Scoperto in Perù l’animale più pesante mai vissuto, il cetaceo Perucetus colossus
Dal Deserto di Ica, lungo la costa meridionale del Perù, riaffiorano i resti fossilizzati di uno straordinario animale risalente a quasi 40 milioni di anni fa: un antenato delle balene e dei delfini caratterizzato da ossa grandissime e pesantissime che fanno pensare a un mostro marino dalle proporzioni titaniche. Un articolo appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature presenta una prima analisi di questo eccezionale cetaceo, a cui è stato dato il nome di Perucetus colossus in onore del paese sudamericano in cui è stato rinvenuto e in riferimento alla sua taglia letteralmente colossale. Il gruppo internazionale di scienziati autori della ricerca vede in primo piano i paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa: il professor Giovanni Bianucci, primo autore e coordinatore della ricerca, il dottorando Marco Merella e il ricercatore Alberto Collareta. Allo studio hanno partecipato anche altri geologi e paleontologi italiani provenienti dalle università di Milano-Bicocca (la ricercatrice Giulia Bosio e la professoressa Elisa Malinverno) e Camerino (i professori Claudio Di Celma e Pietro Paolo Pierantoni), affiancati da ricercatori peruviani e di diverse nazionalità europee.
Ricostruzione artistica di Perucetus colossus (Alberto Gennari).V
Le ossa fossili di questo cetaceo primitivo sono state recuperate in successive campagne di scavo e sono ora conservate presso il Museo di Storia Naturale di Lima. Consistono di tredici vertebre, quattro costole e parte del bacino, quest’ultimo a indicare che Perucetus era ancora provvisto di piccole zampe posteriori, una condizione riscontrata anche negli altri Basilosauridi, il gruppo di cetacei arcaici a cui è stato riferito questo nuovo mostro marino. “Sebbene lo scheletro da noi studiato non sia completo, stime rigorose basate sulla misurazione delle ossa conservate e sulla comparazione con un ampio database di organismi attuali e fossili – spiega Giovanni Bianucci – indicano che la massa scheletrica di Perucetus era di circa 5-8 tonnellate, un valore perlomeno doppio rispetto alla massa scheletrica del più grande animale vivente, la balenottera azzurra. Il pesantissimo scheletro di Perucetus, che in vita avrebbe raggiunto i 20 metri di lunghezza, suggerisce che la massa corporea di questo antico cetaceo potesse raggiungere le 340 tonnellate, quasi il doppio della più grande balenottera azzurra e oltre quattro volte quanto stimato per l’Argentinosauro, uno dei più grandi dinosauri mai rinvenuti”. Perucetus rappresenta dunque un ottimo candidato al ruolo di animale più pesante di tutti i tempi, un record da cui verrebbe scalzata proprio la balenottera azzurra. Le implicazioni paleobiologiche di una simile scoperta sono di estrema importanza. “L’enorme massa corporea di Perucetus – prosegue Bianucci – indica che i cetacei sono stati protagonisti di fenomeni di gigantismo in almeno due fasi: in tempi relativamente recenti, con l’evoluzione delle grandi balene e balenottere che popolano gli oceani moderni, e circa 40 milioni di anni fa, con la radiazione dei Basilosauridi di cui Perucetus è il rappresentante più straordinario”.
Perucetus colossus, in evidenza le parti scheletriche conservate (Giovanni Bianucci e Marco Merella).
Lo studio di un simile ‘peso massimo’ è stato certamente eccitante ma non privo di difficoltà: “Ciascuna delle vertebre di Perucetus è talmente pesante (la più leggera pesa oltre 100 kg) da richiedere diverse persone robuste per ogni minimo spostamento – racconta Marco Merella – Oltre a rendere più difficili le fasi di scavo e preparazione, ciò ha complicato fortemente l’analisi osteoanatomica dei reperti. Ci siamo quindi rivolti alle innovative metodologie della paleontologia virtuale e in particolare alla scansione a luce strutturata, per acquisire ed elaborare modelli tridimensionali di dettaglio di tutte le ossa raccolte. Questi modelli ci hanno poi permesso di proseguire lo studio una volta ritornati a Pisa; infatti, è proprio grazie alla scansione a luce strutturata che è stato possibile stimare in maniera rigorosa il volume dello scheletro, fornendo così un supporto quantitativo alla ricostruzione della forma del corpo e del modo di vita di questo eccezionale cetaceo estinto”.
