Microfunghi a difesa delle piante
I patologi vegetali del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa hanno individuato tre microfunghi in grado di difendere da attacchi parassitari le colture floro-vivaistiche, il pomodoro e il frumento stimolandone al contempo la crescita. Si tratta di tre specie diverse appartenenti al genere Trichoderma: T. asperellum, T. harzianum e T. gamsii. In particolare, nel caso del frumento, si sono dimostrate particolarmente efficaci come difesa contro la fusariosi della spiga, con immediate ricadute sull'accumulo di microtossine e, quindi, sulla salubrità degli alimenti.
"I tre microfunghi che abbiamo individuato - ha spiegato Giovanni Vannacci professore di Patologia vegetale dell'Ateneo pisano – hanno superato la fase di selezione e sono maturi per una valutazione pre-industriale. Il mercato dei prodotti fitosanitari con principi attivi non derivanti dalla sintesi chimica vale attualmente circa 1,3 miliardi di dollari ed ha una crescita annua stimata al 10%, tanto che sta attraendo le principali multinazionali del settore".
Il gruppo di ricerca pisano studia da molti anni i microfunghi benefici al fine di utilizzarli per una gestione sostenibile della difesa delle colture, in questo andando incontro al decreto legislativo 150 del 2012 che a sua volta recepisce la direttiva europea 2008/128 sull'uso sostenibile dei fitofarmaci. Le ricerche più recenti condotte dai micologi dell'Ateneo pisano sono state realizzate grazie a fondi propri e a finanziamenti del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca (MIUR), del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) e della Regione Toscana. I risultati sono stati recentemente pubblicati su riviste scientifiche internazionali: l'ultimo in ordine di tempo è un articolo del 2012 uscito su "Microbiology" dal titolo "Biocontrol of Fusarium head blight: interactions between Trichoderma and mycotoxigenic Fusarium".
Ne hanno parlato:
Tirreno.it
Greenreport.it
Liberoquotidiano.it (AdnKronos)
lettera43.it
L'eco di Bergamo
PisaInformaFlash.it
Controcampus.it
Ognisette.it
PianetaUniversitario.it
Un protocollo per definire i criteri di scientificità delle pubblicazioni
La Pisa University Press ha aderito al Protocollo d'intesa sottoscritto dal coordinamento delle University Press italiane per la definizione dei criteri di scientificità delle pubblicazioni di alta divulgazione. Il Protocollo sviluppa una proposta operativa che definisce adeguati criteri di validità scientifica e individua concrete procedure di attribuzione dello status di "pubblicazione scientifica" ai prodotti della ricerca che potranno quindi essere presentati per le diverse istanze di valutazione, dai Nuclei di Valutazione all'Abilitazione Scientifica Nazionale, dalla Valutazione della Qualità della Ricerca ai progetti nazionali ed europei. La certificazione sarà documentata attraverso l'apposizione nel colophon del volume del logo UPI accompagnato dall'indicazione "Opera sottoposta a peer review secondo il protocollo UPI".
Il Protocollo stabilisce che, per potersi definire scientifica, una pubblicazione dovrà avere un carattere di originalità e presentarsi in una forma che permetta la verifica e il riuso in attività di ricerca. La lingua utilizzata e la distribuzione dovranno rendere accessibile la pubblicazione ai ricercatori potenzialmente interessati. La sede editoriale - rivista, collana, monografia, sito web - dovrà infine assicurare l'esistenza sistematica di una peer review esterna e con carattere di terzietà. Alla base dell'intero processo valutativo ci dovrà essere un percorso trasparente e tracciabile.
La Pisa University Press, aderendo a questo protocollo, intende fornire un significativo servizio ai docenti dell'Ateneo tenendo conto della sempre più rilevante tematica della valutazione e nella convinzione che "l'editore accademico" debba necessariamente avere come obbiettivo principale la divulgazione scientifica di alta qualità.

