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Scoperto di recente a Pisa e esposto in via eccezionale a Palazzo Blu, a partire da sabato 11 gennaio, ecco il ritratto di Antonio Pacinotti eseguito dall’artista futurista Giacomo Balla.
Si tratta di un quadro dedicato a uno dei padri nobili dell’Università di Pisa, ritratto dal grande artista futurista con tutta probabilità intorno alla metà degli anni ’30. Il quadro, firmato dall’autore, è attualmente di proprietà dell’Università di Pisa ed è collocato nel dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, e di esso, ad oggi inedito, non sappiamo la data esatta di esecuzione né il motivo.

Accanto al quadro sono in mostra due prototipi delle macchine di Pacinotti, che appaiono nel quadro sulla destra e dietro Pacinotti, prestati dal Museo degli Strumenti di Fisica del Sistema Museale di Ateneo, grazie all’interessamento del direttore Sergio Giudici e del dottor Claudio Luperini. La "Macchina a Gomitolo" (1873) fu presentata nel Volume XII del "Nuovo Cimento" del 1874. Pacinotti iniziò a costruire la macchina nel 1873 presso la villa di famiglia a Caloria (Pistoia) per poi concluderla a Cagliari dove era professore di Fisica sperimentale all’Università. Questa macchina era detta “a gomitolo” in quanto presentava una nuova calamita trasversale consistente in un filo conduttore (di spessore 0.5 mm, lungo circa 100m e ricoperto di seta) avvolto attorno a un cilindro di ferro pieno in maniera simile a un gomitolo di lana. Secondo Pacinotti la macchina, nonostante le sue piccole dimensioni, avrebbe potuto produrre una discreta quantità di corrente. Questa macchina partecipò alle esposizioni di Parigi del 1881 e del 1900 e a quelle di Torino del 1884 e 1898. La "Macchina ad Anello" (1902) è una delle due, simili alla macchinetta, che Pacinotti fece costruire intorno al 1902 nel Gabinetto di Fisica tecnologica di Pisa; soltanto alcuni perfezionamenti tecnici la distinguono dall’originale in cui Pacinotti fin dal 1860, con l’impiego della sua “calamita trasversale”, aveva risolto i problemi delle macchine dinamo elettriche dell’epoca, infatti la macchinetta rappresentava la prima macchina in grado di generare, economicamente e con elevato rendimento, corrente continua a tensioni di gran lunga superiori a quelle sino allora ottenute.

Antonio Pacinotti (Pisa, 17 giugno 1841 – Pisa, 25 marzo 1912), scienziato, professore universitario, universalmente noto per essere stato l’inventore della dinamo e del motore elettrico in corrente continua, è stato professore di Fisica dell’Università di Pisa dal 1881 al 1912 e Direttore del Gabinetto di Fisica tecnologica, sempre dell’Università di Pisa. Una mente eclettica ed estremamente dotata. A soli 15 anni viene ammesso a frequentare il corso di laurea in Matematiche applicate dell’Università di Pisa. Durante la sua carriera si indirizza verso la fisica e in particolare l’elettrodinamica. Nell’aprile del 1860 realizza il primo prototipo di dinano/motore in corrente continua, la ‘macchinetta’ come lui stesso la chiamò.

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Il dipinto di Giacomo Balla ritrae Pacinotti in età avanzata, al suo tavolo di lavoro e, accanto a lui, la sua invenzione più celebre, la dinamo appunto. Il quadro è ambientato nel Gabinetto di Fisica tecnologica che sorgeva in via Santa Maria n. 14, all’interno dell’Istituto di Fisica dell’Università di Pisa, nel quale egli ha ricoperto il ruolo di professore ordinario di Fisica tecnologica e meccanica sperimentale. Tra le poche informazioni che sono ad oggi disponibili sappiamo che l’opera è la fedele riproduzione pittorica di una foto del 1911, presente in una pubblicazione celebrativa del 70° compleanno di Pacinotti e per il 50° anniversario dell’invenzione della dinamo. L’aspetto celebrativo e le caratteristiche stilistiche del dipinto inducono a collocarne la realizzazione negli anni trenta, prima del 1941, anno nel quale una sua riproduzione compare, per la prima volta, nel libro Antonio Pacinotti nel primo centenario della nascita, pubblicato da Vittorio Emanuele Boccara.
Alcune informazioni storiche consentono di individuare il contesto in cui si è arrivati alla committenza dell’opera. L’edificio di via Santa Maria, sede del Gabinetto di Fisica tecnologica, era anche sede dell’appartamento dove Pacinotti nacque e visse fino alla morte. Sempre in questa sede nel 1930 venne fondato il Museo Pacinotti, con l’intento di raccogliere e conservare i cimeli che gli eredi dello scienziato avevano donato alla Scuola d’Ingegneria. Nell’elenco del lascito non compare però il quadro, così come non compare nel catalogo della ‘mostra dei cimeli pacinottiani’ allestita dal 24 maggio al 30 giugno del 1934 nell’Aula Magna dell’Università di Pisa, in occasione delle celebrazioni per il 75° anniversario dell’invenzione della dinamo. Le solenni celebrazioni si aprirono, al Teatro Verdi, con la commemorazione presieduta da Guglielmo Marconi, Presidente dell’Accademia d’Italia ed alla quale aderirono numerose personalità tra le quali Enrico Fermi, Pietro Mascagni e Filippo Tommaso Marinetti. In quella occasione, il Museo Pacinotti venne dichiarato ‘monumento nazionale’, con il Regio Decreto n. 1020 del 4 giugno 1934. In seguito, nella seconda metà del secolo scorso, i cimeli di proprietà dell’Università di Pisa, custoditi nel Museo, furono suddivisi fra vari istituti. Dalle ricerche effettuate si può ragionevolmente supporre che l’iniziativa di realizzare il dipinto sia nata nell’ambito dell’Università di Pisa a seguito della solenne celebrazione di Pacinotti del 1934. Anche l’analisi stilistica del quadro rimanda agli anni ’30, quando Balla sceglie di tornare a una figurazione tradizionale, lontana da tentazioni d’avanguardia futurista.

