Ateneo in lutto per la scomparsa del professore Franco Strumia
Ateneo in lutto per la scomparsa del professore Franco Strumia (a destra nella foto durante la consegna dell'Ordine del Cherubino dal parte dell'allora rettore Massimo Augello).
Nato ad Annicco in provincia di Cremona nel 1939 e allievo della SNS, Franco Strumia si è laureato in Fisica agli inizi degli anni Sessanta con il prof. Adriano Gozzini. Dopo il perfezionamento in Normale, a partire dalla fine degli anni sessanta è stato prima assistente di Fisica e poi, a partire dal 1980, professore ordinario presso l'Università di Pisa.
Oltre a coprire insegnamenti di Fisica Generale all'interno della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, ha tenuto negli anni insegnamenti di Ottica, Conduzione elettrica nei gas, Spettroscopia e Fisica Atomica.
La sua ricerca si è svolta nel campo della Fisica Sperimentale della Materia, contribuendo al rilievo internazionale raggiunto dalla scuola pisana di Spettroscopia. Famoso il suo classico articolo scientifico "IR-FIR transferred Lamb-dip spectroscopy in optically pumped molecular lasers". Oltre che come fisico, Franco Strumia ha svolto anche una rilevante attività di ricerca nelle scienze naturali, in particolare nell'entomologia delle isole dell'arcipelago toscano e dei monti Pisani.
E' stato sotto i suoi due mandati di direttore di dipartimento, tra il 1990 e il 1996, che è partito e si è consolidato il progetto di trasferimento del Dipartimento di Fisica dalla storica sede di Piazza Torricelli alla nuova sede in Largo Pontecorvo, presso il polo Fibonacci. Era professore Emerito dell'Università di Pisa.
Nel corso della sua carriera, oltre ad aver ricoperto il ruolo di direttore del Dipartimento di Fisica, Franco Strumia è stato anche direttore del Centro Interdipartimentale di Storia Naturale e del territorio, direttore del Museo di storia Naturale e prorettore alla ricerca scientifica. Nel 2012 è stato insignito dell'Ordine del Cherubino.
Segue un ricordo del direttore del Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa, Dario Pisignano, e della direttrice Elena Bonaccorsi e del personale del Museo di Storia Naturale.
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La scomparsa del prof. Franco Strumia, nostro professore Emerito, ci addolora profondamente. Perdiamo un grande scienziato, un protagonista di molti sviluppi nel campo della Spettroscopia, un punto di riferimento professionale e umano per i tanti suoi allievi, e un collega che tanto ha contribuito allo sviluppo del nostro Dipartimento. Ai familiari del prof. Franco Strumia portiamo tutta la nostra vicinanza.
Il direttore del Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa
Il giorno 19 dicembre è mancato all'affetto dei suoi cari il professore Franco Strumia. Il professore Strumia, oltre che eminente fisico dell'ateneo pisano, è stato direttore del nostro Museo dal 1996 al 2004. In quegli anni ha contribuito a rafforzare il Museo, in primo luogo potenziando e valorizzando il personale. Ha incrementato le collezioni museali e promosso il loro studio e la ricerca naturalistica. Ci piace ricordare come il prof. Strumia abbia lasciato importanti contributi scientifici non solo nel campo della fisica ma anche nel campo dell'entomologia di cui è stato un appassionato ed attento studioso. L'area museale di Zoologia degli Invertebrati nasce nel nostro Museo proprio da questa sua passione.
Il Museo ricorda con riconoscenza e stima uno dei suoi direttori e partecipa al dolore della famiglia per la sua scomparsa.
La direttrice e il personale del Museo di Storia Naturale
Comunicare il rischio durante le emergenze sanitarie: all’Università di Pisa un corso di perfezionamento
C’è tempo fino al 16 gennaio per iscriversi al corso di perfezionamento “Comunicare il rischio durante le emergenze sanitarie: dall’analisi delle sfide alla gestione dell’infodemia”, organizzato dal Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa in collaborazione con il Consorzio universitario Quinn.
Il corso, della durata di 32 ore (3 cfu) inizierà il 15 febbraio e terminerà il 12 aprile 2024 e prevede tre moduli online a distanza a cadenza settimanale e due moduli in presenza all’Università di Pisa. Sono disponibili 40 posti per l’ammissione al corso. Possono partecipare anche cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso, alla data di scadenza del bando, di qualsiasi titolo di laurea magistrale o titolo equivalente conseguito in Italia o all’estero. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito: https://cresp.med.unipi.it/.
