Nasce all’Università di Pisa un centro dedicato alla didattica
E’ nato all’Università di Pisa un centro interamente dedicato alla didattica. Il Teaching and Learning Centre (TLC) si occuperà di innovazione della didattica universitaria, di sviluppare metodologie e strumenti per migliorare le esperienze di insegnamento e apprendimento, e di formazione degli insegnanti.
Il Centro promuoverà e coordinerà tutte le azioni presenti e future che fanno capo alla didattica di Ateneo. Ci sono ad esempio i progetti speciali per la didattica che già da alcuni anni coinvolgono studenti e studentesse dei corsi di laurea triennali e magistrali in esperienze attive e partecipate. Oppure iniziative come “Insegnare a insegnare” per migliorare le competenze didattiche degli stessi professori universitari o la Comunità dei mentori con docenti che seguono lezioni di colleghi di altre discipline per uno scambio di punti di vista con il coinvolgimento degli studenti per migliorare le metodologie didattiche.
“Uno degli obiettivi – dice Giovanni Paoletti (foto), prorettore per la didattica - sarà quello di individuare le cosiddette buone pratiche, condividerle e valorizzarle in coordinamento con il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura dell’Ateneo”.
Al TLC fa capo anche l’attività dell’Università di Pisa nel campo della formazione insegnanti, con i nuovi percorsi di formazione che saranno attivati nei prossimi mesi, grazie all’apposito Centro multidisciplinare interno al TLC, coordinato da Cecilia Iannella.
“La collaborazione scuola università è un tassello fondamentale per lo sviluppo culturale del Paese – sottolinea Paoletti – In questo contesto il tema della formazione degli insegnanti, quelli futuri e quelli in servizio, riveste un ruolo particolarmente importante, è mia convinzione è che scuola e università possano trarre beneficio reciproco da questo confronto”.
Gli organi del TLC sono il Direttore, la Giunta, di cui fanno parte i referenti esperti (Filippo Chiarello, Donatella Fantozzi, Cecilia Iannella, Federica Paganelli), il Consiglio, con i referenti TLC dei Dipartimenti, e un Comitato scientifico con compiti di raccordo tra le politiche di Ateneo in materia di didattica. Il supporto amministrativo è assicurato dall’Unità Teaching and Learning diretta da Luigi Diana.
Possono afferire al TLC tutti i docenti dell’Ateneo interessati alle sue finalità.
Ritratti nell’Orto, incontro di illustrazione scientifico-botanica con Silvana Rava
Tutte le informazioni al link: https://www.unipi.it/index.php/presentazione/item/27025
Ritratti nell’Orto, incontro di illustrazione scientifico-botanica con Silvana Rava
Torna un nuovo appuntamento con "Ritratti nell’Orto", il corso di illustrazione scientifico-botanica tenuto da Silvana Rava al Museo Botanico.
Lunedì 27 novembre e martedì 28 novembre, dalle ore 9.00 alle ore 17.30 (con breve pausa pranzo), avranno luogo due incontri dal tema "I tesori dell’autunno”
L'attività è aperta a tutti.
Per maggiori informazioni e iscrizioni:
https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/2023/11/ritratti-nellorto-4/
Silvana Rava, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Roberta Vangelisti, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
"Modigliani" in scena al Teatro Nuovo
Tutte le informazioni al link: https://www.unipi.it/index.php/offerta/item/27019
Conferenza "La filosofia analitica oggi"
Tutte le informazioni al link: https://www.unipi.it/index.php/attivita-e-viaggi-studenteschi/item/27017-conferenza-la-filosofia-analitica-oggi
Conferenza "La filosofia analitica oggi"
Giovedì 30 novembe, a partire dalle ore 10.00, presso la Gipsoteca di Arte Antica, avrà luogo una conferenza della durata di un''intera giornata dedicata a "La filosofia analitica oggi".
