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hack1L'Università di Pisa si unisce al cordoglio del mondo scientifico italiano e internazionale per la scomparsa di Margherita Hack, professore emerito all'Università degli Studi di Trieste. La perdita di Margherita Hack, che era nata a Firenze nel 1922, è un grave lutto per la cultura e per la società civile italiana, al cui progresso si era sempre dedicata con impegno ed entusiasmo.

Poco più di un mese fa, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, Margherita Hack aveva partecipato in videoconferenza da Trieste agli Open Day della Ricerca organizzati dall'Università di Pisa. Davanti a oltre 400 persone, in gran parte studenti, aveva tenuto un appassionato intervento sull'astrofisica e sulle potenzialità che la scienza e la ricerca hanno per il nostro Paese. "Io credo - aveva detto in quella occasione - che le nostre università siano migliori di quelle di tanti altri Paesi e che l'immaginazione degli italiani sia una grande risorsa per la ricerca".

Guarda il video degli Open Day con Margherita Hack

BeagleStanno bene e hanno trovato casa i 21 beagle che, nell'agosto dello scorso anno, sono stati affidati al dipartimento pisano di Scienze veterinarie per seguire un percorso di recupero dopo essere stati utilizzati a fini scientifici. Il progetto, frutto di un accordo tra l'Ateneo pisano e la casa farmaceutica che aveva impiegato i cani, si basa su una norma del 2001, che prescrive la riabilitazione degli animali da sperimentazione nei casi in cui le condizioni di salute degli stessi lo consentano.

L'accordo è stato promosso e coordinato dal ministero della Salute, che ha scelto l'Università di Pisa, in tutto il territorio nazionale, perché questo tipo di procedura è già stato avviato da anni sugli animali utilizzati nella ricerca biomedica dell'Ateneo. Al dipartimento di Scienze veterinarie, inoltre, è attivo un eccellente centro di medicina comportamentale, che ha reso possibile seguire lo sviluppo del programma con competenze altamente specializzate.

Durante quest'anno i 21 splendidi esemplari di beagle, di ambo i sessi e dell'età di circa due anni, sono stati ospitati nella struttura di accoglienza del dipartimento di Scienze veterinarie che si trova all'interno del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli.

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In un contesto ricco di stimoli, i cani hanno seguito uno specifico programma di riabilitazione, sotto la cura dello staff di esperti comportamentali guidato dal professor Angelo Gazzano. Essendo cresciuti in laboratorio, infatti, gli animali non avevano avuto modo di interagire con l'ambiente esterno e con l'uomo. Alcuni di loro hanno manifestato da subito intraprendenza e apertura, altri si sono dimostrati più timorosi e diffidenti: nel complesso, comunque, tutti i beagle hanno dato nel tempo una risposta adeguata alle terapie applicate.

Parallelamente, sono state esaminate le numerose richieste di adozione pervenute dalla Toscana e da tutta Italia, tra le quali è stata effettuata un'attenta selezione. Le famiglie prescelte sono state quindi coinvolte nel programma di recupero, in modo da facilitare il progressivo inserimento degli animali.

Oltre che il dipartimento di Scienze veterinarie, diretto dalla professoressa Daniela Gianfaldoni, e il ministero della Salute, il progetto ha coinvolto nella parte organizzativa il Settore Ricerca dell'Ateneo pisano e in particolare la dottoressa Antonella Pochini

Ne hanno parlato:
Corriere della Sera
Tirreno
Nazione Pisa
GreenReport.it
StampToscana.it
IlReporter.it
GoNews.it
NazionePisa.it
TirrenoPisa.it
PisaToday.it
PisaInforma.it
Quotidiano.net 

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PedrosoCon la fine dei campionati e delle manifestazioni più importanti è arrivato il momento di trarre un bilancio della stagione per il Cus Pisa. Tutte le sezioni sportive si sono distinte nell'attività agonistica, arrivando a ottenere risultati pregevoli.

Guarda il video e leggi il resoconto nel dettaglio:

Per il volley è stato un anno intenso per quanto riguarda uomini e donne. La squadra maschile dell'Arca Cus Pisa è riuscita a salvarsi all'ultima giornata, battendo il Carpi, terza forza del campionato, mantenendo così la serie B1. Un miracolo maturato in tre settimane, quando il Cus aveva un piede in B/2, per poi arrivare all'impresa. Le donne invece hanno vinto il campionato di Prima Divisione, essendo così promosse in Serie D. La vittoria è arrivata al Palacus contro Saline con una giornata di anticipo.

