Grafica a Palazzo Lanfranchi in Lungarno Galilei 9 a Pisa. Domenica 15 giugno aprono al pubblico le due mostre 'Galileo: il mito tra Otto e Novecento' e 'La Cattedrale dei viaggiatori' che si potranno visitare sino al 30 ottobre 2014. Le esposizioni sono organizzate in occasione due importanti ricorrenze: il 450° anniversario della nascita del grande scienziato e il 950° anniversario della posa della prima pietra della Cattedrale di Pisa.

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La mostra su Galileo intende ricostruire il mito dell'epopea galileiana tra 42-Galileo_il_mito_tra_otto_e_novecentoOtto e Novecento attraverso una suggestiva serie di dipinti, stampe, sculture, libri e oggetti che ne documentano la straordinaria fortuna nell'immaginario moderno e contemporaneo. Nell'affollata galleria di artisti, poeti e inventori del passato, Galileo ricopre infatti un ruolo di primaria importanza, incarnando il mito del genio universale dotato di superiori capacità intellettuali e morali e per questo in grado di svelare all'umanità i segreti più riposti della natura. Paladino incontrastato di quella «nuova scienza» in grado di dare voce e spazio alle esigenze di libertà e autonomia di ricerca – questo il tono di gran parte degli elogi ottocenteschi – Galileo è raffigurato in ritratti e scene che compongono una complessa biografia illustrata, venata di accenti risorgimentali o positivisti, ma diventa anche un testimonial di sicuro successo per l'industria e il commercio, offrendo il volto a una serie di marchi più o meno celebri. In un viaggio attraverso la diffusione in immagini di un mito inossidabile, nelle molteplici declinazioni tematiche e geografiche, tra storia della scienza e agiografia, la mostra si articola in tre sezioni.

03_Galileo_il_mito_tra_otto_e_novecentoLa biografia dipinta. Sull'onda lunga della fiorente pubblicistica promossa in occasione di celebrazioni agiografiche e apologetiche o di specifiche ricorrenze legate all'epopea galileiana, nel corso dell'Ottocento prese corpo un'affollata galleria di dipinti destinata ad illustrare alcuni momenti chiave della biografia dello scienziato: le scoperte celesti, il rapporto con gli allievi e il processo. Episodi ben delimitati cronologicamente che svolsero la funzione di catalizzare l'attenzione sulla sua parabola umana e scientifica, che tuttavia talvolta prestava il fianco a linee di lettura polisemiche che lasciavano intravedere possibilità di sviluppi diversi, se non contrastanti. Sulla scena dell'abiura, ad esempio, si proiettarono contenuti etici, civili e didascalici, da un lato per esemplificare la supremazia intellettuale e spirituale di Galileo, campione emblematico anche per civiche virtù, dall'altro per veicolare sentimenti anticlericali e ideologie risorgimentali. Nella mostra sarà presente un'accurata selezione di opere destinate a dare conto del fenomeno, come le litografie di Ulacacci o quelle di Eugène Pontus Jazet, stampate a Parigi.

105_Galileo_il_mito_tra_otto_e_novecentoIl volto di Galileo. La sezione, che comprende opere di Giovanni Rocca, Luigi Travalloni, Pietro Benvenuti, Jean Baptiste Fortuné de Fournier e altri protagonisti dell'arte del XIX secolo, presenta una serie di ritratti di Galileo che accompagnano in tutta Europa la dilagante moda di corredare le biografie dei grandi con struggenti ritratti. Il celebre ritratto eseguito da Justus Suttermans, vera e propria icona del sommo scienziato, fu più volte copiato da intere generazioni di artisti, "dilettanti" e semplici copisti in pellegrinaggio alla galleria degli Uffizi.

