Il miglior contributo scientifico sul dolore della giornata congressuale: con questa motivazione è stato premiato lo studio "made in Pisa", in collaborazione con le Università di Siena e di Roma e l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, dal titolo: “Cerebellar direct current stimulation modulates pain perception in Humans”, condotto nella Sezione Dipartimentale di Neurologia dell’Aoup diretta dal professor Ferdinando Sartucci, in partnership appunto oltreché con i colleghi della sezione, con quelli dell’Università di Pisa (professoressa E. Santarcangelo), Siena (professor G. Carli), Roma (professor M. Valeriani) e del policlinico milanese (professor Alberto Priori e dott. R. Ferrucci).
Lo studio scientifico è stato presentato dal dottor Tommaso Bocci, assegnista di ricerca a Pisa, nel corso del XLVI congresso della Società italiana di Neurologia, tenutosi a Genova dal 10 al 13 ottobre scorsi ai Magazzini del Cotone del Porto Vecchio. Il riconoscimento giunge a coronamento di molti anni di impiego della stimolazione transcranica a corrente diretta o tDCS, che va ad agire sui meccanismi di plasticità neuronale, attività scientifica sfociata in una serie di pubblicazioni edite a stampa su riviste “peer review” da parte del gruppo pisano.
Anche nelle recenti pubblicazioni sulla stampa relative a questo argomento, si è parlato della sperimentazione per combattere malattie quali il Parkinson o l’Alzheimer, utilizzando correnti continue erogate mediante due piastrine come quelle usate nel presente studio. In sintesi si tratta di una metodica di neurostimolazione di superficie, denominata stimolazione transcranica a corrente diretta o tDCS (si può fare anche a corrente alternata ed è detta tACS).
La metodica, entrata in uso alle fine del secolo passato, ha trovato molteplici campi di applicazione: dall’ictus ai quadri di decadimento motorio e ai disordini del movimento, rivelandosi una valida alternativa scevra di rischi e a bassissimo costo (solo quello delle pile) delle tecniche di stimolazione profonda. La letteratura sulla metodica, sia nazionale che internazionale, è vasta; per non parlare di quella sulla stimolazione magnetica transcranica, che agisce sempre inducendo una corrente elettrica in profondità. Esiste anche una review Cochrane della medicina basata sull’evidenza in quanto da tempo applicata. Si può quindi affermare che lo sviluppo e la diffusione della metodica si basi anche su studi pisani, condotti nell’ultimo decennio all’Aoup e testimoniati non solo da quest’ultimo riconoscimento, ma anche da altri che l’hanno preceduto.
(fonte: Ufficio Stampa AOUP)
La Comunità Europea ha assegnato all’Università di Pisa due progetti sulle cause e il trattamento avanzato del diabete mellito, volti a chiarire i meccanismi molecolari che portano all’insorgenza e alla progressione del diabete, nonché a definire alcuni aspetti innovativi per la sua cura.
“Il primo - ha spiegato Piero Marchetti, professore associato di Endocrinologia nel dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, direttore della Sezione dipartimentale di Endocrinologia e metabolismo dei trapianti dell’Aoup, che è il responsabile delle due ricerche – indicato dall’acronimo INNODIA, inizierà a novembre, e sarà focalizzato sul diabete di tipo 1, patologia su base autoimmune che porta alla distruzione delle beta cellule pancreatiche. L’altro, dal titolo T2DSystems, e che partirà a gennaio 2016, si occuperà invece del diabete di tipo 2, anch’esso dovuto a disfunzione beta cellulare, causata da meccanismi non ancora ben definiti. In una fase in cui anche i finanziamenti europei vengono assegnati in maniera estremamente selettiva, è motivo di grande soddisfazione aver conseguito questo successo”.
