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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato giudice della Corte costituzionale la professoressa Emanuela Navarretta, ordinario di Diritto privato nell'Università di Pisa. Il relativo decreto, riferisce una nota del Quirinale, è stato controfirmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Della nomina del nuovo giudice costituzionale, dovuta al fatto che il prossimo 13 settembre avrà termine il mandato della professoressa Marta Cartabia, è stata data comunicazione ai presidenti del Senato, della Camera e della stessa Corte costituzionale.

 

“La nomina di Emanuela Navarretta a giudice della Corte Costituzionale mi riempie di orgoglio - ha commentato il Rettore Paolo Mancarella -. Ci conosciamo da tempo e, come molti sanno in Ateneo, ho potuto apprezzarne, in questi anni, la sua straordinaria competenza e professionalità, doti che evidentemente sono state colte dalla saggezza del nostro Presidente della Repubblica. Sono fiero che a pochi mesi dall'elezione di Lucia Calvosa a presidente ENI, un'altra donna della nostra Università vada a ricoprire un ruolo così importante. Nell'attesa di poterlo fare di persona, mi congratulo con lei e le faccio i miei migliori auguri per questo prestigioso incarico”.

 

Nata a Campobasso nel 1966, la professoressa Emanuela Navarretta si è laureata in Giurisprudenza all’Università di Pisa nell’anno accademico 1989-’90, con votazione di 110/110 e lode, conseguendo anche il diploma alla Scuola Superiore Sant’Anna e nel 1992 il dottorato di ricerca alla stessa Scuola. Prima ricercatrice e poi professore associato alla Scuola Sant’Anna, giovanissima, a partire dal 2001 è diventata professore ordinario di Diritto privato nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. In questa sede è stata vicepreside della facoltà di Giurisprudenza e poi, dal 2012 al 2016, vicedirettrice del dipartimento di Giurisprudenza. Dal 2016 è Direttrice dello stesso dipartimento.

Tra gli altri incarichi di natura istituzionale, la professoressa Emanuela Navarretta è stata nel 2013 relatrice alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati sul progetto di riforma in materia di danno alla persona e da quest’anno, a seguito di nomina da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, è vicedirettrice vicaria della Scuola Superiore della Magistratura e componente del relativo Comitato direttivo.

Nel corso della carriera la professoressa Navarretta è stata responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca, ultimo dei quali quello finanziato dall’Ateneo di Pisa per il biennio 2018-2020 su “Il potere della tecnica e la funzione del diritto: un’analisi interdisciplinare di Blockchain”. Fa parte di numerosi comitati di redazione di riviste giuridiche e di organi di valutazione scientifica ed è stata responsabile scientifica di collane, voci di enciclopedie, trattati e commentari. Soprattutto all’Università di Pisa ha organizzato importanti convegni e incontri di studio.

La professoressa Emanuela Navarretta è una delle più autorevoli esperte della responsabilità civile, e da tempo nei suoi studi è andata emergendo un’attenzione per i profili costituzionali correlati al diritto privato in una dimensione sempre più europea, è infatti autrice delle seguenti monografie: Costituzione, Europa e diritto privato. Effettività e Drittwirkung ripensando la complessità giuridica, Giappichelli, Torino, 2017; La causa e le prestazioni isolate, Giuffré, Milano, 2000; Diritti inviolabili e risarcimento del danno, Giappichelli, Torino, 1996.

“È necessario comprendere e far comprendere alle nuove generazioni che lo scopo del 'fare impresa' non è solo il profitto, ma anche partecipare attivamente al miglioramento delle condizioni del mondo". Con queste parole il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella, ha aperto il Convegno Sinergie-SIMA 2020 “Grand Challenges. Company and University working for a better society”.

