Dal Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Ateneo i materiali di scena per la fiction Rai 1 “Costanza”
Il Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Università di Pisa ha fornito alcuni materiali di scena per la fiction “Costanza” in onda in prima serata su Rai 1 da domenica 30 marzo. Si tratta di un microscopio antico, crani, scheletri, preparati anatomici e modelli embriologici. La produzione si è inoltre ispirata alla Scuola Medica dell’Ateneo pisano per ricostruire gli ambienti interni nei teatri di posa. Costanza è una serie televisiva italiana in quattro puntate tratta dai romanzi di Alessia Gazzola. La protagonista è la paleopatologa Costanza Macallè interpretata da Miriam Dalmazio.
Il Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” si trova in via Roma 55, nell’istituto di anatomia umana della Scuola Medica. Al suo interno sono conservate preziose raccolte archeologiche, tra cui una mummia egizia con sarcofago, corredi funerari e vasi precolombiani raccolti dal medico e studioso Carlo Regnoli nella seconda metà dell’Ottocento. L’esposizione museale è completata dalla Galleria de Busti, con gessi di antichi anatomisti, e dalla Galleria Mascagni, dove sono esposte le tavole anatomiche di Paolo Mascagni (1755-1815).
Pisa è stata una delle prime città universitarie a possedere una Scuola Anatomica: l’insegnamento dell’Anatomia Umana iniziò nel Cinquecento per volontà di Cosimo I dei Medici che fece costruire un Teatro Anatomico.
Il museo fu inizialmente allestito agli inizi dell’Ottocento dal professore di Anatomia Tommaso Biancini. Dal 1834 Filippo Civinini, a cui è intitolato, continuò l’opera di sistemazione e catalogazione e lo inaugurò con il nome di Gabinetto Anatomico, in vista della Prima Riunione degli Scienziati Italiani, tenutasi a Pisa nel 1839. Attualmente il museo fa parte del Sistema museale di Ateneo dell’Università di Pisa, il suo direttore è il professore Gianfranco Natale.
Per informazioni e visite: https://www.mau.sma.unipi.it/
Dal Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Università di Pisa i materiali di scena per la fiction Rai 1 “Costanza”
La serie in quattro puntate, la prima è andata in onda domenica 30 marzo
Il museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” dell'Università di Pisa ha fornito alcuni materiali di scena per la fiction “Costanza” in onda in prima serata su Rai 1 da domenica 30 marzo. Si tratta di un microscopio antico, crani, scheletri, preparati anatomici e modelli embriologici. La produzione si è inoltre ispirata alla Scuola Medica dell’Ateneo pisano per ricostruire gli ambienti interni nei teatri di posa. Costanza è una serie televisiva italiana in quattro puntate tratta dai romanzi di Alessia Gazzola. La protagonista è la paleopatologa Costanza Macallè interpretata da Miriam Dalmazio.
Il Museo di Anatomia umana “Filippo Civinini” si trova in via Roma 55, nell’istituto di anatomia umana della Scuola Medica. Al suo interno sono conservate preziose raccolte archeologiche, tra cui una mummia egizia con sarcofago, corredi funerari e vasi precolombiani raccolti dal medico e studioso Carlo Regnoli nella seconda metà dell’Ottocento. L’esposizione museale è completata dalla Galleria de Busti, con gessi di antichi anatomisti, e dalla Galleria Mascagni, dove sono esposte le tavole anatomiche di Paolo Mascagni (1755-1815).
Pisa è stata una delle prime città universitarie a possedere una Scuola Anatomica: l’insegnamento dell’Anatomia Umana iniziò nel Cinquecento per volontà di Cosimo I dei Medici che fece costruire un Teatro Anatomico.
Il museo fu inizialmente allestito agli inizi dell’Ottocento dal professore di Anatomia Tommaso Biancini. Dal 1834 Filippo Civinini, a cui è intitolato, continuò l’opera di sistemazione e catalogazione e lo inaugurò con il nome di Gabinetto Anatomico, in vista della Prima Riunione degli Scienziati Italiani, tenutasi a Pisa nel 1839. Attualmente il museo fa parte del Sistema museale di Ateneo dell’Università di Pisa, il suo direttore è il professore Gianfranco Natale.