Il corso di perfezionamento CRESP, che ha come direttrice la professoressa Caterina Rizzo e come direttore scientifico Cesare Buquicchio, è finalizzato a fornire ai partecipanti una conoscenza approfondita dei principi e delle tecniche di comunicazione del rischio in emergenza in sanità pubblica, come anche conoscenze e competenze necessarie per la valutazione della qualità e dell’affidabilità dei dati epidemiologici. Inoltre, vuole sviluppare la capacità dei partecipanti di comunicare in modo chiaro ed efficace il rischio sanitario al pubblico, ai media e ad altre parti interessate, promuovere la comprensione del ruolo della comunicazione del rischio nella gestione delle emergenze sanitarie e la gestione dell’infodemia e identificare e analizzare i principali errori di comunicazione del rischio in passato e fornire strumenti per evitarli in futuro.
Il bando è disponibile sull’albo ufficiale dell’Università di Pisa: https://alboufficiale.unipi.it/wp-content/uploads/2023/11/BANDO-Prot-21247-CdP-Comunicare-il-rischio.pdf
Arrivata a Pisa Zahra, la prima studentessa iraniana dei “Corridoi universitari pisani”
È arrivata pochi giorni fa a Pisa Zahra O., la studentessa iraniana che, grazie al progetto “Corridoi universitari pisani”, potrà frequentare il corso di laurea magistrale in Artificial Intelligence and Data Engineering all’Università di Pisa. La neo-matricola dell’Ateneo pisano è stata accolta nell’Aula Magna del Palazzo della Sapienza dal rettore Riccardo Zucchi e dal prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi, insieme al professor Marco Avvenuti, responsabile scientifico del progetto e presidente del corso di laurea, Lorenza Litrico, responsabile del progetto per la Comunità di Sant'Egidio di Pisa, e Leonora Rossi, in rappresentanza del Gruppo dei sostenitori. L’evento è stata l’occasione per presentare ufficialmente il progetto “Corridoi universitari pisani”, che ha l’obiettivo di creare opportunità di alta formazione per studenti e studentesse provenienti da paesi in stato di guerra o di conflitto civile, o da paesi in cui si verificano gravi violazioni dei diritti umani. Grazie all’accordo firmato la scorsa estate tra Università di Pisa e Comunità di Sant’Egidio Livorno e Pisa OdV, potranno usufruire di una borsa di studio e frequentare i corsi di laurea magistrale in lingua inglese dell’Università di Pisa.
“Sono onorato di salutare oggi Zahra, prima studentessa che abbiamo potuto accogliere grazie ai Corridoi universitari pisani – commenta il rettore Riccardo Zucchi – È significativo che la prima arrivata con questo progetto provenga dall’Iran, paese culla della civiltà, con una grande tradizione di cultura e conoscenza a cui il mondo occidentale deve molto. Diventa dunque un fatto simbolico che oggi tocchi a noi aiutare queste persone ad accrescere la loro formazione, soprattutto pensando che l'università ha il compito storico di raccogliere il meglio di quello che abbiamo elaborato nella nostra civiltà e di metterlo a disposizione di altre culture. È proprio per questo che l'internazionalizzazione ha un valore strategico: attrarre studenti da altre parti del mondo, soprattutto da questi paesi, serve a trasmettere quello che abbiamo sviluppato e restsituire quello che gli altri ci hanno dato in passato".
Zahra ha già una laurea triennale in Computer Science ottenuta all'Università di Teheran. Qui a Pisa sta già frequentando i corsi a Ingegneria dove si è subito integrata e ambientata: "Sono molto grata per l’opportunità che mi è stata data con questa borsa di studio e mi sento molto fortunata ad essere qui. Sono arrivata tre settimane fa e ho ricevuto una straordinaria accoglienza da parte di tutti, professori, staff dell'Ufficio internazionale e Comunità Sant'Egidio. Qui all’Università di Pisa spero di poter accrescere la mia formazione in un campo come quello dell'Intelligenza artificiale, dove mi auguro di dare il mio contributo in un prossimo futuro".
"L'Università di Pisa ha tra le sue caratteristiche quella di essere inclusiva, e in particolare di aiutare gli studenti meritevoli che provengono da paesi con situazioni economiche e politiche difficili – dichiara il prorettore Giovanni Federico Gronchi – Il nostro Ateneo è stato tra i primi ad aderire al Manifesto dell’Università Inclusiva, promosso dall'UNHCR: in quel contesto abbiamo contribuito a creare un canale per studenti rifugiati partecipando al progetto UNICORE. Prendendo spunto da quel progetto e dall'esperienza dei Corridoi Umanitari, promossi dalla Comunità di Sant'Egidio, abbiamo creato i Corridoi Universitari Pisani, che hanno portato a Pisa la studentessa Zahra O., a frequentare un nostro corso di studi in lingua inglese. Ringrazio i promotori e i finanziatori di questa iniziativa, che realizza in pieno le politiche di cooperazione internazionale del nostro Ateneo, e do il
benvenuto a Zahra, con l'augurio che il suo soggiorno a Pisa le permetta di realizzare i suoi progetti per il futuro".
