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StepRide, l'idea che rivoluziona la pedalata, vince il contest finale del PhD+
Da un movimento rotativo della pedalata a un movimento a “step”, più efficiente e confortevole per gli arti inferiori. Realizzando anche un prototipo artigianale in legno, Giulio Santi e Federico Cinquini, con il progetto StepRide, si sono aggiudicati il primo dei due premi messi in palio dall’Innovation Center di Intesa San Paolo destinato alle migliori idee di impresa e start up sviluppate al PhD+, il corso dell’Università di Pisa che insegna a pensare innovativo e a trasformare le idee in impresa.
Guarda il video di StepRide.
I ragazzi, entrambi 24 anni, studenti del corso di laurea magistrale in Ingegneria energetica, sono stati premiati da Francesco Giachetti di Intesa San Paolo, che ha consegnato loro un assegno da duemila euro durante l’evento finale del PhD+ ospitato al Complesso delle Benedettine.
Il team di StepRide.
Il secondo premio, pari a mille euro, è andato a Netralmec, il progetto sviluppato da Nigel Fioretti, Alessio Forconi e Sofia Daini, che consiste in un robot semovente per il controllo delle infestanti su tappeti erbosi e verde urbano. Nigel e Alessio, rispettivamente 27 e 26 anni, sono laureandi nel settore di Agronomia, mentre Sofia, 24 anni, si sta per laureare in Economia e analisi di mercato. Il loro robot è in grado di rilevare la presenza di infestanti tramite un database con i parametri di piante coltivate e infestanti e mediante l'utilizzo di reti neurali. Inoltre è in grado di rimuovere le infestanti meccanicamente: affondando l'infestante nel terreno con trivella oppure mediante un secondo utensile per le infestanti con apparato fascicolato mediante zappetta meccanica.
Il team di Netralmec.
In tutto sono 19 le idee di impresa e di start up che si sono contese i premi e che sono state presentate con un elevator pitch dinanzi a una giuria composta da Marco Raugi, prorettore alla ricerca applicata, Leonardo Bertini, delegato alle spin off e brevetti, Andrea di Benedetto, presidente del Polo tecnologico di Navacchio, Francesco Giacchetti del Coordinamento Territoriale Prodotti e Segmenti Specialista per l’Innovazione di Intesa San Paolo e Federico Davini di A11-Venture capitalist. Con l’edizione 2018 del Phd+ sono stati inoltre lanciati due contest, il contest #TerrediPisa, ADV Game 2018, promosso dalla Camera di Commercio di Pisa, e “Idea progettuale per la Città”, promossa da Pisamo.
Il primo contest chiedeva l’ideazione e lo sviluppo di un gioco digitale utile a promuovere il nuovo brand turistico “Terre di Pisa” ed è stato vinto da Jessica Casaccia, 25 anni, studentessa di Archeologia, che ha progettato una “caccia al tesoro” per individuare e fotografare in modo originale i monumenti e le strutture di importanza artistico-culturale dei 32 comuni aderenti al brand. Pisamo ha invece premiato Pykhtin Nazar, 29 anni, neolaureato in Economia, che ha proposto un’idea per ridisegnare la circolazione nei pressi del Ponte della Fortezza a Pisa. Entrambi i ragazzi si sono aggiudicati duemila euro.
Pykhtin Nazar e Jessica Casaccia.
Tutte molto originali le 19 idee presentate all’evento finale del PhD+, frutto di un mese di seminari sulla creazione di impresa, esercitazioni pratiche e incontri one to one, con sportelli dove era possibile approfondire tematiche come la brevettazione o la realizzazione di un business plan. Gli iscritti al PhD+ quest’anno, per la prima volta, sono stati coinvolti in momenti di incontro e contaminazione tra idee innovative e di impresa svoltesi presso la sede delle Benedettine che comprende al suo interno la sede del nascente Contamination Lab, a cui accederanno adesso tutti i finalisti del PhD+ edizione 2018.
Un momento delle presentazioni dei progetti.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
InToscana.it
PisaToday.it
gonews.it
Mazzini e la passione per la musica
Aurelio Saffi, con Carlo Armellini e Giuseppe Mazzini uno dei triumviri che governarono la Repubblica romana del 1849, nelle sue memorie ha scritto che in quel periodo “Mazzini amava, sapendosi solo e non ascoltato - talora fra giorno, più spesso a tarda notte - cantare sotto voce, accompagnandosi colla chitarra; e avea tal voce che, modulata dal canto, scendeva al core". In effetti la musica è stata una delle grandi passioni di Giuseppe Mazzini, che soprattutto da giovane se ne era interessato sul piano teorico e aveva imparato a suonare la chitarra, eseguendo brani classici con una tecnica da molti contemporanei giudicata come nient’affatto rudimentale.
