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Martedì, 25 Febbraio 2025 09:42

Edvance: cosa vuoi imparare oggi? Nasce un nuovo portale che rivoluziona la formazione digitale in Italia

“Cosa vuoi imparare oggi?” è lo slogan che accompagna il lancio di una nuova piattaforma che ospiterà oltre 200 corsi on line gratuiti, una formazione di livello universitario per studenti, professionisti e non solo frutto del lavoro di 17 istituzioni accademiche, fra cui l’Università di Pisa, e numerosi associati. Il 25 febbraio a Milano si inaugura il portale del progetto Edvance, il primo Digital Education Hub per l’istruzione superiore dedicato alla Cultura Digitale Avanzata in Italia, nato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il nuovo portale si propone come una piattaforma centrale per favorire l'accesso a competenze digitali avanzate, con particolare attenzione ai settori dell'intelligenza artificiale, gestione dei dati, sostenibilità del digitale e transdisciplinarità.

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In particolare, il progetto punta sulla produzione di MOOC (massive open online course) ovvero corsi online aperti e accessibili a tutti di alta qualità e, integrando educazione online e in presenza per ridefinire gli standard dell'educazione digitale. E saranno presto disponibili sul portale Edvance anche i nuovi MOOC realizzati dall’Università di Pisa nel campo della “data literacy”: “Introduzione alle basi di dati” e “Visualizzazione dei dati con R: teoria e pratica”. Nei prossimi mesi, l’offerta verrà ulteriormente ampliata con MOOC che affronteranno ulteriori temi, tra i quali l’Intelligenza Artificiale e le sue implicazioni etiche, le competenze digitali nell’ambito delle scienze della salute e la sostenibilità digitale.

"Grazie a Edvance, offriamo una risposta concreta alla crescente domanda di formazione digitale avanzata", ha dichiarato la professoressa Federica Paganelli, responsabile scientifico del progetto per l’Università di Pisa. "Il nostro obiettivo è creare un ambiente di apprendimento innovativo e di elevata qualità, che permetta a studenti e lavoratori di sviluppare competenze strategiche per il futuro.”

Grazie all'uso di intelligenza artificiale e all'integrazione con discipline umanistiche e creative, Edvance vuole arricchire l'interattività e l'efficacia della didattica, riducendo i tassi di abbandono e offrendo nuove risorse per percorsi accademici e professionali.

Edvance promuove una formazione modulare, che consente a studenti e lavoratori di costruire percorsi su misura. Attraverso micro-credential, è possibile accumulare competenze specifiche rispondenti alle esigenze del mercato del lavoro e integrarle per ottenere certificazioni formali.

Le istituzioni partner includono: Politecnico di Milano, Università Bocconi, Università di Bologna, Università Ca’ Foscari di Venezia, Università di Trento, Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Brescia, Università di Macerata, Università di Pisa, Università di Cagliari, Università di Messina, Conservatorio di Cagliari, Accademia di Belle Arti di Bologna, Accademia di Belle Arti di Venezia e Scuola Civica di Musica di Milano. A questi si aggiungono partner associati di rilievo come Fondazione Bruno Kessler, Regione Emilia-Romagna, Randstad e AWS Amazon.

Con il forte sostegno di cinque università italiane tra le prime dieci nel QS ranking italiano, Edvance rappresenta un passo avanti nella digitalizzazione sostenibile del Paese. Questo progetto promette di ridefinire gli standard dell'educazione digitale, aprendo nuove possibilità per il futuro sociale ed economico italiano.

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Lunedì, 24 Febbraio 2025 11:51

Sanità in Italia: la mobilità interregionale dei pazienti alimenta il divario Nord-Sud

Sono oltre mezzo milione di Italiani che ogni anno si spostano per cure mediche si spostano da una regione all’altra, generando un flusso che nel 2019 ha raggiunto 3,7 miliardi di euro dal Sud al Nord del Paese. I dati emergono da uno studio pubblicato sulla rivista Papers in Regional Science e condotto da Giovanni Carnazza, ricercatore del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, in collaborazione con Raffaele Lagravines, Paolo Liberati e Irene Torrini rispettivamente delle Università di Bari, Roma Tre e Bocconi.

Il team ha analizzato il fenomeno della mobilità sanitaria in Italia dal 2002 al 2019. Dai risultati emerge che il Sud è il principale esportatore di pazienti e che il Nord è il grande beneficiario delle risorse sanitarie.

Le regioni più colpite dalla "fuga sanitaria" sono Calabria, Campania e Puglia, che perdono ingenti somme di denaro per coprire le spese dei propri cittadini curati altrove. Al contrario, regioni come Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano tra le destinazioni più richieste, con guadagni superiori ai 300 milioni di euro annui. Il Centro si colloca in una posizione intermedia: Toscana e il Lazio sono attrattive, mentre altre regioni come l'Umbria e le Marche hanno un saldo più in equilibro.

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In particolare, la Toscana nel 2019 ha registrato un saldo positivo di circa 139 milioni di euro. Alla base di questa performance positiva ci sono: centri di eccellenza come il Policlinico di Careggi a Firenze, l’Azienda ospedaliera-universitaria di Pisa e la Fondazione Monasterio, l’alta specializzazione in settori come l’oncologia, la cardiochirurgia e i trapianti, e infine la buona gestione organizzativa con tempi d’attesa più contenuti rispetto ad altre regioni.

“La mobilità sanitaria amplifica il divario Nord-Sud, drenando risorse dal Sud a vantaggio delle regioni settentrionali, che migliorano ulteriormente i propri servizi, creando un circolo vizioso di diseguaglianza nel sistema sanitario nazionale”, dice Carnazza.

“Il sistema attuale, basato sulla redistribuzione delle risorse in base alla mobilità sanitaria, penalizza infatti le regioni più povere – sottolinea Carnazza - da questo punto di vista sarebbe auspicabile riformare il modello di finanziamento, adottando criteri più equi per la distribuzione dei fondi che considerino i reali bisogni sanitari delle regioni riaffidando allo Stato un maggiore controllo per garantire livelli di assistenza omogenei in tutto il Paese ed evitare che la qualità delle cure dipenda dal codice postale”.

 

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