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Un team di scienziati della Yale School of Medicine e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa ha individuato una particolare popolazione di cellule staminali, dette neuroepiteliali, che si sono rivelate particolarmente efficaci nel riparare le lesioni al midollo spinale. La sperimentazione condotta su modelli animali ha mostrato che queste particolari cellule sono in grado di integrarsi nel tessuto danneggiato, estendere prolungamenti per alcuni centimetri dopo il trapianto e fornire un recupero motorio e funzionale. Inoltre, come hanno evidenziato i test di laboratorio, il recupero è proporzionale all’entità alla lesione: se ad esempio il danno al midollo spinale non supera il 25%, c’è un miglioramento significativo nell’uso degli arti inferiori entro due mesi.

“Per la prima volta, grazie a questo studio è stato quindi dimostrato che l’origine anatomica delle cellule staminali ha una importanza cruciale per il successo del trapianto”, spiega Marco Onorati, ricercatore dell’Unità di Biologia Cellulare e dello Sviluppo del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano, e fra i primi autori dello studio pubblicato sulla rivista Nature Communications.

Infatti, per quanto simili in vitro, le cellule staminali neuronali che hanno un’origine analoga a quella del tessuto ricevente (in questo caso il midollo spinale) si sono rivelate molto più efficienti di quelle con una diversa derivazione (ad esempio provenienti dal cervello) nel ripristinare le connessioni del midollo lesionato e garantire la formazione di nuovi circuiti neuronali.

 

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Cellule staminali neuroepiteliali (in verde) trapiantate nel modello animale di midollo spinale lesionato (in rosso)

“Non tutte le cellule staminali hanno quindi le stesse potenzialità – conclude Marco Onorati – e quello che ora sappiamo grazie a questo studio sulle cellule staminali neuroepiteliali e su come agiscono nel caso di lesione al midollo spinale può rivelarsi utile per indirizzare il futuro della ricerca”.

Lo ricerca pubblicata su “Nature Communications” è stata coordinata dal professore Steve Strittmatter della Yale School of Medicine. In particolare, Marco Onorati ha guidato la parte sulla derivazione e la caratterizzazione delle cellule staminali neuroepiteliali umane e il loro differenziamento verso neuroni maturi per studiarne la funzione in vitro. Oltre a lui, gli altri primi coautori dell’articolo sono due ricercatori della Yale School of Medicine, Maria Teresa Dell’Anno (che adesso continua i suoi studi sulle cellule staminali in ambito neurologico presso la Fondazione Pisana per la Scienza) e Xingxing Wang.
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Riferimenti all’articolo scientifico:
Dell'Anno MT, Wang X, Onorati M (e altri), “Human neuroepithelial stem cell regional specificity enables spinal cord repair through a relay circuit”, Nature Communications



 

Mercoledì, 26 Settembre 2018 08:57

La Shoah vissuta dalle donne

La Shoah raccontata e vissuta dalle donne. E’ questo il tema dell’incontro a ingresso gratuito intitolato "Donne nei campi: Luciana, Giuliana, Liana, Frida e le altre" che si svolge giovedì 27 settembre alle 21 al Cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci, Pisa). La serata, organizzata nell'ambito del ciclo "Italia, anno 5779" per San Rossore 1938, è introdotta dal professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa e proseguirà poi alle 21,30 con la proiezione del film di Daniele Segre "76847 Giuliana Tedeschi", la testimonianza di Giuliana Fiorentino Tedeschi, deportata nel lager nazista di Auschwitz/Birkenau.
“Un aspetto che al grande pubblico è poco noto - racconta Fabrizio Franceschini - è che tra i memoriali, racconti e diari pubblicati tra il ‘45 e il ‘46, quando Levi scriveva ‘Se questo è un uomo’, molti sono di donne, che da un punto di vista femminile narrano il lato femminile della Shoah e i misfatti consumati al lager di Birkenau presso Auschwitz, campo di lavoro femminile e insieme campo di sterminio per ebrei ed ebree, zingare e zingari, vecchi e vecchie, bambine e bambini”.
Tra queste donne c’è appunto Giuliana Fiorentino Tedeschi di cui racconta il film. Nata nel 1914 a Milano e ivi laureatasi in glottologia nel 1936, venne arrestata a Torino l’8 marzo 1944, giunse il 5 aprile 1944 ad Auschwitz e fu mandata a Birkenau, dove ricevette il n. 76847. Trasferita più tardi a Ravensbrück e quindi a Malchow presso Stettino, Giuliana venne liberata da russi e francesi il 22 aprile 1945. Tornata in Italia, pubblicò il volumetto ‘Questo povero corpo’, Milano 1946, cui seguiranno altre opere.
“Sentiremo la voce di Giuliana, ci lasceremo guardare dai suoi profondi occhi e ascolteremo la sua storia – conclude Franceschini - Ma sarà anche l’occasione per ricordare, nelle loro diverse personalità e storie, la torinese Luciana Nissim, la milanese Sofia Sara Kaufmann Schafranov, la pisana Eliana Millul, la livornese Frida Misul, la senese Alba Valech Capozzi, tutte donne ebree scrittrici il cui lascito memoriale e letterario costituisce una pagina alta delle scritture di donne”.