Galileo icona pubblicitaria. Particolarmente curiose sono le cosiddette «carte povere»: una significativa produzione di gadget pubblicitari, talvolta assai popolari, che da va dal segnalibro alle figurine, dai menù ai calendari, dalle cartoline ai manifesti e ai francobolli, documentando un fenomeno assai diffuso e di grande interesse culturale. Si tratta di un capitolo della fortuna galileiana ancora poco studiato ma che coinvolge, tra XIX e XX secolo, importanti brand e grandi firme della pubblicità. Da citare, ad esempio, Gian Emilio Malerba che nel 1910 firma la copertina della «Rivista mensile del Touring Club Italiano», raffigurando Galileo intento ad osservare Saturno per la Cinzano; un segnalibro stampato dalle Officine Belforte di Livorno per conto della rinomata Fila, la fabbrica italiana di matite; i francobolli realizzati da Corrado Mezzana nel 1942 in occasione del quarto centenario della morte di Galileo; e soprattutto l'immagine dello scienziato pisano con la piazza del Duomo sullo sfondo incisa dall'abile Trento Cionini per la vecchia banconota delle "Duemila lire".

Curata da Federico Tognoni, la mostra 'Galileo: il mito tra Otto e Novecento' è realizzata dal Museo della Grafica, dal Comune di Pisa e dall'Università di Pisa, con la collaborazione degli Amici dei Musei e Monumenti Pisani e i patrocini della Regione Toscana, Provincia di Pisa e Museo Galileo di Firenze. Durante il periodo di apertura, è prevista un'intensa attività didattica e laboratoriale.

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cattedrale'La Cattedrale dei viaggiatori' è un'occasione per ripercorrere le memorie di immagini e parole dedicate nell'età moderna ad un monumento tra i più celebri e visitati al mondo. Nel corso del XVIII e XIX secolo, quando Pisa costituiva una tappa privilegiata e irrinunciabile del 'Grand Tour', l'emozionante impatto con la piazza del Duomo e il suo straordinario complesso monumentale viene infatti restituito dai racconti dei viaggiatori e tradotto visivamente dalle matite degli artisti con modalità e strategie narrative che documentano, in significativa corrispondenza, l'immutato fascino di una profonda suggestione estetica e spirituale.

Attraverso disegni, incisioni, libri, fotografie e modelli, la mostra La Cattedrale dei viaggiatori è concepita proprio come una tappa del viaggio che, dall'arrivo a Pisa, aveva il suo momento più alto nell'impatto con la piazza e con il Duomo, "una delle cattedrali più belle d'Europa", la "montagna di marmo" che – riprendendo le parole dei viaggiatori – inaugurava la successione di capolavori monumentali come il Battistero, la Torre e il Camposanto. Le immagini lasciate da disegnatori e incisori locali come Ferdinando Fambrini, Gaetano Ciuti, Angelo Cappiardi, Ranieri Grassi e Bartolomeo Polloni, ma anche da affermati artisti stranieri come George Moore, Ladislaus Rupp o Rohault de Fleury, accompagnano le parole con cui illustri viaggiatori (da Charles de Brosses a Niccolò Tommaseo, da Mark Twain a Henry James, da Denis Ivanovic Fonvizin a Jacob Burckhardt ...) restituivano percezioni e riflessioni su "un luogo incantato come la piazza dove sorge la Cattedrale", monumento emblematico dell'immaginario collettivo. Un dialogo che viene amplificato con la scoperta della fotografia, quando la Cattedrale viene immortalata dai pionieri della nuova arte, tra i quali emerge lo scultore e fotografo Enrico di Van Lint, che a Pisa ebbe un rinomato 'atélier-negozio' dove venivano anche prodotti raffinati modellini in alabastro degli edifici pisani, souvenirs assai ambiti dai viaggiatori.

Curata da Lucia Tongiorgi Tomasi e Alessandro Tosi, e resa possibile grazie ai generosi prestiti offerti da numerosi collezionisti pisani, la mostra 'La Cattedrale dei viaggiatori' è realizzata dal Museo della Grafica, dal Comune di Pisa e dall'Università di Pisa, con la collaborazione degli Amici dei Musei e Monumenti Pisani e i patrocini dell'Opera della Primaziale, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Soprintendenza di Pisa, Fondazione Cerratelli.