Eppure, nonostante il dipinto non presenti elementi stilistici che richiamino al Futurismo riesce comunque a realizzare una sintonia di spirito tra le idee di modernità e velocità e la rivoluzione tecnologica promossa dalle grandi invenzioni di cui fu autore Antonio Pacinotti. L’esposizione dell’opera a Palazzo Blu assume un particolate rilievo, proprio in concomitanza con le ultime settimane della mostra "Futurismo", e al tempo stesso consente alla città di Pisa di approfondire una pagina della sua storia, in particolare quella relativa ai legami tra arte e scienza, arte e mondo accademico poco nota e ancora tutta da svelare. Il ritratto sarà visitabile gratuitamente fino a domenica 9 febbraio.

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Alla presentazione hanno partecipato Cosimo Bracci Torsi, presidente della Fondazione Palazzo Blu; Paolo Mancarella, rettore dell'Università di Pisa; Andrea Muzzi, direttore della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno; Chiara Bodei, presidentessa del Sistema Museale di Ateneo; Elena Gigli, responsabile Archivio Gigli per l’opera di Giacomo Balla.

"Già nel 2012 - ha detto il rettore Mancarella - abbiamo ricordato Antonio Pacinotti in occasione del centenario della sua morte. Oggi, però, grazie al ritratto che gli fece Giacomo Balla e che esce per la prima volta dal nostro dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, possiamo parlarne da un punto di vista diverso: come un incontro non certo casuale tra due giganti avvenuto, idealmente, negli anni Trenta, sul campo mai neutro della tela bianca. In questo modo possiamo far emergere una storia importante, ma ancora oggi, al di là delle periodiche celebrazioni di Pacinotti, poco nota a un grande pubblico a cui possiamo adesso raccontarla sfruttando il potere comunicativo dell’arte".

(fonte: Ufficio Stampa Fondazione Palazzo Blu)

Nella foto, da sinsitra: Bracci Torsi, Muzzi, Gigli, Mancarella e Bodei.

 

Sono stati inaugurati mercoledì 8 gennaio i corsi hands-on sugli strumenti digitali innovativi, organizzati per il secondo anno dalle professoresse Enrica Salvatori e Maria Simi, che fanno parte di un progetto speciale per la didattica on-line dell'Università di Pisa. Aperti a tutti gli interessati e in maniera gratuita agli studenti e al personale dell'Ateneo, i sette corsi andranno avanti nei mesi di gennaio e febbraio. La prima lezione dedicata al programma di composizione tipografica "LaTeX" è stata tenuta da Massimiliano Dominici, che da anni si occupa di impaginazione editoriale come freelance, e proseguirà il 15 e 28 gennaio per concludersi il 4 febbraio.

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Gli altri sei corsi, sempre di otto ore ciascuno, sono dedicati a "GIT", software di controllo versione volto alla gestione delle modifiche di qualsiasi tipologia di file (docente Angelo Maria Del Grosso, 3 e 5 febbraio); "Modellazione 3D" (docenti Niccolò Albertini e Andrea Dal Pino, 21 e 24 gennaio, 10 e 13 febbraio); "Omeka", il content manager open source per la creazione di collezioni, archivi digitali ed esposizioni online (docente Fabio Venuda, 11 e 12 febbraio); "Video digitale" (docente Francesco Andreotti, 13, 20 e 27 gennaio); "Word press: livello base", piattaforma di personal publishing e content management system open source (docente Chiara Mannari, 13 e 20 gennaio) e "Word press: livello avanzato" (docente Stefano Dei Rossi, 22 e 29 gennaio).

"Il mondo delle competenze digitali - hanno detto le professoressa Salvatori e Simi introducendo i corsi - si muove molto rapidamente. Quasi ogni mese escono nuove soluzioni tecniche e strumenti innovativi che potrebbero semplificare la vita e dare una marcia in più. I corsi hands-on promossi, prevalentemente rivolti al settore umanistico, si propongono di colmare il divario tra la formazione accademica (gli strumenti per 'conoscere') e la pratica (gli strumenti per 'fare'), fornendo utili competenze spendibili all’interno dell’università e nel mondo del lavoro".

I corsi sono aperti a tutti gli interessati fino a esaurimento dei posti, che sono limitati dalla capienza dei laboratori, e sono gratuiti per gli studenti e per il personale dell'Università. Per accedere è necessario registrarsi attraverso la piattaforma Moodle dell’area umanistica all’indirizzo: https://elearning.humnet.unipi.it/course/index.php?categoryid=152

Nella foto: l’inaugurazione del primo corso con il docente Massimiliano Dominici e la professoressa Enrica Salvatori, rispettivamente quarto e quinta da sinistra.

franco scaramuzziLutto in Ateneo per la scomparsa, lunedì 6 gennaio, del professore Franco Scaramuzzi, professore emerito dell’Università di Pisa dove ha insegnato Coltivazioni Arboree e fondato la scuola di Arboricoltura.

Nato a Ferrara nel 1926, nel corso della sua carriera il professore Scaramuzzi ha ricoperto molte cariche e ricevuto importanti onorificenze: è stato presidente dell’Accademia dei Georgofili dal 1986 al 2014 di cui poi è rimasto presidente onorario; Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, ha ricevuto la medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica quale “Benemerito per la Scuola e la Cultura”; è stato inoltre presidente del Comitato Nazionale per le Scienze Agrarie del CNR e rettore dell’ateneo fiorentino dal 1979 al 1991.

Ripubblichiamo di seguito una recensione del professore Giacomo Lorenzini, ordinario di Patologia Vegetale al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali del nostro Ateneo, su "Il giovane Professore" (Campano Edizioni, Pisa, 2018), volume che Filiberto Loreti e Rolando Guerriero hanno dedicato al loro maestro Franco Scaramuzzi.

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Una carriera accademica prestigiosa, quella di Franco Scaramuzzi: professore emerito; dal 1986 al 2014 presidente dell’Accademia dei Georgofili, di cui è ora presidente onorario; insignito di medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica quale “Benemerito per la Scuola e la Cultura”; Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana; per molti anni presidente del Comitato Nazionale per le Scienze Agrarie del CNR; rettore dell’ateneo fiorentino dal 1979 al 1991.