"Sono fiero di poter dire che il nostro Ateneo vanta una lunga tradizione di studi in questo ambito - ha continuato - Tanto da aver inserito tale impegno nel suo Statuto e, più recentemente, nel suo Piano Strategico, facendo della cultura della sostenibilità un elemento centrale della propria attività nei suoi aspetti della sostenibilità sociale, economica e ambientale. Quella cultura che oggi si concretizza, nell’attività che l’Università di Pisa porta avanti con il Responsible Management Research Center, con cui svolgiamo ricerca di frontiera sui temi del Management responsabile e dello sviluppo sostenibile".

Al suo intervento è seguito quella della rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, Sabina Nuti. “Il momento storico che stiamo vivendo – ha spiegato - è unico e mai come ora è evidente quale ruolo fondamentale per il futuro del nostro paese, dell'Europa e del mondo possa svolgere la ricerca nel campo del management. La pandemia ci ha insegnato quanto contano le scelte organizzative e gestionali, quale impatto ha la salute e la sostenibilità ambientale sull'economia e il benessere dei popoli. Tocca a noi docenti di management dare il nostro contributo di ricerca con un approccio interdisciplinare e integrato come richiesto dal piano strategico Horizon Europe in fase di definizione.

Nella giornata di oggi anche la tavola rotonda dedicata alle best practice aziendali, moderata da Marco Frey, della Scuola Superiore Sant’Anna e da Paola Signori, Università di Verona, a cui parteciperanno Claudio Pinassi (KME), Giuseppe Sardu (Acque Spa), Roberto Lacorte (Pharmanutra), Maurizio Barsacchi (Conad), tutti alla guida di aziende con sede in Toscana che operano in ambiti diversi e sono impegnate sui temi della sostenibilità.

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“Sentiamo il peso della responsabilità sociale e etica del compito che abbiamo, di portare acqua pulita e sicura nelle case – ha detto tra gli altri il presidente di Acque Giuseppe Sardu – Quando parliamo di generare valore non intendiamo solo generare utile, ma anche garantire per il futuro un’infrastruttura strategica solida. Un’infrastruttura etica è alla base di una convivenza civile”.

Nel corso della tavola rotonda è stato anche affrontato il tema di come le aziende si sono attrezzate per affrontare l’emergenza Covid-19. “Non abbiamo fatto ricorso a ferie o cassa integrazione – ha raccontato il CEO di Pharmanutra, Roberto Lacorte - . Abbiamo fornito agli informatori metodi di lavoro compatibili con la costrizione in casa; inoltre li abbiamo messi in contatto con medici e farmacie tramite sistemi innovativi di comunicazione digitale. Questi sono stati investimenti utili per la fase emergenziale di lockdown. Ma in una seconda fase saranno sistemi complementari a quelli tradizionali che ci permetteranno di espandere ulteriormente il fatturato”.

(fonte: Ufficio Stampa Convegno Sinergie-SIMA)

Omid Gholamzadeh Nasrabadi, studente italo-iraniano iscritto al primo anno del corso di laurea in inglese "Bachelor of Science in Management for Business and Economics" presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, è risultato tra i vincitori del premio Diana Award 2020, istituito in onore della Principessa Diana del Galles. Omid, 20 anni e residente ad Empoli, potrà ora entrare in un programma di sviluppo di un anno, sotto la supervisione del team del Diana Award, per prepararsi a un altro step della competizione, il premio Diana Legacy.

Il Diana Award, istituito nel 1999, premia ogni anno ragazzi tra i 9 e i 25 anni che si sono particolarmente distinti in campo sociale e umanitario. Alla cerimonia 2020, che si è svolta interamente in modalità virtuale, ha partecipato con un video messaggio anche il Principe Harry.

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Il prestigioso premio è stato conferito a Omid riconoscendo l'impatto sociale che l'organizzazione “Aid You”, di cui egli è co-fondatore e CEO dal 2017, sta creando nelle comunità meno servite nell'Africa Orientale, riducendo i decessi causati da malattie cardiache. “Aid You” ha creato una comunità globale di soccorritori della BLS (Basic Life Support) che opera con approcci e soluzioni innovative nel campo della prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Uno dei suoi ultimi successi è stato “NewHopEU”, un festival dell'innovazione sociale attraverso il quale ha messo in contatto global changemakers per creare una comunità digitale internazionale di giovani con l'obiettivo di proporre soluzioni innovative a problematiche sociali locali causate dal COVID-19.