Per informazioni su orari e biglietti delle due mostre: www.museodellagrafica.unipi.it

Michele LuzzatiL'Università di Pisa annuncia la scomparsa avvenuta a Pisa questa mattina, dopo una rapida e grave malattia, del professor Michele Luzzati, già direttore del Dipartimento di Medievistica e del Centro interdipartimentale di studi ebraici (CISE) dell'Ateneo, in passato anche Presidente dell'Associazione italiana per lo studio del Giudaismo (AISG), e attualmente Presidente della Società Storica Pisana.

Nato a Torino il 31 marzo 1939, era stato normalista e allievo di Arsenio Frugoni e Armando Saitta. Assistente ordinario e professore associato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, era stato poi straordinario a Sassari e, dalla fine degli anni ottanta, professore ordinario di Storia medievale nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa.

Autore di oltre duecento pubblicazioni a stampa, frutto di una inesausta operosità scientifica, aveva dedicato gran parte delle sue sempre originali ricerche allo studio, per l'età basso medioevale e rinascimentale, della società e dell'economia italiane e in particolare toscane, di cui era uno straordinario conoscitore. Di grande rilievo è stato negli ultimi decenni anche il suo contributo scientifico e organizzativo allo sviluppo della ricerca sulla storia dell'ebraismo italiano. Della sua ricca bibliografia si ricordano in particolare: Giovanni Villani e la compagnia dei Buonaccorsi, Istituto per l'Enciclopedia Italiana, Roma 1971; Una guerra di popolo. Lettere private del tempo dell'assedio di Pisa (1494-1509), Pacini, Pisa 1973 (riediz. 2000); La casa dell'ebreo. Saggi sugli ebrei a Pisa e in Toscana nel Medioevo e nel Rinascimento, Nistri-Lischi, Pisa 1985; Firenze e la Toscana nel Medioevo. Seicento anni per la costruzione di uno stato, UTET, Torino 1986; Ebrei e ebraismo a Pisa. Un millennio di ininterrotta presenza/Jews and Judaism in Pisa. A millennium of uninterrupted presence, ETS, Pisa 2005.

La camera ardente sarà allestita dalle 18 di oggi e domani mattina nelle cappelle a piano terra dell'Hospice di via Garibaldi 198, Pisa.

La cerimonia di commiato si svolgerà nell'atrio di Palazzo Ricci alle ore 15 di domani, venerdì 13 giugno.

Logo San GenesioIl 17 maggio è stata inaugurata a San Miniato (Pisa) la struttura di supporto allo scavo archeologico di San Genesio, che farà da ingresso e sala espositiva nel futuro Parco archeologico. Si tratta del primo passo, importante, di un cammino che l'Amministrazione Comunale di San Miniato ha voluto intraprendere per rendere fruibile al grande pubblico le tracce della sua storia, riportate alla luce con le indagini archeologiche dirette da Federico Cantini, ricercatore di Archeologia Medievale dell'Università di Pisa, che ha curato anche il progetto scientifico del parco.

La realizzazione della struttura, resa possibile grazie a un cofinanziamento della Regione Toscana e alla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, permette ora di affiancare alla fase della ricerca, che si svolge ogni anno nei cantieri di scavo organizzati dal nostro Ateneo, ai quali partecipano numerosi studenti della laurea in Scienze dei Beni Culturali, della magistrale in Archeologia, nonché dottorandi e specializzandi dell'Università di Pisa e di altre Università straniere, la fase della comunicazione e divulgazione dei risultati delle indagini archeologiche al grande pubblico.