Per informazioni e visite: https://www.mau.sma.unipi.it/
Diventare farmacista con Farmavaldera: assegnata la terza borsa di studio in memoria di Irene Fabiani
Sabato 29 marzo a Ponsacco, presso la sede comunale, si è tenuta la cerimonia di consegna della borsa di studio in memoria di Irene Fabiani per l’anno accademico 2024-25. Il riconoscimento è andato a Margherita Mangini, studentessa di Ponsacco, neo immatricolata al corso di laurea in Farmacia dell'Università di Pisa. Presenti alla cerimonia i familiari della dr.ssa Fabiani, e anche gli studenti Martina Genovese e Isaia Iacoponi, vincitori della borsa di studio nei due anni precedenti e che proseguono con profitto il loro percorso di studi in Farmacia.
Farmavaldera srl, società di gestione delle farmacie comunali di Le Melorie, Ponticelli, Santo Pietro B.re e Serrazzano, ha creato l’occasione per ricordare ogni anno la dr.ssa Irene Fabiani, stimata e preziosa collaboratrice prematuramente scomparsa nel luglio 2021, istituendo a partire dal 2022 una borsa di studio in sua memoria, in convenzione con l’Università di Pisa. Un impegno per ricordarla nel modo che più la rappresentava, con una borsa di studio per i ragazzi meritevoli del territorio. Requisito fondamentale per accedere alla borsa di studio è quello di essere residenti in uno dei Comuni proprietari della società di gestione delle farmacie comunali: Capannoli, Ponsacco, Pomarance e Santa Maria a Monte. Ogni anno il vincitore sarà lo studente o la studentessa che si posizionerà più in alto nella graduatoria per l’immatricolazione al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia, La borsa prevede il pagamento delle tasse di iscrizione per l’intero percorso di studio quinquennale, a condizione che vengano conseguiti i crediti formativi previsti entro il 30 settembre di ogni anno.
L’obiettivo è quello di sostenere e valorizzare il percorso di studi in Farmacia e farlo in memoria di una professionista appassionata del suo lavoro, che Farmavaldera ricorda per la dedizione, la mente brillante e la grande disponibilità verso i giovani, verso i quali ha più volte svolto il ruolo di tutor formativo.
“Speriamo che questi nostri giovani che avremo il piacere di accompagnare nel loro percorso di studi si approccino alla futura professione con l’entusiasmo e la sensibilità di Irene, sempre pronta ad accogliere gli stimoli e cambiamenti di un ruolo in continua evoluzione. E che ne condividano lo spirito di servizio necessario per garantire un’assistenza di prossimità sempre più integrata con il Sistema sanitario pubblico” queste le parole di Carla Pucciarelli, direttrice generale di Farmavaldera.
“Grazie a Farmavaldera per aver creduto in questa iniziativa, dedicata alla memoria della dottoressa Irene Fabiani, il cui valore risiede nella scelta di investire nei giovani del territorio e nella loro formazione verso la figura professionale del farmacista, chiamato a svolgere un ruolo essenziale come operatore sanitario. Al tempo stesso, l’iniziativa riconosce e rafforza la funzione della farmacia come presidio sanitario di prossimità, capillare e accessibile anche all'interno del Servizio Sanitario Nazionale. L’Università di Pisa sostiene con convinzione progetti come questo, che promuovono il diritto allo studio, rafforzano il legame con il territorio e consentono alle studentesse e agli studenti di avvicinarsi in modo concreto e qualificato al mondo del lavoro già durante il percorso accademico”, ha dichiarato il professor Marco Macchia, delegato del rettore per i rapporti con il territorio, presente alla cerimonia insieme alla prof.ssa Patrizia Chetoni, presidentessa del corso di laurea magistrale in Farmacia.
