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Comunicati stampa

innovazione e ricerca 1Si rimette in moto il progetto per la creazione di un Centro regionale per la ricerca, la formazione e il trasferimento tecnologico su  Big Data & Artificial Intelligence (CBDAI).

In linea con il Piano nazionale Impresa 4.0 e con le scelte strategiche della Piattaforma regionale Industria 4.0 - che individuano Big Data e Intelligenza Artificiale fra gli ambiti strategici per la competitività del sistema produttivo e lo sviluppo del territorio -, la Regione Toscana aveva già approvato nell’estate del 2020 un protocollo d’intesa e adesso ha ripreso le fila del progetto, rallentato dalla seconda e terza ondata della pandemia.

Sono stati quindi confermati l’interesse strategico e la partecipazione al CBDAI, il centro ideato per mettere in rete le varie articolazioni delle competenze e delle infrastrutture del sistema della ricerca regionale in materia, appunto, di Big Data Analytics e Artificial Intelligence (AI). Soprattutto, è stato deliberato di attuare quanto previsto dal protocollo d’intesa, dando mandato di individuare, all’interno del nuovo assetto organizzativo regionale e presso le Università e gli Enti di ricerca aderenti, i componenti del nucleo tecnico di coordinamento preposto a monitorare la costituzione operativa del Centro e la definizione del relativo programma di attività.

Al CBDAI parteciperanno, oltre alle direzioni coinvolte di Regione Toscana con i relativi esperti, il CNR, l’IMT di Lucca, la Scuola Normale Superiore, la Scuola Superiore S. Anna, le Università di Firenze, Pisa e Siena che portano esperienze decennali di numerosi gruppi di ricerca ed eccellenze scientifiche internazionali, con una massa critica di circa 400 scienziati, tra professori, ricercatori, dottorandi e assegnisti di ricerca: grazie al loro impegno i laboratori toscani sono entrati a far parte di tutte le reti di centri di eccellenza europei in AI recentemente lanciate dalla UE, vincendo e portando a termine decine di progetti finanziati con fondi nazionali e internazionali, in particolare europei.

La Regione Toscana ha inoltre coltivato negli anni la Rete Telematica Regione Toscana, un network di Comuni ed enti del territorio che hanno via via condiviso i passaggi fondamentali della digitalizzazione. Questo asset di collaborazione con gli enti pubblici dei territori, che sarà rinnovato nei prossimi mesi alla luce delle nuove strategie europee e nazionali sulla digitalizzazione nella PA, e delle opportunità derivanti dalle nuove tecnologie emergenti, assieme all’esperienza diretta degli uffici di Regione Toscana in progetti di Big Data e di analisi di dati, permetterà di utilizzare il Centro regionale CBDAI come collettore di esigenze concrete dai territori, come stimolo di nuovi progetti su tematiche analizzabili con i Big Data e l’Intelligenza Artificiale, e al tempo stesso di formare e far crescere gli enti locali su nuove competenze digitali legate all’analisi dei dati, accompagnandoli - per il tramite di Regione Toscana e del Centro regionale - in questo percorso di innovazione.

Le tecnologie Big Data ed AI sono al centro della trasformazione digitale della nostra società e stanno generando cambiamenti sociali ed economici molto  profondi. I dati e i sistemi dell’AI stanno rapidamente diventando parte integrante della nostra vita quotidiana attraverso smartphone, wearable device, assistenti personali, digitali e robotici, veicoli con un crescente grado di autonomia, città intelligenti, industria 4.0. Di fronte a queste grandi opportunità, ci sono limiti da superare e rischi da evitare o mitigare.

L’impegno dell’Europa
E proprio con questa visione, l’Europa nel 2018 ha lanciato un piano strategico per l’Intelligenza Artificiale, intesa come la combinazione di Dati, IA e robotica, volto a mettere l'Europa al passo con gli sviluppi tecnologici, incoraggiare l'adozione di tali tecnologie da parte dei settori pubblico e privato, e preparare i cambiamenti socioeconomici  che ne saranno indotti assicurando un robusto quadro etico e legale. Questa visione è affiancata da investimenti di circa 1,5 miliardi di euro nel biennio 2018-2020 nei vari programmi H2020, e da un impegno di circa 1 miliardo l’anno nel prossimo programma Horizon Europe e Digital Europe. È stimato che AI potrà mobilitare 20 miliardi/anno tra fondi pubblici e privati dopo il 2020 e contribuire alla ripresa dopo la crisi pandemica con un incremento del 14% del PIL mondiale e un aumento di fatturato stimato di 12.800 miliardi di euro (cfr. Programma Nazionale per la Ricerca 2021-27).