"La storia del sito, frequentato a partire dall'età ellenistica e che poi in età altomedievale diventa sede di una grande pieve e di un vicus posti sulla via Francigena - ha spiegato Federico Cantini - è illustrata attraverso una serie di pannelli progettati per avere differenti livelli di lettura: da quello più semplice che fa uso di ricostruzioni e brevi testi a quello più complesso che si rivolge agli specialisti del settore illustrando i risultati delle analisi dei reperti, di quelle antropologiche, archeobotaniche e archeometriche. I pannelli sono inoltre affiancati da una serie di vetrine dove saranno esposti a breve i reperti rinvenuti con le indagini archeologiche".

Sistema_di_QR_code_e_realta_aumentataOltre alla struttura di supporto allo scavo è stato presentato anche un primo percorso di visita ai resti archeologici della pieve di San Genesio, che non si affida ai tradizionali pannelli ma a un sistema di realtà aumentata e QR code che permette di visualizzare su uno smartphone o un tablet le ricostruzioni delle strutture semplicemente inquadrando i resti delle loro fondazioni, oltre ad avere accesso a immagini e informazioni aggiornabili in tempo reale. L'area archeologica sarà gestita da un'associazione professionale, l'Archeo&Tech, composta da laureati e dottori di ricerca del nostro Ateneo che si sono formati proprio sul cantiere di San Genesio.

"Quanto realizzato a San Miniato dimostra come la collaborazione tra Università e Amministrazioni locali, Regione e Fondazioni Bancarie - ha concluso Federico Cantini - permetta una reale interazione tra ricerca e valorizzazione dei beni culturali, offrendo poi una vera opportunità di lavoro a chi esce dal percorso formativo universitario".

Martedì 20 maggio su Rai3 e Rai Storia è andata in onda una puntata del "Il tempo e la storia" dedicata al suffragio femminile in Italia e intitolata "Il voto alle donne. La lunga strada"(guarda il video). A raccontare la conquista del diritto di voto da parte delle Italiane è stata Vinzia Fiorino (foto), storica del dipartimento di Civiltà e forme del sapere del nostro Ateneo. Presentiamo qui un breve testo della professoressa Fiorino che ricapitola alcune tappe di questo lungo cammino.

 

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vINZIA FiorinoCon il decreto legislativo del primo febbraio 1945, varato durante il secondo governo Bonomi, furono riconosciuti i diritti politici alle italiane con la sola esclusione delle prostitute «vaganti», ossia quelle che esercitavano il mestiere in modo visibile e non nelle «case chiuse». Il contesto - il secondo conflitto mondiale non era ancora concluso - non aveva favorito un ampio dibattito politico e neppure sulla stampa (con qualche eccezione) la notizia ricevette lo spazio che avrebbe meritato. Prevalse l'idea che i diritti politici delle donne fossero un'ovvia conseguenza della nuova democrazia, dimenticando che lo stesso quadro concettuale che aveva sostenuto i moderni sistemi di rappresentanza, quegli stessi diritti alle donne li aveva negati senza mezzi termini.

De Gasperi e Togliatti furono gli attori principali del decreto, sollecitati anche dalle possibilità di un ampliamento del consenso per i propri partiti che il voto alle donne avrebbe apportato. Su vecchi adagi invece - le donne non ancora pronte, non ancora preparate – erano ancora i leaders di altri partiti minori. Ancora diverse poi le posizioni e la memoria elaborate dalle donne: un dato scontato per quelle attive nella Resistenza e più politicizzate, una novità assoluta per quelle meno impegnate, una grandissima emozione per tutte. Si disse che non si sarebbero recate alle urne e invece andarono; si scrisse che avrebbero votato soltanto per le elezioni amministrative e non fu così; si temeva che le donne meridionali non partecipassero e, al contrario, andarono come accadde nel Centro e nel Nord d'Italia.

Il ruolo fondamentale che molte donne ricoprirono nella Resistenza è la pagina di storia che, per tempi e contenuti, è più vicina all'ottenimento dei diritti politici, ma lungo, tortuoso e pieno di incertezze è stato il percorso compiuto dai movimenti emancipazionisti e femministi che, accanto al diritto alla scheda elettorale, rivendicarono il diritto all'istruzione, alla parità salariale, alla piena potestà verso i propri figli; in una sola espressione alla dignità di essere persone.

