Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Venerdì, 30 Novembre 2018 10:18

"Insegnare a insegnare”

I professori dell’università di Pisa tornano sui banchi per migliorare la qualità didattica e imparare a insegnare grazie anche agli studenti stessi. Venerdì 30 novembre è partito il nuovo progetto dell'Ateneo pisano "Insegnare a insegnare", un percorso di approfondimento delle competenze utili per l'insegnamento universitario dedicato in prima battuta ai nuovi e ai potenziali docenti. Circa un centinaio di ricercatori, professori e dottorati si sono ritrovati nell'aula magna del dipartimento di Matematica per l'inaugurazione del corso, alla presenza del rettore Paolo Mancarella, del prorettore per la Didattica, Marco Abate, e dei professori Maria Antonella Galanti e Luca Fanucci.

 

insegnare ainsegnare.jpg

La platea di professori-studenti al corso "Insegnare a insegnare"

 

“Vi invito a tenere sempre aperta la capacità di apprendere – ha detto il rettore Mancarella in apertura agli allievi del corso - c’è una frase di Bertolt Brecht che mi sono appuntato “durante i miei nove anni delle scuole superiori non sono riuscito a insegnare niente ai miei professori”, credo che questo spieghi benissimo quello che intendo, per insegnare non bisogna davvero smettere mai di imparare”.

Da sinistra, Paolo Mancarella e Marco Abate

 

Dopo i saluti istituzionali, la prima lezione è stata quindi tenuta dal professor Ettore Felisatti, dell'Università di Padova, che coordina il progetto e che in questa occasione ha anche presentato i risultati dell'indagine svolta tra i partecipanti sull’immagine che hanno della figura del docente.

Il progetto "Insegnare a insegnare", che andrà avanti sino a giugno del prossimo anno, prevede un ciclo di incontri a cadenza mensile con esperti italiani e stranieri, accademici e non. Nel corso delle lezioni saranno forniti spunti e idee per migliorare la qualità dell’insegnamento, discutendo di metodologie di insegnamento, strumenti di e-learning, didattica orientata sui bisogni degli studenti e tecniche comunicative e performative.

 

Da sinistra, Luca Fanucci, Maria Antonella Galanti e Marco Abate

"Insegnare - ha concluso il prorettore alla Didattica, Marco Abate - è una parte fondamentale del mestiere dei professori e dei ricercatori universitari, anche se spesso questo compito viene svolto in modo individuale, senza momenti di confronto con altri o scambi di idee sulle metodologie usate o utilizzabili. La nostra iniziativa è nata proprio per rispondere a queste esigenze in modo da migliorare la qualità complessiva della didattica nel nostro Ateneo".

 

 

 

 

Si è concluso in questi giorni il Master di Radiologia Interventistica Endovascolare dell’Università di Pisa, di cui è direttore il professore Emanuele Neri, associato di Radiologia del dipartimento di Ricerca Traslazionale.
Il Master giunge al terzo anno di vita accademica (con oltre 30 iscritti in due anni), ed è unico nel suo genere in quanto prevede una formazione a distanza mediante webinars e una parte pratica on-site su due sale angiografiche attrezzate per la trasmissione in diretta delle procedure interventistiche. La parte pratica del Master si svolge nella UO di Radiologia Interventistica della AOUP, di cui è Direttore il dottore Roberto Cioni.

 

master radiologia_inside.jpg

Il professor Neri con i docenti del Master e i partecipanti, nella giornata conclusiva in cui sono state discusse le tesi per il conseguimento del titolo


"L’interesse per la Radiologia Interventistica è in continua crescita, soprattutto tra gli specializzandi e tra i giovani medici radiologi di recente formazione che vogliono completare il proprio percorso formativo in una disciplina ormai ampiamente diffusa sul territorio, dove peraltro c’è ampia richiesta di specialisti con queste specifiche competenze", speiga il professore Neri

In questi anni il master si è inoltre consolidato come offerta formativa nazionale, sostenuto dalla Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica, divenendo un punto di riferimento per molti specialisti radiologi provenienti da tutta Italia, e nell'anno accademico appena concluso anche dall’Albania.

 

Il 26 novembre 2018, con Decreto rettorale 2190/2018, è stato costituito il Centro Interdipartimentale di Scienza per i Beni Culturali (CISBEC), su proposta dei Dipartimenti di Chimica e chimica industriale, di Civiltà e Forme
del Sapere, di Ingegneria Civile e Industrialee di Scienze della Terra.

