Premessa
La mezza maratona città di Pisa (Cetilar Pisa Half Marathon, https://www.mezzamaratonapisa.it) nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della donazione di organi e di tessuti quale atto preliminare, e indispensabile, per la realizzazione dei trapianti d’organo e di tessuti. Non è quindi un caso che questa manifestazione sia stata concepita e realizzata a Pisa dove i trapianti di rene sono eseguiti dall’ormai lontano 1972, con l’attivazione nel 1996 delle attività di trapianto di pancreas e di fegato. Nonostante le migliaia di trapianti eseguiti nel nostro Ospedale, e il fatto che praticamente ogni novità in campo trapiantologico introdotta in Italia negli ultimi 20 anni sia stata proposta o applicata per la prima volta a Pisa, vi è la necessità di continuare a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica. Il trapianto è infatti un tipo di intervento che non può prescindere da un atto di altruismo, consapevole e disinteressato.
In linea con la sua missione principale, la Cetilar Pisa Half Marathon ha finalità esclusivamente benefiche, è promossa dall’Associazione per Donare la Vita Onlus (http://www.perdonarelavitaonlus.it/) e realizzata dal Gruppo Podistico Leaning Tower Runners, composto a sua volta da volontari molti dei quali sanitari o ex-sanitari impegnati nel mondo dei trapianti.
Nel suo insieme la Cetilar Pisa Half Marathon, pur essendo una mezza maratona omologata rispetto a ogni standard sportivo e pur esprimendo valori atletici elevati, è realizzata con il contributo di molteplici forze del volontariato locale e con il contributo fattivo delle Istituzioni, delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate. Nessuno degli organizzatori o dei sostenitori della manifestazione ha un fine differente da quello altruistico e benefico. Forse proprio per questa ragione, lo scorso anno partecipò in qualità di testimonial Carlo Verdone, che condivise, in pieno, le finalità della Cetilar Pisa Half Marathon. Anche quest’anno sarà presente un testimonial noto al grande pubblico, che speriamo possa essere di altrettanto aiuto.
Alla presentazione in Rettorato sono intervenuti: il rettore Paolo Mancarella, l’assessore al Turismo del Comune, Paolo Pesciatini, il direttore medico di presidio ospedaliero dell'Aoup, Mauro Giraldi, il prorettore con delega alle attività sportive, Marco Gesi, il professor Ugo Boggi, organizzatore della manifestazione, Germano Tarantino, direttore scientifico di PharmaNutra, Giuseppe Bozzi, presidente dell'Associazione per Donare la Vita Onlus, e Daniele Meucci, testimonial dell’iniziativa.
Programma generale
La Cetilar Pisa Half Marathon sarà inaugurata già venerdì 12 ottobre alle ore 15 con l’apertura dell’Expo Half Marathon agli Arsenali Repubblicani. L’Expo resterà aperto il 12 fino alle ore 19 e il 13 dalle ore 9 alle 19. Presso l’Expo, aperto a tutti, i partecipanti potranno ritirare il pettorale di gara e la maglia tecnica Diadora, preparata appositamente per la manifestazione. Potranno inoltre trovare l’area massaggi gestita dal title sponsor Cetilar e numerosi altri stand con espositori del settore sportivo e non, oltre che stand di altre associazioni di volontariato.
La mattina di sabato 13 ottobre, per la prima volta, si svolgerà una marcia ludico-motoria con percorso interamente nel centro cittadino dedicata agli studenti delle scuole di Pisa per coinvolgerli nel clima solidale della Cetilar Pisa Half Marathon. Questa manifestazione aggiuntiva, denominata BlueBay Running School, sarà resa possibile grazie alla collaborazione del Provveditorato agli Studi di Pisa e sarà realizzata con il contributo di Ford-BlueBay.
La gara si svolgerà domenica 14 ottobre, con il ritrovo pre-partenza fissato all’Istituto Tecnico da Vinci in via Contessa Matilde a partire dalle ore 7. Si segnala che per gli allestimenti pre-gara via Contessa Matilde, nel tratto fra via Piave e l’incrocio con via Bonanno, sarà chiusa al traffico già dalle ore 6.
La partenza avverrà alle ore 9.30, preceduta da un’esibizione degli sbandieratori di Pisa e dal consueto cerimoniale con presentazione degli atleti di élite.
Oltre alla mezza maratona (21.097 Km), omologata FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera), sarà possibile partecipare alla mezza maratona a staffetta, competitiva, divisa in due frazioni di 11.1 e 10 Km, dedicata alla memoria di Maria Coppoletti. Sarà possibile partecipare con coppie omogenee per sesso, oppure miste. La partenza avverrà insieme a quella della mezza maratona. L’area di cambi staffetta sarà allestita in zone CEP in corrispondenza dell’incrocio fra via Pierin del Vaga e via Tiziano Vecellio. I partecipanti alla staffetta riceveranno la stessa medaglia e la stessa T-shirt tecnica riservata ai mezzomaratoneti e saranno ammessi a una classifica dedicata.
