36 – Data steward: chi è, cosa fa e perché è fondamentale
Per praticare una gestione FAIR dei dati e degli altri risultati della ricerca è essenziale avere un supporto adeguato. Il data steward è una nuova figura professionale, nata per facilitare i principi dell’Open Science e di cui ci sarà grande bisogno nel mondo della ricerca. Secondo una stima della Commissione europea dovranno esserci 500.000 di queste figure in Europa entro il 2027.
Dunque, chi è e cosa fa il data steward? È una figura di supporto al/la ricercatore/ricercatrice, esperta nella gestione dei dati e degli altri risultati della ricerca che ha competenze tecniche, legali ed etiche. Non esite ancora una certificazione professionale per tale figura, ma stanno crescendo sempre più percorsi formativi in tale direzione. Al fine di realizzare la visione di un forte ecosistema di ricerca con dati e software al centro, lo European Open Science Cloud (EOSC) ha un ruolo importante nell'assicurare il riconoscimento dei professionisti con competenze FAIR e di scienza aperta, e ha infatti un gruppo di lavoro dedicato proprio a “Data stewardship, curricula and career paths”.
Sulle competenze e la formazione per l'integrazione delle pratiche FAIR e della scienza aperta, la Commissione Europea ha anche pubblicato Digital skills for FAIR and Open Science (2021), con una sezione dedicata a “Developing the next generation of FAIR and open science professionals”.
All’Università di Pisa abbiamo parlato del ruolo e delle competenze di questa nuova figura professionale nella giornata formativa in materia di data managament a novembre con la Dott.ssa Shalini Kurapati. La presentazione di Kurapati “The role of Data Stewards in realising Open Science objectives” è disponibile nei materiali dell’incontro.
35 - Open Peer Review: di cosa si tratta secondo S-LÉGAMI di APRE
L’Open peer review comprende diverse modalità di revisione che condividono un approccio orientato ai principi dell’Open Science: dalla semplice indicazione dei nominativi, alla pubblicazione delle revisioni insieme all’articolo, alla possibilità di commentare post pubblicazione, e possono essere utilizzate singolarmente o in combinazione fra loro.
Le pratiche tradizionali della peer review basata sull’anonimato dei revisori e sulla riservatezza dei referaggi hanno dimostrato alcuni limiti legati alla mancanza di trasparenza: dalla difficoltà a garantire un vero e proprio anonimato alla diffusione di potenziali conflitti di interesse; dai pregiudizi indotti dalla selezione dei revisori da parte della rivista al pericolo di plagio di lavori inediti; fino alla mancanza di incentivi e riconoscimento del lavoro di revisione che rendono l’intero processo sempre più oneroso e meno sostenibile. L’open peer review si prefigge invece l’obiettivo di massimizzare la trasparenza del processo di revisione per incrementare la qualità e l’affidabilità delle revisioni, con potenziali ricadute positive sull’intero ecosistema editoriale:
Autori: tutela maggiore rispetto a potenziali parzialità e conflitti di interesse da parte dei revisori; tutela maggiore rispetto al rischio di plagio; allarga la possibilità di ottenere contributi migliorativi del lavoro scientifico grazie ad una discussione più ampia e inclusiva dei risultati sia prima che dopo la pubblicazione, soprattutto nel caso di approcci multidisciplinari.
Revisori: i referaggi pubblici possono diventare citabili, aumentando il prestigio e l’impatto del lavoro di revisione all’interno della comunità scientifica, soprattutto per i ricercatori più giovani; i referaggi pubblici costituiscono una ulteriore possibilità di apprendimento e aggiornamento; possono autonomamente decidere quali lavori esaminare in base alle proprie competenze.
Editori: un processo di revisione pubblico migliora la visibilità e la qualità delle revisioni, e contemporaneamente aumenta l’autorevolezza del processo editoriale; la discussione aperta dei risultati può abbattere i potenziali bias di selezione dei revisori e aumentare la disponibilità di collaboratori disponibili a contribuire al processo editoriale, ottimizzando così i tempi di pubblicazione.
Fonte: Quaderno APRE S-LEGAMI!
(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale n° 55 – settembre-ottobre 2022)
#3 Open Science e gestione dei dati: il Data Management Plan e i Data Stewards
Il terzo incontro del ciclo di approfondimento sull’Open Science, organizzato dall’Unità Servizi per la Ricerca, si é svolto online martedì 22 novembre, dalle ore 11:00 alle ore 13:00.