Questo tratto meno noto della personalità di Mazzini sarà al centro del programma di iniziative per l'apertura dell'anno della Domus Mazziniana tra venerdì 9 e domenica 11 marzo, in coincidenza con il 146° anniversario della sua morte, avvenuta a Pisa il 10 marzo del 1872. Sabato 10, alle ore 16, nella sede della Domus sarà infatti ricollocata una delle chitarre appartenute a Mazzini e sarà scoperta la relativa targa commemorativa, mentre alle 17 alla Gipsoteca di arte Antica si terrà la conferenza del Maestro Liutaio Federico Gabrielli sul restauro della chitarra e subito dopo il concerto dal titolo "Sola favella comune a tutte le Nazioni", in cui il Maestro Marco Battaglia si eserciterà nella prima esecuzione moderna con la chitarra appartenuta a Mazzini, suonando musiche di Niccolò Paganini, Mauro Giuliani e Johann Kaspar Mertz. Al concerto assisterà la ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli.
La chitarra pisana - restaurata grazie al contributo dei Rotary Club di Milano Naviglio Grande San Carlo e di Milano Borromeo Brivio Sforza - si aggiunge nella sua piena fruibilità agli altri due esemplari esistenti, uno conservato all’Istituto Mazziniano di Genova e l'altro di proprietà del Maestro Battaglia. Apparteneva alla madre di Mazzini e su di essa Mazzini apprese da ragazzo i primi rudimenti musicali, sviluppando un amore per la musica che lo ha accompagnato per tutta la vita. Scorrendo le pagine del suo saggio sulla "Filosofia della musica" del 1836, Mazzini individua nella musica la “sola favella comune a tutte le Nazioni”, un linguaggio in grado cioè di trascendere le divisioni tra popoli e culture diverse. In numerose lettere inviate ad amici e alla madre, inoltre, Mazzini accenna ai suoi interessi musicali citando, con competenza sorprendente, autori e opere considerati capisaldi della storia della chitarra dell’Ottocento.
Il resto del programma per l'apertura dell'anno della Domus Mazziniana si articolerà nel modo seguente. Venerdì 9 la Domus sarà aperta dalle ore 8.30 alle 18, con la possibilità di effettuare una visita guidata alle ore 11.00 e alle 16,30 a cura del direttore Pietro Finelli. La mattina di sabato 10, alle ore 12,30, in Piazza Mazzini sarà deposta una corona davanti al monumento dedicato al patriota risorgimentale, mentre dalle ore 9 alle 13 la Domus sarà aperta con la possibilità di effettuare una visita guidata alle ore 11.30 con il professor Finelli. Anche domenica 11 la Domus sarà aperta la mattina dalle ore 10 alle 13, con visite guidate alle 10 e alle 12, e il pomeriggio dalle ore 15 alle 17, con visita guidata alle 16.
"Con le iniziative legate all'apertura dell'anno della Domus Mazziniana e con il restauro della chitarra appartenuta a Mazzini - ha detto il rettore Paolo Mancarella, che da alcuni mesi è stato nominato presidente della Domus - intendiamo consolidare e valorizzare quel legame tra Università di Pisa e Domus che fa parte della tradizione dell'Istituto, se solo pensiamo che tra i suoi fondatori c'è il rettore Augusto Mancini e che tra i presidenti molti sono stati i docenti dell'Ateneo, come Ezio Tongiorgi. Grazie a questa rinnovata collaborazione, la Domus ha ampliato i giorni e gli orari di apertura al pubblico, con aperture straordinarie un fine settimana al mese e la possibilità di visite su prenotazione. Un legame che sta trovando concreta attuazione in un fitto programma di iniziative legate al duplice appuntamento del 70° anniversario della Costituzione e del 170° della battaglia di Curtatone e Montanara”.
"Nel prossimo futuro - ha concluso il professor Mancarella - intendiamo operare per restituire sempre più la Domus ai cittadini e agli studiosi, con il progressivo ripristino di tutti i servizi: dal museo alla biblioteca, dall'archivio al centro di ricerca. La Domus, in definitiva, si dovrà caratterizzare non solo come centro di ricerca, ma soprattutto come luogo dove la ricerca scientifica si trasforma in dibattito pubblico e la storia diventa educazione alla cittadinanza attiva. In questo senso stiamo valutando proposte interessanti che ci vengono da qualificati interlocutori, come ad esempio quella di dare vita a un 'Centro per lo studio della democrazia' che potrebbe avere sede proprio qui”.