“Quello con la Comunità Sant’Egidio è un accordo che nasce dal basso – commenta il professor Marco Avvenuti – Abbiamo unito il loro impegno e capacità nel finanziare e nell’organizzare l’ingresso in Italia di persone in difficoltà tramite i Corridoi umanitari, con la nostra proposta di accogliere studenti da paesi terzi e dare loro la possibilità di frequentare corsi nella nostra università. Ogni anno le nostre lauree magistrali in lingua inglese attirano l’interesse di studenti provenienti da tutto il mondo – continua Avvenuti – Per fare qualche numero, solo per le lauree magistrali in Computer Engineering e in Artificial Intelligence and Data Engineering quest’anno abbiamo avuto più di 2.800 domande da 40 paesi diversi e ammesso 100 candidati. Purtroppo, molti di questi non riescono a venire in Italia per difficoltà economiche o ritardi nell’ottenere il visto dalle nostre ambasciate. Tra loro c’erano cinque studentesse iraniane e, grazie al progetto “Corridoi universitari pisani”, abbiamo potuto dare a una di loro la possibilità di venire in Italia con una borsa di studio. Siamo davvero contenti che Zahra possa studiare da noi”.
“Grazie all’esperienza dei Corridoi umanitari, promossa a livello nazionale dalla Comunità di Sant'Egidio insieme ad altre realtà ecclesiali, dopo lo scoppio della guerra in Siria abbiamo accolto a Pisa cinque famiglie siriane con il supporto di un gruppo spontaneo di persone che, generosamente, ci hanno aiutato a mettere in piedi un'intensa attività di fundraising per sostenere le spese dell’accoglienza e poi soprattutto sono state disponibili ad accompagnarne il percorso di integrazione – ricorda Lorenza Litrico – Quella esperienza ci ha consentito di costituire una rete di persone che ha poi pensato, visti gli accadimenti internazionali e l'incrudelirsi dei conflitti, di avviare insieme un’altra iniziativa territoriale di private sponsorship per il sostegno dello studio universitario di studenti e soprattutto studentesse provenienti da Paesi esteri, in zone di conflitto e in condizioni di fragilità. Grazie ai Corridoi umanitari, oggi sono più di settemila le persone salvate e centinaia di migliaia i comuni cittadini che hanno contribuito a salvarle”.
Natale a UNIPI
Con l’arrivo del Natale anche i vari edifici dell’Università di Pisa si colorano di addobbi natalizi: dal palazzo Alla Giornata sede del Rettorato, al Sistema Museale di Ateneo, ai vari Dipartimenti. Ovunque vengono realizzati piccoli e grandi alberi di Natale, presepi e allestimenti natalizi alcune volte ispirati ad eventi culturali contingenti, alla disponibilità degli spazi e alla “creatività” del personale.
Presepe dedicato a Giovanni Fattori
A Palazzo Lanfranchi, sede del Museo della Grafica, è stato realizzato un presepe prendendo ispirazione da una recente mostra di acqueforti dedicata a Giovanni Fattori, noto pittore macchiaiolo, con un allestimento che mette in scena una suggestiva rivisitazione di alcuni personaggi fattoriani realizzati magistralmente dall’artista Lorenzo Possenti. Nello specifico sono state riprese le figure della Contadina Toscana per la Madonna, del Buttero per San Giuseppe, del Pio bove per il bue e del Somarello al sole per l’asinello, riprese da quattro acqueforti realizzate tra il 1890 e il 1900. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Teatro Verdi di Pisa, che ha completato l’installazione suggerendo il commento musicale.
Addobbi al Museo di Storia Naturale
Presepe storico al Museo di Storia Naturale
Presso il Museo di Storia Naturale a Calci è stata invece camuffato da Babbo Natale uno scheletro di Carnotauro e inaugurata una mostra temporanea dedicata ai Presepi storici animati Meucci, visitabile fino al 28 gennaio 2024 in orario di apertura del Museo. Questi presepi furono pensati e realizzati intorno alla metà del ’900 dalle mani di Alberto e Renzo Meucci con l’aiuto di loro collaboratori. Dopo il primo presepe, risalente al Natale del 1948, ne vennero costruiti altri che Renzo e Alberto portarono a Pisa, Livorno, Bologna, Verona, Milano, Torino, Parma, Ferrara, Roma e persino a Bogotà, in Colombia. Dal 2013 i presepi sono allestiti nei locali del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa e ogni anno, nel periodo delle festività, tornano in esposizione e possono essere ammirati.