Presenti alla cerimonia gli assessori Chiara Calderani e Anna De Santi, a fare gli onori di casa in rappresentanza del Comune di Ponsacco, Arianna Cecchini, sindaca di Capannoli, Manuela del Grande, sindaco di Santa Maria a Monte, che hanno accolto gli studenti insieme a Barbara Giuntini e Stefano Giobbi, membri del Cda di Farmavaldera. “Raccogliamo il testimone di questa lodevole iniziativa con grande soddisfazione, che sia di stimolo per l’accesso a questa bellissima professione, e ci congratuliamo con gli studenti del nostro territorio che hanno intrapreso questo percorso di studi”.
(Fonte: Farmavaldera e Comune di Ponsacco).
Giovani innovatori per il territorio: si è concluso il percorso dell’I-Lab
Progetti pensati per il territorio, idee sviluppate in dialogo con imprese e istituzioni e l’entusiasmo di giovani pronti a trasformare sfide locali in opportunità sostenibili e innovative: così si è concluso l’I-Lab "Co-creazione e innovazione per il territorio", un percorso formativo e laboratoriale che per due mesi e mezzo ha fatto emergere il ruolo strategico di nuove professionalità come gli innovation broker e gli innopreneur. L’evento finale, ospitato all’Auditorium del Polo Le Benedettine, è stato un momento di condivisione, ispirazione e visione sul futuro delle comunità locali.
Il percorso, promosso dal Contamination Lab e aperto per alcune lezioni anche alle università dell’Alleanza Circle U., ha ampliato il dialogo ai partner accademici sui principi guida di innovazione, sostenibilità e connessione tra enti, risorse e nuove idee. Questo ha permesso ai partecipanti e alle partecipanti al corso "Co-creazione e innovazione per il territorio" di confrontarsi da una parte con realtà internazionali e dall’altra con attori locali come durante la Giornata dell’Università di giovedì 20 marzo. Da gennaio a fine marzo, docenti esperti ed esperte sono intervenuti sui vari aspetti legati all’innovazione, ai modelli di business sostenibili, alla progettazione regionale ed europea e alla ricerca di bandi per portare avanti un dialogo con il territorio.
“Da qualche mese il dialogo tra università e territorio si è animato grazie a una serie di iniziative che hanno messo al centro studenti, ricercatori e ricercatrici – ha commentato il professor Alessio Cavicchi, delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione sociale e responsabile del corso – L’organizzazione di momenti di incontro, con l’utilizzo di poster per raccontare con un registro semplice e alla portata di tutti quello che l’Università ha fatto sul territorio e quello che i giovani potrebbero fare, ci sembra un modo per avvicinare il mondo della ricerca ai bisogni delle comunità locali, in particolare a cittadini, imprenditori e amministratori pubblici. Speriamo che da questi eventi possano nascere nuove collaborazioni e che si possa ridurre il gap informativo per offrire possibilità di impiego ai nostri giovani. Adesso, insieme al professor Marco Macchia, stiamo già organizzando nuove opportunità di incontro con i comuni dell’Area Vasta di Pisa, così come stiamo preparando opportunità di approfondimento di conoscenza tramite la mobilità all’estero nell’ambito dei progetti Circle U. e Start For Future. Colgo l’occasione per ringraziare lo staff del Contamination Lab così come i colleghi e le colleghe che condividono questa visione della Terza Missione dell’Ateneo”.
La giornata conclusiva è stata caratterizzata dall'esposizione di poster che illustravano le idee sviluppate e adattate dai partecipanti all'I-Lab, tenendo conto dei consigli e degli insegnamenti ricevuti da esperte ed esperti. Inoltre, gli inspirational speech dei principali stakeholder presenti hanno arricchito l'evento, offrendo l'opportunità di valutare la progettualità sviluppata in questi due mesi e mezzo e di interagire direttamente con i partecipanti e le partecipanti.