Come lavorerà il CBDAI
Ed è in coerenza con questa visione, volta a far coesistere le opportunità che interessano tutti gli ambiti scientifici e tecnico-produttivi, anche a livello regionale, con il rispetto dei valori etici e dei diritti umani, che la Regione con il supporto al CBDAI contribuisce al consolidamento in unico ecosistema delle competenze presenti sul territorio regionale, in grado di formare gli esperti di analisi dei dati del futuro, di sviluppare progetti con le aziende del territorio e fare della Regione un polo di attrazione degli investimenti a livello internazionale: tanto dei giganti del web quanto delle aziende del settore manifatturiero e delle pubbliche amministrazioni.
Il Centro CBDAI costituirà uno stimolo verso la trasformazione culturale, scientifica e tecnologica del tessuto produttivo toscano, e al tempo stesso un fattore di attrazione per le imprese che desiderino effettuare investimenti nella nostra Regione, in considerazione proprio del carattere strategico di queste tematiche per i processi di innovazione del prossimo futuro.
Il Centro offrirà supporto tecnico scientifico alle imprese, alla PA e a tutti gli enti pubblici e privati interessati al tema dei Big Data & AI; predisporrà progetti di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico da presentare su bandi regionali nazionali ed internazionali; progetterà e contribuirà alla realizzazione di percorsi di formazione, educazione e divulgazione a tutti i livelli, dalle scuole di ogni ordine e grado, alle università, alle imprese, alla PA sul tema dei Big Data & AI, e loro applicazioni.

“Adesso, con l’iniziativa della Regione che dà vita al Centro regionale CBDAI, questo ecosistema unico in Italia si arricchisce di un punto di riferimento unitario, una decisione che contribuirà a spingere sull’acceleratore della ricerca e dello sviluppo, campi in cui la Toscana eccelle già da tempo. Ora, sotto l’egida di un’unica sigla, professoresse e professori, ricercatrici e ricercatori potranno impegnarsi ancora di più nel formare e trattenere in Italia, oltre che attrarli dall’estero, giovani cervelli e ricercatori. Potranno porsi come interlocutori con istituzioni e politica nel continuare a ideare tecnologie che migliorino la qualità della vita delle comunità: l’ultima frontiera dell’intelligenza artificiale. Da una scelta come questa si potranno determinare vantaggi anche per il sistema produttivo regionale che così diventa parte di un ecosistema avanzato sul piano dell’intelligenza artificiale e dei big data” dichiarano l’assessora a università e ricerca, Alessandra Nardini, e gli assessori a sistemi informativi e e-government, Stefano Ciuoffo, e sviluppo economico, Leonardo Marras.

La Regione Toscana si impegna a sostenere questo centro, sulla base di progetti concreti, che permettano di coinvolgere anche importanti investimenti privati. Ora la sfida è intercettare, anche attraverso una campagna di comunicazione mirata, imprese e aziende e far capire che se vogliono investire in Toscana c’è una rete di eccellenza e capitale umano pronta a dare supporto in tutta la filiera di trasformazione dei dati in conoscenze e servizi intelligenti, in grado di contribuire al benessere e al miglioramento della vita delle persone, nel quadro dei valori democratici.
(Fonte: Toscana Notizie - Regione Toscana).

 

dalcantoElaborare proposte di interventi per la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio Superiore della Magistratura. È questo l’importante compito che Francesco Dal Canto, professore ordinario di Diritto costituzionale e ordinamento giudiziario italiano e comparato dell’Università di Pisa, dovrà svolgere assieme agli altri membri della Commissione voluta dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e insediatasi oggi a Roma per la prima volta.

Presieduta dal prof. Massimo Luciani, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico dell’Università “Sapienza” di Roma, la nuova Commissione del Ministero della Giustizia è composta da 5 docenti universitari e 3 magistrati che in pochi mesi dovranno produrre delle proposte per superare i profili problematici del funzionamento del Consiglio superiore della magistratura e affrontare alcuni aspetti dell’ordinamento giudiziario italiano, proponendo degli emendamenti al disegno di legge “Bonafede”, già fase di discussione in Parlamento.