Con la vittoria contro il Bellaria Pontedera, il Pharmanutra Cus Pisa Rugby ha chiuso positivamente una stagione importante, che permette di porre le basi per la prossima. Il quarto posto finale ha consentito di mantenere agilmente la categoria, e grazie agli investimenti per il nuovo campo da calcio/rugby sintetico che sarà costruito questa estate, primo impianto in Italia con queste caratteristiche, ci sarà la possibilità di progettare in modo tranquillo il futuro.

Buona stagione anche per le squadre di calcio a 5, con gli uomini che sono riusciti a salvare la Serie B1, chiudendo con un ottimo 6-5 contro il Grosseto all'ultima giornata, e le donne che hanno vinto il campionato di Serie B, ma si sono dovute arrendere al Lazio nel triangolare che valeva la promozione in Serie A.

HockeySono arrivati davvero grandi risultati per le squadre di hockey, con la squadra maschile che ha vinto i playoff ed è tornata in Serie A2, mentre la squadra femminile si è classificata quinta in Serie A1, arrivandosi a giocare i playoff per la Champions Cup, la massima competizione europea di hockey.

La squadra di basket guidata da Matteo Giaconi è riuscita a vincere il campionato di Promozione, dopo un lungo duello con Lucca che si è protratto per tutta la stagione. I gialloblu hanno conquistato la Serie D all'ultima giornata, dopo una larga vittoria per 70-35 contro Prato.

La squadra di atletica prosegue con i successi che la rendono una delle società più quotate in Italia. Da un po' di tempo fa la fortuna del Cus, Yadisleidy Pedroso, cubana naturalizzata italiana che ha già fatto togliere molte soddisfazioni alla società, grazie al record del mondo nei 200/hs e al record italiano sui 300/hs.

Dal punto di vista istituzionale, la truppa cussina ha sbancato ai Cnu di Cassino e Sabaudia, conquistando il quarto posto nel medagliere con 28 medaglie, di cui 11 ori. La maggior parte delle medaglie sono arrivate dalla squadra di canottaggio e da quella di atletica, ma hanno brillato anche gli atleti di canoa, pugilato, scherma e tiro a volo, che sono giunti a medaglia, portando lustro alla società pisana.

volleyIl presidente Denny Innamorati ha commentato così la grande stagione 2012/2013: "La stagione ha dato molte soddisfazioni, abbiamo raggiunto risultati di grandi rilievo, grazie alla salvezza in B1 del volley maschile e alla vittoria della squadra femminile che è promossa in D, l'hockey ha raggiunto la promozione col maschile in A2 e le donne si sono andate a giocare l'Europa. La Pedroso fa sognare la squadra di atletica, senza contare le squadre di basket, calcio a 5 e rugby. È stata un'annata che dal punto di vista sportivo ha dato davvero tanti bei risultati." Il presidente ha anche ricordato la convenzione con il Comune di Pisa: "Da circa un anno i nostri impianti sono dotati di un percorso vita con una bellissima area fitness accessibile a tutta la città poiché il Cus è parco cittadino. Grazie alla convenzione sottoscritta col Comune e all'impegno del vicesindaco Ghezzi è possibile prenotare gli impianti all'aperto anche per i cittadini che non sono iscritti al Cus."

(Ufficio Stampa CUS Pisa)

 

Canottaggio

Basket









A 100 anni dalla sua prima istituzione, avvenuta il 22 giugno 1913, potrebbe presto rinascere a Pisa la Scuola di Ingegneria. Il 12 giugno scorso il Senato accademico dell'Ateneo ha espresso parere positivo sulla sua istituzione che verrà decisa nel Consiglio di Amministrazione del 26 giugno, completando così la trasformazione delle strutture didattiche e di ricerca dell'Università voluta dalla cosiddetta legge Gelmini del 2010.

Pubblichiamo di seguito un intervento del professore Pierangelo Terreni, già preside della ex facoltà di Ingegneria dell'Ateneo pisano, sui 100 anni della Scuola di Ingengeria pisana.