L'evento è realizzato dall'associazione Gavagai con il contributo dell'Università di Pisa per le attività studentesche autogestite.
Scopo della conferenza è quello di fornire una panoramica ampia, seppur parziale, dello stato dell'arte della ricerca in filosofia analitica oggi attraverso l'esposizione di temi, questioni e approcci in alcuni settori della ricerca contemporanea. La conferenza è pubblica, ma ha come target di pubblico studenti (in particolare della magistrale), ricercatori e appassionati della materia interessati alla ricerca accademica in ambito filosofico.
Interverranno:
ore 10:00 - 11:30
Silvano Zipoli Caiani (Università di Firenze)
La mente tra scienza e filosofia. Un invito a ristabilire i confini
ore 11:30 - 13:00
Andrea Guardo (Università di Milano)
Le scienze nella filosofia: il caso del debunking evolutivo della morale
Pausa pranzo
ore 15:00 - 16:30
Roberto Gronda (Università di Pisa)
Filosofia della scienza applicata: il caso della competenza scientifica
ore 16:30 - 18:00
Leonardo Ceragioli (Università di Pisa)
Paradossi e revisione della logica: il caso sottostrutturale
Tutte le informazioni sugli interventi nel programma in allegato.
Per ulteriori informazioni contattare l'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Visual plasticity in adults: if one eye sees with a delay, plasticity is reopened
In a recent study published in the journal Current Biology, researchers from the University of Pisa, in collaboration with the Italian Institute of Technology in Genoa, shed light on the complex relationships between action, perception, and brain plasticity. The study "Active vision gates ocular dominance plasticity in human adults" showed that interfering with sensorimotor coordination is sufficient to open a window of plasticity, even after the complete maturation of the brain.
"Through a specially designed virtual reality system" - explains Cecilia Steinwurzel, first author - "we delayed the signal in one eye by a fraction of a second. In this way, without changing the quality of visual information, we made one eye essentially useless for visuomotor coordination". Participants used the conflicting images in the two eyes to guide the movement of their hands and build precarious towers with wooden bricks. After only 1 hour, a surprising result was observed: a rebalancing of the eyes, where the eye receiving the delayed image temporarily became dominant over the other eye. This effect represents a form of short-term visual plasticity.
Cecilia Steinwurzel, Paola Binda, Maria Concetta Morrone.
"Eye-balance is one of the simplest visual features, set at the very beginning of visual cortical processing; our results imply that the influence of action upon perception starts at a very early stage, even before the movement itself has started," explains Professor Paola Binda, senior author.
Professors Maria Concetta Morrone and Giulio Sandini (in the picture on the right) summarize the results of the work: "Our research highlights the unexpected role that voluntary action plays in adult brain plasticity and how the intention to perform an action sends a 'pre-alert' signal for what the visual system should expect to see as a result of the planned movement." Understanding this mechanisms could, in the future, open up applicative perspectives and contribute to the study of the interaction between computational and cognitive aspects of visual processing.
The study is part of a broader research program aimed at understanding how perception is not the passive recording of signals from the environment but constitutes an active process of generating and coordinating information. This program is funded by a project from the European Research Council, PUPILTRAITS, an ERC-Starting based at the University of Pisa with Professor Paola Binda as the Principal Investigator, in coordination with research groups funded by national (PRIN2017, 2022, FARE-2) and international (ERC-Advanced) funds.
Plasticità visiva negli adulti: se un occhio vede in ritardo, la plasticità si riapre
In uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology, i ricercatori dell’Università di Pisa, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, hanno fatto luce sui complessi rapporti tra azione, percezione e plasticità cerebrale. Lo studio, intitolato “Active vision gates ocular dominance plasticity in human adults”, dimostra che interferire con la coordinazione sensorimotoria è sufficiente ad aprire una finestra di plasticità anche dopo la completa maturazione del cervello.