Inoltre ha avuto altri numerosi riconoscimenti internazionali: è stato semifinalista al Diamond Challenge 2019, una competizione globale per l'imprenditorialità; è stato invitato a partecipare al World Government Summit negli Emirati Arabi; ha lavorato anche come Ambasciatore del programma di innovazione Young Sustainable Impact (YSI), operando sul territorio italiano.

Guarda il video della cerimonia. Omid è presente dal minuto 31:41.

L’economia globalizzata influisce in modo determinante sulla vita di ciascuno di noi, ma spesso viene presentata attraverso formule per addetti ai lavori che restano misteriose per il grande pubblico. Per aiutarci a orientarsi in questo linguaggio specialistico venerdì 26 giugno si terrà l’incontro dal titolo “Le parole dell’economia: Spread, MES, rating, default”, che fa parte del progetto “Pensiamo insieme il futuro”, in cui quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società.

Interverranno i professori Mario Morroni di Economia politica, Michela Passalacqua di Diritto dell’economia, Luca Spataro di Scienza delle finanze, e Dario Trevisan di Probabilità e statistica matematica.

All’incontro, che si terrà a partire dalle 18, si può partecipare dal sito del progetto e la diretta può essere seguita anche su YouTube e sul canale Facebook dell’Ateneo. Come sempre gli studenti e tutti gli interessati potranno interagire in diretta ponendo domande e postando commenti.

L’Università di Pisa si conferma una sede fortemente attrattiva, con quasi la metà dei laureati magistrali proveniente da fuori regione, che assicura percentuali occupazionali più alte e maggiori retribuzioni sia rispetto alla media toscana che a quella nazionale. Sono questi i principali dati che emergono dal XXII Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati di AlmaLaurea, presentato negli scorsi giorni in diretta web dalla sede del MUR.
Il Rapporto ha analizzato le performance formative di oltre 290 mila studenti che hanno conseguito il titolo nel 2019 nelle 76 università aderenti al Consorzio, registrando anche il loro grado di soddisfazione rispetto all’esperienza universitaria. Il Rapporto sulla condizione occupazionale ha invece analizzato 650 mila laureati e laureati magistrali del 2018, 2016 e 2014 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

Profilo laureati
I laureati nel 2019 sono stati 7.539. Si tratta di 4.294 di primo livello, 2.343 magistrali biennali e 882 magistrali a ciclo unico; i restanti sono laureati in altri corsi pre-riforma.

L’Ateneo sembra però meno capace di attrarre studenti stranieri - la quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 2,5%: il 2,2% tra i triennali e il 3,2% tra i magistrali biennali (contro, rispettivamente, il 3,1% e il 5,5% a livello nazionale). Si conferma però, e anzi si rafforza, la capacità di attrarre studenti da fuori regione, con una quota complessiva del 34,3% dei laureati; in particolare è il 30,9% tra i triennali e il 43,0% tra i magistrali biennali (rispetto al 20,1% e al 29,4% del dato nazionale), a riprova della notevole importanza che questa componente studentesca riveste per tutto il tessuto sociale ed economico della città.

Anche a Pisa, come nel resto d’Italia, estremamente elevata (78,7%) la quota di studenti che si immatricolano in possesso di un diploma di tipo liceale mentre possiede un diploma tecnico solo il 18,5% dei laureati, confermando la limitata predisposizione di questo tipo di diploma ad accedere all’istruzione superiore universitaria.