Il gruppo di ricerca nel sito di ritrovamento del fossile (Giovanni Bianucci).
“La taglia titanica delle ossa di Perucetus rappresenta certamente il tratto più appariscente di questa nuova specie – afferma Alberto Collareta – ma l’enorme massa ricostruita per l’intero scheletro riflette anche l’alto peso specifico della tipologia di tessuto osseo di cui esso si compone. Tutte le ossa di Perucetus, infatti, sono costituite da osso estremamente denso e compatto, simile a quello che si rinviene, anche se in maniera decisamente meno marcata, nei sireni attuali. Questi mammiferi abitano in acque costiere poco profonde, dove uno scheletro particolarmente pesante funziona da ‘zavorra’, facilitando così l’alimentazione al fondale ed aumentando l’inerzia all’azione delle onde. L’ispessimento e appesantimento dello scheletro, in termini tecnici pachiosteosclerosi, che accomuna Perucetus ai sireni non si rinviene in nessun cetaceo attuale. Dunque, benché sia difficile fornire un’interpretazione paleoecologica di questo straordinario adattamento, è probabile che esso fornisse a Perucetus la stabilità necessaria per abitare acque agitate prossime alla linea di costa. Perucetus si alimentava probabilmente presso il fondale, forse privilegiando la ricerca di carogne di altri vertebrati marini come fanno oggi alcuni grandi squali”.
Scavo vertebre Perucetus (Giovanni Bianucci).
Gli studi presso l’Università di Milano-Bicocca si sono concentrati sulla ricostruzione della stratigrafia e sulla datazione dell’antico antenato delle balene. “Sulla base di studi micropaleontologici di specie planctoniche e di una datazione radiometrica di una cenere vulcanica trovata nelle vicinanze del reperto – aggiungono Elisa Malinverno e Giulia Bosio– abbiamo potuto stimare un’età compresa tra 39.8 e 37.84 milioni di anni per questo fossile. Perucetus colossus viveva quindi nell’epoca denominata Eocene, quando gli antenati dei cetacei attuali stavano abbandonando lo stile di vita terrestre a favore di quello marino”.
Claudio Di Celma e Pietro Paolo Pierantoni della sezione di Geologia dell'Università di Camerino hanno realizzato lo studio geologico-stratigrafico dell’area in cui è stato scoperto Perucetus colossus. “Attraverso lo studio delle rocce sedimentarie che lo contenevano – spiega Claudio Di Celma – abbiamo contribuito alla ricostruzione dell’ambiente in cui questo antico mammifero marino ha vissuto. Dove oggi c’è un deserto che si estende per centinaia di chilometri lungo la costa del Perù meridionale, in passato si trovava un ampio bacino marino, il Bacino di Pisco, caratterizzato da una notevole abbondanza di nutrienti e una ricca biodiversità”.
Per quanto la scoperta di Perucetus sia stata inaspettata, non lo sono il luogo e le modalità con cui essa è avvenuta. “Il ritrovamento delle prime ossa di Perucetus risale a tredici anni fa ed è merito di Mario Urbina, ricercatore di campo e vera e propria leggenda vivente della paleontologia peruviana – spiega Bianucci – ed è solo grazie alla perseveranza di Mario che lo scavo pluriennale di questo straordinario (e pesantissimo) fossile è stato possibile. È stato proprio Mario a realizzare che il Deserto di Ica - una delle aree più aride del pianeta - è sede di uno dei più grandi giacimenti di vertebrati fossili del mondo”.
Il patrimonio paleontologico del Deserto di Ica
Da una quindicina d’anni, grazie a una serie di progetti di ricerca nazionali e internazionali (molti dei quali a guida dell’Università di Pisa), questo eccezionale patrimonio paleontologico viene adeguatamente valorizzato attraverso la ricerca scientifica portata avanti da un gruppo affiatato e multidisciplinare di cui i paleontologi peruviani sono parte integrante. Il Deserto di Ica è quindi diventato scenario di molte scoperte da record: dal più antico cetaceo quadrupede ad aver raggiunto l’Oceano Pacifico, al più antico antenato delle attuali balene, senza dimenticare l’enorme capodoglio predatore Livyatan melvillei; scoperte che confermano il ruolo di primissimo piano della paleontologia pisana nel campo dei mammiferi marini.