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Cento anni fa veniva istituita la Scuola di Ingegneria

ing_1Il 22 giugno di 100 anni fa fu promulgata la legge n. 856 che decretava la nascita della "Scuola di applicazione per gl'ingegneri". In particolare l'articolo 2 recitava: «È istituita in Pisa, presso quella Università, a cominciare dall'anno scolastico 1913-14, una scuola di applicazione per gl'ingegneri. Essa rilascerà i diplomi d'ingegnere civile e di architetto. Sarà regolata con le norme del regolamento generale per le scuole di applicazione per gl'ingegneri». In realtà, le origini degli studi di Ingegneria possono farsi risalire all'epoca granducale, quando cominciò a evidenziarsi la necessità della nuova figura professionale dell'ingegnere, tecnico e uomo di scienza capace di sovrintendere alla realizzazione delle opere pubbliche cui il Granducato dedicava molta attenzione. Bisogna, però, attendere il 1913 perché l'Università di Pisa possa vedere soddisfatta la sua remota aspirazione di avere una "Scuola di applicazione per gl'ingegneri", la quale, di durata triennale, poteva rilasciare i diplomi di ingegnere civile e di architetto. Nella realtà, tuttavia, la Scuola di applicazione non diplomò mai architetti, ma solo ingegneri civili.

ing2Il merito ed il successo dell'iniziativa furono dovuti specialmente all'opera perseverante ed illuminata del prof. Ulisse Dini, che può considerarsi, a buon diritto, il vero fondatore della Scuola, della quale fu anche il primo Direttore. L'organizzazione della Scuola rimase pressoché immutata fino al 1935, quando diede origine alla "Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa", cessando pertanto di essere un Istituto distaccato ed assumendo uno "status" simile a quello delle altre Facoltà Universitarie. Il 28 ottobre 1936 venne inaugurata la nuova sede (l'attuale "Triennio" ubicato in Largo Lucio Lazzarino, già via Diotisalvi) alla presenza del Re Imperatore Vittorio Emanuele III e del Rettore Giovanni D'Achiardi, oltre a tutte le autorità civili e religiose. Nel 1937 alla Sezione Civile fu aggiunta la Sezione Industriale.

ing3Le successive modifiche agli ordinamenti degli studi di Ingegneria coincisero con le varie riforme universitarie. Di seguito vengono riportate le più significative. Nell'anno accademico 1960-61, in base al nuovo ordinamento degli studi delle Facoltà di Ingegneria (D.P.R. 31 gennaio 1960, n. 53, nota come legge Capocaccia), la Facoltà di Ingegneria di Pisa risultò costituita su cinque anni, avendo assorbito anche il biennio propedeutico, già annesso alla Facoltà di Scienze e comprese i seguenti sette "corsi di laurea": Ingegneria Civile (con le tre sezioni: Edile, Idraulica, Trasporti); Ingegneria Meccanica; Ingegneria Elettrotecnica; Ingegneria Chimica; Ingegneria Aeronautica; Ingegneria Elettronica; Ingegneria Nucleare. Nel 1999, in virtù del DM 509, furono istituite le Lauree triennali e le Lauree Specialistiche, di durata biennale (la così detta riforma "3 + 2"). In seguito a tale riforma ed ai suoi successivi aggiornamenti, l'offerta didattica si è ulteriormente differenziata, in particolare per quanto concerne le Lauree di secondo livello, arrivando ad una offerta formativa tra le più ampie nell'ambito della Facoltà di Ingegneria Italiane, che attualmente comprende dieci Lauree triennali, sedici Lauree Magistrali e una Laurea Magistrale a ciclo unico.

L'eccellente reputazione di cui ha sempre goduto la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa, legata alla capacità di unire attività di ricerca ad alto livello con la più grande attenzione alla qualità della didattica, è testimoniata dal grande numero dei suoi laureati che occupano posizioni di grande prestigio, sia in ambito nazionale che internazionale e dagli eccellenti "feed-back" continuamente ricevuti dal mondo industriale. A questa eccellente reputazione si è accompagnata una sempre maggiore richiesta di accesso da parte degli allievi, con richieste di immatricolazione che hanno continuato a crescere, anche negli ultimi anni, ed un numero di iscritti che ha ormai superato le 10.000 unità.

ing4La coscienza del rilevante patrimonio culturale di cui la Facoltà dispone ha indotto il corpo docente a chiedere di mantenere, anche dopo l'entrata in vigore della "legge Gelmini" che ne consentiva l'abolizione, una struttura di coordinamento didattico denominata "Scuola di Ingegneria", la cui istituzione è stata recentemente approvata dal Senato Accademico dell'Ateneo. Tale struttura, che unisce i tre Dipartimenti sorti all'interno della ex-area di Ingegneria ed i due Dipartimenti di Matematica e Fisica, avrà il compito di garantire la qualità della formazione nelle scienze di base e la visione interdisciplinare, entrambe indispensabili alla formazione di un moderno ingegnere. Essa dovrà inoltre assicurare agli allievi l'acquisizione del corretto approccio culturale, comune alle diverse specializzazioni della professione, tutte unite dalla finalità prima di risolvere, tramite applicazioni della scienza più avanzata, i problemi connessi con il progresso tecnologico.

