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giulia palliniDiscutendo la sua tesi in video conferenza dal Senegal, dove sta lavorando con la Onlus Cospe, la studentessa Giulia Pallini ha conseguito la laurea magistrale in “Scienze per la pace: trasformazione dei conflitti e cooperazione allo sviluppo”, un titolo doppio rilasciato in collaborazione con l'Université Paris-Dauphine. Giulia è la prima studentessa del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa ad aver raggiunto questo traguardo, dal momento lo scorso dicembre aveva già conseguito il titolo di master in "Affaires Internationales et Développement", percorso in "Peace Studies", a Parigi. La tesi è stata discussa con il professor Arturo Marzano e trattava la sua esperienza di stage in Senegal.

Il percorso di doppio titolo tra l’Università di Pisa e l'Université Paris-Dauphine è stato inaugurato a partire dall’anno accademico 2016-2017. Gli studenti iscritti alla laurea magistrale in "Scienze per la pace: trasformazione dei conflitti e cooperazione allo sviluppo” presso il dipartimento di Civiltà e forme del sapere hanno la possibilità - se selezionati - di trascorrere un anno accademico presso l'Université Paris-Dauphine e dunque conseguire anche il titolo di Master in Francia.

Giulia Pallini, 26 anni, originaria di Canale Monterano (RM), ha conseguito 60 cfu all’Università di Pisa il primo anno e 60 cfu all’università di Parigi l’anno seguente. Giulia ha ottenuto alcuni dei suoi crediti effettuando uno stage di 5 mesi con la ONG italiana Cospe, trascorrendo un mese e mezzo presso la sede di Firenze e tre e mezzo in Senegal. Attualmente, Giulia sta continuando a lavorare con il Cospe in Senegal, come consulente del progetto EMI (Economie Migranti) nella regione di Ziguinchor.


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Un momento della discussione della tesi in videoconferenza.

EMI ha l’obiettivo di creare opportunità lavorative per le giovani generazioni in Senegal: «Grazie al progetto sono stati individuati 100 ragazzi migranti di ritorno o potenziali migranti che avessero una “idea imprenditoriale” – spiega Giulia – Questi giovani hanno quindi partecipato a vari corsi di formazione a seconda dell’attività imprenditoriale che avevano scelto. I progetti riguardano avicultura, allevamento di maiali e montoni, sartoria, agricoltura, pesca, commercio di prodotti alieutici e forestali. Cospe ha accompagnato questi ragazzi in tutte le fasi di realizzazione dei loro progetti, dall’ideazione, alla ricerca di fondi, fino al finanziamento degli stessi. L’ultima tappa, ora in corso, è quella del monitoraggio delle attività e rinforzo delle capacità dei giovani ed è qui che lavorerò nei prossimi mesi». L’ambizione di Giulia è quella di continuare a lavorare nella cooperazione in diversi paesi del mondo e di specializzarsi nel campo della mediazione e risoluzione dei conflitti armati.

