Pisa festeggia 50 anni dal primo trapianto d'organo
Cinquanta anni portati benissimo con all’attivo 5000 trapianti, fra cui più di 400 di pancreas, 1500 di rene da donatore cadavere, 500 di rene da donatore vivente e più di 2500 di fegato. Sono i numeri con cui l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana insieme all’Università di Pisa e alla Regione Toscana festeggiano questo anniversario che ha significato negli anni ricerca, sviluppo, innovazione e nuova speranza di vita per gli ammalati.
Nella scheda (allegata) sulla storia dei trapianti a Pisa si trovano tutte le tappe più significative di questo percorso che ha coinvolto medici delle più svariate discipline, infermieri, tecnici, volontari, amministrativi e tante altre figure. Ma soprattutto donatori, perché non c’è trapianto senza donazione e senza solidarietà.
Da sinistra a destra: Michele Conti, Federico Gelli, Paolo Maria Mancarella, Silvia Briani, Eugenio Giani e Ugo Boggi
Così, da quel lontano 1972 – quando le sale operatorie non avevano certo l’allestimento tecnologico né le procedure chirurgiche innovative oggi disponibili, il trasporto d’organi e la conservazione non potevano giovarsi degli attuali sistemi iperefficienti, il database dei pazienti in lista d’attesa non era strutturato a livello nazionale, la medicina trasfusionale insieme all’assistenza anestesiologica-rianimatoria pre- e post-trapianto così come gli studi sul metabolismo dei trapianti e la compatibilità d’organo e le terapie anti-rigetto non avevano compiuto i passi da gigante degli ultimi anni - di strada ne è stata fatta e il futuro è ancora più promettente, visto che si è passati dal chirurgo pioniere con la sua èquipe al robot in sala operatoria.
“Il 15 febbraio 1972 – dichiara il rettore dell’Università di Pisa Paolo Maria Mancarella - il professor Mario Selli eseguì, qui a Pisa, il primo trapianto mai effettuato nella nostra Regione. Esattamente 50 anni fa. Da quella storica data la nostra città ha sviluppato una profonda cultura dei trapianti la cui storia, come sapete bene, è punteggiata di tanti altri primati nazionali e mondiali, una lunga serie di ‘prime volte’ che ci parla di una realtà all’avanguardia, la cui eccellenza è riconosciuta a livello internazionale”.
"La Toscana ha una lunga tradizione di donazioni e trapianti di organi che testimonia palesemente la generosità dei donatori, un'organizzazione sanitaria di altissimo livello che funziona, la grande professionalità degli operatori, l'impegno dei volontari – commenta il presidente della Regione Eugenio Giani -. L’importante anniversario che festeggiamo oggi a Pisa conferma ancora una volta che la sanità toscana è fatta di persone di grande dedizione e professionalità e che i toscani sono un popolo molto generoso, capace di grandi gesti d’amore verso il prossimo. Come Regione Toscana continueremo a sensibilizzare sul fronte delle donazioni e dei trapianti e a investire sugli strumenti tecnico-scientifici orientati verso innovazioni aperte a nuove prospettive, per incrementare sempre di più il numero dei trapianti, abbreviare i tempi di attesa e individuare strategie tali da rafforzare l’offerta trapiantologica”.
“E’ un grande orgoglio come amministratore della città – dichiara il sindaco di Pisa Michele Conti - poter festeggiare questo importante anniversario che conferma ancora una volta i risultati di eccellenza raggiunti dall’Azienda ospedaliero-universitaria pisana a livello nazionale e internazionale. 50 anni di studi, ricerche, impegno e traguardi incredibili ottenuti da medici e chirurghi lungimiranti, che con grande coraggio hanno lavorato per dare una nuova speranza di vita a tantissimi pazienti. Un storia di medicina e scienza, ma anche di grande umanità che a Pisa ha trovato terreno fertile in cui crescere e svilupparsi, grazie ad una lunga tradizione di studi scientifici che si accompagna ad una forte apertura alla cultura della donazione e della solidarietà. Una storia di successi che ha contribuito a far conoscere Pisa in tutto il mondo e che prosegue ancora oggi con risultati evidenti, fatti di enorme professionalità, utilizzo di tecniche all’avanguardia e grande passione.”
