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Giovedì 6 ottobre, alle ore 12.15, nell’aula magna storica del Palazzo La Sapienza dell’Università di Pisa (via Curtatone e Montanara, 15), si terrà la conferenza stampa di presentazione delle iniziative della prima edizione di “Ne parliamo in Sapienza - Confronti su temi di attualità all’Università di Pisa”.

La rassegna – in programma nei giorni 11-12-13 e 14 ottobre a cura del Centro Cidic - Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura – vedrà la partecipazione a Pisa di giornalisti, economisti, politici, scienziati, docenti, istituzioni.

Nell’occasione saranno presenti:

Paolo Mancarella, rettore Università di Pisa
Saulle Panizza, direttore Centro Cidic
Claudia Napolitano, coordinatore - responsabile organizzativo Polo Editoriale Università di Pisa

Martedì, 04 Ottobre 2022 10:46

Per Marco Grondona, un evento a Palazzo Blu

Un incontro e un concerto per ricordare Marco Grondona, docente prima di Letteratura latina, poi di Storia della musica e Drammaturgia musicale all’Università di Pisa, scomparso nel 2019. L’evento, organizzato dalla Fondazione Area, dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e dal Seminario d’Interpretazione Testuale, in collaborazione con Palazzo Blu, si terrà giovedì 6 ottobre nell’auditorium di Palazzo Blu (ore 17.15). L’iniziativa sarà aperta dai saluti delle istituzioni, per poi passare alla presentazione del libro di Marco Grondona, ‘Tutti pazzi per Marx! Una sera con Francesco Orlando’(Djinn 2019). Del libro parlerà Fabrizio Della Seta (Università di Pavia), in un incontro coordinato e moderato da Alessandro Cecchi (Università di Pisa). Dato alle stampe da Marco Grondona poco prima della sua scomparsa, il libro propone una riflessione su molti temi musicali a lui cari, con particolare riferimento allaTetralogiadi Wagner. Dopo un momento di discussione, allievi, amici e colleghi lo ricorderanno come docente, studioso e autore di numerosi saggi su Rossini, Verdi, Puccini, Gluck, Mozart, Schubert, Wagner, Strauss e altri importanti compositori e operisti, fino a Menotti e Glass. Alla fine del pomeriggio si terrà un concerto dedicato a Marco Grondona, con Luigi Nannetti (flauto traverso) e Massimo Signorini (fisarmonica), suoi allievi all’Università di Pisa.

Sarà presentata mercoledì 5 ottobre, alle ore 11 in Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, la 16° edizione della Pisa Half Marathon, la gara che si correrà domenica 9 ottobre tra le principali vie della città con arrivo in Piazza dei Miracoli. La Pisa Half Marathon, che da sempre unisce sport e solidarietà, è una gara internazionale del calendario FIDAL e da quest’anno sarà valida per il Campionato italiano di mezza maratona.
Alla presentazione interverranno il rettore Paolo Maria Mancarella, il sindaco Michele Conti, il professor Ugo Boggi, ordinario di Chirurgia generale all'Università di Pisa e organizzatore della manifestazione, Alessio Piscini, vicepresidente nazionale FIDAL, Giuseppe Bozzi, presidente dell'Associazione “Per Donare La Vita Onlus”, Maurizio Cecchini, presidente dell’Associazione “Cecchini Cuore Onlus”, Piero Giacomelli, presidente dell’Associazione “Regalami un sorriso ETS”, Alessandro Betti, presidente della Pubblica Assistenza di Pisa, Daniele Vannozzi, responsabile dell’Area della Pubblica Assistenza di Migliarino.

Pisa - Giovedì 6 ottobre, alle ore 17.30, nell’aula magna storica del Palazzo "La Sapienza" dell’Università di Pisa (Via Curtatone e Montanara, 15) si svolge l'incontro dal titolo "La crisi ambientale e il futuro dei beni comuni. Un dialogo sull’uguaglianza". Saranno presenti Carlo Petrini, Fondatore di Slow Food e Salvatore Settis, Accademico dei Lincei, e  Marco Raugi Prorettore Università di Pisa e Delegato per la Sostenibilità. L'evento, organizzato dall'associazione di volontariato San Tommaso in Ponte e da Slow Food Pisa e Monte Pisano, ha il patrocinio dell'Università di Pisa.

