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Per divulgare la scienza ci vuole anche un po’ di sano umorismo. E’ questa una delle conclusioni che emerge da uno studio condotto da Elisa Mattiello ricercatrice di Lingua Inglese al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa che ha analizzato i TED Talks di ambito medico-scientifico tenuti fra il 2010 e il 2015. La ricerca, pubblicata sull’«International Journal of Language Studies», ha indagato le caratteristiche linguistiche dei TED Talks, un genere di comunicazione a metà strada fra una lezione universitaria e una conferenza che riflette anche degli influssi del Web per gli aspetti multimodali e l’ampia fruibilità su una piattaforma globale.

L’indagine si è concentrata in particolare su tre aspetti: la ridotta tecnicità dei contenuti e del lessico, l’utilizzo di un registro informale tipico della conversazione, incluso il tono umoristico, e l’uso della narrazione, attraverso esperienze o aneddoti personali, per introdurre gli argomenti specialistici.

 

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“Nei TED Talks i relatori usano raramente la terminologia medica o scientifica, se non accompagnata da spiegazioni o parafrasi e questo per comunicare anche ai non specialisti e ridurre la distanza con l’ascoltatore – spiega Elisa Mattiello - i TED Talks sono inoltre ricchi di parti narrative che permettono ai relatori di suscitare reazioni di simpatia o empatia da parte dell’audience, una loro peculiarità è poi l’umorismo, che può derivare da elementi di incongruenza, da autoironia e che soprattutto è utilizzato per alleggerire le tensioni derivanti da argomenti seri, delicati, come patologie o malattie”.

“Queste caratteristiche – aggiunge Elisa Mattiello – hanno contribuito ad affermare il successo dei TED Talks sia verso il grande pubblico sia verso gli specialisti e in particolare l’umorismo emerge come uno strumento di attrazione e persuasione, capace di confermare, anche rispetto ad una audience di esperti, la competenza del relatore e la sua familiarità con gli argomenti trattati”.


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Elisa Mattiello ricercatrice di Lingua Inglese al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica


Lo studio della ricercatrice dell’Ateneo pisano, svolto nell’ambito del Programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale 2015 ‘Knowledge Dissemination across Media in English’, ha quindi dimostrato come Internet abbia rivoluzionato il discorso specialistico e i suoi partecipanti, passando dalla comunicazione a senso unico dei generi monologici ad una conversazione pubblica con molteplici partecipanti. I TED Talks, infatti, non si rivolgono soltanto ad un pubblico di esperti co-presenti alle conferenze, ma anche ad un pubblico internazionale di partecipanti più vasto e variegato che accede ai talks sul Web.

 

Riferimenti all’articolo scientifico:
Elisa Mattiello, “The popularisation of specialised knowledge via TED Talks”, in "International Journal of Language Studies", Volume 11, Num. 4., Ottobre 2017, Numero speciale intitolato “English for Specific Purposes: Redefining the State of the Art”, curato da Emilia Di Martino, Gabriella Di Martino e Christopher Williams.

Dal 1° dicembre, l’Università di Pisa ha introdotto la misura di prevenzione della corruzione denominata Whistleblower, volta ad assicurare “protezione” a chi segnala illeciti consumati all’interno del nostro Ateneo.

La misura, prevista dalla c.d. legge anticorruzione (l. 190/2012) e recentemente rafforzata dal parlamento, è volta a far emergere situazioni che eventualmente pregiudichino la buona amministrazione e, a tal fine, contempla un regime di tutele rafforzate anche per i collaboratori e gli studenti dell’Università di Pisa che segnalino fatti illeciti di cui siano venuti a conoscenza. Nell’ambito dell’autonomia regolamentare, l’Ateneo ha infatti ritenuto importante estendere questa forma di tutela dell’anonimato e della riservatezza per chi segnala condotte di “cattiva amministrazione” a tutti coloro che ogni giorno lavorano e studiano nell’Università di Pisa.
L’intento è di favorire le possibilità di espressione del senso civico da parte di ciascuna componente della comunità accademica.

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Per questo l’Università si è anche dotata di un proprio Regolamento per la tutela del segnalante di condotte illecite ed ha attivato una piattaforma informatica per poter ricevere le segnalazioni:
https://www.unipi.it/index.php/amministrazione/item/11260-segnalazioni-di-illecito-whistleblower.