Albero di Natale a Palazzo Vitelli
Presso il Rettorato e il contiguo Palazzo Vitelli, sede degli uffici amministrativi, sono stati invece realizzati due suggestivi alberi di Natale che ben si armonizzano con gli ampi spazi architettonici, dando colore e senso dell’avvicinarsi delle feste.
Albero di Natale in Rettorato
Non resta quindi che augurare a tutte e tutti buon Natale e buon anno!
Arrivata a Pisa Zahra, la prima studentessa iraniana dei “Corridoi universitari pisani”
È arrivata pochi giorni fa a Pisa Zahra O., la studentessa iraniana che, grazie al progetto “Corridoi universitari pisani”, potrà frequentare il corso di laurea magistrale in Artificial Intelligence and Data Engineering all’Università di Pisa. La neo-matricola dell’Ateneo pisano è stata accolta nell’Aula Magna del Palazzo della Sapienza dal rettore Riccardo Zucchi e dal prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi, insieme al professor Marco Avvenuti, responsabile scientifico del progetto e presidente del corso di laurea, Lorenza Litrico, responsabile del progetto per la Comunità di Sant'Egidio di Pisa, e Leonora Rossi, in rappresentanza del Gruppo dei sostenitori. L’evento è stata l’occasione per presentare ufficialmente il progetto “Corridoi universitari pisani”, che ha l’obiettivo di creare opportunità di alta formazione per studenti e studentesse provenienti da paesi in stato di guerra o di conflitto civile, o da paesi in cui si verificano gravi violazioni dei diritti umani. Grazie all’accordo firmato la scorsa estate tra Università di Pisa e Comunità di Sant’Egidio Livorno e Pisa OdV, potranno usufruire di una borsa di studio e frequentare i corsi di laurea magistrale in lingua inglese dell’Università di Pisa.
“Sono onorato di salutare oggi Zahra, prima studentessa che abbiamo potuto accogliere grazie ai Corridoi universitari pisani – commenta il rettore Riccardo Zucchi – È significativo che la prima arrivata con questo progetto provenga dall’Iran, paese culla della civiltà, con una grande tradizione di cultura e conoscenza a cui il mondo occidentale deve molto. Diventa dunque un fatto simbolico che oggi tocchi a noi aiutare queste persone ad accrescere la loro formazione, soprattutto pensando che l'università ha il compito storico di raccogliere il meglio di quello che abbiamo elaborato nella nostra civiltà e di metterlo a disposizione di altre culture. È proprio per questo che l'internazionalizzazione ha un valore strategico: attrarre studenti da altre parti del mondo, soprattutto da questi paesi, serve a trasmettere quello che abbiamo sviluppato e restsituire quello che gli altri ci hanno dato in passato".
Zahra ha già una laurea triennale in Computer Science ottenuta all'Università di Teheran. Qui a Pisa sta già frequentando i corsi a Ingegneria dove si è subito integrata e ambientata: "Sono molto grata per l’opportunità che mi è stata data con questa borsa di studio e mi sento molto fortunata ad essere qui. Sono arrivata tre settimane fa e ho ricevuto una straordinaria accoglienza da parte di tutti, professori, staff dell'Ufficio internazionale e Comunità Sant'Egidio. Qui all’Università di Pisa spero di poter accrescere la mia formazione in un campo come quello dell'Intelligenza artificiale, dove mi auguro di dare il mio contributo in un prossimo futuro".
"L'Università di Pisa ha tra le sue caratteristiche quella di essere inclusiva, e in particolare di aiutare gli studenti meritevoli che provengono da paesi con situazioni economiche e politiche difficili – dichiara il prorettore Giovanni Federico Gronchi – Il nostro Ateneo è stato tra i primi ad aderire al Manifesto dell’Università Inclusiva, promosso dall'UNHCR: in quel contesto abbiamo contribuito a creare un canale per studenti rifugiati partecipando al progetto UNICORE. Prendendo spunto da quel progetto e dall'esperienza dei Corridoi Umanitari, promossi dalla Comunità di Sant'Egidio, abbiamo creato i Corridoi Universitari Pisani, che hanno portato a Pisa la studentessa Zahra O., a frequentare un nostro corso di studi in lingua inglese. Ringrazio i promotori e i finanziatori di questa iniziativa, che realizza in pieno le politiche di cooperazione internazionale del nostro Ateneo, e do il
benvenuto a Zahra, con l'augurio che il suo soggiorno a Pisa le permetta di realizzare i suoi progetti per il futuro".
