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“Il mio gatto non risponde a nessun nome, anche se li capisce tutti”, afferma Wladimir Kaminer, uno dei protagonisti dell’odierna scena letteraria e culturale tedesca. Il 9 aprile il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università Pisa l’ha ospitato in occasione di un ciclo di incontri con autori del mondo ebraico, organizzato da Serena Grazzini, docente di letteratura tedesca, all’interno di un progetto nazionale promosso da RE.T.E. (Rete Toscana Ebraica).
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Kaminer tra gli studenti che l’hanno intervistato, da sinistra S. Cianciotto, F. Di Pilla, F. Bassani e G. Tizian.

Non solo autore ebraico, ma sovietico immigrato a Berlino, DJ, blogger, giornalista e chi più ne ha più ne metta: a differenza del gatto, lui risponde a tutte le etichette, che sono solo pretesti per instaurare il dialogo con i suoi lettori. Infatti Kaminer, presentato a Pisa dalla professoressa Giovanna Cermelli, viaggia in tutta la Germania, e non solo, per partecipare a eventi, interviste, e serate musicali sulle note del genere "Russendisko".

Il pubblico rimane affascinato dallo stile semplice, spigliato e ironico con cui riesce ad affrontare anche temi spinosi quali politica e immigrazione: “spostandosi”, afferma, “le persone sollevano così tanta polvere da non riuscire più a vedersi”. Perciò i racconti di Kaminer raccolgono esperienze autobiografiche e aneddoti divertenti ambientati nel microcosmo multikulti berlinese, che rimarrebbero altrimenti nascosti. La letteratura però non ha un compito, è “il prodotto finale dell’attività umana, quello che rimane quando tutto il resto scompare”.

Fabio Bassani, Serena Cianciotto, Felicia Di Pilla, Greta Tizian
Studenti del corso di lettorato di tedesco per la laurea magistrale, coordinati da Birgit Schneider

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Wladimir Kaminer, foto di Danny Frede.

Con il progetto 'LIFETimeS' la professoressa Benedetta Mennucci del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, ha ricevuto un finanziamento di 2,4 milioni di euro dal Consiglio europeo della ricerca (ERC). La docente dell’Ateneo è risultata tra gli 11 ricercatori italiani che si sono aggiudicati il prestigioso ERC Advanced Grant, assegnato in tutta Europa a un totale di 269 progetti, ed è l’unico in Italia nel settore della Chimica.

LIFETimes, acronimo di “Light-Induced Function:
from Excitation to Signal through Time and Space”, avrà una durata di 5 anni e avrà l’obiettivo di sviluppare nuove metodologie computazionali per simulare la funzione biologica svolta dalle proteine fotoresponsive in piante e batteri. L’idea che sta alla base del progetto è partire da un processo all'apparenza semplice, come l'assorbimento della luce per arrivare ai meccanismi biologici complessi che questo attiva, fondamentali per la vita degli organismi.

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La professoressa Mennucci, insieme al suo team, proverà a simulare al computer tali processi fotoindotti: «I meccanismi molecolari utilizzati per percepire, usare e rispondere alla luce sono diversi, ma più comunemente l'evento iniziale è un'eccitazione elettronica localizzata su una o poche molecole interagenti contenute all’interno di una proteina – spiega la professoressa - L’energia coinvolta in questo processo molecolare iniziale rapidamente genera altre trasformazioni all’interno del sistema che infine portano alla funzione biologica. Simulare al computer questa cascata di processi, un “effetto domino” sia di tipo temporale che spaziale, è esattamente lo scopo del progetto. Tale obiettivo potrà essere raggiunto sviluppando una nuova strategia basata sull'integrazione di metodi molto accurati basati sulla chimica quantistica con modelli con minore dettaglio atomistico che però possono essere estesi a trattare la dinamica lenta dell’intera proteina e del suo ambiente. La completezza e l’accuratezza di queste simulazioni rappresenteranno una svolta nella comprensione dei meccanismi molecolari che regolano le funzioni biologiche fotoattivate e ci aiuteranno a imparare a modificarle in modo non invasivo utilizzando la luce e quindi potendo ottenere una risoluzione spazio-temporale senza precedenti».

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La professoressa Benedetta Mennucci.

The Kick Off Meeting of DHIP (“Development of Higher Education Institutions' Internationalization Policies”), an international project co-funded by the Erasmus + Program, under its Key Action 2, Capacity Building in the Field of Higher Education, took place on 11-12-13 April in Mendoza. The University of Pisa as central coordinator organizes and monitors the activities to be carried out in the project, in view of the objective of developing, integrating and improving the internationalization capacities and practices of the South American Higher Education Institutions participating in the project (from Argentina, Colombia and Paraguay). In particular, DHIP aims to develop and integrate the internationalization capacities of its Latin American partners through the design and implementation of individual "Internationalization Enhancement Plans” (IEPs) as tools to improve the potential for global interaction of each institution. The IEPs are based on the personalized use of the tools and examples of good practice developed worldwide in recent years, in order to address the challenges of globalized higher education.