Un momento dell'iniziativa
“Questo importante anniversario è anche un momento fondamentale per fare un bilancio sui risultati conseguiti nel settore delle attività trapiantologiche, nella prospettiva di potenziare sempre di più il sistema donazione e trapianto della Toscana, anche facendo rete a livello regionale – fa sapere l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini -. Negli anni abbiamo investito molto sul fronte organizzativo e nella promozione della cultura della donazione con il contributo straordinario delle associazioni di volontariato, che hanno dato sempre il massimo anche nei momenti di maggiore difficoltà come quelli determinati dall’emergenza sanitaria Covid. La Toscana ha registrato risultati eccellenti tanto da costituire un vero e proprio ‘modello toscano’, punto di riferimento a livello nazionale. Ringrazio di cuore tutti gli eccellenti professionisti che negli anni lo hanno permesso e anche i donatori e le loro famiglie, la cui generosità ha consentito nuova speranza di vita a tante persone in attesa di trapianto”.
“I risultati che celebriamo oggi – per il direttore generale dell’Aoup Silvia Briani – sono il frutto di un disegno lungimirante perché, come testimonia la storia dei trapianti a Pisa, c’è stata una scuola di pensiero oltreché di chirurgia all’origine di tutta questa virtuosa consequenzialità negli eventi. E l’Aoup che fa alta specialità da sempre, visto che negli anni “70 era già pioniera in Italia, continuerà in questa missione a maggior ragione con il nuovo ospedale che stiamo realizzando e che offrirà cure sempre più all’avanguardia, con risultati sempre migliori perché è ciò che si aspettano i nostri professionisti e che ci chiedono i pazienti. Sono anniversari dunque che rappresentano il monito che ci fa proseguire sulla strada tracciata dai padri di questo ospedale”.
“Questo cinquantenario – commenta il professore Ugo Boggi, organizzatore degli eventi celebrativi, chirurgo protagonista in prima persona di questa lunga storia di sanità pisana e toscana nonché direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale e dei trapianti – per noi oggi ha un significato triplo, perché ricorrono anche 50 anni dalla scomparsa del professore Gabriele Monasterio, illustre internista a Pisa nonché fondatore della Nefrologia in Italia e 20 anni dalla scomparsa del professore Mario Selli, autore del primo trapianto che si celebra oggi. Ho ritenuto doveroso dunque adoperarmi per radunare oggi qui, e anche nelle prossime iniziative che abbiamo in programma nel corso di quest’anno, quanti più protagonisti possibili di questa lunga avventura della medicina che ci fa onore e che non è conclusa qui, ma andrà avanti con sempre maggiore slancio, orgogliosi del tributo doveroso a chi ha fatto sì che fossimo oggi qui a raccontare questa bellissima storia” (Fonte Ufficio Stampa AOUP - EDM).
Due patologie rare a cuore e rene: caso risolto da un team multidisciplinare guidato dal professor Luca Morelli
Quando una rara cardiopatia congenita e un’altra patologia estremamente rara, senza alcuna correlazione l’una con l’altra, si associano nello stesso corpo, il caso è assolutamente unico e grave. A risolverlo, un team multidisciplinare che ha visto lavorare fianco a fianco la Fondazione Monasterio, che ha messo in campo anestesisti, cardiologi e cardiochirurghi pediatrici, con la Sezione dipartimentale di Chirurgia generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. È accaduto pochi giorni fa all’Ospedale del Cuore di Massa.
Questa è la storia di Katia Moi, una giovane donna della Sardegna che, nonostante conviva – e combatta – da tutta la vita con una cardiopatia congenita grave, e seguita dal dottor Roberto Tumbarello, cardiologo dell’Ospedale di Cagliari, arriva nella sede di Massa della Monasterio in elisoccorso, a causa di tachiaritmie e di una pressione sanguigna molto alta. L’irregolarità del battito e il continuo innalzamento della pressione del sangue rischiavano di complicare in maniera irreparabile l’anatomia, già gravemente compromessa, del suo cuore. In seguito ad analisi, esami, risonanze e scintigrafie, la diagnosi: un paraganglioma peri renale. Un accumulo di cellule vicino al rene sinistro che liberava in maniera autonoma sostanza adrenalinica, la causa delle crisi di ipertensione con conseguenti aritmie. Una patologia estremamente rara – dunque – che, associata alla rarità della cardiopatia congenita, ha reso il caso assolutamente unico.
La soluzione è arrivata al termine di un incontro multidisciplinare fra le Unità Operative Patologie Cardiache Medico Chirurgiche dell’Infanzia e del Congenito Adulto, Cardiochirurgia Pediatrica e del Congenito Adulto, Anestesia e Rianimazione della Fondazione Monasterio e i chirurghi della Sezione dipartimentale di Chirurgia generale dell’Aoup.
L’intervento, resosi necessario a causa della delicata situazione clinica di Katia, è stato programmato nel giro di pochi giorni all’Ospedale del Cuore: mentre il team degli anestesisti della Monasterio avrebbe mantenuto la paziente in condizioni emodinamicamente stabili, il team della Chirurgia generale di Cisanello avrebbe rimosso in laparoscopia la neoformazione intorno al rene.
Un esempio di efficacia della collaborazione tra strutture di eccellenza e di successo, ancora una volta, della rete ospedaliera della Regione Toscana. Coordinazione, precisione e strategia condivisa: questa la chiave che ha permesso l’ottima riuscita del delicato lavoro sinergico in sala operatoria. Specializzazioni e mani diverse che hanno teso tutte verso un solo obiettivo: un intervento cucito su misura della paziente.
«Un intervento delicato, soprattutto per il quadro clinico generale particolarissimo della paziente – commenta il professor Luca Morelli, chirurgo della Sezione Dipartimentale di Chirurgia Generale Universitaria di Cisanello (Aoup), docente di Chirurgia generale all’Università di Pisa e primo operatore dell’intervento –, a causa della congestione cronica del circolo venoso. Abbiamo dovuto adattare l’intervento alla particolare situazione clinica della paziente: questo ha significato lavorare in laparoscopia con una pressione più bassa (5 millimetri di mercurio contro i soliti 12 millimetri), al fine di non compromettere la particolare fisiologia univentricolare del suo cuore, ed affidarci alla gestione anestesiologica di Medici della Monasterio.
Un team multidisciplinare che ha lavorato in sinergia per il benessere della paziente, che adesso sta bene e può tornare a casa». «Il caso di Katia – afferma la dottoressa Nadia Assanta, direttrice dell’Unità Operativa Patologie Cardiache Medico Chirurgiche dell’Infanzia e del Congenito Adulto all’Ospedale del Cuore della Monasterio – ha dimostrato ancora una volta quanto il paziente con cardiopatia congenita sia di difficile gestione. Nel caso di comparsa di sintomi, molto spesso il primo orientamento di tutti i medici è rivolto alla cardiopatia di base, tralasciando tutto il resto del corpo umano. Per seguire il paziente, in particolare Guch, bisogna avere una visione a 360 gradi: considerare non solo che tutti gli organi sono collegati al cuore e, quindi, influenzati dalla cardiopatia congenita, ma anche che possono sopravvenire delle patologie completamente indipendenti. Un’altra cosa che ci ha insegnato Katia è che l’unione di più teste, mani e discipline sono sempre un’arma vincente».