Se consideriamo l’età media alla laurea e la regolarità del percorso di studio vediamo che a Pisa complessivamente l’età alla laurea è in linea col dato nazionale (25,9 rispetto a 25,8), ma è inferiore la quota di laureati in corso (complessivamente il 35,7% contro il 55,7% nazionale) ma con un voto medio di laurea più elevato (104,3 contro 103,1). Insomma i pisani si confermano mediamente più bravi ma più lenti.
Un dato in controtendenza rispetto allo scenario nazionale è la percentuale di studenti che svolgono tirocini curriculari (45,2% contro 59,9% del dato nazionale), che fanno esperienze di studio all’estero (8,8% contro 11,2%) e che fanno esperienze lavorative durante gli studi (57,4% contro il 65,2% nazionale).
Complessivamente gli studenti sono soddisfatti dell’esperienza universitaria. L’85,3% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e il 79,0% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 68,7% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, l’87,6% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso

E quanti si iscriverebbero di nuovo all'Ateneo pisano? Il 71,7% degli intervistati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e la stessa sede, mentre il 9,5% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso. Insomma una chiara dimostrazione di forte apprezzamento per gli studi fatti e per la città che li ha ospitati nei loro anni migliori.

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Condizione occupazionale
L’Indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 13.389 laureati dell'Università di Pisa. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati triennali e magistrali usciti nel 2018 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati magistrali del 2014 e intervistati dopo cinque anni.
Poiché tradizionalmente i laureati di triennali decidono di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (la quota è del 67,7%) ci soffermiamo sui dati occupazionali dei laureati magistrali biennali a uno e a cinque anni dalla laurea.

I laureati magistrali del 2018 contattati dopo un anno dal titolo sono 3.350 (di cui 2.411 magistrali biennali e 939 magistrali a ciclo unico), quelli del 2014 contattati a cinque anni sono 2.890 (di cui 2.113 magistrali biennali e 777 magistrali a ciclo unico), un campione quindi altamente rappresentativo.

A un anno
Tra i laureati magistrali del 2018 il tasso di occupazione (cioè di coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari complessivamente al 76,1% (80,6% tra i magistrali biennali e 66,2% tra i magistrali a ciclo unico) rispetto al 71,7% nazionale e al 73,9% regionale.

La retribuzione è in media di 1.312 euro mensili netti (1.296 euro per i magistrali biennali e 1.364 euro per i magistrali a ciclo unico). Il dato regionale è di € 1.263 e quello nazionale è di € 1.285.

Il 62,3% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 55,6% tra i magistrali biennali e l’84,1% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 53,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (49,6% tra i magistrali biennali e 67,7% tra i magistrali a ciclo unico).

A cinque anni
Il tasso di occupazione dei laureati magistrali del 2014 è pari all’88,9% (89,0% per i magistrali biennali e 88,4% per i magistrali a ciclo unico), il dato regionale è pari a 88,0% e quello nazionale 86,8%.

Le retribuzioni arrivano in media a 1.625 euro mensili netti (1.639 per i magistrali biennali e 1.575 per i magistrali a ciclo unico). Il dato regionale è inferiore di € 92 e quello nazionale di ben € 126. Una ottima affermazione anche in senso retributivo dei  laureati unipi.

Con gli anni cresce anche il grado di soddisfazione per il titolo di studio. Il 65,4% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 60,8% tra i magistrali biennali e ben l’80,7% tra i magistrali a ciclo unico); il 54,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (51,2% tra i magistrali biennali e 66,9% tra i magistrali a ciclo unico).

Il 73,3% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 23,0% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit 3,6%. L’ambito dei servizi assorbe il 72,2%, mentre l’industria accoglie il 25,8% degli occupati; 1,2% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