La decisione di Bruxelles è anche un riconoscimento al lavoro fatto negli ultimi anni dalla sua èquipe che, grazie al supporto del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale e dell’Aoup, nonché alla collaborazione con altri gruppi, in particolare la Chirurgia generale e dei trapianti diretta dal professor Ugo Boggi, la Chirurgia epatica e del trapianto di fegato, diretta dal professor Franco Filipponi, la Medicina trasfusionale e biologia dei trapianti, diretta dal dottor Fabrizio Scatena e il Laboratorio di microscopia elettronica del dipartimento di Ricerca translazionale e nuove tecnologie (dottoressa Matilde Masini, dottor Vincenzo De Tata), è stata coinvolta con successo in numerosi precedenti progetti sul diabete finanziati dalla Comunità Europea.
Il progetto INNODIA è finanziato dall’IMI (INNOVATIVE MEDICINES INITIATIVE), mentre T2DSystems è uno dei progetti dell'Università di Pisa che ha avuto accesso ai finanziamenti di Horizon 2020.
Le Università di Firenze, Pisa, Siena e la Scuola Superiore Sant'Anna integrano online i sistemi bibliotecari e mettono in rete un immenso patrimonio librario. Grazie alla piattaforma OneSearch (Il video tutorial), dal 1° ottobre è infatti disponibile un punto di accesso unificato per le ricerche bibliografiche all'interno di un vasto numero di cataloghi. Oltre a quelli degli Atenei citati, la piattaforma permette di raggiungere quelli dell'Università per stranieri di Siena, dell'Accademia della Crusca, della Fondazione Ezio Franceschini, della SISMEL (Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino), della Biblioteca regionale Luigi Crocetti, della Biblioteca comunale degli Intronati, delle Biblioteche comunali della Provincia di Siena aderenti alla rete ReDoS, dell'Accademia dei Fisiocritici e dell'Istituto Musicale Franci.
Attraverso OneSearch, che offre un'interfaccia molto semplice, è possibile avere immediatamente una visione complessiva della documentazione disponibile nelle biblioteche, in formato elettronico e cartaceo, senza moltiplicare le ricerche in più cataloghi. Sono oltre 3.800.000 i record bibliografici a cui dà accesso OneSearch. OneSearch è il primo traguardo del progetto Sistema Bibliotecario degli Atenei della Regione Toscana (SBART), che si propone come modello di collaborazione in ambito pubblico e punta a importanti risultati sul piano dell'economia di gestione, della qualità e dell'efficacia dei servizi erogati, per tutti gli utenti.
Innovazione al servizio della ricerca, degli studenti, dei cittadini, ma non solo. Innovativo è anche il percorso del progetto, finanziato grazie all'accordo tra le Università di Firenze, Pisa e Siena, che hanno presentato domanda congiunta di fondi al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), nell'ambito dei rispettivi piani strategici 2013-2015. Al progetto hanno poi aderito la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e numerose altre Biblioteche che, all'interno di sistemi già consolidati, collaborano da tempo con le Università di Firenze e Siena.
Il video tutorial
Tra i prossimi obiettivi del progetto SBART, un servizio di prestito integrato e l'acquisizione di una piattaforma unica per la gestione di tutti i servizi bibliotecari. Un ulteriore sviluppo garantirà la piena e libera circolazione degli utenti tra tutte le biblioteche, con possibilità di effettuare, fotocopie, digitalizzazioni e stampe in tutte le sedi. L'investimento complessivo, finanziato dal MIUR, è di oltre un milione 300 mila euro su tre anni.
"Il potenziamento del Sistema Bibliotecario degli Atenei della Regione Toscana, attraverso la realizzazione di un punto unico di accesso e di ricerca online, - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Massimo Augello - rappresenta una tappa significativa nel processo di integrazione tra i rispettivi servizi, con l'obiettivo di offrire agli utenti un ambiente ottimale di studio e ricerca e una modalità di accesso semplificata alle risorse bibliografiche cartacee e elettroniche e, più in generale, a tutti i servizi bibliotecari. Da tempo, i sistemi bibliotecari toscani hanno deciso di affrontare insieme il massiccio cambiamento verificatosi con l'avvento delle risorse elettroniche e degli strumenti tecnologici e sono cresciuti in modo armonico, riuscendo a garantire ai propri utenti servizi comparabili e di alta qualità".
Ne hanno parlato:
Corriere Fiorentino
Corriere Toscana
Nazione Firenze
RepubblicaFirenze.it
InToscana.it
NazionePisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
IlReporter.it
Pisa24.info
Nella foto da sinistra: Angelo Riccaboni (rettore Università di Siena), Pierdomenico Perata (rettore Sant'Anna di Pisa), Monica Barni (Assessore regionale Università), Alberto Tesi (rettore Università di Firenze), Massimo Augello (rettore Università di Pisa).
Una ricerca tutta italiana e interamente finanziata dall'Università di Pisa ha individuato i profili genetici con un valore prognostico favorevole nella cura del tumore alla prostata. Lo studio, durato quattro anni e condotto presso il dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, l'Ospedale di Pontedera e l'IRCCS-CROB Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata, è stato appena pubblicato sulla rivista "Oncotarget".
"Il carcinoma della prostata è ancora una delle principali cause di morbilità e mortalità nei paesi sviluppati, e il numero previsto di casi di questo tipo di cancro nei prossimi 15 anni aumenterà di più del 20%. - hanno spiegato Anna Solini e Guido Bocci dell'Ateneo pisano - La scoperta di biomarcatori in grado di identificare i pazienti con la prognosi migliore risulta quindi molto utile per meglio definire il corretto approccio terapeutico nel trattamento di questa malattia".
I ricercatori hanno applicato un nuovo tipo di analisi dei risultati e cioè la survival dimensionality reduction methodology (SDR) che ha portato all'identificazione di un particolare profilo genetico (costituito dalla combinazione di genotipi del vascular endothelial growth factor receptor-2 e del recettore ionotropico purinergico P2X7) che risulta associato ad una maggiore sopravvivenza globale (126 mesi rispetto a 66). Sottoposti a questo screening non invasivo, i pazienti con prognosi sfavorevole potrebbero così beneficiare fin dall'inizio di trattamenti con farmaci innovativi e, d'altra parte, chi ha buona prognosi potrebbe optare per un trattamento meno aggressivo tra le opzioni terapeutiche disponibili.
Lo studio, finanziato con il "Bando Ricercatori 2011" dell'ex Facoltà di Medicina e Chirurgia, è disponibile anche in versione open access, accogliendo le recenti indicazioni dell'Ateneo in merito. Il gruppo al completo che ha realizzato la ricerca è composto da Anna Solini, Paola Orlandi, Chiara Rossi, Teresa Di Desidero, Anna Fioravanti, Romano Danesi e Guido Bocci del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa; da Vittorio Simeon dell'IRCCS-CROB, Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata; da Lisa Derosa, Andrea Fontana, Luca Galli e Alfredo Falcone dell'Unità Operativa di Oncologia 2 dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana; da Sara Lucchesi, Luigi Coltelli, Laura Ginocchi e Giacomo Allegrini dell'Unità Operativa di Oncologia dell'Ospedale di Pontedera.
Dal nostro antenato Homo naledi, fino all'umanoide del futuro Walkman. Sarà un vero viaggio nel tempo e nella scienza quello che l'Università di Pisa proporrà in occasione di BRIGHT, la Notte dei ricercatori in programma il prossimo 25 settembre nelle strade, nelle librerie, nei caffè della città, oltre che in alcuni laboratori dell'Ateneo aperti al pubblico.
A partire dalle ore 16 sarà possibile seguire la diretta su Twitter (@Unipisa e @brightoscana) e gli aggiornamenti su Facebook (Università di Pisa e Bright - La Notte dei Ricercatori in Toscana).
In Largo Ciro Menotti, dove saranno allestiti gli stand della ricerca, la manifestazione sarà aperta da un incontro con Damiano Marchi (nella foto a destra), l'antropologo pisano che ha partecipato alla scoperta dell'Homo naledi, la nuova specie umana i cui resti sono stati recentemente rinvenuti in una grotta del Sudafrica. Il ricercatore incontrerà il pubblico subito dopo l'inaugurazione prevista alle ore 16, a cui interverranno il rettore Massimo Augello e la coordinatrice regionale dell'evento Katherine Isaacs.
In piazza ci sarà un altro ospite speciale, Walkman (nella foto a sinistra), il robot umanoide progettato dai ricercatori del Centro Piaggio dell'Università di Pisa insieme all'IIT di Genova, che di recente è stato protagonista della competizione internazionale DARPA Robotics Challenge a Los Angeles. L'automa, alto 1,85 metri e pesante 100 chili, in grado di camminare, aprire le porte e usare strumenti di lavoro, farà alcune dimostrazioni delle sue abilità al pubblico, con la "regia" dei ricercatori che lo hanno costruito.
A partire dalle ore 16, nella piccola Expo della ricerca allestita in Largo Ciro Menotti, sarà inoltre possibile visitare stand con meteoriti lunari del dipartimento di Scienze della terra, i simulatori medici del Centro Endocas, la barca a vela "Cherubina" costruita dagli studenti di Ingegneria, gli esperimenti del dipartimento di Farmacia e molto altro.
In contemporanea con l'apertura degli stand, nei bar e nelle librerie nelle vicinanze di Borgo Stretto, molti ricercatori presenteranno al pubblico le proprie attività e risponderanno alle domande e alle curiosità dei presenti. Sarà dunque possibile gustare un "Aperitivo della ricerca" insieme agli archeologi che raccontano i loro scavi nell'antica Tebe, gli scienziati che svelano i segreti del cosmo e delle stelle e che illustrano la "fisica di Harry Potter". Oppure sarà possibile recarsi a un incontro di "Librerie e scienza" e ascoltare il racconto di missioni spaziali e impatti di asteroidi con la Terra, o rileggere qualche romanzo famoso con lo sguardo di un giurista. Tra gli eventi promossi nelle librerie, ce ne saranno alcuni dedicati specificatamente ai bambini, che potranno ad esempio conoscere alcuni miti della Grecia antica che trattano il tema dell'incontro e dell'accoglienza degli altri.
Per chi si vuole immergere nella realtà di un vero laboratorio scientifico, il dipartimento di Chimica aprirà le porte della sua nuovissima sede in via Moruzzi 13, con un programma di attività che prevede esperimenti, attività ludico pratiche per bambini, una mostra fotografica ed eventi di intrattenimento.
Il programma completo degli eventi è disponibile sul sito www.bright2015.org e sul sito www.unipi.it.
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Il comunicato delle iniziative pisane:
Venerdì 25 settembre la notte in Toscana si illumina con la ricerca e, in contemporanea con Firenze e Siena, Pisa celebra i suoi scienziati e i suoi studiosi con un ricco calendario di iniziative all'insegna della divulgazione e del divertimento. "BRIGHT - La Notte dei ricercatori in Toscana" è organizzata da Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant'Anna, CNR, INFN, INGV, IMT, EGO-Virgo, insieme alle Università di Firenze, Siena e Stranieri di Siena, ed è parte della "Notte europea dei ricercatori" promossa ormai da 10 anni dalla Commissione Europea in circa 300 città di 24 paesi d'Europa. Incontri, esperimenti, caffè della scienza, visite ai laboratori, mostre fotografiche, una rassegna di film ospitata al Cinema Arsenale sono solo alcune delle proposte che animeranno la città della Torre, insieme a Lucca e Cascina.
Il programma di BRIGHT è stato presentato lunedì 21 settembre al rettorato dell'Università di Pisa, che per il terzo anno consecutivo è capofila della manifestazione in tutta la Toscana. Oltre alla professoressa Katherine Isaacs, coordinatrice regionale dell'evento e docente dell'Università di Pisa, sono intervenuti i rappresentanti di tutti gli Enti e i centri di ricerca coinvolti: il professor Andrea Ferrara della Scuola Normale, il professor Vincenzo Lionetti dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Sant'Anna, Domenico Laforenza, presidente dell'Area della Ricerca del CNR di Pisa, Gilberto Saccorotti, direttore della Sezione di Pisa dell'INGV, Michele Viviani, dell'INFN sezione di Pisa, Elena Cuoco, responsabile della comunicazione di Virgo/EGO.
"BRIGHT 2015 è stato pensato come un evento corale, una notte in cui i ricercatori della Toscana incontrano i giovani, gli studenti e i cittadini per presentare i frutti del loro lavoro quotidiano – ha spiegato Katherine Isaacs – A partire dalle ore 16, a Pisa i protagonisti mostreranno le loro ricerche in stand allestiti in Largo Ciro Menotti, mentre tutte le altre iniziative si distribuiranno alla Scuola Normale e in Piazza dei Cavalieri, nel Chiostro della Scuola Sant'Anna, nell'area CNR di San Cataldo, al dipartimento di Chimica in via Moruzzi, all'INGV in via della Faggiola e in Largo Pontecorvo nella sede dell'INFN".
Nel corso della giornata si alterneranno numerose visite a laboratori mentre, con gli "Aperitivi della ricerca" e "Librerie e scienza" ospitati nei bar e nelle librerie del centro il pubblico potrà confrontarsi da vicino con i ricercatori in un clima informale. BRIGHT offrirà molto anche ai bambini, con attività pensate appositamente per loro agli stand della ricerca, nei laboratori e nelle piazze. Numerose iniziative sono promosse dall'IMT a Lucca nel Complesso di San Francesco e al Museo di Villa Guinigi e dall'Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO) a Cascina.
Con la collaborazione del Cinema Arsenale, BRIGHT parlerà dei ricercatori anche attraverso il cinema, con una maratona di proiezioni a ingresso gratuito in programma dalle 20.30 alle 2 di notte, dal titolo "Geniali, brillanti e... un po' squinternati", e un brindisi di intermezzo. Il ciclo proseguirà poi tutto il mese di settembre e fino al 14 ottobre.
È stato presentato all'Expo di Milano martedì 15 settembre il progetto "Rasupea", sviluppato dall'Università di Pisa in collaborazione con la Scuola Sant'Anna, che si propone di monitorare le abitudini alimentari degli studenti universitari in una fascia di età per la quale non esistono significativi studi scientifici. Attraverso un'app interattiva per smartphone che permette un'autodiagnosi di disturbi oro-gastro enterici e fornisce dati sulle incidenze di tali disturbi, il progetto vuole avviare i giovani a un processo di consapevolezza del proprio stato di salute, intervenendo nel caso per indicare i piatti del menù giornaliero della mensa che sono più adeguati a un corretto ed equilibrato stile alimentare.
Il progetto "Rasupea" è coordinato dal professor Roberto Barale, genetista del dipartimento di Biologia dell'Ateneo pisano, e si avvarrà della collaborazione del professor Giuseppe Turchetti della Scuola Sant'Anna, di ricercatori di stomatologia, gastroenterologia, informatici, statistici dell'Ateneo e del CNR, del DSU Toscana, oltre che del supporto di Pharmanutra, e naturalmente di tutti gli studenti dell'Università di Pisa che vorranno partecipare.
Il progetto è sostenuto dalla Regione Toscana nell'ambito dei finanziamenti destinati ai progetti più interessanti per i settori agricoltura, salute e sicurezza alimentare, ed è stato inserito tra le ricerche che la Regione ha presentato alla kermesse milanese.
Si chiama "Nevermind" il progetto finanziato con ben 5 milioni di euro dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020, nato dalla ormai consolidata collaborazione tra il gruppo del professor Enzo Pasquale Scilingo (a destra), bioingegnere del Centro di ricerca "Enrico Piaggio" dell'Ateneo pisano e l'Unità operativa di Psicologia clinica dell'Aoup diretta dal professor Pietro Pietrini.
"Scopo del progetto è di riuscire a utilizzare i segnali fisiologici dell'organismo associati all'insorgenza di depressione e al suo trattamento in pazienti che hanno una patologia somatica - spiega il professor Scilingo, coordinatore del progetto - utilizzando una maglietta high-tech in grado di monitorare vari parametri fisiologici, compresi funzionalità cardiaca e respiratoria che abbiamo sviluppato nel corso del nostro progetto precedente, Psyche".
Lo sviluppo di depressione in corso di patologie somatiche croniche è molto frequente e spesso ha un impatto drammatico sulla qualità della vita e sulla prognosi stessa dei pazienti. "Nevermind" studierà gli effetti della mindfulness, una tecnica basata sulla meditazione orientale, che è ormai affermata nel trattamento della depressione, all'interno delle terapie cognitive-comportamentali di ultima generazione.
"La depressione si accompagna ad una moltitudine di cambiamenti nei parametri fisiologici che, per quanto talvolta possano anche non essere percepiti dal paziente, sono misurabili e rappresentano uno strumento efficace per seguire il decorso della depressione e gli effetti della terapia attraverso il linguaggio del corpo" - spiega il professor Pietrini (a sinistra), psichiatra responsabile della branca clinica del progetto. Nei pazienti bipolari del progetto 'Psyche' abbiamo ottenuto interessanti risultati predittivi della tipologia depressiva o maniacale dell'episodio successivo".
"Nevermind" ha in Pisa non solo il cuore scientifico e clinico, ma anche quello tecnologico: l'azienda che produce le magliette high-tech, la Smartex, ha sede infatti a Navacchio e si articola attraverso prestigiose collaborazioni italiane e internazionali.
"Studieremo pazienti nefropatici a Pisa sempre con l'Aoup, oncologici a Torino, cardiopatici e amputati in Portogallo. Infine studieremo i comportamenti e la prevenzione del suicidio in Svezia - spiega il professor Claudio Gentili, psicologo clinico del progetto. In questo modo, avremo un'ampia gamma di pazienti diversi e potremo tentare di definire le basi psicofisiologiche comuni e condivise delle reazioni psicologiche depressive, indipendentemente dal tipo di patologia in cui si verificano".
Per Scilingo e Pietrini il connubio tra bioingegneria e psicologia clinica rappresenta l'approccio multidisciplinare e integrato necessario per avvicinare sempre di più la psichiatria alle altre branche della medicina, dove i processi fisiopatologici possono essere misurati, con importanti implicazioni per la diagnosi preclinica, il decorso clinico e la prevenzione delle ricadute.
Per questa sua potenziale rilevanza clinica "Nevermind" ha ricevuto manifestazioni di interesse da parte di numerosi enti clinici, tra i quali l'Azienda Usl 5 di Pisa ed ha ricevuto un punteggio di 14,5 su 15 dalla Commissione Europea finanziatrice.
Il prossimo 25 settembre, in Toscana, la notte torna a illuminarsi, quest'anno ancora di più. Per il quarto anno consecutivo, Università, Scuole Superiori e Centri di Ricerca della regione, in collaborazione con associazioni ed enti, si uniranno per celebrare la Notte Europea dei Ricercatori. L'iniziativa, che quest'anno compie dieci anni, è promossa dalla Commissione Europea in circa 300 città di 24 paesi d'Europa. Sotto la sigla di BRIGHT 2015 - la luce "brillante" prodotta dalla curiosità, dalla tenacia, dal lavoro di chi è impegnato ogni giorno nella ricerca – è in programma un ricco cartellone coordinato di eventi, iniziative e spettacoli che scandirà la notte di tutta la Toscana, coinvolgendo in particolare le città universitarie di Firenze, Pisa e Siena, e altri centri della Toscana, Prato, Lucca, Arezzo e Cascina.
L'evento è stato presentato in Regione Toscana da Monica Barni, vice presidente e assessore regionale alla cultura, e da Katherine Isaacs, delegata del Rettore dell'Università di Pisa ai Programmi europei e coordinatrice regionale dell'evento, insieme ai rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte.
Il 2015 è l'Anno Internazionale della Luce e nella notte di BRIGHT i ricercatori porteranno sotto i riflettori le loro attività, nell'ambito della tecnologia, delle scienze esatte e naturali e della salute e anche dell'area delle scienze umanistiche e sociali. La tematica della luce si incrocerà con molte altre: dal cibo alla robotica, dall'ambiente terrestre a quello stellare, con l'obiettivo generale di trovare modi nuovi e vivaci di esprimere e condividere tutto il fascino della ricerca.
Con il coordinamento dell'Università di Pisa, saranno proposte attività di tanti tipi, alcune mirate ai giovani, ai bambini e alle famiglie, altre a cittadini più adulti e, più in generale, a un pubblico "curioso" di capire e interagire con l'ambiente variegato della ricerca: dal tardo pomeriggio a notte inoltrata si alterneranno proiezioni di film e aperitivi con ricercatori, dimostrazioni pratiche e reading, stand e laboratori, visite guidate e concerti, incontri in librerie e caffè della scienza.
BRIGHT 2015 è un evento corale in cui i ricercatori della Toscana incontrano i giovani, gli studenti e i cittadini e presentano i frutti straordinari del loro lavoro quotidiano, spiega Katherine Isaacs - Toscana non vuol dire solo storia, arte, olio e vino: è una regione ad alta concentrazione di attività di innovazione e di ricerca, incentrate anzitutto, ma non solo, sui suoi prestigiosi istituti e sue università di eccellenza. "Ci auguriamo che questa iniziativa aiuti a cogliere l'importanza della ricerca come specifica vocazione della nostra regione, come punto di forza per la cultura, per la cittadinanza e anche per l'economia in Toscana".
Le Università, le Scuole Superiori e i Centri di Ricerca coinvolti in BRIGHT 2015 sono le Università di Firenze, Pisa, Siena e Stranieri di Siena, la Scuola Normale Superiore, la Scuola Superiore Sant'Anna, il CNR, l'IMT di Lucca, l'INFN, l'INGV, EGO Virgo di Cascina, Accademia delle Belle Arti e Conservatorio di Firenze. L'iniziativa gode del sostegno della Regione Toscana, regione di ricerca per eccellenza.
Tutte le iniziative in programma saranno promosse attraverso il sito www.bright2015.org, dove, insieme al video promo della manifestazione, sono disponibili tutti i programmi dettagliati delle attività in ogni città.
Ne hanno parlato:
FirenzeToday.it
Toscana Notizie
InToscana
StampToscana
gonews.it
Provenivano da cinque atenei italiani gli studenti di medicina che hanno partecipato al ciclo di conferenze sull'Anatomia umana al D'Youville College di Buffalo (USA) e tra loro c'erano anche nove ragazzi dell'Università di Pisa che si sono distinti nelle attività di laboratorio programmate nell'ambito dell'iniziativa. Lodovico Buonamici, Rebecca Gelli, Matteo Mazzola, Davide Paoli, Elena Pisacreta, Lorenzo Fontanelli, Sara Allia, Francesca Iannaccone e Chiara Bertone (quest'ultima allieva della Scuola Sant'Anna) hanno vissuto un'esperienza formativa unica, organizzata dal professor Francesco Fornai, mettendo alla prova sul campo la propria conoscenza dell'anatomia normale insieme ai colleghi delle università di Bologna, Firenze, Roma Tor Vergata e Salerno.
Il ciclo di conferenze italo-statunitensi su "Human anatomy, research and healthcare professions" intitolate alla memoria del professor Giovanni Mazzotti, docente di Anatomia dell'Università di Bologna che per primo ne promosse l'organizzazione, sono concepite per permettere a studenti di medicina italiani provenienti da diversi atenei di praticare la dissezione anatomica sistematica. Il livello di partenza, quello di uscita e il miglioramento vengono ciascuno valutati sulla base di un test di entrata e uno finale, comprensivi di una parte teorica con domande e di una sessione pratica che consiste nel riconoscere le varie strutture anatomiche.
L'organizzazione della conferenza prevedeva che, dopo il test d'entrata gli studenti lavorassero in gruppi di sei, ciascuno su un corpo umano, per approfondire la conoscenza dell'anatomia giorno per giorno. Gli studenti pisani si sono distinti tra i vari atenei per i punteggi ottenuti nei test: Paoli è risultato il primo punteggio assoluto, Fontanelli il terzo miglior risultato. La studentessa Gelli ha ottenuto il maggior incremento di punteggio tra il test iniziale e il test finale, inoltre Fontanelli e Paoli hanno ottenuto un ulteriore riconoscimento per la perizia nelle dissezioni condotte, rispettivamente, sul cuore e sull'encefalo.
Oltre al lavoro in sala settoria, gli studenti hanno avuto modo di visitare le città di Buffalo, nonché le attrazioni naturali della regione tra cui le Cascate del Niagara e i Grandi Laghi Americani.
Con 12 studenti provenienti da diverse parti del mondo - tra cui la California, la Nuova Zelanda e l'Indonesia - si è appena conclusa la Summer School in Osteoarchaeology and Paleopathology dell'Università di Pisa, svoltasi nel Laboratorio di Paleopatologia della Scuola Medica sotto la direzione e supervisione del professor Gino Fornaciari. Le attività di laboratorio, volte a fornire le competenze necessarie per effettuare lo studio antropologico e paleopatologico di base dei resti scheletrici umani antichi, sono state seguite dalle dottoresse Valentina Giuffra e Simona Minozzi. Si tratta della seconda edizione della Summer School, che conferma il successo dello scorso anno, con due sessioni attivate. Ciascuna sessione della Summer School si è svolta nell'arco di 3 settimane, durante le quali sono state effettuate lezioni frontali e una consistente parte di attività pratica in laboratorio.
Gli studenti sono stati istruiti sulle procedure di pulizia, consolidamento, restauro, siglatura, inventario e schedatura dei resti scheletrici e dentari. Sono state affrontate le principali tematiche riguardanti lo studio antropologico dello scheletro umano, in particolare le metodologie per la determinazione del sesso e dell'età alla morte, l'osteometria, il rilevamento dei caratteri ereditari e del grado di sviluppo delle inserzioni muscolari. Infine, gran parte delle lezioni è stata dedicata alla paleopatologia, cioè al riconoscimento delle malattie nei resti umani antichi.
Gli studenti hanno potuto anche visitare lo scavo archeologico di Badia Pozzeveri, dove si svolgeva contemporaneamente la Field School, organizzata in collaborazione tra l'Università di Pisa e l'Università dell'Ohio e co-diretta dal professor Fornaciari e dal professor Clark Spencer Larsen, e hanno potuto assistere al lavoro archeologico e al recupero dei resti umani antichi. Inoltre, sono state organizzate una visita alla Divisione di Radiologia dell'Università di Pisa, dove gli studenti hanno potuto assistere in diretta all'applicazione delle indagini radiologiche più moderne ai reperti ossei patologici, e una visita al Museo di Anatomia Umana "Filippo Civinini", dove sono conservati preziosi reperti anatomici del '700 e dell'800.
La Divisione di Paleopatologia vanta un'esperienza pluriennale nel settore degli studi antropologici e paleopatologici: decine di studenti si sono formati nei suoi laboratori svolgendo tirocini e tesi di laurea, e la Summer School è stata organizzata proprio con lo scopo di internazionalizzare questo settore e diffonderne le competenze anche all'estero.