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John Hughlings JacksonDiagnosi e cure delle malattie sono cambiate radicalmente nel corso dei secoli e millenni, un percorso che spesso affonda nella magia sino alla moderna scienza medica. A raccontare questa storia, a partire dal rapporto fra epilessia e tumori endocranici come caso studio, c’è una ricerca dell’Università di Pisa appena pubblicata sulla rivista Neuroscientist. L’articolo scritto dai professori Gianfranco Natale e Guido Bocci e dal dottor Federico Cucchiara affronta infatti in una prospettiva storica critica, il legame tra convulsioni e neoplasie endocraniche.

La prima parte del lavoro riassume dunque la lunga storia dell’epilessia, una patologia descritta fin dai tempi più remoti soprattutto in chiave magico-religiosa, con riferimenti anche alla possessione demoniaca. Ippocrate fu il primo a comprenderne la natura e a fornire un’interpretazione medica e ciononostante, per molto tempo ancora, l’epilessia rimase una malattia misteriosa e da guardare con sospetto. Solo nel secolo dei Lumi cominciò a trovare la giusta attenzione scientifica: nel 1770, il medico svizzero Samuel-Auguste Tissot pubblicò il Traité de l’épilepsie, una pietra miliare dell’epilettologia. Ma è il XIX secolo l’epoca d’oro degli studi sull’epilessia che proprio in questo periodo iniziò a essere posta in relazione con le neoplasie endocraniche.

La seconda parte dell’articolo si concentra quindi su questo aspetto. Nel 1882, il padre dell’epilettologia moderna, John Hughlings Jackson (immagine a destra) riportò il caso di un paziente affetto da tipiche crisi epilettiche in presenza di un tumore endocranico. Ma fu grazie a due medici scozzesi - John Gairdner e William Macewen - che si si capì meglio la relazione fra le due patologie.

“Da queste osservazioni pionieristiche siamo arrivati oggi allo studio dei cambiamenti biochimici e molecolari dei tumori cerebrali, ricerche che hanno aperto ipotesi di lavoro senza precedenti sull’epilettogenesi – spiega Gianfranco Natale - Questo notevole progresso scientifico consente oggi di trattare in maniera meno empirica e più appropriata queste patologie, con la chirurgia, i farmaci e le terapie fisiche”.

Gianfranco Natale è direttore del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e docente di Anatomia Umana presso il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Con lui hanno collaborato allo studio Federico Cucchiara, medico specializzando della scuola di Farmacologia e Tossicologia Clinica, e Guido Bocci, docente di Farmacologia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.

“Dalla passione per la storia della medicina e la ricerca scientifica in campo oncologico è nata l’idea di un lavoro che ha ricostruito la lunga storia dell’epilessia e del suo legame, riconosciuto in tempi più recenti, anche con la presenza di tumori endocranici – conclude Natale - La pubblicazione di questo articolo su Neuroscientist conferma la vocazione dell’Università di Pisa allo spirito di collaborazione fra le varie discipline: da un lato la ricerca storica, che trova naturale collocazione nel contesto museale, e le innovative ricerche nel campo della medicina”