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L’isola di Stromboli nell’arcipelago delle Eolie è stata l’origine di tre grandi tsunami che hanno flagellato il Mediterraneo in epoca Medievale, uno dei quali ebbe come testimone d’eccezione anche il poeta Francesco Petrarca. La scoperta arriva da uno studio pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” e condotto da una equipe di ricercatori delle Università di Pisa e Modena-Reggio Emilia a cui hanno collaborato l’Università di Urbino, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Pisa (INGV), il CNR, la City University of New York e l’American Numismatic Society.
La ricerca ha rivelato che gli tsunami furono prodotti da crolli improvvisi del fianco nord-occidentale del vulcano di Stromboli e che si abbatterono sulle coste campane fra la metà del Trecento e del Quattrocento come testimoniano le cronache dell’epoca. Il principale dei tre eventi, avvenuto nel 1343, è infatti quasi certamente riconducibile alla grave devastazione dei porti di Napoli ed Amalfi di cui fu testimone Francesco Petrarca che si trovava nella città partenopea come ambasciatore di Papa Clemente VI e che racconta in una lettera di una misteriosa quanto violenta tempesta che il 25 novembre provocò moltissime vittime e l’affondamento di numerose navi.
L’identificazione di Stromboli come la sorgente di questi terribili tsunami è stata possibile grazie ad un lavoro interdisciplinare realizzato da vulcanologi e archeologi e portato avanti per l’Università di Pisa dal professore Mauro Rosi e dal dottor Marco Pistolesi del Dipartimento di Scienze della Terra.
“Nella primavera del 2016 – racconta Mauro Rosi - decisi di andare a Stromboli perché avevo in mente un’idea nata dall’aver letto una lettera di Petrarca che parlava di una strana tempesta accaduta a Napoli. Fatti i primi saggi, portammo subito alla luce dei depositi ‘sospetti’, caso vuole poi che nella stessa occasione entrassi in contatto la professoressa Sara Levi dell’Università di Modena-Reggio Emilia che dal 2009 guida una campagna di scavi a Stromboli”.
Il lavoro di ricerca ha comportato, per la parte vulcanologica, lo scavo di tre trincee stratigrafiche nella zona settentrionale dell’isola, lunghe circa ottanta metri e profonde due che hanno portato alla luce tre strati sabbiosi contenenti grossi ciottoli di spiaggia a testimonianza di quanto portato a terra dalle onde di tsunami. I campionamenti, le analisi chimiche dei materiali e le datazioni al carbonio 14 hanno quindi permesso di stabilire una inequivocabile relazione tra quegli strati e i ritrovamenti archeologici che testimoniano il rapido abbandono dell’isola a seguito degli tsunami.
“Nella prima metà del Trecento l’isola di Stromboli era abitata e rivestiva un ruolo importante come snodo del traffico navale dei crociati provenienti dalle coste italiane, spagnole e greche, fatto documentato sul pianoro di San Vincenzo da una chiesetta scoperta nel 2015 e che costituisce la prima testimonianza archeologica di occupazione medievale nell’isola – spiega Sara Levi – A seguito dei tre grandi crolli che generarono le onde di tsunami e della contemporanea e particolarmente forte ripresa dell’attività eruttiva del vulcano, l’isola, come testimoniano anche le sepolture rinvenute nell’area delle chiesetta, fu totalmente abbandonata a partire dalla metà del Trecento fino alla fine del Seicento, quando iniziò il suo ripopolamento moderno. La ricostruzione si basa su solidi dati stratigrafici e cronologici ed è frutto della stretta collaborazione interdisciplinare messa in atto in tutte le fasi della ricerca”.
“Era già noto che l’isola di Stromboli fosse capace di produrre piccoli tsunami con ricorrenza pluridecennale, ma questo lavoro – conclude Rosi - rivela per la prima volta la capacità del vulcano di produrre anche eventi di dimensioni assai superiori a quelli fino ad oggi noti dalle cronache degli ultimi due secoli”.

