Incarico di supporto alla Scuola di Ingegneria per attività connesse al progetto INGEGNERIA.POT.
Bando per il conferimento di n. 2 borse di ricerca dal titolo: “Studio Osservazionale multiregionale di Farmacovigilanza attiva: Implementazione di un modello di gestione integrata delle terapie oncologiche per assicurare la qualità delle cure
Mangiare sano e far bene all’ambiente: al via ciclo “Pillole di nutraceutica”
Al via il ciclo di incontri “Pillole di nutraceutica”, cinque appuntamenti on line con i ricercatori dell’Università di Pisa sul valore salutistico degli alimenti, per vivere meglio e far bene anche all’ambiente. Si inizia il 21 gennaio dalle 15 alle 16.30 con un incontro sulle proprietà nutraceutiche, cioè nutritive e terapeutiche, dell'olio extravergine di oliva, dell'acqua, ma anche di ortaggi e zafferano. Moderati dal professor Federico Da Settimo, ne parleranno i professori Marco Macchia, Vincenzo Calderone e la professoressa Carlotta Granchi del Dipartimento di Farmacia e il dottor Diego Moriconi del Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica. Per partecipare basta collegarsi al link https://www.youtube.com/watch?v=O_0QJKbEl-k o alla pagina facebook di Media Eventi unipi.
Il ciclo “Pillole di nutraceutica” è organizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca Nutraceutica e Alimentazione per la Salute Nutrafood dell'Università di Pisa e rientra nelle piano di sostenibilità di Ateneo trattando appunto temi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell'ONU.
I prossimi appuntamenti sono “Dalla scienza alla tavola: Pane, olio e formaggio” il 26 febbraio, “Scarti vegetali da rifiuto a risorsa per la salute dell’uomo e degli animali” il 19 marzo, Potenzialità di Nutraceutici nel trattamento di Patologie” il 16 aprile e “Humanimal: produzioni per una dieta sana” il 14 maggio.
Evoluzione dell'obliquità di Giove e Saturno causata dalla rapida migrazione dei loro satelliti
Le recenti osservazioni della missione spaziale Cassini hanno rivelato la sorprendente velocità con cui Titano, il più grande dei satelliti di Saturno, si sta allontanando dal suo pianeta. Tale scoperta ha permesso a un team di ricercatori, tra cui Giacomo Lari, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa, di fornire una nuova spiegazione per l'attuale valore dell'inclinazione dell'asse di rotazione (detta anche obliquità) di Saturno. Il risultato in questione è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy e vede coinvolti anche due ricercatori dell'Osservatorio di Parigi, Melaine Saillenfest e Gwenaël Boué. Questo articolo si aggiunge ai lavori già pubblicati dallo stesso team di ricerca riguardo alla futura crescita dell'obliquità di Giove a causa della migrazione mareale dei satelliti Galileiani. I risultati ottenuti hanno importanti implicazioni sull'evoluzione dei pianeti del Sistema Solare e sulla conoscenza degli esopianeti.
"Dalle teorie di formazione planetaria, sappiamo che le obliquità iniziali di Giove e Saturno erano quasi nulle – spiega Giacomo Lari – È necessario quindi capire quale meccanismo ha permesso all'asse di rotazione di Saturno di raggiungere un'inclinazione pari a 27°. Lo scenario comunemente accettato finora prevedeva che, durante la tarda migrazione planetaria (conclusa al più 4 miliardi di anni fa), la frequenza media di precessione del nodo di Nettuno, indicata con s8, fosse diminuita fino a diventare uguale alla frequenza di precessione dell'asse di rotazione di Saturno, bloccandolo in una cosiddetta "risonanza spin-orbit secolare". Mentre s8 continuava a calare, l'obliquità di Saturno sarebbe stata forzata a crescere per mantenere la risonanza. Una volta che Nettuno ha smesso di migrare, l'obliquità si sarebbe stabilizzata al valore osservato oggi. La rapida migrazione di Titano rende però impossibile questo scenario. Infatti, ora sappiamo che 4 miliardi di anni fa Titano si trovava su un'orbita molto più vicina a Saturno, impedendo alla frequenza di precessione del nodo di Nettuno di raggiungere quella molto più bassa dell'asse di rotazione di Saturno".
I ricercatori hanno dimostrato che è comunque possibile ottenere l'obliquità odierna del pianeta partendo da un valore minimo di circa 3°. In questo nuovo scenario, la frequenza di precessione dell'asse di rotazione è lentamente aumentata a causa della migrazione di Titano e ha raggiunto, molto più recentemente (circa 1 miliardo di anni fa), il valore di s8, permettendo la cattura in risonanza. A causa del continuo allontanamento di Titano e al blocco in risonanza, l'obliquità di Saturno è piano piano cresciuta fino a raggiungere oggi 27°.