ing5È infatti opportuno osservare che quello spirito di forte collegamento tra le scienze esatte e le applicazioni tecnologiche che spinse, un secolo fa, Ulisse Dini a promuovere con vigore la nascita della "Scuola di applicazione per gl'ingegneri" è tutt'oggi presente, anzi, oggi più che allora non è possibile concepire la formazione di un valido ingegnere senza un solido appoggio sulle conoscenze di Matematica e Fisica. Inoltre, è necessario tenere presente che la tipica attività progettuale di un ingegnere non è mono disciplinare. Il percorso classico di un progetto inizia con l'analisi del problema da risolvere, che, solitamente, comporta la suddivisione nei vari aspetti che lo compongono. Ovvero, nella fase di analisi si scinde il problema nelle sue parti essenziali; per esempio, in aspetti strutturali, meccanici, elettronici. Nella successiva fase di sintesi i vari aspetti si uniscono per dar vita al progetto del sistema desiderato.

Questa interdipendenza degli aspetti che costituiscono un progetto è oggi molto più sentita di qualche tempo fa. A titolo di esempio, si consideri il progetto di una casa, che è tipico di Ingegneria Civile-Edile; oggi, non si possono trascurare i problemi termici degli edifici, gli impianti idraulici, elettrici e trasmissione dati, che sono parte integrante del progetto. Quindi, è necessario che le varie parti progettuali non avvengano in momenti diversi. Infatti, il progetto strutturale deve essere svolto contemporaneamente al progetto degli impianti e dei servizi. La stessa interdisciplinarietà è comune al progetto di qualunque sistema si voglia realizzare ed è indispensabile nella preparazione di un moderno ingegnere.

Pierangelo Terreni

 L'Università di Pisa e Microsoft Italia lanciano "Cloud OS Immersion", un nuovo centro di competenza e laboratorio per far toccare con mano ai giovani, alle aziende e ai professionisti italiani i vantaggi delle nuove tecnologie integrate nel Sistema Operativo della Cloud. Il nuovo centro intende facilitare l'incontro con la tecnologia e favorire il dialogo e la condivisione di esperienze tra gli esperti Microsoft, i ricercatori universitari, gli studenti, le aziende e gli operatori di canale, per mettere a fattor comune le conoscenze su Cloud Computing e Big Data.
 

Centro CloudGrazie al consolidamento della collaborazione tra Microsoft e l'IT Center dell'Università di Pisa, il polo di eccellenza internazionale si arricchirà di nuove infrastrutture cloud, applicative e per il calcolo parallelo, con l'obiettivo di coinvolgere le aziende in un percorso esperienziale alla scoperta delle opportunità offerte dal Cloud OS, beneficiando di sessioni di consulenza dedicate.

Il centro si propone inoltre quale punto di riferimento per IT Pro, operatori di canale e decisori aziendali su tematiche, quali IT management e automation, virtualizzazione, cloud privato, pubblico e ibrido, applicazioni mobile e social, big data, open data e analytics, e in generale "IT as a Service". La filiera dell'information technology beneficerà di una grande opportunità di formazione, ma anche di business entrando in contatto con aziende interessate alle nuove tecnologie e dando vita insieme ad esse a progetti di innovazione, a conferma dell'impegno costante di Microsoft per il proprio ecosistema di partner.

Centro CloudAttraverso il centro si intende inoltre formare i professionisti di domani, offrendo ai giovani la possibilità di acquisire capacità tecniche largamente richieste nel mondo professionale, in modo da facilitarne l'inserimento nel mercato del lavoro. Microsoft metterà a disposizione le proprie competenze nell'ambito del Cloud Computing e delle imprese per contribuire a fornire, insieme ad altre realtà industriali e non, formazione sulle tecnologie cloud all'interno della didattica universitaria.