«Dopo la nomina di Pasqualino Albi come consulente personale del Ministro Orlando e di Francesco Paolo Luiso come Presidente della Commissione di riforma del processo civile – ha commentato il Rettore dell’Ateneo pisano, Paolo Mancarella, appena raggiunto dalla notizia – un altro professore dell’Università di Pisa è chiamato a dare il suo contributo al governo che si è appena insediato. Francesco Dal Canto è uno stimato collega, peraltro prorettore nell’epoca in cui io stesso ero prorettore alla Didattica: non posso che essere felice per questo incarico che ne riconosce l’alto valore professionale. Per la nostra Università, la sua chiamata è un ulteriore motivo d’orgoglio e gli faccio i miei più sentiti auguri di buon lavoro».

Nato a Livorno il 18 ottobre 1969, il professor Francesco Dal Canto, allievo del prof. Roberto Romboli, è esponente di quella “scuola pisana” che negli anni si è dedicata ai temi della giustizia e della magistratura e nata con il professor Alessandro Pizzorusso, scomparso nel 2015 all’età di 84 anni.

Attuale Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, nel corso della sua carriera il professor Dal Canto, dal 2003 al 2009, è stato Vicedirettore del Dipartimento di Diritto Pubblico e, dal 2009 al 2011, Vicepreside della Facoltà di Giurisprudenza. Mentre dal 2010 al 2016 è stato Prorettore per gli affari giuridici. Ha collaborato con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il Consiglio Regionale della Toscana, con l'Agenzia Nazionale delle ONLUS.

Nella sua ampia produzione scientifica, che consta di circa centocinquanta scritti, si è occupato di vari temi di diritto pubblico e costituzionale, con particolare riguardo alla giustizia costituzionale, ai diritti fondamentali, alle fonti del diritto e all’ordinamento giudiziario. Tra i suoi testi di maggior successo il manuale Lezioni di ordinamento giudiziario (2020), giunto alla seconda edizione.

L'Università di Pisa ha ottenuto la Erasmus Charter for Higher Education (ECHE) 2014-2020 e potrà dunque partecipare a tutte le azioni del programma Erasmus+, dalla mobilità dei singoli ai progetti di cooperazione, ai partenariati strategici, alle azioni Jean Monnet.


L'Erasmus Policy Statement rappresenta parte integrante della strategia istituzionale dell'Università di Pisa ed è un documento indispensabile per ottenere la Erasmus Charter for Higher Education. È suddiviso in tre parti, accessibili dai link seguenti:

Martedì, 30 Marzo 2021 14:20

SAR – Scholars at Risk

L’Università di Pisa aderisce, sin dalla sua costituzione, alla sezione italiana della rete Scholars at Risk (SAR), una rete internazionale istituita nel 1999, di cui oggi fanno parte 540 istituzioni di istruzione superiore in 40 paesi nel mondo, che ha lo scopo di promuovere la libertà accademica e proteggere i diritti fondamentali degli studiosi in tutto il mondo.

SAR Italia si è costituita nel 2019 e conta oggi 27 membri tra atenei, istituti di ricerca e associazioni accademiche operanti sul territorio nazionale. L’organizzazione del polo nazionale si articola attorno ad un coordinamento nazionale e ad un comitato direttivo eletto.

Leggi di più sulla rete SAR

Leggi di più su SAR -Italy

 

Referente per l’Università di Pisa

Referente accademico Prof. Gabriele Tomei  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Referente amministrativo dott.ssa Francesca Bianchini Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

È stato appena pubblicato il primo grande studio multicentrico sull’utilizzo dell’ecografia polmonare nei pazienti con sintomatologia sospetta per Covid-19. È il primo di questo tipo realizzato al mondo, avendo coinvolto 20 diversi ospedali in Europa e negli Stati Uniti, per un totale di 1462 pazienti, ed è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Intensive Care Medicine. Negli ultimi mesi, già altri lavori di ricerca avevano dimostrato l’utilità di questa metodica nella gestione del paziente in pronto soccorso e questi dati confermano che l’ecografia può aiutare il medico a stabilire se il paziente sia positivo e abbia o meno un coinvolgimento polmonare da Covid-19, prima di avere i risultati del tampone.

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Lo studio è stato coordinato dalla dottoressa Luna Gargani dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa e dal dottore Giovanni Volpicelli dell’Ospedale S.Luigi Gonzaga di Torino, con coautori la dottoressa Greta Barbieri, il dottore Stefano Spinelli e il dottore Francesco Corradi dell’Aoup, che hanno valutato un numero considerevole di pazienti Covid in ospedale a Pisa durante la prima ondata. L’Aoup, infatti, già nel marzo 2020 aveva predisposto una procedura aziendale che prevedeva l’utilizzo dell’ecografia polmonare per la gestione dei pazienti Covid-19 a cura dei medici della struttura di Medicina d’urgenza universitaria e della Scuola di specializzazione di Medicina d’emergenza-urgenza dell’Università di Pisa diretta dal professore Lorenzo Ghiadoni e della struttura di Anestesia e rianimazione interdipartimentale diretta dal professore Francesco Forfori.

Lo studio fornisce indicazioni molto pratiche su come utilizzare l’ecografia polmonare per gestire il paziente che si presenta in ospedale con sintomi sospetti per Covid-19, specificando la capacità diagnostica di questo esame in base al quadro clinico, imprescindibile per l’interpretazione dell’ecografia polmonare. Ogni paziente viene classificato in base ai sintomi e alla presenza o meno di patologie cardio-polmonari concomitanti e, in base ai risultati dell’ecografia, viene assegnata una probabilità di coinvolgimento polmonare. In particolare i dati pubblicati dimostrano che se il paziente ha un’insufficienza respiratoria e l’ecografia del polmone è normale, si può escludere con una sicurezza prossima al 100% che il paziente sia positivo al virus, permettendo un’efficace diagnosi differenziale in urgenza. Nei pazienti con sintomi lievi e senza disturbi respiratori, invece, è la presenza di alterazioni all’ecografia polmonare che consente di stabilire con alta probabilità che il paziente sia positivo.

Questo approccio consente di velocizzare molto il triage dei pazienti sospetti, senza dover attendere, in molti casi, il risultato del tampone. La pubblicazione di questo studio sulla più prestigiosa rivista internazionale di medicina critica conferma ancora una volta l’eccellenza della ricerca clinica pisana.

(Fonte Uffici stampa AOUP, CNR e Università di Pisa).

Confermata ai raggi X la dinamica molecolare di un liquido in prossimità della transizione vetrosa. Pubblicato su «Nature Communications» lo studio del team internazionale di ricerca di cui fanno parte le Università di Amsterdam, Padova, Pisa e Barcellona con il contributo dell'European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble e del moscovita National Research Center "Kurchatov Institute"

 Un vetro può essere immaginato come un liquido che ha perso la sua capacità di fluire. Questa definizione riflette la procedura utilizzata comunemente per produrre i vetri, vale a dire per raffreddamento rapido del fuso. Infatti, quando un liquido è raffreddato al di sotto della sua temperatura di fusione – o, come si dice, è sottoraffreddato – il moto molecolare rallenta fino al punto che, alla transizione vetrosa, il liquido appare all'osservatore come congelato: si è ottenuto un vetro. Nonostante i vetri siano utilizzati in innumerevoli applicazioni tecnologiche, resta da chiarire quale sia il meccanismo microscopico alla base della loro formazione.

 Un modo per capire cosa succeda alla transizione vetrosa è quello di studiare i moti molecolari, chiamati processi di rilassamento, grazie ai quali un liquido ritorna all'equilibrio dopo una piccola perturbazione. Consideriamo per esempio il caso di una fluttuazione di densità: in un liquido al di sopra della temperatura di fusione – come l'acqua a temperatura ambiente – la struttura cambia, cioè rilassa tornando all'equilibrio, in pochi picosecondi (milionesimi di milionesimi di secondo), mentre in prossimità della transizione vetrosa la struttura cambia su tempi dell'ordine di centinaia di secondi. Questo rilassamento strutturale è tuttavia anticipato dalla comparsa di un processo dinamico più veloce, noto come rilassamento Johari-Goldstein, il cui ruolo nella transizione vetrosa è argomento di animata discussione.

Il team di ricerca internazionale ha utilizzato un interferometro per raggi X del sincrotrone europeo ESRF dopo la caratterizzazione preliminare dei campioni a Pisa (Rete di strumentazioni CISUP) per studiare, alla scala atomica, il rilassamento Johari-Goldstein in un liquido a temperature prossime alla transizione vetrosa.

I risultati ottenuti forniscono una nuova prospettiva della dinamica microscopica in un liquido sottoraffreddato: il processo Johari-Goldstein segnala la formazione di una struttura a mosaico, con tasselli di molecole meno mobili (sfere bianche in figura) separati da una rete in continua evoluzione di molecole più mobili (sfere rosse). La comparsa di questa struttura a mosaico conferma l'idea che una transizione di natura dinamica ha luogo nei liquidi sottoraffreddati, come suggerito da alcuni modelli teorici della transizione vetrosa.

 

«Questo esperimento - dice Federico Caporaletti ora al Van der Waals-Zeeman Institute - Institute of Physics/Van't Hoff Institute for Molecular Sciences dell'Università di Amsterdam ma che ha iniziato la ricerca durante il suo dottorato al Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento - chiarisce come i liquidi a temperature molto basse siano molto eterogenei da un punto di vista dinamico: alcune molecole sono più lente ed altre più veloci, con queste ultime connesse spazialmente in una sorta di ragnatela che attraversa l'intero liquido».

«L'eterogeneità dei moti molecolari che osserviamo - sottolinea Simone Capaccioli del Dipartimento di Fisica "E. Fermi" dell'Università di Pisa e direttore CISUP - potrebbe spiegare alcune importanti proprietà di questi materiali, quali la loro elasticità e duttilità».

«Questo risultato - conclude Giulio Monaco del Dipartimento di Fisica ed Astronomia "Galileo Galilei" dell'Università di Padova e coordinatore del lavoro - contribuisce a chiarire i meccanismi microscopici in base ai quali alcuni liquidi possono dar luogo ad un vetro, ad esempio un silicato fuso che diventa un vetro di finestra, invece di cristallizzare, come fa invece l'acqua quando ghiaccia».

 

Link alla ricerca: https://doi.org/10.1038/s41467-021-22154-8

Titolo: "Experimental evidence of mosaic structure in strongly supercooled molecular liquids", in «Nature Communications» - 2021 –

Autori: F. Caporaletti (a,g) S. Capaccioli (b,c), S. Valenti (d), M. Mikolasek (e), A.I. Chumakov (e,f), G. Monaco (a,h)

(a) Dipartimento di Fisica, Università di Trento (Italy)

(b) Dipartimento di Fisica "E. Fermi", Università di Pisa (Italy)

(c) CISUP, Centro per l'Integrazione della Strumentazione dell'Universitá di Pisa (Italy)

(d) Department of Physics, Universitat Politécnica de Catalunya, Barcelona (Spain)

(e) European Synchrotron Radiation Facility, Grenoble (France)

(f) National Research Center 'Kurchatov Institute', Moscow (Russia)

(g) Present address: Van der Waals-Zeeman Institute, Institute of Physics/Van't Hoff Institute for Molecular Sciences, University of Amsterdam (Netherlands)

(h) Present address: Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Universitá di Padova (Italy)

Figura 1. Rappresentazione delle molecole che in un liquido sottoraffreddato partecipano al rilassamento Johari-Goldstein (sfere rosse) ad un dato istante. Queste molecole sono molto mobili, si muovono a distanze maggiori del resto delle molecole (sfere bianche) e sono connesse spazialmente in un'unica struttura che attraversa l'intero liquido.

 

SImCapUn vetro può essere immaginato come un liquido che ha perso la sua capacità di fluire. Questa definizione riflette la procedura utilizzata comunemente per produrre i vetri, vale a dire per raffreddamento rapido del fuso. Infatti, quando un liquido è raffreddato al di sotto della sua temperatura di fusione – o, come si dice, è sottoraffreddato – il moto molecolare rallenta fino al punto che, alla transizione vetrosa, il liquido appare all’osservatore come congelato: si è ottenuto un vetro. Nonostante i vetri siano utilizzati in innumerevoli applicazioni tecnologiche, resta da chiarire quale sia il meccanismo microscopico alla base della loro formazione.

Un modo per capire cosa succeda alla transizione vetrosa è quello di studiare i moti molecolari, chiamati processi di rilassamento, grazie ai quali un liquido ritorna all’equilibrio dopo una piccola perturbazione. Consideriamo per esempio il caso di una fluttuazione di densità: in un liquido al di sopra della temperatura di fusione – come l’acqua a temperatura ambiente – la struttura cambia, cioè rilassa tornando all’equilibrio, in pochi picosecondi (milionesimi di milionesimi di secondo), mentre in prossimità della transizione vetrosa la struttura cambia su tempi dell’ordine di centinaia di secondi. Questo rilassamento strutturale è tuttavia anticipato dalla comparsa di un processo dinamico più veloce, noto come rilassamento Johari-Goldstein, il cui ruolo nella transizione vetrosa è argomento di animata discussione.

Il team di ricerca internazionale ha utilizzato un interferometro per raggi X del sincrotrone europeo ESRF dopo la caratterizzazione preliminare dei campioni a Pisa (Rete di strumentazioni CISUP) per studiare, alla scala atomica, il rilassamento Johari-Goldstein in un liquido a temperature prossime alla transizione vetrosa.
I risultati ottenuti forniscono una nuova prospettiva della dinamica microscopica in un liquido sottoraffreddato: il processo Johari-Goldstein segnala la formazione di una struttura a mosaico, con tasselli di molecole meno mobili (sfere bianche in figura) separati da una rete in continua evoluzione di molecole più mobili (sfere rosse). La comparsa di questa struttura a mosaico conferma l’idea che una transizione di natura dinamica ha luogo nei liquidi sottoraffreddati, come suggerito da alcuni modelli teorici della transizione vetrosa.

figura 1
Figura 1. Rappresentazione delle molecole che in un liquido sottoraffreddato partecipano al rilassamento Johari-Goldstein (sfere rosse) ad un dato istante. Queste molecole sono molto mobili, si muovono a distanze maggiori del resto delle molecole (sfere bianche) e sono connesse spazialmente in un’unica struttura che attraversa l’intero liquido.

«Questo esperimento - dice Federico Caporaletti ora al Van der Waals-Zeeman Institute - Institute of Physics/Van’t Hoff Institute for Molecular Sciences dell’Università di Amsterdam ma che ha iniziato la ricerca durante il suo dottorato al Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento - chiarisce come i liquidi a temperature molto basse siano molto eterogenei da un punto di vista dinamico: alcune molecole sono più lente ed altre più veloci, con queste ultime connesse spazialmente in una sorta di ragnatela che attraversa l’intero liquido».

«L’eterogeneità dei moti molecolari che osserviamo - sottolinea Simone Capaccioli del Dipartimento di Fisica “Enrico Fermi” dell’Università di Pisa e direttore CISUP - potrebbe spiegare alcune importanti proprietà di questi materiali, quali la loro elasticità e duttilità».

«Questo risultato - conclude Giulio Monaco del Dipartimento di Fisica ed Astronomia “Galileo Galilei” dell’Università di Padova e coordinatore del lavoro - contribuisce a chiarire i meccanismi microscopici in base ai quali alcuni liquidi possono dar luogo ad un vetro, ad esempio un silicato fuso che diventa un vetro di finestra, invece di cristallizzare, come fa invece l’acqua quando ghiaccia».

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Link alla ricerca: https://doi.org/10.1038/s41467-021-22154-8
Titolo: “Experimental evidence of mosaic structure in strongly supercooled molecular liquids”, in «Nature Communications» - 2021 –
Autori: F. Caporaletti (a,g) S. Capaccioli (b,c), S. Valenti (d), M. Mikolasek (e), A.I. Chumakov (e,f), G. Monaco (a,h)
(a) Dipartimento di Fisica, Università di Trento (Italy)
(b) Dipartimento di Fisica “E. Fermi”, Università di Pisa (Italy)
(c) CISUP, Centro per l’Integrazione della Strumentazione dell’Universitá di Pisa (Italy)
(d) Department of Physics, Universitat Politécnica de Catalunya, Barcelona (Spain)
(e) European Synchrotron Radiation Facility, Grenoble (France)
(f) National Research Center ‘Kurchatov Institute’, Moscow (Russia)
(g) Present address: Van der Waals-Zeeman Institute, Institute of Physics/Van’t Hoff Institute for Molecular Sciences, University of Amsterdam (Netherlands)
(h) Present address: Dipartimento di Fisica ed Astronomia, Universitá di Padova (Italy)

 

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