Proprio adesso che la pandemia ci impedisce di frequentare con regolarità scuole e musei, diventa essenziale interrogarci sul significato di queste istituzioni e sull’importanza dei loro spazi fisici. Nasce da queste considerazioni il ciclo di incontri in streaming sul canale YouTube Video Sma Unipi che il Sistema Museale di Ateneo propone alle scuole superiori, con l’obiettivo di spiegare che cosa è un museo, che cosa rappresenta, quale parte della nostra identità conserva per noi e come possa essere nel futuro.
Il primo incontro, in programma lunedì 1° marzo alle 15, si intitola “Fare museo, anche a scuola”, e prevede il collegamento da Milano con la dottoressa Laura Ronzon, direttrice delle Collezioni del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” e con la professoressa Elena Servida e alcuni studenti del Liceo Scientifico Statale Vittorio Veneto, che illustreranno il progetto di musealizzazione delle collezioni scolastiche al quale stanno collaborando.
I successivi appuntamenti riguarderanno i musei dell’Università di Pisa, ognuno raccontato attraverso un peculiare punto di vista: la diversità vegetale per l’Orto e Museo Botanico (2 marzo), lo scheletro animale per il Museo Anatomico Veterinario (3 marzo), le tecniche di incisione (4 marzo) per il Museo della Grafica, gli strumenti della fisica (5 marzo) per il Museo degli Strumenti di Fisica, le figure degli anatomisti Vesalio e Colombo per il Museo di Anatomia Umana (8 marzo), la storia del calcolo (9 marzo) per il Museo degli Strumenti per il Calcolo, la bellezza eroica e scandalosa dell’arte greca (10 marzo) per la Gipsoteca di Arte Antica, lo studio delle mummie tra archeologia, antropologia e paleontologia (11 marzo) per il Museo di Anatomia Patologica e la salute e bellezza (12 marzo) per le Collezioni Egittologiche.
Il ciclo si chiuderà con la lezione finale (15 marzo) del direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, su rivoluzione digitale e umanesimo.

Diagnosi e cure delle malattie sono cambiate radicalmente nel corso dei secoli e millenni, un percorso che spesso affonda nella magia sino alla moderna scienza medica. A raccontare questa storia, a partire dal rapporto fra epilessia e tumori endocranici come caso studio, c’è una ricerca dell’Università di Pisa appena pubblicata sulla rivista Neuroscientist.
L’articolo scritto dai professori Gianfranco Natale e Guido Bocci e dal dottor Federico Cucchiara affronta infatti in una prospettiva storica critica, il legame tra convulsioni e neoplasie endocraniche.
La prima parte del lavoro riassume dunque la lunga storia dell’epilessia, una patologia descritta fin dai tempi più remoti soprattutto in chiave magico-religiosa, con riferimenti anche alla possessione demoniaca. Ippocrate fu il primo a comprenderne la natura e a fornire un’interpretazione medica e ciononostante, per molto tempo ancora, l’epilessia rimase una malattia misteriosa e da guardare con sospetto. Solo nel secolo dei Lumi cominciò a trovare la giusta attenzione scientifica: nel 1770, il medico svizzero Samuel-Auguste Tissot pubblicò il Traité de l’épilepsie, una pietra miliare dell’epilettologia. Ma è il XIX secolo l’epoca d’oro degli studi sull’epilessia che proprio in questo periodo iniziò a essere posta in relazione con le neoplasie endocraniche.
La seconda parte dell’articolo si concentra quindi su questo aspetto. Nel 1882, il padre dell’epilettologia moderna, John Hughlings Jackson (1835-1911) riportò il caso di un paziente affetto da tipiche crisi epilettiche in presenza di un tumore endocranico. Ma fu grazie a due medici scozzesi - John Gairdner e William Macewen - che si si capì meglio la relazione fra le due patologie.
“Da queste osservazioni pionieristiche siamo arrivati oggi allo studio dei cambiamenti biochimici e molecolari dei tumori cerebrali, ricerche che hanno aperto ipotesi di lavoro senza precedenti sull’epilettogenesi – spiega Gianfranco Natale - Questo notevole progresso scientifico consente oggi di trattare in maniera meno empirica e più appropriata queste patologie, con la chirurgia, i farmaci e le terapie fisiche”.
Gianfranco Natale è direttore del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e docente di Anatomia Umana presso il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Con lui hanno collaborato allo studio Federico Cucchiara, medico specializzando della scuola di Farmacologia e Tossicologia Clinica, e Guido Bocci, docente di Farmacologia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.
“Dalla passione per la storia della medicina e la ricerca scientifica in campo oncologico è nata l’idea di un lavoro che ha ricostruito la lunga storia dell’epilessia e del suo legame, riconosciuto in tempi più recenti, anche con la presenza di tumori endocranici – conclude Natale - La pubblicazione di questo articolo su Neuroscientist conferma la vocazione dell’Università di Pisa allo spirito di collaborazione fra le varie discipline: da un lato la ricerca storica, che trova naturale collocazione nel contesto museale, e le innovative ricerche nel campo della medicina”

 

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