Capitalizzando le precedenti esperienze "Private Cloud Immersion" e "Transform the Datacenter Immersion", messe in pista negli scorsi mesi da Microsoft proprio con l'obiettivo di promuovere l'innovazione e apprezzate dalle aziende per la capacità di offrire consulenza su misura, il nuovo centro di Pisa intende andare oltre, per esplorare nuovi temi e raggiungere nuove basi geografiche. Pisa rappresenterà l'apripista e il fulcro di un modello a raggiera attraverso il quale l'esperienza delle sessioni interattive e dell'immersione negli scenari applicativi verrà riproposta in altri centri universitari o presso partner e aziende clienti su tutto il territorio nazionale. Presupposto dell'ampia portata delle attività del nuovo centro, l'abilità dell'Università di Pisa di far rete a livello istituzionale e con altri protagonisti del sistema universitario, e la capacità di networking di Microsoft con le community degli sviluppatori e gli operatori ICT.

Centro Cloud"In un momento così difficile per l'Italia - ha dichiarato il professor Antonio Cisternino, dell'IT Center dell'Università di Pisa - le tecnologie dell'informazione possono contribuire a dare uno slancio all'economia del Paese, e l'università può dare il suo contributo, affiancando alla formazione di solide basi concettuali, occasioni per approfondire gli aspetti tecnologici e industriali, offrendo percorsi più completi e luoghi di incontro tra studenti, professori, industria locale e nazionale".

"Siamo entusiasti di dar vita a un centro di competenza che intende fare dell'approccio esperienziale il proprio punto di forza - ha dichiarato Luca Venturelli, direttore della Divisione Server & Cloud di Microsoft Italia - poiché siamo convinti che sia questo ciò di cui il Paese ha bisogno: far toccare con mano le opportunità offerte dal Cloud Computing e dalle nuove tecnologie per promuovere l'innovazione a tutti i livelli, all'interno della filiera ICT, nel mondo delle aziende e tra i giovani. Capitalizzando sulla consolidata partnership con un polo d'eccellenza come l'Università di Pisa e facendo rete con le istituzioni e le community, potremo mostrare alle imprese scenari applicativi ad hoc offrendo consulenza su misura e, al contempo, formare studenti e partner favorendo il loro incontro con il mondo delle aziende per far decollare insieme progetti d'innovazione a supporto della competitività del territorio".

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa 
Nazione Pisa
RepubblicaFirenze.it
NazionePisa.it
Stampa.it
inToscana.it 
PisaInformaFlash.it
gonews.it 
Data Manager Online 
Corriere delle Comunicazioni 

mummie

Secrets of pre-Columbian mummies preserved at the "Filippo Civinini" Museum of Human Anatomy of the University of Pisa (Department of Translational Research and New Technology in Medicine and Surgery) will soon be revealed by an international research team. Thanks to an agreement with the University of Huddersfield (UK), signed last February, pre-Columbian remains dating back 700 years, which can be traced to the Chimù and Chancay cultures, will be analysed with modern investigative techniques. Such techniques will be able to establish the cause of death and reveal details of the traditions and life-habits of these cultures.

The study will be led by Professor Stefano Vanin (together with two of his collaborators) from the University of Huddersfield. They will carry out an entomological analysis on the abovementioned remains. Vanin has, in fact, collected parasites and other insects which colonised the bodies before and after death which will be analysed and classified. In this way, it will be possible to offer information on the social characteristics and health of these particular groups of Peruvian people who lived long ago. Some results have already been noted. "Our initial observations allowed us to identify a flea and some lice," announces Professor Gianfranco Natale, Professor of Human Anatomy at Pisa University and director of the museum. "Thanks to this study we will be able to establish if the bacillus of the plague was present in the American continent also during the pre-Columbian epoch."

mummie2-webThere are three pre-Columbian mummies at the Museum of Human Anatomy. One is a child and the other two are male adults. They arrived in Pisa during the second half of the eighteen hundreds. They were carried inside characteristic 'fardos', cloth wrappings of varying layers into which bodies (in the fetal position) were laid. These corpses were bundled up in layers of cloth which contained objects of daily life such as shoes, metal objects and also food fragments.

The story of their arrival in Pisa is fascinating. The mummies and the strongboxes containing artefacts for funereal rites (which today are preserved at the museum) are part of the remains collected in South America by Carlo Regnoli (1838-1873), a Pisan medical doctor and Professor of Ophthalmology. He distinguished himself in a number of ways. As a medical doctor he took part in the Third Italian War of Independence by curing wounded soldiers. Being fond of archeology, he carried out research both in Egypt and in South America. In 1869 he went on an important expedition in Peru from where he brought back pre-Columbian vases, botanical remains, mummy exemplars and artefacts for funereal rites, which he later donated to the Museum of Human Anatomy.