Ma prima di trasferirsi a Firenze, il prof. Scaramuzzi ha insegnato Coltivazioni Arboree per una dozzina di anni alla Facoltà di Agraria di Pisa, dove ha fondato una scuola di Arboricoltura, ricca di risultati anche in campo internazionale e che oggi rappresenta uno dei settori di eccellenza del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali. Due dei suoi allievi del tempo, poi divenuti ordinari a Pisa, il Prof. Filiberto Loreti (recentemente scomparso) e il Prof. Rolando Guerriero (non certo agli esordi come scrittore di prosa – quante volte ha già messo su carta i ricordi della sua infanzia, e rievocato mestieri e civiltà, ormai scomparse), hanno voluto dedicare al loro “Maestro di vita e di scienza” un agile volumetto nel quale ripercorrono, con appassionata nostalgia, una puntigliosa ricostruzione degli anni trascorsi insieme, loro giovani e promettenti collaboratori fiduciosi nel futuro, Lui già scienziato di chiara fama. Il volume è una miniera di aneddoti, piccole cronache, avventurose peripezie e descrizioni dettagliate di un mondo rurale ormai scomparso, appartenente a un’epoca distante nel tempo e nei modi di vivere, con autentici ‘acquarelli’, che inevitabilmente richiamano alla mente i racconti maremmani di Renato Fucini, altro studente di Agraria a Pisa. Il mondo rurale (e non solo quello) era in profonda trasformazione e le aspettative dal mondo della ricerca erano enormi.

L’ammirazione degli autori per il protagonista è palese: “Le sue frasi correvano diritte sul bersaglio come frecce lucenti”, affermano, ricordandone le non comuni doti didattiche, con la costante ricerca di metodi innovativi di comunicazione (cominciò a registrare le lezioni; citava gli articoli più recenti e le ricerche in corso e introdusse e rinnovava sistematicamente le diapositive a colori!), il ricorso a esempi pratici calati nel concreto, supportato da una gestualità coinvolgente. Indimenticabili le lezioni sui sistemi di potatura basate sull’analisi di fedelissimi modelli in miniatura costruiti ad hoc con filo metallico. Non meraviglia il fatto che, seguendo il richiamo di quelle parole, molti Suoi studenti abbiano intrapreso con successo la strada della carriera accademica in vari settori della orto-floro-frutticoltura, e in questo Scaramuzzi si è rivelato anche un eccellente talent scout.

Ma è soprattutto nel campo della ricerca che vanno individuate le innate doti manageriali di Franco Scaramuzzi. Libero docente a 28 anni, tre anni dopo giunge a Pisa come Professore incaricato e nel 1959 (33 anni) diviene Ordinario: ecco il motivo dell’appellativo “giovane Professore” che dà il titolo all’opera. L’Istituto del quale prende possesso è ben poca cosa; in pratica partiva da zero, con qualche stanza, un paio di unità di personale e niente risorse economiche e mezzi operativi. I tempi erano duri: per gli spostamenti in campagna veniva utilizzato uno scassato furgoncino appartenente al padre di Guerriero, commerciante, il quale non recuperava neppure i costi del carburante.

L’entusiasmo, il carisma e le energie non mancavano, ed ecco che inizia una veloce e travolgente attività alla caccia di fondi, di collegamenti con il mondo produttivo e con le istituzioni locali e nazionali, di missioni scientifiche in mezzo mondo (sempre accompagnato da due macchine fotografiche, una Rolley e una Laica), in cerca di novità, idee, materiali genetici da testare. Gli studenti presto si fanno attrarre dal calore umano, dalla passione profonda e contagiosa e dalla disponibilità di Scaramuzzi e affollano i laboratori oramai avviati, per le loro tesi, rigorosamente di carattere applicativo. Cominciano a sorgere le aziende e gli impianti sperimentali, che alla fine del percorso pisano saranno parecchie decine (gli autori parlano di “impero sperimentale”, che superava le trenta unità di personale), in diverse aree pedoclimatiche, per lo più concesse gratuitamente dai proprietari, desiderosi di seguire in diretta l’evoluzione delle tecniche e di godere in anteprima dei risultati del miglioramento genetico.

Particolare attenzione viene rivolta alla Maremma toscana, che per caratteristiche climatiche e vocazione agronomica ha (meglio, aveva; meglio ancora, avrebbe avuto) le carte in regola per divenire un vero paradiso della frutticoltura. Ma le cose non sono andate esattamente per il verso giusto, ma questa è un’altra storia. Scaramuzzi, vero anticipatore degli eventi, spinge verso la meccanizzazione delle operazioni colturali (la manodopera era sempre meno disponibile e più cara, i conti non tornavano), che necessitavano profonde revisioni, a cominciare dalle forme di allevamento e dalle tecniche di potatura.

La perfetta conoscenza dei principi fisiologici che regolano lo sviluppo delle piante arboree consentiva al Professore di proporre soluzioni tecniche che talvolta sfidavano lo scetticismo di colleghi e agricoltori ancorati a schemi di lavoro superati: è questo il caso delle accese contrapposizioni in merito alle soluzioni per il recupero degli olivi martoriati dalle gelate, per i quali la ceduazione si rivelava la proposta vincente. Altro settore di interesse era il vivaismo olivicolo del pesciatino, nell’ambito del quale si doveva confrontare con pratiche empiriche (e improprie) portate avanti con spirito acritico dagli operatori, i quali dovettero ammettere la correttezza delle Sue idee e i vantaggi pratici che derivavano dall’adozione delle proposte da Lui tenacemente sollecitate.

Il miglioramento genetico e la selezione clonale della vite costituiscono un altro esempio della lungimiranza di Scaramuzzi, il quale ha ben presto individuato nella certificazione sanitaria del materiale di impianto un fattore strategico per il successo della coltura, in questo certamente istruito dal fratello Giovanni, docente di Patologia vegetale e vero pioniere della Virologia in campo nazionale (allorquando le virosi erano considerate una specie di stregoneria).

Le capacità gestionali di Scaramuzzi sono ben rappresentate dalla realizzazione di una iniziativa scientifica epocale: l’organizzazione di un lungo ciclo di seminari su tutti gli aspetti della viticoltura che portarono a Pisa i massimi esponenti della ricerca in campo internazionale e dettero vita a una collana editoriale che rappresenta tuttora un punto di riferimento per molti versi ancora attuale.