Lo studio dei cetacei del Deserto di Ica e delle condizioni eccezionali che hanno portato alla formazione di questo straordinario giacimento fossilifero proseguirà negli anni a venire, anche grazie ad un nuovo finanziamento ministeriale (PRIN) coordinato proprio dall’Università di Pisa. “Scommetto che le sorprese non sono finite”, conclude Bianucci.
Editoria universitaria accessibile: verso un protocollo nazionale
Cambio di passo per il mondo dell’editoria universitaria accessibile che a Pisa, in occasione dei recenti Stati Generali, ha definito quelli che sono stati chiamati “Gli impegni di P.I.S.A.: Percorsi Inclusivi e Servizi Accessibili”. Una tappa importantissima, che si aggiunge e segue il Trattato di Marrakech e l'European Accessibility Act, aprendo di fatto la strada per la futura definizione di un protocollo nazionale, che vedrà gli atenei italiani e il Governo lavorare in sinergia con gli editori.
“La necessità di lavorare in rete per favorire l’accesso alla cultura e agli studi universitari per tutti gli studenti e per tutte le studentesse con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento è emersa in modo chiaro da tutti gli interventi e dalla tavola rotonda che ha concluso gli Stati Generali dell’editoria universitaria accessibile del 7 luglio scorso, organizzati a Pisa dalla Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità (CNUDD), ha commentato Maurizio Messina, presidente del Gruppo Accademico Professionale AIE Associazione Italiana Editori. L’esperienza di Fondazione LIA, nata dalla collaborazione di AIE E UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) e riconosciuta come caso di eccellenza nel campo dell’accessibilità editoriale a livello internazionale, è un esempio di come lavorando insieme con obiettivi comuni si possano raggiungere risultati importanti. L’auspicio è che Gli impegni di P.I.S.A possano rappresentare la base per un futuro che, grazie alla condivisione ed al confronto fra tutti gli attori coinvolti, veda risolti i problemi attuali, grazie alla messa a punto di un progetto organico che superi l’attuale mancanza di coordinamento e renda più efficiente l’intero sistema”.
“Con Gli impegni di P.I.S.A, si avvicina sempre di più l’obiettivo di garantire a tutti l’accesso alla conoscenza e all’alta formazione, rispettando i traguardi temporali definiti a livello europeo nonché le linee tracciate da ANVUR attraverso il nuovo modello di accreditamento degli Atenei AVA3”, ha sottolineato il professor Luca Fanucci, Delegato all’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA dell’Università di Pisa e coordinatore del convegno. “La strada da compiere è, però, ancora lunga – aggiunge Fanucci - e la sfida è quella di mettere a disposizione della popolazione universitaria (e non solo) prodotti editoriali di natura digitale, inclusivi e accessibili, creando un sistema strutturato efficiente ed efficace”.
Una sfida che, da tempo, vede proprio l’Università di Pisa e la sua casa editrice, la Pisa University Press, in prima linea, con un progetto di accessibilità inaugurato dall’edizione digitale, certificata dalla Fondazione LIA, della Costituzione Italiana, curata e commentata dai professori Roberto Romboli e Saulle Panizza, a cui presto si aggiungeranno altri titoli.
Un traguardo, quello raggiungo dalla Pisa University Press, che diventa esigenza imprescindibile rispetto ai numeri dell’ateneo pisano, frutto di una nuova consapevolezza diffusa tra gli studenti e il corpo docente. Nell’Università di Pisa sono, infatti, 1.866 gli studenti con certificazione di disabilità e 553 quelli con certificazione Disturbi Specifici per l’Apprendimento.