Ogni segnalazione, indirizzata al responsabile della prevenzione della corruzione, dottor Riccardo Grasso, deve essere effettuata responsabilmente e mai utilizzata per finalità individuali, ma unicamente per garantire l’etica e l’integrità dell’Università di Pisa.

Eventuali dubbi e domande nel merito potranno essere indirizzati a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Diffidenza e paura rispetto alla chimica? C’è una parola che definisce questo atteggiamento, ed è chemofobia, che letteralmente significa “avversione irrazionale o pregiudizio nei confronti della chimica e di tutto ciò che può definirsi chimico”. Un timore irrazionale, appunto, privo di fondamenti scientifici, che però è possibile superare grazie ad educazione e formazione. A spiegarlo è Valentina Domenici, docente di Chimica Fisica dell’Università di Pisa che da anni si occupa della questione anche nell’ambito della Società Chimica Italiana.

“La diffidenza nei confronti della chimica è spesso associata ad una scarsa conoscenza delle sue implicazioni nel mondo reale e nella vita quotidiana – dice la professoressa Domenici - per questo motivo il ruolo dell’educazione e in generale dell’insegnamento è fondamentale”.

E così, accanto all’attività accademica, da tempo Valentina Domenici si spende per avvicinare i giovani alla sua disciplina attraverso attività nelle scuole, eventi divulgativi, articoli e interventi – uno degli ultimi in ordine di tempo è ad esempio una riflessione sulla chemofobia, pubblicata sul portale fondato dal Gruppo 2003 per la ricerca scienzainrete.it.

 

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La professoressa Domenici al centro insieme a due suoi collaboratori

Tra le recenti attività per avvicinare i giovani alla chimica, Domenici ha portato al Festival della Scienza di Genova due laboratori di didattica attiva, uno pensato per i bambini delle scuole primarie e uno per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

“Dopo questa bella esperienza – continua Valentina Domenici – porteremo in giro per le scuole italiane uno dei due laboratori didattici: "Fare chimica con la luce", risultato di molti anni di attività di ricerca e di didattica, anche nell’ambito di Pianeta Galileo, il progetto di divulgazione scientifica promosso dal Consiglio regionale della Toscana, grazie al quale saremo in alcune scuole toscane a partire da gennaio 2018”.

Nel corso di questo laboratorio gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado utilizzano uno spettrofotometro portatile, realizzato proprio per applicazioni didattiche dallo spin-off dell’Università di Pisa Chema srl insieme all’azienda Ma.Vi srl. L’obiettivo è quello di far osservare ai ragazzi come dai colori sia possibile ottenere molte informazioni sulla natura chimica delle sostanze.

“Lo studio dei colori attraverso la spettroscopia molecolare nella regione visibile consente ad esempio di conoscere aspetti legati alla qualità dell’olio di oliva e di capire se è stato miscelato con altri oli vegetali - conclude Domenici, che sulla base di questi studi ha ideato insieme ai suoi collaboratori un metodo innovativo per studiare la chimica dell’olio – sfatando anche un tipico atteggiamento chemofobico che associa, in senso negativo, gli alimenti e la chimica”.

Due spedizioni del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa sono in partenza per l'Antartide, una per contribuire a definire la storia geologica e ambientale di quel continente e l'altra per raccogliere meteoriti in grado di aiutarci a capire le origini del sistema solare. Entrambe fanno parte della XXXIII Campagna Antartica del Programma Nazionale delle Ricerche finanziata dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

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Il primo gruppo, formato dai ricercatori Chiara Montomoli e Stefano Casale, è partito dall'Italia martedì 5 dicembre, con arrivo previsto tre giorni dopo. L’area di studio è situata nel Convoy Range, a sud della base italiana "Mario Zucchelli", e rappresenta il punto di raccordo tra le ricerche geologiche italiane e tedesche nella Terra Vittoria Settentrionale e le ricerche geologiche neozelandesi nella Terra Vittoria Meridionale. In particolare, gli studiosi dell'Ateneo pisano lavoreranno sulle Montagne Transantartiche, che costituiscono un punto nodale per la ricostruzione dell’evoluzione geologica e geodinamica dell’intero continente e sono particolarmente significative anche per la ricostruzione della storia glaciale della Calotta Est Antartica.

