Una capsula sensorizzata, intelligente e autonoma per uno screening di precisione dell’apparato digerente
Una capsula sensorizzata, ad alto grado di autonomia e guidata dall’esterno da un braccio robotico potrà effettuare uno screening accurato dell’apparato digerente e contrastare le molteplici malattie che interessano questo tratto, ad oggi la prima causa di ricovero ospedaliero sia in Italia che in molti altri paesi industrializzati. Questo in sintesi lo scopo del progetto AUTOCAPSULE, finanziato dalla Commissione Europea a un consorzio di enti di ricerca e imprese coordinato da Giuseppe Iannaccone, docente di Elettronica al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa.
“Lo screening in ambiente ospedaliero è una delle armi migliori per la prevenzione e la cura delle malattie che interessano l’apparato digerente – afferma Iannaccone – Con il progetto AUTOCAPSULE svilupperemo capsule sensorizzate con diversi “superpoteri”, sia capsule che potranno essere impiantate nel tratto gastrointestinale per diverse settimane, al fine di monitorare un’area specifica, sia capsule guidate tramite manipolazione magnetica da un braccio robotico per effettuare un’endoscopia ad alta precisione. Il ricco sistema si sensori a bordo delle capsule consentirà infatti di ottenere immagini ottiche e a micro-ultrasuoni, e di monitorare il pH e l’infiammazione, in modo da consentire la diagnosi precoce della malattia infiammatoria intestinale e del cancro del colon-retto, e monitorare l’efficacia delle cure”.
Il gruppo di ricerca al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione si occuperà dello sviluppo dell’elettronica necessaria per pilotare i sensori, acquisire i segnali, comunicare con l'esterno e fornire potenza alla capsula in modo wireless attraverso il corpo umano. Elettronica che sarà tutta realizzata su chip, per occupare poco spazio e consumare poca potenza.
La visione di AUTOCAPSULE è di lungo termine e il progetto appena iniziato ha il compito di dimostrare la fattibilità della tecnologia. Oltre che da ingegneri, il consorzio che lavorerà al progetto sarà supportato da un gruppo di esperti clinici e da imprese nel settore biomedicale e robotico, in modo da poter avere un riscontro continuo sulla trasferibilità della ricerca nel settore clinico e industriale. “Le sfide scientifiche e tecnologiche sono rilevanti – conclude Iannaccone (nella foto a destra) – La manipolazione magnetica della capsula dall’esterno, la collocazione di sensori multimodali in un ambiente estremamente compatto, il trasferimento di potenza e di dati tra capsule ed esterno senza fili attraverso i tessuti del corpo umano, la miniaturizzazione dell’elettronica di bordo. L’obiettivo all’orizzonte tuttavia è alto e di grande impatto sociale: rendere l’endoscopia più economica e semplice, quasi un esame ambulatoriale”.
Il progetto è iniziato il primo novembre, ha una durata di quattro anni ed è condotto da un consorzio di cui fanno parte l’Università di Leeds, l’Università di Glasgow, IMEC, Quantavis, oltre all’Università di Pisa che coordina il progetto. È finanziato nell’ambito del pilastro Excellent Science del programma quadro Horizon 2020 della Commissione Europea.
Indicazioni complementari "#ioripartosicuro"
https://www.unipi.it/images/pdf/fase3/IC_Fase3DPCM_15_11.pdf
Decreto rettorale di modifica del DR n. 1770/2020
Indicazioni complementari "#ioripartosicuro"
https://www.unipi.it/images/pdf/fase3/IC_Fase3_3_11_2020.pdf
Decreto rettorale concorsi
https://alboufficiale.unipi.it/wp-content/uploads/2020/11/drmodificaconcorsprotocollato.pdf
borsa di studio e approfondimento, dal titolo Raccolta, studio e analisi dei dati relativi ai cicli di workshop di orientamento 2019 e 2020 (classe L-36),
Bando Borsa di Ricerca “Valorizzazione di scarti di cartiera”
“La chimica nei musei. Creatività e conoscenza”
“La chimica nei musei. Creatività e conoscenza” (Pisa University Press, 2020) è il titolo di un nuovo volume che raccoglie gli atti di una giornata di studio che si è svolta all’Università di Pisa nel novembre del 2019. Il libro è curato da Valentina Domenici professoressa di Chimica Fisica dell’Ateneo pisano che si occupa da anni di didattica e di comunicazione della chimica, e da Luigi Campanella, già docente dell’Università La Sapienza di Roma ed ex-presidente della Società Chimica Italiana.