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“I dati del XXII Rapporto mostrano che complessivamente il sistema universitario italiano, prima della pandemia, era in costante miglioramento rispetto al passato, con una crescita del numero di studenti e di immatricolati, anche se ancora basso rispetto ai paesi europei, e una costante riduzione dei tempi di conseguimento del titolo di studio e del tasso di abbandono – ha dichiarato il professor Rossano Massai, prorettore per gli Studenti e delegato al Placement di Ateneo - I dati dell’Università di Pisa per il 2019 sono in linea con questa tendenza, anzi i tassi occupazionali e i salari si sono confermati superiori alla media nazionale. E’ importante non disperdere questo patrimonio di competenze e valorizzarlo per il futuro: la fine dell’emergenza per il Covid-19 avrà bisogno di tutta la preparazione e l’inventiva dei nostri laureati per riavviare il processo di innovazione e ammodernamento del nostro Paese, bruscamente interrotto dalla pandemia. Mai come ora si rende necessaria una politica attiva dei nostri governanti per evitare l’allontanamento dei giovani dal percorso universitario e per dare piena consistenza al concetto di diritto allo studio. Il nostro Ateneo sta mettendo in campo tutte le risorse e le strategie disponibili per non interrompere la tendenza positiva degli ultimi anni sia in tema di didattica che di ricerca e anche per dare al contesto cittadino e territoriale un supporto indispensabile per la crescita".

Tutti i dati sono consultabili sul sito www.almalaurea.it

Prudence, flexibility and non-discrimination. Here are the keywords that guided the Academic Senate and the Board of Directors of the University of Pisa in their joint session last Friday 29 May. The session intended to resolve upon the educational activities for the next academic year, focusing on a gradual return to normality, with never completely giving up the online mode. This will allow offsite and international students to attend the classes even if unable to travel because of the pandemic emergency.

"Many uncertainties persist about the development of the epidemiological emergency, and it is necessary to be cautious - commented the Rector Paolo Mancarella. - We cannot act as if nothing has happened, the protection of our community must always be at the forefront. We want to convey a clear, unequivocal message to students and families: let us begin again cautiously, but ready to fully restore the traditional procedures as soon as the epidemiological situation allows it. It is our firm conviction, moreover, that higher education can fully bear its fruits and completely meet the needs of its students, if it doesn’t ignore the importance of those social bonds arising with the lecturers and the intellectual and human interactions both in the classroom and on its boundaries. Particularly in a people-friendly university citadel such as Pisa, where this social bond has strengthened in the recent months, although we all feel the urge to experience first-hand our lives again.”

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We all feel strengthened by the excellent results obtained during the lockdown, when all the educational activities of the University of Pisa have been performed online: 21,130 exams have been taken, and 1,146 final theses have been discussed and will become more than 3,600 by the end of June (being these figures substantially in line within those of the previous year). The next academic year will then open the first semester with all the lectures performed remotely through the telematic platforms of the University.

If this is the general principle to follow until 31 December 2020, some notable exceptions will be envisaged.

As a matter of fact, from 1 September, the in-presence performance of some specific activities is scheduled, such as the Degree Programmes’ training of Healthcare Professions, Medicine and Surgery, Dentistry and Dental Prostheses and the Specialization Schools of the healthcare area; and more, the undergraduates and postgraduates traineeship, the final thesis internships, the curricular traineeships that could not effectively be completed remotely (except for those envisaged during the first year of the study programme). If needed, lecturers can arrange undergraduates, PhD students and postgraduate’s reception.

The activities that can immediately be performed in person are also those with a limited number of students and therefore more protect and safe. Namely, the School of Medicine could opt for in-presence educational activities for those Bachelor’s and Master’s Degree Programmes in Healthcare Professions with a quota up to 50 students. However, by the end of June each Department may propose a specific plan for the performance of hands-on and laboratory activities; second-year lectures of Master's Degree programmes and the last year lectures of Single-Cycle Degree Programmes, with a quota up to 50 enrolled students. The Master's Degree Programmes that in a.y. 2019/20 had a quota up to 25 enrolled students, can perform in- presence lectures also for the first year.

The possibility of attending the activities online will still be assured to avoid any discrimination of those students unable to travel to the University of Pisa because of the continuing spread of Covid-19.

"The measures decided on Friday are only the beginning of a path to be continued in weeks ahead - concludes the Rector - The Departments and Schools are already working to prepare their 'restart plans'. Before the enrolment opening, we will give a further indication on the courses and workshops provided in presence. At the same time, we are also considering interventions to economically support disadvantaged students. To this aim, it is essential to initiate an institutional table where students’ representatives are also involved".

