Oltre 3.600 studenti agli Open Days dell'Orientamento dell'Università di Pisa
Con un bilancio di oltre 3.600 presenze, si sono conclusi gli Open Days dell'Orientamento, le giornate dedicate agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori interessati a proseguire il loro percorso formativo all'università. I ragazzi hanno potuto a partecipare a incontri, lezioni e presentazioni organizzati direttamente nei dipartimenti che hanno aperto le loro porte ai giovani.
La manifestazione, che si è tenuta dal 16 al 27 febbraio, ha visto la partecipazione di studenti provenienti principalmente dalla Toscana e dalla provincia di La Spezia – primo bacino di riferimento per l'Università di Pisa – ma con presenze in aumento da molte altre regioni d'Italia, tra cui Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata, Lombardia, Veneto, Emilia, Liguria, Piemonte e Trentino, oltre a Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia. I ragazzi hanno visitato le strutture universitarie, assistito a lezioni e a presentazioni dei corsi di laurea, visitato laboratori e musei, potendo raccogliere informazioni su tutti i percorsi di studio del nostro Ateneo, parlando con i docenti orientatori e studenti counsellor.
La novità di quest'anno è stata la realizzazione di una giornata preliminare, preparatoria agli Open Days, che si è tenuta il 4 febbraio presso il Polo Fibonacci. La giornata, è stata pensata per coloro che risultavano essere particolarmente disorientati sulla scelta del percorso universitario da intraprendere: l'iniziativa ha rappresentato un'occasione per raccogliere le informazioni utili ad una prima selezione dei vari corsi di laurea, in modo da poter approfondire, nell'ambito degli Open Days, la conoscenza solo su quelli di maggiore interesse.
I partecipanti sono stati coinvolti in attività di presentazione dei corsi di laurea relativi all'intera offerta formativa e hanno potuto ricevere informazioni dal personale esperto nell'orientamento didattico a disposizione presso gli stand appositamente predisposti.
L'evento del 4 febbraio - "Aspettando gli Open Days" - ha visto la partecipazione di oltre un migliaio di studenti. La risposta è stata quindi molto numerosa, al di sopra delle aspettative e ha permesso di portare alla manifestazione principale, gli Open Days, studenti più consapevoli e in grado di selezionare le iniziative da seguire, ottimizzando al massimo l'occasione di approfondimento e di orientamento.
«Durante gli Open Days abbiamo incontrato ragazzi motivati, interessati e con le idee già molto chiare sul percorso formativo da seguire - ha commentato la professoressa Rosalba Tognetti, prorettore per gli Studenti dell'Ateneo - L'ottimo risultato raggiunto è naturalmente frutto di un particolare impegno da parte degli organizzatori e per questo ringrazio davvero sentitamente tutti i docenti e gli Uffici che hanno collaborato per la riuscita dell'iniziativa, in particolare la professoressa Tiziana Goruppi, delegata per l'Orientamento in ingresso all'Università di Pisa».
Un incontro con l’assessore Anna Marson per parlare della nuova legge urbanistica della Toscana
Martedì 3 marzo, dalle ore 10 alle ore 13, nell'aula PN1 del Polo didattico Porta Nuova (in via Marinello Nelli), Anna Marson, già professore ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica allo IUAV di Venezia e attualmente assessore all'Urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio della Regione Toscana, presenterà la nuova legge Urbanistica Regionale, n. 65/2014 "Norme per il governo del territorio". L'iniziativa è organizzata nell'ambito del corso di laurea magistrale in Ingegneria edile Architettura, in particolare dai corsi di studio afferenti al settore Urbanistica. A seguire dibattito, domande e risposte.
Aspettando «Fino a qui tutto bene» con Roan Johnson e Paolo Virzì
Saranno Roan Johnson e Paolo Virzì i protagonisti dell'incontro dal titolo "Aspettando Fino a qui tutto bene", che si terrà mercoledì 11 marzo, alle ore 17, nell'Aula Magna del Polo Carmignani, in Piazza dei Cavalieri. È possibile seguire l'incontro in diretta streaming. L'iniziativa nasce dalla prossima uscita del film di Roan Johnson, appunto "Fino a qui tutto bene", che sarà nelle sale di tutta Italia a partire dal 19 marzo con la distribuzione di Microcinema.
Il film giunge a conclusione di un progetto che il regista ha sviluppato con la collaborazione dell'Università di Pisa, passando attraverso la realizzazione del documentario "L'Uva migliore" e di un video di backstage che ripercorre l'intera esperienza.
Come ha sintetizzato lo stesso Johnson, "l'Ateneo pisano mi ha chiesto di fare un documentario e io mi sono sorpreso ad ascoltare ragazzi che, anziché lamentarsi per la crisi, avevano un atteggiamento di sfida. Di rilanciare, piuttosto che arrendersi. Doveva essere un documentario, è diventato un film".