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The museum, established by Filippo Civinini during the 1830's, hosts around 3,400 exhibits subdivided into medical collections to which the pre-Columbian and Egyptian archeological collections have been added. As well as the mummies, the most interesting pre-Columbian remains preserved in Pisa are the 121 vases belonging to the pre-Inca culture, a basket, votive objects and an 'antara', a terracotta musical instrument. Further pre-Columbian items are preserved in thirty-six elegant glass ampoules containing fragments of vases, shells and, above all, plant remains.

sala_museo_anatomiaOther remains are preserved in five wooden strongboxes. These include skulls, artefacts for funereal rites (utensils, bowls, cloth, plant remains) as well as various 'fardos' which will assuredly be of great interest to medical and scientific research.

Even more striking is an impressive collection of heads from a family whose members were decapitated. Some scalps have also been preserved.

Inside one of the many pre-Columbian skulls a small page was found which made reference to a 'Botica y Drogueria del Ynca by Abbondio Roncoroni, Cordoba'. This brief text recounts the dramatic story of a person to whom the skull belonged. "This skull belongs to Cacicco Canepan who died in the "Paso de los Poleos" zone, Rio 4th, Province of Cordoba in the Argentinian Republic. The 9th Cavalry Regiment killed him. It was commanded by Commander Don Isidro Sora in the month of March of the year 1869. He belongs to the tribe of Rauqueles Indians." Probably Regnoli bought this skull at an archeological market in Cordoba.

mummie precolombianeI segreti delle mummie precolombiane conservate nel Museo di Anatomia umana "Filippo Civinini" dell'Università di Pisa (Dipartimento di Ricerca Traslazionale e Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia) saranno presto svelati da un team internazionale di ricerca. Grazie a un accordo con la University of Huddersfield (Regno Unito) firmato lo scorso febbraio, i resti precolombiani risalenti a circa 700 anni fa e riconducibili alle culture Chimù e Chancay saranno analizzati con moderne tecniche d'indagine in grado di stabilire le cause della morte e rivelare dettagli sulle loro tradizioni e abitudini di vita.

Lo studio sarà condotto dal professor Stefano Vanin della University of Huddersfield insieme a due sue collaboratrici, che effettueranno sui resti analisi di carattere entomologico: Vanin ha infatti raccolto parassiti e altri insetti presenti sui corpi prima e dopo la morte che saranno analizzati e classificati. In questo modo sarà possibile dare informazioni anche sulle caratteristiche sociali e sullo stato di salute dell'antica popolazione peruviana. E già arrivano i primi risultati: "Le prime osservazioni hanno permesso d'individuare una pulce e alcuni pidocchi – annuncia il professor Gianfranco Natale, docente di Anatomia umana dell'Ateneo e direttore del museo – Grazie a questo studio, si potrà stabilire se il bacillo della peste era presente nel continente americano anche in epoca precolombiana".

mummie precolombianeLe mummie precolombiane del Museo di Anatomia umana sono tre (un bambino e due maschi adulti) e sono arrivate a Pisa nella seconda metà dell'Ottocento all'interno dei caratteristici fardos, contenitori di stoffa a vari strati in cui venivano riposti i corpi in posizione fetale. I defunti venivano fasciati in strati di tessuto che contenevano oggetti della vita quotidiana, come scarpe o oggetti di metallo, e anche frammenti di cibo.

Molto affascinante è la storia del loro arrivo a Pisa: le mummie e le casse contenenti i corredi funerari oggi conservati nel museo fanno parte dei reperti raccolti in Sudamerica da Carlo Regnoli (1838-1873), medico pisano e docente di Oftalmoiatria che si distinse su vari fronti: come medico partecipò alla Terza Guerra d'Indipendenza curando i militari feriti e, appassionato di archeologia, compì ricerche sia in Egitto che in Sudamerica. Nel 1869 effettuò un'importante spedizione in Perù da dove riportò i vasi precolombiani, resti botanici, gli esemplari di mummie e i corredi funerari, poi donati al Museo di Anatomia Umana.