Al convegno del 7 luglio scorso, dal titolo “AVA3 e le nuove sfide per l’inclusione didattica: il ruolo dell’editoria universitaria accessibile”, promossa dalla CNUDD in collaborazione con il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura dell’Università di Pisa-CIDIC, sono intervenuti: Riccardo Zucchi, Rettore dell’Università di Pisa; Claudio Pettinari, Rappresentante CRUI; Alberto Arenghi, Presidente CNUDD; Fabio Ferrucci, Delegato del Rettore alla Disabilità, Università degli Studi del Molise; Mario Barbuto, Presidente Fondazione LIA e UICI; Cristina Mussinelli, Segretario Generale Fondazione LIA; Maurizio Messina, Presidente Gruppo Accademico Professionale AIE (Associazione Italiana Editori); Claudia Napolitano, Presidente Associazione “Coordinamento University Press Italiane” e responsabile di Pisa University Press; Paola Passarelli, Direttore Generale Biblioteche e diritto d’autore.
The University of Pisa welcomes Professor Nenad Zrnic of the University of Belgrade
On July 20th, the University of Pisa had the pleasure of welcoming Professor Nenad Zrnic of the University of Belgrade. Professor Zrnic met the Rector's delegates and discussed the new strategies of the university in the context of the University Alliance Circle U.
Starting next autumn, after the approval of the new proposal by the European Commission, the University of Pisa will in fact coordinate the new "Societal Engagement" Work Package 5 of the project, which in the earlier phase was coordinated by the University of Belgrade. The project promotes international exchanges for members of the entire academic community in the fields of education for entrepreneurship, inclusion, and sustainability. It also fosters financial support for initiatives based on student-developed ideas, in collaboration with local stakeholders.
Alessandra Meoni, Alessio Cavicchi, Laura Elisa Marcucci, Nenad Zrnic and Paolo Cannata.
Accompanied by the Rector’s Delegate for the promotion of entrepreneurial culture and innovation Professor Alessio Cavicchi, Zrnic had the opportunity to meet numerous colleagues from various Departments of the University of Pisa. In particular, he attended a lecture by Professor Francesca Galli on food and sustainability at the Department of Agriculture, Food and Environment. After that, Cavicchi took him to the Polo Tecnologico in Navacchio where, thanks to Professor Giuseppe Anastasi, Zrnic met Dr Vittorio Franchina and Professor Simone Genovesi, who illustrated the activities of the CROSSLAB.
Zrnic had also the opportunity to enjoy an informal, friendly lunch with Andrea di Benedetto, President of Polo Tecnologico in Navacchio, and Francesco Oppedisano, President of CNA, and to visit the Avanzi Centre. Here, thanks to Professors Angelo Canale and Daniele Antichi and to Dr Marco Ginanni, Zrnic could visit several experimental areas and the Unifood Centre.
In the afternoon, Cavicchi led Zrnic on a short but intense tour of the most historic and evocative premises of the University, with a visit to Palazzo della Sapienza and Palazzo Alla Giornata. After that, and together with the Rector's Delegate for orientation activities Professor Laura Elisa Marcucci, Dr Alessandra Meoni from the International Relations Office, and Paolo Cannata from the Technology Transfer Office, they had a productive meeting in the Sala Mappamondi. Zrnic showed the results achieved by the students of the University of Belgrade in the context of the challenges launched in the past years and underlined the benefits for the entire academic community deriving from participation in this Alliance. He also highlighted some important steps to be taken for a solid commitment of students, technical/administrative and teaching staff.
At the end of the meeting, Cavicchi and Zrnic were joined by Professor Giovanni Federico Gronchi, pro-rector for cooperation and international relations. This fruitful day ended with a renewed spirit of collaboration between the two universities and the entire University Alliance Circle U., looking forward to the handover of the coordination of the new WP5.
L’Università di Pisa accoglie il professor Nenad Zrnic dell’Università di Belgrado
Lo scorso 20 luglio l’Ateneo pisano ha ospitato il professor Nenad Zrnic dell’Università di Belgrado, che ha incontrato i delegati del rettore per discutere le nuove strategie dell’Ateneo nell’ambito della European University Alliance Circle U.
A partire dal prossimo autunno, con l'approvazione della nuova proposta da parte della Commissione Europea, l’Università di Pisa coordinerà infatti il Work Package 5 del progetto, denominato “Societal Engagement” che nel precedente progetto era stato coordinato proprio dall’Università di Belgrado. Il progetto prevede la realizzazione di scambi internazionali per i membri di tutta la comunità accademica, nell’ambito dell’educazione all’imprenditorialità, dell’inclusione e della sostenibilità, e il supporto anche di tipo finanziario a iniziative che nasceranno dalle idee degli studenti, sviluppate in collaborazione con gli stakeholders del territorio.
Da sinistra: Alessandra Meoni, Alessio Cavicchi, Laura Elisa Marcucci, Nenad Zrnic e Paolo Cannata.
Nel corso della sua visita a Pisa, il professor Zrnic ha avuto modo di incontrare numerosi colleghi e colleghe dei vari Dipartimenti dell’Università di Pisa. In particolare, ha partecipato a una lezione della professoressa Francesca Galli sui temi di cibo e sostenibilità al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-alimentari; al Polo Tecnologico di Navacchio, grazie al professor Giuseppe Anastasi, ha incontrato il dr. Vittorio Franchina e il professor Simone Genovesi che hanno illustrato le attività del CROSSLAB.
Inoltre, il professore ha avuto modo di incontrare Andrea di Benedetto, presidente del Polo tecnologico di Navacchio e Francesco Oppedisano, presidente di CNA, e di visitare il centro Avanzi dove, grazie alla disponibilità dei professori Angelo Canale e Daniele Antichi e del dr. Marco Ginanni, ha potuto visitare diverse aree sperimentali e il centro Unifood.
Nel pomeriggio il professor Alessio Cavicchi, delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell’innovazione, ha accompagnato il professor Zrnic a visitare i luoghi più storici e suggestivi dell’Ateneo, il Palazzo della Sapienza e il Palazzo alla Giornata. Insieme alla delegata del rettore per le attività di orientamento Laura Elisa Marcucci, alla dr.ssa Alessandra Meoni dell’Ufficio per le Relazioni Internazionali e a Paolo Cannata dell’Ufficio Trasferimento Tecnologico, si sono poi trattenuti presso la Sala Mappamondi del rettorato: il professor Zrnic ha mostrato i risultati raggiunti dagli studenti dell’Università di Belgrado nell’ambito delle sfide (challenges) lanciate negli anni passati e ha sottolineato i benefici per l’intera comunità accademica derivanti dalla partecipazione a questa Alleanza, enfatizzando anche alcuni passaggi importanti da realizzare per un coinvolgimento reale di studenti, personale tecnico amministrativo e corpo docente.
L’incontro si è concluso alla presenza del professor Giovanni Federico Gronchi, prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, con un rinnovato spirito di collaborazione tra i due Atenei e di tutta l’University Alliance Circle U. verso il passaggio di consegne del coordinamento del nuovo WP5.
Circle U. to pursue the alliance’s mission and vision with the renewed support of the European Commission
Circle U.: la Commissione Europea rinnova il sostegno all’Alleanza Universitaria europea
Leggi la notizia: https://www.unipi.it/index.php/news/item/26138-circle-u-la-commissione-europea-rinnova-il-sostegno-all-alleanza-universitaria-europea
Servizi e strumenti 4.0 per un Ateneo sempre più "smart"
Dall’intelligenza artificiale alla realtà aumentata per un’esperienza formativa senza precedenti. Sono tante le novità tecnologiche che accoglieranno gli iscritti all’Università di Pisa a partire dal prossimo anno accademico e che vanno ad arricchire la già ampia offerta digitale dell’ateneo pisano.
“A partire dall’anno accademico 2023/24 – spiega il professor Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateneo - saranno messi a disposizione delle studentesse e degli studenti strumenti interattivi per visualizzare, durante la lezione in aula, contenuti digitali come modelli 3D interattivi, simulazioni, immagini e animazioni”.
“In alcuni casi, questo avverrà con l’ausilio di sistemi di realtà aumentata, così da arricchire l’esperienza formativa andando oltre la tradizionale lezione cattedratica e consentendo l’interazione con il materiale digitale – prosegue Cisternino - Grazie al sistema Signs, messo a punto dal nostro Ateneo, tutti questi contenuti saranno accessibili semplicemente scansionando un codice QR che ragazze e ragazzi troveranno sulle oltre 30.000 sedute dell’Ateneo”.
"Nei nostri servizi, inoltre, abbiamo già introdotto l’uso dell’intelligenza artificiale generativa – conclude i presidente del SIA – E molto presto gli studenti potranno interagire con chatbot per ricevere informazioni pratiche e personalizzate su tutto quello che riguarda il funzionamento del nostro Ateneo e indicazioni di primo orientamento sulla carriera universitaria".