Il primo atleta pisano riceverà il trofeo “Francesco Avino”, intitolato alla memoria di un volontario della Pubblica Assistenza e che a lungo aveva prestato la sua opera anche a favore della Cetilar Pisa Half Marathon. Francesco è tragicamente scomparso in un incidente stradale alla vigilia dell’edizione 2017.
Il primo atleta trapiantato riceverà il premio “Pietro Ciccorossi”. Pietro era un medico epatologo, oltre che podista amatoriale. È tragicamente scomparso nel marzo del 2015.
Sono inoltre previsti premi per i primi studenti e dipendenti dell’Università di Pisa e per i primi dipendenti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
Conferme
Per l'edizione 2018 è in primo luogo confermata la presenza di Cetilar in qualità di title sponsor, brand importante dell'azienda toscana PharmaNutra SPA, da sempre molto vicina allo sport - è main sponsor del Parma Calcio in Serie A - e al running in particolare. Confermate anche le presenze di Biancoforno, Tesorino e della Banca di Pisa e Fornacette, così come la partnership con l'Internet Festival.
È confermato il percorso: la partenza avverrà in via Contessa Matilde alle ore 9.30 davanti all’ingresso dell’Istituto Tecnico da Vinci. L’arrivo sarà in Piazza dei Miracoli, con ingresso da via Santa Maria, poco prima dell’ingresso del Museo delle Sinopie. L’arrivo del primo atleta è previsto alle ore 10.35 circa. Il tempo massimo è di 3 ore e quindi gli ultimi atleti dovrebbero giungere al traguardo verso le ore 12.30.
Dopo la partenza gli atleti attraverseranno subito la SS Aurelia, chiusa circa dalle ore 9.25 alle ore 9.45, e percorrendo il viale delle Cascine entreranno nel Parco di San Rossore. L’uscita dal Parco avverrà attraverso via delle Lenze. Giunti in area CEP si procederà in via Pierin Del Vaga, in via Tiziano Vecelio e in via dell’Argine per attraversare il Ponte del CEP e poi percorrere, prima in direzione Marina e quindi dopo un giro di boa in direzione Pisa, il viale di Marina per circa 1.2. Km in entrambe le direzioni. Imboccata via 2 Settembre, si rientrerà in città attraverso via Conte Fazio (parzialmente aperta al traffico). Si volterà quindi verso sinistra e attraversato il Ponte della Cittadella, si imboccherà Lungano Sonnino per attraversare ancora l’Arno percorrendo Ponte Solferino. Al termine di Ponte Solferino si volterà a sinistra imboccando (contromano rispetto alla direzione del traffico veicolare) Lungarno Gambacorti. All’altezza di via Mazzini il percorso volterà verso destra e proseguendo lungo via d’Azeglio si entrerà in piazza Vittorio Emanuele, per percorrere poi (contromano rispetto alla direzione del traffico veicolare) via Benedetto Croce. Giunti in Piazza Guerrazzi si volterà a sinistra per giungere, dopo aver percorso via Bovio, sul Lungarno Galilei che sarà percorso fino al Ponte di Mezzo. Attraversato il Ponte di Mezzo si volterà a sinistra in Lungarno Pacinotti (contromano rispetto alla direzione del traffico veicolare) e quindi a destra in via Curtatone e Montanara. Dopo aver attraversato Piazza dei Cavalieri si percorrerà via dei Mille e quindi si attraverserà piazza Cavallotti per girare poi a destra in via Santa Maria. Al termine di via Santa Maria si volterà a sinistra per percorrere gli ultimi 100 metri del percorso in Piazza dei Miracoli.
Sono confermati anche i percorsi delle marce ludico-motorie con possibili distanze di 4, 7 e 15 Km. I tracciati di 7 e 15 Km percorreranno anche il camminamento delle mura storiche di Pisa, grazie alla collaborazione con Coopculture. La partecipazione alle marce ludico-motorie, per le quali non è prevista una classifica individuale ma un premio di partecipazione per tutti, non è soggetta alle norme mediche che si applicano alle gare. Il costo dell’iscrizione è di 3 euro, per i partecipanti al Trofeo delle tre Province, e di 3.5 euro per gli altri.
Novità
L’edizione 2018 ha anche alcune importanti novità. In primo luogo la marcia ludico-motoria per gli studenti delle scuole di Pisa (BlueBay Running School) e la staffetta di 11.1+10 Km.
Sarà inoltre presente quale sponsor tecnico Diadora, con una maglia tecnica personalizzata che sarà consegnata a ognuno degli iscritti alle distanze competitive.
Per la prima volta ci sarà una radio ufficiale, Radio Bruno, che offrirà ai partecipanti un servizio di intrattenimento, aiutando anche a veicolare il messaggio solidale della manifestazione.