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The DHIP Consortium comprises 12 Universities and 2 Foundations as well as the Tuscany Region as associated partner. The European partners, in addition to the University of Pisa, are the Universities of Sassari, Porto (Portugal) and Deusto (Bilbao - Spain). Argentina, Colombia and Paraguay are the three Latin American countries involved in the project: they are represented by the Universidad Nacional de Cuyo (which hosted the Kick-off meeting in Mendoza), the Universidad Nacional de Quilmes and the Universidad Nacional de Lanús (Argentina); the Universidad del Cono sur de las Américas, the Universidad Autónoma de Asunción and the Universidad Iberoamericana (Paraguay); the Universidad Pedagócica Nacional, the Universidad de Santander and the Fundación Universitaria Empresarial di Bogotà (Colombia). The Fundación Eurosur has a key role in facilitating the connection between the two geographical areas: based in Italy and in Argentina, the Foundation promotes cultural, scientific and economic cooperation between Europe and Latin America.

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The UNIPI Vice-Rector for Internationalization Prof. Francesco Marcelloni and Dr. Laura Nelli, responsible for of the International Promotion Unit, coordinated the Mendoza event, where the partners developed and agreed on how to implement their new internationalization strategies, using such tools as the Erasmus Charter for higher education principles (ECHE) with regard to mobility, and the CLAR (Latin American Credit Reference System) to measure student workload. In particular, the Meeting was organized around three days of work focused on four priority themes: International Mobility; Student-centered learning; Internationalization of research and the third mission; Organization of internationalization offices and academic services.

isaacs argentinaAt the beginning of March, a preliminary meeting was held in Buenos Aires for the Latin American partners, who -- coming into contact for the first time with the Erasmus + Program -- felt the need to understand the rules for managing and implementing the various project activities. The University of Pisa was represented by Prof. Ann Katherine Isaacs, one of the leading national and international experts in the field of the modernization of higher education, thanks to her decades of experience in ECTS, Tuning and the EHEA; and by Dr. Tommaso Salamone, Head of the International Programs Unit who has the task of managing DHIP project. The UNIPI representatives, assisted by EUROSUR and by Dr. Pablo Beneitone of the University of Deusto, Director of the International Tuning Academy, presented the Erasmus + Program and the specific activities that the project intends to carry out. On the second day of the meeting the principles of administrative management and reporting of the activities were explained and discussed.

«The European institutions involved in the project have a long experience in internationalization policies and practices, as they have been important actors in creating the key tools used today by Erasmus + - comments Ann Katherine Isaacs - The DHIP Consortium, including both young and old institutions, some very active and experienced, others interested in expanding their activities, will allow both the European and the Latin American institutions to adopt innovative approaches to internationalization”.

Si è svolto a Mendoza il kick off meeting del progetto internazionale DHIP, Development of Higher Education Institutions’ Internationalization Policies, finanziato nell’ambito del Programma Erasmus+, Azione Chiave 2 Capacity Building. All’interno di DHIP l’Università di Pisa ha il ruolo di coordinamento e monitoraggio delle attività da realizzare in vista dell’obiettivo di sviluppare, cioè integrare e migliorare il settore dell’internazionalizzazione negli istituti di istruzione superiore dei paesi sudamericani che partecipano al progetto (Argentina, Colombia e Paraguay). In particolare, DHIP si propone di sviluppare e integrare la dimensione di internazionalizzazione degli istituti superiori dell’America meridionale attraverso la progettazione e l'attuazione di "Internationalization Enhancement Plans - IEPs" come strumento per potenziare il potenziale di interazione globale di ogni istituzione (che nasceranno a seguito delle “mentoring and twinning activities” portate avanti da partner europei e latinoamericani).

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A Mendoza, ha partecipato tutto il Consorzio, composto da 12 università e 2 fondazioni (anche la Regione Toscana è tra i partner associati al progetto). Come partner europei, oltre all’Università di Pisa, erano presenti rappresentanti dell’Università di Sassari, di Porto (Portogallo) e di Deusto (Bilbao, Spagna). Per quanto riguarda l’America Latina, Argentina, Colombia e Paraguay sono tre i paesi coinvolti nel progetto, rappresentati da Fundacion Eurosur (istituzione argentina che promuove la cooperazione culturale, scientifica ed economica tra Europa e America Latina, e avrà nel progetto il ruolo di raccordo fra le due aree geografiche), la Universidad nacional de Cuyo, la Universidad nacional de Quilmes e la Universidad nacional de Lanus (Argentina); la Universidad del Cono sur de las Americas, la Universidad autonoma de Asuncion e la Universidad Iberoamericana (Paraguay); la Universidad Pedagocica Nacional, la Universidad de Santander e la Fundacion universitaria empresarial Bogotà (Colombia).

