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Mercoledì, 06 Maggio 2020 08:29

Anomalo innalzamento delle falde acquifere in Toscana per effetto del lockdown da Coronavirus

Falde acquifere più alte in Toscana per effetto del lockdown. È questo il dato di partenza di uno studio promosso dall’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pisa e che vede coinvolta dell’Università di Pisa. L'obiettivo della ricerca è “fotografare” la situazione delle acque sotterranee in Toscana al tempo del Coronavirus. Fra gli effetti della l’emergenza sanitaria c’è stato infatti il blocco pressoché improvviso di molte attività industriali e artigianali idroesigenti, che richiedono cioè acqua per i loro processi produttivi, a cui si aggiunge anche una diversa ridistribuzione dell’acqua potabile dovuta all'assenza di studenti e turisti nelle principali città della regione.

“Grazie ai dati di monitoraggio quantitativo messi a disposizione del Servizio Idrologico e Geologico della Regione Toscana, abbiamo già osservato un innalzamento delle falde idriche - spiega il professore Roberto Giannecchini del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa – si tratta di un segnale in controtendenza rispetto alle medie stagionali anche perché da settimane sta piovendo molto poco; il nostro obiettivo è quindi capire il comportamento delle falde in risposta ad una situazione indotta come il lockdown, non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo, e questo anche per identificare gli effetti a breve-medio dello sfruttamento delle risorse idriche, talvolta molto intenso, di alcune aree della Toscana, quali ad esempio le aree di Santa Croce, Bientina, bassa Val di Cornia, Piana di Lucca, Mortaiolo”.

L’indagine verrà realizzata confrontando il monitoraggio quantitativo delle acque sotterranee con una mappatura delle attività in “lockdown” e non. Proprio in questi giorni sono cominciati i primi campionamenti per le analisi chimiche ed isotopiche delle acque in alcuni siti selezionati, quali quelli prossimi ai principali campi-pozzi toscani delle aree del pisano e del grossetano.

 

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Oltre al Settore Idrologico e Geologico regionale, all’iniziativa partecipano hanno dato immediato sostegno e partecipazione tutti i principali enti preposti alla gestione delle acque quali il Settore Idrologico e Geologico ed il Settore Tutela Acqua e Costa della Regione Toscana, ARPAT, Autorità Idrica Toscana e Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale.

 

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Martedì, 05 Maggio 2020 08:59

Al via “Voci di pace online”, il laboratorio didattico a distanza per le scuole

Riprenderà nel mese di maggio il laboratorio didattico “Voci di pace”, offerto in modalità online dal Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace dell'Università di Pisa alle scuole primarie e secondarie del territorio pisano. A seguito dell’emergenza epidemiologica legata al COVID-19, e alla conseguente chiusura delle scuole, non è stato possibile avviare nelle classi il laboratorio “Voci di pace”, preparato dai volontari e dalle volontarie del progetto di Servizio Civile Universale attivo presso il CISP “Ricerca per la pace”. Tuttavia, questo periodo di “sospensione” delle attività in presenza si sta rivelando molto fruttuoso e creativo: i volontari e le volontarie non hanno interrotto il loro servizio, tutt’altro, stanno collaborando ancora più strettamente, da casa in smart working, alle principali attività del CISP, tra cui il nuovo "Scienza & pace magazine". Insieme a loro è stato dunque riprogettato il laboratorio, per offrirlo gratuitamente alle classi in modalità online, utilizzando una piattaforma per le lezioni a distanza.

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Voci di pace online” si pone l’obiettivo di sollecitare negli studenti e nelle studentesse il rispetto di sé e degli altri, lavorando sull’empatia e sullo sviluppo di punti di vista alternativi rispetto a quelli prevalenti, in modo da costruire un pensiero autonomo e critico, indispensabile per contrastare qualsiasi forma di hate speech online e offline. Vuole inoltre far riflettere sul significato dell’appartenenza a un gruppo, facendo capire l’importanza dell’attenzione, della fiducia reciproca, della responsabilità e della cooperazione; vuole insegnare ai ragazzi e alle ragazze a sentire e gestire le emozioni di base, in modo da migliorare le proprie relazioni con sé e con gli altri; facilita l'acquisizione di una consapevolezza critica degli stereotipi e dei pregiudizi con cui ci accostiamo agli altri, a partire dalle conseguenze negative che ne possono derivare in termini di discriminazione, esclusione e conflitti. Vuole promuovere infine la riflessione sulla storia e sulla persistenza, in forme nuove e spesso nascoste, del razzismo con particolare attenzione ai meccanismi di disinformazione (“fake news”) e ai discorsi di odio circolanti nei media.

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“In questo momento di enorme sforzo da parte dei docenti delle scuole con la didattica online – afferma la direttrice del Cisp Enza Pellecchia - e di grandissima capacità di adattamento dei bambine e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, abbiamo voluto fare la nostra parte, per consentire alle scuole di arricchire l'offerta didattica, con laboratori finalizzati all'acquisizione di competenze relazionali ed emotive utili per la costruzione del gruppo classe. Siamo convinti/e che "l'imparare-giocando" sia più che mai importante in questo momento, in cui alunni e alunne trascorrono molte ore da soli impegnati nella didattica frontale a distanza, spesso privati della possibilità di attività in gruppo. Per questo motivo il CISP vuole essere presente, lavorando insieme alle scuole con un entusiasmo ancora più grande, per offrire ai ragazzi e alle ragazze strumenti utili per costruire una società di pace e di trasformazione nonviolenta dei conflitti.”

“Ricerca per la pace” è il progetto di Servizio Civile Universale del Cesc Project realizzato presso la sede del Cisp. Il volontario Marco Giusti e le volontarie Elisa Domenici, Diletta Goldoni, Maria Bruna Stella ed Elisabetta Rizzo hanno avviato il loro servizio il 15 gennaio scorso e sono state adeguatamente formate e preparate da Giulia Nervi, ex volontaria in Servizio civile presso il CISP nel 2016 che ancora oggi continua a mettere a disposizione dei nuovi volontari le competenze acquisite.

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