Video di presentazione
Daniele Meucci è da sempre il principale Testimonial dell’Associazione per Donare la Vita Onlus e della mezza maratona di Pisa. Anche quest’anno ha voluto assicurare il suo supporto prestandosi per la realizzazione del video di presentazione della gara. Una sua foto è stata scelta anche come immagine simbolo.
Daniele Meucci, dopo un periodo di stop a causa dell’infortunio che non gli ha consentito di difendere il titolo continentale di maratona a Berlino, ha ripreso gli allenamenti ed è atteso al via il 14 ottobre.
Atleti di èlite
Al via ci sarà un gruppo di atleti, sia maschile che femminile, di alto livello. Oltre a Daniele Meucci, saranno presenti Stefano La Rosa e Johannes Chiappinelli che saranno impegnati in una staffetta in rappresentanza del GS Carabinieri. Senza venire meno alle proprie finalità, e quindi non corrispondendo ingaggi e mantenendo un monte premi limitato, il Comitato Organizzatore è riuscito ad assicurarsi le prestazioni di atleti stranieri (inclusi Kenioti ed Etiopi) che manterranno il tradizionale elevato standard della Cetilar Pisa Half Marathon.
Si ricorda che nel 2008 Daniele Meucci stabilì proprio a Pisa la miglior prestazione annuale di un atleta Italiano e che i record sia maschile (2013 Daniele Meucci: 01:02:46) che femminile (2013 Janat Hanane: 01:12:09) rappresentano standard cronometrici di altissimo livello.
Ringraziamenti
Il Comitato Organizzatore desidera ringraziare tutte le istituzioni coinvolte nel progetto, a partire dall'Università, dal Comune, dalla Prefettura, dalla Questura, da tutte le Forze di Polizia, dall’Esercito. Ringrazia inoltre i volontari che fra il 12 ed il 14 ottobre renderanno possibile l’insieme di iniziative che compongono la Cetilar Pisa Half Marathon.
Giornata Mondiale per la paralisi cerebrale: a Pisa un rapporto di collaborazione tra specialisti, istituzioni e famiglie. È quanto avvenuto nel corso del partecipatissimo incontro avvenuto oggi a Calambrone sul tema “Migliorare la qualità della vita per la persona con paralisi cerebrale” organizzato dalle Associazioni Coordinamento dei Caregivers ed EppursiMuove ASD con la collaborazione del IRCCS Fondazione Stella Maris. Il loro invito è stato raccolto dagli specialisti del settore, dagli operatori socio-sanitari, dai rappresentanti della politica e delle famiglie per offrire ai partecipanti un'occasione di conoscenza e approfondimento sui bisogni della persona con paralisi cerebrale infantile (PCI) in età pediatrica e adulta.
Nel convegno si è fatto il punto su come la ricerca e la realtà assistenziale, sociale e riabilitativa possano dare sempre più possibilità alla persone con paralisi cerebrale e al loro progetto di vita. All’iniziativa hanno partecipato Paolo Mancarella, rettore dell’Università di Pisa, Gianna Gambaccini, assessore del Comune di Pisa con deleghe alle Politiche sociali e alla Cooperazione con la rete dei servizi sanitari territoriali, Antonio Mazzeo, presidente della Commissione Costa Toscana del Consiglio Regionale e per la Stella Maris, Giuliano Maffei, presidente e Giovanni Cioni, direttore scientifico. Con loro erano presenti le rappresentanti delle famiglie Antonietta Scognamiglio e Stefania Bargagna.
La paralisi cerebrale in Italia coinvolge 100 mila tra adulti e bambini, mentre nel mondo sono milioni le persone che ne soffrono. Sono disturbi neurologici causati da lesioni del sistema nervoso centrale insorti prima o durante il parto, e colpiscono aree cerebrali che presiedono alle funzioni della postura e del movimento e tattili, quindi il cammino, la prensione, a cui spesso di associano forme di epilessia, disturbi sensoriali, cognitivi, del linguaggio. Il 25% circa dei bambini che ne è affetto ha una disabilità grave, 1 su 4 soffre di forme epilettiche, 1 su 3 non riesce a camminare, 1 su 4 non può parlare e 1 su 10 ha gravi disturbi visivi. Nel mondo sono milioni le persone con questi disturbi, solo in Italia dicevano all’inizio se ne calcolano 100.000, e ancor oggi ogni anno nel nostro paese più di 1.000 nuove persone manifestano questi disordini. Nei Paesi a sistemi sanitari più avanzati ne sono colpiti 2-3 neonati ogni 1.000 nati vivi, proporzione che nei Paesi poveri si triplica e quadruplica. Numeri che danno l’idea dell’impatto che questi disturbi hanno sulle famiglie e sulla società. In paesi con buon sistema socio-sanitario è stato calcolato che le cure e l’assistenza di una persone con questi disordini hanno un costo annuo di oltre 70.000 euro.
