Lunedì 18 maggio è la Giornata Internazionale dei Musei: l’emergenza del Covid-19 non impedisce di celebrare comunque questa ricorrenza, grazie a tanti appuntamenti digitali e online. Il Sistema Museale di Ateneo (SMA) sarà attivo con numerose iniziative, per ricordare al pubblico che scienza e cultura non si fermano, anzi, trovano nuovi modi per continuare la loro diffusione.
Il ricco programma di incontri digitali, moderato dal presidente dello SMA, Chiara Bodei, si concluderà alle ore 21 con l’iniziativa "Restart360", una visita guidata virtuale del Museo degli Strumenti per il Calcolo: un tour immersivo su quanto presente prima della ristrutturazione attuale, che diviene dunque strumento di memoria. Oltre alla collezione permanente, sarà possibile apprezzare la mostra "Congetture Isomorfe" dell’artista Francesco Zavattari, curata da Cláudia Almeida e prodotta da Cromology Italia, che dal 10 giugno 2017 per ben 808 giorni è stata ospitata nei locali museali collezionando migliaia di visitatori e importantissime recensioni, tra cui quella di Marcus du Sautoy, professore di matematica a Oxford. A condurre il pubblico in questo viaggio il direttore del Museo, Fabio Gadducci, il CEO di Cromology Massimiliano Bianchi, Zavattari stesso e Gaetano Spagnuolo e Tommaso Buquicchio di OnVision, che ha curato la realizzazione tecnica della visita virtuale.
Molti altri appuntamenti sono però previsti per la giornata. Si comincia alle 17:45 con una breve introduzione alla giornata da parte della professoressa Bodei, per proseguire alle 18 con la premiazione di Fi/oTO 2020, il Concorso fotografico a tema botanico, organizzato dall’Orto e Museo Botanico di Pisa, alla presenza del suo direttore Lorenzo Peruzzi. Nei giorni scorsi sono state selezionate trenta immagini fra le molte inviate, che sono poi state pubblicate sulla pagina Facebook del museo. L’autore della foto con più like riceverà in premio una copia del volume "Flora d’Italia" di Sandro Pignatti. Le dodici foto più votate (inclusa quella vincitrice) saranno in seguito utilizzate per il calendario 2021 dell’Orto e Museo Botanico di Pisa.
Infine, alle ore 19 sono previsti due webinar, che illustrano le attività e approfondiscono la storia di due importanti realtà espositive legate al Sistema Museale di Ateneo.
Un intervento su "Il congresso dei dotti e la nascita del Museo di Anatomia Umana" sarà tenuto da Gianfranco Natale, direttore del Museo: sebbene una prima raccolta museale fosse stata già organizzata agli inizi dell’Ottocento nei nuovi Stabilimenti Anatomici, inaugurati nel corso del 1832, l’apertura al pubblico importante fu proprio in occasione della Prima Riunione degli Scienziati Italiani, tenutasi a Pisa nell’ottobre 1839.
Un ulteriore incontro sarà condotto da Sergio Giudici, direttore del Museo degli Strumenti di Fisica, su "Il Museo Scientifico: quale fruizione possibile? L'esempio della Fisica nel Sistema Museale dell'Università di Pisa". Il museo scientifico pone la sfida di coniugare conservazione e fruizione. Le idee e i concetti che dimorano nei reperti devono poter uscire dalle teche nei quali sono custoditi. Come rendere parlante uno strumento scientifico musealizzato?
"È in momenti di crisi come quello attuale che tutti noi sentiamo il bisogno di trovare nella cultura le risorse e le energie per resistere - ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella - Far sentire la nostra presenza anche attraverso il nostro Sistema Museale d'Ateneo è fondamentale. Per questo, seppur chiusi, i nostri musei si apriranno virtualmente al pubblico, in attesa di poter tornare ad accogliere, in tutta sicurezza, i nostri visitatori".