L'evento si è concluso con la consegna del "Motivational Innovator Award", un riconoscimento speciale al miglior discorso ispiratore presentato dagli imprenditori e dalle imprenditrici presenti. Questo premio ha celebrato la capacità di innovazione e la visione lungimirante. L'obiettivo primario dell'evento è stato quello di fornire una motivazione chi ha preso parte al percorso I-Lab: in soli tre minuti, le imprenditrici e gli imprenditori hanno dovuto trasmettere la loro passione e la loro esperienza, ispirando i futuri leader del settore.
Il vincitore, Marco Morelli, responsabile estero e commerciale del Liquorificio Morelli, ha incarnato perfettamente lo spirito dell'evento. La sua azienda, con una storia centenaria e un fatturato attuale a sei zeri, è un simbolo di tradizione e qualità nel settore dei liquori e distillati. Tuttavia, Morelli ha dimostrato anche una forte propensione all'innovazione, presentando un discorso che ha saputo coniugare il rispetto per il passato con una visione moderna e dinamica del futuro. Il successo di Morelli è anche un tributo al territorio in cui opera l'azienda. Il Liquorificio Morelli, infatti, è profondamente radicato nella sua comunità locale, contribuendo alla valorizzazione delle risorse e delle tradizioni del luogo. La sua vittoria è un esempio di come l'innovazione possa prosperare in un contesto di forte legame con il territorio e la tradizione.
Partecipa alla WIN Challenge: innovazione al femminile per un futuro inclusivo
Il Contamination Lab Pisa invita a partecipare alla WIN Challenge: Women, Innovation for Inclusive Solutions, una sfida regionale organizzata in collaborazione con Netval e Invitalia.
L’obiettivo della challenge è proporre un’idea innovativa che abbia queste finalità:
- integrare tecnologie innovative o modelli di business inclusivi per l’empowerment delle donne;
- promuovere l’inclusione sociale e la sostenibilità;
- promuovere soluzioni tecnologiche per la parità di genere;
- proporre soluzioni per migliorare l’accesso alle risorse e alla salute per le categorie vulnerabili;
- promuovere progetti che permettono l’accesso delle donne a nuove opportunità (es. STEM).
La WIN Challenge: Women, Innovation for Inclusive Solutions si articola in diverse sfide, tra cui una specifica per le Università della Toscana.
- Innovative Women for Change
Idee/progetti innovativi per un cambiamento sociale e inclusivo. Destinatarie/i: le/i studenti universitari di percorsi magistrali, dottorande/i e ricercatrici/tori e docenti di qualsiasi disciplina e afferenti a qualsiasi Università e Scuola a Ordinamento Speciale della Regione Toscana.
Un’altra sfida è riservata alle aziende spin off dell’Università di Pisa:
- Imprese di Valore
Destinatarie: aziende spin off dell’Università di Pisa che si caratterizzano per un forte impegno verso la sostenibilità, l’inclusività e la responsabilità sociale.
La scadenza per presentare la propria candidatura è il 5 aprile 2025.
La giuria valuterà le idee migliori pervenute, che saranno presentate in occasione del Roadshow Women, Innovation, and Networks for Inclusive Leadership in programma il 15 aprile a Pisa, organizzato da Contamination Lab in collaborazione con Netval e Invitalia.
Criteri di valutazione
Delle idee saranno considerate la valorizzazione dell’imprenditoria femminile attraverso soluzioni innovative e originali che migliorino l’accesso delle donne a risorse e opportunità, garantendo sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sarà, inoltre, tenuto in particolare considerazione anche l’impatto sociale, nella misura in cui sia misurabile e replicabile, con un modello di business chiaro e sostenibile a lungo termine.
Award
Alle idee/progetti/aziende finaliste potranno essere riservati premi e riconoscimenti, quali partecipazione a percorsi formativi nazionali ed internazionali, partecipazione a fiere e/o ad eventi nazionali ed internazionali e visiting aziendali.
Tutte le informazioni a questo nell pagina del Contamination Lab.
Si schiudono uova e… attività di Pasqua nei musei SMA
In occasione delle festività pasquali presso il Sistema Museale di Ateneo saranno organizzati una serie di laboratori e attività per famiglie.