Tra i molteplici aspetti che compongono l’Open Science, la gestione dei dati della ricerca secondo i principi FAIR è certamente uno dei più importanti. Lo strumento principale per una corretta gestione dei dati è il Data Management Plan (DMP): un deliverable reso obbligatorio dalla Commissione Europea per i progetti finanziati nell’ambito di Horizon Europe, ma anche uno strumento fondamentale per una gestione strategica dei dati della ricerca.
Nella prima parte dell'incontro, la Dott.ssa Gina Pavone (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ha illustrato tecniche ed esempi per la redazione del Data Management Plan. Nella seconda parte, la Dott.ssa Shalini Kurapati (Politecnico di Torino) ha curato un approfondimento sul ruolo del Data Steward, la figura specializzata nella gestione FAIR dei dati che sta diventando sempre più diffusa all’interno di atenei e gruppi di ricerca.
Il Prof. Massimiliano Razzano, docente del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e membro del Centro per l'integrazione della Strumentazione Scientifica dell'Universita' di Pisa (CISUP), ha raccontato l'esperienza legata all'Open Data per le onde gravitazionali nell'ambito degli esperimenti Virgo e LIGO.
Materiali dell'incontro
Le slides presentate sono disponibili in basso in questa pagina, come allegati.
Per informazioni
L’Unità Servizi per la Ricerca resta a disposizione per ulteriori informazioni all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
34 – Che cosa sono le Open Educational Resources?
Tra gli strumenti di scienza aperta vi sono le Risorse Educative Aperte (open educational resources), ovvero materiali didattici prevalentemente in formato digitale resi disponibili con licenze che ne permettono il riutilizzo, la modifica e la distribuzione.
La filosofia alla base considera infatti l’educazione come un bene comune, co-costruito e accessibile a tutte e tutti: in qualsiasi momento, ovunque, senza vincoli di carattere economico. Tali risorse sono volte all’insegnamento, all’apprendimento e anche alla ricerca.
Tra gli strumenti vi sono inclusi: corsi, materiali didattici, moduli, libri di testo, video in streaming, test, software e qualsiasi altro materiale utilizzato per supportare l’accesso alla scienza in maniera partecipata. Le caratteristiche di base sono proprio gli aspetti di fruibilità e accesso gratuito, uso, modifica e redistribuzione, con termini di riutilizzo chiari, spesso in pubblico dominio o con una licenza aperta.
Alcune piattaforme dove reperire e/o rendere accessibili tali risorse sono, ad esempio, OER Commons, una biblioteca digitale pubblica di risorse educative aperte, e Zenodo, un archivio open access per pubblicazioni, dati e risorse da parte di ricercatrici e ricercatori.
L’UNESCO ha definito per la prima volta, nel 2022, le risorse educative aperte e le incentiva, così come la Commissione Europea. E’ dunque consigliato valutare l’utilizzo di tali risorse e inserirle nei progetti di ricerca che si portano avanti.
(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale n° 54 – luglio-agosto 2022)
33 - SLÈGAMI, un manuale con 100 risposte sull’Open Science
SLÈGAMI, un manuale per ricercatrici e ricercatori per orientarsi nelle pratiche di open access e open science é disponibile gratuitamente online, redatto dal gruppo di lavoro sull’open science creato dall’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE).
Il gruppo di lavoro ha coinvolto personale delle biblioteche e degli uffici di supporto alla ricerca di molte università italiane, articolando risposte alle domande più comuni poste dal personale di ricerca, smentendo i falsi miti e risolvendo i dubbi più diffusi.
I temi principali del manuale sono: open science; open science e open access nei progetti europei; editori, contratti e diritti d’autore; impact factor e valutazione della ricerca; le piattaforme europee Open Research Europe e European Open Science Cloud; gestione FAIR dei dati di ricerca.
Il manuale chiarisce i dubbi più comuni su impact factor e peer review nelle pubblicazioni in open access, sugli eventuali costi della pubblicazione, sulle licenze Creative Commons, sui repository istituzionali e le versioni di un articolo (pre-print, post-print, editoriale). Vengono descritte anche le pratiche di open peer review, orientate ai principi dell’open science, e le altmetrics, ovvero un insieme di indicatori di impatto della ricerca scientifica alternativi a quelli citazionali tradizionali.