Lo stesso meccanismo è stato recentemente proposto dallo stesso team di ricercatori per la futura evoluzione di Giove: a causa della migrazione dei satelliti Galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto), nei prossimi miliardi di anni Giove entrerà in una risonanza spin-orbit con la frequenza media di precessione del nodo di Urano (s7) e la sua obliquità di soli 3° sarà forzata ad aumentare. Perciò, a differenza di quanto pensato precedentemente, le obliquità di Giove e Saturno non sono fissate una volta per tutte al termine della migrazione planetaria, ma evolvono in maniera continua a causa della migrazione mareale dei loro satelliti. Inoltre, dato che la vicinanza a risonanze spin-orbit e la veloce migrazione dei satelliti appaiono essere delle condizioni non troppo rare per i giganti gassosi, è molto probabile che lo stesso meccanismo trovato per Giove e Saturno intervenga nell'evoluzione dei pianeti extrasolari.
"È interessante notare come questo risultato abbia delle importanti conseguenze sulla storia dell'evoluzione delle orbite dei pianeti del nostro Sistema Solare – conclude Giacomo Lari – I modelli di evoluzione orbitale dei pianeti sono stati finemente calibrati in modo da riuscire a riprodurre l'aumento di obliquità di Saturno ed evitare quello di Giove. Alla luce delle nuove scoperte, questi vincoli non hanno più alcuna ragione di essere considerati, in quanto la crescita di inclinazione dell'asse di rotazione di Saturno non è avvenuta durante la tarda migrazione planetaria come precedentemente pensato".
Evoluzione dell'obliquità di Giove e Saturno causata dalla rapida migrazione dei loro satelliti
Le recenti osservazioni della missione spaziale Cassini hanno rivelato la sorprendente velocità con cui Titano, il più grande dei satelliti di Saturno, si sta allontanando dal suo pianeta. Tale scoperta ha permesso a un team di ricercatori, tra cui Giacomo Lari, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa, di fornire una nuova spiegazione per l'attuale valore dell'inclinazione dell'asse di rotazione (detta anche obliquità) di Saturno. Il risultato in questione è stato pubblicato sulla rivista Nature Astronomy e vede coinvolti anche due ricercatori dell'Osservatorio di Parigi, Melaine Saillenfest e Gwenaël Boué. Questo articolo si aggiunge ai lavori già pubblicati dallo stesso team di ricerca riguardo alla futura crescita dell'obliquità di Giove a causa della migrazione mareale dei satelliti Galileiani. I risultati ottenuti hanno importanti implicazioni sull'evoluzione dei pianeti del Sistema Solare e sulla conoscenza degli esopianeti.
“Dalle teorie di formazione planetaria, sappiamo che le obliquità iniziali di Giove e Saturno erano quasi nulle – spiega Giacomo Lari – È necessario quindi capire quale meccanismo ha permesso all'asse di rotazione di Saturno di raggiungere un’inclinazione pari a 27°. Lo scenario comunemente accettato finora prevedeva che, durante la tarda migrazione planetaria (conclusa al più 4 miliardi di anni fa), la frequenza media di precessione del nodo di Nettuno, indicata con s8, fosse diminuita fino a diventare uguale alla frequenza di precessione dell'asse di rotazione di Saturno, bloccandolo in una cosiddetta "risonanza spin-orbit secolare". Mentre s8 continuava a calare, l'obliquità di Saturno sarebbe stata forzata a crescere per mantenere la risonanza. Una volta che Nettuno ha smesso di migrare, l'obliquità si sarebbe stabilizzata al valore osservato oggi. La rapida migrazione di Titano rende però impossibile questo scenario. Infatti, ora sappiamo che 4 miliardi di anni fa Titano si trovava su un'orbita molto più vicina a Saturno, impedendo alla frequenza di precessione del nodo di Nettuno di raggiungere quella molto più bassa dell'asse di rotazione di Saturno”.
I ricercatori hanno dimostrato che è comunque possibile ottenere l'obliquità odierna del pianeta partendo da un valore minimo di circa 3°. In questo nuovo scenario, la frequenza di precessione dell'asse di rotazione è lentamente aumentata a causa della migrazione di Titano e ha raggiunto, molto più recentemente (circa 1 miliardo di anni fa), il valore di s8, permettendo la cattura in risonanza. A causa del continuo allontanamento di Titano e al blocco in risonanza, l'obliquità di Saturno è piano piano cresciuta fino a raggiungere oggi 27°.