I ricercatori si occuperanno del rilevamento geologico-strutturale nel tentativo di comprendere attraverso quali processi geologici l'Antartide abbia acquisito la sua attuale configurazione e di ricostruirne la storia nelle varie ere geologiche. Tra le attività previste durante la campagna, vi è lo studio dei depositi glaciali, al fine di ricostruire le principali tappe dell’evoluzione della Calotta Orientale, l’elemento più rilevante del complesso sistema antartico. La caratterizzazione e la datazione delle principali fasi della storia glaciale del Continente Bianco contribuisce, infatti, a fornire gli elementi necessari alla modellizzazione dei comportamenti futuri in risposta ai profondi cambiamenti ambientali indotti dal riscaldamento del clima. L’attività di ricerca, svolta nell’ambito di collaborazioni internazionali, consentirà di colmare una lacuna nella cartografia geologica di questo settore del Mare di Ross e di fornire nuovi dati rilevanti per l’avanzamento delle conoscenze sulla storia geologica e ambientale del continente Antartico.

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Nella foto Chiara Montomoli e Stefano Casale.

La seconda spedizione, composta dai ricercatori Luigi Folco, Maurizio Gemelli e Matteo Masotta, a cui si aggregherà Jerome Gattacceca, del "Centre de Recherche et d’Enseignement de Géosciences de l’Environnement" di Aix en Provence-Marseille, si muoverà dall'Italia domenica 10 dicembre per rimanere circa due mesi in Antartide a caccia di meteoriti.

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Nella foto, da sinistra: Maurizio Gemelli, Luigi Folco e Matteo Masotta.

Le vaste distese di ghiaccio della calotta polare Antartica, infatti, sono un terreno straordinario per la raccolta di meteoriti, che vengono concentrate dalla dinamica glaciale in particolari aree di ghiaccio blu dette "trappole per meteoriti” dove se ne possono trovare a decine. Le meteoriti sono frammenti di asteroidi, comete e pianeti e lo studio delle loro proprietà chimiche e fisiche permette di esplorare le origini del sistema solare, circa 4.5 miliardi di anni fa e la sua successiva evoluzione. L’Antartide costituisce quindi una sorta di Eldorado per le scienze planetarie.

I tre ricercatori del dipartimento pisano di Scienze della Terra e quello francese istalleranno un campo remoto a Butcher Ridge, al limite tra la calotta e le vette più interne delle Montagne Transantartiche, che servirà da base per le ricerche che verranno condotte a piedi e in skidoo Il supporto sarà fornito dalla base estiva italiana "Mario Zucchelli", 550 km più a nord. Ad attenderli a 80 gradi di latitudine sud ci sarà luce cristallina, temperature medie di -30 gradi e venti di 25 nodi. Il sito del progetto sulle "Meteoriti Antartiche" è raggiungibile all'indirizzo: http://meteoant.dst.unipi.it/index.php.

I due gruppi di ricercatori terranno un diario di viaggio dall'Antartide, con racconti, immagini e video pubblicati sulla pagina facebook "L'Università di Pisa in Antartide".

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Il maggior contributore per l’Italia della banca dati on line mondiale della biodiversità è il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. Il nome di questo enorme archivio digitale è GBIF, acronimo di Global Biodiversity Information Facility, e ad oggi contiene circa 876 milioni di segnalazioni georeferenziate accessibili da chiunque via web e relative alla presenza di quasi sei milioni di specie di animali, piante, alghe, funghi e microorganismi in tutto il mondo. Per l’Italia si contano circa un milione e 300mila segnalazioni fra animali e piante di cui 215mila fornite appunto dal Dipartimento di Biologia.

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La mappa delle segnalazioni che riguardano Italia sul sito dell'Archivio Global Biodiversity Information Facility

 

Un risultato, sottolineano dall’Ateno pisano, che è stato possibile grazie a Wikiplantbase, un progetto nato nel 2013 per iniziativa di Lorenzo Peruzzi e Gianni Bedini, docenti di botanica sistematica, con lo scopo di raccogliere, standardizzare e rendere pubblica la documentazione relativa alla distribuzione delle piante vascolari in Toscana, altrimenti dispersa in migliaia di pubblicazioni, centinaia di migliaia di campioni d’erbario e un numero imprecisato di quaderni di campagna.

“In questi anni molti volontari hanno aderito con entusiasmo all’invito a collaborare a Wikiplantbase inserendo le loro segnalazioni floristiche o quelle già pubblicate da altri – racconta Gianni Bedini – e dopo poco più di un anno dalla nascita, il progetto ha ricevuto l’adesione dei colleghi di altre Università italiane, che si sono fatti carico delle segnalazioni floristiche delle rispettive regioni di appartenenza attraendo a loro volta altri volontari".