Informazioni utili
- Su open science e open access a UNIPI sono disponibili i materiali dell’incontro del 4 maggio 2022: Open Science e Open Access: progetti di ricerca, pubblicazioni e strumenti @UNIPI.
- Maggiori informazioni su riviste open access e contratti trasformativi alla pagina del Servizio Bibliotecario di Ateneo di UNIPI.
#2 Open Science in Horizon Europe: laboratorio pratico sulla proposta
Il secondo incontro del ciclo di approfondimento sull’Open Science, organizzato dall’Unità Servizi per la Ricerca, si è svolto, online, martedì 28 giugno.
L’incontro è stato organizzato in collaborazione con APRE - Agenzia per la promozione della ricerca europea, la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna, ed è stato tenuto dalla dottoressa Claudia Iasillo, formatrice di APRE.
Dopo un breve intervento teorico sulle più diffuse ed efficaci pratiche di Open science da inserire nella proposta progettuale, l’evento è proseguito con un laboratorio pratico, durante il quale i/le partecipanti hanno potuto mettere in pratica quanto imparato.
È stata trattata, in particolare, la sezione Methodology della parte Excellence della proposta progettuale, con un focus particolare sulle pratiche di Open Science obbligatorie e raccomandate nell’ambito di Horizon Europe.
MATERIALI:
- Slide "Open Science in Horizon Europe - Laboratorio pratico sulla proposta" (collegamento con credenziali UNIPI)
- Slide Gruppo 1 (collegamento con credenziali UNIPI)
- Slide Gruppo 2 (collegamento con credenziali UNIPI)
- Slide Gruppo 3 (collegamento con credenziali UNIPI)
- Slide Gruppo 4 (collegamento con credenziali UNIPI)
- Slide Gruppo 5 (collegamento con credenziali UNIPI)
Per informazioni
L’Unità Servizi per la Ricerca resta a disposizione per ulteriori informazioni all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
#1 Open Science e Open Access: progetti di ricerca, pubblicazioni e strumenti @UNIPI
Il primo incontro del ciclo di approfondimento sull’Open Science, organizzato dall’Unità Servizi per la Ricerca, si è svolto online mercoledì 4 maggio, dalle ore 11:00 alle ore 13:00.
L’obiettivo dell’incontro è stato quello di offrire un quadro generale del concetto di Open Access, soffermandosi sui contratti trasformativi e le licenze d’uso, concludendo con le applicazioni di questi concetti ai progetti di ricerca nazionali e internazionali (Horizon Europe, PRIN e PRA).
Sono intervenute Gabriella Benedetti, coordinatrice del Sistema Bibliotecario di Ateneo, Chiara Letta dell’Archivio della Ricerca dell'Università di Pisa (ARPI) e Francesca Zampagni dell’ufficio supporto alla progettazione dell'Unità Servizi per la Ricerca.
MATERIALI:
- Consulta le slide su Open Access a UNIPI - interventi di Benedetti e Letta (collegamento con credenziali UNIPI)
- Consulta le slide Open Science e Open Access nei progetti di ricerca - intervento di Zampagni (collegamento con credenziali UNIPI)
- Rivedi la registrazione dell'incontro (collegamento con credenziali UNIPI)
Per informazioni
L’Unità Servizi per la Ricerca resta a disposizione per ulteriori informazioni all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
32 - Come rispettare l’Open Access in Horizon Europe?
I beneficiari dei finanziamenti Horizon Europe devono ottemperare all’obbligo di fornire accesso immediato al loro lavoro, e vi sono 3 opzioni per la pubblicazione:
(1) pubblicare su Open Research Europe, la piattaforma di pubblicazione messa a disposizione gratuitamente dalla Commissione Europea.
Su ORE viene pubblicato il preprint, sottoposto a open peer review, e i dati alla base dell’articolo. ORE è gratuita e non è necessario prevedere spese di pubblicazione nel budget del progetto. I costi sono coperti a monte dalla Commissione (780 euro per ogni articolo).
(2) pubblicare in Open Access.
Le riviste integralmente Open Access sono elencate nella Directory of Open Access Journals. Per queste riviste è previsto il rimborso delle eventuali spese di pubblicazione (richieste da circa il 30% delle riviste in DOAJ), che vanno imputate al budget del progetto.