È stato assegnato ad Antonio Brogi, Andrea Canciani e Jacopo Soldani il “Best Paper Award” per il miglior contributo presentato alla settima edizione del congresso “European Conference on Service-Oriented and Cloud Computing”, che si è svolto a Como dal 12 al 14 settembre. Antonio Brogi è professore ordinario al dipartimento di Informatica e coordinatore del gruppo di ricerca in Service-Oriented, Cloud e Fog Computing (SOCC); Andrea Canciani e Jacopo Soldani sono ricercatori post-doc dello stesso dipartimento e membri del gruppo di ricerca SOCC.
Il contributo premiato, intitolato “True Concurrent Management of Multi-Component Applications”, fornisce un primo approccio in grado di automatizzare l’installazione e la gestione di applicazioni multi-component su più piattaforme cloud, considerando che i vari componenti che formano tali applicazioni possano evolvere in modo autonomo e asincrono. Il premio, sponsorizzato dalla “International Federation for Information Processing”, è stato assegnato dai comitati di organizzazione e di programma, che hanno riconosciuto l’originalità e l’importanza delle soluzioni proposte dai ricercatori dell'Ateneo pisano.

È stato assegnato ad Antonio Brogi, Andrea Canciani e Jacopo Soldani il “Best Paper Award” per il miglior contributo presentato alla settima edizione del congresso “European Conference on Service-Oriented and Cloud Computing”, che si è svolto a Como dal 12 al 14 settembre. Antonio Brogi è professore ordinario al dipartimento di Informatica e coordinatore del gruppo di ricerca in Service-Oriented, Cloud e Fog Computing (SOCC); Andrea Canciani e Jacopo Soldani sono ricercatori post-doc dello stesso dipartimento e membri del gruppo di ricerca SOCC.

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Il contributo premiato, intitolato “True Concurrent Management of Multi-Component Applications”, fornisce un primo approccio in grado di automatizzare l’installazione e la gestione di applicazioni multi-component su più piattaforme cloud, considerando che i vari componenti che formano tali applicazioni possano evolvere in modo autonomo e asincrono. Il premio, sponsorizzato dalla “International Federation for Information Processing”, è stato assegnato dai comitati di organizzazione e di programma, che hanno riconosciuto l’originalità e l’importanza delle soluzioni proposte dai ricercatori dell'Ateneo pisano.

Martedì, 25 Settembre 2018 10:11

Ultimi giorni per votare il progetto SaveMyBike

C’è tempo sino al 7 ottobre per votare e far vincere SaveMyBike, unico progetto italiano in lizza per RegioStars 2018, un premio assegnato alle migliori iniziative realizzate dalle regioni europee. Selezionato tra 102 candidature, SaveMyBike punta a incentivare l’uso delle biciclette in città e a prevenire i furti. Per votarlo basta andare al link http://ec.europa.eu/regional_policy/en/regio-stars-awards/finalists_2018/cat2_fin2. Il progetto più votato verrà premiato l’8 ottobre durante “La settimana delle regioni e delle città”.
SaveMyBike, in sperimentazione nel comune di Livorno, è coordinato da Tages, società cooperativa pisana che opera nel campo della pianificazione e progettazione dei sistemi di mobilità e trasporto, e vi partecipano il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, il Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno e le aziende Geosolutions sas e NewGOO srl.

Martedì, 25 Settembre 2018 10:01

Ultimi giorni per votare il progetto SaveMyBike

C’è tempo sino al 7 ottobre per votare e far vincere SaveMyBike, unico progetto italiano in lizza per RegioStars 2018, un premio assegnato alle migliori iniziative realizzate dalle regioni europee.

Selezionato tra 102 candidature, SaveMyBike punta a incentivare l’uso delle biciclette in città e a prevenire i furti. Per votarlo basta andare a questo link, il progetto vincitore verrà premiato l’8 ottobre durante “La settimana delle regioni e delle città”.