Gli obbiettivi del Centro e i docenti che vi afferiscono sono specificati del decreto di costituzione pubblicato in calce a questa pagina

Giovedì, 29 Novembre 2018 12:47

“Il brutto anatroccolo”

Lunedì 3 dicembre alle 16 al Museo della Grafica dell’Università di Pisa (Lungarno Galileo Galilei, 9) verrà presentato il volume “Il brutto anatroccolo” edito dalla HomelessBook nella collana CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). Il libro, che racconta in modo semplice il tema della diversità, nasce da un progetto svolto da Elisa Carpenzano per l’esame del corso di Tecnologie Assistive per la Didattica (T.A.D.) della Laurea Magistrale in Informatica Umanistica dell’Università di Pisa. L’obiettivo del volume, revisionato e ampliato insieme a Valentina Semucci, logopedista esperta in CAA, è di rendere accessibile la favola del brutto anatroccolo ai bambini con disabilità nella comunicazione.
Dopo i saluti istituzionali, il programma della presentaizone prevede fra gli altri gli interventi di Rosanna Cardia, assessore alle disabilità del Comune di Pisa, Antonietta Scognamiglio, presidente del Coordinamento Etico dei Caregivers di Pisa e della professoressa Maria Antonella Galanti dell’Università di Pisa.

 

Venerdì 30 novembre dalle 10 nell’Aula Magna del Dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa (Largo Bruno Pontecorvo 5) prende il via “Insegnare ad insegnare”, una iniziativa dell’Ateneo che mette al centro la qualità della didattica e la trasmissione del sapere agli studenti.
Alla presentazione, di fronte a una platea di ricercatori, dottorati e docenti, sono previsti gli interventi del rettore Paolo Mancarella, di Marco Abate, prorettore per la didattica, di Luca Fanucci, delegato all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, e di Maria Antonella Galanti professoressa di Didattica e Pedagogia Speciale.


I colleghi giornalisti sono invitati a partecipare.

Venerdì 30 novembre al Polo Piagge (aula Q1) prende il via la quarta edizione del master "Food Quality Management & Communication" del dipartimento di Economia e management dell'Università di Pisa all'insegna di un percorso formativo in cui la teoria va sempre più a braccetto con la pratica. Grazie ad accordi con importanti aziende del food italiane e internazionali, infatti, il master propone ai suoi allievi dei casi aziendali concreti da risolvere. Gli studenti dello scorso anno si sono confrontati con le istanze di Ikea Food Italia, quelli della nuova edizione si cimenteranno con le richieste di Illy spa.
Tra le novità del nuovo anno anche un rafforzamento della formazione sulla comunicazione social, sempre più richiesta dalle aziende, e l'avvio di una convenzione con Ikea.
"Fin dalla sua nascita abbiamo pensato a questo master come a un percorso per la formazione dei food manager di domani - afferma la professoressa Angela Tarabella, direttrice del master - consapevoli di tutte le fasi di sviluppo di un prodotto alimentare, dalla produzione al controllo della qualità fino al marketing e alla comunicazione. L'obiettivo è compensare il gap, spesso rimarcato dall'industria, tra preparazione universitaria e mondo del lavoro costruendo ponti di ingresso in azienda per i nostri alunni insieme alle aziende stesse".
La giornata convegno d'inaugurazione sarà anche un momento, aperto e d'interesse per tutti i cittadini, per fare il punto sulle principali questioni legislative, di comunicazione e del controllo della qualità relative al settore alimentare.
In allegato il programma della giornata.