I mesocosmi dell’Acquario di Livorno daranno risposte sul futuro del mare dell’Arcipelago Toscano. In queste speciali vasche i ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa stanno conducendo degli esperimenti per capire l’impatto del cambiamento climatico sul Mediterraneo. Qui gli studiosi simulano particolari condizioni quali le ondate di calore, il riscaldamento e l’acidificazione dei mari con l’obiettivo di valutarne gli effetti sulle praterie di Posidonia oceanica, una pianta fondamentale per la salute degli ecosistemi marini. La sperimentazione rientra nel progetto europeo FutureMARES che venerdì 7 ottobre alle 15,30 sarà presentato all’Acquario di Livorno (Piazza Mascagni 1).

“Il nostro obiettivo – spiega il professore Fabio Bulleri del Dipartimento di Biologia e responsabile di FutureMARES per l’Università di Pisa - è di prevedere quali saranno i cambiamenti a carico di habitat chiave, come ad esempio le praterie di Posidonia oceanica e le foreste macroalgali sommerse. Allo stato attuale i dati storici e le ricerche sperimentali e sul campo ci suggeriscono infatti una progressiva colonizzazione di specie con maggiore affinità per acque calde”.

Insieme a Fabio Bulleri partecipano all’incontro di venerdì 7 ottobre Giovanni Raimondi, biologo marino dell’Acquario di Livorno, e per l’Università di Pisa Damiano Remorini, Direttore Centro interdipartimentale per lo studio degli effetti del cambiamento climatico, Lisandro Benedetti-Cecchi, Prorettore alla Ricerca in ambito europeo ed internazionale e Chiara Ravaglioli, ricercatrice del Dipartimento di Biologia.

Il progetto FutureMARES, finanziato dell’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020, comprende trentadue partner in cinque macro-regioni del globo (Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Mediterraneo, NE Atlantico e Sud Pacifico) con lo scopo di individuare soluzioni “basate sulla natura” per conservare la biodiversità in scenari climatici futuri.

“I dati relativi alle isole dell’Arcipelago Toscano – conclude Bulleri - serviranno per determinare il rischio climatico per le principali specie marine così da fornire informazioni utili per implementare adeguate politiche gestionali e di conservazione”.

I mesocosmi dell’Acquario di Livorno daranno risposte sul futuro del mare dell’Arcipelago Toscano. In queste speciali vasche i ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa stanno conducendo degli esperimenti per capire l’impatto del cambiamento climatico sul Mediterraneo. Qui gli studiosi simulano particolari condizioni quali le ondate di calore, il riscaldamento e l’acidificazione dei mari con l’obiettivo di valutarne gli effetti sulle praterie di Posidonia oceanica, una pianta fondamentale per la salute degli ecosistemi marini. La sperimentazione rientra nel progetto europeo FutureMARES che venerdì 7 ottobre alle 15,30 sarà presentato all’Acquario di Livorno (Piazza Mascagni 1).

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I mesocosmi dell’acquario di Livorno

“Il nostro obiettivo – spiega il professore Fabio Bulleri del Dipartimento di Biologia e responsabile di FutureMARES per l’Università di Pisa - è di prevedere quali saranno i cambiamenti a carico di habitat chiave, come ad esempio le praterie di Posidonia oceanica e le foreste macroalgali sommerse. Allo stato attuale i dati storici e le ricerche sperimentali e sul campo ci suggeriscono infatti una progressiva colonizzazione di specie con maggiore affinità per acque calde”.

Insieme a Fabio Bulleri partecipano all’incontro di venerdì 7 ottobre Giovanni Raimondi, biologo marino dell’Acquario di Livorno, e per l’Università di Pisa Damiano Remorini, Direttore Centro interdipartimentale per lo studio degli effetti del cambiamento climatico, Lisandro Benedetti-Cecchi, Prorettore alla Ricerca in ambito europeo ed internazionale e Chiara Ravaglioli, ricercatrice del Dipartimento di Biologia.

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Sperimentazione condotta nelle acque dell’Arcipelago Toscano

Il progetto FutureMARES, finanziato dell’Unione Europea nell’ambito di Horizon 2020, comprende trentadue partner in cinque macro-regioni del globo (Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Mediterraneo, NE Atlantico e Sud Pacifico) con lo scopo di individuare soluzioni “basate sulla natura” per conservare la biodiversità in scenari climatici futuri.

