borsa di ricerca per la partecipazione al progetto di ricerca dal titolo "Strategie innovative per sistemi zootecnici sostenibili"
Pisa capitale europea nella cura delle malattie del sonno
Pisa, martedì 15 giugno 2021 – Da Oxford e Helsinki, ma anche Barcellona, Parigi, Berna, Friburgo e Zurigo. E poi Bologna, Genova, Roma, Palermo, Milano, Parma, Pescara, Messina, Troina, Udine e, ovviamente, Pisa. Il gotha della medicina impegnata nella cura delle malattie del sonno si è data un appuntamento all’ombra della Torre per l’edizione 2021 del “Pisa Sleep Award”, ideato nel ’94 e divenuto negli anni uno dei più importanti riconoscimenti a livello mondiale per quel che riguarda la cura delle malattie del sonno. Per quest’anno l’appuntamento è virtuale dato che, per ragioni di sicurezza sanitaria collegate alla pandemia, l’evento si svolgerà in modalità on line e i lavori potranno essere seguiti dal sito www.pisasleepaward2021.it.
In ogni caso “Pisa si conferma una delle capitali europee nella cura delle malattie del sonno – per dirla con le parole del professor Gabriele Siciliano, direttore dell’Unità Operative di Neurologia dell’Ospedale Santa Chiara- un ruolo che l’Azienda Ospedaliera Pisana si è conquistata sul campo, grazie al fervido lavoro collaborativo di diversi gruppi di ricercatori”.
A cominciare proprio dal Centro di Medicina del Sonno, della UO di Neurologia del Santa Chiara, guidato dalla dottoressa Enrica Bonanni e riconosciuta anche come centro regionale di riferimento per la cura di queste patologie. L’evento, però, si arricchisce della collaborazione dei tanti studiosi e delle numerose Istituzioni che a Pisa si occupano di indagare il sonno e i suoi misteri, da molteplici prospettive: presso l’Università di Pisa, infatti, troviamo il gruppo di ricerca guidato dal professor Angelo Gemignani direttore della Psicologia, il laboratorio Sonnolab di Fisiologia guidato dal prof. Ugo Faraguna e dalla professoressa Paola d’Ascanio; presso l’AOUP un Ambulatorio del Sonno della UO Psichiatria guidato dalla dottoressa Laura Palagini e un laboratorio del sonno coordinato dall’otorinolaringoiatra Prof. Stefano Berrettini; infine, un laboratorio Cardiologico guidato dal professor Michele Emdin presso la Fondazione Monasterio.
Il Pisa Sleep Award, attribuito ogni 2 anni a studiosi internazionali che abbiano contribuito in maniera significativa a comprendere il sonno e i suoi disturbi, nel 2021 il prestigioso è stato attribuito al professor Dieter Reimann, docente di psichiatria all’Università di Friburgo e pioniere della Iperarousal, teoria che collega lo studio dei disturbi del sonno, in particolare l’insonnia, e le patologie psichiatriche da cui si sono originate tante terapie che, al trattamento farmacologico abbinano quello psicoterapeutico.
“Il suo – ha sottolineato il professor Angelo Gemignani – è uno degli approcci più intriganti e stimolanti per la cura di pazienti alle prese con problemi di depressione e insonnia, in particolare collegati alla fase rem del sonno”.
“Grazie a lui, infatti, ora sappiamo quali sono i meccanismi alla base dell’insonnia e perché si associa ad un fattore di rischio per i disturbi dell’ansia e dell’umore – aggiunge la dottoressa Laura Palagini - . Ha dato un forte contributo alle terapie per la cura dell’insonnia ed è uno dei fondatori del trattamento di prima scelta e del trattamento cognitivo comportamentale. Grazie a lui la medicina del sonno in psicopatologia ha fatto un importante balzo in avanti: anche nel nostro laboratorio, all’Unità Operativa Psichiatria 2 universitaria applichiamo terapie ispirate al suo lavoro con ottimi risultati”
“Sarà il professor Reimann, giovedì 17 giugno alle 14.30, terrà una lettura magistrale dedicata proprio a “Sonno, insonnia e depressione - annuncia la dottoressa Enrica Bonanni -: sarà un onore ascoltarlo e anche ospitarlo a Pisa, in occasione dell’edizione 2022 dello Sleep Award. Ci ha già assicurato la sua presenza e sarà proprio lui a consegnare il riconoscimento al vincitore della prossima edizione”
A fare da cornice al Pisa Sleep Award, un evento, “11 minutes of Sleep”, un simposio della durata di un giorno e mezzo arrivato alla sua quarta edizione, che il 16 e 17 giugno e che coinvolgerà i più importanti studiosi europei della materia: collegati ci saranno oltre cento addetti ai lavori da tutta Italia tra medici, psicologi, farmacisti, infermieri e tecnici di neurofisiopatologia. Gli interventi dovranno mantenersi rigorosamente entro undici minuti di tempo per la relazione e nove dedicati alla discussione e al confronto. Sono previsti interventi sui temi più attuali che riguardano la frontiera della ricerca sul sonno.