Il contesto italiano ed europeo delle cure alle persone con paralisi cerebrale infantile purtroppo non è confortante. Una inchiesta condotta nel 2017 in tutti i paesi europei dalla European Academy of Childhood Disability (la Società scientifica europea che si occupa di questo disturbo) ha evidenziato come in Europa e anche in Italia, si registri un netto peggioramento dalla qualità e quantità delle cure offerti ai bambini e agli adulti con paralisi cerebrali, anche a causa della crisi economica. Una recentissima pubblicazione ha messo questi dati molto allarmanti a disposizione di esperti, politici e largo pubblico (*Horridge et al. European Academy of Childhood Disability. Austerity and families with disabled children: a European survey. Dev Med Child Neurol. 2018).
Una risposta concreta alle persone con paralisi cerebrale arriva dagli studi compiuti nel mondo per migliorare la loro qualità di vita. Purtroppo in questo campo c’è chi per soldi semina illusioni e false speranze, dando origine a quegli incresciosi fenomeni che sono i viaggi della speranza in lontani e “miracolosi” centri asiatici, dell’ex-Europa orientale o anche americani. La Stella Maris da anni è impegnata a fianco delle famiglie e dei bambini. Nell’Istituto di Calambrone molti sono i servizi a loro disposizione. Nelle sue Unità operative infatti gli specialisti di Stella Maris definiscono la diagnosi e approfondiscono il profilo funzionale con la formulazione del progetto riabilitativo e del programma terapeutico, progettano e validano i presidi protesici e ortesici e in caso di necessità terapia specifiche per la spasticità, la diagnosi e terapia dei disturbi associati come la disfagia, i disturbi visivi, o l’epilessia ed effettuano il trattamento successivo agli interventi di chirurgia funzionale. L’individuazione dei neonati a rischio di sviluppare questa patologia e la diagnosi precoce effettuata nei primissimi mesi di vita, consente di avviare un intervento precoce che ha come principali obiettivi quelli di minimizzare le difficoltà di sviluppo e l’emergenza di disabilità motorie, cognitive, socio-emozionali. Il razionale scientifico su cui si basa è il potenziamento della plasticità cerebrale, ossia la capacità del SNC (sistema nervoso centrale) di modificare la propria struttura e funzione in risposta all’ interazione tra i geni, le esperienze e gli stimoli ambientali (arricchimento ambientale). Sul fronte scientifico l’IRCCS Stella Maris nei propri laboratori e in collaborazione con l’Università di Pisa, l’Istituto di Neuroscienze di Fisiologia Clinica del CNR neurofisiologia e l’Istituto di Biorobotica, ha condotto e sta continuamente aprendo nuovi studi per terapie avanzate, in grado di prevenire e curare il danno cerebrale precoce e le paralisi cerebrali.
Proprio nel corso dell’incontro sono state presentate le ricerche più promettenti. Studi e collaborazioni che hanno permesso l’apertura proprio in queste settimane presso la Stella Maris del Centro terapie innovative nella paralisi cerebrale dove sono già iniziati e verranno sperimentati un numero sempre più grande di protocolli innovativi di trattamento dei bambini con paralisi cerebrale, specie i più piccoli, sviluppati attraverso finanziamenti nazionali e internazionali, e facenti parte a diversi progetti multicentrici internazionali in corso od in attivazione a breve.
Punto cruciale della terapia è mettere sempre la famiglia al centro del trattamento e una presa in carico precoce multidisciplinare psicologica e psicomotoria che promuova e sostenga la genitorialità, migliorando la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie. Proprio recentemente sono stati avviati - primi in Italia - studi sulla qualità della vita della persona con paralisi cerebrale, la qualità della vita è infatti, molto più del recupero funzionale l’obbiettivo vero dell’intervento. La Stella Maris per la paralisi cerebrale infantile, come per tutte le disabilità del neurosviluppo di cui si occupa (le disabilità intellettive, per lo più associate a malattie genetiche, l’autismo, le malattie neuromuscolari, i disturbi psichiatrici e molte altre) accanto alla ricerca e all’assistenza, svolge grazie e insieme all’Università di Pisa, un grande lavoro di formazione degli operatori, medici, terapisti, psicologi e altri, attraverso i corsi universitari che da molti anni anno sede presso l’Istituto (scuola di specializzazione in neuropsichiatria infantile, tra le più antiche d’Italia, corso per terapisti dell’età evolutiva e altre). Una sinergia con l’Università di Pisa che rende la nostra città polo internazionale di riferimento per questo disturbo, nella formazione oltre alla ricerca e l’assistenza. Nel luglio 2019 una Summer School dell’Università di Pisa, organizzata insieme alla Stella Maris e alla European Academy of Childhood Disability (la società scientifica europea che si occupa di questo disturbo) formerà giovani provenienti da tutto il mondo alla ricerca sulla paralisi cerebrale, attraverso l’opera di moltissimi docenti anche internazionali.