“Attraverso un sistema di realtà modificata appositamente costruito – spiega Cecilia Steinwurzel, prima autrice del lavoro – abbiamo ritardato il segnale inviato ad uno dei due occhi di una frazione di secondo. In questo modo, senza cambiare la qualità dell’informazione visiva, abbiamo reso uno dei due occhi essenzialmente inutile ai fini della coordinazione del movimento”. I partecipanti usavano le immagini discordanti fornite dal visore per guidare il movimento delle proprie mani e costruire precarie torri con dei blocchetti di legno. Dopo solo un’ora, si è osservato un risultato sorprendente: un ri-bilanciamento degli occhi, in cui l’occhio che riceveva l’immagine ritardata diventava transitoriamente dominante sull’altro occhio. Un effetto che rappresenta una forma di plasticità visiva a breve termine.
Da sinistra: Cecilia Steinwurzel, Paola Binda, Maria Concetta Morrone.
“In considerazione del fatto che il bilanciamento tra gli occhi è specifico dei primi stadi di elaborazione visiva, i risultati ci dicono che movimenti volontari finalizzati all’esecuzione di una azione agiscono a livello dei primi stadi del processamento visivo anche prima che il movimento stesso sia iniziato – aggiunge la professoressa Paola Binda, senior author.
La professoressa Maria Concetta Morrone e il professor Giulio Sandini (nella foto a destra) riassumono così i risultati del lavoro: "La nostra ricerca evidenzia il ruolo inatteso che l’azione volontaria svolge nel rendere possibile la plasticità del cervello adulto e di come l’intenzione di eseguire un’azione (un aspetto delle capacità cognitive umane) predispone in anticipo il sistema visivo all’elaborazione del movimento agendo come una specie di “preallarme” di quello che il sistema visivo si deve aspettare di vedere come effetto del movimento programmato”. La comprensione dei meccanismi sottostanti potrebbe, in futuro, aprire interessanti prospettive applicative e contribuire allo studio dell’interazione fra gli aspetti computazionali e quelli cognitivi dell’elaborazione visiva.
Lo studio rientra in un più ampio programma di ricerca volto a comprendere come la percezione non sia la passiva registrazione dei segnali provenienti dall’ambiente, ma costituisca un processo attivo di generazione e coordinazione delle informazioni. Questo programma è finanziato da un progetto dello European Research Council, PUPILTRAITS, un ERC-Starting con base all’Università di Pisa e Principal Investigator la professoressa Paola Binda, e si avvale di collaborazioni con gruppi di ricerca finanziati da fondi nazionali (PRIN2017, 2022, FARE-2) e internazionali (ERC-Advanced).
Prima di Fibonacci: Pisa (ri)scopre Burgundio
Un invito a riscoprire una delle figure più importanti del medioevo pisano e italiano. È quanto inviano alla cittadinanza l’Università di Pisa e il Comune con l’incontro “Burgundio da Pisa: Viaggiare e tradurre nel medioevo”, che si terrà giovedì 16 novembre (ore 16:00) presso la Sala delle Baleari in Palazzo Gambacorti. Momento divulgativo a cui interverranno l’Assessore alla cultura del Comune di Pisa, Frida Scarpa, il Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, e Cristina D’Ancona, docente di Storia della filosofia medievale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo pisano e direttrice del Centro di studi interuniversitario GrAL (Greco Arabo Latino).