Novità, quelle anticipate dal professor Cisternino che si aggiungono ai tanti servizi digitali già attivi da tempo e modellati sulle esigenze degli studenti, così da agevolarli nelle operazioni di programmazione della propria carriera
Servizi oggi accessibili attraverso la piattaforma Agenda Didattica che, sempre di più, si sta configurando come un vero e proprio “assistente digitale” per chi studia a Pisa e dove, molto presto, arriveranno anche strumenti che renderanno ancor più semplice accedere a tutte quelle informazioni indispensabili per la carriera di studenti.
Già oggi, loggandosi sull’Agenda con le credenziali di ateneo, gli studenti, in pochi click, possono organizzare e gestire la propria vita universitaria, dall’iscrizione alle lezioni e agli esami, al libretto digitale, passando per l’accesso al portale Alice.
Sempre su Agenda Didattica, è attivo inoltre un sistema di notifica che aggiorna tempestivamente su eventuali cambi di orario o di aula sia per le lezioni che per gli esami.
Prosegue, così, il percorso di transizione digitale dell’Ateneo pisano che, tra le altre cose, è stato anche il primo ad approdare sulla App IO dove oggi le sue studentesse e i suoi studenti, sottoscrivendo l’apposito servizio, possono ricevere le notifiche della registrazione dei risultati della valutazione degli esami di profitto.
L'Università di Pisa si aggiudica 3.5 milioni di euro per AI e Robotica
Successo dell'Università di Pisa nella procedura competitiva per lo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale finanziata dal Fondo Italiano per la Scienza (bando FIS 2021). Nella graduatoria finale del Macrosettore “Physical sciences and engineering” sono, infatti, ben tre le proposte scientifiche dell'Ateneo pisano che hanno ricevuto un finanziamento, per un totale di circa tre milioni e mezzo di euro.
Ad ottenere il contributo del Fondo Italiano per la Scienza sono stati, nella categoria ricercatori emergenti (Starting Grant), Riccardo Guidotti del Dipartimento di Informatica, con il progetto “MIMOSA - Mining Interpretable Models explOiting Sophisticated Algorithms" (970.000,00 €), che introduce un cambio di paradigma da "data mining" a "model mining", puntando a definire una metodologia per estrarre modelli predittivi interpretabili, accurati ed eticamente responsabili per i sistemi di supporto alle decisioni basati su AI, da utilizzare in contesti critici come il settore medico o finanziario.
Nella stessa categoria abbiamo poi Matteo Bianchi del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e del Centro di Ricerca "Enrico Piaggio" con il progetto "PERCEIVING - Optimally designed haPtic systEms foR multi-Cue sEnsing and delIVery: foundatIons and techNoloGies" (994.796,00 €), col quale saranno sviluppate innovative interfacce per acquisire e restituire gli attributi principali legati alla percezione tattile, creando immagini per le mani per la realtà aumentata e la tele-robotica.
Infine, nella categoria ricercatori affermati (Advanced Grant) è stato finanziato il progetto di Dino Pedreschi del Dipartimento di Informatica, "Social Artificial Intelligence: foundations of AI-assisted techno-social systems" (1.489.600,00 €), che apre allo studio dei sistemi complessi in cui persone e algoritmi interagiscono e si influenzano a vicenda. Obiettivo: disegnare l’IA del futuro in modo da ridurre i rischi e favorire un migliore bilanciamento fra interessi individuali e obiettivi collettivi.
“Congratulazioni personali ai tre vincitori, perché si tratta di un bando – che mima i bandi europei ERC – dove la componente individuale della proposta è l’aspetto più importante - dichiara Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa - dobbiamo anche segnalare che su 16 progetti finanziati in Italia nel settore PE (Physical Sciences and Engineering), ben 3 sono dell’Università di Pisa. Se consideriamo anche il finanziamento del progetto "Innovative BioRobotic artIficial organS" di Arianna Menciassi della Scuola Superiore Sant'Anna, il 'Sistema Pisa' conferma così il proprio ruolo guida per il Paese”.
Circle U. Seed Funding Scheme: the 2023 call is open
Con il “Seed Funding Scheme” di Circle U. arrivano finanziamenti per docenti, ricercatori e studenti
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