“Nel 2010 fu istituita nell’ambito della Società Chimica Italiana la “Rete dei musei di chimica” con l’intento di censire e promuovere le piccole realtà museali e le collezioni scientifiche dedicate alla chimica in Italia – racconta Valentina Domenici - Da allora, il numero di queste realtà è cresciuto, e sono state fatte diverse iniziative nel tempo per mettere in rete questi musei fra cui appunto il convegno dello scorso anno a Pisa”.
Il libro offre molteplici spunti di riflessioni sul tema della divulgazione della chimica attraverso le strutture museali e le collezioni spesso ospitate dalle Università e dalle scuole, il tutto senza dimenticare l’importanza di queste realtà dal punto di vista educativo, didattico e di ricerca storica.
Ad oggi la rete dei musei della chimica in Italia conta circa una ventina di realtà tra musei, collezioni di strumenti storici e collezioni di vetreria scientifica in tutto il territorio nazionale. Oltre al valore storico e scientifico, queste strutture svolgono molte attività verso l’esterno, come mostre, eventi, festival scientifici e attività didattiche per le scuole.
“I musei e le collezioni scientifiche rappresentano un luogo ideale per sperimentare nuovi modi di insegnare e di apprendere la chimica e le scienze in generale - afferma Valentina Domenici – Un oggetto di vetreria scientifica o uno strumento storico possono rappresentare lo spunto per la progettazione di attività di tipo STEM, o STEAM, ovvero attività laboratoriali multidisciplinari che favoriscono l’apprendimento grazie al coinvolgimento attivo. Sono questi temi e approcci che abbiamo già sperimentato nel corso di “Fondamenti e metodologie didattiche per l’insegnamento della chimica” e con un progetto di potenziamento della didattica finanziato dall’ateneo”.
“La chimica nei musei. Creatività e conoscenza”
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“Nel 2010 fu istituita nell’ambito della Società Chimica Italiana la “Rete dei musei di chimica” con l’intento di censire e promuovere le piccole realtà museali e le collezioni scientifiche dedicate alla chimica in Italia – racconta Valentina Domenici - Da allora, il numero di queste realtà è cresciuto, e sono state fatte diverse iniziative nel tempo per mettere in rete questi musei fra cui appunto il convegno dello scorso anno a Pisa”.
Il libro offre molteplici spunti di riflessioni sul tema della divulgazione della chimica attraverso le strutture museali e le collezioni spesso ospitate dalle Università e dalle scuole, il tutto senza dimenticare l’importanza di queste realtà dal punto di vista educativo, didattico e di ricerca storica.
Ad oggi la rete dei musei della chimica in Italia conta circa una ventina di realtà tra musei, collezioni di strumenti storici e collezioni di vetreria scientifica in tutto il territorio nazionale. Oltre al valore storico e scientifico, queste strutture svolgono molte attività verso l’esterno, come mostre, eventi, festival scientifici e attività didattiche per le scuole.
“I musei e le collezioni scientifiche rappresentano un luogo ideale per sperimentare nuovi modi di insegnare e di apprendere la chimica e le scienze in generale - afferma Valentina Domenici – Un oggetto di vetreria scientifica o uno strumento storico possono rappresentare lo spunto per la progettazione di attività di tipo STEM, o STEAM, ovvero attività laboratoriali multidisciplinari che favoriscono l’apprendimento grazie al coinvolgimento attivo. Sono questi temi e approcci che abbiamo già sperimentato nel corso di “Fondamenti e metodologie didattiche per l’insegnamento della chimica” e con un progetto di potenziamento della didattica finanziato dall’ateneo”.
Venerdì 13 chiusi al pubblico gli uffici dell'amministrazione centrale
Venerdì 13 novembre gli uffici dell’amministrazione centrale dell'Ateneo saranno chiusi al pubblico, a seguito di uno sciopero nazionale del comparto multiservizi che coinvolge le ditte che gestiscono i servizi di pulizia e portineria.
Il personale universitario, che sarà normalmente in servizio in modalità lavoro agile, potrà essere contattato via mail o, se in dotazione, attraverso il cellulare di servizio.