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Il professor Francesco Marcelloni, prorettore alla cooperazione e relazioni internazionali, e Laura Nelli, responsabile dell'Unità promozione internazionale dell’Università di Pisa, hanno coordinato l’evento dal quale sono emerse le prime linee di progettualità volte a sviluppare o implementare le strategie di internazionalizzazione, fra cui l’adesione ai principi della Carta Erasmus per l’istruzione superiore (ECHE) per quanto riguarda la mobilità. In particolare, il meeting è stato organizzato in tre giornate di lavoro focalizzate su quattro tematiche prioritarie: mobilità internazionale; apprendimento centrato sullo studente; internazionalizzazione della ricerca e terza missione; organizzazione di uffici e servizi accademici dedicati all’internazionalizzazione.

isaacs argentinaNel marzo scorso si era già svolto a Buenos Aires un incontro preliminare che aveva coinvolto solamente i partner latino-americani che, trovandosi per la prima volta a confronto delle logiche di funzionamento del Programma europeo Erasmus+, sentivano l’esigenza di confrontarsi sulle modalità di gestione e implementazione delle varie attività progettuali. Per l’Università di Pisa erano presenti la professoressa Ann Katherine Isaacs - una delle massime esperte nazionali e internazionali nell’ambito dell’attività progettuale, vista la sua decennale esperienza relativamente alla progettazione europea, alla Carta Erasmus e ai percorsi Tuning - e Tommaso Salamone, responsabile dell’unità che ha il compito della gestione manageriale del progetto stesso.

I rappresentanti di Unipi, coadiuvati dai colleghi di Eurosur e da Pablo Beneitone dell’Università di Deusto, hanno così introdotto il Programma Erasmus + e le attività specifiche che il progetto intende realizzare. Nella seconda giornata di riunione sono stati invece verificati e discussi i principi di gestione amministrativa e di rendiconto delle attività. «Le istituzioni europee coinvolte nel progetto hanno una lunga esperienza nelle politiche e nelle pratiche di internazionalizzazione, poiché sono stati attori importanti nella creazione degli strumenti chiave utilizzati oggi dall’Erasmus+ – commenta Ann Katherine Isaacs – Il Consorzio DHIP, comprendendo sia istituzioni giovani che vecchie, alcune molto attive ed esperte, altre interessate a espandere le loro azioni, farà interagire gli istituti di istruzione superiore nel mondo alla ricerca di strumenti nuovi e innovativi».

L'Ateneo di Pisa, unico in Italia e tra i primissimi in Europa, diventa partner della Stanford University, l'istituzione con sede a Palo Alto in California che è ai vertici mondiali nel campo della ricerca e che attualmente vanta ben 19 Premi Nobel tra i suoi membri. Grazie a un'intesa bilaterale, infatti, l'Università di Pisa ha aderito alla rete internazionale "SPARK Global", che riunisce prestigiosi centri di ricerca traslazionale nei settori medico-farmaceutici. La collaborazione è stata presentata martedì 10 aprile, a Palazzo alla Giornata, dal rettore Paolo Mancarella, dalla professoressa Daria Mochly Rosen dell’Università di Stanford, presidente della rete globale "SPARK" e ideatrice dell’iniziativa, e dal professor Corrado Priami, docente di Informatica e referente dell'iniziativa per l'Ateneo pisano.

Nel pomeriggio la professoressa Daria Mochly Rosen ha tenuto un seminario al dipartimento di Informatica dal titolo "From Bench to Bedside, how to translate academic research into drug development".

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Obiettivo primario dell'accordo tra l'Università di Pisa e quella di Stanford è quello di promuovere reciproche collaborazioni di ricerca e formazione multidisciplinari e internazionali, individuando supporti e finanziamenti per sviluppare progetti congiunti sia negli Stati Uniti che in Italia. In particolare, si punta a promuovere la ricerca traslazione e l’innovazione per lo sviluppo di farmaci e metodologie diagnostiche per la medicina personalizzata, anche attraverso l’organizzazione di simposi e workshop formativi. Il nodo pisano del progetto "SPARK Global" sarà inizialmente attivato presso il Dipartimento di Informatica, che metterà a disposizione le sue competenze computazionali per potenziare questi aspetti, attualmente carenti, nella rete internazionale.

"SPARK Global", a cui aderiscono 54 centri accademici all’avanguardia nel mondo quali quelli di Stanford, Tokyo, Israele e Finlandia, è un'iniziativa no profit nata per migliorare la salute umana facendo incontrare esperti accademici e leader industriali, al fine di generare un percorso efficiente ed efficace capace di valorizzare e rendere concreti i risultati della ricerca.