Leggi il programma completo: https://www.sma.unipi.it/2025/03/pasqua/
Erosione costiera in Italia: sino a 10 metri in meno l’anno, a rischio il 66% dei delta fluviali
Due terzi dei principali fiumi italiani è attualmente a rischio erosione con arretramenti della costa che arrivano sino a 10 metri l’anno. Il quadro emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “Estuarine, Coastal and Shelf Science” e condotto dalla professoressa Monica Bini e dal dottor Marco Luppichini del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. La ricerca ha analizzato i cambiamenti delle coste sabbiose italiane negli ultimi 40 anni, dal 1984 al 2024, con particolare attenzione ai delta fluviali.
Utilizzando un software che analizza immagini satellitari, Bini e Luppicchini hanno ricostruito l’evoluzione della costa italiana. Il risultato è che il 66% dei 40 principali fiumi italiani è soggetto all’erosione costiera, percentuale che sale 100% se si escludono le aree protette da difese artificiali.
“Il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sull'evoluzione delle coste italiane – spiega Marco Luppichini – in particolare incidono la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento degli eventi meteorologici estremi che alterano il ciclo idrologico e la capacità dei corsi d’acqua di trasportare sedimenti fino alla costa. A questo si aggiungono l’innalzamento del livello del mare, che contribuisce alla scomparsa di tratti di litorale, e l’incremento della temperatura delle acque superficiali del Mediterraneo che intensifica tempeste e mareggiate, accelerando il processo erosivo e riducendo la resilienza delle spiagge”.
Secondo lo studio, le aree più a rischio erosione sono il delta del Po, il Serchio, l’Arno, e l’Ombrone in Toscana e il delta del Sinni in Basilicata, tutte zone caratterizzate da un forte arretramento della linea di costa e da una significativa perdita di sedimenti dovuta a fattori climatici e antropici.
Il delta del Po è una delle zone più vulnerabili a causa dell'innalzamento del livello del mare e della riduzione del trasporto sedimentario. Nonostante alcune aree mostrino avanzamenti della costa, molte parti registrano un progressivo arretramento, in particolare nei settori meno protetti da opere artificiali. In Toscana le foci dell’Arno e del Serchio sono soggette ad un arretramento costante di 2-3 metri l’anno mentre il delta dell’Ombrone registra una delle situazioni più critiche, con tassi di erosione fino a 5-6 metri l’anno. La ridotta disponibilità di sedimenti, dovuta a modifiche antropiche lungo il corso del fiume, e l'aumento delle mareggiate rende infatti questa zona particolarmente fragile, mettendo a rischio gli ecosistemi del Parco della Maremma e le attività economiche legate al turismo e all’agricoltura. Il delta del Sinni, in Basilicata, rappresenta infine uno dei casi più estremi, con un’erosione che supera i 10 metri l'anno, una delle più alte in Italia.
“E’ chiara l’urgenza di adottare strategie sostenibili per gestire le coste, mitigare gli effetti dell’erosione e proteggere le aree più fragili – conclude Luppichini – grazie al nostro studio abbiamo realizzato un database omogeneo per l’intero territorio nazionale così da aiutare una possibile pianificazione degli interventi a difesa delle zone più a rischio, come i delta fluviali, veri e propri “hotspot” della crisi climatica in corso”.
Erosione costiera in Italia: sino a 10 metri in meno l’anno, a rischio il 66% dei delta fluviali
Lo studio del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Estuarine, Coastal and Shelf Science
Due terzi dei principali fiumi italiani è attualmente a rischio erosione con arretramenti della costa che arrivano sino a 10 metri l’anno. Il quadro emerge da uno studio pubblicato sulla rivista “Estuarine, Coastal and Shelf Science” e condotto dalla professoressa Monica Bini e dal dottor Marco Luppichini del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. La ricerca ha analizzato i cambiamenti delle coste sabbiose italiane negli ultimi 40 anni, dal 1984 al 2024, con particolare attenzione ai delta fluviali.
Utilizzando un software che analizza immagini satellitari, Bini e Luppicchini hanno ricostruito l’evoluzione della costa italiana. Il risultato è che il 66% dei 40 principali fiumi italiani è soggetto all’erosione costiera, percentuale che sale 100% se si escludono le aree protette da difese artificiali.
“Il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sull'evoluzione delle coste italiane – spiega Marco Luppichini – in particolare incidono la diminuzione delle precipitazioni e l’aumento degli eventi meteorologici estremi che alterano il ciclo idrologico e la capacità dei corsi d’acqua di trasportare sedimenti fino alla costa. A questo si aggiungono l’innalzamento del livello del mare, che contribuisce alla scomparsa di tratti di litorale, e l’incremento della temperatura delle acque superficiali del Mediterraneo che intensifica tempeste e mareggiate, accelerando il processo erosivo e riducendo la resilienza delle spiagge”.
Secondo lo studio, le aree più a rischio erosione sono il delta del Po, il Serchio, l’Arno, e l’Ombrone in Toscana e il delta del Sinni in Basilicata, tutte zone caratterizzate da un forte arretramento della linea di costa e da una significativa perdita di sedimenti dovuta a fattori climatici e antropici.
Il delta del Po è una delle zone più vulnerabili a causa dell'innalzamento del livello del mare e della riduzione del trasporto sedimentario. Nonostante alcune aree mostrino avanzamenti della costa, molte parti registrano un progressivo arretramento, in particolare nei settori meno protetti da opere artificiali. In Toscana le foci dell’Arno e del Serchio sono soggette ad un arretramento costante di 2-3 metri l’anno mentre il delta dell’Ombrone registra una delle situazioni più critiche, con tassi di erosione fino a 5-6 metri l’anno. La ridotta disponibilità di sedimenti, dovuta a modifiche antropiche lungo il corso del fiume, e l'aumento delle mareggiate rende infatti questa zona particolarmente fragile, mettendo a rischio gli ecosistemi del Parco della Maremma e le attività economiche legate al turismo e all’agricoltura. Il delta del Sinni, in Basilicata, rappresenta infine uno dei casi più estremi, con un’erosione che supera i 10 metri l'anno, una delle più alte in Italia.
“E’ chiara l’urgenza di adottare strategie sostenibili per gestire le coste, mitigare gli effetti dell’erosione e proteggere le aree più fragili – conclude Luppichini – grazie al nostro studio abbiamo realizzato un database omogeneo per l’intero territorio nazionale così da aiutare una possibile pianificazione degli interventi a difesa delle zone più a rischio, come i delta fluviali, veri e propri “hotspot” della crisi climatica in corso”.
Link articolo scientifico:
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0272771425000447
"Stile liquido" al Teatro Nuovo
Venerdì 28 e, in replica, sabato 29 marzo, alle ore 21.00, al Teatro Nuovo andrà in scena lo spettacolo dal titolo "Stile liquido", una produzione La Ribalta Teatro di Pisa con il sostegno di Teatrino dei Fondi, Officine Papage e Straligut Teatro.
Di e con Alberto Ierardi, Margherita Galli, Luca Oldani e Giorgio Vierda.
Dopo “Il Settimo Continente” e “Il Pelo nell’Uovo”, (già ospiti delle rassegne di Teatro Contemporaneo del Teatro Nuovo nel 2019 e nel 2023), "Stile liquido" è l’ultimo spettacolo della trilogia, scritta e interpretata da La Ribalta Teatro, che si interroga sul rapporto tra essere umano e ambiente.
La scena si apre con quattro persone che si svegliano una mattina feriale e gli manca l’acqua in casa. Cominciano ad indagare sul perché di questo disservizio, dal contatore alle bollette. Poiché il problema persiste, si arriva a chiamare l’idraulico il quale, attraverso degli audio, alla fine dichiara che c’è un razionamento perché l’acqua è finita. Da qui la domanda: “È finita in che senso?”.