“I dati relativi alle isole dell’Arcipelago Toscano – conclude Bulleri - serviranno per determinare il rischio climatico per le principali specie marine così da fornire informazioni utili per implementare adeguate politiche gestionali e di conservazione”.

Il web non ha soppiantato la carta, almeno per quanto riguarda l’informazione locale in Italia. Il numero delle testate è infatti aumentato negli ultimi venti anni: nel 2001 c’erano 99 quotidiani cartacei e nel 2022 sono diventati 120, questo a fronte di una crescita dell’on line con 416 quotidiani attivi a marzo 2021. E’ questo lo scenario che emerge da uno studio del professore Andrea Mangani del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Economia e Società regionale. Se dunque la buona notizia è che la stampa locale è fondamentalmente in salute, e impiega oltretutto circa la metà dei giornalisti italiani, l’analisi restituisce comunque un quadro fatto di luci e ombre.

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Negli ultimi venti anni l’informazione cartacea locale ha attraversato una fase di transizione lunga e difficile, non ancora conclusa – spiega Andrea Mangani - oltre alla concorrenza-cannibalizzazione con l’online, si è dovuta confrontare con i social media che hanno iniziato ad offrire servizi di informazione a milioni di utenti”.

Secondo i dati del 2021, il maggior numero di testate cartacee si concentra soprattutto al Nord. Nelle regioni meridionali, dove le risorse economiche rimangono oggettivamente inferiori rispetto al Centro-Nord, i quotidiani on line sono comunque numerosi. Nel dettaglio, la Lombardia detiene il record con 21 quotidiani su carta e 60 on line, seguono la Campania con 11 e 39, l’Emilia-Romagna con 8 e 34, mentre nella parte medio alta della classifica c’è anche la Toscana con 5 testate cartacee e 30 on line.

“I problemi in relazione ai futuri sviluppi dell’editoria locale, specialmente se consideriamo lo spazio digitale il punto di arrivo inevitabile, riguardano soprattutto il modello di business – dice Andrea Mangani – Se infatti è la pubblicità è ancora oggi la modalità di finanziamento più diffusa per l’on line questo comporta, nel breve periodo, una concorrenza agguerrita per la spartizione di risorse scarse, e, nel lungo, la dipendenza da fonti di finanziamento incerte”.

Le testate online che cercano di affrancarsi, almeno parzialmente, dal finanziamento pubblicitario mettendo contenuti a pagamento sono solo un terzo del totale. Si tratta poi di giornali localizzati nelle regioni settentrionali, che tendono ad appartenere a gruppi editoriali e che hanno una corrispondente versione cartacea. Un quotidiano on line controllato da un gruppo può infatti contare sullo sfruttamento di economie di scala e di gamma, a loro volta associate a grandi dimensioni e numerosità dei servizi offerti.

“Nonostante la crescita del pluralismo informativo locale dovuta soprattutto al web – conclude Mangani - rimangono tuttavia elementi di apprensione che riguardano la sostenibilità di un’offerta di informazione così ampia, informazione che resta cruciale per conservare forme di pluralismo compatibili con la partecipazione politica, sociale ed economica dei cittadini”.

 

 

Il web non ha soppiantato la carta, almeno per quanto riguarda l’informazione locale in Italia. Il numero delle testate è infatti aumentato negli ultimi venti anni: nel 2001 c’erano 99 quotidiani cartacei e nel 2022 sono diventati 120, questo a fronte di una crescita dell’on line con 416 quotidiani attivi a marzo 2021. E’ questo lo scenario che emerge da uno studio del professore Andrea Mangani del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Economia e Società regionale. Se dunque la buona notizia è che la stampa locale è fondamentalmente in salute, e impiega oltretutto circa la metà dei giornalisti italiani, l’analisi restituisce comunque un quadro fatto di luci e ombre.

“Negli ultimi venti anni l’informazione cartacea locale ha attraversato una fase di transizione lunga e difficile, non ancora conclusa – spiega Andrea Mangani - oltre alla concorrenza-cannibalizzazione con l’online, si è dovuta confrontare con i social media che hanno iniziato ad offrire servizi di informazione a milioni di utenti”.