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“La collaborazione con la prestigiosa Università di Stanford – ha detto il rettore Paolo Mancarella – si aggiunge a quella già esistente da alcuni anni con il MIT di Boston per la realizzazione di progetti di ricerca comuni. L’Ateneo di Pisa è, in particolare nel settore computazionale, un riconosciuto centro di avanguardia internazionale e quindi la rete ‘SPARK Global' beneficerà di un supporto informatico adeguato per lo sviluppo delle ricerche in campo farmaceutico e bio-medico. Mi auguro che questo accordo possa servire per avvicinare le due Università anche mediante lo scambio di studenti di dottorato impegnati nei progetti oggetto dell’accordo. Essere, unica realtà italiana, nel novero di questi prestigiosissimi atenei e centri di ricerca è motivo di orgoglio e, al contempo, riconoscimento della qualità del nostro lavoro. Mi piace pensare che il lavoro di squadra divida i compiti e moltiplichi le possibilità di successo. Un’idea che ben si adatta agli scopi di questa rete e a cui, sono certo, i nostri scienziati sapranno dare un contributo decisivo”.

Il professor Corrado Priami ha ricordato che “l’accordo appena stipulato è certamente un’opportunità per valorizzare il trasferimento tecnologico delle ricerche più avanzate in campo bio-medico e farmacologico portate avanti dall’Ateneo e per far comprendere come il supporto computazionale in questi settori sia ormai una risorsa imprescindibile. 'SPARK Global' servirà anche a diffondere maggiormente le pratiche computazionali all’interno dell’Ateneo e a creare una cultura dell’informatica applicata ad altre discipline di cui beneficerà la nostra comunità della ricerca nel suo complesso”.

"La forza dell’università di Pisa - ha concluso infine la professoressa Daria Mochly Rosen - sta in una Scuola di Medicina e di Farmacia di eccellenza combinata con delle abilità uniche in computer science e nell’analisi dei Big Data. Con il metodo SPARK, sono fiduciosa che queste capacità si potranno tradurre in importanti innovazioni e nuovi benefici per i trattamenti dei pazienti. Non vedo l’ora di seguire i progressi di SPARK Pisa all’interno della comunità di SPARK Global".

Un tumore osseo di mille anni fa, il più antico nel suo genere mai rinvenuto, è stato scoperto dall’équipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa coordinata dalla professoressa Valentina Giuffra. Si tratta di un osteoblastoma che ricercatori hanno diagnosticato nel seno frontale del cranio in uno scheletro datato al X-XII secolo e portato alla luce durante gli scavi archeologici condotti nel 2004 presso il grande cimitero medievale della pieve di Pava (Siena).

 

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Sezione istologica dell’osteoblastoma (Blu di Toluidina, 100x)

 

La scoperta, appena pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “The Lancet Oncology”, getta nuova luce sull’antichità dei tumori ossei e pone le basi per nuove ricerche nel campo della paleoncologia.
L’individuo, un giovane maschio di 25-35 anni, presentava in corrispondenza dell’osso frontale una rottura post mortale che ha permesso di osservare la presenza di una piccola neoformazione ovalare all’interno del seno frontale destro del cranio. Grazie all’ausilio di moderne tecniche radiologiche ed istologiche, gli studiosi sono riusciti a chiarire che la natura patologica della lesione era proprio un osteoblastoma.

 

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Particolate della lesione ovalare nel seno frontale destro


“L’osteoblastoma è un raro tumore benigno dell'osso che rappresenta attualmente circa il 3,5% di tutti i tumori primitivi benigni dell'osso e l'1% di tutte le neoplasie ossee - afferma il professore Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e coautore della pubblicazione – di solito colpisce prevalentemente i giovani adulti, prediligendo la colonna vertebrale e le ossa lunghe, la localizzazione nel cranio e nei seni paranasali è invece estremamente inconsueta e pochissimi sono i casi noti nella letteratura clinica moderna”.

“E’ stato estremamente sorprendente essere riusciti a trovare testimonianza di questa condizione addirittura nei resti scheletri umani. Ad oggi infatti, il caso medievale di Pava risulta essere la prima attestazione paleopatologica di osteoblastoma del seno frontale, confermando l'esistenza di questo raro tumore osseo benigno a quasi 1000 anni fa” conclude la dottoressa Giulia Riccomi, dottoranda dell’Ateneo pisano e primo autore della pubblicazione.

 

È stato inaugurato venerdì 6 aprile il Punto informativo della segreteria studenti dell’Università di Pisa a Viareggio. Presenti al taglio del nastro l’assessore con delega alle Politiche educative Sandra Mei, l’assessore con delega alle Politiche giovanili Federico Pierucci, e il prorettore dell’Università di Pisa Marco Gesi. L’ufficio, che si trova nel palazzo delle Muse, condividerà gli spazi con l’InformaGiovani, un servizio che mancava in città e che finalmente arriva anche a Viareggio. Sarà possibile avere notizie sui corsi e sui servizi dell’Ateneo pisano iscriversi ai concorsi e ai test di valutazione e registrarsi ai fini dell'immatricolazione.

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A celebrazione dell’evento, la Notte delle Muse, iniziata alle 17 e andata avanti fino alla mezzanotte: i ragazzi delle scuole superiori del territorio si sono cimentati in concerti, rappresentazioni teatrali, incontri, e poi ancora conferenze, esibizioni sportive fino alle indicazioni culinarie di cosa è meglio mangiare prima degli esami. Un’iniziativa promossa e organizzata dall’Amministrazione comunale di Viareggio, con la collaborazione degli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado (nel dettaglio il Liceo Scientifico Barsanti e Matteucci, l’Istituto Scolastico Superiore Galilei-Artiglio, l’Istituto Scolastico Superiore Guglielmo Marconi, l’Istituto Scolastico Superiore Carlo Piaggia, il Liceo Classico e Linguistico Giosuè Carducci), con il supporto di iCare e della Fondazione Festival Pucciniano.

Ogni anno sono circa 275 gli immatricolati residenti a Viareggio e tra 70 e 80 coloro che frequentano il primo anno dei corsi magistrali. Complessivamente, gli iscritti all'Università di Pisa sono quasi 1.400, con una tendenza negli ultimi anni alla crescita. A Pisa si sono laureati 187 studenti nell'anno 2016 e 177 nel 2017. A questi numeri vanno infine aggiunti i circa 30/40 allievi che attualmente seguono i corsi di dottorato, le scuole di specializzazione o i master dell'Ateneo.

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"L'apertura del nuovo punto informativo per la Versilia dell'Universita di Pisa a palazzo delle Muse rappresenta un’occasione importante per fornire ai tanti ragazzi e ragazze del territorio un servizio comodo e all'avanguardia", ha commentato l’assessore Federico Pierucci. "Sarà possibile trovare assistenza per il disbrigo delle pratiche universitarie più comuni e ricevere informazioni mirate sia per gli studenti delle scuole superiori che per i semplici cittadini – ha concluso l’assessore - Parte una nuova stagione di rilancio delle politiche giovanili nel Comune di Viareggio e questa importante collaborazione con l’Università, che ringrazio, porterà la città al centro della Versilia per quanto riguarda le attività del percorso di istruzione post diploma".

"Un rapporto solido e duraturo nel tempo quello fra l’Ateneo Pisano e il Comune di Viareggio – ha commentato il prorettore Marco Gesi -, come testimoniato anche dalle tante iniziative che si svolgono in questo territorio con il supporto dell'Università di Pisa. Da qui l'esigenza di mettere a disposizione degli studenti viareggini e delle loro famiglie un punto informativo, dove avere notizie sui corsi e sui servizi dell'Università di Pisa e dove poter utilizzare personal computer - con la relativa guida di un operatore appositamente formato - per iscriversi ai concorsi e ai test di valutazione e per registrarsi ai fini dell'immatricolazione. Di fatto, una sede in grado di seguire molti dei servizi propri della segreteria studenti di Pisa, oltre che un modo per valorizzare il Palazzo delle Muse, per renderlo sempre più un luogo di cultura aperto a tutti i cittadini e soprattutto ai giovani, come sta a dimostrare il ricco e ben congegnato programma che seguirà la vera e propria inaugurazione di questa sede". Il prorettore ha poi tenuto a specificare che con l’apertura del Punto informativo di Viareggio salgono a dieci le sedi distaccate che l'Università di Pisa ha creato, in collaborazione con i Comuni e gli enti locali, per agevolare i percorsi amministrativi degli studenti che provengono dal nostro tradizionale bacino di utenza: le altre si trovano a Carrara, Cecina, due a Livorno, Lucca, Massa, Pontedera, Rosignano e Sarzana.

"Ospitare in questa sede il punto informativo dell’Università è importantissimo – ha detto l’assessore Sandra Mei - Il palazzo delle Muse è uno dei simboli di Viareggio: è luogo di cultura che si apre alla città, da vivere ogni giorno sia con la normale attività che nelle occasioni speciali, come questa. Ringrazio le scuole, gli studenti e i professori, i dirigenti, che hanno contribuito a rendere speciale questa serata. Adesso per i nostri ragazzi e per tutti quelli della Versilia c’è un nuovo servizio, che si aggiunge al prestito e consultazione dei libri, alla sala studio e al wifi libero. E’ fondamentale che qui i ragazzi si sentano a casa: tra i nostri Viani ma anche tra le opere di artisti internazionali".

(Fonte: Ufficio Stampa del Comune di Viareggio)

Con l'inizio della formazione generale obbligatoria, mercoledì 4 aprile ha preso il via la nuova tornata del Servizio Civile Regionale all'Università di Pisa, curata dal CISP-Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace. I volontari coinvolti sono 67, tutti rigorosamente dai 18 ai 29 anni, e sono suddivisi in 12 progetti generali. Le varie strutture e realtà dell'Ateneo che accoglieranno i giovani sono: il Centro Linguistico di Ateneo (CLI), il Centro di Ricerche Agro-ambientali "Enrico Avanzi", i dipartimenti di Farmacia, di Filologia, letteratura e linguistica, di Ingegneria civile e industriale, di Scienze della terra e di Veterinaria, le direzioni Didattica, Edilizia e telecomunicazione e Programmazione, valutazione e comunicazione istituzionale (in particolare con l'Ufficio stampa e comunicazione), la Fondazione Arpa, il Sistema Bibliotecario di Ateneo, il Sistema Informatico Dipartimentale, il Sistema Museale d'Ateneo e in particolare il Museo di Storia naturale di Calci e l'Orto Botanico, l'Unità di servizi per l'integrazione degli studenti con disabilità (USID).

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A distanza di pochi mesi dalla precedente esperienza, giunta al termine a dicembre scorso, l’Università di Pisa, tramite il CISP, consolida l'esperienza del servizio Civile Regionale, offrendo questa straordinaria occasione formativa e valoriale a nuovi giovani precedentemente selezionati, e si conferma come polo di riferimento nazionale nell’ambito delle attività di documentazione e studio dei processi di pace, anche in relazione al Servizio Civile Regionale e Nazionale.
I volontari, che hanno appena iniziato il loro servizio, saranno impegnati per otto mesi nell'ambito dei 12 progetti approvati dalla Regione Toscana. Avranno così l'opportunità di vivere, all’interno dell'Università, un’esperienza di alto valore formativo e di impegno civile, oltre che significativamente professionalizzante, come risulta dal fatto che alcuni giovani volontari, a partire dalla prima esperienza del 2015, hanno colto dopo il servizio civile e grazie a questo, delle interessanti occasioni di lavoro tuttora in essere.

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"In conclusione - ha dichiarato il dottor Flavio Croce, responsabile del Servizio Civile Regionale per l'Università di Pisa - possiamo affermare che questa esperienza si rafforza ogni anno di più puntando sui valori di impegno civile, solidarietà, partecipazione, inclusione e utilità sociale dei servizi resi dall'Ateneo. Inoltre fortifica l'impegno formativo delle giovani generazioni, potenziandone le capacità professionali e di inserimento lavorativo, con importanti ricadute sul territorio."

 Guarda il video 

FioriUn foglio di carta e una semplice stampante a getto d’inchiostro: è tutto quello che, in uno scenario futuribile, potrebbe servire per fabbricare dispositivi di elettronica di consumo – come un telefonino o una radio – con il vantaggio di poter avere sistemi “personalizzati”, a basso impatto ambientale, facilmente smaltibili e riciclabili. Parlando con il professor Gianluca Fiori, docente di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa, tutto questo appare vicino e realizzabile, in particolare grazie a un progetto di ricerca finanziato dall’Europa con un ERC Consolidator Grant, che nei prossimi 5 anni sarà portato avanti dal suo gruppo.

Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università di Manchester, riguarda le applicazioni di materiali bidimensionali, come il grafene, nel campo dell’elettronica per la costruzione di circuiti elettronici contenuti per esempio nei nostri computer e smartphone, e che in futuro potranno essere stampati su supporti flessibili come la carta.

“Grazie alla collaborazione con l’Università di Manchester, insignita del premio Nobel 2010 per le ricerche sul grafene – spiega Fiori – possediamo degli inchiostri ricavati da questo materiale del tutto simili agli inchiostri delle nostre stampanti, ma con proprietà elettroniche eccellenti. Questa tecnologia può aprire la porta a innumerevoli applicazioni, che vanno da etichette intelligenti per l’industria 4.0 a dispositivi biomedicali per l’analisi dei segnali biometrici, a metodi smart anti contraffazione, giusto per citarne alcune”.

Il professor Fiori e il suo gruppo di ricerca stanno dunque lavorando per rendere reale quello che ora, nell’immaginario collettivo, sembra un film di fantascienza: “La nostra è una ricerca di base, ma in quanto scienziati siamo chiamati a “sognare” e ipotizzare scenari futuri in cui i nostri studi trovino un’applicazione concreta nella realtà: i finanziamenti che vengono dall’Europa ci aiutano proprio in questo”.

Intanto il 6 aprile un po’ di Bruxelles si trasferirà a Pisa per una giornata dedicata all’FP9, il Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione che dal 2021 subentrerà a Horizon 2020. Rappresentanti del mondo della politica, della ricerca e delle imprese saranno chiamati a confrontarsi sul ruolo della ricerca di base per lo sviluppo delle società e delle economie dei Paesi europei. L’incontro, voluto e organizzato dall’Università di Pisa, sarà anche l’occasione per mostrare le eccellenze del sistema toscano della ricerca che, come nel caso di Gianluca Fiori.

Ne hanno parlato: 
Focus
Repubblica Firenze
Askanews 
InToscana.it
Nazione Pisa 
Greenreport
Qui News Pisa

LOCANDINA_CURIE.jpgIn occasione del centenario della visita di Marie Curie a Pisa, punto di partenza per una missione assegnatale dal governo italiano per una ricognizione di sorgenti e miniere come fonti di materiali radioattivi, venerdì 6 aprile dalla 8.30 alle 13.00 nell'aula magna del polo Fibonacci dell’Università di Pisa si svolge il convegno "Marie Curie a casa nostra. 1918-2018, cent'anni dalla sua missione con base a Pisa".

L'incontro, rivolto in particolare agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori nell’ambito delle attività di orientamento del Piano lauree scientifiche, è aperto anche agli universitari e alla cittadinanza. Promotori e organizzatori dell'iniziativa sono il dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, il polo Solvay di Rosignano, la Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche (FAST) e l'Unione dei Giornalisti Scientifici Italiani (UGIS).

Una delle scienziate più grandi del secolo scorso e di sempre, due volte premio Nobel (nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica), prima docente femminile alla Sorbona, Marie Sklodowska Curie è un personaggio notevolissimo, ancor più per la sua epoca, certamente poco aperta a ruoli di spicco per una donna. Di lei si scrive e si parla tanto, ma le tre settimane che trascorse in Italia cent’anni fa nell’estate del 1918 sono pressoché sconosciute.

Ma perché proprio Pisa? Perché Pisa fu — si potrebbe dire — il campo base per la missione che la grande scienziata svolse su incarico del governo italiano. Insieme con Camillo Porlezza, allora giovane assistente e futuro emblema della chimica pisana per decenni, la Curie compì sopralluoghi presso sorgenti termali e miniere da cui si riteneva possibile, in linea di principio, estrarre materiali radioattivi. Ne nacque così un legame particolare con l’Italia e con l’ambiente chimico pisano.

L’incontro intende rievocare gli eventi di quella visita, senza trascurare qualche tocco di colore. Non si tratterà però soltanto d’uno sguardo retrospettivo, ma vi saranno spunti per guardare all’oggi e al domani, anche tramite il coinvolgimento di un’azienda chimica multinazionale, la Solvay. Importanti a questo scopo saranno i contributi della Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche e dell’Unione dei Giornalisti Italiani Scientifici, la quale nel 1966 ebbe tra i suoi fondatori il chimico universitario Giancarlo Masini, padre nobile del giornalismo scientifico in Italia.

La mattinata comincerà con i saluti di Maurizio Persico direttore di dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano, quindi i lavori, moderati da Alberto Pieri, segretario generale della FAST e vicepresidente dell’UGIS, procederanno con gli interventi di Gianni Fochi, divulgatore della chimica e già ricercatore della Scuola Normale Superiore, di Antonello De Lorenzo, responsabile delle relazioni esterne dello stabilimento Solvay di Rosignano, e di personalità del mondo professionale e della scuola.

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Proponiamo di seguito un approfondimento sul viaggio in Italia di Marie Curie, firmato da Gianni Fochi e apparso su "Il rintocco del Campano”, gennaio-aprile 2013, pagg. 21-24, qui aggiornato per quanto riguarda la collocazione della lettera di M. Curie.

Dopo i primi sei giri d’Italia, disputatisi dal 1909 al 1914, e l’interruzione dovuta alla prima guerra mondiale, nel 1918 ce ne fu uno che partì da Pisa. Sì, da Pisa... ma non si trattò d’una corsa ciclistica e la cronaca non figurò sulla Gazzetta dello Sport. La troviamo invece, vent’anni dopo, su Terme e Riviere, periodico nato nella nostra provincia: ai Bagni di Casciana, come allora — e fino al 1956 — si chiamava l’attuale Casciana Terme. Quella rivista, tuttora organo dell’industria termale italiana, era stata fondata da Vincenzo Lischi, nonno di Luciano, cioè del nostro noto concittadino tipografo ed editore.

Ebbene: il 20 novembre del 1938 Terme e Riviere recava un articolo di Camillo Porlezza, per tantissimo tempo emblema della chimica universitaria pisana, cui pure varrà probabilmente la pena di dedicare in avvenire uno scrittarello.

Il Porlezza, direttore dell’istituto di chimica generale, celebrava su quella rivista dedicata alle terme il ventennale — dicevamo — del giro d’Italia della celebre scienziata, titolare di due premi Nobel: per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911. Ed ecco la storia di quei fatti del 1918, avvenuti a loro volta in un altro ventennale: nel 1918 erano infatti trascorsi vent’anni da quando la Curie e il marito Pierre avevano scoperto il radio.