Etica e futuro. Oggi grande spazio è stato dato anche al tema etico, legato alla disabilità. La centralità della persona è il messaggio che da anni attraversa la letteratura e la legislazione in merito alla disabilità (ne sono un esempio la Convenzione ONU, il Piano per la salute, il Piano di indirizzo per riabilitazione e la classificazione ICF). Far diventare le persone colpite da paralisi cerebrale davvero protagonisti della propria vita. È questo il traguardo a cui oggi si tende. Una persona malata o disabile troppo spesso è un “oggetto del percorso assistenziale”. È necessario un cambio di paradigma per farla diventare un soggetto attivo. Un terreno ancora colmo di domande. È possibile una condivisione del piano riabilitativo quando il bambino ha gravi deficit comunicativi e cognitivi? Siamo certi che alla domanda di cura si risponda sempre in modo congruo e scientificamente valido? E poi la risposta è uniforme ed equa nei vari territori? Si tiene conto della prospettiva lifespan delle disabilità dello sviluppo?
(Fonte: Ufficio stampa Stella Maris)
Una prestigiosa collana internazionale di studi sul Medio Regno (2000-1550 a.C.) edita dalla Golden House Publications con sede a Londra è ora disponibile gratuitamente sul portale di Egittologia dell’Università di Pisa. L’iniziativa è nata su impulso di Gianluca Miniaci, docente dell’Ateneo pisano nonché supervisore scientifico della stessa collana: ecco il link per scaricare i libri.
“Middle Kingdom Studies, una collana nata tre anni fa da una mia idea, è già diventata una realtà ben affermata nel panorama scientifico, poiché si occupa di un periodo, il Medio Regno (2000-1550 a.C.), poco trattato a livello di ricerca nel campo dell’egittologia”, racconta Gianluca Miniaci.
La collaborazione con l’editore inglese è stata ufficializzata nei mesi scorsi con la firma di un accordo con il dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo.
“Dal mio arrivo all’Università Pisa nel 2016 mi sono mosso affinché la Golden House Publications, una delle case editrici più note nell'ambito scientifico internazionale dell'egittologia, si aprisse verso l'opensource ed in particolare verso il green opensource – conclude Miniaci – ora grazie a questo accordo i volumi saranno online e fruibili gratuitamente a partire da due anni dalla data di pubblicazione del cartaceo”.
Janos Kelemen (a sinistra nella foto) e Pierpaolo Faggi (a destra nella foto) sono i vincitori del premio internazionale «Galileo Galilei» 2018 promosso dai Rotary club italiani, uno dei riconoscimenti culturali più importanti d'Europa e punto di riferimento per la promozione della cultura italiana, che dal 2006 viene conferito anche a studiosi italiani che si siano distinti nelle scienze fisiche, mediche, geografiche, dell'ingegneria, della terra, chimiche, agrarie e biologiche.
Il 57mo premio Galilei «è stato attribuito all'unanimità della giuria (presieduta dal presidente della Fondazione premio Galilei, Antonio Pieretti, e composta dagli specialisti italiani della materia Giuseppe Santillo, Giannino Di Tommaso e Mauro Visentin) all'ungherese Janos Kelemen, professore emerito dell'Università Elte di Budapest, per il suo contributo alla Storia del pensiero italiano».
Al padovano Pierpaolo Faggi, professore di geografia umana all'Università di Padova, è andato il premio per la scienza, giunto alla 13ma edizione dedicata alle scienze geografiche, assegnato dalla giuria composta dagli specialisti stranieri della materia Jean Pierre Lozato Giotart, Jean Louis Moretti e Pere Salve Tomas (presidente di giuria anche in questo caso Antonio Pieretti).
La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 6 ottobre nell'aula magna dell'ateneo pisano: erano presenti la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, il presidente della Fondazione premio «Galileo Galilei» dei Rotary club italiani, Marco Mancini, e l’assessore comunale all’Urbanistica Massimo Dringoli, in rappresentanza del Comune di Pisa.
Da sinistra: Janos Kelemen, Pierpaolo Faggi, Marco Mancini, Nicoletta De Francesco, Massimo Dringoli subito dopo la premiazione.
Le ricerche di Janos Kelemen si incentrano prevalentemente sulla filosofia del linguaggio e la storia della filosofia e della letteratura italiana con particolare riguardo a Dante e al pensiero italiano nel Novecento. La giuria del premio «Galilei« ha scelto il professore «per i suoi eccellenti meriti nel campo della ricerca e della diffusione del pensiero italiano in Ungheria e della cultura ungherese in Italia, cui ha contribuito in maniera determinante anche nella sua qualità di direttore dell'Accademia di Ungheria a Roma, di direttore del dipartimento di Italianistica dell'Università di Szeged, di socio fondatore e presidente della Società Dantesca Ungherese».