La proiezione del video del backstage, con le prime immagini inedite di "Fino a qui tutto bene", aprirà il dibattito e farà da stimolo per affrontare con gli studenti e gli altri partecipanti temi legati a come i giovani affrontano le difficoltà della loro generazione e come si rapportano al futuro che li attende. Insieme a Roan Johnson, protagonista dell'incontro sarà Paolo Virzì, che in gioventù ha frequentato la facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Pisa e che da alcune settimane ha iniziato a girare in Toscana un nuovo film. Con loro saranno sul palco il rettore Massimo Augello, la professoressa Sandra Lischi, ordinario di Cinema fotografia e televisione, e Ottavia Madeddu, sceneggiatrice del film di Johnson. L'incontro sarà coordinato dal direttore de "Il Tirreno", Omar Monestier.
Segui la diretta streaming dalle 17
Guarda il trailer di "Fino a qui tutto bene".
All’Imperial College di Londra grazie a una borsa «Marie Curie»
Con il suo progetto aiuterà a ottimizzare un nuovo metodo per generare energia elettrica pulita, sfruttando le competenze e i laboratori all'avanguardia dell'Imperial College di Londra. Antonio Bertei, assegnista di ricerca del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa, grazie a una borsa "Marie Curie", trascorrerà 24 mesi in Inghilterra per lavorare in un team internazionale che da più di 10 anni opera nel campo della ricerca sui sistemi elettrochimici destinati alla produzione di energia, come batterie e celle a combustibile. In particolare, il progetto di Bertei è uno studio finalizzato a estendere il tempo di vita operativa di un particolare sistema di generazione di energia elettrica ad alta efficienza - le celle a combustibile ad ossidi solidi - che oggi sono una delle tecnologie più promettenti nel settore dell'energia pulita.
"Il funzionamento di questo particolare tipo di dispositivo è attualmente limitato da fenomeni di degradazione dei materiali che ne causano una scarsa applicazione commerciale – spiega Antonio Bertei, 30 anni, originario di San Romano in Garfagnana (LU) - L'utilizzo di tecniche sperimentali e modellistiche del tutto innovative permetterà, con indagini a livello della nanoscala, di mettere in relazione le cause dei fenomeni degradativi con opportune contromisure, legate in particolare alla progettazione dei materiali, per superare i limiti attuali dello stato dell'arte della tecnologia". Bertei lavorerà presso il Department of Earth Science & Engineering dell'Imperial College sotto la supervisione del professor Nigel Brandon, portando con sé il suo bagaglio di esperienza e strumenti di simulazione nel campo della modellazione multiscala avanzata.
I fenomeni di degradazione che caratterizzano le celle a combustibile ad ossidi solidi sono causati da processi chimici, meccanici e microstrutturali che coinvolgono gli elettrodi. Il progetto mira a quantificare e disaccoppiare i vari meccanismi di degradazione attraverso un approccio combinato sperimentale e modellistico, che integra le migliori strumentazioni tomografiche per la ricostruzione tridimensionale della microstruttura degli elettrodi, con modelli meccanicistici capaci di predire l'evoluzione dei vari meccanismi degradativi nel tempo. La finalità della ricerca è quella di apportare modifiche microstrutturali degli elettrodi, in particolare attraverso l'infiltrazione di nanoparticelle ceramiche, con l'intento di limitare il decorso dei fenomeni degradativi e allungare la vita utile delle celle a combustibile fino ai target richiesti per la commercializzazione.
"Il progetto costituisce una sfida piuttosto complessa in un campo di ricerca multidisciplinare – commenta Bertei - Soltanto unendo le competenze e analizzando il sistema a ogni livello di scala è possibile riuscire nell'intento. Anche un piccolo miglioramento volto a favorire la commercializzazione delle celle a combustibile a ossidi solidi e la produzione di energia elettrica a partire da idrogeno potrà portare benefici a tutta la popolazione europea".
Al Lumiere una serata all’insegna della musica e della tecnologia
Giovedì 26 febbraio, a partire dalle ore 20, al Lumiere di Pisa, TOI, startup dell'Università di Pisa, presenterà in anteprima assoluta VIPER, un prodotto open source e open hardware che promette di rivoluzionare l'internet delle cose. Con poche linee di codice, in un linguaggio molto semplice (Python) e quasi senza dover saldare o collegare alcun cavo, ogni oggetto inanimato può prendere vita diventando interattivo e intelligente.
VIPER è una suite di sviluppo (per progettisti a metà fra un programmatore, un designer e un artista) che permette di ottenere il massimo dalle schede come Arduino o Spark Core, Spark Photon, ST Nucleo, e di rendere i prodotti così sviluppati praticamente pronti per il mercato.