La presentazione di Palazzo Gambacorti precede l’inaugurazione del percorso guidato su Burgundio e la sua opera, che avverrà in occasione dell’incontro di studio annuale del centro GrAL, quest’anno dedicato alle traduzioni in latino, siriaco, armeno e arabo di un’opera sul cosmo falsamente attribuita ad Aristotele, in programma dal 20 al 23 novembre presso il Centro Congressuale Le Benedettine. Il percorso è dedicato al giurista, diplomatico e traduttore pisano, di cui ricorre l’830° anniversario della morte
“L’epoca che noi chiamiamo ‘medioevo’ è caratterizzata da un’attività di traduzione straordinariamente intensa, sia dal greco in arabo che dal greco in latino e dall’arabo in latino – spiega la professoressa Cristina D’Ancona - In questo contesto Burgundio è stato un attore di primaria importanza, con la sua opera di trasposizione dal greco al latino dei testi di Aristotele, Galeno, Giovanni Crisostomo, Giovanni Damasceno e di alcuni passi del Digesto: conduce i suoi contemporanei oltre confini non solo linguistici, ma anche culturali, favorendo quella fondamentale circolazione del sapere che ha caratterizzato il medioevo, specialmente nell'area mediterranea”.
Oggi meno noto di Fibonacci (m. dopo il 1241), che diffuse la matematica degli arabi nel mondo di lingua latina, ma non meno importante, Burgundio da Pisa (n. 1110 circa – m. 1193) fu tra coloro che nel XII secolo contribuirono al nuovo slancio culturale che avrebbe caratterizzato i secoli successivi, inaugurando il lungo e affascinante cammino che dal medioevo conduce al Rinascimento.
Raffinato traduttore dal greco, sempre in viaggio tra Pisa e l’Oriente, Burgundio con la sua opera favorì, infatti, quella circolazione di opere filosofiche e scientifiche che tanta importanza ebbe nello sviluppo del pensiero moderno. A lui, ad esempio, si deve la traduzione per intero o in parte di molte opere di Galeno su cui si baserà l’insegnamento della medicina a Montpellier, Parigi, Bologna e Padova. Ma Burgundio fu un traduttore instancabile: filosofia, teologia, medicina e diritto.
La memoria di Burgundio da Pisa, scomparso il 20 ottobre 1193, fino ad oggi era affidata quasi unicamente all’iscrizione marmorea posta sulla sua tomba conservata nella chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno e recentemente restaurata. Qui, nell’epitaffio i suoi contemporanei lo celebrano come “Dottor dei dottori”, “gemma preziosa dei maestri” che “insegnò tanto le regole necessarie ai poeti, quanto l’arte dei medici" e che “tutto quello che è umano, o che spetta alla terra, o che si trova sotto il sole, o che è possibile a sapersi, […] seppe”.
A distanza di 830 anni dalla sua scomparsa, la sua figura è stata riportata alla luce dagli studi condotti dal Centro di studi interuniversitario GrAL (Greco Arabo Latino), nato nel 2006 da un accordo tra l’Università di Pisa e l’Università di Padova e di cui oggi fanno parte studiosi provenienti da: Università degli Studi di Napoli Federico II, Università di Pavia, Università di Roma “La Sapienza”, Università di Torino, Accademia dei Lincei di Roma, Centre national de la recherche scientifique (CNRS), École Pratique des Hautes Études (Parigi), Commissio Leonina (Parigi), Institute of Ismaili Studies (Oxford).
Prima di Fibonacci: Pisa (ri)scopre Burgundio
Un invito a riscoprire una delle figure più importanti del medioevo pisano e italiano. È quanto inviano alla cittadinanza l’Università di Pisa e il Comune con l’incontro “Burgundio da Pisa: Viaggiare e tradurre nel medioevo”, che si terrà giovedì 16 novembre (ore 16:00) presso la Sala delle Baleari in Palazzo Gambacorti. Momento divulgativo a cui interverranno l’Assessore ai Rapporti con le istituzioni universitarie del Comune di Pisa, Frida Scarpa, il Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, e Cristina D’Ancona, docente di Storia della filosofia medievale presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo pisano e direttrice del Centro di studi interuniversitario GrAL (Greco Arabo Latino).
La presentazione di Palazzo Gambacorti precede l’inaugurazione del percorso guidato su Burgundio e la sua opera, che avverrà in occasione dell’incontro di studio annuale del centro GrAL, quest’anno dedicato alle traduzioni in latino, siriaco, armeno e arabo di un’opera sul cosmo falsamente attribuita ad Aristotele, in programma dal 20 al 23 novembre presso il Centro Congressuale Le Benedettine. Il percorso è dedicato al giurista, diplomatico e traduttore pisano, di cui ricorre l’830° anniversario della morte.