Prudenza, flessibilità e non discriminazione. Sono queste le parole chiave che hanno guidato le decisioni assunte venerdì 29 maggio, in seduta congiunta, dal Senato Accademico e dal Consiglio d'Amministrazione dell’Università di Pisa per l'erogazione della didattica nel prossimo anno accademico.
Obiettivo: un graduale ritorno alla normalità, senza abbandonare mai completamente la modalità online, così da consentire agli studenti italiani fuori sede e a quelli internazionali di seguire le lezioni anche se impossibilitati a raggiungere Pisa per motivi legati all’emergenza.

"Le incertezze sullo sviluppo dell'emergenza epidemiologica sono tante ed è necessario essere prudenti - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - Non possiamo ragionare come se non fosse successo niente, la tutela della nostra comunità deve essere sempre al primo posto. Agli studenti e alle famiglie vogliamo dare un messaggio chiaro, inequivocabile: ricominciamo con prudenza ma siamo pronti a ripartire nella pienezza delle modalità tradizionali appena la situazione epidemiologica ce lo consentirà. È nostra ferma convinzione, d'altronde, che la formazione superiore, perché dia pienamente i suoi frutti e soddisfi completamente i bisogni degli studenti, non possa prescindere dal legame sociale che si crea con i docenti e nelle interazioni intellettuali e umane che normalmente nascono nell’aula e ai margini di essa, tanto più in una cittadella universitaria a dimensione d’uomo quale è Pisa. Quel legame che in questi mesi, se possibile, si è rafforzato, ma che tutti noi sentiamo la necessità di tornare a vivere in prima persona".

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Forte degli ottimi risultati ottenuti nei mesi del lockdown, che ha visto erogati a distanza tutti i suoi insegnamenti, ben 21.130 esami di profitto sostenuti e 1.146 discussioni di tesi online, che arriveranno a oltre 3600 da qui a fine giugno (dati sostanzialmente in linea rispetto all'anno precedente), anche il prossimo anno accademico si aprirà, così, con tutte le lezioni frontali del primo semestre erogate a distanza attraverso le piattaforme telematiche messe a disposizione dall’Ateneo.

E se questa sarà la linea da seguire fino al 31 dicembre, non mancano però importanti eccezioni.
Già previsto dal 1° settembre, infatti, lo svolgimento "in presenza" per alcune attività; i tirocini dei corsi di studio delle professioni sanitarie, di Medicina e Chirurgia, di Odontoiatria e Protesi Dentaria e delle scuole di specializzazione di area sanitaria; i tirocini di laureandi, specializzandi e gli internati di tesi; i tirocini curriculari che non siano in concreto completamente realizzabili a distanza, ad eccezione di quelli eventualmente previsti al primo anno dei corsi di studio. Qualora necessario, sarà possibile per i docenti ricevere su appuntamento laureandi, dottorandi e specializzandi.
Tra le attività che potranno essere erogate fin da subito "in presenza", anche quelle che hanno un numero di studenti più contenuto e, quindi, più facilmente tutelabile dal punto di vista della sicurezza anti-contagio. Nello specifico, la Scuola di Medicina potrà optare per la didattica in presenza per i corsi di laurea e laurea magistrale delle professioni sanitarie con un numero programmato non superiore a 50. Ciascun Dipartimento potrà, invece, proporre entro la fine di giugno un piano per lo svolgimento in presenza di: attività pratiche e di laboratorio; lezioni del II anno di lauree magistrali e degli ultimi anni di lauree magistrali a ciclo unico, con un numero di iscritti non superiore a 50. Per le lauree magistrali che nel 2019/20 hanno avuto un numero di iscritti inferiore a 25 potranno essere erogate in presenza anche le lezioni del I anno di corso. 

In tutti questi casi, comunque, per non creare situazioni discriminatorie nei confronti degli studenti impossibilitati a raggiungere la sede per motivi legati all’emergenza epidemiologica, sarà comunque prevista la possibilità di fruire di queste attività a distanza.