L’Università di Pisa, tramite la sua Fondazione Premi, borse di studio e provvidenze, ha finanziato una borsa di ricerca in memoria di Antonio Megalizzi, lo studente dell'Università di Trento e speaker di Europhonica, rimasto vittima dell'attentato di Strasburgo lo scorso 11 dicembre. L’annuncio viene esattamente a due mesi dalla scomparsa del giovane e nel giorno in cui Europhonica riaccende i suoi microfoni. La borsa di ricerca, sarà di durata semestrale per un importo pari a 8000 euro e riguarderà tematiche relative ai nuovi modelli di giornalismo per comunicare l’Unione Europea e i suoi valori, temi che Antonio proponeva quotidianamente in radio a titolo completamente volontario.
«L’idea della borsa di ricerca è nata dagli studenti della nostra web radio, Radioeco, che negli anni hanno avuto la possibilità di far parte della redazione di Europhonica e lavorare fianco a fianco con Antonio Megalizzi - spiega la prorettrice vicaria e presidente della Fondazione Nicoletta De Francesco– Insieme con il rettore Paolo Mancarella e la professoressa Sandra Lischi, sua delegata per la comunicazione e la diffusione della cultura, abbiamo accolto con entusiasmo la loro proposta, convinti che questo tipo di iniziativa possa essere il modo migliore per ricordare il giovane studente e il suo impegno in radio, dove lavorava per comunicare non solo un’istituzione, ma una vera e propria idea: quella dell’Europa unita, al di là delle convinzioni politiche”.
Ricordiamo che al momento dell’attentato Antonio Megalizzi era il responsabile editoriale di Europhonica, il format radiofonico nato nel 2015 da un bando della Commissione Europea con la partecipazione di RadUni, l'associazione delle radio universitarie italiane, e i network omologhi francesi, spagnoli, portoghesi, tedeschi e greci. Megalizzi ha fatto parte del progetto fin dalla sua fondazione, rivestendo in precedenza il ruolo di caporedattore. L’obiettivo di Europhonica è sempre stato quello di raccontare l’UE e la sua politica in un linguaggio semplice, adatto agli studenti. RadioEco, in quanto affiliata a RadUni, ha avuto la possibilità di aderire all’iniziativa attraverso Fabiano Catania, che all’epoca era presidente e station manager della radio e studente dell’Ateneo, e negli anni anche altri ragazzi di RadioEco hanno fatto parte della redazione di Europhonica. Lo studio di RadioEco ha poi ospitato diverse puntate dall’Italia condotte da Fabiano Catania.

L’isola di Stromboli nell’arcipelago delle Eolie è stata l’origine di tre grandi tsunami che hanno flagellato il Mediterraneo in epoca Medievale, uno dei quali ebbe come testimone d’eccezione anche il poeta Francesco Petrarca. La scoperta arriva da uno studio pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” e condotto da una equipe di ricercatori delle Università di Pisa e Modena-Reggio Emilia a cui hanno collaborato l’Università di Urbino, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sezione di Pisa, il CNR, la City University of New York e l’American Numismatic Society.

La ricerca ha rivelato che gli tsunami furono prodotti da crolli improvvisi del fianco nord-occidentale del vulcano di Stromboli e che si abbatterono sulle coste campane fra la metà del Trecento e del Quattrocento come testimoniano le cronache dell’epoca. Il principale dei tre eventi, avvenuto nel 1343, è infatti quasi certamente riconducibile alla grave devastazione dei porti di Napoli ed Amalfi di cui fu testimone Francesco Petrarca che si trovava nella città partenopea come ambasciatore di Papa Clemente VI e che racconta in una lettera di una misteriosa quanto violenta tempesta che il 25 novembre provocò moltissime vittime e l’affondamento di numerose navi.


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Geologi al lavoro a Stromboli


L’identificazione di Stromboli come la sorgente di questi terribili tsunami è stata possibile grazie ad un lavoro interdisciplinare realizzato da vulcanologi e archeologi e portato avanti per l’Università di Pisa dal professore Mauro Rosi e dal dottor Marco Pistolesi del Dipartimento di Scienze della Terra.

“Nella primavera del 2016 – racconta Mauro Rosi - decisi di andare a Stromboli perché avevo in mente un’idea nata dall’aver letto una lettera di Petrarca che parlava di una strana tempesta accaduta a Napoli. Fatti i primi saggi, portammo subito alla luce dei depositi ‘sospetti’, caso vuole poi che nella stessa occasione entrassi in contatto la professoressa Sara Levi dell’Università di Modena-Reggio Emilia che dal 2009 guida una campagna di scavi a Stromboli”.

Il lavoro di ricerca ha comportato, per la parte vulcanologica, lo scavo di tre trincee stratigrafiche nella zona settentrionale dell’isola, lunghe circa ottanta metri e profonde due che hanno portato alla luce tre strati sabbiosi contenenti grossi ciottoli di spiaggia a testimonianza di quanto portato a terra dalle onde di tsunami. I campionamenti, le analisi chimiche dei materiali e le datazioni al carbonio 14 hanno quindi permesso di stabilire una inequivocabile relazione tra quegli strati e i ritrovamenti archeologici che testimoniano il rapido abbandono dell’isola a seguito degli tsunami.