La serata al Lumière sarà aperta da un aperitivo con la presentazione di nuove tecnologie per la musica. Oltre a TOI, che per l'occasione realizzerà con VIPER una lampada interattiva che se toccata stampa la scaletta dei pezzi che il gruppo andrà a suonare, saranno presenti il FabLab Pisa, che metterà in funzione la stampante 3D, e FootMoov, che ha sviluppato delle scarpe sensorizzate. A seguire concerto dei LIV CHARCOT. L'ingresso è gratuito.
I colleghi giornalisti sono invitati a partecipare.
Maggiori info sulla serata: https://www.facebook.com/livcharcotband?fref=ts.
All’Imperial College di Londra grazie a una borsa «Marie Curie»
Con il suo progetto aiuterà a ottimizzare un nuovo metodo per generare energia elettrica pulita, sfruttando le competenze e i laboratori all'avanguardia dell'Imperial College di Londra. Antonio Bertei, assegnista di ricerca del dipartimento di Ingegneria civile e industriale dell'Università di Pisa, grazie a una borsa "Marie Curie", trascorrerà 24 mesi in Inghilterra per lavorare in un team internazionale che da più di 10 anni opera nel campo della ricerca sui sistemi elettrochimici destinati alla produzione di energia, come batterie e celle a combustibile. In particolare, il progetto di Bertei è uno studio finalizzato a estendere il tempo di vita operativa di un particolare sistema di generazione di energia elettrica ad alta efficienza - le celle a combustibile ad ossidi solidi - che oggi sono una delle tecnologie più promettenti nel settore dell'energia pulita.
"Il funzionamento di questo particolare tipo di dispositivo è attualmente limitato da fenomeni di degradazione dei materiali che ne causano una scarsa applicazione commerciale – spiega Antonio Bertei, 30 anni, originario di San Romano in Garfagnana (LU) - L'utilizzo di tecniche sperimentali e modellistiche del tutto innovative permetterà, con indagini a livello della nanoscala, di mettere in relazione le cause dei fenomeni degradativi con opportune contromisure, legate in particolare alla progettazione dei materiali, per superare i limiti attuali dello stato dell'arte della tecnologia". Bertei lavorerà presso il Department of Earth Science & Engineering dell'Imperial College sotto la supervisione del professor Nigel Brandon, portando con sé il suo bagaglio di esperienza e strumenti di simulazione nel campo della modellazione multiscala avanzata.
I fenomeni di degradazione che caratterizzano le celle a combustibile ad ossidi solidi sono causati da processi chimici, meccanici e microstrutturali che coinvolgono gli elettrodi. Il progetto mira a quantificare e disaccoppiare i vari meccanismi di degradazione attraverso un approccio combinato sperimentale e modellistico, che integra le migliori strumentazioni tomografiche per la ricostruzione tridimensionale della microstruttura degli elettrodi, con modelli meccanicistici capaci di predire l'evoluzione dei vari meccanismi degradativi nel tempo. La finalità della ricerca è quella di apportare modifiche microstrutturali degli elettrodi, in particolare attraverso l'infiltrazione di nanoparticelle ceramiche, con l'intento di limitare il decorso dei fenomeni degradativi e allungare la vita utile delle celle a combustibile fino ai target richiesti per la commercializzazione.
"Il progetto costituisce una sfida piuttosto complessa in un campo di ricerca multidisciplinare – commenta Bertei - Soltanto unendo le competenze e analizzando il sistema a ogni livello di scala è possibile riuscire nell'intento. Anche un piccolo miglioramento volto a favorire la commercializzazione delle celle a combustibile a ossidi solidi e la produzione di energia elettrica a partire da idrogeno potrà portare benefici a tutta la popolazione europea".
Nella foto in alto: Microstruttura di un elettrodo simulata con gli algoritmi sviluppati da Antonio Bertei.
Ne hanno parlato:
InToscana.it
Nazione Pisa
Nazione Lucca
Tirreno Lucca
NazionePisa.it
TirrenoPisa.it
Controcampus.it
Archivio fotografico di ateneo
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Un nuovo test per la sicurezza degli impianti nucleari
Verificare la sicurezza degli impianti nucleari studiando per la prima volta al mondo la condensazione del vapore in condizioni di vuoto. È questo il test che condurrà il laboratorio Scalbatraio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa su commissione dell'Iter Organization (IO) - un organismo internazionale, costituito da Unione Europea, USA, Russia, Cina, Giappone, India e Corea del Sud - per il reattore a fusione nucleare che sta costruendo a Cadarache, in Francia.