“Quello con la Comunità Sant’Egidio è un accordo che nasce dal basso – commenta il professor Marco Avvenuti – Abbiamo unito il loro impegno e capacità nel finanziare e nell’organizzare l’ingresso in Italia di persone in difficoltà tramite i Corridoi umanitari, con la nostra proposta di accogliere studenti da paesi terzi e dare loro la possibilità di frequentare corsi nella nostra università. Ogni anno le nostre lauree magistrali in lingua inglese attirano l’interesse di studenti provenienti da tutto il mondo – continua Avvenuti – Per fare qualche numero, solo per le lauree magistrali in Computer Engineering e in Artificial Intelligence and Data Engineering quest’anno abbiamo avuto più di 2.800 domande da 40 paesi diversi e ammesso 100 candidati. Purtroppo, molti di questi non riescono a venire in Italia per difficoltà economiche o ritardi nell’ottenere il visto dalle nostre ambasciate. Tra loro c’erano cinque studentesse iraniane e, grazie al progetto “Corridoi universitari pisani”, abbiamo potuto dare a una di loro la possibilità di venire in Italia con una borsa di studio. Siamo davvero contenti che Zahra possa studiare da noi”.
“Grazie all’esperienza dei Corridoi umanitari, promossa a livello nazionale dalla Comunità di Sant'Egidio insieme ad altre realtà ecclesiali, dopo lo scoppio della guerra in Siria abbiamo accolto a Pisa cinque famiglie siriane con il supporto di un gruppo spontaneo di persone che, generosamente, ci hanno aiutato a mettere in piedi un'intensa attività di fundraising per sostenere le spese dell’accoglienza e poi soprattutto sono state disponibili ad accompagnarne il percorso di integrazione – ricorda Lorenza Litrico – Quella esperienza ci ha consentito di costituire una rete di persone che ha poi pensato, visti gli accadimenti internazionali e l'incrudelirsi dei conflitti, di avviare insieme un’altra iniziativa territoriale di private sponsorship per il sostegno dello studio universitario di studenti e soprattutto studentesse provenienti da Paesi esteri, in zone di conflitto e in condizioni di fragilità. Grazie ai Corridoi umanitari, oggi sono più di settemila le persone salvate e centinaia di migliaia i comuni cittadini che hanno contribuito a salvarle”.
Rapporto di sostenibilità 2023
Introduzione
Riccardo Zucchi, Rettore Università di Pisa
Nel 2015, con l’adozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, le Università sono state chiamate al perseguimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che toccano temi ambientali, sociali ed economici.
L’Agenda 2030 è parte degli obiettivi strategici dell’Università di Pisa e questo Rapporto intende illustrare le attività sviluppate dai membri della comunità universitaria per il perseguimento di questi Obiettivi. La pubblicazione di questo Rapporto avviene in un momento particolare: siamo a metà strada rispetto al percorso tracciato dall’Agenda 2030 e siamo consapevoli che, nonostante i progressi, molto rimane ancora da fare.
Il 2030 è vicino e il contesto di policrisi che stiamo vivendo non è certamente di aiuto.
Antonio Guterres ha ricordato che “a metà del percorso la promessa dell’Agenda 2030 è in pericolo” e con queste sue parole ha invitato a riflettere i Capi di Stato e di Governo in vista del prossimo “Summit sul futuro” di settembre 2024; politiche lungimiranti e trasformative, mosse da un pensiero “lungo”, dovranno caratterizzare le mosse di ogni singolo attore, capace di rendersi motore del cambiamento necessario, in modo che il principio basilare dell’Agenda 2030 di “non lasciare nessuno indietro” possa trovare compiutezza in ogni azione umana, delle istituzioni - a partire dall’Università - delle imprese e della società civile. È con questo spirito che ci accingiamo a diffondere i risultati delle azioni messe in atto dal nostro Ateneo attraverso il Rapporto di Sostenibilità relativo al triennio 2020-2022.
Si tratta del quarto Rapporto pubblicato dall’Università di Pisa, che testimonia l’impegno della nostra Istituzione per il raggiungimento degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile. Questo impegno è cresciuto anche grazie all’istituzione di una Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (gennaio 2020), alla quale si devono molte delle proposte che poi si sono declinate in azioni concrete, nonché la redazione di questo Rapporto attraverso un team di esperti, alla presenza di un Delegato per la sostenibilità (durante il mandato rettorale relativo agli anni di rendicontazione del presente Rapporto) e oggi di un Lettera del Rettore Prorettorato alla Sostenibilità e all’Agenda 2030, al potenziamento della programmazione per incentivare le pratiche sostenibili e alla sensibilizzazione ai temi della sostenibilità nel contesto di tutte le nostre attività: didattica, ricerca e loro impatto sociale. Rispetto all’edizione precedente, il presente Rapporto si riferisce ad un arco temporale profondamente segnato dalle crisi (sanitaria, poi economica e anche energetica) e dal conflitto russo-ucraino, al quale si è aggiunto in questi giorni quello che coinvolge tragicamente Israele e la striscia di Gaza, con le sfide che questi fenomeni rappresentano per il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Tuttavia, in continuità con i precedenti Rapporti, in questa sede si ribadisce l’impegno a declinare in azioni concrete la promozione della sostenibilità richiamata dal nostro Statuto e dal Piano Strategico di Ateneo. Tale impegno è rafforzato dalla nostra adesione alla Rus, la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, e dalla partecipazione ai ranking internazionali orientati alla valorizzazione della sostenibilità.
Al tempo stesso, si riafferma la propensione del nostro Ateneo a mettere in atto forme di alleanza con altre istituzioni per promuovere il coinvolgimento della società civile in pratiche sostenibili e a mettere al centro di ogni nostra azione l’impegno per l’eguaglianza sostanziale, il rispetto della diversità, l’innovazione, l’inclusività nella attività formative, la cultura della pace, il benessere negli ambienti di lavoro e di vita. Nelle pagine che seguono troverete il racconto di tutto questo. Mentre rinnoviamo il proposito di proseguire la nostra azione sul piano dell’accountability, sono certo che ogni componente della comunità universitaria potrà ritrovare la descrizione del proprio impegno, in attesa di percorrere prossime tappe del cammino per le transizioni sostenibili.
Tradizioni e ricette di Natale in Europa: un viaggio nei paesi dell’Alleanza Circle U.
Far parte di un’Alleanza universitaria europea significa anche venire in contatto con culture diverse e imparare a conoscere tradizioni lontane. Nell’ultima newsletter del 2023, i partner di Circle U. hanno raccolto nove piatti e tradizioni tipiche, uno da ciascun paese dell’Alleanza, per raccontare come viene festeggiato il Natale nei propri paesi.
Nell’articolo, molti di questi piatti hanno anche un link alla ricetta e su questo è scattato un piccolo contest: chi si sente ispirato dai piatti proposti e vuole provarli durante le feste natalizie, può condividere la sua esperienza mandando foto e testimonianze all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Menzione speciale per chi riesce a mangiare il lutefisk norvegese! E per seguire tutti gli aggiornamenti, questo è il link per iscriversi alla newsletter.
Qui di seguito le varie tradizioni culinarie raccontate nella newsletter di Circle U.
Grazie ai colleghi dell’Università di Aarhus, abbiamo scoperto la risalamande danese, un pudding di riso dolce servito alla fine della cena del 24 dicembre. Nel dolce viene nascosta una mandorla e il fortunato che la trova nel suo piatto vince un premio, di solito un maialino di marzapane. Per trovare la mandorla si scatena tra i commensali una grande competizione, persino tra gli adulti. La persona fortunata che trova la mandorla spesso la nasconde in bocca solo per divertimento, rimanendo a osservare gli altri mentre cercano disperatamente di trovarla nel proprio piatto.
Sulle tavole francesi, come raccontato dai colleghi dell’Università di Paris Cité, si trova invece lo Yule log, un tronchetto di cioccolato le cui origini risalgono al Medioevo, quando il “tronchetto” era un vero tronco di legno, considerato sacro. Per il solstizio d'inverno, nella notte più lunga dell'anno, le persone avevano l'abitudine di bruciare un enorme ceppo intriso di olio o vino. Il figlio più grande o più giovane della casa era incaricato di mettere il ceppo nel focolare. In alcune regioni francesi, il ceppo veniva aggiunto nella notte di Natale. Le ceneri del ceppo venivano conservate fino all'anno successivo; si credeva che proteggessero e portassero fortuna alla casa.
L’Università di Vienna ha invece svelato una tradizione che riguarda proprio la capitale austriaca, dove la carpa fritta con insalata di patate è ancora il piatto più popolare per il Natale. Questo è in parte dovuto alla lunga tradizione monastica di allevamento dei pesci, che produceva carpe come piatto quaresimale (Fastenspeise), che nel tempo è diventato anche il pasto per celebrare il Natale. La preparazione prevede di rivestire i filetti di carpa in una miscela di farina o pangrattato condita prima di friggerli, fino a renderli dorati. Il pesce poi viene di solito servito con insalata di patate. Sebbene la carpa stessa sia un cibo piuttosto salutare, la frittura aggiunge un tocco di lusso al piatto quaresimale. Ma conoscete il detto: non si ingrassa tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale!
Restando ancora in tema di pesce, dall’Università di Oslo segnalano un piatto particolare, il lutefisk, realizzato con il merluzzo pescato nelle parti settentrionali della Norvegia durante l’inverno. Il pesce viene aperto lungo la spina dorsale e appeso ad asciugare all'aria fredda e al vento su graticci di legno. Quando è il momento di consumare il lutefisk, il pesce essiccato viene prima reidratato e ammorbidito in acqua prima di essere cucinato e infine servito con una serie di contorni. Non a tutti piace il sapore o la consistenza del lutefisk, ma i piatti che lo accompagnano (patate, carote, salse varie) lo compensano e assicurano il successo del pasto.