Vinzia Fiorino



Language acquisitionQuanto influisce l'età sull'apprendimento delle lingue straniere? Questa domanda è da decenni oggetto di un dibattito scientifico che non ha finora condotto a risposte definitive al di là della constatazione, fondata su un'esperienza ampiamente condivisa, che i bambini imparano le lingue più facilmente degli adulti. Giovedì 22 maggio, a partire dalle ore 9, nell'Aula Magna di Palazzo Matteucci, il Centro Linguistico d'Ateneo e il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa organizzano un workshop internazionale dal titolo "L'acquisizione delle lingue straniere nell'adulto" per discutere e riflettere su queste tematiche, ripercorrendo le teorie che sono nate negli ultimi anni.

Nel 1959, Penfield e Roberts riconducevano la differenza di apprendimento tra bambini e adulti a un progressivo "irrigidimento" delle strutture cerebrali ("for the purposes of learning languages, the human brain becomes progressively stiff and rigid after the age of 9"), sicchè imparare le lingue nel secondo decennio della vita non sarebbe più "fisiologico". Nel 1967, Lenneberg ribadiva che, nell'apprendimento della prima lingua, esiste un momento iniziale (intorno ai due anni) e un momento finale (la pubertà), coincidente con il processo di lateralizzazione, ovvero con la specializzazione dell'emisfero cerebrale dominante per le funzioni linguistiche. Più recentemente, l'ipotesi che questa finestra temporale, nota come "periodo critico", esista anche per l'acquisizione delle lingue straniere, è stata variamente messa in discussione ed elaborata in più direzioni attraverso le tecniche di neuroimmagine e alla luce delle ultime acquisizioni della genetica.

La giornata pisana sarà aperta dai saluti di Marcella Bertuccelli, direttore del CLi e membro del comitato scientifico insieme a Sabrina Noccetti, Gloria Cappelli e Veronica Bonsignori. Tra i relatori ci sarà Pietro Pietrini, docente di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica dell'Ateneo pisano, nonché direttore dell'Unità operativa di Psicologia clinica dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, che terrà un intervento dal titolo "La plasticità cerebrale tra geni e ambiente". Pietrini dirige un gruppo di ricerca multidisciplinare all'avanguardia nel mondo nello studio delle basi cerebrali delle funzioni mentali e del comportamento umano ed è stato designato dalla Organization for Human Brain Mapping presidente del comitato organizzatore del congresso mondiale per il 2016. Per Pietrini si tratta del terzo incarico nella Ohbm, dopo la presidenza del congresso mondiale nel 2006 e la direzione del comitato scientifico internazionale nel triennio 2007-2009.

A seguire Valentina Bambini, ricercatrice presso IUSS (Pavia) e massima esperta italiana di neuropragmatica (disciplina recentissima che indaga i correlati neurali dei fenomeni pragmatici), collaboratrice di numerose ricerche e autrice di studi pioneristici che le hanno dato fama internazionale, parlerà di "Lingue, linguaggio e processi comunicativi: la prospettiva neuropragmatica".

Antonella Storace, MA in Applied Linguistics alla University of Southern California, PhD in Linguistica all'Università di Edimburgo, attualmente Professore di Linguistica Evolutiva presso l'Università di Edimburgo, terrà poi l'intervento dal titolo "Interazioni tra linguaggio e funzioni esecutive negli stadi avanzati di competenza L2". Studiosa invitata in tutto il mondo per i suoi studi sul bilinguismo, e coordinatrice di numerosi progetti di ricerca internazionali, ha indagato particolarmente il problema delle interfacce e dell'alignment nel dialogo in lingue seconde.