La tomba di Burgundio conservata nella chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno a Pisa. Foto: Alberto Martini, CFS Università di Pisa
“L’epoca che noi chiamiamo ‘medioevo’ è caratterizzata da un’attività di traduzione straordinariamente intensa, sia dal greco in arabo che dal greco in latino e dall’arabo in latino – spiega la professoressa Cristina D’Ancona - In questo contesto Burgundio è stato un attore di primaria importanza, con la sua opera di trasposizione dal greco al latino dei testi di Aristotele, Galeno, Giovanni Crisostomo, Giovanni Damasceno e di alcuni passi del Digesto: conduce i suoi contemporanei oltre confini non solo linguistici, ma anche culturali, favorendo quella fondamentale circolazione del sapere che ha caratterizzato il medioevo, specialmente nell'area mediterranea”.
Oggi meno noto di Fibonacci (m. dopo il 1241), che diffuse la matematica degli arabi nel mondo di lingua latina, ma non meno importante, Burgundio da Pisa (n. 1110 circa – m. 1193) fu tra coloro che nel XII secolo contribuirono al nuovo slancio culturale che avrebbe caratterizzato i secoli successivi, inaugurando il lungo e affascinante cammino che dal medioevo conduce al Rinascimento.
La lapide commemorativa posta sopra la tomba di Burgundio nella chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno a Pisa. Foto: Alberto Martini, CFS Università di Pisa
Raffinato traduttore dal greco, sempre in viaggio tra Pisa e l’Oriente, Burgundio con la sua opera favorì, infatti, quella circolazione di opere filosofiche e scientifiche che tanta importanza ebbe nello sviluppo del pensiero moderno. A lui, ad esempio, si deve la traduzione per intero o in parte di molte opere di Galeno su cui si baserà l’insegnamento della medicina a Montpellier, Parigi, Bologna e Padova. Ma Burgundio fu un traduttore instancabile: filosofia, teologia, medicina e diritto.
La memoria di Burgundio da Pisa, scomparso il 20 ottobre 1193, fino ad oggi era affidata quasi unicamente all’iscrizione marmorea posta sulla sua tomba conservata nella chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno e recentemente restaurata. Qui, nell’epitaffio i suoi contemporanei lo celebrano come “Dottor dei dottori”, “gemma preziosa dei maestri” che “insegnò tanto le regole necessarie ai poeti, quanto l’arte dei medici" e che “tutto quello che è umano, o che spetta alla terra, o che si trova sotto il sole, o che è possibile a sapersi, […] seppe”.
A distanza di 830 anni dalla sua scomparsa, la sua figura è stata riportata alla luce dagli studi condotti dal Centro di studi interuniversitario GrAL (Greco Arabo Latino), nato nel 2006 da un accordo tra l’Università di Pisa e l’Università di Padova e di cui oggi fanno parte studiosi provenienti da: Università degli Studi di Napoli Federico II, Università di Pavia, Università di Roma “La Sapienza”, Università di Torino, Accademia dei Lincei di Roma, Centre national de la recherche scientifique (CNRS), École Pratique des Hautes Études (Parigi), Commissio Leonina (Parigi), Institute of Ismaili Studies (Oxford).
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IMMAGINE IN HOME: Una pagina del Cod. Bodmer 97 conservato presso la Fondation Martin Bodmer di Cologny (Svizzera) contenente il “De fide orthodoxa” di Giovanni Damasceno tradotto in latino da Burgundio Pisano – XIII sec. Cologny , Fondation Martin Bodmer, Cod. Bodmer 97, f. 2r (www.e-codices.ch). CC BY-NC 4.0 DEED