"Quanto deciso venerdì è solo l'inizio di un percorso che proseguirà nelle prossime settimane - conclude il rettore - I Dipartimenti e le Scuole sono già al lavoro per predisporre i propri 'piani di ripartenza'. Prima dell’apertura delle iscrizioni daremo un’indicazione precisa dei corsi e dei laboratori didattici erogati anche in presenza. Allo stesso tempo, inoltre, stiamo studiando interventi da mettere in atto per sostenere economicamente gli studenti più svantaggiati, ma per questo è fondamentale aprire un tavolo a cui siano presenti anche le rappresentanze studentesche".

Le pandemie, l’alimentazione, il linguaggio, l’intelligenza, il controllo, le parole dell’economia ma anche l’ipotesi di vita su altri pianeti: partono venerdì 22 maggio, alle 18, gli incontri del progetto “Pensiamo insieme il futuro” in cui ogni volta quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società.

Il primo appuntamento, dal titolo “Tra disastri e sfide epocali: le pandemie e la costruzione del futuro”, mira ad affrontare questo argomento di stretta attualità con un respiro più ampio di quello imposto dalla cronaca e con approfondimenti di taglio multidisciplinare, che spaziano dalla medicina alla farmacologia, dalla psicologia al taglio storico. Francesco Menichetti, docente di malattie infettive che con il suo gruppo di ricerca è recentemente salito alla ribalta come capofila nazionale degli studi sul plasma per curare il covid-19, si confronta con i docenti Eleonora Da Pozzo di biochimica, Angelo Gemignani di psicobiologia e psicologia fisiologica, e Valentina Giuffra di storia della medicina.

Dalle ore 18 segui la diretta su YouTube e Facebook.

Lunedì 25, sempre alle 18, segue il secondo incontro su “Cibo, salute e fake news” in cui, a cura del Centro Nutrafood dell’Ateneo, discutono e rispondono alle domande di ragazzi e cittadini i professori Lucia Guidi di chimica agraria, Rossella Di Stefano della scuola di specializzazione di Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Ferruccio Santini di Endocrinologia e Angela Tarabella del master in Food Quality and Management.

Nelle settimane successive gli incontri già in programma hanno per titolo: “Le parole che usiamo parlando, scrivendo, online” (29 maggio), “Cos’è l’intelligenza, non solo artificiale” (4 giugno), “La vita sugli altri pianeti” (11 giugno), “Più connessi, più sicuri? La Cybersecurity nella società e nell’economia dei dati” (18 giugno), “Le parole dell’economia: Spread, MES, rating, default” (26 giugno).

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The news broke some time ago, but now it is official: Lucia Calvosa is the new president of ENI. The decision was endorsed today during the energy group’s ordinary and extraordinary Shareholders’ Meeting together with the 2019 budget approval. The new Board of Directors, chaired by the professor from the University of Pisa, will remain in office until 2022.

Lucia Calvosa, a professor in Commercial Law at the University of Pisa, replaces Emma Marcegaglia who held the office for two terms. She is flanked by the members of the Board of Directors; Claudio Descalzi, Ada Lucia De Cesaris, Filippo Giansante, Pietro Angelo Mario Antonio Guindani, Karina Audrey Litvack, Emanuele Piccinno, Nathalie Tocci and Raphael Louis L. Vermeir.

“I have known Lucia Calvosa personally for many years,” commented the Rector Paolo Mancarella, “and I have always appreciated her intellect and dedication to our university. I am proud that a woman from the University of Pisa will play such a fundamental role for the country. I wish Lucia all the best in this new and important professional venture.”

Lucia Calvosa was born in Rome on 26 June 1961. She is a professor in Commercial Law and Bankruptcy Law at the Department of Economics and Management at the University of Pisa, where she also taught Private Law and Banking Law for a number of years. She was also president of the degree course in Economics and Commerce at the University of Pisa for two terms and she is still a member of the Academic Board for the PhD in ‘Company Law, International and European Law, Rules of Procedure’. She is also president of the Scientific Educational Committee of the Chartered Accountant Association Alto Tirreno and a member of the Committee for National Scientific Habilitation, assessing full and associate professors of Commercial Law.