La sveglia riparte e gli attori ripetono la stessa scena una serie di volte, ponendo in conclusione una domanda sempre diversa. Ogni ripetizione è intervallata da un servizio televisivo che affronta molte delle tematiche legate alla questione idrica: il cittadino, l'agricoltura, la politica, l'astrologia fino ad arrivare al Titanic, come se tutto fosse collegato.
L'atmosfera è comico al fine di veicolare una riflessione senza moralismi sulla crisi climatica che, nella percezione comune, non tocca profondamente né la politica, né il singolo soggetto. L'approccio di scrittura muove da fonti scientifiche, contaminate da inserti pop (video virali, riferimenti pubblicitari, aforismi ecc.). Alla conclusione di un delirio circense, metafora del nostro sistema di comunicazione e di approccio alla delicata materia, si vuole aprire lo sguardo su una nuova possibile mentalità: l'idrofilia.
"Stile Liquido" fa parte della stagione teatrale 2024/2025 del Teatro Nuovo-Binario Vivo APS sostenuta da Fondazione Pisa, Soci Coop e Unicoop Firenze.
Il costo del biglietto ridotto per studenti, docenti e dipendenti dell'Università è di 10 euro.
Botteghino del teatro (piazza della Stazione, 16, Pisa) aperto martedì e giovedì dalle 16.00 alle 19.00 e a partire da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli.
Prevendite online: https://www.ciaotickets.com/it/location/teatro-nuovo-pisa
Per partecipare agli spettacoli del Teatro Nuovo è richiesta la tessera associativa annuale di Binario Vivo (costo 3 euro).
Tesseramento online: https://www.cloud32.it/GES/pub/iscrisocio/232333/01
Contatti: 392.3233535; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Late Neolithic campsite discovered in the Al-Hajar Mountains of Oman
As part of an excavation campaign launched in 2024 in the area of Hayy Al-Sarh, near the city of Rustaq in Oman, the remains of a Neolithic campsite dating back to 3600–3400 BCE have been uncovered. The discovery was made within the framework of the international project PrehistOman, directed by Niccolò Mazzucco of the University of Pisa, in co-direction with Khaled Douglas and Nasser Al-Jahwari of Sultan Qaboos University. The project is carried out with the approval of the Ministry of Heritage and Tourism of Oman and under the patronage of the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation.
The mission aims to investigate prehistoric occupation in Oman’s inland regions, which remain largely unexplored to this day. Most of the archaeological evidence relating to hunter-gatherer-fisher populations originates from excavations along the coast, particularly in the area of present-day Muscat and the Ja’lān region.
At the Hayy Al-Sarh site, an excavation area of approximately 60 square metres was opened, revealing an archaeological layer containing the remains of a Late Neolithic campsite. Of particular significance is the discovery of a dwelling structure, a pseudo-circular hut, likely constructed using a wooden framework, of which postholes remain, and originally covered with branches. This type of structure closely resembles examples found along the coast in the Ras Al Hamra area. Surrounding the hut, several hearths and combustion areas have been identified, along with a zone dedicated to flintknapping and lithic production, where distinctive bifacially retouched arrowheads were found.
“The discovery of an archaeological structure within a stratified context is extremely rare in Oman,” comments Professor Mazzucco. “Most prehistoric evidence in the region has been documented on the surface, often consisting of poorly preserved architectural traces and scattered artefacts. The excellent preservation of the stratigraphy at this site has allowed for the collection of a greater number of samples for bioarchaeological and palaeoenvironmental analyses, and for radiocarbon dating, which places the structure between 3600 and 3400 BCE.”
Preliminary pollen and geomorphological studies suggest that the campsite was located near a seasonally wet area. Based on the raw materials recovered and worked on site, as well as the presence of shell ornaments, it appears that the community occupying Hayy Al-Sarh moved across a vast territory—from the coast to the Al Hajar mountain range, and as far inland as the area around modern-day Bisya, covering straight-line distances of over 150 kilometres.
Future research will focus on completing the excavation of the campsite and identifying new anthropogenic structures within the site, which appears to be extensive and largely unexplored.