Lucia Tomasi Tongiorgi is the organiser of the «Renaissance Herbal» exhibition in New York
Medicinal plants, very old herbariums (volumes containing collections of dried herbs) and contemporary works of art. These are some of the 'ingredients' of the exhibition "Wild Medicine: Healing Plants Around the World, Featuring the Italian Renaissance Garden", an extraordinary event recently inaugurated at the New York Botanical Garden which includes "The Renaissance Herbal" exhibition, organized by Lucia Tomasi Tongiorgi, Professor of Art History at the University of Pisa.
"At the LuEsther T. Mertz Library of the New York Botanical Garden, more than fifty very rare herbariums, never exhibited before, are on show," says Lucia Tomasi Tongiorgi.
There is, for example, 'Circa Instans' from 1275 which, for the first time in Europe, united Islamic and Western knowledge in the world of plants. There is a printed medical botanical treatise by the German Benedictine abbess Hildegard of Bingen (1098 – 1179) and also a rare edition, from 1565, of the work of the Italian botanist and physicist Pietro Andrea Mattioli (1500 – 1577) printed in gold and silver ink upon blue paper.
"The Renaissance Herbal" exhibition follows the development of knowledge of plants (and their medicinal properties). It begins with the Greek and Roman epochs and ends with the Renaissance era, a period when herbariums aspired not only to scientific acclaim, but also to aesthetic acclaim.
"It is not by chance," concluded Professor Tongiorgi, " that in Italy, the cradle of the Renaissance, the first botanical gardens as places dedicated to the study of plants and their medicinal properties began to appear. The very first of these were founded at the Universities of Pisa and Padua during the mid-fifteen hundreds; and it is from these two gardens that some of the plants originate which are now on show at the New York Botanical Garden."
Quel filo verde tra Pisa e la Grande Mela
Piante medicinali, antichissimi erbari e opere d'arte contemporanea. Sono questi alcuni degli ingredienti di "Wild Medicine: Healing Plants Around the World, Featuring The Italian Renaissance Garden", una straordinaria esposizione appena inaugurata al New York Botanical Garden e di cui fa parte anche la mostra "The Reinassance Herbal", curata dalla professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi, storica dell'arte dell'Università di Pisa.
"Alla Biblioteca LuEsther T. Mertz del New York Botanical Garden – ha spiegato Lucia Tomasi Tongiorgi – sono in mostra più di cinquanta rarissimi erbari alcuni dei quali mai esposti prima". C'è ad esempio il manoscritto "Circa instans" del 1275 che per la prima volta in Europa unisce la conoscenza Islamica e Occidentale del mondo vegetale. Oppure il trattato a stampa di botanica medica della religiosa tedesca Hildegard of Bingen (1098–1179) o ancora una rara edizione del 1565 dell'opera del botanico e fisico italiano Pietro Andrea Mattioli (1500–77) stampata con inchiostri oro e argento su carta blu.
La mostra "The Reinassance Herbal" ricostruisce lo sviluppo della conoscenza del mondo vegetale (e della medicina legata alle piante) partendo dall'epoca greca e romana sino ad arrivare al Rinascimento, un periodo in cui gli erbari non solo ambivano ad avere un valore scientifico ma anche estetico.
"Non è un caso – ha concluso la professoressa Tongiorgi – che nell'Italia culla del Rinascimento siano anche nati i primi orti botanici come luoghi dedicati allo studio delle piante e delle loro proprietà medicinali. I primissimi furono fondati all'Università di Pisa e di Padova a metà del Cinquecento e da questi due giardini provengono parte delle piante ora esposte nel New York Botanical Garden".
Ne hanno parlato:
LiberoQuotidiano.it
NotizieYahoo.it (AdnKronos)
Ilsussidiario.net
Nazione-Pisa
Tirreno-Pisa / 1
Tirreno Pisa /2
Wetheitalians.com
OgniSette.it
PisaInformaFlash