L'ultimo intervento, dal titolo "Aspetti (morfo)fonotattici nell'apprendimento del plurale in Inglese L2" sarà di Sabrina Noccetti, ricercatrice di Lingua Inglese presso il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, membro di importanti progetti di ricerca internazionali e autrice di volumi e saggi sull'acquisizione della prima e della seconda lingua.

maschifemmineMercoledì 21 maggio, alle ore 16.30, al Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi, si terrà la tavola rotonda "Differenze di genere e leadership: percorsi educativi", riflessioni a partire dal volume "Discorso sull'educazione fisica e morale delle donne" di Josefa Amar y Borbón, pubblicato dalla Pisa University Press con la traduzione di Elena Carpi, docente di Spagnolo all'Università di Pisa. Nell'occasione interverranno Rita Biancheri (Università di Pisa), Elena Carpi (Università di Pisa), Marilù Chiofalo (Comune di Pisa), Nicoletta De Francesco (Università di Pisa), Gina Giani (SAT - Società Aeroporto Toscano) e Paolo Rossi (Università di Pisa). Modera Damiano Laterza del Sole 24 Ore.

Nel 1790 Josefa Amar y Borbón pubblica il "Discurso sobre la educación física y moral de la mujeres", un manuale pedagogico destinato all'educazione delle bambine, per le quali l'autrice rivendica il diritto a ricevere una istruzione adeguata. Pur non essendo un caso isolato in ambito europeo, per quanto riguarda quello ispanico il "Discurso" è sicuramente tra i primi testi ad affermare che la capacità di imparare non dipende dal sesso di una persona. La novità del libro di Josefa Amar dipende anche all'accento posto sulla necessità di un'educazione che non sia solo intellettuale, ma anche fisica, che si prenda quindi cura della salute delle donne.

discorso_sulleducazioneIl libro sarà lo spunto per riflettere sull'importanza di educare alle differenze, analizzando in particolare la situazione nell'accademia e nelle scuole. I relatori proveranno a fare un punto sulla leadership al femminile, toccando temi come la normativa che prevede le quote nei consigli di amministrazione, la situazione in Italia e negli altri paesi. In particolare Rita Biancheri rifletterà sull'importanza di far vedere attraverso la ripubblicazione di testi, considerati storici, la ricchezza del dibattito e i contributi delle donne ai diversi saperi. 

Elena Carpi introdurrà brevemente il trattato di Josefa Amar, dama spagnola erudita e illuminista, mettendolo in relazione il progetto editoriale con l'attualità, ovvero con il diritto delle donne a ricevere un'educazione, fatto scontato nel mondo occidentale, ma non ovunque (Boko Haram). Parlerà anche della sua traduzione, pensata in relazione al termine felicità.

La riflessione di Marilù Chiofalo partirà invece da un aforisma, secondo cui una donna che parla come un leader viene considerata una donna inadeguata e un leader che parla come una donna viene considerato un leader inadeguato. Essere leader ed essere donna sono dunque condizioni inconciliabili? Cosa ci aspettiamo da una persona che riconosciamo come leader, indipendentemente dalla condivisione delle sue idee? Oggi è importante che sempre più donne siano leader perché esse possano esprimere liberamente i propri modi differenti di operare anziché travestirsi da uomini e possano rappresentare un modello di ruolo per giovani donne e giovani uomini.

Nicoletta De Francesco proporrà una discussione sul rapporto fra donne, studi e carriere scientifiche, in particolare sulla scarsa presenza femminile nelle cosiddette "scienze dure" (matematica, fisica, informatica). Sono state date spiegazioni di vario tipo di questo sbilanciamento di genere, fra cui quella per cui le donne sono meno portate agli studi astratti e più portate agli studi "relazionali" a causa di differenze nella conformazione del cervello. Al contrario, alla base di queste discriminazioni ci sono motivi culturali che risiedono nell'educazione che le donne ricevono, nell'atmosfera che respirano da quando sono piccole e nella attuale organizzazione della società che fa ricadere sulla parte femminile la maggior parte del peso della famiglia.