Sul piano professionale il “giovane Professore” incita i collaboratori a lavorare in gruppo e valorizzare il loro spirito di curiosità; convoca periodiche riunioni, nel corso delle quali i pregi (e i difetti) dei singoli vengono messi in luce attraverso la discussione dei risultati ottenuti e delle proposte operative. Soddisfazione per i meritevoli, incitamento e incoraggiamento (e magari qualche affettuoso rimprovero) per una prova andata male. Efficienza, rigore e serietà, ma mai viene a mancare l’aspetto umano, sempre rispettoso dei problemi di natura personale che inevitabilmente coinvolgono prima o poi qualcuno che ci è vicino. E non mancavano i momenti collegiali: leggendo le pagine che descrivono minuziosamente i riti preparatori dell’”inferno degli spiedi” si percepisce nettamente il profumo e il sapore della carne che arrostiva a fuoco lento nella macchia grossetana: era l’occasione rituale per ringraziare tutti per l’impegno profuso, ma anche per nuovi incontri, nuove relazioni sociali, nuove idee.

Il volume è anche una raccolta organica di ritratti di personaggi che a vario titolo erano coinvolti nelle attività sperimentali (lungo è l’indice dei nomi): di ognuno si tratteggia qualche particolare fisico o umano, si evidenziano le caratteristiche personali, si evocano episodi e aneddoti. Avventurose le trasferte verso le aree sperimentali, con strade impervie e mezzi di trasporto sgangherati e soste ristoratrici in bar e trattorie, nelle quali si innescano rapporti interpersonali sulla cui evoluzione viene lasciato spazio alla fantasia del lettore. A proposito di veicoli: Scaramuzzi riesce ben presto ad acquistare un pulmino nuovo di zecca per il trasporto di persone e materiali, ma sottopone i collaboratori a una sorta di esame suppletivo di patente per essere rassicurato sulle loro capacità di guida (“il furgone non ha muso, lo sterzo è sensibilissimo…”).

Il finale del volume è a sorpresa: vengono riprodotte una quindicina di ‘tavole’ disegnate con inchiostro di china da un tecnico di laboratorio particolarmente dotato nella grafica: con spirito satirico e dissacratorio vengono immortalate le disavventure grandi e piccole che avevano accompagnato la nascita e la crescita dell’Istituto di Coltivazioni Arboree. Scaramuzzi apprezzò l’idea e fece riprodurre a proprie spese la raccolta per donarne una copia a tutti i collaboratori.

Indubbiamente siamo in presenza di un esemplare documento d’epoca, di un periodo tanto lontano e così diverso, nel quale emergono i valori e il senso di una seppur piccola comunità, caratterizzata da reciproca stima e amicizia e spirito di collaborazione: i risultati non sono mancati e sono visibili ancora oggi.

Giacomo Lorenzini

L'Università di Pisa, che è stata tra i primi Atenei italiani ad avere istituito l'Ufficio Servizi per l’Integrazione di studenti con Disabilità (USID), è stata protagonista alla celebrazione del ventennale della Legge 17 del 28 gennaio 1999 che si è tenuta venerdì 6 dicembre a Roma alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quella legge, stabilendo una serie di misure per facilitare la frequenza delle persone con disabilità ai corsi universitari, ha inteso garantire il diritto allo studio per tutti mediante l’accesso ai livelli più elevati di istruzione. Ha inoltre previsto l’istituzione del ruolo di delegato del rettore con funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto delle iniziative concernenti l’integrazione degli studenti con disabilità e a tale scopo ha destinato un’apposita quota del Fondo di Finanziamento Ordinario.

Grazie all’impegno dei delegati, dei docenti e del personale tecnico amministrativo, oltre che di moltissimi studenti, un numero crescente di persone con disabilità ha potuto frequentare e portare a termine gli studi universitari e inserirsi nel mondo lavorativo e professionale, contribuendo attivamente con le proprie capacità alla vita economica, sociale, culturale e politica del nostro Paese. Ogni anno, solo all’Università di Pisa, si laureano circa 25-30 studenti con disabilità nei settori più svariati e nell’anno accademico 2019/2020 sono 903 gli studenti iscritti con disabilità.

La giornata su "Università, disabilità, inclusione. Vent'anni dalla legge 17/1999: tra passato e futuro" ha inteso valorizzare l’esperienza maturata nel corso degli anni attraverso la voce dei protagonisti, promuovere il confronto fra i principali attori coinvolti, con i quali gettare le basi di un rinnovato impegno per il futuro nella prospettiva indicata dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

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In apertura della mattinata Lorenzo Nizzi Vassalle, insieme a Ewelina Adamczyk dell'Università Roma Tre e a Federico Pleitavino dell'Università di Genova, ha portato la sua testimonianza (leggi il testo) di studente sordomuto dalla nascita che si è laureato in Lettere all'Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode. Luca Razzauti, ragazzo affetto dalla Sindrome dell'X Fragile che ha conseguito la laurea triennale e poi quella magistrale in Lettere (vedi il video della testimonianza), e Massimo Tenaglia, ragazzo ipovedente che si è laureato in Ingegneria elettronica (vedi il video della testimonianza), sono stati i protagonisti di due video in cui hanno raccontato il loro percorso di studi all'Università di Pisa e ricordato il supporto ricevuto dall'USID. I video sono stati realizzati dall'Ufficio comunicazione e da MediaEventi.

Sempre in mattinata il rettore Paolo Mancarella - che ha ricoperto tra 1999 e 2016 la funzione di delegato alle funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative concernenti l’integrazione degli studenti portatori di handicap e che tra 2009 e 2015 è stato anche presidente della Conferenza nazionale universitaria dei delegati disabilità (CNUDD) - è intervenuto con la sua testimonianza sulle origini della CNUDD.

"Una delle caratteristiche che contraddistingue la CNUDD – ha ricordato il professor Mancarella – è che tutte le iniziative sono dettate solo dal bisogno di condividere, di costruire, di progredire assieme: nessun interesse e nessuna ambizione di carattere personale, nessuna voglia di emergere o di primeggiare, solo desiderio di dare e di ricevere, tutti alla pari, docenti delegati e personale non docente dei servizi disabilità". Il rettore ha quindi ringraziato le collaboratrici e i collaboratori dei servizi disabilità di ateneo, che svolgono un ruolo fondamentale, e "le nostre studentesse e i nostri studenti con disabilità, parte di quel 'giacimento di risorse' che ricordava il Presidente Mattarella: le loro storie rappresentano per tutti noi delle bellissime lezioni di vita, di dignità, di determinazione e ci mantengono vivi quell’entusiasmo e quella voglia di crescere e di migliorare che avevamo vent’anni fa e ci ha portati sin qui".