«Professionalità e umanità – commenta Katia Moi, con una risata contagiosa, un sorriso sincero stampato sul volto, e un ottimismo fuori dal comune. All’Ospedale del Cuore hanno trovato la causa delle mie ultime sofferenze, e hanno risolto il problema. Hanno tolto il “vermetto”, come amiamo definire, scherzando, il paraganglioma che mi portavo dentro, e mi sento finalmente libera. Una volta ho sentito dire che le malattie rare capitano alle persone rare: mi rincuora, ma non mi sento diversa dagli altri, non sono un eroe. Nella mia vita ci sono state tante cose brutte, è vero, ma esattamente come accade nella vita di tanti altri che, prima o dopo di me, soffrono. Vinta questa battaglia, continuerò a godere delle cose belle della vita. E torno a casa portando nel cuore questo posto».
(Fonte: Ufficio stampa Fondazione Monasterio).
"Volontarie e Volontari per l’Educazione" un progetto di Save the Children
"Volontarie e Volontari per l’Educazione" un progetto di Save the Children
Con le “Giornate Galileiane” Pisa festeggia il compleanno del suo scienziato più celebre
Pisa torna a rendere omaggio a uno dei suoi figli più illustri, Galileo Galilei, in occasione della nascita avvenuta a Pisa il 15 febbraio 1564. Università e Comune hanno presentato il calendario di iniziative delle “Giornate Galileiane”, che prevedono un convegno sull’ottica “Da Galileo agli Space Telescopes”, una conferenza sugli anni pisani del grande scienziato e l’esposizione di importanti documenti galileiani presso l’Archivio di Stato e l’Archivio Diocesano, tra cui il certificato di battesimo di Galileo. Inoltre, mercoledì 16 è prevista la premiazione della terza edizione del premio Galilei a cura del Comune di Pisa.
Il focus centrale della giornata 2022 saranno gli anni pisani di Galileo, dalla nascita fino alla sua formazione, attraverso un percorso ricco di documenti storici, conservati a Pisa, che svelano le scuole svolte, fino alla sua iscrizione alla Facoltà di Medicina e poi abbandonata, arrivando poi ai suoi primi studi fisici ed astronomici.
Il programma è stato presentato a Palazzo Gambacorti alla presenza dell'assessore al turismo, Paolo Pesciatini, di Jaleh Bahrabadi, direttrice dell'Archivio di Stato, accompagnata dalla ricercatrice Giulia Coccia, di Elisa Carrara, direttrice dell'Archivio Diocesano di Pisa e Sergio Giudici, docente di fisica presso l'Ateneo pisano e direttore del Museo degli strumenti di Fisica. “I documenti galileiani conservati negli archivi e oggetto delle esposizioni” – spiega Sergio Giudici – “costituiscono le fonti per ricostruire la formazione del giovane Galileo ed inquadrare la sua prima attività come docente. Dunque, ci invitano a ripensare le origini della vocazione scientifica di Pisa”.
Si parte martedì 15 febbraio alle ore 10.00 presso l’Archivio di Stato di Pisa con la presentazione del programma e con gli interventi di Jaleh Bahrabadi (Direttrice dell’Archivio di Stato), Paolo Pesciatini (Assessore al Turismo e ai servizi e politiche integrate con le università), Chiara Bodei (Presidente del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa) per poi proseguire con l’intervento di Sergio Giudici dal titolo “Gli anni pisani di Galileo”.
Alle 10:45 si continua con l’inaugurazione dell’esposizione dei documenti galileiani presenti nell’Archivio di Stato. L’esposizione sarà visitabile anche lunedì 21 febbraio e martedì 22 febbraio dalle ore 9:00 alle ore 13:00. Per le visite (massimo 10 persone a visita) è necessaria la prenotazione, telefonando al numero 050 542784 oppure inviando una mail ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per visitare l’esposizione è necessario esibire il green pass (rinforzato per gli over 50).
Alle 14.30 presso l’Aula Magna Storica della Sapienza si terrà il convegno “La Geometria della luce: L’ottica da Galileo agli space telescopes”. Il convegno si concentra sugli aspetti storici e didattici della Ottica Geometria, ripercorrendo la storia della disciplina dalle prime osservazioni telescopiche di Galileo e la formalizzazione dovuta a Keplero, che rappresentano uno dei momenti fondanti della modernità, fino agli esiti nella ricerca contemporanea. Il convegno è stato organizzato dal Sistema Museale di Ateneo (Museo degli Strumenti di Fisica) in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e l’istituto Nazionale di Ottica del CNR. Importante è la partecipazione attiva dell’Associazione per l’Insegnamento della Fisica (AIF) e il coinvolgimento delle Associazioni Astrofile, attraverso le quali si realizza il dialogo tra territorio e Università. Gli interventi saranno in presenza e trasmessi in streaming all’indirizzo https://call.unipi.it/Galilei2022. Per l’accesso è necessario esibire il green pass (rinforzato per gli over 50).
Dalle ore 15.00 alle ore 18.00, presso l’Archivio Diocesano, si terrà l’inaugurazione dell’esposizione di documenti sugli anni pisani di Galileo. L’esposizione sarà visitabile anche lunedì 21 febbraio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e martedì 22 febbraio dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Per le visite (massimo 10 persone a visita) è necessaria la prenotazione, telefonando al numero 050 565571 oppure inviando una mail ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per visitare l’esposizione è necessario esibire il green pass (rinforzato per gli over 50).
Mercoledì 16 febbraio, alle ore 11.00, presso la Sala della Baleari di Palazzo Gambacorti si terrà la premiazione della terza edizione del premio Galileo Galilei con l’intervento dell’assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Pierpaolo Magnani.
Invito stampa: 50 anni di trapianti d’organo a Pisa e in Toscana. Una storia di vera eccellenza
Il 15 febbraio 1972 a Pisa fu eseguito il primo trapianto mai realizzato nella nostra Regione. In occasione di questo anniversario, lunedì 14 febbraio alle 11,30 nell’Aula Magna Nuova del Palazzo della Sapienza (via Curtatone e Montanara, 15, Pisa) viene presentato il calendario di eventi e di iniziative e ripercorsa la storia di questi 50 anni di trapianti a Pisa e in Toscana
Intervengono:
Paolo Maria Mancarella, Rettore dell’Università di Pisa
Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana
Michele Conti, Sindaco Città di Pisa
Silvia Briani, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana
Ugo Boggi, Direttore dell'UO Chirurgia generale e dei trapianti
Elezione del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari - 17, 18 e 19/5
Leggi i dettagli su: https://www.unipi.it/index.php/elezioni/item/22991-cnsu
Salute, un diritto costituzionale e uno degli obbiettivi dell’Agenda 2030
5 aprile 2022
Relatrici: Prof.ssa Beatrice Casini e Dott.ssa Benedetta Tuvo, Dipartimento di Medicina Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia
L’obiettivo di garantire una buona salute rappresenta un fattore determinante per la qualità della vita e il benessere delle collettività. La salute è il bene più prezioso per l’individuo: determina infatti lo sviluppo dell’uomo in tutte le sue fasi, dal benessere psico-fisico all’accesso ai percorsi di istruzione e formazione professionale. ll diritto alla salute, come diritto sociale fondamentale, viene tutelato, anche dall’art. 2 Cost. inoltre, essendo intimamente connesso al valore della dignità umana (diritto ad un’esistenza degna) rientra nell’ulteriore previsione dell’art 3 Cost.
Questo rappresenta il terzo obbiettivo dell’Agenda 2030: rendere la Salute ed il Benessere un diritto universale “per tutti e tutte le età”. Sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e materna.
Sono stati compiuti significativi progressi nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante questi progressi la pandemia COVID-19 ha fatto emergere la consapevolezza della necessità di introdurre elementi di innovazione culturale e gestionale per tutti i contesti operativi del settore sanitario.