L'intervento di Paolo Rossi sarà incentrato su "Carriere femminili e sistemi di valutazione" e prenderà le mosse dalle analisi del Rapporto ANVUR che hanno confermato le indicazioni già emerse dagli studi precedenti: dopo una fase di significativa crescita percentuale e assoluta della presenza femminile nelle differenti fasce docenti, si è avuto un rallentamento e nell'ultimo quinquennio una vera e propria stagnazione, che vede la percentuale delle ricercatrici attestata intorno al 45%, quella delle associate prossima al 35% e quella delle ordinarie al 21%, mentre i valori assoluti sono addirittura in calo in quanto il reclutamento non riesce a far fronte al turnover neppure quando si restringe l'attenzione al reclutamento per genere.


 

 

 

Enrico VII sarcophagus

The sarcophagus was last opened in 1921 when, on the occasion of the 600th anniversary of Dante's death, the monument containing the remains of the Emperor Enrico VII was moved into the right-hand transept of the Cathedral in Pisa along with the grave goods. The opening of the tomb last year and the research, which is still in progress using the latest tools and technology, have served to uncover the real importance of the treasure which has been guarded in the coffin for seven centuries. As well as the symbols of power – a crown, a sceptre and a silver orb – a most unexpected find was uncovered: that of a rectangular shroud three metres long, a rare testimony of the noble production of silk textiles dating back to the beginning of the 14th century. Given the exceptional nature of the objects and the historical context referred to, it was decided to place the items from the tomb in the Museum of the Cathedral.

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A rectangular shroud three metres long

The inspection of the tomb was an extremely complex operation which saw the cooperation of the interested bodies: the Archbishopric and the ecclesiastical authorities of the Cathedral, the Opera della Primaziale Pisana foundation, the government department BAPPSAED and the University of Pisa, whose respective representatives have formed a committee to follow the various phases of the operation. When the seals of the last search area were broken the mortal remains of the emperor appeared inside the coffin, wrapped in a shroud on which lay the crown, the sceptre and the orb. The three objects immediately bring to mind the images of the emperor portrayed in the 73 miniatures giving an illustrated account of his journey through Italy, commissioned after 1330 by his brother Baldovino, Archbishop of Treviri, and now conserved in the Landeshauptarchiv of Koblenz. Inside the coffin, there was also a lead cylinder containing a parchment that was later found to have come from the 17th century and the investigation carried out at that time.
 

Lions on the shroud

At this point, the real investigation which uncovered the true nature of the discovery began. It was immediately apparent that what had been defined in the 1921 report as "a fine shroud woven in bands" was actually an item of extreme interest for its singularity and consistency: it is in fact a large rectangular cloth, more than 300 cm long and 120 cm wide, made of silk in horizontal bands of around 10cm, with alternating colours, a reddish nut-brown (originally red) and blue, and particularly rich in symbolic significance. The blue bands are embroidered in gold and silver with pairs of lions facing each other, the most characteristic emblem of sovereignty, while a complex monochromatic tone on tone decoration, at present indecipherable, can be seen on the reddish bands.


Crown of Enrico VIIA crimson strip edged with yellow, placed at the top of the piece of fabric, bears traces of an inscription. The element which makes this relic singular, if not unique, is the selvedge edge along the length of the fabric and the checked bands at the shorter ends delimiting the beginning and end of the piece: this effectively defines the size of the shroud and can supply important information about its precise function. Other revelations about the remains of Enrico VII will soon be announced by Francesco Mallegni, an anthropologist from the University of Pisa, who recomposed the skeleton and the cranium which was badly damaged in the facial area. These interventions, with the necessary restoration processes and the use of specific methodology, have enabled an estimation of the height of the emperor, which appears to have been around 1.78 metres, and the age at which he died which seems to have been about 40. Further analyses of the tiny fragments sent to specialized laboratories will be able to offer new information about his state of health, the cause of death and the treatment of the emperor's body after his premature death in Ponte d'Arbia in 1313.

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