Dall’Università di Belgrado raccontano invece la tradizione del Natale Ortodosso, che viene celebrato ogni anno il 7 gennaio. Il Natale serbo è una favola interminabile di riti popolari e offerte, che culminano nel pasto natalizio, il più ricco, significativo e festoso pasto che la famiglia avrà durante l’anno. Il fulcro della tavola natalizia è la Česnica, il pane cerimoniale con una moneta d'argento o d'oro nascosta al suo interno. A Natale, tutti i membri della famiglia si alzano, si dispongono in cerchio, toccano il pane e lo tengono tra le dita, ruotandolo tre volte in senso antiorario mentre recitano le loro preghiere. Dopo questo rituale, ogni membro della famiglia si stacca un pezzo di pane. Si crede che chi trova la moneta sarà eccezionalmente fortunato nell'anno a venire.
Dai partner Circle U. arrivano anche racconti di tradizioni di Natale.
Conoscevate la tradizione tedesca dell’"omino fumante"? Come raccontano dalla Humboldt-Universität zu Berlin, in Germania, soprattutto nelle zone che un tempo facevano parte della Repubblica Democratica Tedesca, per Natale si usano i cosiddetti Räuchermännchen, o piccoli uomini fumanti, che trasformano l’altmosfera delle case profumandole di incenso. Queste figurine di legno, inventate in Turingia nel XIX secolo, si aprono in modo che all'interno possa essere inserita una piccola candela fumante a forma di cono e realizzata con carbone, resine naturali, legni e oli essenziali.
Il Natale (o "Crimbo", come viene chiamato informalmente in inglese il tradizionale "Christmas") nel Regno Unito diventa invece “esplosivo” grazie al Christmas Cracker, una decorazione natalizia a forma di tubo che viene “servita” sulle tavole natalizie e che, aprendola, produce un suono scoppiettante. Dal King’s College di Londra, spiegano che il Christmas Cracker viene conteso tra due commensali che, tirandolo ciascuno da un lato, ne rivelano il contenuto esplosivo: corone di carta, un motto o scherzo su un pezzetto di carta e un regalo di dimensioni piccolissime.
Infine dall’Università UCLouvain, raccontano che in Belgio, San Nicola, o "Sinterklaas" in olandese, è una figura cara celebrata il 6 dicembre, distinta da Santa Claus del Natale. Rinomato come leggendario dispensatore di regali, elargisce dolciumi come marzapane e cioccolata ai bambini buoni. Alla vigilia di San Nicola, i giovani lasciano carote per il suo asino e un bicchiere di alcol per lo stesso Santo. Per aggiungere un po’ di magia alla tradizione, bpost.be, il servizio postale del Belgio, fornisce un indirizzo speciale per i bambini per inviare lettere o disegni a San Nicola. Bpost si assicura che ogni bambino riceva una risposta personalizzata e un piccolo regalo dal santo, creando una toccante tradizione natalizia.
E in Italia? Se si pensa alle nostre tradizioni culinarie natalizie, è molto difficile scegliere qualcosa tra la vasta gamma di piatti che vengono preparati per il pranzo del 25 dicembre, considerando anche che tra regione e regione ci sono molte differenze. E quindi, dall’Università di Pisa, abbiamo raccontato che di solito sulle nostre tavole non possono mancare pietanze come le lasagne e i tortellini in brodo, il cotechino con le lenticchie che portano buona fortuna, e che i veri must del Natale italiano che uniscono tutti, sono il pandoro e il panettone.
Seven UNIPI students in Belgium for the final event of the "Sustainable Changemakers Programme"
Seven students from six different departments of the University of Pisa participated in the final event of the "Sustainable Changemakers Programme" in Belgium, promoted by Circle U., the university alliance of which the University of Pisa is a partner with eight other prestigious European universities. After several workshops and online training activities, the changemaker students from the nine partner universities were asked to develop innovative business ideas that responded to sustainability challenges. At the end of this journey, the students took part in a 2-day in-person final event at the Université Catholique Louvain-la-Neuve. Here, they were given the possibility to connect and interact with experts in the business sector and present their business ideas to an assessment committee.
The group of participants from the University of Pisa: from left to right, Annapia Ferrara, Lorenzo Lami, Monia Mannucci, Silvia Barghini, Veronica Pistolesi, Filippo Fincato and Benedetta Pollini, all with their certificates of participation.