Secondo i dati del 2021, il maggior numero di testate cartacee si concentra soprattutto al Nord. Nelle regioni meridionali, dove le risorse economiche rimangono oggettivamente inferiori rispetto al Centro-Nord, i quotidiani on line sono comunque numerosi. Nel dettaglio, la Lombardia detiene il record con 21 quotidiani su carta e 60 on line, seguono la Campania con 11 e 39, l’Emilia-Romagna con 8 e 34, mentre nella parte medio alta della classifica c’è anche la Toscana con 5 testate cartacee e 30 on line.

“I problemi in relazione ai futuri sviluppi dell’editoria locale, specialmente se consideriamo lo spazio digitale il punto di arrivo inevitabile, riguardano soprattutto il modello di business – dice Andrea Mangani – Se infatti è la pubblicità è ancora oggi la modalità di finanziamento più diffusa per l’on line questo comporta, nel breve periodo, una concorrenza agguerrita per la spartizione di risorse scarse, e, nel lungo, la dipendenza da fonti di finanziamento incerte”.

Le testate online che cercano di affrancarsi, almeno parzialmente, dal finanziamento pubblicitario mettendo contenuti a pagamento sono solo un terzo del totale. Si tratta poi di giornali localizzati nelle regioni settentrionali, che tendono ad appartenere a gruppi editoriali e che hanno una corrispondente versione cartacea. Un quotidiano on line controllato da un gruppo può infatti contare sullo sfruttamento di economie di scala e di gamma, a loro volta associate a grandi dimensioni e numerosità dei servizi offerti.

“Nonostante la crescita del pluralismo informativo locale dovuta soprattutto al web – conclude Mangani - rimangono tuttavia elementi di apprensione che riguardano la sostenibilità di un’offerta di informazione così ampia, informazione che resta cruciale per conservare forme di pluralismo compatibili con la partecipazione politica, sociale ed economica dei cittadini”.

Al via all’Università di Pisa la nuova edizione di Innovation Campus, programma di alta formazione sviluppato da Samsung Electronics Italia in collaborazione con l’Ateneo con l’obiettivo di offrire agli studenti competenze digitali avanzate, necessarie per essere competitivi in un mercato del lavoro in continua evoluzione, facendo leva sulle nuove tendenze tecnologiche, come Intelligenza Artificiale, Big Data, Cybersecurity e Internet of Things.
Il corso è rivolto studenti dell’Ateneo, provenienti dal secondo e terzo anno dei corsi di Laurea Triennale istituiti presso i dipartimenti di Informatica e Ingegneria dell'informazione, selezionati attraverso un test sulle competenze di base acquisite e un colloquio motivazionale.
L’iniziativa consiste in un vero e proprio corso di alta formazione, focalizzato sui temi del digitale che andrà a integrarsi ai percorsi universitari già avviati e per cui potranno essere riconosciuti crediti formativi: oltre alla partecipazione a lezioni teoriche tradizionali, i ragazzi saranno chiamati anche a sviluppare un progetto di gruppo, per mettere in pratica quanto appreso e immergersi sin da subito in un’esperienza concreta e avvicinarsi così al mondo del lavoro. Il project work dovrà essere un’idea strutturata in grado di promuovere una crescita sostenibile e una società più inclusiva attraverso l’innovazione digitale, con un focus in primis sull’AI. Il tema portante del project work sarà allineato con gli obiettivi di Ricerca dell’Ateneo e con le missioni del PNRR.

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Samsung, in collaborazione con l’Ateneo, metterà a disposizione l’esperienza e le competenze dei propri ingegneri che affiancheranno i docenti universitari per aiutare gli studenti ad acquisire competenze digitali avanzate su temi come Intelligenza Artificiale e Internet of Things applicate al mercato dei prodotti Consumer Electronics, Machine Learning e Cybersecurity, potenziando al contempo le capacità di ideazione, di gestione progettuale e di problem solving, capacità rilevanti per diventare professionisti preparati ad affrontare le sfide future.