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Foto di gruppo del primo Wikifestival che si è svolto a Pisa

 

Wikiplantbase si colloca quindi nell'ambito dei progetti di "Citizen Science", che contribuiscono a instaurare solidi collegamenti tra l'accademia e la società civile e sostengono la terza missione delle università. Oggi il progetto può contare su 122 collaboratori, in maggioranza di estrazione non accademica, che per la prima volta l’estate scorsa si si sono incontrati in occasione del primo Wikifestival che si è svolto all’Orto Botanico dell’Università di Pisa.

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Per saperne di più su Wikiplantbase:

Wiki Toscana
Wiki Sardegna
Wiki Liguria
Wiki Sicilia

Christopher Hacon, laureato dell’Università di Pisa ed ex allievo della Scuola Normale, attualmente professore presso l’Università dello Utah a Salt Lake City, ha vinto il prestigioso “Breakthrough Prize” insieme a James McKernan della University of California di San Diego. Il premio - 3 milioni di dollari elargiti dalla Breakthrough Foundation - può essere considerato un "Oscar della Scienza".

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La premiazione si è svolta lo scorso 3 dicembre a Palo Alto in California, con una cerimonia presentata da Morgan Freeman. Il premio è stato conferito ai due matematici per i loro lavori sulla geometria birazionale in dimensione alta, tema centrale della ricerca in geometria algebrica che ha come punto di partenza le idee sviluppate dalla scuola italiana di geometria nei primi anni del XX secolo.

Christopher Hacon è nato a Manchester nel 1970 e da piccolo si è trasferito a Pisa con la famiglia. Ha frequentato l'intero ciclo scolastico nelle scuole di Pisa e si è iscritto all'Università di Pisa nel 1988, risultando vincitore del concorso per allievi ordinari della classe di scienze della Scuola Normale. Si è laureato nel 1992 sotto la guida del professor Fabio Bardelli e ha iniziato nello stesso anno il corso di perfezionamento della Scuola Normale. Nel 1994 si è trasferito a Los Angeles dove ha conseguito il Phd presso la UCLA, avendo come relatore il professor Robert Lazarsfeld.

Micaela Mariani, specialista italiana nel lancio del martello vincitrice di due titoli italiani assoluti e quattro nazionali universitari, si è laureata in Ingegneria gestionale all’Università di Pisa. Raggiunto l’obiettivo della laurea, la campionessa sportiva, 29 anni, di Pietrasanta, sta valutando l'idea di continuare a studiare presso l’Ateneo pisano. In particolare le piacerebbe proseguire il percorso intrapreso e iscriversi al corso di laurea specialistica in Ingegneria gestionale. La sua aspirazione è specializzarsi nel campo dei software Enterprise resource planning (ERP), per la gestione e l'integrazione di tutti i processi di business rilevanti di un’azienda.

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La passione di Micaela per lo sport si era manifestata già, in tenera età ma è nel 2002 che si avvicina al mondo dell’atletica leggera. Approdata così al campo scuola, per due anni, prova diverse discipline finché nel 2004 viene indirizzata verso la "gabbia". Nota subito un'attitudine per questa disciplina che la proietta nell'élite nazionale del lancio del martello.

Nel 2005, dopo un anno di attività, centra la convocazione per i Campionati Mondiali Under 18 di Marrakech. Nel 2006 viene convocata due volte in Nazionale: vince la gara del martello svoltasi in Tunisia durante l’incontro internazionale juniores e partecipa all'incontro internazionale giovanile tenutosi a Tolosa.

Nello stesso anno mette in bacheca il suo primo titolo italiano conquistato a Rieti, al debutto nella categoria Juniores, bacheca poi arricchita dal secondo titolo, conquistato nel 2007 a Bressanone. Vince la gara del lancio del martello nella Coppa del Mediterraneo ovest juniores a Firenze e poi giunge quinta all'Incontro internazionale giovanile di lanci lunghi svoltosi in Spagna a Murcia.

Nel 2011 vince per la prima volta i Campionati universitari a Torino, titolo confermato nel 2013 a Cassino, nel 2014 a Milano presso l'Arena con la misura di 65,38 m e nel 2015 a Fidenza.