Giacomo Lari.
Lo stesso meccanismo è stato recentemente proposto dallo stesso team di ricercatori per la futura evoluzione di Giove: a causa della migrazione dei satelliti Galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto), nei prossimi miliardi di anni Giove entrerà in una risonanza spin-orbit con la frequenza media di precessione del nodo di Urano (s7) e la sua obliquità di soli 3° sarà forzata ad aumentare. Perciò, a differenza di quanto pensato precedentemente, le obliquità di Giove e Saturno non sono fissate una volta per tutte al termine della migrazione planetaria, ma evolvono in maniera continua a causa della migrazione mareale dei loro satelliti. Inoltre, dato che la vicinanza a risonanze spin-orbit e la veloce migrazione dei satelliti appaiono essere delle condizioni non troppo rare per i giganti gassosi, è molto probabile che lo stesso meccanismo trovato per Giove e Saturno intervenga nell'evoluzione dei pianeti extrasolari.
Illustrazione di Coline Saillenfest.
“È interessante notare come questo risultato abbia delle importanti conseguenze sulla storia dell'evoluzione delle orbite dei pianeti del nostro Sistema Solare – conclude Giacomo Lari – I modelli di evoluzione orbitale dei pianeti sono stati finemente calibrati in modo da riuscire a riprodurre l'aumento di obliquità di Saturno ed evitare quello di Giove. Alla luce delle nuove scoperte, questi vincoli non hanno più alcuna ragione di essere considerati, in quanto la crescita di inclinazione dell'asse di rotazione di Saturno non è avvenuta durante la tarda migrazione planetaria come precedentemente pensato”.
borsa di ricerca 12 mesi dal titolo “Raccolta e analisi dei dati di follow up in pazienti affetti da carcinoma differenziato e de-differenziato della tiroide”
Avviso di fabbisogno interno per un incarico di lavoro autonomo sulla seguente attività: “Valutazione dei complessi aziendali, delle partecipazioni e degli intangibles nell’ambito di procedure concorsuali”
Borsa di Ricerca dal titolo "Studi NMR su matrici complesse"
Corsi di lingue online del CLI
Per il secondo semestre dell'Anno Accademico 2020-21 il Centro Linguistico dell’Università di Pisa (CLI) propone, per i vari livelli di competenza, corsi online di inglese, francese, spagnolo, tedesco e italiano per stranieri.
Accedendo alla pagina web del CLI nella sezione “offerta lingue” sono riportate tutte le informazioni utili: modalità di iscrizione, calendari dei corsi, requisiti per l’iscrizione, etc.
Per partecipare ai corsi è necessario sostenere un test d'ingresso online in una delle date disponibili.
E’ possibile visualizzare gli orari dei prossimi corsi e verificare sul piano tariffario i costi: le tariffe sono particolarmente vantaggiose per gli studenti UNIPI ed Erasmus e per tutti gli altri utenti dell'Ateneo.
Le iscrizioni ai corsi generali di livello A1 (principianti assoluti) partiranno il 16 Febbraio alle ore 09:00, per i corsi dei livelli superiori le iscrizioni partiranno il 26 Febbraio ore 09:00 termineranno il 2 Marzo
Per maggiori informazioni contattare la Segreteria via email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonicamente al numero 050-2215590.
Corsi di lingue online del CLI
Per il secondo semestre dell'Anno Accademico 2020-21 il Centro Linguistico dell’Università di Pisa (CLI) propone, per i vari livelli di competenza, corsi online di inglese, francese, spagnolo, tedesco e italiano per stranieri.
Accedendo alla pagina web del CLI nella sezione “offerta lingue” sono riportate tutte le informazioni utili: modalità di iscrizione, calendari dei corsi, requisiti per l’iscrizione, etc.
Per partecipare ai corsi è necessario sostenere un test d'ingresso online in una delle date disponibili.
E’ possibile visualizzare gli orari dei prossimi corsi e verificare sul piano tariffario i costi: le tariffe sono particolarmente vantaggiose per gli studenti UNIPI ed Erasmus e per tutti gli altri utenti dell'Ateneo.
Le iscrizioni ai corsi generali di livello A1 (principianti assoluti) partiranno il 16 Febbraio alle ore 09:00, per i corsi dei livelli superiori le iscrizioni partiranno il 26 Febbraio ore 09:00 termineranno il 2 Marzo
Per maggiori informazioni contattare la Segreteria via email all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonicamente al numero 050-2215590.