Una commissione composta dai docenti dell’Ateneo e dagli esperti Samsung premierà poi con una borsa di studio del valore di circa 1800 euro gli studenti che avranno raggiunto il punteggio più alto, risultato dalla somma del test finale e dalla valutazione del project work.
Per ulteriori informazioni accedi a questo link. A questo link invece il video dedicato al programma Innovation Campus.
La nuova edizione vede coinvolti oltre all’Università di Pisa, altri cinque atenei distribuiti in tutto il Paese, già eccellenze italiane nella formazione in ambito STEM: le Università degli Studi di Cagliari, Bari, Genova, Pavia e l’Università del Salento.
“La nuova edizione dell’Innovation Campus consolida i rapporti avviati negli scorsi anni con questa importante realtà del mondo tecnologico internazionale e offre ancora una volta ad un gruppo di student l’opportunità di confrontarsi con i migliori esperti del settore presenti in Samsung e con le conoscenze più avanzate messe in campo dai nostri docenti dei Dipartimenti di Informatica e di Ingegneria dell’Informazione” ha commentato Rossano Massai, Delegato del Rettore per l’Orientamento e il Job Placement.

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“Si tratta in questo senso di un’eccellente palestra sia per studenti che per docenti per elaborare nuova conoscenza e innovazione ma anche per cercare di progettare i futuri percorsi universitari a cui questa esperienza potrà fornire indicazioni rilevanti. Gli eccellenti risultati ottenuti nelle precedenti edizioni ci stimolano a proseguire e consolidare ulteriormente questa collaborazione con Samsung”.

“Con Innovation Campus vogliamo essere al fianco delle Università e dei docenti e dare un contributo a ridurre questo gap, sostenendo gli studenti nel loro percorso di formazione attraverso l’acquisizione di competenze nuove, affinché possano essere promotori di un cambiamento positivo e un progresso sociale ed economico” ha commentato Anastasia Buda, Corporate Citizenship & Internal Communication Manager di Samsung Electronics Italia.

Si è tenuto nel pomeriggio del 30 settembre, presso il Museo della Grafica del Sistema Museale d'Ateneo, il Convegno “Gli anni ‘80 in 80 scatti”, organizzato in occasione della omonima mostra aperta lo scorso 23 settembre a Palazzo Lanfranchi, con le opere del fotografo e sinologo Andrea Cavazzuti, in Cina da oltre quarant’anni, che è stato presente all’incontro.

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Come la mostra, anche il Convegno nasce da un’idea dell’Associazione EOE (EstOvestEst) e arricchisce di inevitabili riflessioni storico-sociali, tutta l’esposizione. I relatori intervenuti nell’occasione sono stati Carlo Laurenti, traduttore e scrittore di importanza internazionale; Barbara Pasquale, documentarista e videomaker; l’autore delle fotografie, Andrea Cavazzuti; la dottoressa Elisa Debernardi e il professir Cristian Biasci, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione EOE; l’assessore al commercio e al turismo del Comune di Pisa, Paolo Pesciatini; in collegamento diretto via streaming, lo scrittore cinese Zhi An, che ha condiviso con il pubblico le sue impressioni sui lavori di Cavazzuti e sul suo ricordo degli anni ’80, nei quali è ambientato uno dei suoi romanzi, “Shòumìng”, ancora non tradotto in italiano.
A intervenire durante l’incontro anche Jin Shuen, titolare del ristorante “Oriente” e figlio di Chin Ton Lin, figura di spicco per la comunità cinese pisana. Venuto a mancare nel 2021, Chin Ton Lin ha promosso i gemellaggi tra Pisa e le città cinesi, ricoprendo il ruolo di primo rappresentante per l’economia e il commercio del Comune di Pisa in Cina, di referente per le relazioni istituzionali con Pechino che aveva portato ambasciatori, consoli e governanti a conoscere Pisa tra cui, nel 2009, il presidente cinese Hu Jintao.

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Durante l’evento la documentarista Barbara Pasquale ha girato tre interviste a tre persone di nazionalità cinese nate rispettivamente negli anni ’60, ’70 e ’80.
Nell'ambito del convegno, l’assessore Pesciatini ha dichiarato la sua volontà e il suo entusiasmo a “Sostenere, non solo patrocinare queste iniziative, in modo da favorire l’apertura e lo scambio tra le culture, certamente conservando i propri valori ma con l’auspicio di poterne aggiungere altri: una integrazione, dunque, lontana dai luoghi comuni e dai buonismi insensati, ma strutturata e fondata sulla conoscenza reciproca”.

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