Il 2013 regala a Micaela parecchie soddisfazioni: vola in Russia per la 27° Universiade estiva (svoltasi a Kazan) e nella pedana internazionale, nonostante atlete di altissimo livello, manca per pochi centimetri la finale piazzandosi nona; nel mese di luglio 2013 conquista il suo primo titolo italiano assoluto all’Arena di Milano e ad agosto arriva la sua prima convocazione in Nazionale assoluta. Veste così con orgoglio la maglia azzurra a Valence in occasione del DécaNation. Micaela si cimenta, a marzo del 2013, anche nel sollevamento pesi conquistando la medaglia di bronzo ai campionati italiani di pesistica nella categoria 75 kg, svoltasi a Biella.

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All'inizio del 2014 ha l'opportunità di allenarsi in Sud Africa: nella pedana internazionale di Potchefstroom ottiene il suo record personale, così, grazie ai risultati ottenuti, nel mese di marzo vola in Portogallo dove per la seconda volta veste la maglia azzurra in occasione della Coppa Europa di lanci invernale di Leiria. Nel mese di luglio si tengono i Campionati italiani assoluti a Rovereto dove ottiene il suo nuovo record personale di 66,24 metri, che le permette di vincere il secondo titolo italiano assoluto.

Nel 2014 Micaela viene eletta atleta toscana dell’anno dalla Federazione italiana di atletica leggera e nel 2014 e 2015 viene premiata dal Coni con la medaglia di bronzo al valore atletico. Con la misura di 66,24 m realizzata a Rovereto, è diventata la sesta migliore italiana martellista di sempre.

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Gianluca Fiori, professore associato di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, è tra i 329 scienziati europei che hanno ottenuto il prestigioso ERC Consolidator Grant, attribuito ogni anno a ricercatori con 7-12 anni di esperienza post dottorato i quali ricevono così sino a 2 milioni di euro di finanziamento sulla base di un elevato curriculum scientifico e di un progetto di ricerca altamente innovativo.

Il progetto presentato riguarda le applicazioni di materiali bidimensionali, come il grafene, nel campo dell’elettronica, per la costruzione di circuiti elettronici contenuti per esempio nei nostri computer e smartphone, e che in futuro potranno essere stampati su supporti flessibili come la carta.

“Grazie alla collaborazione con l’Università di Manchester, insignita del premio Nobel 2010 per le ricerche sul grafene – spiega Fiori – possediamo degli inchiostri ricavati da questo materiale, che sono del tutto simili agli inchiostri delle nostre stampanti, ma con proprietà elettroniche eccellenti. La ricerca finanziata ha lo scopo di utilizzare questa tecnologia per stampare circuiti integrati e transistor. Magari, in un futuro non lontano, potremmo arrivare a stampare da soli il nostro ipad o il nostro smartphone, con una semplice stampante a getto di inchiostro e un foglio di carta. Potremo quindi progettare e stampare dispositivi “personalizzati”, che rispondono alle nostre esigenze specifiche, a basso impatto ambientale e facilmente smaltibili”.

 

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Gianluca Fiori, professore associato di elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione

Responsabili di questo scenario futuristico sono le proprietà degli inchiostri composti da materiali bidimensionali (sottili come un singolo strato atomico), a base d’acqua, biocompatibili e adatti a una tecnologia a basso costo come la stampa a getto di inchiostro. Questa tecnologia può aprire la porta a innumerevoli applicazioni, che vanno da etichette intelligenti per l’industria 4.0 a dispositivi biomedicali per l’analisi dei segnali biometrici, a metodi smart anti contraffazione.

“Al momento – aggiunge Fiori – il livello di integrazione dei circuiti bidimensionali a cui possiamo arrivare è simile a quello che la tecnologia basata sul silicio (tuttora utilizzata per costruire i nostri processori) aveva negli anni settanta, quando la potenza di calcolo dei computer era immensamente inferiore all’attuale. Ma poi le cose sono progredite in modo sorprendentemente veloce: il primo processore, realizzato agli inizi degli anni 70, conteneva solo 2000 transistor: ora i chip ora ne contengono miliardi".

Nei prossimi 5 anni, il professor Fiori e il suo gruppo di ricerca lavoreranno per rendere reale quello che ora, nell’immaginario collettivo, sembra un film di fantascienza.

Circa 3.000 sono stati i progetti presentati per ottenere il riconoscimento. I 329 selezionati riceveranno un finanziamento complessivo di 630 milioni di euro. 33 gli Italiani, di cui però solo 14 condurranno la propria ricerca in Università e strutture italiane. Oltre all’Università di Pisa, con il Grant di Fiori, nella lista dei premiati figurano l’Università di Milano, l’Università di Padova, la Sissa di Trieste, il Politecnico di Torino, la Sapienza di Roma, l’Inaf, l’Infn, l’Università Sacro Cuore, il Laboratorio Europeo di Spettroscopie, l’Università di Torino e il CNR.

