Five students from the University of Pisa travelled to Brussels for the Circle U. MUN
Agata, Susanna and Anna: the new Circle U. ambassadors of the University of Pisa
Seven UNIPI students in Belgium for the final event of the "Sustainable Changemakers Programme"
The Intersection of Health and Labour: The HELA Project’s Outcome
A delegation from Aarhus University visiting Pisa
Reinforcing vision and integrating perspectives at the Academic Chair Retreat
AlgoNomy: ripensare il rapporto medico-paziente ai tempi dell’AI
Soluzioni innovative per la diagnosi e il trattamento delle ferite croniche
Una collaborazione tra la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, INAIL, Auxilium Vitae e Università di Pisa potrebbe cambiare in modo radicale la diagnosi, la gestione e la terapia delle ferite croniche. Si tratta del progetto di ricerca WOUND, che punta a sviluppare nuove tecnologie per accelerare la guarigione delle ferite croniche, un problema che affligge un elevato numero di persone e che comporta costi notevoli a carico del sistema sanitario (un miliardo di euro all’anno, solo in Italia). Il progetto è supportato tecnicamente da Inail e vede coinvolti Emanuele Gruppioni, Direttore Area ricerca del Centro Protesi, e Elisa Taglione, Direttore sanitario del Centro di riabilitazione motoria di Volterra.
“Grazie ai risultati promettenti ottenuti fino a questo momento, e alla collaborazione con centri clinici di prim’ordine, abbiamo la possibilità di essere i primi al mondo a proporre sistemi diagnostici quantitativi e nuove tecnologie terapeutiche che abbiano un impatto davvero importante sui pazienti affetti da ferite croniche. Grazie a una proficua collaborazione tra bioingegneri e clinici, confidiamo di ottenere risultati di livello internazionale e di grande impatto sulla salute di tante persone” dichiarano Leonardo Ricotti e Andrea Cafarelli, rispettivamente docente e ricercatore del Regenerative Technologies Lab della Scuola Superiore Sant’Anna, a capo del progetto WOUND.
Le ferite croniche: che cosa sono e quante persone colpiscono
Le ferite croniche rappresentano una sfida crescente per la salute pubblica. Le più comuni sono le ulcere da pressione, le ulcere venose, le ulcere diabetiche e le ferite post-chirurgiche complicate. Si stima che in Europa oltre 2 milioni di persone convivano con una ferita cronica, un numero destinato ad aumentare con l'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle patologie croniche come il diabete. L'impatto sul sistema sanitario è significativo: queste ferite richiedono cure continue, aumentano il rischio di infezioni gravi e allungano i tempi di degenza ospedaliera, generando costi elevati e riducendo la qualità della vita dei pazienti.
Il prossimo obiettivo: la traslazione clinica delle nuove tecnologie
Il meeting tecnico, che si è svolto presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna, è stato l’occasione per tracciare i prossimi obiettivo del progetto. Nell’ultimo anno e mezzo infatti, il Regenerative Technologies Lab dell’Istituto di BioRobotica ha sviluppato e testato in laboratorio, con successo, alcune tecnologie quali sistemi di stimolazione ultrasonica ed elettromagnetica, patch intelligenti per terapie innovative, e sistemi di elaborazione dati utilizzabili per una diagnostica avanzata e quantitativa. Nei prossimi mesi, si punterà alla traslazione clinica di alcune di queste tecnologie, grazie al personale del Centro di Riabilitazione Motoria INAIL di Volterra, di Auxilium Vitae Volterra e dell’Unità di Dermatologia dell’Università di Pisa.
“WOUND è un progetto articolato e sfidante, caratterizzato da un approccio fortemente interdisciplinare, che vuole rendere la cura delle ferite difficili più mirata e personalizzata, quindi più efficace; grazie al lavoro di ricerca sul processo di guarigione delle ferite ci attendiamo di poter sviluppare strumenti diagnostici e terapeutici innovativi e trasferibili nella pratica clinica” dichiara Elisa Taglione, direttore sanitario del Centro di Riabilitazione Motoria Inail di Volterra.
“Siamo felici di partecipare a questo progetto, che richiede l'attività congiunta di più ricercatori e operatori sanitari, per risolvere una delle problematiche che più affligge ed inficia il recupero e il trattamento riabilitativo di degenti complessi, con lesioni da pressione” dichiara Loredana Voci, Direttrice Struttura Complessa Area Neurologica Auxilum Vitae Volterra.