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Istituito da Filippo Civinini intorno agli anni '30 dell'Ottocento, il museo raccoglie circa 3400 preparati suddivisi in collezioni di carattere medico, a cui si aggiungono le collezioni archeologiche egizie e precolombiane. Oltre alle mummie, tra i reperti precolombiani più interessanti sono conservati a Pisa 121 vasi appartenenti alle culture preincaiche, un cestino di fibra vegetale, oggetti votivi e un'antara, uno strumento musicale di terracotta. Altro materiale precolombiano è conservato in trentasei eleganti ampolle di vetro che contengono frammenti di vasi, conchiglie, ma soprattutto resti vegetali.

sala museo anatomiaIn cinque casse di legno sono conservati altri reperti tra cui crani, corredi funerari (utensili, ciotole, stoffe, altri resti vegetali), nonché diversi fardos che rivestono sicuramente un interesse medico-scientifico. Più impressionante, invece, è una collezione di teste provenienti da una famiglia i cui membri furono decapitati. Si conservano, infine, alcuni scalpi. All'interno di uno dei numerosi crani precolombiani è stato ritrovato un foglietto con un'intestazione di una Botica y Drogueria del Ynca, da Abbondio Roncoroni, Córdoba.

Il breve testo racconta la drammatica storia della persona a cui apparteneva il cranio: "Questo Craneo è del Cacicco Cañepan morto nel «Paso de los Poleos» dep.to Rio 4°, Provincia di Córdoba nella Repubblica Argentina. Lo uccise il Reg.to di Cav.ria N. 9 comandato dal Com.te Don Isidro Sora nel mese di marzo dell'anno 1869. Appartiene alla tribù degli Indii Rauqueles". Probabilmente Regnoli acquistò questo cranio in un mercato archeologico di Cordoba.


Ne hanno parlato:
ADNkronos 
inToscana.it 
ilReporter.it 
 

Nell'anno accademico 2012/2013, gli studenti Erasmus raggiungeranno quota 3 milioni. Per festeggiare questo importante traguardo, la Commissione Europea selezionerà il 3 milionesimo studente Erasmus di ciascun Paese partecipante al Programma di mobilità.

erasmus

I ragazzi individuati saranno invitati a rappresentare la propria Nazione in occasione dei festeggiamenti che avranno luogo a Bruxelles.

Gli studenti selezionati dovranno essere disponibili a rilasciare interviste sulla loro esperienza di formazione all'estero e potranno essere invitati a partecipare ad attività organizzate a livello nazionale. Le loro immagini saranno pubblicate nel sito della Commissione Europea. Nelle procedure di selezione, la Commissione sarà affiancata dal Consiglio Internazionale dell'Erasmus Student Network.

È possibile presentare la propria candidatura via internet, nel sito dell'International Exchange Erasmus Student Network entro il 23 giugno 2013.

CostituzioneC'è anche una docente dell'Università di Pisa nella commissione di 35 saggi nominati dal presidente Enrico Letta per lavorare alle modifiche della Costituzione. Elisabetta Catelani, docente di Diritto costituzionale dell'Ateneo, farà parte della commissione di esperti di diritto che elaboreranno proposte per le riforme della Carta. Elisabetta Catelani si è laureata in Giurisprudenza all'Università di Firenze nel 1983 discutendo la tesi in Diritto costituzionale dal titolo "La giurisprudenza della Corte costituzionale in tema di rilevanza nei giudizi incidentali di legittimità costituzionale negli anni 1978/1982". Dopo essere stata ricercatrice dell'ateneo fiorentino, nel 1996 ha vinto il concorso come docente associato all'Università di Pisa. Nell'ottobre 2000 è diventata professore ordinario di Diritto costituzionale presso la facoltà di Economia e da settembre 2004 insegna "Istituzioni di Diritto pubblico". Dopo la riforma dello Statuto dell'Università entrata in vigore nel settembre 2012, afferisce al dipartimento di Giurisprudenza.

Tra i 35 saggi nominati da Letta ci sono anche due giuristi laureati all'Università di Pisa e che adesso insegnano in altri Atenei: Stefano Ceccanti, oggi professore ordinario di Diritto comparato a Roma, e Mario Chiti, ordinario di Diritto amministrativo all'Università di Firenze.

Madrignani PossentiA cinque anni dalla scomparsa di Carlo Madrignani, storico della letteratura e professore all'Università di Pisa, esce il volume "Verità e visioni. Poesia, pittura, cinema, politica di Carlo A. Madrignani" (ETS, 2013) a cura di Alessio Giannanti e Giuseppe Lo Castro con un saggio introduttivo di Antonio Resta.

Il libro raccoglie una serie di saggi di Carlo Madrignani su poesia, pittura, cinema e politica, sparsi in riviste, miscellanee e cataloghi. Scritti d'occasione e poco noti, esterni agli interessi più immediati dell'autore, che si incentravano in particolare sulla narrativa dell'Ottocento. Il brano che qui proponiamo è un commento di Madrignani sul ritratto che gli fece Franco Fortini, uno schizzo eseguito su "un cartoncino di scarto (sul retro si legge un invito ad una conferenza universitaria) nelle more di una congrega accademica".