SaveMyBike è coordinato da Tages, società cooperativa pisana che opera nel campo della pianificazione e progettazione dei sistemi di mobilità e trasporto delle persone e delle merci, e vi parteciapno il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, il Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno e le aziende Geosolutions sas e NewGOO srl.

 

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Il team del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione che ha sviluppato il sistema, da sinistra a destra Ing. Andrea Michel, Prof. Paolo Nepa, Ing. Vittorio Franchina.


"Il sistema per rintracciare le biciclette – spiega Paolo Nepa, del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa – si compone di sensori che vengono installati sul veicolo e operano più o meno come il Telepass, e di una app, che si chiama GOOD_GO, tramite la quale i cittadini possono caricare la foto della propria bici e denunciarne il furto. Quando un ausiliare del traffico o un vigile, mediante un lettore portatile dei tag, ritrova una bici rubata, il suo cellulare manda l'avviso di ritrovamento al legittimo proprietario mediante la app”.

“La app GOOD_GO – aggiunge Massimiliano Petri, di Tages, che coordina il progetto (nella foto a destra, a Strasburgo dopo la cerimonia per i progetti finalisti)– serve anche a incentivare buone pratiche sulla mobilità: installandola sul proprio telefono i cittadini possono avere informazioni sulla mobilità sostenibile, come la percentuale di riduzione del rischio vascolare, l’abbattimento di Pm10, di traffico veicolare, e perfino il risparmio in termini di costi ogni volta che usano la bici. Inoltre possono partecipare a un gioco sociale che premia con diversi incentivi i comportamenti ecologicamente più sostenibili, in modo da sostituire sempre di più l’uso dell'auto con quello delle due ruote”.

 

Un gruppo di ricercatori ha riorganizzato e classificato sulla base degli effetti collaterali e del meccanismo di azione una classe di farmaci molto utilizzata in diversi disturbi psichiatrici, come schizofrenia e disturbo bipolare, con l’obiettivo di migliorare e personalizzare le terapie. I medicinali studiati soni stati i cosiddetti antipsicotici “atipici”, farmaci di seconda generazione nati per ovviare agli effetti indesiderati di tipo motorio (come parkinsonismo o discinesie tardive) degli antipsicotici “classici” o “tipici”. Lo studio, durato tre anni e finanziato dalla Fondazione Arpa, è stato condotto dalle università di Pisa e dell’Aquila e dal Queen Mary University di Londra; i risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista “Pharmacology & Therapeutics”.


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Il gruppo di ricerca Unipi, in alto da sinistra, Stefano Aringhieri, Marco Carli, Valeria Verdesca, Shiva Kolachalam e Marco Scarselli.


“Come si è visto dopo la loro introduzione – spiega il professore Marco Scarselli dell’Università di Pisa - gli antipsicotici atipici hanno dimostrato di essere molto eterogenei e in numerosi casi si sono presentati effetti collaterali di tipo motorio. Per questi motivi, la comunità scientifica ha posto seri dubbi sull'uso della distinzione tra antipsicotici atipici e tipici”.

La proposta avanzata nello studio è stata quindi quella di suddividere questa classe di farmaci in tre livelli diversi: dal meno atipico, il Risperidone, che infatti ha proprietà farmacologiche talvolta simili agli antipsicotici tipici, alla Clozapina, il più atipico fra tutti. Nel mezzo gli altri farmaci con proprietà cliniche intermedie, suggerendo la presenza di uno spettro continuo dell'atipia all'interno di questa classe farmacologica.

“Questa nuova classificazione che potrà portare ad un miglioramento delle terapie in uso e ad una più accurata personalizzazione delle cure – conclude Marco Scarselli - si correla anche con il profilo recettoriale di questi farmaci dove al primo livello di atipia (lievemente atipico) corrisponde un’attività limitata su alcuni target molecolari, mentre al terzo livello (completamente atipico) corrisponde un’attività recettoriale più estesa e più complessa”.

 

 