“Il progetto di ricerca WOUND integra competenze cliniche e laboratoristiche che porteranno interessanti contributi per la gestione delle ferite di difficile guarigione. Il dermatologo è in prima fila nell’affrontare la complessa gestione assistenziale dei pazienti con lesioni cutanee e siamo quindi ansiosi di offrire la nostra esperienza nel settore per il raggiungimento di risultati innovativi” afferma Marco Romanelli, professore ordinario di Dermatologia presso l’Università di Pisa e direttore della clinica dermatologica della Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
Il gruppo di ricerca coinvolto nel progetto
Il progetto WOUND include professionalità provenienti da contesti medici e di ricerca scientifica: per la Scuola Superiore Sant’Anna sono coinvolti Leonardo Ricotti, Andrea Cafarelli, Bianca Cioni, Giorgia Romano, Francesco Iacoponi, Angela Sorriento, Francesco Nocilla, Carlotta Pucci, Erika Roventini, Sofia Sirolli, Mattia Biagi, e Alessandra Coviello; per il Centro di Riabilitazione Motoria INAIL di Volterra partecipano al progetto Elisa Taglione, Daniele Onnis, Ilaria Creatini, Silvia Bianchi, Antonio Miceli, Monica Baldi e Ilaria Cabizzosu. Per Auxilium Vitae Loredana Voci, Aurora Grandoli e Samuele Bigazzi. Per l’Unità di Dermatologia dell’Università di Pisa Marco Romanelli e Alessandra Michelucci.
(Fonte: Ufficio Stampa Scuola Superiore Sant'Anna).
AlgoNomy: ripensare il rapporto medico-paziente ai tempi dell’AI
Si chiama AlgoNomy ed è un progetto che guarda al futuro della medicina attraverso l’obiettivo dell’intelligenza artificiale. Coordinato dall’Università di Pisa e nato dalla collaborazione tra diversi atenei europei riuniti nell’Alleanza Circle U., AlgoNomy mette in rete competenze, idee e strumenti per capire come le tecnologie intelligenti possano trasformare il modo in cui ci prendiamo cura della salute. Il progetto si propone di affrontare una delle sfide più urgenti della sanità del futuro: il cosiddetto paternalismo digitale, una nuova forma di paternalismo prodotto dall’implementazione dell’Intelligenza artificiale, in cui decisioni cliniche cruciali vengono sempre più influenzate dagli algoritmi, riducendo lo spazio di dialogo e co-decisione tra medico e paziente. Coordinato da Nicolò Amore, ricercatore di Diritto penale presso l’Università di Pisa, AlgoNomy riunisce un team interdisciplinare di esperti ed esperte in diritto, medicina e informatica di Università di Vienna, King's College London, Humboldt-Universität zu Berlin, Université Paris Cité, University of Belgrade, che hanno ricevuto un finanziamento da Circle U. attraverso il Seed Funding Scheme 2024 e di cui è da poco uscita la call 2025.
“Con l’adozione crescente di dispositivi medici basati su IA, la medicina risulta sempre più guidata dai dati – spiega Nicolò Amore – Si tratta certamente di un processo da incoraggiare, vista le opportunità che apre; tuttavia, questa trasformazione comporta anche dei rischi da gestire, e in particolare quello di ridurre il ruolo attivo di pazienti e medici, mettendo in discussione la natura stessa dell’assistenza sanitaria come relazione umana e condivisa. In effetti, almeno per come attualmente concepiti, i sistemi IA che assistono le scelte terapeutiche operano spesso attraverso processi opachi, per altro basandosi esclusivamente su dati clinici quantitativi e offrendo scarse possibilità di dialogo e personalizzazione”.
Questi limiti richiedono un ripensamento profondo della progettazione e dell’integrazione dei sistemi di IA nella pratica clinica. L’approccio interdisciplinare proposto da AlgoNomy punta a restituire ai protagonisti del percorso terapeutico — pazienti e medici — un controllo reale e consapevole sui processi decisionali, preservando così l’agency umana anche in un contesto tecnologicamente avanzato.
Il team di ricerca analizzerà l’impatto dell’AI sull’autonomia dei pazienti e dei professionisti sanitari, con una particolare attenzione alle implicazioni giuridiche e alla distribuzione della responsabilità nei processi decisionali clinici: “AlgoNomy intende indagare come molte attuali applicazioni di intelligenza artificiale in ambito sanitario tendano a escludere le preferenze individuali dei pazienti e a limitare la capacità dei medici di influenzare e comprendere appieno gli esiti terapeutici – continua Nicolò Amore – L’obiettivo è sviluppare strategie concrete per contrastare tali rischi, promuovendo un utilizzo dell’IA che sia rispettoso dei diritti fondamentali e del principio di autonomia — cardine dell’etica medica contemporanea”. Il progetto rappresenta un passo significativo verso un modello di sanità digitale che coniughi innovazione, responsabilità e rispetto dell’autonomia individuale.
Algonomy al Festival della Robotica 2025
Domenica 11 maggio, il progetto sarà presentato nell’ambito della Algonomy Conference in programma presso gli Arsenali Repubblicani a partire dalle ore 9.00.
Premi SIF - Società di Fisica Italiana 2025
E' prorogato al 20 maggio 2025 il termine ultimo per la presentazione delle domande di partecipazione ai Premi SIF (Società di Fisica Italiana) 2025.
Informazioni e moduli ail link: https://www.sif.it/premi