The Sustainable Changemakers Programme, now in its second edition, is a comprehensive journey for doctoral and master's students from diverse backgrounds. The programme begins with intensive online training by teachers from partner institutions, encouraging a critical study of current sustainability problems and delving into the concepts of systematicity and complexity of sustainability. It also emphasizes the importance of agency for social innovation. The students are then equipped with theoretical-practical tools for entrepreneurship, such as case solving, business models, and pitching strategies, which they apply in developing a business project to mitigate current unsustainable practices.
Representing a diverse range of academic disciplines, the students from the University of Pisa who participated in the Sustainable Changemakers Programme included Monia Mannucci from the Civil and Industrial Engineering Department, Silvia Barghini from the Department of Economics and Management, Benedetta Pollini from the Department of Earth Sciences, Lidia Trombello from the Department of Translational Research and New Technologies in Medicine and Surgery, Veronica Pistolesi from the Department of Computer Science, Lorenzo Lami from the Department of Energy, Systems, Land and Construction Engineering, and Filippo Fincato from the Department of Civil and Industrial Engineering. Additionally, Professor Alessio Cavicchi (UNIPI coordinator of the programme) chose Annapia Ferrara, a post-doc researcher at the Department of Agricultural, Food and Agro-Environmental Sciences, to guide and support the students in defining their final project.
During the in-person final event it was underlined how the strength of the projects promoted by the Circle U. Alliance lies exactly in giving students a voice through activities that promote collaboration and highlight not only cultural diversity but also interdisciplinarity, encouraging socially innovative paths. The business ideas proposed in this edition were definitely captivating. The bet for the future is to offer students who might be interested the possibility of participating in an incubation path through dedicated structures of the Circle U. Alliance.
The students' business ideas tackled a variety of sustainability issues with practical solutions. These included an interactive board game for children to educate them about sustainability, innovative thermoregulatory technologies for windows to reduce domestic consumption, a management plan for the redevelopment of urban spaces through socially beneficial events, an online platform for the valorization of public and private green spaces, a new system for reusing gray water from buildings to sustain green walls or roofs, and a circular economy initiative to convert organic waste into biofuel.
Sismicità indotta: il punto più aggiornato su cause e prevenzione
“La sismicità indotta è un tema particolare importante in questa fase di transizione energetica perché potrebbe essere uno degli ostacoli principali nello sviluppo delle attività di cattura e stoccaggio della CO2 nel sottosuolo”. E’ questo il commento di Francesco Grigoli, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, autore di un articolo appena pubblicato su Nature Reviews sui terremoti indotti, un fenomeno provocato direttamente o indirettamente dalle attività industriali legate allo sfruttamento del sottosuolo. Il lavoro, svolto in collaborazione con Free University Berlin, Stanford University, ETH di Zurigo e Southern University of Science and Technology cinese, fa il punto sulle più recenti ricerche in materia.
“Sebbene nella maggior parte dei casi la sismicità indotta non rappresenti un pericolo per le infrastrutture e le comunità locali, in alcuni casi si sono verificati eventi distruttivi. Uno dei casi più emblematici – spiega Grigoli - è stato il terremoto di magnitudo 5.5 avvenuto il 15 Novembre 2017 a Pohang, in Corea del Sud. Il sisma è stato causato da attività di stimolazione idraulica, una pratica vietata in Italia, per lo sfruttamento di energia geotermica”.
Come riportato su Nature Review, sebbene non ancora del tutto chiari, esistono diversi meccanismi fisici in grado di spiegare la sismicità indotta. In alcuni casi, ad esempio, la sismicità indotta è generata dall’iniezione di fluidi nel sottosuolo che, provocando un sostanziale aumento della pressione dei fluidi all’interno delle formazioni rocciose, può attivare faglie prossimali al sito industriale. In altri il fenomeno è associato alla rimozione di masse rocciose durante le attività minerarie, allo stoccaggio o all’estrazione di fluidi dal sottosuolo e al carico e scarico di bacini idraulici.
Per quanto riguarda invece la prevenzione, un aiuto arriva dal monitoraggio microsismico in tempo reale che ha un ruolo fondamentale non solo per una migliore comprensione del fenomeno, ma anche per identificare sul nascere possibili terremoti anomali di origine antropica. Un altro elemento di fondamentale importanza è poi l’implementazione di sistemi che permettano di “pronosticare” l’evoluzione della sismicità utilizzando modelli fisici, statistici o più recentemente l’intelligenza artificiale.
“La sismicità indotta è un problema complesso e intrinsecamente multidisciplinare, basato sulla combinazione di dati sismologici, geomeccanici, idrogeologici e industriali – conclude Grigoli - pertanto, non ci sono soluzioni semplici a questo problema che costituisce uno degli argomenti di ricerca principali della comunità sismologica mondiale”.
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