"Questo studio – spiega il professore Donato Aquaro dell'Ateneo pisano - è importante per la progettazione del componente VVSS (Vacuum Vessel Suppression System), fondamentale per la sicurezza del reattore. I ricercatori dell'IO, guidati dal dr. Meekins, hanno appena visitato il laboratorio Scalbatraio (foto) ed hanno assistito alle prove pre-operazionali dell'apparecchiatura in scala che abbiamo realizzato per simulare l'evento incidentale che potrebbe verificarsi nel reattore, mentre le prove effettive inizieranno entro il prossimo marzo e termineranno a fine maggio".
La centrale di Cadarache verrà completata entro i prossimi sei anni e quella di Pisa è una prima fase sperimentale al fine di garantire la sicurezza dell'impianto. L'apparecchiatura realizzata nel laboratorio Scalbatraio è in scala: la parte principale è la condensation tank sottovuoto di 2 metri diametro e 4 di altezza.
"Entro il 2015 e dopo i test condotti a Pisa – ha concluso il professore Aquaro - partirà un nuovo appalto a livello europeo per condurre gli esperimenti in scala 1:1 a cui parteciperemo con un'esperienza di ricerca già molto significativa sul campo".
Ne hanno parlato:
Tirreno.it
TgRegione.it
StampToscana.it
GoNews.it
PianetaUniversitario.com
Controcampus.it
PisaInformaFlash.it
Sicurezza degli impianti nucleari: all'Università di Pisa il primo studio mondiale sulla condensazione di vapore sottovuoto
Verificare la sicurezza degli impianti nucleari studiando per la prima volta al mondo la condensazione del vapore in condizioni di vuoto. E' questo il test che condurrà il laboratorio Scalbatraio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell'Università di Pisa su commissione dell'Iter Organization (IO) - un organismo internazionale, costituito da Unione Europea, USA, Russia, Cina, Giappone, India e Corea del Sud - per il reattore a fusione nucleare che sta costruendo a Cadarache, in Francia.
"Questo studio – spiega il professore Donato Aquaro dell'Ateneo pisano - è importante per la progettazione del componente VVSS (Vacuum Vessel Suppression System), fondamentale per la sicurezza del reattore. I ricercatori dell'IO, guidati dal dr. Meekins, hanno appena visitato il laboratorio Scalbatraio ed hanno assistito alle prove pre-operazionali dell'apparecchiatura in scala che abbiamo realizzato per simulare l'evento incidentale che potrebbe verificarsi nel reattore, mentre le prove effettive inizieranno entro il prossimo marzo e termineranno a fine maggio".
La centrale di Cadarache verrà completata entro i prossimi sei anni e quella di Pisa è una prima fase sperimentale al fine di garantire la sicurezza dell'impianto. L'apparecchiatura realizzata nel laboratorio Scalbatraio è in scala: la parte principale è la condensation tank sottovuoto di 2 metri diametro e 4 di altezza.
"Entro il 2015 e dopo i test condotti a Pisa – ha concluso il professore Aquaro - partirà un nuovo appalto a livello europeo per condurre gli esperimenti in scala 1:1 a cui parteciperemo con un'esperienza di ricerca già molto significativa sul campo".
Al Museo di Storia Naturale l’inaugurazione del nuovo settore 'La Terra tra mito e scienza'
Sabato 28 febbraio, alle ore 11, al Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, con sede alla Certosa di Calci, sarà inaugurato il nuovo settore didattico-espositivo "La Terra tra mito e scienza", un percorso a tappe incentrato sui temi della nascita della Terra e dell'evoluzione della vita. All'inaugurazione interverranno Roberto Barbuti, direttore del Museo, Simone Farina, del Museo di Storia Naturale, Patrizia Landi, della Sezione di Pisa dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e Graziano di Giuseppe del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa e della Società Italiana di Protistologia Onlus.
A disposizione dei visitatori una vasta serie di allestimenti a tema, che illustreranno le tappe della storia della Terra confrontando l'interpretazione del mito con quella della scienza. Il settore si avvarrà di allestimenti di ultima generazione: si va da modelli di microrganismi a dimensione umana a veri e propri vulcani funzionanti in scala ridotta, passando attraverso l'esposizione di campioni di prodotti lavici e la riproduzione di pittoresche figure mitologiche, quali il Ciclope e l'Unicorno.
Nella sezione dedicata al mito spicca l'Arca di Noè: una ricostruzione in legno della nave biblica, che nei suoi 9 metri di lunghezza ospiterà ben 160 esemplari tassidermizzati. Nella sezione dedicata alla scienza saranno presenti modelli a grandezza d'uomo dei primi microrganismi e riproduzioni in scala ridotta che illustreranno il funzionamento dell'attività vulcanica.
Lo spazio, pensato e progettato appositamente per lo svolgimento di attività didattiche, sarà fruibile anche ai visitatori. Le iscrizioni sono aperte, per informazioni rivolgersi ai Servizi Educativi del Museo, tel. 050 2212973.