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L'attuale delegato, il professor Luca Fanucci, ha partecipato infine al panel pomeridiano di approfondimento con una relazione dal titolo "Innovazione didattica e ICT", in cui ha presentato il cammino svolto e i traguardi raggiunti dalla CNUDD in questo ambito e soprattutto ha tracciato delle possibili traiettorie di sviluppo e di crescita complessiva per le università.

"L'idea - ha aggiunto il professor Fanucci - è quella di condividere buone prassi, idee e strumenti ICT per strutturare un ambiente di apprendimento inclusivo in cui ogni attività presentata al suo interno sia pienamente accessibile e fruibile per tutti, anche per studenti e studentesse con disabilità, con disturbi specifici dell’apprendimento e in generale con bisogni specifici".

Si è conclusa la XVII edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI) 2019, la più partecipata Business Plan Competition italiana, ospitata quest’anno dall’Università di Catania al Monastero dei Benedettini nei giorni 28 e 29 novembre. Circa 3.000 i neoimprenditori canditati e quasi 1.000 le idee d’impresa presentate. Tra queste ultime il progetto “Inta (INTelligent Acoustics) System” si è aggiudicato il Premio “Innovazione Health Care” AIIC, messo a disposizione dall’Associazione Italiana Ingegneri Clinici e rivolto allo sviluppo di soluzioni per l’innovazione tecnologica nell’erogazione dei servizi sanitari. Inta System è nato per sviluppare e commercializzare un dispositivo completamente elettronico, Braiker, che consente di individuare la presenza di traumi cerebrali da analisi del sangue, messo a punto all’interno del Laboratorio NEST di Pisa da Matteo Agostini (a sinistra nella foto), assegnista di ricerca della Normale, e Marco Cecchini, ricercatore dell’Istituto Nano del CNR.

Attraverso il dispositivo Braiker è possibile aiutare la diagnosi dei traumi cerebrali e ridurre al minimo il ricorso ad esami costosi, lenti e invasivi quali la risonanza magnetica e la TAC. Il progetto imprenditoriale Inta System aveva già vinto l’edizione 2019 del PhD+, il programma dell’Università di Pisa finalizzato a promuovere e incoraggiare lo spirito imprenditoriale e di innovazione, e di Start Cup Toscana, la sfida tra idee innovative scaturite dal mondo della ricerca universitaria regionale che si è svolta a fine ottobre presso il Polo Fibonacci a Pisa.

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I vincitori del premio “Innovazione Health Care” AIIC – insieme a Inta System ci sono Bio IMeD (StarCup Friuli-Venezia Giulia), ReVideo (Startcup Piemonte), Tripie (Startcup Sicilia) - beneficeranno di un coach per lo sviluppo del progetto d’impresa, di un supporto per l’individuazione di siti ospedalieri disponibili per la sperimentazione clinica, oltre che della partecipazione con stand al prossimo Convegno Nazionale AIIC.

Matteo Agostini, dopo la laurea all’Università di Roma La Sapienza, ha svolto il corso di Perfezionamento in Biofisica molecolare alla Scuola Normale. Marco Cecchini, laureato all’Università di Pisa, si è perfezionato alla Scuola Normale in Fisica della Materia Condensata.

(fonte: Ufficio Stampa Scuola Normale Superiore)

È stato pubblicato su "Nature Scientific Data" (www.nature.com/articles/s41597-019-0247-7) il più grande dataset liberamente accessibile per fini di ricerca che permette di valutare le performance dei calciatori attraverso un algoritmo basato su Intelligenza Artificiale.

La ricerca - frutto della collaborazione, all'interno del progetto "SoBigData", tra l'Università di Pisa, l'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione (ISTI) del CNR e l'azienda Wyscout/Hudl - ha consentito di rendere pubblici molti dati relativi al calcio. Nel dataset sono infatti riportati i dati della stagione 2017/18 dei cinque principali campionati nazionali dell'Europa (Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna), oltre alle ultime edizioni degli Europei 2016 e dei Mondiali 2018. Per tutte queste competizioni l’algoritmo PlayeRank, sviluppato dal già citato gruppo di ricercatori e recentemente pubblicato sulla rivista "ACM Transaction on Intelligent Systems and Technology", permette di analizzare e confrontare le performance di ogni calciatore, utilizzando tecniche di Intelligenza Artificiale per comprendere l’importanza di ogni singolo evento presente nei dati. In media sono stati registrati circa 1.700 eventi a partita, 60 per ogni singolo calciatore, che comprendono tocchi di palla, tiri, assist, passaggi di destro, sinistro e di testa, posizione di campo e così via. 

Pappalardo

"Attraverso l'algoritmo PlayeRank - spiega il dottor Luca Pappalardo (nella foto a lato), autore della ricerca insieme a Paolo Cintia, Alessio Rossi, Emanuele Massucco, Paolo Ferragina, Dino Pedreschi e Fosca Giannotti - riusciamo a valutare la bravura del singolo calciatore, compilando una 'pagella' basata su indicatori puramente oggettivi e non emozionali. Questo aiuta a individuare i talenti, soprattutto giovani, destinati con il tempo a esplodere e a veder aumentare esponenzialmente il proprio valore". Restando alla stagione 2017-2018 l'algoritmo ha evidenziato, tra i migliori under 23, calciatori arrivati alla fama internazionale quali Gabriel Jesus, allora alla sua prima stagione intera nel Manchester City, Leroy Sané, altro grande talento esploso nei Citizens, e, in relazione al campionato italiano, Patrick Cutrone, appena inserito in pianta stabile nella rosa del Milan.

"I dati sono potenzialmente in grado di evidenziare il valore di un calciatore in termini comparativi e di evidenziarne il trend di crescita, così come di approfondire il sistema tattico di gioco di una squadra - conclude il dottor Pappalardo - ma è chiaro che il risultato principale della pubblicazione sta nell'aver messo a disposizione della comunità che si occupa di sports analytics, per la prima volta e in modo così ampio, uno strumento open science unico nel suo genere su cui i ricercatori potranno liberamente confrontare metodi, obiettivi e risultati di analisi".

Anche il codice sorgente di PlayeRank è open source, disponibile su github insieme a un tutorial interattivo che mostra come acquisire il dataset pubblico e applicare, passo dopo passo, l’algoritmo di valutazione della performance.

È stato assegnato al dottor Cosimo Bracci Torsi, presidente della Fondazione Palazzo Blu, il “Campano d’Oro” 2019, giunto quest’anno alla 49a edizione. La consegna del prestigioso riconoscimento avverrà sabato 30 novembre, alle 10,30 nell’Aula Magna Nuova della Sapienza.

Dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella e del sindaco Michele Conti, il soprintendente Andrea Muzzi leggerà la "Laudatio" e il presidente dell'Associazione Laureati Ateneo Pisano (ALAP), Paolo Ghezzi, darà lettura della Motivazione del conferimento.
Seguirà la consegna del "Campano d’Oro" al dottor Bracci Torsi, cui sarà consegnata una medaglia d’oro che raffigura la Torre medievale del Campano, che si trova in prossimità della Sapienza, la cui campana scandiva l'inizio e la fine delle lezioni universitarie. È quindi previsto un intervento del premiato. Un omaggio musicale del Coro dell’Università di Pisa con i cori dal melodramma “Orfeo ed Euridice” di Ch.W. Gluck concluderà, come da tradizione, la cerimonia.

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Dal 1971 l'’ALAP assegna, in stretta collaborazione con l’Ateneo, il "Campano d’Oro" a illustri personalità che si siano laureate a Pisa. Nell’ormai lunga serie di premiati figurano figure della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell’economia, fra i quali Carlo Azeglio Ciampi, Carlo Rubbia, Giuliano Amato, Andrea Bocelli, Paolo Dario, Franco Mosca e Franco Gabrielli. Lo scorso anno il Campano d’Oro è stato assegnato al fisico Guido Tonelli, che ha partecipato ed è stato portavoce dell'esperimento CMS al CERN, che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs.

Cosimo Bracci Torsi, personalità di grande spicco nel mondo della cultura, si è laureato all’Università di Pisa in Chimica nel luglio 1959. Da allora e fino al 1995 è stato prima dirigente, poi amministratore e infine presidente del laboratorio farmaceutico Guidotti. È stato anche vice presidente di Assofarma. Attualmente è alla guida della Fondazione Palazzo Blu, che gestisce l’omonima struttura che organizza mostre, e della società Alfea, che gestisce l’ippodromo di San Rossore.

L'Università di Pisa ha festeggiato i propri dottori di ricerca con una giornata speciale, il "PhD Talent", che si è tenuta sabato 23 novembre al Palazzo dei Congressi. Al centro dell'iniziativa c'è stato il conferimento di 14 premi di studio per le migliori tesi di dottorato discusse nell'ultimo anno in tutti i settori scientifici: Scienze matematiche, informatiche, fisiche e della terra; Scienze chimiche, biologiche, agrarie e del farmaco; Scienze mediche e veterinarie; Ingegnerie industriale e dell’informazione, civile e architettura; Scienze dell’antichità, filologico-letterarie, storico-artistiche, storico, filosofiche, pedagogiche e psicologiche; Scienze giuridiche, economiche e statistiche, politiche e sociali. I vincitori hanno presentato, con un breve pitch elevator, i contenuti più innovativi delle loro ricerche così da favorirne la disseminazione e la condivisione con potenziali investitori interessati ad applicare contenuti e metodi emergenti e d’avanguardia nell’ambito delle proprie imprese.

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Proprio il rapporto tra dottorato di ricerca e mondo del lavoro ha rappresentato il filo conduttore del "PhD Talent", che è stato aperto in mattinata dal saluto del rettore Paolo Mancarella. Sono quindi seguiti gli interventi della delegata ai Dottorati di ricerca, Marcella Aglietti, su "I dottori di ricerca dell’Università di Pisa. Risultati e prospettive"; del presidente ANVUR, Paolo Miccoli, su "Dottorati: nuove competenze formative per il mondo del lavoro"; del prorettore per gli Studenti e il diritto allo studio, Rossano Massai, che ha anche la delega all’orientamento e al job placement, su "Valorizza il tuo dottorato: il placement per i dottori di ricerca"; del prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico, Marco Raugi, su "Trasferimento tecnologico, ricerca applicata e opportunità di placement"; infine del direttore di Unione Industriale Pisana, Carlo Frighetto, su "L’importanza del dottorato di ricerca nelle aziende".

Nella sua introduzione, il rettore Mancarella ha sottolineato che "è necessario che il mondo accademico della ricerca dottorale inizi a rivolgersi maggiormente al mondo del lavoro. Non tanto per piegare la ricerca ai soli bisogni del mercato, ma per far capire al mercato che il dottorato è una offerta formativa di 3° livello su cui scommettere, perché può portare vantaggi anche alle imprese".
Ai rappresentanti di aziende e enti pubblici è stata quindi consegnata una guida di nuova progettazione che mira a evidenziare i vantaggi della collaborazioni tra queste realtà e i dottorato di ricerca. 

Nel pomeriggio il rettore Mancarella, con la professoressa Aglietti e i coordinatori dei dottorati con sede presso l’Ateneo, ha proceduto alla consegna dei diplomi ai nuovi dottori di ricerca di quest’anno, cui è seguito l'incontro tra gli stessi dottori di ricerca e le aziende presenti.

"Questa giornata - ha concluso la professoressa Aglietti - vuole essere non solo un momento di festa per chi ha raggiunto uno tra i più importanti risultati della carriera accademica, ma anche costituire un’opportunità di confronto e d’incontro con il mondo delle istituzioni e delle imprese, delle attività produttive e industriali, dei servizi e della ricerca pubblica e privata, instaurando un percorso virtuoso che metta in luce le potenzialità dei più brillanti giovani ricercatori dell’Università di Pisa e volto a favorirne il reclutamento e il successo professionale".

Di seguito l'elenco dei premiati:

1) Scienze Matematiche, Informatiche, Fisiche e Scienze della Terra
Dottor Marco Moraschini
Corso di Dottorato: Matematica
Coordinatore di Dottorato: Prof. Giovanni Alberti
Tesi: "On Gromov’s theory of multicomplexes: the original approach to bounded cohomology and simplicial volume".

2) Scienze Matematiche, Informatiche, Fisiche e Scienze della Terra
Dottor Niccolò Di Lalla
Corso di Dottorato: Fisica
Coordinatore di Dottorato: Prof. Dario Pisignano
Tesi: "Study and optimization of the IXPE polarization-sensitive detectors".

3) Scienze Chimiche, Scienze Biologiche, Scienze Agrarie e Scienze del Farmaco
Dottor Gianluigi Albano
Corso di Dottorato: Scienze Chimiche e dei Materiali
Coordinatore di Dottorato: Prof. Gennaro Pescitelli
Tesi: "Outstanding chiroptical features in thin films of chiral π-conjugated oligomers: from synthesis to applications".

4) Scienze Chimiche, Scienze Biologiche, Scienze Agrarie e Scienze del Farmaco
Dottoressa Noemi Barsotti
Corso di Dottorato: Biologia
Coordinatore di Dottorato: Prof. Massimo Pasqualetti
Tesi: "Retrogade approach to dissect the mouse connectome and generation of new Rabies Virus tools for functionale analysis of synaptically connected neurons".

5) Scienze Mediche e Scienze Veterinarie
Dottoressa Lucia Grassi
Corso di Dottorato: Scienze cliniche e traslazionali 
Coordinatore di Dottorato: Prof. Stefano Del Prato
Tesi: "P. aeruginosa biofilm infections: pre-clinical investigation of new treatment strategies based on the use of antimicrobial peptides".

6) Scienze Mediche e Scienze Veterinarie
Dottoressa Anyela Andrea Medina Valentin
Corso di Dottorato: Scienze veterinarie
Coordinatore di Dottorato: Prof. Alessandro Poli
Tesi: "Medicina trasfusionale nel cane: studio sulla prevalenza dei principali gruppi sanguigni, sulla valutazione di una profilassi attiva contro la Leishmaniosi nei donatori di sangue e sui parametri abitualmente impiegati nel monitoraggio della trasfusione".

7) Ingegneria Civile e Architettura, Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Dottor Matteo Loffredo
Corso di Dottorato: Ingegneria Industriale
Coordinatore di Dottorato: Prof. Giovanni Mengali
Tesi: "Analisi numerica e sperimentale dell’influenza dell’effetto Bauschinger sugli stati tensionali residui introdotti dall’autoforzamento di recipienti inpressione".

8) Ingegneria Civile e Architettura, Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Dottor Francesco Laccone
Corso di Dottorato: Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni
Coordinatore di Dottorato: Prof. Renato Iannelli
Tesi: "Reinforced and post-tensioned structural glass shells - concept, morphogenesis and analysis".

9) Ingegneria Civile e Architettura, Ingegneria Industriale e dell’Informazione
Dottoressa Cristina Piazza
Corso di Dottorato: Ingegneria dell’informazione Coordinatore di Dottorato:
Prof. Fulvio Gini
Tesi: "On the design and control of soft robotics-enabled prosthetic hands".

10) Scienze dell’Antichità, Filologico-Letterarie, Storico-Artistiche, Storiche, Filosofiche, Pedagogiche, Psicologiche
Dottor Jacopo Paganelli
Corso di Dottorato: Storia
Coordinatore di Dottorato: Prof. Alberto Maria Banti
Tesi: "Il forziere del vescovo. Vicende e basi materiali della signoria dei presuli volterrani nella seconda metà del Duecento".

11) Scienze dell’Antichità, Filologico-Letterarie, Storico-Artistiche, Storiche, Filosofiche, Pedagogiche, Psicologiche
Dottoressa Cassandra Basile
Corso di Dottorato: Filosofia
Coordinatore di Dottorato: Prof. Fabrizio Desideri, Università degli Studi di Firenze
Tesi: "Il filo nascosto della ragione. Società-teatro, finzione e parvenza morale in Kant".

12) Scienze dell’Antichità, Filologico-Letterarie, Storico-Artistiche, Storiche, Filosofiche, Pedagogiche, Psicologiche
Dottoressa Valeria Dei
Corso di Dottorato: Filologia, Letteratura e Linguistica
Coordinatore di Dottorato: Prof. ssa Marina Foschi
Tesi: "L’identité juive inassimilable: récits singuliers d’ascension sociale au XXe siècle. Irène Némirovsky, Albert Cohen et Joseph Roth".

13) Scienze Giuridiche, Economiche e Statistiche, Scienze Politiche e Sociali
Dottoressa Francesca Episcopo
Corso di Dottorato: Scienze Giuridiche
Coordinatore di Dottorato: Prof. Giovannangelo De Francesco
Tesi: "L’effettività del diritto (privato) europeo nella giurisprudenza della Corte di Lussemburgo. Analisi di un concetto indeterminato".

14) Scienze Giuridiche, Economiche e Statistiche, Scienze Politiche e Sociali
Dottoressa Serena Vantin
Corso di Dottorato: Scienze politiche
Coordinatore di Dottorato: Prof. ssa Elena Dundovich
Tesi: "Educazione, cittadinanza e ordine politico in Mary Wollstonecraft. La polemica con Edmund Burke".

Un progetto di ricerca con apporti multidisciplinari, che in poco tempo ha saputo trasformarsi in un percorso concreto e innovativo per facilitare l'approccio alla cura e alla prevenzione odontoiatrica nei pazienti con autismo attraverso l'uso della tecnologia, in particolare per quanto riguarda i bambini. Tutto questo è "MyDentist", frutto della collaborazione fra il dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, l’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, la Unità operativa di Odontostomatologia e Chirurgia del Cavo Orale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e l'associazione "Autismo Pisa APS" (Pisa – Valdera - Valdicecina).