Venerdì 30 novembre alle ore 16 al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa nella Certosa di Calci (Via Roma, 79, Calci, Pisa) sarà inaugurato il nuovo allestimento “Grotta del Leone, l’uomo preistorico sul Monte Pisano” realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Ateneo e finanziato dalla Fondazione Pisa.
Il nuovo settore espositivo si sviluppa in due ambienti. Nella prima sala si trova una suggestiva ricostruzione della Grotta del Leone di Agnano, all’interno della quale i visitatori potranno osservare un sito archeologico durante le fasi di scavo e toccare con mano alcuni modelli di fossili e di manufatti ritrovati. Nella seconda sala, allestita per la prima volta dalla professoressa Renata Grifoni Cremonesi nel 2007 con la mostra “Preistoria del Monte Pisano”, sono esposti i principali reperti rinvenuti a Grotta del Leone e in due altri siti dell’area pisana, il Riparo La Romita di Asciano e il sito di Dune di Poggio di Mezzo a S. Rossore. Accanto ai reperti archeologici i visitatori potranno osservare ricostruzioni sperimentali e conoscere la storia del territorio e delle ricerche attraverso un ricco apparato grafico ed una postazione multimediale, che permetterà di accedere a contenuti ed approfondimenti sulla preistoria.
Le due sale espositive sono collegate da un corridoio di accesso nel quale sarà possibile ammirare un pannello con scene di vita preistorica, realizzato da Mauro Cutrona, uno dei principali paleoartisti italiani.
Le ricerche archeologiche dell’Università di Pisa nella Grotta del Leone di Agnano furono avviate da Ezio Tongiorgi, dal 1947 al 1950, e proseguite da Antonio Mario Radmilli dal 1970 al 1974. Dal 2015 sono ripresi gli scavi a cura di Giovanna Radi e in collaborazione con il Museo di Storia Naturale ed è proprio questa la cornice in cui è nato il progetto del nuovo allestimento. In occasione dell’inaugurazione sono previsti gli interventi di Roberto Barbuti, direttore del Museo di Storia Naturale – Università di Pisa, Massimiliano Ghimenti, sindaco del Comune di Calci, Claudio Pugelli, presidente della Fondazione Pisa, Andrea Muzzi, soprintendente SABAP province di Pisa e Livorno, Simone Farina del Museo di Storia Naturale, Giovanna Radi del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Lucia Angeli, responsabile scavi Grotta del Leone. Seguirà la visita alla nuova esposizione.

È partito ufficialmente a novembre “Smart Industry”, il primo dottorato in Italia interamente dedicato a Industria 4.0. Dodici i primi ammessi, tra cui due studenti stranieri, provenienti da Turchia e India, mentre gli altri dieci, tra i quali figurano tre donne, provengono da Toscana, Liguria e Sicilia.

Il dottorato, un percorso triennale di studio e ricerca che metterà gli allievi in contatto con le aziende, è finanziato dalla Regione Toscana con il bando Pegaso, e condotto in maniera congiunta dalle Università di Pisa, Firenze e Siena con lo scopo di formare figure professionali che possano guidare l’innovazione tecnologica nei processi industriali, sfruttando al meglio le enormi potenzialità di Industria 4.0.

“Vogliamo trasmettere agli studenti le conoscenze necessarie per risolvere problemi complessi usando tecnologie innovative e un approccio creativo e multi-disciplinare – commenta il professore Andrea Caiti del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione di Pisa, coordinatore del dottorato - Devono quindi formarsi in diversi campi, che vanno dall’informatica, matematica, ingegneria industriale e dell’informazione fino al management d’impresa. Per questo motivo il dottorato è condotto in modo congiunto tra tre Atenei, che metteranno in comune le proprie competenze in settori di ricerca trasversali”.

Tra i punti di forza del percorso di formazione, oltre alla multidisciplinarietà, l’obbligo di condure parte della ricerca presso laboratori di imprese o laboratori misti Università-imprese.

“Si tratta di un percorso orientato al trasferimento tecnologico - prosegue Caiti – e che necessita di un confronto continuo con il mondo industriale, in particolare regionale, per mantenere un allineamento tra l’offerta formativa e di ricerca e l’esigenza del sistema produttivo territoriale. E’ quindi necessario che gli studenti che fanno ricerca su un campo specifico della nuova industria, processi, organizzazione aziendale, filiere, possano sperimentare direttamente sul campo le soluzioni metodologiche e tecnologiche che propongono”.

“Uno degli ostacoli più grossi al 4.0 in Italia è lo scollamento tra ricerca e impresa -conclude il professore Giuseppe Anastasi, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – Questo percorso di dottorato si colloca tra le iniziative messe in campo dall’Università per avvicinare la ricerca alle esigenze reali delle industrie. Accanto a questo percorso formativo, infatti, portiamo avanti dallo scorso anno il progetto crosslab, che prevede laboratori integrati e multidisciplinari aperti alle aziende, e che ospiteranno anche il lavoro degli studenti di Smart Industry.
.

 

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa