Al Polo Piagge il workshop “Quello che dovremmo cambiare nel sistema sanitario oggi”
Venerdì 5 luglio, nell'Aula magna del Polo Piagge in via Matteotti, a partire dalle ore 9.00, si terrà il workshop "Quello che dovremmo cambiare nel sistema sanitario oggi", una mattinata di studi organizzata nell'ambito del master in Management delle Aziende Sanitarie dell'Università di Pisa. Il convegno sarà introdotto da Luca Anselmi, docente dell'Università di Pisa e della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, e da Rita Mariotti, anche lei docente dell'Ateneo pisano. Il workshop intende sollecitare studiosi, operatori ed esperti a un confronto aperto sulle tendenze di cambiamento nelle aziende sanitarie, soffermandosi su problematiche di attualità, emergenti dall'esame di alcune significative esperienze applicative.
La prospettiva di analisi che caratterizza il workshop assumerà una caratterizzazione interdisciplinare, che inquadrerà alcuni tra i più rilevanti aspetti del governo clinico, in un approccio teso all'integrazione tra le competenze e le esperienze medico-sanitarie, i modelli e gli strumenti manageriali. Ne deriverà un'articolazione in sessioni che affronteranno prassi e problematiche inerenti la mappatura e l'organizzazione dei processi, le misurazioni e i sistemi di auditing, riconducendo le differenti direttrici di cambiamento agli approcci emergenti nella gestione delle aziende sanitarie.
Entro il 28 settembre è possibile iscriversi alla X edizione del master in Management delle Aziende Sanitarie, corso strutturato in moduli formato weekend venerdì e sabato a settimane alterne. Il master si contraddistingue per una solida vocazione all'internazionalizzazione, che lo rende tra le realtà più aperte e sensibili alle esperienze maturate nei sistemi sanitari stranieri. Tra le principali collaborazioni internazionali con Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Spagna, appaiono di assoluto rilievo quelle con il Department of Healt Policy e il Center for Research in Medical Education and Healt Care del Jefferson Medical College of Thomas Jefferson University di Philadelphia (US) e il Laboratoire d'Economie et Gestion des Organisations de Santè dell'Università Dauphine di Parigi, i quali offrono la possibilità agli allievi di trascorrere un periodo di tirocinio nelle proprie strutture ospedaliere.
Nasce Welco, il citofono che sta in tasca
Collegare il citofono allo smartphone o al tablet per essere sempre in contatto con la propria abitazione o l'ufficio. Da questa idea nasce Welco, il citofono che sta in tasca, un dispositivo che è anche un'impresa start up creata da un giovanissimo team di cui fanno parte due studenti di Ingegneria gestionale dell'Università di Pisa, il 23enne Alessio Pace e il 27enne Leo Sculli.
A giugno, a pochi mesi dalla sua nascita, Welco ha già vinto un "grant d'impresa" di 25mila euro assegnato da Working Capital di Telecom Italia superando una selezione durissima: su 1.200 progetti presentati ne sono stati finanziati solo 15. Oltre alla borsa, Leo Sculli sarà a Milano da luglio e per tre mesi per partecipare a un percorso di accelerazione d'impresa che si svolgerà nella sede di dPixel, una società di venture capital specializzata nel supporto di iniziative imprenditoriali in ambito tecnologico.
"Welco ha già un prototipo dimostrativo e contiamo di commercializzarlo a marzo del 2014 – ha spiegato Leo Sculli - Il nostro obiettivo a breve termine, oltre ad affrontare aspetti di ricerca e sviluppo, si concentra sulla ricerca di potenziali investitori, in modo da poter portare avanti le implementazioni dell'hardware, del software e di App proprietarie e depositare i brevetti".
Welco ha debuttato alla Startup Weekend di Torino nel marzo 2013 e in quell'occasione si è formato il team che oltre ai due studenti pisani comprende altri cinque ragazzi, ingegneri ed economisti, fra i venti e i trent'anni: Francesco Medda, Marco Arrobbio, Gabriel Occhino, Guido Parissenti e Carlo Buccisano.
Giovani archeologi pisani e americani insieme per gli scavi a Badia Pozzeveri
Giovani archeologi pisani e americani di nuovo insieme per la campagna di scavi a Badia Pozzeveri nel Comune di Altopascio (LU). Grazie a un accordo tra l'Università di Pisa e la Ohio State University, l'area intorno all'antica chiesa abbaziale sarà utilizzata nel mese di luglio come scuola estiva di archeologia dagli studenti di antropologia e di archeologia provenienti da ben 17 università nordamericane, sotto l'egida del Department of Anthropology dell'Ohio State University, e dagli studenti del master in Bioarcheologia, Paleopatologia e Antropologia Forense degli atenei di Pisa, Bologna e Milano. Il progetto di studio, varato in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha come obiettivo l'indagine archeologica estensiva dell'antica abbazia e in particolare lo studio e l'analisi dei resti umani sepolti nelle aree cimiteriali del monastero. Sul sito http://www.paleopatologia.it sarà possibile seguire il diario degli scavi.
Alla presentazione della Field school, che si è tenuta al rettorato dell'Università di Pisa, erano presenti Alessandra Guidi, prorettore per l'Internazionalizzazione, Gino Fornaciari, direttore della divisione di Paleopatologia dell'Ateneo pisano e co-direttore della Field School, Giuseppe Vercellotti, Instructor della Field School per il Department of Anthropology della Ohio State University, , Maido Castiglioni, vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Maurizio Marchetti, sindaco del Comune di Altopascio, Nicola Fantozzi, assessore alla Cultura del Comune di Altopascio.
Il campione bioarcheologico recuperato permetterà di ricostruire malattie, stile di vita e caratteristiche fisiche della popolazione locale dal Medioevo fino al XIX secolo. Il cantiere di scavi prevede quest'anno la permanenza sul sito di 31 studenti americani, di 10 fra istruttori, supervisori e assistenti di ricerca italiani e americani e di 3 directors (Francesco Coschino, Antonio Fornaciari, Giuseppe Vercellotti), per un totale di 38 persone, per tutta la durata del mese di luglio 2013. Gli studenti saranno ospitati dal comune di Altopascio, grazie a un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
L'area di scavo di quest'anno sarà molto più estesa rispetto alla scorsa edizione. La campagna dello scorso anno aveva portato alla luce diverse fasi cimiteriali comprese tra l'XI e il XIX secolo, tra cui un'area destinata ai bambini risalente al XVIII secolo, nota in Toscana come "paradisino". Di particolare importanza è stato il ritrovamento di una fossa per la gettata delle campane risalente alla fine del XVIII secolo, in cui erano ancora ben visibili le impronte degli stampi per la fusione del bronzo.
Le nuove frontiere della robotica in un workshop internazionale a Ingegneria
Mercoledì 3 luglio, alle 11.30, nell'Aula Pacinotti di Ingegneria, si svolgerà "Natural Motion and Manipulation", la terza edizione del ciclo di workshop "New Frontiers of Robotics", che il Centro di ricerca "E. Piaggio" dell'Università di Pisa organizza ogni anno invitando scienziati di fama internazionale a presentare gli aspetti più avanzati della propria ricerca. Tema centrale dell'edizione 2013 è lo studio di robot in grado di compiere movimenti simili a quelli dell'essere umano e di cooperare con l'uomo nello svolgimento di diversi compiti, in modo sempre più naturale. I nuovi robot sono dotati di un "corpo" ispirato al sistema muscolo-scheletrico umano, imitandone anche il controllo, ed è questo design innovativo che li rende più efficienti e affidabili. Il programma di quest'anno prevede ospiti da Università di Stanford, Agenzia Aereospaziale Tedesca, Università di Berlino, Università di Siena e Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.
Lo studio della relazione e connessione fisica uomo-robot ha permesso di aprire nuove strade per lo studio delle strutture che governano il movimento, con prospettive di applicazione in area medica, nella riabilitazione e nell'intrattenimento. Particolare attenzione verrà dedicata al ruolo della mano e del movimento della manipolazione umana, il cui studio richiede la comprensione profonda della complessa interazione tra mano, oggetto e ambiente.
Il workshop presenta i risultati delle ricerche condotte in ben cinque progetti europei che vedono coinvolto il Centro "E. Piaggio": THE Hand Embodied, SoftHands, WhereHap, RobLog e Saphari, ed è organizzato dal Centro "E.Piaggio" in collaborazione con la sezione Italiana della società di IEEE Robotica e Automazione (Italian Chapter of IEEE Robotics and Automation Society).
Il programma dettagliato della giornata è disponibile all'indirizzo http://www.centropiaggio.unipi.it/new-frontiers-robotics-2013.html. Il workshop potrà essere seguito in streaming dal canale YouTube del Centro "E. Piaggio" connettendosi al link http://www.youtube.com/centroepiaggio.
I Carmina Burana alla Certosa di Calci con i cori delle università di Pisa e di Ulm
Mercoledì 3 luglio, alle ore 21.30, il Coro dell’Università di Pisa si esibirà alla Certosa di Calci riproponendo al pubblico i Carmina Burana di Carl Orff, nell’occasione eseguiti insieme al Coro dell’Università di Ulm. Il concerto, che inaugurerà l’edizione 2013 del “Certosa Festival”, nasce dallo scambio culturale tra il Coro dell’Ateneo pisano (maestro Stefano Barandoni) e il Coro dell’Università di Ulm (maestro Albrecht Haupt) e l’esecuzione prevede una compagine di duecento coristi. L’ingresso è di 10 euro fino a esaurimento dei 250 posti a sedere e di 7 euro per i posti in piedi, che non potranno a loro volta superare le 200 unità. La vendita inizierà alla Certosa un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Hanno trovato casa i beagle affidati all'Università di Pisa dopo essere stati utilizzati a fini scientifici
Stanno bene e hanno trovato casa i 21 beagle che, nell'agosto dello scorso anno, sono stati affidati al dipartimento pisano di Scienze veterinarie per seguire un percorso di recupero dopo essere stati utilizzati a fini scientifici. Il progetto, frutto di un accordo tra l'Ateneo pisano e la casa farmaceutica che aveva impiegato i cani, si basa su una norma del 2001, che prescrive la riabilitazione degli animali da sperimentazione nei casi in cui le condizioni di salute degli stessi lo consentano.
L'accordo è stato promosso e coordinato dal ministero della Salute, che ha scelto l'Università di Pisa, in tutto il territorio nazionale, perché questo tipo di procedura è già stato avviato da anni sugli animali utilizzati nella ricerca biomedica dell'Ateneo. Al dipartimento di Scienze veterinarie, inoltre, è attivo un eccellente centro di medicina comportamentale, che ha reso possibile seguire lo sviluppo del programma con competenze altamente specializzate.
Durante quest'anno i 21 splendidi esemplari di beagle, di ambo i sessi e dell'età di circa due anni, sono stati ospitati nella struttura di accoglienza del dipartimento di Scienze veterinarie che si trova all'interno del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. In un contesto ricco di stimoli, i cani hanno seguito uno specifico programma di riabilitazione, sotto la cura dello staff di esperti comportamentali guidato dal professor Angelo Gazzano. Essendo cresciuti in laboratorio, infatti, gli animali non avevano avuto modo di interagire con l'ambiente esterno e con l'uomo. Alcuni di loro hanno manifestato da subito intraprendenza e apertura, altri si sono dimostrati più timorosi e diffidenti: nel complesso, comunque, tutti i beagle hanno dato nel tempo una risposta adeguata alle terapie applicate.
Parallelamente, sono state esaminate le numerose richieste di adozione pervenute dalla Toscana e da tutta Italia, tra le quali è stata effettuata un'attenta selezione. Le famiglie prescelte sono state quindi coinvolte nel programma di recupero, in modo da facilitare il progressivo inserimento degli animali.
Oltre che il dipartimento di Scienze veterinarie, diretto dalla professoressa Daniela Gianfaldoni, e il ministero della Salute, il progetto ha coinvolto nella parte organizzativa il Settore Ricerca dell'Ateneo pisano e in particolare la dottoressa Antonella Pochini.
A una dottoranda dell’Università di Pisa la borsa di studio “Amelia Earhart”
Amelia Earhart era un'aviatrice statunitense che negli anni Trenta del Novecento stabilì numerosi record di volo, diventando un simbolo dell'emancipazione femminile. Oggi l'organizzazione Zonta International, impegnata per migliorare le condizioni della donna nel mondo, bandisce 35 borse intitolate alla Earhart da assegnare a donne iscritte a corsi di dottorato in ingegneria o scienze aerospaziali, per favorire i loro studi in ambiti più tradizionalmente praticati dagli uomini. Tra le vincitrici di quest'anno, c'è anche una "ingegnera" dell'Università di Pisa, Daniela Pedrini, allieva del primo anno del corso di dottorato in Ingegneria spaziale, inserita nella graduatoria mondiale che comprende solamente atre due studentesse cittadine italiane, ma afferenti a università straniere. Alla giovane scienziata, 27 anni, originaria di Camporgiano (LU), andranno 10 mila dollari della borsa "Amelia Earhart", che potrà usare per realizzare il proprio programma di dottorato.
Daniela Pedrini si è laureata in Ingegneria aerospaziale lo scorso ottobre, con relatori i professori Mariano Andrenucci, Fabrizio Paganucci e Riccardo Albertoni. A novembre ha vinto il dottorato in Ingegneria e attualmente svolge la sua attività di ricerca presso la Alta spa, azienda spin off dell'Università di Pisa. Il suo programma di dottorato riguarda lo studio di catodi cavi per applicazioni su propulsori elettrici spaziali. Con la vincita della borsa "Amelia Earhart" va ad aggiungersi alle oltre 400 donne nel mondo che, dal 1941 ad oggi, hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento per meriti accademici e comprovata capacità di studio. Una cerimonia di premiazione sarà programmata dopo il mese di agosto 2013 nel distretto Zonta più vicino alla residenza.
Un approccio innovativo per la cura delle patologie muscolari
È un approccio innovativo per la cura di patologie muscolari come la distrofia e la miopatia ed è il risultato di una ricerca internazionale in cui sono coinvolte le Università di Pisa, Padova, Stanford e l'University College di Londra. Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature, ha dimostrato il ruolo che il collagene VI, una proteina della matrice extracellulare, riveste nella rigenerazione muscolare e nel rinnovamento delle cellule staminali adulte muscolari. In particolare è stato messo a punto un materiale geliforme che, iniettato tramite una normale siringa commerciale, resta localizzato all'interno del muscolo naturale e permette di valutare la sua efficacia in vivo nel ripristino della funzionalità muscolare.
Lo studio è stato condotto dal gruppo di Giovanni Vozzi, docente del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e del Centro di ricerca "E. Piaggio", in collaborazione con Paolo Bonaldo, del dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Padova, Thomas Rando, del dipartimento di Neurologia e Scienze neurologiche della Stanford University, e Giulio Cossu del dipartimento di Biologia della cellula e dello sviluppo dell'University College di Londra. "Muscoli che presentano un'assenza del collagene VI mostrano significativa diminuzione di rigidità - spiega Giovanni Vozzi - Quando il collagene VI è reintegrato in vivo con l'impianto di fibroblasti capaci di produrre tale proteina, le proprietà biomeccaniche dei muscoli sono migliorate fino a giungere a un loro ripristino e le alterazioni nell'autorinnovamento delle cellule satellite vengono annullate".
Il ruolo svolto dai ricercatori dell'Università di Pisa è stato quello di caratterizzare biomeccanicamente muscoli con o senza collagene VI: "Una volta compreso il loro comportamento biomeccanico abbiamo messo a punto delle strutture geliformi a base di gelatina che mimassero la nicchia staminale sana e malata - continua Vozzi, che ha condotto lo studio con l'aiuto della dottoressa Francesca Montemurro - Su queste strutture sono poi state seminate le cellule satellite prelevate da muscolo sano e muscolo malato, in modo da vedere se erano in grado di attivare il loro differenziamento in cellule muscolari e ripristinare le loro normali attività cellulari, e una volta indirizzate verso ciò sono state impiantate nei muscoli malati".
"Nell'esperimento è stato interessante notare che numerose cellule satellite, dopo essere state coltivate sulle strutture meno rigide (cioè meccanicamente simili al muscolo malato), sono state trovate nell'interstizio dei muscoli trapiantati, suggerendo che queste cellule miogeniche sono meno capaci a localizzarsi nelle giuste posizioni rispetto a quelle coltivate su strutture con rigidità fisiologica, in quanto risentono del diverso comportamento meccanico del substrato su cui sono state coltivate. Quindi un corretto stimolo meccanico aiuta le cellule satellite ad attivare le loro normali attività cellulari e permette lo sviluppo di un tessuto muscolare sano", conclude Vozzi.
Il materiale geliforme utilizzato in questo lavoro di ricerca è in fase di ottimizzazione. Tale sistema potrebbe rappresentare un innovativo approccio per la cura di tutte le patologie muscolari connesse con le alterazioni nella produzione del collagene VI, incluse la miopatia di Bethlem e la distrofia muscolare congenita di Ullrich.
L'articolo è disponibile su: http://www.nature.com/ncomms/2013/130607/ncomms2964/full/ncomms2964.html
«Conversazioni sul giardino»: due giorni fra curiosità, storia, arte e natura
Quali sono i segreti dei giardini dell'antico Egitto? Perché poi un "giardino che si rispetti" dovrebbe avere una fontana? E come mai i giardini d'infanzia si chiamano proprio così? Sono questi alcuni dei temi che saranno affrontati nelle "Conversazioni sul giardino", il seminario annuale della Scuola di dottorato in Storia, Orientalistica e Storia delle Arti dell'Università di Pisa che si svolgerà giovedì 27 e venerdì 28 giugno nell'aula G1 del Polo Guidotti in via Trieste 38.
"Dieci conferenze in due giorni - ha spiegato Giovanni Salmeri direttore della Scuola di dottorato – per offrire in primo luogo ai nostri dottorandi e poi a chiunque sia interessato una visione del giardino più ampia e articolata possibile in grado di farne almeno intuire la complessa stratificazione storica e l'estrema varietà di forme e tipi".
Giovedì 27 giugno alle 10,00 inaugura i lavori Luigi Zangheri, presidente della fiorentina Accademia delle Arti del Disegno, che parlerà di acqua e giardino, quindi Marilina Betrò, egittologa dell'Università di Pisa, introdurrà i partecipanti ai segreti dei giardini del Nilo. Lucia Battaglia, già docente di letteratura italiana all'Università di Pisa, traccerà invece un intrigante parallelo tra giardini letterari (basti pensare a Dante e Boccaccio) e i giardini dipinti nel tardo Medioevo. Nel pomeriggio Osvaldo Raggio dell'Università di Genova si soffermerà sui giardini dell'aristocrazia e Laura Savelli dell'Ateneo pisano tratterà dell'origine e delle varie implicazioni del termine "giardino d'infanzia" mentre Anthony Gerbino dell'Università di Manchester parlerà del giardino formale francese e Alessandro Tosi, direttore del Museo della Grafica, presenterà le sue riflessioni sul nesso giardino e paesaggio. La giornata si chiuderà con una visita dell'Orto Botanico guidata dal suo direttore, Gianni Bedini, a cui seguirà un concerto dell'Orchestra dell'Università di Pisa condotta da Manfred Giampietro.
Venerdì 28 giugno alle 9,30 sarà la volta di Cinzia Sicca dell'Università di Pisa che discuterà del rapporto tra scultura e architettura nel giardino inglese della prima metà del Settecento quindi lo storico dell'arte romano Ettore Janulardo rivolgerà la sua attenzione alle immagini del giardino nella città italiana del primo Novecento mentre Lucia Tomasi Tongiorgi traccerà un viaggio immaginario per i giardini pisani. Alle 12 è prevista la chiusura dell'incontro con una visita guidata della mostra "Arte botanica nel terzo millennio" al Museo della Grafica.
Dopo 100 anni potrebbe presto rinascere a Pisa la Scuola di Ingegneria
A 100 anni dalla sua prima istituzione, potrebbe presto rinascere a Pisa la Scuola di Ingegneria. Il 12 giugno scorso il Senato accademico dell'Università di Pisa ha espresso parere positivo sulla sua istituzione che verrà decisa nel Consiglio di Amministrazione del 26 giugno, completando così la trasformazione delle strutture didattiche e di ricerca degli atenei voluta dalla cosiddetta legge Gelmini del 2010. La Scuola di Ingegneria riunirà i tre dipartimenti nati dalla ex facoltà di Ingegneria (Ingegneria civile e industriale, Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni e Ingegneria dell'informazione) e i due dipartimenti di Matematica e Fisica. Il compito della Scuola sarà di coordinare le attività didattiche per garantire la qualità della formazione nelle scienze di base e una visione interdisciplinare, caratteristiche indispensabili alla formazione di un moderno ingegnere.
"La rinascita della Scuola di Ingegneria – ha sottolineato il professore Pierangelo Terreni già preside della ex facoltà di Ingegneria dell'Ateneo pisano – coincide con la sua prima fondazione avvenuta 100 anni fa, con la legge 856 del 22 giugno 1913 che all'articolo 2 recitava: 'È istituita in Pisa, presso quella Università, a cominciare dall'anno scolastico 1913–14, una scuola di applicazione per gl'ingegneri'".
La Scuola, che fu inizialmente diretta dal matematico Ulisse Dini, rimase pressoché immutata fino al 1935, quando diede origine alla "facoltà di Ingegneria" la cui sede in Largo Lucio Lazzarino a Pisa fu inaugurata l'anno successivo alla presenza di Vittorio Emanuele III e dell'allora rettore Giovanni D'Achiardi.
"L'eccellente reputazione di cui ha sempre goduto Ingegneria a Pisa – ha concluso il professor Terreni - è legata alla capacità di unire attività di ricerca ad alto livello con la più grande attenzione alla qualità della didattica. A questa eccellente reputazione si è accompagnata una sempre maggiore richiesta di accesso da parte degli allievi, con immatricolazione che hanno continuato a crescere, anche negli ultimi anni, ed un numero di iscritti che ha ormai superato le 10.000 unità".
L'intervento completo del professore Pierangelo Terreni sulla storia della Scuola di Ingegneria a Pisa dal 1913 a oggi: http://www.unipi.it/index.php/tutte-le-news/item/2620-dopo-100-anni-potrebbe-presto-rinascere-la-scuola-di-ingegneria