 

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Particolare della stratificazione dove è visibile uno dei grossi ciottoli rinvenuti

“Nella prima metà del Trecento l’isola di Stromboli era abitata e rivestiva un ruolo importante come snodo del traffico navale dei crociati provenienti dalle coste italiane, spagnole e greche, fatto documentato sul pianoro di San Vincenzo da una chiesetta scoperta nel 2015 e che costituisce la prima testimonianza archeologica di occupazione medievale nell’isola – spiega Sara Levi – A seguito dei tre grandi crolli che generarono le onde di tsunami e della contemporanea e particolarmente forte ripresa dell’attività eruttiva del vulcano, l’isola, come testimoniano anche le sepolture rinvenute nell’area delle chiesetta, fu totalmente abbandonata a partire dalla metà del Trecento fino alla fine del Seicento, quando iniziò il suo ripopolamento moderno. La ricostruzione si basa su solidi dati stratigrafici e cronologici ed è frutto della stretta collaborazione interdisciplinare messa in atto in tutte le fasi della ricerca”.

Era già noto che l’isola di Stromboli fosse capace di produrre piccoli tsunami con ricorrenza pluridecennale, ma questo lavoro – conclude Rosi - rivela per la prima volta la capacità del vulcano di produrre anche eventi di dimensioni assai superiori a quelli fino ad oggi noti dalle cronache degli ultimi due secoli”.

Gabriele SicilianoUno studio multicentrico sull’efficacia clinica del trattamento a lungo termine con il farmaco steroideo Deflazacort per i pazienti affetti da distrofia muscolare congenita causata da difetti del gene LMNA, e sulla ricerca di biomarcatori affidabili, si è classificato primo nel bando nazionale per i progetti di ricerca indipendente, in tutto 12, che verranno finanziati sui fondi 2017 dell’Aifa-Agenzia italiana del farmaco per un valore complessivo di 7.670.976,50 di euro.

Lo studio, presentato dal professor Gabriele Siciliano (foto), neurologo responsabile del Programma sulle malattie neuromuscolari e in servizio nell’Unità operativa di Neurologia dell’Aoup, si è posizionato in testa alla graduatoria finale, stilata dalla Commissione Aifa, su un totale di 368 protocolli valutati.

Si tratta di uno studio, di cui Pisa è capofila, finalizzato a verificare, in pazienti colpiti da questa rara patologia causata da un deficit genetico della lamina, importante proteina dello scheletro nucleare nelle fibre muscolari, gli effetti sulla traduzione proteica nelle cellule muscolari di questo trattamento cortisonico. Approfondire la notevole variabilità clinica di questo tipo di miopatia, che va da forme puramente muscolari a gravi forme cardiomiopatiche che possono rendere necessario il trapianto cardiaco, sarà l’altro obiettivo dello studio, che si propone di individuare biomarcatori di malattia necessari per proseguire la sperimentazione con ulteriori opzioni terapeutiche.

Il professor Siciliano sarà quindi a capo del gruppo di lavoro composto, oltreché dalla Neurologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, dall’Istituto Neurologico Besta di Milano, dall’Istituto Gaslini di Genova, dall’Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Bologna, dall’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, dall’Istituto delle Scienze neurologiche dell’Ospedale Bellaria di Bologna, dall’Ospedale e IRCCS Bambin Gesù di Roma. Nello staff pisano le neurologhe Giulia Ricci e Costanza Simoncini. Il finanziamento ottenuto coprirà la durata dello studio di 24 mesi.

“Nella graduatoria finale della Commissione Aifa – come si rileva nella nota ufficiale - l’area tematica delle ‘malattie rare’ è stata la più rappresentata, con ben 7 studi. I progetti ammessi al finanziamento hanno ottenuto un punteggio pari o inferiore a 9, valore soglia che corrisponde all’eccellenza stabilito dal Cda dell’Aifa e l’iter di valutazione è stato condotto mediante un sistema di revisione indipendente internazionale articolato in due fasi. Nella prima fase, due revisori indipendenti hanno valutato gli studi assegnando un punteggio in base a criteri quali la rilevanza scientifica, il livello di innovatività, la metodologia, il disegno di studio, la produzione scientifica dello sperimentatore principale e l’adeguatezza dei centri sperimentali. La seconda fase di valutazione è stata svolta da una Study Session di 16 esperti nazionali con competenze specifiche nelle aree tematiche individuate dal bando, nominati dall’Aifa e chiamati a valutare il potenziale impatto dei progetti sul Servizio sanitario nazionale e la congruità dei budget richiesti. La Study Session ha poi assegnato i punteggi che hanno portato alla costituzione della graduatoria finale” (Fonte ufficio stampa AOUP).

megalizzi33 homeL’Università di Pisa, tramite la sua Fondazione Premi, borse di studio e provvidenze, ha finanziato una borsa di ricerca in memoria di Antonio Megalizzi, lo studente dell'Università di Trento e speaker di Europhonica, rimasto vittima dell'attentato di Strasburgo lo scorso 11 dicembre. L’annuncio viene esattamente a due mesi dalla scomparsa del giovane e nel giorno in cui Europhonica riaccende i suoi microfoni. La borsa di ricerca, sarà di durata semestrale per un importo pari a 8000 euro e riguarderà tematiche relative ai nuovi modelli di giornalismo per comunicare l’Unione Europea e i suoi valori, temi che Antonio proponeva quotidianamente in radio a titolo completamente volontario.

«L’idea della borsa di ricerca è nata dagli studenti della nostra web radio, Radioeco, che negli anni hanno avuto la possibilità di far parte della redazione di Europhonica e lavorare fianco a fianco con Antonio Megalizzi - spiega la prorettrice vicaria e presidente della Fondazione Nicoletta De Francesco– Insieme con il rettore Paolo Mancarella e la professoressa Sandra Lischi, sua delegata per la comunicazione e la diffusione della cultura, abbiamo accolto con entusiasmo la loro proposta, convinti che questo tipo di iniziativa possa essere il modo migliore per ricordare il giovane studente e il suo impegno in radio, dove lavorava per comunicare non solo un’istituzione, ma una vera e propria idea: quella dell’Europa unita, al di là delle convinzioni politiche”.

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Ricordiamo che al momento dell’attentato Antonio Megalizzi era il responsabile editoriale di Europhonica, il format radiofonico nato nel 2015 da un bando della Commissione Europea con la partecipazione di RadUni, l'associazione delle radio universitarie italiane, e i network omologhi francesi, spagnoli, portoghesi, tedeschi e greci. Megalizzi ha fatto parte del progetto fin dalla sua fondazione, rivestendo in precedenza il ruolo di caporedattore. L’obiettivo di Europhonica è sempre stato quello di raccontare l’UE e la sua politica in un linguaggio semplice, adatto agli studenti. RadioEco, in quanto affiliata a RadUni, ha avuto la possibilità di aderire all’iniziativa attraverso Fabiano Catania (nella foto a sinistra insieme ad Antonio), che all’epoca era presidente e station manager della radio e studente dell’Ateneo, e negli anni anche altri ragazzi di RadioEco hanno fatto parte della redazione di Europhonica. Lo studio di RadioEco ha poi ospitato diverse puntate dall’Italia condotte da Fabiano Catania.

Regione Toscana e Anci Toscana, con la collaborazione di Federculture, organizzano tre incontri per apprendere teorie e pratiche della progettazione integrata per le politiche culturali, al fine di accompagnare i territori nella difficile sfida di sostenere uno sviluppo a base culturale.

Le giornate saranno organizzate in due sessioni: la prima nella quale saranno inquadrate le politiche regionali e i concetti basilari sulla progettazione integrata e la seconda con un confronto laboratoriale con i partecipanti divisi in gruppi per affrontare i nodi critici della progettazione integrata e partecipata.

Il calendario degli incontri è:

15 febbraio 2019 a Pistoia dalle ore 9.30 alle 13.30
19 febbraio 2019 ad Arezzo dalle ore 9.30 alle 13.30
20 febbraio 2019 a Livorno dalle ore 9.30 alle 13.30

 Info: https://www.fondazionesistematoscana.it/ecosistemi-culturali-2019/

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