Laboratorio su teorie dell'immagine e dell'immaginazione
Dalle ore 16,30 sino alle 18,30 di giovedì 29 settembre avrà luogo presso Aula 10 di Palazzo Ricci (via Collegio Ricci, 10) la prima giornata del Laboratorio su teorie dell'immagine e dell'immaginazione.
L'iniziativa è organizzata dall'Associazione Zetesis e rientra fra le attività svolte con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa (attività 1271).
Intervengono gli studenti:
- Agnese Di Riccio, Dall'impulso della ragione alla produzione di segni: sul ruolo dell'immaginazione nella "Psicologia" hegeliana
- Matteo Marcheschi, Darwin e la metafora: evoluzione e immaginazione
L'entrata è libera e aperta agli studenti dell'Università di Pisa e a tutti gli interessati.
Info
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Corso per volontari ABIO – Associazione per il Bambino in Ospedale
ABIO – Associazione per il Bambino in Ospedale – sta cercando nuovi volontari per l’Istituto Scientifico per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza “Stella Maris” di Calambrone – Pisa.
Per diventare volontari ABIO bisogna essere maggiorenni e frequentare un Corso di Formazione a frequenza obbligatoria, composto da 5 incontri in aula e 60 ore di tirocinio.
Incontri informativi:
29 Settembre 2016 ore 15.00 – 18.00
presso Aula di Videoconferenza - Ala Biblioteca
Ex Virgo Fidelis, V.le del Tirreno 341/A Calambrone - Pisa
30 Settembre 2016 ore 18.00 – 21.00
presso Biblioteca - Parrocchia Scopaia SS Annunziata dei Greci, via Olanda 44 Livorno
Secondo incontro: 6 Ottobre 2016
presso Ex Virgo Fidelis, V.le del Tirreno 341/A Calambrone – Pisa
l’ orario sarà definito nel corso del primo incontro
Per partecipare è indispensabile iscriversi telefonicamente.
L’iscrizione è gratuita e non vincolante per la successiva partecipazione al Corso.
Il Corso verrà realizzato al raggiungimento di un numero minimo di iscritti uguale a 30.
Informazioni ed iscrizioni:
Letizia Ranieri
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tel. 3491493508
Laboratorio Teatro-Danza Liberlabor
L'associazione studentesca Liberlabor organizza, in collaborazione con il Compagnia Ribolle e con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa, un laboratorio di Teatro-Danza.
Il laboratorio teatrale, dedicato all’espressività corporea, prevede un lavoro ad ampio raggio sul movimento e l’uso del corpo in scena che misceli sapientemente danza e teatro.
Il laboratorio è libero, gratuito ed aperto a tutti.
Calendario degli incontri
Lunedi' 26 settembre alle ore 20:00 nell'aula 10 del Polo Ricci (via Collegio Ricci, 10)
Mercoledi' 28 settembre alle ore 20:00 al circolo arci Alhambra (via Fermi, 27)
Giovedi' 29 settembre alle ore 22:00 alla sala prove della Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi)
Giovedi' 6 ottobre alle ore 22:00 alla sala prove della Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi)
Info
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3205785174
Laboratorio Teatro-Danza Liberlabor
L'associazione studentesca Liberlabor organizza, in collaborazione con il Compagnia Ribolle e con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa, un laboratorio di Teatro-Danza.
Il laboratorio teatrale, dedicato all’espressività corporea, prevede un lavoro ad ampio raggio sul movimento e l’uso del corpo in scena che misceli sapientemente danza e teatro.
Il laboratorio è libero, gratuito ed aperto a tutti.
Calendario degli incontri
Lunedi' 26 settembre alle ore 20:00 nell'aula 10 del Polo Ricci (via Collegio Ricci, 10)
Mercoledi' 28 settembre alle ore 20:00 al circolo arci Alhambra (via Fermi, 27)
Giovedi' 29 settembre alle ore 22:00 alla sala prove della Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi)
Giovedi' 6 ottobre alle ore 22:00 alla sala prove della Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi)
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Il cordoglio dell'Università di Pisa per la scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi
"L'Università di Pisa - ha dichiarato il rettore Massimo Augello - si stringe alla signora Franca e alla sua famiglia nel ricordare con affetto, commozione e gratitudine la figura di Carlo Azeglio Ciampi. Nato a Livorno nel 1920, l'ex Presidente della Repubblica aveva avuto fin da giovane un legame forte e intenso con il nostro Ateneo, la Scuola Normale e la città di Pisa. Aveva frequentato la Facoltà di Lettere dell'Università di Pisa e la Scuola Normale, conseguendo la laurea nel 1941 con una tesi in Filologia classica e letteratura greca discussa con il professor Augusto Mancini. Dopo la fine della guerra, nel 1946, Carlo Azeglio Ciampi aveva conseguito una seconda laurea all'Università di Pisa, in Giurisprudenza, discutendo una tesi dal titolo 'La libertà delle minoranze religiose'. Proprio gli studi compiuti per ottenere questa laurea avevano completato la formazione iniziale di Ciampi, avviandolo verso la carriera in Banca d'Italia e verso quel mirabile bagaglio di competenze economico-giuridiche che lo ha contraddistinto nel corso dell'intera vita, permettendogli di ricoprire in modo esemplare le altissime cariche alle quali è stato chiamato".
"Il Presidente Ciampi - ha sottolineato il professor Augello - era tornato spesso a Pisa e nella nostra Università. Nel 2006 era intervenuto alla cerimonia di conferimento del "Campano d'Oro" al suo grande amico, l'ex rabbino capo Elio Toaff, partecipando con la moglie Franca a una cerimonia sentita e partecipata. Nel 2010, in occasione della ripubblicazione della sua tesi di laurea in Giurisprudenza, nel Palazzo della Sapienza si era svolto un convegno in suo onore, al quale non aveva potuto partecipare di persona per problemi di salute. Aveva inviato un messaggio di saluto ai presenti, nel quale aveva voluto ricordare 'la città e i luoghi dove si è compiuta in massima parte la mia formazione culturale e umana'".
Laboratorio Teatro-Canzone Liberlabor
L'associazione studentesca Liberlabor organizza, in collaborazione con il Teatro dell'Assedio e con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa, un laboratorio di Teatro-Canzone.
Il laboratorio teatrale, dedicato all’espressività vocale, prevede un lavoro ad ampio raggio sulla voce e sul ritmo che misceli sapientemente canto e teatro.
Il laboratorio è libero, gratuito ed aperto a tutti.
Calendario degli incontri
Lunedì 19 settembre alle ore 20:00 nell'aula 10 del Polo Ricci (via Collegio Ricci, 10)
Mercoledì 21 settembre alle ore 20 al circolo arci Alhambra (via Fermi, 27)
Giovedì 22 settembre alle ore 22:00 al circolo arci Alhambra (via Fermi, 27)
Giovedì 6 ottobre alle ore 22 alla sala prove della Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi)
Info
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Laboratorio Teatro-Canzone Liberlabor
L'associazione studentesca Liberlabor organizza, in collaborazione con il Teatro dell'Assedio e con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa, un laboratorio di Teatro-Canzone.
Il laboratorio teatrale, dedicato all’espressività vocale, prevede un lavoro ad ampio raggio sulla voce e sul ritmo che misceli sapientemente canto e teatro.
Il laboratorio è libero, gratuito ed aperto a tutti.
Calendario degli incontri
Lunedì 19 settembre alle ore 20:00 nell'aula 10 del Polo Ricci (via Collegio Ricci, 10)
Mercoledì 21 settembre alle ore 20 al circolo arci Alhambra (via Fermi, 27)
Giovedì 22 settembre alle ore 22:00 al circolo arci Alhambra (via Fermi, 27)
Giovedì 6 ottobre alle ore 22 alla sala prove della Stazione Leopolda (piazza Guerrazzi)
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«Carlo Azeglio Ciampi, dottore in Giurisprudenza a Pisa»
È scomparso a Roma Carlo Azeglio Ciampi, già decimo Presidente della Repubblica, che è stato studente del nostro Ateneo prima alla Facoltà di Lettere, conseguendo la laurea nel 1941 come allievo della Scuola Normale, e poi alla Facoltà di Giurisprudenza, dove ha preso la seconda laurea nel 1946 discutendo una tesi dal titolo “La libertà delle minoranze religiose”.
"L'Università di Pisa - ha dichiarato il rettore Massimo Augello - si stringe alla signora Franca e alla sua famiglia nel ricordare con affetto, commozione e gratitudine la figura di Carlo Azeglio Ciampi, che fin da giovane aveva sviluppato un legame forte e intenso con il nostro Ateneo, la Scuola Normale e la città di Pisa".
Anche nei periodi successivi Carlo Azeglio Ciampi è tornato spesso a Pisa e nella "sua" Università. Nel 2006 è intervenuto alla cerimonia di conferimento del "Campano d'Oro" al suo grande amico, l'ex rabbino capo Elio Toaff, partecipando con la moglie Franca a una cerimonia intensa e sentita.
Nel 2010 la ripubblicazione della sua tesi di Giurisprudenza, da parte de “Il Mulino”, ha offerto l’occasione per tornare sulla formazione economico-giuridica dell’ex presidente della Repubblica con un convegno che si è svolto nel Palazzo della Sapienza, al quale Ciampi non ha potuto partecipare di persona per problemi di salute. In quell'occasione ha voluto inviare un messaggio di saluto, nel quale ricordava "la città e i luoghi dove si è compiuta in massima parte la mia formazione culturale e umana'".
Ripubblichiamo di seguito alcune immagini relative alla cerimonia del 2006 e l'intervento dell'allora preside di Giurisprudenza, Eugenio Ripepe.
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Carlo Azeglio Ciampi, dottore in Giurisprudenza a Pisa
Sarebbe stato davvero imperdonabile se alla pubblicazione in volume - a oltre sessanta anni di distanza - della tesi di laurea di uno studente destinato a diventare Presidente della Repubblica, non fosse stato dato adeguato rilievo nella Facoltà nella quale quella tesi fu discussa. È per questo che al saluto e al ringraziamento che rivolgo agli studiosi che hanno accettato l’invito a prendere parte a questo incontro, dedicato appunto alla presentazione di quel volume, tengo ad aggiungere un ringraziamento particolare al nostro Pier Luigi Consorti, che dell’iniziativa si è fatto carico conducendola in porto con la consueta bravura.
Inutile sottolineare che la laurea in giurisprudenza conseguita nella nostra Facoltà da Carlo Azeglio Ciampi costituisce per noi motivo d’orgoglio; anche se nessuno ignora che i vincoli di affetto e di gratitudine che legano Ciampi a Pisa riguardano in primo luogo la Scuola Normale e la Facoltà di Lettere, delle quali fu allievo a cavallo tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40, quando si laureò, appunto, in lettere. Poi la guerra, l’immane tragedia della guerra, e le vicissitudini personali ad essa legate, la scelta di campo coraggiosa - e dalla parte giusta - e infine la decisione di iscriversi alla Facoltà di giurisprudenza del giovane Ciampi, per il quale forse proprio così cominciava l’età della prosa.
Ma anche di quest’altro periodo “pisano” della sua vita, e non solo di quello della Normale e degli studi letterari, il livornese Ciampi avrebbe conservato un affettuoso ricordo, come ha dichiarato più volte, e da ultimo nel corso dell’incontro avuto qualche anno fa con i giovani della Scuola Superiore S. Anna, del quale è rimasta traccia nel “Sant’Anna News”, il bel periodico pubblicato dall’Associazione degli ex allievi della Scuola. In quell’occasione il presidente Ciampi tenne a sottolineare il debito di gratitudine che sentiva di avere nei confronti della Facoltà di Giurisprudenza di Pisa; cosa del resto perfettamente comprensibile, perché proprio agli studi compiuti per ottenere la sua seconda laurea fu in gran parte dovuta la formazione iniziale di quel mirabile bagaglio di competenze economico-giuridiche, incessantemente arricchitosi negli anni, che gli ha consentito di ricoprire in modo esemplare le altissime cariche alle quali è stato via via chiamato.
Oltre tutto, i giorni dell’immediato dopoguerra che lo videro frequentare la nostra Facoltà qui in Sapienza costituirono anche per ragioni private un periodo cruciale per il giovane ufficiale in congedo, che proprio in quel periodo “mette famiglia”, come allora si usava dire (anche se nella vita da civil servant - quale è sempre stato - di questo italiano atipico - quale pure è sempre stato - invano si cercherebbe una qualche traccia dell’italico “avere famiglia”). Un panorama di macerie, non solo materiali, alle spalle; un orizzonte fatto più di speranze che di certezze: questa l’Italia di quegli anni. E a distanza di tempo, appare quasi sorprendente che, nonostante tutto, in quell’Italia un giovane come Carlo Azeglio Ciampi abbia potuto imboccare la sua strada in salita - come sono, o dovrebbero essere, tutte le strade che portano in alto - e percorrerla fino in fondo, o meglio fino in cima, con nessun altro sostegno che quello delle sue qualità e dei suoi meriti.
Purtroppo il presidente Ciampi non può essere oggi con noi, come fino all’ultimo aveva sperato, perché i piccoli acciacchi dell’età lo hanno trattenuto a Roma. Ma ci chiede di considerarlo idealmente presente, e ha voluto rivolgerci l’indirizzo di saluto che ora vi leggo, che è assai più di un semplice indirizzo di saluto:
“Desidero innanzitutto esprimere il mio più vivo ringraziamento alle tre istituzioni accademiche pisane che hanno promosso un incontro dedicato al tema della libertà delle minoranze religiose, tema oggetto della mia tesi di laurea in giurisprudenza nel lontano 1946. L’attenzione che in questa occasione la città e i luoghi dove si è compiuta in massima parte la mia formazione culturale e umana riservano a quel mio giovanile lavoro mi onora e mi emoziona. È, per me, un riannodare legami mai spezzati; una trama in cui memorie e sentimenti si intrecciano con volti e personaggi, molti dai tratti ancora nitidissimi, altri resi più sfocati dal tempo. Popolano tutti il mondo dei ricordi che custodisco più gelosamente. A Pisa, negli anni della Normale, come ho più volte ricordato, ho appreso l’alfabeto della libertà, attraverso la lezione che Croce impartiva con le sue opere e con l’azione. A una più matura consapevolezza degli ideali di libertà e democrazia avrebbe provveduto il contatto diretto, quotidiano con i Maestri della mia stagione pisana. Lavoravo alla tesi di laurea in giurisprudenza, mentre si accendeva la discussione sui contenuti di quello che sarebbe stato l’articolo 7 della Costituzione. In proposito, più di una volta mi tornavano in mente la violenza e la villania con cui Mussolini aveva reagito, nel maggio del 1929, all’intervento del senatore Croce contro il Concordato, annoverandolo tra “gli imboscati della storia”; tra coloro che “per impotenza creatrice, non potendo cioè fare la storia prima di scriverla, si vendicano dopo diminuendola senza pudore”.Da quando mi ero avvicinato per la prima volta alla Storia d’Europa di Croce – alla sua “religione della libertà” erano passati meno di dieci anni: un tempo non lunghissimo, ma quasi un’era geologica, per gli eventi, le esperienze attraverso i quali ero passato, e con me milioni di italiani, giovani e meno giovani. Gli anni di guerra, il tempo confuso e atroce seguito all’8 settembre 1943 avevano impresso per sempre nelle nostre coscienze il sigillo della libertà, del rifiuto di ogni discriminazione, del primato della persona umana e della sua dignità sempre e dovunque. Con questi pensieri, con questi sentimenti consideratemi tra di voi, con voi, a questo incontro per il quale rinnovo ancora il mio grazie ai promotori, agli organizzatori, ai relatori e ai presenti tutti. E a tutti giunga il mio saluto più affettuoso”.
Quasi a rimarcare il carattere affettuoso del suo messaggio, il Presidente si firma informalmente Carlo Ciampi. “Consideratemi tra di voi, con voi, a questo incontro per il quale rinnovo ancora il mio grazie ai promotori, agli organizzatori, ai relatori e ai presenti tutti...”.
No, caro Presidente: siamo noi a doverle dire grazie per quello che ha fatto in tutti questi anni, per come ha rappresentato l’Italia, per quello che ha rappresentato e rappresenta per l’Italia. E grazie, da ultimo, anche per queste sue parole: per quello che ha voluto dirci, naturalmente, ma anche, appunto, per le parole adoperate per dirlo. “...La violenza e la villania con cui Mussolini aveva reagito all’intervento del senatore Croce...”: ecco, queste parole forti sono in realtà parole che danno conforto perché sono le parole di un uomo che è rimasto evidentemente immune da quella rapida mitridatizzazione che ha finito col privare molti italiani della capacità di indignarsi di fronte a ciò che non può non indignare, a cominciare dall’arroganza e dalla volgarità che sembrano diventate pane quotidiano nella vita politica e istituzionale di oggi. Grazie per aver riproposto un termine forse non a caso desueto: villania.
Ecco, anche chiamare villania la villania può essere una lezione preziosa; e così pure sottolineare implicitamente che la villania (come del resto la tracotanza, la pacchianeria, l’improntitudine) non cessa di essere tale solo perché riconducibile a un Capo di Governo che magari si era munito di ghette e cilindro al momento dell’investitura. Non solo per questo, naturalmente, ma anche per questo, grazie al presidente Ciampi. Nel leggere il suo messaggio quando lo ho ricevuto, e nel rileggerlo ora per voi, confesso che mi sono tornate alla mente certe parole dell’epigrafe dettata per i partigiani di Valenza da un poeta forse sopravvalutato ieri, ma certo sottovalutato oggi, Salvatore Quasimodo: Di questi uomini / non resti mai povera l’Italia.
Ma, se devo essere sincero, mi sono tornate alla mente con una variante: Di questi uomini / resta sempre più povera l’Italia.
Eugenio Ripepe
A Mathematical tribute to Ennio De Giorgi
Matematici da tutto il mondo si ritroveranno a Pisa per discutere del lascito intellettuale e scientifico di Ennio De Giorgi uno dei più grandi matematici del Novecento scomparso 20 anni fa. ”A Mathematical tribute to Ennio De Giorgi” è il titolo del convegno organizzato da Luigi Ambrosio (Scuola Normale Superiore) Gianni Dal Maso (SISSA, Trieste), Marco Forti (Università di Pisa), Antonio Leaci (Università del Salento) e Sergio Spagnolo (Università di Pisa) per il Centro di Ricerca Matematica De Giorgi. I lavori si svolgeranno al Palazzo Congressi da lunedì 19 fino a venerdì 23 settembre.
Nato a Lecce nel 1928, laureatosi in matematica a Roma, dopo un breve soggiorno a Messina, nel 1959 De Giorgi fu chiamato alla Scuola Normale, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta il 25 ottobre 1996. De Giorgi ha lasciato una traccia profonda sulla matematica del suo tempo ed in particolare è conosciuto per aver risolto uno dei problemi formulati da Hilbert agli inizi del Novecento al quale si erano dedicati per oltre mezzo secolo numerosi studiosi (fra cui anche il futuro Nobel per l'economia John Nash che lo risolse in modo indipendente e con altro metodo).
In onore del grande matematico pubblichiamo di seguito un ricordo del suo allievo e professore dell'Università di Pisa Sergio Spagnolo. Il testo fa parte di un articolo apparso su "Lettera Matematica", Springer, marzo 2016.
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Un ricordo degli anni ’60
La sua venuta a Pisa alla fine del 1959 era stato preceduta dalla fama del prestigiosissimo Teorema di De Giorgi - Nash (1957). Noi studenti non vedevamo l’ora che ce ne parlasse ma rimanemmo presto delusi: Ennio era già totalmente proteso verso nuove ricerche.
Anche le sue lezioni ci apparivano all’inizio un po’ deludenti. Non se le preparava, né si basava su libri od appunti (cosa che ha continuato a fare anche in seguito per tutti i suoi seminari) limitandosi a pensarle durante il tragitto dal palazzo del Timpano a piazza dei Cavalieri e a rifinirle nei momenti in cui, senza fretta, cancellava la lavagna. Ma attraverso quelle lezioni, al tempo stesso informali e rigorose, dove non erano infrequenti delle sviste che ci autorizzavano a guardarlo con una certa indulgente complicità, Ennio era capace di infondere la passione per la ricerca.
La Normale di quegli anni era molto diversa da quella attuale. Pur rappresentando un polo di attrazione per giovani di ogni regione, assomigliava più a un collegio che a un “centro d’eccellenza”. Gli studenti e i perfezionandi erano un centinaio; le ragazze abitavano al Timpano mentre i ragazzi erano alloggiati nel palazzo della Carovana dove trovavano posto anche la biblioteca, la mensa e gli uffici amministrativi, oltre agli studi e alcune camere dei professori.
All’inizio De Giorgi alloggiava alla Carovana, in una camera-studio del terzo piano affacciata su piazza dei Cavalieri; pochi anno dopo si trasferì al Timpano. Gli piaceva enormemente intrattenersi con noi studenti, nel suo studio, al tavolo di un ristorante o per le vie di Pisa, disquisendo fino a notte inoltrata su qualunque argomento.
Ci appariva un po’ strambo, con i suoi tic e quella buffa cadenza verbale, ma lo avevamo in grande simpatia. Più che un genio della matematica era per noi un piacevole compagno di gite sulle Apuane, una fonte inesauribile di ragionamenti logici e di congetture storiche.
Nel giro di pochi anni aveva raccolto intorno a sé un folto gruppo di allievi. Il suo studio in Normale era il continuo approdo di studenti, ma anche di illustri studiosi italiani, francesi o americani. Questi riversavano sulla lavagna i loro problemi mentre Ennio, seduto nella sua poltrona di cuoio con l’immancabile sigaretta in bocca, li stava ad ascoltare con un’aria che sembrava più distratta che assorta. A un certo punto si alzava di scatto, si portava alla lavagna, la cancellava minuziosamente e iniziava a riempirla delle sue ampie formule.
Era a disposizione di tutti senza distinzioni, prestando la stessa attenzione allo studente del primo anno e al matematico affermato, sempre felice di enunciare le sue congetture e le sue teorie ma anche di cogliere dagli altri qualche spunto o qualche informazione bibliografica.
Il suo studio traboccava letteralmente di carte: corrispondenza spesso mai aperta e lavori matematici che gli arrivavano quotidianamente da ogni parte del mondo. Quando le pile di carte diventavano troppo alte, qualche volonterosa segretaria prendeva l’iniziativa di trasferirle in un ripostiglio, l’anticamera del macero. Fedele al falso aforisma Scripta volant, verba manent, Ennio non consultava quasi mai libri o articoli di matematica, limitandosi a recepire le poche informazioni essenziali dalla viva voce dei suoi interlocutori. Sembrava quasi che nell’affrontare un problema egli preferisse non conoscere il confine fra le cose già note e quelle da scoprire per non porre limiti alla sua libertà di ricerca. Il ritrovare un bel teorema, anche se poi risultava già noto, rappresentava per lui una scoperta importante.
Un’altra caratteristica di Ennio De Giorgi era la sua modestia (dote rara nel mondo accademico) e il disinteresse ad inseguire nuovi traguardi scientifici per accrescere il proprio prestigio personale. Il suo atteggiamento verso la ricerca lo avvicina a Pascal, il filosofo da lui amato, che scriveva: Nous ne cherchons jamais les choses, mais la recherche des choses.
Sergio Spagnolo
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Si ringraziano le Edizioni Ets per le foto tratte dal volume Scripta volant, verba manent. Ennio De Giorgi matematico e filosofo.
Nelle immagini, a partire dall'alto: l’incontro tra John F. Nash e Ennio De Giorgi, avvenuto a Povo di Trento il 6 marzo 1996: tra i due, Mario Miranda; De Giorgi sulle Alpi Apuane, insieme a Sergio Spagnolo (a sinistra) e a Ettore Remiddi, seduto; De Giorgi durante una sua lezione a Trento nel 1990 e, infine, una foto che lo ritrae nel suo studio alla Scuola Normale.
Calcolatori che risparmiano metà tempo ed energia
Calcolatori superveloci che eseguono le applicazioni in metà tempo ed energia. E’ questo il risultato di REPARA (Reengineering and Enabling Performance and poweR of Applications), un progetto europeo del settimo programma quadro appena giunto a conclusione che ha visto la partecipazione attiva del dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa.
“Nei tre anni del progetto abbiamo sviluppato tecniche automatiche o semi automatiche per trasformare i programmi esistenti scritti in C++ standard in software equivalenti ma che realizzano consistenti risparmi di tempo ed energia quando processati su macchine moderne dotate di schede grafiche e hardware riconfigurabile”, ha spiegato il professore Marco Danelutto coordinatore del gruppo di Calcolo parallelo del dipartimento di Informatica dell’Ateneo pisano.
I risultati di REPARA sono stati testati sulle applicazioni di diagnostica ferroviaria (monitoraggio delle condizioni dei convogli in viaggio), di controllo industriale (rilevamento dei difetti dei prodotti), di robotica (software per visione stereo e di navigazione) e di biologia (morfologia delle proteine).
“Il risparmio di tempo permette ad esempio una maggiore rapidità di intervento in casi di problemi rilevati mediante il sistema di diagnosi ferroviaria o una miglior qualità del software di navigazione – ha aggiunto Danelutto - e d’altro canto, il dimezzamento dell’energia necessaria a svolgere un certo calcolo taglia i costi della bolletta energetica o, nel caso di dispositivi alimentati a batteria, ne raddoppia la durata”.
Oltre all’Università di Pisa, il progetto REPARA, guidato dall’Università Carlo III di Madrid, ha visto la partecipazione dell’Istituto HSR di Rapperswill in Svizzera, delle Università di Szeged in Ungheria e di Darmstadt in Germania e come industrie della ungherese Evopro e della spagnola Ixion spagnola. Nei tre anni di attività, dal settembre 2013 alla fine di agosto 2016, il progetto ha ricevuto finanziamenti dalla Unione europea per circa 2,6 milioni di euro.
In particolare, nell’ambito del progetto, il gruppo dell’Università di Pisa ha sviluppato la libreria FastFlow che permette di eseguire il codice parallelo REPARA su diversi tipi di calcolatori. Il codice della libreria, sviluppato e mantenuto sotto la direzione del dottor Massimo Torquati, ricercatore al dipartimento di Informatica, in collaborazione con l’Università di Torino, è disponibile sotto licenza open source ed è stato ed è utilizzato in altri due progetti finanziati dalla Comunità europea ai quali partecipa il gruppo di Calcolo parallelo dell’Università di Pisa.
Nella foto il gruppo REPARA pisano, da sinistra verso destra, Marco Danelutto, Massimo Torquati, Daniele De Sensi, Gabriele Mencagli e Tiziano De Matteis