La pandemia ha esasperato il problema delle disuguaglianze sanitarie, ha prodotto una pesante pressione sulle strutture sanitarie, sulla tutela delle categorie di utenza più fragili, sulla continuità assistenziale per i pazienti cronici e disabili, sui programmi di screening, nonché in termini di benessere psicologico e di prevenzione del disagio psico-sociale. Nonostante il Coronavirus abbia colpito, la crisi sanitaria ha generato problematiche economiche e sociali tutt’altro che “democratiche” nei diversi Paesi e società del mondo. La scarsità di risorse di alcuni e la sovrabbondanza di altri hanno amplificato le disuguaglianze già esistenti, generando non solo danni fisici, ma anche psicologici, che rendono il no one left behind dell’Agenda 2030 un obiettivo più difficile che mai da raggiungere.
Per questo è fondamentale costruire una società imperniata su resilienza, cooperazione e solidarietà, comunità ed equità, educazione e cultura, ricerca ed innovazione; mirando ad un nuovo paradigma, più equo e sostenibile.
Incontro in collegamento da remoto destinato alle scuole superiori
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Il Diritto allo studio per tutti. Superare i limiti dovuti a problemi di salute
27 aprile 2022
Percorso in presenza presso Istituto Arcivescovile Santa Caterina
Il percorso, organizzato all'interno dell'Istituto Arcivescovile Santa Caterina di Pisa, con la collabo-razione dell’Istituto Comprensivo G. Toniolo, dell’Istituto Superiore Matteotti, del personale del Reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale S. Chiara di Pisa, dall’Associazione AGBALT, dalla Cooperativa Il Simbolo e dall’USID dell’Università di Pisa (Unità di servizi per l’integrazione degli studenti con disabilità), ha la finalità di sensibilizzare i giovani studenti sull’importanza di garantire a tutti il diritto allo studio, a prescindere dalle limitazioni imposte da problematiche legate alla salute. Saranno quindi illustrate le attività e i servizi, spesso sconosciuti, a sostegno degli studenti disabili. Il lavoro di tutti gli operatori coinvolti nei percorsi di cura ha un unico obiettivo: far sì che vi sia una rete di interventi finalizzati a garantire, come recita l'art 2 della Costituzione, il diritto allo studio, nonchè il sostegno ai giovani nell’affrontare le difficoltà fisiche ed emotive a cui essi devono necessariamente far fronte, quali lo stress, la paura e la sofferenza. Il percorso prevede peraltro la testimonianza diretta degli insegnanti che operano all’interno dei reparti e la proiezione di una serie di diapositive esplicative delle attività quotidianamente svolte. Prevede inoltre, se la situazione pandemica lo consentirà, un momento di attività sportiva nella quale saranno coinvolti i giovani ex pazienti, gli studenti con disabilità e gli studenti delle scuole che aderiranno.
Incontro per le classi terze scuola secondaria di primo grado e classi prime e seconde scuola secondaria di secondo grado
Per la prenotazione del percorso in presenza scrivere a:
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Cambiamenti climatici e responsabilità collettive: il caso del Monte Pisano
21 aprile 2022
Relatore: Prof. Francesco Di Iacovo
La sfida del cambiamento climatico non sempre è percepita nella sua evidenza, anche perchè letta come relativamente distante nel tempo e nello spazio che abitiamo. In realtà ci sono eventi che ricordano come la stabilità dell'ambiente sia fragile anche intorno a noi. Il forte incendio che ha colpito il Monte Pisano nel 2018 ha rappresentato un evento che ci ha portato a toccare con mano la fragilità dei luoghi in cui viviamo e la necessità di ripensare in una chiave nuova l'esercizio del diritto ad un ambiente sano e ben governato. La salvaguardia dell'ambiente e dei paesaggi ha trovato di recente nuovo spazio nella costituzione italiana. Il modo attraverso cui esercitare questo diritto ci interroga su ruoli e responsabilità private, pubbliche e collettive. L'incendio del Monte Pisano ci ha posto sulla frontiera del cambiamento una frontiera che ci interroga rispetto al modo attraverso cui esercitarle in modo innovativo, sta alla comunità locale sapersi fare interprete del cambiamento attivando discussione, energie e canalizzando azioni fattive in una nuova prospettiva.
Incontro aperto, in chiave adeguata, a diversi livelli di scuola.
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