Anche l’Università di Pisa sarà a Roma dal 1 al 3 dicembre per partecipare alla quinta edizione della Maker Faire, la più importante manifestazione nel campo dell'innovazione organizzata dalla Camera di Commercio della capitale e dedicata a settori quali realtà virtuale e aumentata, robotica, impresa 4.0, Internet delle cose, energia sostenibile e mezzi di trasporto del futuro.

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Negli stand e nei workshop tematici i ricercatori dell’Ateneo illustreranno le più recenti innovazioni sviluppate dal Centro “E.Piaggio” e dai dipartimenti di Ingegneria dell'Informazione e di Informatica. I visitatori potranno così vedere la mano robotica SoftHand, il robot semi-antropomorfo progettato per l’interazione remota AlterEgo, e il veicolo a guida autonoma Jobot. Saranno inoltre presentati i progetti UBORA sulle tecnologie biomediche per la sanità in Africa, VOSTARS che ha l’obiettivo di creare un visore per realtà aumentata in chirurgia, UMI-SCI-ED pensato per educare i ragazzi all’Internet delle cose e ILIAD, robotica per la logistica e la gestione dei magazzini in industria 4.0.

Partecipa inoltre alla Maker Faire Zerinth, una startup dell’Università di Pisa, che mostrerà la sua 4zerobox, una scatola intelligente in grado di traghettare le imprese verso l’industria 4.0 senza la necessità di acquistare nuovi macchinari ma “aggiornando” in modo automatico quelli esistenti. Sarà infine presentato anche il progetto Tennis Commander, il primo software di monitoraggio delle performance dedicato ai tennisti di tutte le categorie, ideato da una start-up del dipartimento di Informatica in procinto di essere riconosciuta come spin-off dell'Università di Pisa.

Il Curriculum Climatologico del corso di laurea magistrale in Scienze Ambientali dell’Università di Pisa è stato presentato al Festivalmeteorologia ospitato a Rovereto dal 17 al 19 novembre. L’evento, giunto alla sua terza edizione, è stato organizzato da Università degli Studi di Trento, Comune di Rovereto, Trentino Sviluppo e Fondazione Museo Civico di Rovereto. Quest’anno nell’ambito della manifestazione è stata organizzata, nella giornata di domenica 19 novembre, una sessione sulla formazione universitaria. Nell'Aula Magna del dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell'Università di Trento a Rovereto una dozzina di docenti universitari hanno illustrato l'offerta formativa dei vari atenei nel settore della meteorologia.

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L’organizzazione del Festival ha voluto includere tra le presentazioni anche quella del presidente del corso di laurea magistrale in Scienze ambientali dell’Università di Pisa, Marta Pappalardo, che ha presentato il Curriculum Climatologico, attivato nell’ambito del corso di laurea a partire dall’anno accademico 2016-17. Questo progetto didattico, infatti, rappresenta un unicum nel panorama italiano, ed è complementare all’offerta didattica in ambito meteorologico. Le due discipline, infatti, sono accomunate, nel nostro paese, dall’esistenza di un’offerta didattica insufficiente a fronte di un loro crescente impatto sociale. È indispensabile che meteorologi e climatologi sviluppino forme di collaborazione, anche a livello didattico, che consentano loro di acquisire peso specifico che nell’ambito delle politiche di pianificazione territoriale e di mitigazione dei dissesti, anche nell’ottica della prossima istituzione dell’Agenzia Nazionale “Italia Meteo”.

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Il Festival rappresenta un’ormai collaudata occasione di incontro, di conoscenza e interazione tra le diverse realtà della meteorologia italiana, riunendo i ricercatori del settore, gli operatori dei servizi meteorologici istituzionali e privati, i professionisti e i rappresentanti delle aziende del settore, ma anche gli appassionati di meteorologia, le scuole di diverso ordini e grado e il grande pubblico. Il programma comprende incontri e conferenze, attività didattiche e ludiche, laboratori, mostre e concorsi, oltre a spazi espositivi dedicati a enti, aziende ed associazioni. All’Università di Trento il Presidente della Repubblica ha voluto conferire la Medaglia d’Onore come segno di riconoscimento per la rilevanza assunta da questa iniziativa.

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