La pubblicazione Open della singola pubblicazione in una rivista ibrida (rivista in abbonamento che offre una Open Choice, ovvero la possibilità di rendere Open un singolo articolo dietro pagamento delle Article Processing Charges) è possibile, ma in tal caso le spese di pubblicazione non sono rimborsabili in Horizon Europe. Anche se si pubblica su una rivista Open è necessario depositare in un trusted repository (ad es. IRIS-ARPI per UNIPI) per motivi di conservazione e per abilitare il text mining.
(3) pubblicare in una rivista tradizionale in abbonamento, mantenendo i diritti di proprietà intellettuale per soddisfare i requisiti per il deposito e l’accesso immediato.
Si parla di Rights retention strategy, ovvero l’aggiunta di una clausola contrattuale al momento della submission, che consenta il deposito in archivio istituzionale della versione accettata, senza embargo e con licenza CC BY.
Nota: Le monografie sono incluse nelle pratiche di OA, con utilizzo di licenza CC BY con clausole NC (non commercial) o ND (non opere derivate).
31 - Openscience.it: un nuovo portale per la scienza aperta
Un portale in italiano interamente dedicato all’Open Science è stato lanciato a fine ottobre. Ideato dall’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione (ISTI) del CNR, il portale è nato all’interno delle attività di OpenAIRE, l’infrastruttura europea per l’Open Access, ed è stato poi inglobato nelle attività del Competence Centre di ICDI (Italian Computing Data infrastructure), al cui interno è stata formata la redazione che lo curerà e animerà. Il portale raccoglie informazioni e materiali sulla scienza aperta, in tutte le sue sfaccettature, componenti e applicazioni pratiche.
I contenuti sono declinati su quattro punti di vista dei potenziali utenti: ricercatrici e ricercatori, ente finanziatore, istituzione e cittadini/e. Una sezione specifica è dedicata agli eventi in cui saranno segnalate attività di rilievo, sempre in tema Open Science e affini, e di cui si potranno reperire anche i rispettivi materiali. Il catalogo delle risorse è per ora composto di documenti: 45 di policy sull’Open Access di università italiane, e una quindicina di documenti istituzionali tra report, raccomandazioni e linee guida di rilievo internazionale. L’intenzione è continuare ad alimentarlo anche con altri tipi di documenti, per esempio le risorse degli eventi di formazione o risorse sugli strumenti e i servizi dedicati a queste tematiche.
Per segnalare materiale da inserire nel catalogo o per inviare commenti e suggerimenti è possibile scrivere alla redazione all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
30 - UNPI entra nella EOSC Association
Sin dal 2015, nell’ambito dell’adozione della Digital Single Market Strategy, la Commissione europea ha annunciato la creazione di un cloud europeo per i dati della ricerca lanciando lo European Open Science Cloud (EOSC), piattaforma che, federando le infrastrutture tematiche di dati esistenti e future, fornirà ai ricercatori europei un ambiente con servizi gratuiti e aperti per la gestione, l’analisi e il riuso dei dati della ricerca attraverso le varie discipline. Dopo la fase preparatoria affidata ad EOSC Secretariat, nel 2021 ha preso avvio l’implementazione di EOSC, che sarà guidata dalla neonata EOSC Association, punto di riferimento della Commissione europea per la creazione della EOSC partnership, il partenariato co-programmato (una delle 50 partnership proposte nell’ambito di Horizon Europe) che realizzerà EOSC.
L’Università di Pisa è entrata nella EOSC Association, in occasione della prima General Assembly tenutasi il 17 dicembre scorso. Il Prof. Paolo Ferragina, Prorettore all’Informatica, è stato nominato rappresentante per l’Università di Pisa.
I principi della Open Science saranno ulteriormente rafforzati in Horizon Europe: tra le novità previste, vi sarà anche l’interazione con EOSC.
Per conoscere gli adempimenti richiesti dalla Commissione europea in materia di accesso aperto ai beneficiari di progetti H2020 e, prossimamente, di Horizon Europe, è possibile partecipare al corso on line organizzato da OpenAIRE, in programma il 2, 4, 9 e 11 febbraio, dalle 14 alle 16.30. Per informazioni consultare la pagina sul portale OpenAIRE. Per partecipare è necessario iscriversi a questo link.
(Pubblicato nella Newsletter della ricerca europea e internazionale n° 46 – gennaio 2021)