Il progetto "MyDentist" è nato nel 2016 con una tesi congiunta tra odontoiatri ed esperti informatici, riuniti nella definizione e poi nello sviluppo di una app in grado di supportare gli odontoiatri nel rapporto con i piccoli pazienti, mettendo a loro disposizione giochi, immagini e video delle sedute per familiarizzare con le procedure da seguire. Dopo la laurea, le dottoresse Mariasole Bondioli (Informatica umanistica) e Francesca Pardossi (Odontoiatria) hanno continuato a lavorare sotto la direzione della professoressa Maria Rita Giuca (Unità operativa di Odontostomatologia e chirurgia del cavo orale, diretta dal professor Mario Gabriele), che si occupa da anni di odontoiatria pediatrica negli ambulatori dell’Ospedale Santa Chiara, della professoressa Susanna Pelagatti, del dipartimento di Informatica, e con la partecipazione delle dottoresse Maria Claudia e Marina Buzzi, oltre che dell'ingegnere Caterina Senette, dell'IIT-CNR. Sono poi stati coinvolti nel programma il dottor Antonio Narzisi, dell'IRCCS Stella Maris, le logopediste Benedetta Vagelli e Valentina Semucci, della ASL-Nord Ovest, la psicologa Martina Pinzino, l’ingegnere Lucia Billeci, di IFC-CNR, e l'informatico Fabio Uscidda.

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Grazie al contributo dell'associazione "Autismo Pisa APS" e al sostegno della rete di associazioni sul tema presenti sul territorio, "MyDentist" è cresciuto in brevissimo tempo diventando un vero e proprio servizio a disposizione della collettività, tanto che oggi sono più di 130 i pazienti con autismo, compresi tra i 3 e i 22 anni, che usufruiscono della relativa app.

"Far accettare la figura del dentista ai bambini con spettro dell’autismo - hanno sottolineato le professoresse Giuca e Pelagatti, responsabili del progetto - non è per niente scontato, così come non è sempre agevole poter intraprendere percorsi di prevenzione per mantenere la salute del cavo orale. Basandosi sull’utilizzo di una grande quantità di materiale multimediale, la web application 'MyDentist' supporta gli odontoiatri nella gestione di un percorso personalizzato per ogni piccolo paziente, in modo da metterlo a suo agio in un contesto per quanto possibile piacevole e amichevole e da facilitare un approccio collaborativo". "Il percorso per arrivare alla definizione e allo sviluppo della app - hanno aggiunto le due professoresse - è stato molto faticoso, ma i risultati ottenuti sono davvero straordinari, a dimostrazione di un progetto di ricerca e poi di un servizio che ha saputo operare per migliorare la vita concreta delle persone e soprattutto dei più deboli".

Nella foto un momento della presentazione di "MyDentist". Da sinistra: Il rettore Paolo Mancarella, Mariasole Bondioli, Marina Buzzi, Susanna Pelagatti, Benedetta Vagelli, Valentina Semucci, Francesca Pardossi, Lucia Billeci, Silvia Briani (direttore AOUP), Maria Rita Giuca e Antonio Narzisi. Completano il gruppo di lavoro Caterina Senette, Maria Claudia Buzzi e Fabio Uscidda, nella foto assenti.

Torna in funzione l'ingresso di via Ghini dell’Orto e Museo Botanico, dopo i lavori di ristrutturazione dei locali che hanno portato alla realizzazione della nuova biglietteria e bookshop, di un punto vendita del rinnovato Store Unipi ripensato sula base dell'alta qualità, della territorialità e della sostenibilità, e di un punto ristoro che accoglie il primo erogatore di acqua potabile messo a disposizione dall'Ateneo. Il taglio del nastro si è tenuto mercoledì 20 novembre alla presenza del prorettore vicario, Carlo Petronio, del direttore generale, Riccardo Grasso, della presidente del Sistema Museale di Ateneo, Chiara Bodei, del direttore dell'Orto e Museo Botanico, Lorenzo Peruzzi, e della coordinatrice organizzativa dello SMA, Sabrina Balestri

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La realizzazione della nuova biglietteria si aggiunge ai diversi e recenti interventi di miglioramento di collezioni, accessibilità e offerta complessiva dell'Orto e Museo Botanico. Il progetto di ristrutturazione dei locali di ingresso nasce nel 2017 grazie a un progetto di alternanza scuola-lavoro in collaborazione fra il Sistema Museale di Ateneo e il liceo scientifico "Filippo Buonarroti". Le proposte elaborate dagli studenti sono state accolte e attuate dall'Ateneo, che ha avviato le opere di rinnovamento della pavimentazione, degli infissi e degli spazi interni con cromie che riprendono quelle del Museo Botanico; il bianco dei mobili e dell'originale impianto di illuminazione mira a catturare lo sguardo del visitatore, suscitando un senso di meraviglia che riporta la mente ai sorprendenti soffitti della Camera delle Meraviglie cinquecentesca dell’Orto.

Nella sede della biglietteria, accanto al bookshop e al merchandising dell'Orto, è stato rinnovato completamente anche il punto vendita dello Store dell'Università di Pisa (www.unipi.it/index.php/store), con oggetti griffati unipi che sono stati ripensati basandosi sull'alta qualità e sulla sostenibilità dei prodotti, oltre che sulla vicinanza territoriale dei fornitori, con grande attenzione alla fattura artigianale e al "Made in Italy". In totale, il merchandising dell'Ateneo si compone attualmente di una settantina di prodotti, con due distinte linee di abbigliamento e delle serie di oggetti dedicate ai convegni e a un target ricercato di pubblico. La riapertura dello Store è stata accompagnata dal lancio della campagna promozionale "La cultura messa a frutto", in cui gli oggetti nascono e germogliano all'interno dell'Orto Botanico per far risaltare l'eccellenza e la cura delle materie prime. 

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Nella stanza di ingresso alla biglietteria, infine, è stato aperto un punto ristoro che accoglie il primo erogatore di acqua potabile messo a disposizione dall'Ateneo per studenti, personale e visitatori dell'Orto. Nei prossimi mesi saranno istallati altri erogatori al Polo Piagge e al Polo Fibonacci e il programma dell'Ateneo prevede successivi step negli altri poli didattici, nelle aree di Ingegneria e Medicina e poi in alcuni dipartimenti.

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Subito dopo l'inaugurazione, nell'Aula Savi si sono tenute le presentazioni del Calendario 2020 dell'Orto e Museo Botanico, del volume “L’Orto Botanico di Pisa. Piante, storie, personaggi, ruoli” di Gianni Bedini e del libro per ragazzi “Alla scoperta dell’Orto Botanico di Pisa” di Chiara Rossi, tre nuovissime iniziative editoriali già in vendita nel bookshop della struttura.

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