Un gruppo di ricercatori ha riorganizzato e classificato sulla base degli effetti collaterali e del meccanismo di azione una classe di farmaci molto utilizzata in diversi disturbi psichiatrici, come schizofrenia e disturbo bipolare, con l’obiettivo di migliorare e personalizzare le terapie. I medicinali studiati soni stati i cosiddetti antipsicotici “atipici”, farmaci di seconda generazione nati per ovviare agli effetti indesiderati di tipo motorio (come parkinsonismo o discinesie tardive) degli antipsicotici “classici” o “tipici”. Lo studio, durato tre anni e finanziato dalla Fondazione Arpa, è stato condotto dalle università di Pisa e dell’Aquila e dal Queen Mary University di Londra; i risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista “Pharmacology & Therapeutics”.
“Come si è visto dopo la loro introduzione – spiega il professore Marco Scarselli dell’Università di Pisa - gli antipsicotici atipici hanno dimostrato di essere molto eterogenei e in numerosi casi si sono presentati effetti collaterali di tipo motorio. Per questi motivi, la comunità scientifica ha posto seri dubbi sull'uso della distinzione tra antipsicotici atipici e tipici”.
La proposta avanzata nello studio è stata quindi quella di suddividere questa classe di farmaci in tre livelli diversi: dal meno atipico, il Risperidone, che infatti ha proprietà farmacologiche talvolta simili agli antipsicotici tipici, alla Clozapina, il più atipico fra tutti. Nel mezzo gli altri farmaci con proprietà cliniche intermedie, suggerendo la presenza di uno spettro continuo dell'atipia all'interno di questa classe farmacologica.
“Questa nuova classificazione che potrà portare ad un miglioramento delle terapie in uso e ad una più accurata personalizzazione delle cure – conclude Marco Scarselli - si correla anche con il profilo recettoriale di questi farmaci dove al primo livello di atipia (lievemente atipico) corrisponde un’attività limitata su alcuni target molecolari, mentre al terzo livello (completamente atipico) corrisponde un’attività recettoriale più estesa e più complessa”.

Didascalia foto, il gruppo di ricerca Unipi, in alto da sinistra, Stefano Aringhieri, Marco Carli, Valeria Verdesca, Shiva Kolachalam e Marco Scarselli.

Prof. Giuffra ValentinaL’integrazione di tecnologie robotiche e della ricerca in ambito archeologico ha dato negli ultimi anni risultati altamente innovativi e promettenti. Le novità di questa feconda sinergia saranno esposte al pubblico nel corso di un workshop intitolato “Archeologia e Robotica”, che sarà ospitato nell’ambito del Festival Internazionale della Robotica 2018 presso la Sala degli Stemmi della Scuola Normale Superiore di Pisa. Il programma, fitto di interventi, ospiterà gruppi di studio tra i più rappresentativi del settore, tra cui molti docenti dell’Ateneo pisano afferenti all’area dell’Archeologia.

“Molti nostri docenti sono impegnati in ricerche innovative che coniugano le nuove tecnologie robotiche ed elettroniche con il settore della ricerca archeologica” afferma la professoressa Valentina Giuffra del Dipartimento di Ricerca Traslazionale (nella foto a destra), tra gli organizzatori del workshop insieme alla professoressa Maria Cecilia Parra (nella foto in basso a sinistra), ordinario del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere fino al 2015 (ora professore a contratto) e a Riccardo Olivito della Scuola IMT Alti Studi di Lucca.

Prof. ParraIl Workshop si aprirà con una Lectio Magistralis tenuta dal professor Geert Verhoeven del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Vienna, esperto in tecnologie di telerilevamento, fotografia aerea e archeologia computazionale. Il professor Andrea Caiti del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione presenterà i risultati del gruppo di ricerca dell'ISME, il Centro Interuniversitario sui Sistemi Integrati per l'Ambiente Marino, riguardanti le tecnologie avanzate e i robot per la mappatura, la documentazione e lo scavo di siti archeologici sottomarini e costieri. Seguirà la presentazione della Divisione di Paleopatologia diretta dalla Valentina Giuffra del Dipartimento di Ricerca Traslazionale in collaborazione con Endocas, Centro di eccellenza della chirurgia assistita al calcolatore, con un lavoro sulle tecnologie virtuali e di ricostruzione tridimensionale applicate allo studio dei reperti umani mummificati. Sarà poi la volta del gruppo diretto dalla professoressa Maria Letizia Gualandi del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere che illustrerà un nuovo sistema per il riconoscimento automatico della ceramica archeologica, vincitore di un importante progetto europeo.

All’evento sarà presente anche il CNR di Pisa con Matteo Dellepiane e Marco Callieri con una presentazione sulle tecnologie di documentazione 3D applicate ad un monumento architettonico. Il professor Stefano Campana dell’Università di Siena presenterà le nuove applicazioni e prospettive sull’utilizzo dei droni in archeologia. Il workshop si chiuderà con un folto gruppo di studiosi e ricercatori dell’Università di Pisa, della Scuola Normale Superiore di Pisa e dell’IMT di Lucca, coordinati dalla professoressa Maria Cecilia Parra e da Riccardo Olivito, che illustreranno le tecnologie di archeologia virtuale e cyber-archaeology per il monitoraggio e la ricostruzione di contesti e monumenti antichi. Al termine delle presentazioni sono previsti laboratori per far sperimentare alcune tecnologie al pubblico.