Pierpaolo Faggi vanta un curriculum ricchissimo sia nel campo ricerca empirica sia nel campo «terreno», infatti si presenta come «camminatore geografo». Un lavoro che è grande passione, come dimostrano i numerosi libri e articoli scientifici pubblicati in Europa, in particolare in Italia e Francia, e nel Nord America. Tra questi, si possono segnalare i suoi studi e azioni in Africa, specialmente in Senegal e Burkina Faso. Durante quasi quarant'anni, Pier Paolo Faggi ha dimostrato grande attenzione per la natura e per le popolazioni locali.
L’Università di Pisa conferma il proprio impegno nell’ambito della cooperazione internazionale per la salute e lo sviluppo. Grazie all’accordo sottoscritto lo scorso dicembre tra Unipi, Medici con l'Africa CUAMM e Fondazione Arpa, quattro studenti del sesto anno di Medicina sono appena partiti per l’Angola nell’ambito della missione umanitaria di Medici con l’Africa CUAMM. Gli studenti pisani Beniamino Bortoli, Marco Favilli, Federica Mei e Debora Tognarelli effettueranno un periodo di tirocinio nell'ospedale di Chiulo, nei mesi di ottobre e novembre.
I quattro studenti con il rettore Paolo Mancarella e il professor Emanuele Cigna.
La struttura sanitaria, gestita dai medici di CUAMM, è situata nel profondo sud dell'Angola ed è il punto di riferimento di un’ampia regione, essendo l’unica unità sanitaria di 2° livello presente nella parte settentrionale della Provincia del Cunene, unico presidio dotato di sala operatoria in cui si possa eseguire il taglio cesareo.
Dal 2012 l’ospedale di Chiulo e il suo territorio di riferimento sono stati coinvolti nel programma del Cuamm “Prima le mamme e i bambini”, un’iniziativa che mira a garantire l’accesso gratuito al parto sicuro, alla cura del neonato e, in una successiva fase (2017-2021), alla generale tutela della salute della mamma e del neonato lungo i primi suoi 1000 giorni di vita, con un’attenzione particolare alla nutrizione della gravida e del bambino fino ai 2 anni.
Prima di partire gli studenti, accompagnati dal professor Emanuele Cigna, hanno fatto visita al rettore Paolo Mancarella e al prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali Francesco Marcelloni dai quali hanno ricevuto, a nome dell’intera istituzione universitaria, l’augurio di vivere una ricca esperienza in Africa, che possa formarli dal punto di vista umane e già qualificarli sul lato professionale, rappresentando al meglio l'Università di Pisa nel mondo.
Gli studenti con il prorettore Francesco Marcelloni e il professor Emanuele Cigna.
"Farfalle e uragani. Complessità: la teoria che governa il mondo" (Hoepli 2018) è l'ultimo libro del professore Walter Grassi, docente di Fisica tecnica all'Università di Pisa.
Pubblichiamo di seguito la prefazione del volume a firma di Roberto Vacca, ingegnere e matematico divulgatore, e la premessa dell'autore.
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Prefazione
Questo è un libro importante. Walter Grassi è un fisico-tecnico e, certo, i lettori che hanno discrete conoscenze di fisica e di matematica ne godranno i frutti con una certa facilità. Però Grassi si rivolge a un pubblico più vasto.
Molti di noi sanno qualcosa di fisica, meteorologia, economia, finanza, energia e psicologia. Ne parliamo anche senza essere esperti e usiamo termini di cui conosciamo il significato, spesso a livello superficiale. Non siamo in grado di esprimere la genesi e le applicazioni. Non padroneggiamo gli strumenti necessari. Ricordiamo i nomi di autori importanti in vari campi, ma talora conosciamo le loro opere solo per aver letto citazioni o recensioni. Mi limito qui a ricordare i nomi di autori (di cui Grassi fornisce bibliografia) che dovrebbe conoscere chi voglia capire meglio il mondo in cui viviamo. Laplace, Pareto, Volterra, Zipf, Lotka, Prigogine, Mandelbrot sono i nomi a me più cari – e Grassi parla anche di molti altri.
Gli argomenti del libro sono: sistemi, complessità, interazioni, caos, processi di crescita e declino, retroazione (feedback) e altro. In poche pagine Grassi non offre trattati su tutti questi argomenti, ma li approfondisce fino a risvegliare la curiosità del lettore e, magari, fino a fargli prendere consapevolezza di non saperne abbastanza. È un’opera utile.
Roberto Vacca
Ingegnere e matematico divulgatore
Premessa
Ogni libro nasce dal desiderio di comunicare e condividere con altri le proprie idee e sensazioni. Lo si può fare in molti modi a seconda dei temi trattati e di chi si vuole coinvolgere. I più facili da attrarre sono i curiosi, quelle persone, cioè, che si guardano intorno con la voglia di capire la realtà che li circonda.
Questo testo non pretende certo di dare risposte, ma di stuzzicare la curiosità sull’argomento della complessità in modo che, almeno, se ne conosca l’esistenza.
Fatto questo, esiste, per chi fosse interessato, una miriade di possibilità di approfondimento nei settori più disparati: dalla biologia, alla medicina, alla fisica, all’economia, alle scienze sociali, alla geologia.
Perché un essere vivente deve scambiare energia e materia con l’ambiente circostante per essere tale? Qual è l’importanza delle interazioni, sia interne sia con il mondo esterno? Che cosa significa che le irreversibilità sono origine di ordine? Quanto sono lunghi i confini fra nazioni? Come mai i fenomeni più diversi sono governati da leggi dello stesso tipo?
Tutto ciò è discusso nel libro, insieme ad altro ancora.
Walter Grassi
Un fegato artificiale miniaturizzato, costruito con chip microfluidici in silicio per i test farmacologici, ha finalmente dimostrato che i mini organi artificiali possono essere considerati modelli sperimentali attendibili, aprendo la strada a una possibile eliminazione dell’uso di cavie animali. Lo studio è stato pubblicato su Advanced Functional Materials e condotto dal team di ricerca di Giuseppe Barillaro del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, con la collaborazione del gruppo di Nico Voelcker della Monash University.
Humans-on-chip mostra come passare dall’organo alla sua “astrazione” funzionale fino al chip che lo mima.
“La novità di questo modello di organo – spiega Barillaro – è che si compone di strutture tridimensionali che hanno la dimensione effettiva delle cellule epatiche e che sono disposte in modo da replicare anche architettonicamente l’organizzazione del fegato nel lobulo epatico. Negli esseri umani, le cellule epatiche sono disposte in cordoni collocati tra le vene (sonusoidi) che entrano nel lobulo. La diposizione delle cellule in cordoni permette di riprodurre negli organi artificiali alcune funzioni fondamentali del fegato, come la detossificazione e il mantenimento dell’omeostasi”.
L’organo-chip e lo stesso organo con la simulazione del flusso sanguigno.
Replicare questa struttura è stato possibile grazie all’uso di nanotecnologie simili a quelle usate per i circuiti integrati. Le strutture così costruite vengono alimentate con un sistema microfluidico. “Quello che abbiamo dimostrato – prosegue Barillaro – è che le strutture così composte riescono a mantenere l’attività e le caratteristiche della cellula più a lungo rispetto a quanto non accada con una normale coltura, un mese invece che una settimana, e creare condizioni fisiologiche molto simili a quelle del corpo umano. Questo permette test farmacologici a medio termine, con la conseguenza di poter ridurre l’uso di cavie animali. Replicando in modo sempre più accurato la struttura del lobulo epatico potremo arrivare a effettuare test farmacologici con risultati ancora più attendibili e vicini a quelli ottenuti sull’uomo, e anche ricreare su chip alcune tra le più importanti funzionalità del fegato per andare verso una medicina personalizzata”.
La struttura degli epatiti vista con il microscopio confocale.
Al momento gli organi-chip hanno destato l’interesse sia dell’Europa che degli Stati Uniti, che hanno avviato la creazione di uno Humanchip, ovvero la riproduzione di diversi organi chip, che poi verranno messi in connessione tra loro per riprodurre la fisiologia umana. Questo renderà possibile testare farmaci su un organo specifico, ma anche controllarne l’impatto sugli altri. In Europa al momento è ai primi passi la costruzione di una flagship sugli organi chip, che includerebbe non solo partner accademici, ma aziende interessate a portare avanti i risultati della sperimentazione.
Si è svolto all’Università di Pisa l’1 e 2 ottobre il kick-off meeting del progetto ULISSE, Understanding, Learning and Improving Soft Skills for Employability che l’Università di Pisa si è aggiudicato nell’ambito della Call 2018 – KA203 - Erasmus+ “Strategic Partnerships for Higher Education”.
“Il progetto – dichiara il professor Rossano Massai, delegato di Ateneo al Job Placement – è stato presentato dall’Unità Career Service della Direzione Servizi per la Didattica e l’Internazionalizzazione con l’obiettivo di analizzare e sviluppare le competenze più importanti per il mondo del lavoro al fine di favorire l’inserimento professionale dei laureati”.
Responsabile scientifico è il professor Gualtiero Fantoni del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale. "ULISSE – sostiene il professor Fantoni – ha una componente di ricerca che mira a gettare luce sulla definizione di “soft skill” con l’obiettivo di delimitare i confini di ciò che viene considerato “soft” e ciò che non lo è, chiarendo la vera natura delle diverse competenze. La prima fase del progetto consisterà in un’analisi, condotta con tecniche di text mining, delle informazioni su annunci di lavoro disponibili presso i Career Service delle Università partner, ma anche in letteratura e in database esterni. Ciò consentirà di analizzare in maniera puntuale le competenze trasversali maggiormente richieste dalle aziende e di progettare su tale base delle attività formative specifiche che consentiranno di implementare queste competenze.
ULISSE con un punteggio di 91,5/100 è stato uno dei 16 progetti selezionati a livello nazionale su 64 candidature. L’Università avrà il ruolo di capofila di un partenariato che include l’Università Miguel Hernandez di Elche (Spagna), il Politecnico di Porto (Portogallo), l’Università Latvijas (Lettonia), e l’azienda spin-off dell’Ateneo Errequadro. Il budget del progetto è pari a € 384.639.
Il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, dopo aver preso visione delle 26 slides presentate dal professor Alessandro Strumia al Cern in data 28 settembre scorso, intitolate “Theory Gender Talk”, cui seguivano numerose denunce di violazione dei valori fondamentali della comunità universitaria, ritenendo queste ultime fondate, ha provveduto all’apertura del procedimento etico avverso Strumia, trasmettendo tutta la documentazione in merito alla Commissione etica dell’Ateneo.
La Commissione procederà ad esaminare il comportamento tenuto, valutando se del caso di investire anche il Collegio di disciplina per verificare eventuali ulteriori violazioni delle norme che devono guidare la condotta dei professori universitari.
"Quando, alla fine del corso di studio, mi sono trovato a dover scegliere l'argomento per la tesi, non ho avuto dubbi: raccontare una storia, la mia. Così mi sono messo alla prova con questo tentativo di scrittura scenografica autobiografica". Con queste parole Luca Razzauti, studente affetto dalla sindrome "X fragile", ha introdotto la discussione della sua tesi al corso di laurea magistrale in Storia e forme delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media. Il lavoro - dal titolo "Il percorso. Vicissitudini di una persona particolare che aspira a conquistare il diritto di vivere la propria vita" - è stato presentato lunedì 1 ottobre al Polo Piagge, davanti al relatore Maurizio Ambrosini, alla co-relatrice Elena Marcheschi e alla Commissione di laurea presieduta dalla professoressa Sandra Lischi. Erano presenti il rettore Paolo Mancarella, il delegato per la disabilità, Luca Fanucci, e Federica Gorrasi, responsabile dell'USID-Ufficio servizi per l'integrazione di studenti con disabilità, la struttura che ha accompagnato Luca lungo il cammino universitario. Alla fine Luca Razzauti ha conseguito il titolo con il massimo dei voti e la lode.
Nella foto, da sinistra, il professor Fanucci, il rettore Mancarella e Luca davanti alla Commissione di laurea.
"Ho seguito Luca in tutto il suo percorso formativo - ha detto il rettore Paolo Mancarella - imparando ad apprezzare la forza e il coraggio con cui riesce quotidianamente a superare gli ostacoli dovuti alla sua condizione. Per me, per gli operatori che lo hanno supportato e soprattutto per tutti i giovani che affrontano, a volte con un senso di smarrimento, il percorso di studi universitario, la storia di Luca rappresenta una bellissima lezione di vita, di dignità e di determinazione. La sua carriera nella nostra Università è per tutti noi motivo di orgoglio e per questo voglio ringraziare lo staff dell'USID e la squadra di studenti tutor e compagni di studio che lo hanno accompagnato in questi anni, così come i docenti che Luca ha incontrato. Qualunque scelta possa fare ora, auguro a Luca il massimo della fortuna e tanta felicità, e lo ringrazio di cuore per quanto è riuscito a trasmetterci in tutti questi anni".
Il momento della proclamazione.
Luca Razzauti, 31 anni, di origini livornesi, è affetto dalla sindrome "X fragile", una patologia che conferisce tratti autistici con relativa difficoltà comunicativa. Nel 2014 si è laureato in Discipline dello spettacolo e della comunicazione, sempre all'Università di Pisa, con 110 e lode. Nella sua carriera da studente è stato coadiuvato da tutor che lo hanno affiancato durante le attività didattiche e ha sostenuto gli esami in forma scritta utilizzando la "Comunicazione Facilitata Alfabetica" (CFA).
"Ancora una volta mi trovo a dover ringraziare l’Università di Pisa che mi ha permesso di conseguire questo nuovo traguardo della laurea magistrale - ha scritto Luca Razzauti - Quando ho scelto l'argomento della tesi ero titubante per il timore di scadere nella banalità. Una sensazione di inadeguatezza data dal confronto della mia semplice storia con quelle importanti di eroi antichi e moderni. Mi ha aiutato a uscire da questa incertezza (non del tutto) la riflessione sul film 'Ovosodo', di Paolo Virzì, incentrato su un personaggio antieroico per eccellenza che, nonostante tutto, esce dalla storia con una sua umanità piena di dignità".
Un momento della discussione.
Luca ha quindi continuato che "così ho iniziato a scrivere. Nel vedere riflessa nello specchio della scrittura la mia vita, mi sono reso conto che per superare i passaggi più impervi ho dovuto attingere ad energie interiori che neppure immaginavo di possedere; ho compreso che essere parte di una comunità affettivamente ricca mi permette di guardare ad un futuro incerto e nebuloso senza perdere la speranza. La speranza di realizzare il sogno di una vita indipendente, nonostante la necessaria presenza di un tutor, fondata sullo sfruttamento della mia capacità espressiva attraverso il canale della scrittura”.