«Il 30 luglio 1918» racconta il Porlezza nell’articolo citato «mi giungeva a Pisa il telegramma “Stanotte ore 3,30 arriverà costà signora Curie. Prego incontrarla stazione”». Il mittente sarà stato il professor Raffaello Nasini, di cui il Porlezza era allora assistente, o forse invece un qualche funzionario governativo, visto che la Curie stava arrivando su incarico del nostro governo, presieduto da Vittorio Emanuele Orlando. Allo stato italiano premeva accertare le possibilità d’estrarre dal nostro territorio il radio e la sua “emanazione”, cioè il gas radioattivo che oggi conosciamo col nome di rado o, più esoticamente, di radon. La scienza della radioattività era ancora giovane; alle sostanze che avevano proprietà del genere erano attribuite, oltre a interessi di tipo tecnologico, addirittura effetti sanitari miracolosi, tanto che venivano aggiunte ad alcuni cosmetici: non è l’unico caso, nella storia, in cui si passa dall’infatuazione, sfruttata dai furbi, a paure esagerate, sfruttate anch’esse da chi riesce a specularci sopra.

Giunta a Pisa, la scienziata polacco-francese trovò un programma di viaggio molto denso, particolarmente impegnativo per lei, cinquantunenne, che attraversava un periodo di salute non perfetta. Il Porlezza, che nel ’18 aveva trentaquattr’anni, riferisce ai lettori di Terme e Riviere il «semplice fascino della visitatrice stanca», «della piccola donna timida», «della scienziata poveramente vestita», «fragile nell’aspetto ma vigorosa e inflessibile nell’adempimento della sua opera».

 

Marie Curie nel suo laboratorio a Parigi, 1912


A Pisa, nell’istituto di chimica generale che allora aveva sede in via Santa Maria, essa esaminò gli strumenti che venivano messi a disposizione per misure nei luoghi da visitare. Dallo scritto del Porlezza s’intuisce che probabilmente la scienziata aveva dubbi sulla loro efficienza, e in effetti erano piuttosto antiquati. Fatto sta che chiese di metterli alla prova su materiali già studiati.

Ecco allora la prima tappa di quel giro d’Italia: un prologo, come la si chiamerebbe ora nel gergo sportivo. Infatti La Curie e il Porlezza si spostarono di poco: fino ai Bagni di San Giuliano (come a Casciana, le pompose “Terme” entrarono nel nome di quel paese solo molto più tardi). La radioattività di quelle acque era oggetto di studio già da una dozzina d’anni e servì di controllo. I dubbi per fortuna vennero dissolti: i vecchi strumenti funzionavano decentemente, e il giro poté partir davvero.

Così, sempre accompagnata dal Porlezza, il quale a ogni tappa prelevava campioni che poi a Pisa avrebbe analizzato, la Curie si recò presso altre possibili fonti di sostanze radioattive. Dopo le acque di Montecatini fu il turno di Larderello, presente il Nasini, grande promotore e studioso dei soffioni. Poi Ischia e Capri. Poi il ritorno al nord: i Colli Euganei, con Abano e Montegrotto. Poi, spostamento dopo spostamento, nel cuneese, dove a Lurisia esisteva una miniera d’autunite, minerale contenente uranio.

La riservatezza e la grande serietà (si direbbe quasi seriosità) della Curie furono una nota dominante. Non gradiva d’esser fotografata e stette sempre molto attenta alle dichiarazioni che le venivano richieste: temeva che fossero sfruttate a scopo pubblicitario, visto quanto abbiamo detto sulle applicazioni commerciali delle sostanze radioattive. Accondiscese inoltre, con gran riluttanza e solo per buona educazione, alle divagazioni che venivano aggiunte al programma scientifico: visite a Venezia e alla Grotta Azzurra di Capri. Diceva espressamente che era venuta per lavoro: la parte dilettevole voleva riservarla a un eventuale secondo viaggio a scopi turistici.

La sua missione durò tre settimane e finì a Ventimiglia il 19 agosto. Dopo il ritorno a Parigi, essa stilò una relazione. Per l’estrazione di sostanze radioattive, consigliava il governo italiano di prestare attenzione soprattutto alla sorgente romana di Lacco Ameno a Ischia e, con gioia del Nasini, ai soffioni boraciferi di Larderello.

I suoi rapporti professionali col Porlezza continuarono. Per molti anni nel dipartimento di Chimica e Chimica Industriale di via Risorgimento è stata esposta una sua lettera che accompagnava un campione spedito al giovane chimico italiano come standard per il dosaggio del rado nelle acque minerali. Ora quell’autografo si trova nella nuova sede del Dipartimento, in via Moruzzi 13.

Gianni Fochi
Scuola Normale Superiore, Pisa
http://home.sns.it/~fochi

 

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