 

IL RITRATTO

madrignani fortiniI ritratti mi suscitano un indefinibile imbarazzo – anche quelli fotografici. Mi stupiscono e mi disorientano. Eppure amerei aver attaccati al muro di una qualche sala col caminetto due grandi olii con ritratti benportanti di avi materni – ma vivo in una casa con stanze piccole, senza camino – e senza olii edipici.

Sulla mensola di una lunga libreria (quella degli scrittori stranieri) c'è, in una cornice di vile metallo con fregi déco dei primi del secolo, un ritratto, doverosamente ingiallito (manca il vetro), cui volgo furtivamente frequenti occhiate interrogative. È un cartoncino di scarto (sul retro si legge un invito ad una conferenza universitaria) segnato da tenui e ispessite linee rossastre, non di sanguigna, ma di biro. L'abile accostamento disegna un viso, occhialuto, semicapelluto, di un ovale piuttosto allungato, intonato a mestizia. È un lavoro di fine esecuzione, ben costruito, amabilissimo alla lettura, da cui trapela un gusto d'interpretazione composto e quasi raggelato. Insomma un esercizio di tutto rispetto. Ma la causa della mia ripetuta curiosità, dell'attrazione tutta particolare e mai appagata è dovuta a due fattori singolari: il primo è l'oggetto del ritratto, che è lo scrivente, l'altro la firma piccola e nitida dell'esecutore, che recita 'F. Fortini', cioè il Fortini poeta e saggista di cui molti conoscono la passione (tutta privata, a quel che ne so) per l'esercizio grafico e pittorico.

Non voglio inventarmi elogi, come si fa per altri artisti-disegnatori (Fellini, Pasolini ecc.); non ho materiale sottomano e non ne vedo l'opportunità, in questa sede. Tralascio di ricostruire il lungo, segmentato filo dei ricordi da quando incontrai Fortini a Sarzana nei primi anni '60, anche se la tentazione è forte. Sono ancora sotto il fascino di quel ritratto: il narcisismo ha l'ovvia sua parte, ma più un dubitativo senso del doppio o meglio di una strana mescolanza di sé e dell'altro da sé. Cosa pensasse il ritrattista, nelle more di quella congrega accademica, nel mentre che tracciava le sapienti linee, non saprei proprio rievocarlo. Era molto concentrato sul cartoncino e mi parlava a rapidi cenni di un disgustato saggio (forse ancora in pectore) sul carducciano Montale, sulla sua codarda poesia da bardo della borghesia ambrosiana. Ero coinvolto, ma non stupefatto. Ora lo so: solo Fortini poteva permettersi di intravvedere e confutare in anticipo l'invadente accademismo dei montaliani di professione, con quanto di vile e di corrotto comportano questo costume, questo stile, questa ovazione «doverosi».

Quando gli carpii, incuriosito, il disegno, lo tenni furtivamente disteso in mezzo ad un libro e mi misi a studiarlo, fra l'inameno vociare dei colleghi. Sentivo che nel disegno s'era infiltrato il senso di quel discorso smozzicato e che quel viso chiuso e rabbuiato, la tensione contratta degli occhi chiusi continuavano a «parlare». Da allora fisso ripetutamente la parte inferiore del viso; quel grumo di forza e di rancore che è dato dalla bocca appena dischiusa mi consegna la vera identità di quel ritratto, al di là di ogni facile identificazione. E vedo i miei tratti confondersi in una sovrimpressione che si dilata in un altro ritratto, nel quale l'artista emerge e s'impone a visualizzare il disgusto per quegli (e questi) tristi conformismi. E scatta e si dilata un altro ricordo con incongrua connessione. Pochi anni prima, una cena nella campagna lucchese, quando sentimmo per la prima volta parole forti e insinuanti, dove primeggiano due bocche e un destino. «Il raffio di ferro / che trascina / la tua bocca e la mia / è uno solo».

[1985]

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Carlo Alberto Madrignani (Sarzana 1936 - Pisa 2008), allievo di Luigi Russo, ha insegnato Letteratura italiana nelle università di Siena, Pisa e Cagliari; definitivamente dal 1974 come professore ordinario a Pisa. Ha collaborato a riviste di prestigio come «Belfagor», «La rassegna della letteratura italiana», «Quaderni piacentini» e «Problemi», con numerosi articoli e recensioni su autori anche contemporanei.

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