Over the years, Lucia Calvosa has carried out studies and research at the Institute for Comparative Law, Conflict of Laws and International Business Law at Heidelberg University, as well as participating actively in numerous national and international conferences.

Throughout her long managerial career, Professor Calvosa has been a member of the Board of Directors of the 'Fondazione Teatro di Pisa’, of the Arpa Foundation, of the Pisa Chamber of Commerce and of the ‘Fondazione Pisa’. From 2008 to 2011 she was the president of the Cassa di Risparmio di San Miniato SpA. From August 2011 to May 2019 she was a member of the Independent Board of Directors of TIM SpA and from 2014 held the position of President of the Control and Risk Committee. She was also a member of the Board of Directors of the Banca Monte dei Paschi from 2015 to 2017 and is currently on the Board of Directors of Crescita SpA and of Editoriale Il Fatto SpA.

In 2005, the University of Pisa conferred on her the Order of the Cherub which is the highest form of academic recognition awarded by the University of Pisa. In 2010, she received the UNESCO medal. In 2012, she was awarded the title of Knight of the Order of Merit of the Italian Republic. Among her most recent honours there is also the Ambrogio Lorenzetti prize for good governance in business.

Dopo l’esordio della scorsa settimana, entrano nel vivo gli appuntamenti di “Pensiamo insieme il futuro”, il progetto che l’Università di Pisa dedica ai giovani, alla loro formazione e alla costruzione del loro futuro attraverso attività in rete di crescita, conoscenza, orientamento e approfondimento culturale.

Proseguono innanzitutto le lezioni tenute da docenti dell’Ateneo pisano di “Verso la maturità”, pensate per accompagnare gli studenti verso gli esami del quinto anno delle scuole superiori. L’appuntamento di questa settimana è per mercoledì 20 maggio, a partire dalle 14.30, con i seguenti temi: “Difendere le verità inutili. Pirandello e l’umorismo” (Raffaele Donnarumma), “Biochimica: destinazione cervello” (Eleonora Da Pozzo) e “Le avanguardie del ‘900” (Mattia Patti). Durante le lezioni online, i ragazzi hanno la possibilità di interagire con i professori e fare domande.

Debuttano gli incontri della sezione “Parliamone”, in cui i giovani dialogano con docenti dell’Università di Pisa su temi di rilievo per la società. Il primo appuntamento è per venerdì 22 maggio, alle 18, con il titolo “Tra disastri e sfide epocali: le pandemie e la costruzione del futuro”. La diffusione di un contagio virale è argomento di quotidiana attualità, ma in questa occasione viene affrontato con un respiro più ampio di quello imposto dalla cronaca e con approfondimenti di taglio multidisciplinare, che spaziano dalla medicina alla farmacologia, dalla psicologia al taglio storico. Il professor Francesco Menichetti, docente di malattie infettive che con il suo gruppo di ricerca è recentemente salito alla ribalta come capofila nazionale degli studi sul plasma per curare il covid-19, si confronta con i docenti Eleonora Da Pozzo di biochimica, Angelo Gemignani di psicobiologia e psicologia fisiologica, e Valentina Giuffra di storia della medicina.

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Partono subito da martedì 19, con molteplici appuntamenti giornalieri, gli incontri di orientamento di “Piacere, UniPi!”, gli “open days” a distanza in cui ragazzi e ragazze avranno l'occasione di conoscere o approfondire l'offerta didattica dell’Università di Pisa, i servizi proposti agli studenti e le opportunità che l’Ateneo e la città mettono a loro disposizione per accoglierli e aiutarli nel percorso di crescita. Il calendario completo, dettagliato giorno per giorno, è disponibile alla pagina: http://pensiamoilfuturo.unipi.it/piacere-unipi/

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