L’ingresso al Workshop è libero ed è aperto a tutti, studiosi, studenti, appassionati del settore, semplici curiosi; è consigliata la registrazione tramite il sito del Festival.

Venerdì 28 settembre, in contemporanea con le principali città della Toscana, torna BRIGHT, la Notte delle ricercatrici e dei ricercatori edizione 2018. A Pisa il programma della manifestazione prevede una mappa di eventi che vedrà protagonisti le ricercatrici e i ricercatori delle università e dei centri di ricerca promotori dell’iniziativa: Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, CNR, INGV, INFN, Scuola IMT Alti Studi Lucca ed EGO, l’osservatorio che ospita il rilevatore di onde gravitazionali Virgo. Quest’anno la Notte delle ricercatrici e dei ricercatori cade nella settimana in cui a Pisa si svolge il Festival internazionale della robotica, che ospita anche uno degli stand in cui i ricercatori illustreranno al pubblico le loro scoperte.
L’inaugurazione della manifestazione è prevista alle 17 in Logge di Banchi, con il saluto dei rappresentanti di tutte le istituzioni e del sindaco Michele Conti.
Il programma di BRIGHT è stato presentato in rettorato da Paolo Mancarella, rettore dell'Università di Pisa, Pierdomenico Perata, rettore Scuola Sant'Anna, Domenico Laforenza, presidente Area CNR Pisa, Gilberto Saccorotti, direttore INGV, Michele Viviani, delegato all'outreach INFN e Stavros Katsanevas, direttore EGO-Virgo.
Le varie attività proposte appartengono a 5 tematiche principali: Cibo e salute per tutti, Vita e tecnologie, Meraviglie naturali, Società di oggi e di domani, Patrimonio culturale europeo e a Pisa si snoderanno dalle vie del centro fino all’Area San Cataldo (CNR e Dipartimento di Chimica), passando per i musei dell’Ateneo (aperti al pubblico fino a tarda notte). Per collegare gli eventi organizzati in centro con quelli dell’Area San Cataldo (CNR e Dipartimento di Chimica) anche quest’anno è stato attivato un servizio di navetta gratuito.
Come ogni anno i cittadini potranno incontrare e conoscere i veri protagonisti di BRIGHT, le ricercatrici e i ricercatori, che racconteranno e sveleranno al pubblico il loro lavoro e le loro scoperte.
I ricercatori mostreranno i risultati delle proprie ricerche a partire dalle 16.30 presso stand in Largo Ciro Menotti, Logge di Banchi, in Gipsoteca, in Piazza Martiri della Libertà e nella sede della Scuola Sant’Anna; ne parleranno con i cittadini negli aperitivi della ricerca, nelle librerie e nei seminari organizzati dal CNR nell’area di San Cataldo; i più piccoli potranno divertirsi con i giochi alla scoperta del mondo o partecipando agli incontri a loro dedicati in libreria; biblioteche, collezioni e laboratori degli enti di ricerca coinvolti rimarranno aperti e ospiteranno visite guidate per adulti e bambini.
Il programma di intrattenimento prevede tra le vare iniziative un concerto del Coro Galilei nel chiostro del Palazzo della Carovana della Scuola Normale; alla Scuola Sant’Anna uno show cooking all’insegna del benessere e della salute; al CNR due concerti rock, lo spettacolo su Galileo del gruppo di lettori del Teatro Sant’Andrea e la consueta spaghettata finale. Radioeco, la web radio degli studenti dell’Università di Pisa, sarà presente con una postazione in Logge di Banchi, da dove condurrà interviste e racconterà le storie di ricercatrici e ricercatori.
Oltre a Pisa, gli appuntamenti di BRIGHT 2018 saranno ospitati anche sul territorio: a Lucca, con un programma di eventi organizzati dalla Scuola IMT Alti Studi nel Complesso di San Francesco, a Viareggio, con iniziative dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR ospitate a Villa Borbone, a Pontedera nel Polo Valdera della Scuola Sant’Anna, a Livorno nel Laboratorio Scoglio della Regina dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna; a Cascina con tour guidati, conferenze e osservazioni astronomiche all’European Gravitational Observatory (EGO), sito dell’esperimento Virgo, che lo scorso anno ha rilevato segnali di onde gravitazionali in collaborazione con LIGO.
Il programma dettagliato è disponibile sul sito http://www.bright-toscana.it.

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In allegato una foto della conferenza stampa di presentazione di BRIGHT e i programmi dei singoli enti.

 

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