"Stiamo lavorando alacremente per la riapertura, in piena sicurezza, di tutti gli spazi espositivi - ha commentato la professoressa Chiara Bodei - ma nel frattempo desideriamo dare un segnale forte e concreto attraverso i tanti contenuti digitali proposti al pubblico in questo periodo e quelli ancora in preparazione. Il Sistema Museale dell’Ateneo di Pisa c’è e costituisce un punto di riferimento, aperto a tutti coloro che vorranno fruire delle nostre iniziative. Da qui il concept 'Restart360': non solo una visione tridimensionale degli spazi, ma un coinvolgimento a tutto tondo di persone, musei, dipartimenti e discipline differenti, riuniti sotto l’unico fine di divulgare bellezza e conoscenza".
La notizia era già trapelata tempo fa, ma adesso è ufficiale. Lucia Calvosa è la nuova presidente di ENI. Lo ha deliberato oggi l'assemblea ordinaria e straordinaria del Gruppo petrolifero assieme all'approvazione del bilancio 2019. Il nuovo Consiglio d'Amministrazione, presieduto dalla professoressa dell’Università di Pisa, rimarrà in carica fino al 2022.
Lucia Calvosa, professore ordinario di diritto commerciale dell'Università di Pisa sostituisce, dopo due mandati, Emma Marcegaglia. Al suo fianco: Claudio Descalzi, consigliere; Ada Lucia De Cesaris consigliere; Filippo Giansante consigliere; Pietro Angelo Mario Antonio Guindani, consigliere; Karina Audrey Litvack, consigliere; Emanuele Piccinno consigliere; Nathalie Tocci consigliere; Raphael Louis L. Vermeir consigliere.
“Conosco personalmente Lucia Calvosa da molti anni - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - e ne apprezzo da sempre la levatura e la dedizione alla nostra Università. Sono fiero che una donna dell’Università di Pisa rivesta un ruolo così strategico per il Paese. Faccio a Lucia i miei migliori auguri per questa nuova e importante avventura professionale”.
Nata a Roma il 26 giugno 1961, Lucia Calvosa è titolare dei corsi di Diritto commerciale e di Diritto fallimentare al Dipartimento di Economia e Management dell'Ateneo pisano, dove ha ricoperto per alcuni anni anche gli insegnamenti di Diritto Privato e di Diritto Bancario.
Sempre a Pisa è stata Presidente del corso di laurea in Economia e Commercio per due mandati ed è ancora oggi componente del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in “Impresa, Diritto Internazionale e Processo”. Oltre ad essere Presidente del Comitato Didattico Scientifico dell’Associazione Ordine Dottori Commercialisti dell’Alto Tirreno e membro della Commissione per l'Abilitazione Scientifica Nazionale a professore universitario di prima e seconda fascia di Diritto Commerciale.
Negli anni Lucia Calvosa ha svolto studi e ricerche presso l’Institut für au¬sländisches undinternationales Privat-und Wirtschaftsrecht dell’Università di Heidelberg, oltre ad aver partecipato, con relazioni ed interventi, a numerosi Convegni di studio nazionali ed internazionali.
Nella sua lunga carriera manageriale, la professoressa Calvosa è stata membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro di Pisa, del CdA della Fondazione Arpa e di quelli della Camera di Commercio di Pisa e della Fondazione Pisa.
Dal 2008 al 2011 è stata Presidente della Cassa di Risparmio di San Miniato SpA. Mentre dall'agosto 2011 al maggio 2019 è stata Consigliere di Amministrazione Indipendente di TIM SPA nonché (dall'Aprile 2014) Presidente del Comitato Controllo e Rischi. Oltre ad essere stata, dal 2015 al 2017, Consigliere di Amministrazione Indipendente della Banca Monte dei Paschi. Attualmente è Consigliere di Amministrazione anche di Crescita Spa e della società Editoriale Il Fatto Spa.
Nell’anno 2005 è stata insignita, dall’Università di Pisa, dell’Ordine del Cherubino, il più alto riconoscimento accademico dell’Ateneo pisano. Mentre nel 2010 è stata insignita della medaglia Unesco. Dal 2012, inoltre, è Cavaliere dell'Ordine "al merito della Repubblica Italiana". Tra i riconoscimenti più recenti anche il premio "Ambrogio Lorenzetti”, per la buona governance nelle imprese.
“Pensiamo insieme il futuro”: l’Università di Pisa con i giovani per rilanciare cultura e formazione
L’Università di Pisa lancia il progetto “Pensiamo insieme il futuro”, con oltre cento iniziative programmate dal 13 maggio fino a luglio, accessibili online da tutta Italia e dall’estero, che intendono contribuire al rilancio del Paese, all’investimento in cultura e formazione e alla costruzione del futuro dei giovani attraverso attività in rete di crescita, conoscenza, orientamento e approfondimento per tutti i ragazzi, per i futuri studenti universitari, e per la società in genere.
"È il tempo di dimostrare quanto crediamo nel futuro - ha detto il rettore Paolo Mancarella - dando alle nuove generazioni strumenti e possibilità perché possano esserne i veri protagonisti. Mai come oggi il nostro Paese ha bisogno dei suoi giovani. Il progetto nasce con questo intento: fornire loro strumenti e suggerimenti per aiutarli nelle scelte che si accingono a fare, stimolando la loro curiosità e aprendo loro le porte ‘virtuali’ di UniPi, in attesa di poterli accogliere di persona".
Il rettore Paolo Mancarella presenta il progetto "Pensiamo insieme il futuro".
Il progetto (http://unipi.it/pensiamoilfuturo) si articola in tre sezioni. La prima, dal titolo “Parliamone”, consiste in una serie di incontri online in cui giovani dialogano su attualità e futuro con docenti dell’Università di Pisa. In ognuno di essi, quattro docenti si confrontano esaminando da angolature diverse un tema di rilievo per la società moderna in ambito culturale, scientifico, tecnologico, medico, sociale. Lo fanno con un linguaggio accessibile anche agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e rispondendo in diretta agli stimoli provenienti dal pubblico. Si inizia venerdì 22 maggio con l’incontro dal titolo “Tra disastri e sfide epocali: le pandemie e la costruzione del futuro” e si continua nelle settimane successive parlando di “Cibo, salute e fake news” (25 maggio), “Le parole che usiamo parlando, scrivendo, online” (29 maggio), “Cos'è l'intelligenza (non solo artificiale)” (4 giugno), “La vita sugli altri pianeti” (11 giugno) e “Più connessi, più sicuri? La Cybersecurity nella società e nell'economia dei dati” (18 giugno). L’ultimo appuntamento attualmente in programma è per il 26 giugno, quando in discussione ci sono “Le parole dell'economia: Spread, MES, rating, default…”. Incontri successivi saranno fissati su temi richiesti dal pubblico tramite form disponibile sul sito. Chiunque può partecipare agli incontri e proporne di nuovi.
La seconda sezione del programma ha in calendario una serie di lezioni dal titolo “Verso la maturità. Avviciniamoci insieme” per accompagnare gli studenti che stanno per affrontare un appuntamento anche simbolicamente molto rilevante del loro percorso formativo, in una situazione particolare e difficile. Le lezioni saranno incentrate su temi tipicamente affrontati al quinto anno dei vari istituti secondari di secondo grado, con la possibilità di interagire e porre le proprie domande ai docenti universitari. In questo caso, il primo appuntamento è mercoledì 13, dalle 14:30 alle 17:15, con Roberto Gronda che interviene sul rapporto tra “Filosofia e Scienza”, seguito da Saulle Panizza che illustra il tema “Il principio personalista nella Costituzione italiana” e poi Lucia Pallottino, che discute di “La robotica di oggi e di domani”. Le lezioni proseguiranno, a cadenza settimanale, il 20 maggio con i seguenti temi: “Difendere le verità inutili. Pirandello e l’umorismo” (Raffaele Donnarumma), “Biochimica: destinazione cervello” (Eleonora Da Pozzo) e “Le avanguardie del ‘900” (Mattia Patti). La terza e ultima giornata sarà il 27 maggio, quando si parlerà di “Calcolabilità e algoritmi” (Fabrizio Luccio), “Guerra, guerra totale, guerra civile: il secondo conflitto mondiale e la storia del Novecento” (Gianluca Fulvetti) e “I cristalli intorno a noi” (Elena Bonaccorsi).
La terza sezione, dal titolo “Piacere, UniPi! L’Ateneo si presenta ai futuri studenti”, riguarda le attività di orientamento dedicate ai giovani che nell’attuale situazione di emergenza sono chiamati a fare una scelta, informata e consapevole, sull’opportunità di proseguire la propria formazione e sul percorso universitario più adatto alle loro aspirazioni. Attraverso oltre cento incontri a distanza che saranno man mano pubblicizzati sul sito del progetto, gli studenti e le loro famiglie avranno l’opportunità di vedere e ascoltare dal vivo, in maniera interattiva, il racconto degli studi universitari e di tutto quanto l’Università e la città di Pisa mettono a disposizione per accoglierli e farli crescere sentendosi a casa loro.
A completare il progetto “Pensiamo insieme il futuro”, sul sito sarà possibile trovare anche i 23 video della raccolta “Raccontare la ricerca”, che descrivono alcuni dei principali progetti sviluppati all’Università di Pisa, e i programmi televisivi in corso di realizzazione grazie alla collaborazione con l’emittente “50 Canale” su argomenti legati alla vita durante e dopo l’emergenza coronavirus, oltre che su aspetti, momenti e luoghi dell’Ateneo e della città di Pisa.
È scomparso a Montecatini, dopo lunga malattia, all’età di 82 anni, il professor Silvano D’Alto. Architetto e sociologo, allievo di Giovanni Michelucci, è stato per lungo tempo docente di Sociologia urbana e di Sociologia dell’ambiente al dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa e membro della Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole.
Originario di Sarzana, D’Alto è stato un uomo di grande generosità e di rara sensibilità. Si era laureato in Architettura a Firenze e dopo alcuni anni dedicati alla professione e all’insegnamento nelle scuole superiori aveva cominciato a collaborare con l’allora dipartimento di Sociologia dove aveva iniziato un lungo rapporto di collaborazione e amicizia con il professor Gian Franco Elia, di cui sarà consigliere ascoltato quando Elia divenne rettore dell’Ateneo pisano.
Longilineo, ossuto, con una candida capigliatura che era il suo tratto distintivo, ha insegnato per tanti anni presso l’Università trasmettendo a generazioni di studenti l’amore per lo studio dello spazio urbano. Instancabile e curioso viaggiatore ha condotto con grande passione ricerche nella savana venezuelana, a Caracas, in Ungheria e in Inghilterra da cui sono derivate numerose pubblicazioni. Tra gli argomenti dei suoi studi ricorre il tema del rapporto urbano e sociale tra centro e periferia per ridare senso e dignità a quest’ultima, come ha detto in uno degli ultimi interventi pubblici: “Avendo riguardo a connettere tutto quello che in periferia è disconnesso o meglio aspetta di essere connesso con forza e con dolcezza di senso”.
È anche per questa delicatezza d’animo e di linguaggio che di lui resta il ricordo di un uomo che ha dedicato tutta la vita alla ricerca del senso profondo delle cose e alla cura degli altri.
Dopo l’appello all’Italia dello scorso marzo, è partita ad aprile dall’Università di Pisa una nuova lettera aperta indirizzata all’Europa che in pochi giorni ha raccolto le firme di 1.800 economisti di oltre 550 atenei europei. I destinatari sono le presidenti della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea e i vari capi di stato dell’UE. La questione centrale sono ancora una volta i provvedimenti urgenti da adottare per far fronte alla gravissima crisi economica provocata dalla diffusione del coronavirus.
“In questo nuovo appello alle autorità europee ribadiamo quali devono esser le misure urgenti da adottare – spiega il professor Mario Morroni dell’Università di Pisa promotore dell’iniziativa insieme al collega Pompeo Della Posta – anche in questo caso non citiamo l’utilizzo del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, perché presenta diverse criticità, mentre proponiamo l’emissione di ‘European Renaissance Bonds’ garantiti dalla Banca Centrale Europea, riteniamo infatti fondamentale che ci sia una risposta comune nei confronti di una minaccia comune”.
Il nuovo appello insieme all’elenco dei firmatari è disponibile sul sito https://europeanrenaissance.altervista.org/ dove è possibile aderire direttamente.
Da sinistra Mario Morroni e Pompeo Della Posta
“L’ampia adesione all’appello che abbiamo avuto in pochissimi giorni - sottolinea Morroni - è certamente dovuta alla percezione dell’estrema gravità della crisi economica e sociale determinata dalla diffusione del coronavirus e all’esigenza di convincere i responsabili delle politiche economiche nazionali ed europee a prendere decisioni adeguate alla portata del fenomeno”.
La redazione del testo curata da Mario Morroni e Pompeo Della Posta ha coinvolto anche economisti italiani e di università tedesche, francesi, olandesi e inglesi. Per quanto riguarda la sola realtà pisana, hanno firmato diciannove fra economisti e accademici dell’Università di Pisa, cinque della Scuola Superiore Sant’Anna e due della Scuola Normale Superiore.
“La rapida evoluzione del dibattito politico in corso – conclude il professore dell’Università di Pisa - è influenzata dalla crescente pressione dell’opinione pubblica che si domanda quale sia il significato dell’integrazione europea se, in questo momento così grave, l’Unione Europea non manifesta una reale solidarietà verso i propri cittadini colpiti dalla pandemia e non è in grado di adottare le misure economiche necessarie a evitare che l’Europa sprofondi in una recessione senza precedenti”.
Le politiche per la crescita verde non sono in grado di accelerare la crescita economica perché tendono a peggiorare le condizioni sociali, a meno di interventi aggiuntivi diretti a sostenere il lavoro e la distribuzione del reddito. È questo in sintesi quanto emerge da uno studio di macroeconomia ecologica condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa e pubblicato su "Nature Sustainability", una rivista del gruppo Nature.
Lo studio mette a confronto tre scenari alternativi per valutare gli effetti diretti e indiretti di differenti mix di misure sia sul sistema socio-economico che ambientale. Ispirato ad un approccio multidisciplinare, la valutazione degli effetti di breve e lungo periodo (fino al 2050) si basa su una gamma di indicatori, tra i quali: PIL, emissioni di gas serra, disuguaglianza, deficit pubblico, occupazione e consumi energetici.
Il gruppo di ricerca ha messo a disposizione del pubblico una piattaforma online, liberamente accessibile, dove poter simulare diversi scenari e i loro effetti sulle emissioni e sulle principali variabili socioeconomiche. I simulatori, disponibili sul sito del laboratorio REMARC dell'Università di Pisa, sono EUROGREE calibrato per la Francia e 2METE per il caso italiano.
Dai risultati delle simulazioni condotte dai ricercatori emerge un "paradosso della crescita verde": cioè parte della riduzione delle emissioni inquinanti dovute alle politiche green è dovuta a una minore crescita economica rispetto a quella desiderata.
"Parte del calo delle emissioni di C02 che segue le politiche di crescita verde – spiega il professore Simone D'Alessandro del Dipartimento di Economia e Management dell'Ateneo pisano che ha condotto la ricerca - non è una conseguenza diretta dell'espansione delle energie rinnovabili o dell'efficienza energetica ma deriva da una riduzione della domanda aggregata e della produzione dovuta a sua volta all'aumento della disoccupazione".
"La crescita verde, cioè una combinazione di progresso tecnologico e di misure pensate per favorire l'efficienza energetica – aggiunge D'Alessandro - rimane la strategia principale sostenuta dai governi e dalle istituzioni internazionali per affrontare la crisi ecologica contemporanea e tuttavia il successo ambientale di queste politiche dipende dal loro fallimento nel favorire la crescita economica, un fenomeno che abbiamo chiamato appunto il 'paradosso della crescita verde'".
Lo studio non si ferma qui. Gli altri due scenari che presenta prevedono l'introduzione di politiche sociali radicali a sostegno dei lavoratori - tra cui una riduzione dell'orario di lavoro e il lavoro garantito dal settore pubblico - per contrastare i possibili danni sociali dovuti alla crescita verde. Queste politiche risultano efficaci nel migliorare la condizione sociale e ottenere al contempo un'importante riduzione delle emissioni, seppur al prezzo di un più alto indebitamento pubblico (di lungo periodo). Nell'ultima simulazione, in aggiunta alle politiche sociali ed energetiche degli altri due scenari, sono quindi analizzati gli effetti di una riduzione volontaria dei consumi privati. Il risultato è una ulteriore riduzioni delle emissioni, senza compromettere l'occupazione o peggiorare la distribuzione del reddito.
"Dalla nostra ricerca - conclude D'Alessandro - emerge che i percorsi alternativi verso un'economia a basse emissioni di carbonio sono possibili, ma vanno associati a politiche pubbliche, e possibilmente ad una riduzione del livello dei consumi".
Il gruppo di lavoro che ha realizzato lo studio pubblicato su Nature Sustainability è composto da Simone D'Alessandro, André Cieplinski e Tiziano Distefano per l'Università di Pisa e da Kristofer Dittmer per il centro studi svedese Cogito.
E’ partita dall’Università di Pisa all’inizio di marzo una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e al commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni. Alla lettera-appello hanno aderito 160 economisti che esprimono la loro preoccupazione per le sorti dell’Italia e dell’Unione europea alle prese con l’emergenza coronavirus. Ora i due promotori dell’iniziativa, i professori Mario Morroni e Pompeo Della Posta stanno lavorando a un nuovo testo da rivolgere direttamente alle istituzioni europee con l’obiettivo di lanciarlo nei prossimi giorni.
Da sinistra, Mario Morrone e Pompeo Della Posta
“L’idea iniziale dell’appello – spiega Mario Morroni – ci è venuta l’8 marzo e subito abbiamo raccolto tantissime adesioni, quindi nei giorni successivi c’è stata la pubblicazione del documento su molte testate nazionali e locali come La Repubblica, Il Sole 24 Ore, MicroMega e Il Tirreno. In questi giorni stiamo preparando una versione inglese della lettera-appello che mira a raccogliere l’adesione di numerosi colleghi europei”.
Punto centrale della riflessione in corso è il coinvolgimento dell’Unione europea nella gestione della crisi, come del resto appare evidente dall’incipit stesso dell’appello italiano: “È urgente che l’Unione europea adotti un pacchetto di provvedimenti di politica economica in grado di far fronte alla grave crisi sanitaria ed economica, dovuta alla diffusione del coronavirus”.
“I Paesi europei – conclude Morroni – non possono affrontare la crisi singolarmente, occorre pensare a strategie di breve e lungo periodo, quindi a nuove misure per sostenere economia e sanità nell’ambito dei trattati esistenti, come ad esempio i cosiddetti Eurobond, e in prospettiva anche a una modifica dei trattati stessi”.
Un brindisi con acqua pubblica per dire addio alla plastica. Così il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, ha dato il via lunedì 10 febbraio a una nuova stagione per la vita dell’Ateneo, proiettata verso una sempre maggior sostenibilità ambientale. "Oggi – ha commentato il rettore – abbiamo inaugurato sette nuovi erogatori di acqua pubblica che, assieme alla distribuzione delle borracce, ci aiuteranno ad abbattere le bottigliette di plastica consumate nel nostro Ateneo. Circa 2.000 al giorno solo nel Polo Piagge e 350.000 all'anno in tutto l'Ateneo, pari a 7 tonnellate di PET per la cui produzione vengono emesse nell’atmosfera quasi 16 tonnellate di CO2. Senza contare l’impatto del trasporto e del loro smaltimento. È solo un primo passo, ma grazie anche alla neo-costituita Commissione di Ateneo, daremo rapidamente un contributo incisivo allo sviluppo sostenibile e al miglioramento della qualità di vita di tutta Pisa".
Dopo le circa 10.000 borracce distribuite agli immatricolati (presto disponibili per la comunità universitaria a un prezzo simbolico) e l’eliminazione della plastica monouso in occasione di riunioni, eventi e momenti istituzionali, prosegue così la conversione dell’Università di Pisa in “Ateneo sostenibile”. Tante le novità presentate: dai sette nuovi erogatori di acqua pubblica nei poli Piagge (3), Fibonacci (2) e Guidotti (2), alla costituzione della Commissione di Ateneo per lo sviluppo sostenibile.
Presieduta dal prorettore Marco Raugi, nominato anche come referente all’interno della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), la Commissione avrà il compito di guidare l’Università in questo cammino, dettando obiettivi e strategie e misurando i risultati. La Commissione, composta in modo paritetico da docenti, rappresentanti del personale tecnico-amministrativo e studenti, è formata dai seguenti 18 membri: Marco Raugi (presidente), Daniele Antichi, Sabrina Arras, Leonardo Baldacci, Federico Boggia, Carlo Carminati, Cristina Cruciano, Michela Gesualdi, Lisa Ghezzi, Elisa Giuliani, Camilla Guerrero Molano, Luca Lanini, Valentino Liberto, Marina Caterina Magnani, Elena Menchetti, Elena Perini, Giovanna Pizzanelli, Andrea Somma.
Le iniziative presentate al Polo Piagge sono solo le ultime, in ordine di tempo, messe in atto dall’Università di Pisa per supportare l’affermazione di una vera e propria cultura della sostenibilità ambientale. Già da qualche anno, infatti, l’Ateneo ha inserito questo impegno nel suo Statuto e, più recentemente, nel suo Piano Strategico, facendone un elemento centrale della propria attività.
Alla fine dello scorso anno all’Orto e Museo Botanico è stato aperto un erogatore di acqua potabile, che nelle prime settimane di funzionamento è stato utilizzato da un gran numero di studenti, personale universitario e visitatori.
Attualmente sono almeno quattro i centri di ricerca che hanno un richiamo evidente agli obiettivi di sviluppo sostenibile enunciati dall’ONU, a partire dal Centro di ricerche agro-ambientali “Enrico Avanzi”, che con quasi cinquant'anni di attività è una delle più grandi e riconosciute realtà d’Europa per lo studio dei sistemi agricoli sostenibili. Inoltre, sono attivi i Centri interdipartimentali sulla Nutraceutica e alimentazione per la salute, sull’Energia per lo sviluppo sostenibile (CIRESS) e per lo studio degli effetti del cambiamento climatico (CIRSEC). Da quasi quattro anni, infine, è attivo il Green Data Center di Ateneo, che è stato progettato seguendo criteri di sostenibilità e per ottenere una riduzione dei consumi e delle emissioni.
Nella foto in alto: il rettore Mancarella e l'assessore Bedini inaugurano l'erogatore al Polo Piagge.
Nella foto al centro: i membri della Commissione presenti all’inaugurazione con il rettore e il direttore generale, Grasso.
Nella foto in basso: un momento dell’inaugurazione con, da sinistra, Marco Raugi, presidente della Commissione di Ateneo per lo Sviluppo Sostenibile; Filippo Bedini, assessore all'Ambiente del Comune di Pisa; il rettore Paolo Mancarella; Elisa Giuliani, referente della Commissione su "Resource, Water and Waste Management”; il direttore generale, Riccardo Grasso.
Hanno iniziato la loro esperienza venerdì 17 gennaio i 63 volontari, giovani dai 18 ai 29 anni, che per un anno svolgeranno il servizio civile regionale nelle diverse sedi dell'Università di Pisa. La prima giornata, al Polo Fibonacci, è stata dedicata alla formazione obbligatoria, curata dal CISP-Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace.
Gli 11 progetti di servizio civile regionale dell'Ateneo, presentati sempre dal CISP e dallo stesso gestiti e coordinati, riguardano il Sistema Museale di Ateneo, il Museo di Calci, l'Orto Botanico, il Sistema Bibliotecario di Ateneo, il Centro Linguistico di Ateneo, il Centro Avanzi, la direzione Didattica, quella Edilizia e Telecomunicazione e quella di Area medica, l'Ufficio comunicazione, i dipartimenti di Farmacia, Filologia, letteratura e linguistica, Ingegneria civile e industriale, Scienze della terra, oltre alla Fondazione Arpa.
Durante i prossimi mesi i giovani avranno l'opportunità di vivere, all’interno delle varie realtà universitarie, un percorso di alto valore formativo e di impegno civile, oltre che significativamente professionalizzante, come risulta dal fatto che alcuni giovani volontari, a partire dalla prima esperienza del 2015, hanno colto dopo il servizio civile e grazie a esso, delle interessanti occasioni di lavoro tuttora in essere. L'esperienza si consolida dunque come un importante punto di riferimento per la promozione di valori di impegno civile, solidarietà, partecipazione, inclusione e utilità sociale dei servizi resi dall'Ateneo. Inoltre rafforza l'impegno formativo delle giovani generazioni, potenziandone le capacità professionali e di inserimento lavorativo, con importanti ricadute sul territorio. In questo ambito il CISP si attestata come polo di riferimento nazionale nell’ambito delle attività di documentazione e studio dei processi di pace, anche in relazione al servizio civile sia regionale che nazionale.
L'Università di Pisa e il Comune di Lerici consolidano e sviluppano i rapporti di reciproca collaborazione attraverso la firma di una convenzione quadro che riguarda i principali temi di comune interesse, dall’ambiente all’urbanistica, dall’archeologia al turismo culturale e scientifico e, in generale, a tutti gli aspetti culturali che caratterizzano il territorio lericino nelle sue specificità ed eccellenza. L'accordo è stato presentato nella sede del comune ligure, alla presenza del presidente della Regione Giovanni Toti, del sindaco Leonardo Paoletti e del prorettore per i Rapporti con gli enti del territorio, Marco Gesi.
La convenzione, che avrà durata triennale, si riferisce in particolare allo svolgimento di attività formative sul territorio e alla valorizzazione del territorio, anche attraverso attività convegnistica, di studio e di promozione del patrimonio culturale della città di Lerici. Su queste tematiche, il Comune si impegna a favorire le attività di didattica, ricerca e formazione svolte dall’Università, anche attraverso l’attivazione di tirocini da svolgersi nelle proprie strutture e in quelle di enti controllati o partecipati e la messa a disposizione di spazi e personale per lo svolgimento di giornate di orientamento allo studio universitario organizzate dall’Ateneo pisano. Con successivi accordi attuativi saranno determinate le specifiche modalità per lo svolgimento di tali attività. L'accordo prevede infine l'individuazione di alcuni referenti, che per l’Università sono lo stesso prorettore Marco Gesi e il professor Daniele Dalli, docente del dipartimento di Economia e management, e per il Comune di Lerici il sindaco Leonardo Paoletti, la professoressa Nadia Olivero e il dottor Roberto Bagnoli.
Tra i primi atti concreti della partnership ci potrebbe essere il master in "Management degli ecosistemi territoriali e marittimi", che ha per oggetto lo sviluppo del territorio e la preparazione di profili professionali che si occupino di valorizzarne le risorse, le "materie prime" fisiche e culturali, aiutando imprese e istituzioni a creare nuove iniziative e a migliorare quelle esistenti in ambito economico.
"Da accordi come quello con il Comune di Lerici - ha detto il professor Gesi - passa la nascita, anche a livello locale, di un’economia competitiva, dinamica e basata sulla conoscenza, la ricerca e l’innovazione. Elementi fondamentali per creare lavoro e coesione sociale che stanno alla base di una crescita sostenibile. Qui e altrove. L'Università di Pisa, oggi, si sta predisponendo a questo cambiamento di passo. Lo facciamo condividendo con i territori un metodo di lavoro, basato su un approccio multidisciplinare, le nostre eccellenze e, in prospettiva futura, la nostra conoscenza relativa a temi chiave come quelli dell’ambiente, dell’urbanistica, dell’archeologia, della storia, del turismo culturale e scientifico. Un modo per allargare sempre di più quella 'cittadinanza scientifica' che va di pari passo con il concetto di 'cittadinanza attiva', permettendo ai cittadini di affacciarsi in maniera consapevole e informata a scelte che li coinvolgeranno sempre di più su temi di carattere scientifico e tecnologico. Ringrazio a nome mio e dell’Università che rappresento, il sindaco e i rappresentanti del Comune di Lerici per la lungimiranza che hanno dimostrato nel voler intraprendere questo cammino".
Nella foto, da sinistra: Gesi, Toti, Olivero, Dalli e Paoletti.