“La cosa più significativa è che il prestigio dello “Sleep Award” è cresciuto di pari passo con il lavoro del Centro di Medicina del Sonno dell’Azienda Ospedaliera Pisana – spiega il professor Stefano Taddei, direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale-: l’importanza del simposio, che riunisce con Pisa i maggiori ricercatori della materia, infatti, è anche la conseguenza del lavoro quotidiano, in clinica e di ricerca, di quello che negli anni è divenuto uno dei maggiori centri europei nella cura delle patologie del sonno, fra le quali anche alcune diffuse come le insonnie e le apnee notturne, una struttura multidisciplinare alla quale fanno riferimento pazienti provenienti da tutta ltalia”
“Anche il contributo della fisiologia pisana alla cura del sonno affonda le radici nella storia e, in particolare, negli studi del professor Giuseppe Moruzzi – ha ricordato il professor Ugo Faraguna -: le più recente evoluzione ci ha visto impegnati nella misurazione della quantità e qualità del sonno attraverso strumenti semplicissimi, quali braccialetti sensorizzati, che si stanno rivelando importantissimi per facilitare la diagnosi di insonnia una patologia che, ad oggi, è diagnosticata solo ad un decimo di coloro che ne soffrono”
Il Pisa Sleep Award 2021” è patrocinato da European Sleep Research Society (ESRS), Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), Università di Pisa, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
L'Associazione “Sante Malatesta” invita a partecipare alle sue attività di sostegno a studenti stranieri
Dal 1999 l’Associazione “Sante Malatesta” accompagna centinaia di studenti universitari stranieri, provenienti da paesi afflitti dalla guerra o dalla povertà, nel loro faticoso inserimento nel nostro ambiente.
L'Associazione invita i dipendenti e gli studenti dell'università di Pisa ad associarsi e a partecipare alle attività, per ampliare i propri interventi.
I bisogni di coloro che ricorrono all'associazione e il loro numero sono in continua crescita. In questo tempo di pandemia, gli unici fuori sede rimasti a Pisa sono stati gli studenti stranieri, e uno degli studenti, Christin Kamdem, alla vigilia della sua laurea, è morto per il Covid-19.
Le forme possibili di partecipazione dei soci sono varie. Già la semplice iscrizione con il versamento della quota e il contributo di idee, da offrire nell’assemblea annuale, risulta preziosa. E’ anche possibile collaborare on line, nella cura della contabilità e dell’archiviazione dei dati. C’è anche bisogno di aiuto per l’espletamento di pratiche burocratiche, la necessaria assistenza alle ragazze e ai ragazzi ospitati nei nostri posti letto, un occasionale tutorato per lo studio e, soprattutto, nella partecipazione attiva al delicato lavoro del centro di ascolto.
L’associazione “Sante Malatesta” è nata nella cerchia della chiesa universitaria di San Frediano e di alcuni docenti UNIPI, ma si è costituita fin dall’origine come un organismo laico, in seguito una ONLUS, non dipendente da alcuna istituzione né ecclesiastica né civile. Vive ed opera solo grazie all’impegno delle volontarie e dei volontari e ai contributi provenienti dalle quote dei soci e da libere oblazioni dei soci e di altre persone. L’Università e il DSU hanno sempre riconosciuto il valore della sua attività, che corrisponde alle stesse preoccupazioni del Progetto Mentorship dell’ateneo.
L'Associazione “Sante Malatesta” invita a partecipare alle sue attività di sostegno a studenti stranieri
Dal 1999 l’Associazione “Sante Malatesta” accompagna centinaia di studenti universitari stranieri, provenienti da paesi afflitti dalla guerra o dalla povertà, nel loro faticoso inserimento nel nostro ambiente.
L'Associazione invita i dipendenti e gli studenti dell'università di Pisa ad associarsi e a partecipare alle attività, per ampliare i propri interventi.
I bisogni di coloro che ricorrono all'associazione e il loro numero sono in continua crescita. In questo tempo di pandemia, gli unici fuori sede rimasti a Pisa sono stati gli studenti stranieri, e uno degli studenti, Christin Kamdem, alla vigilia della sua laurea, è morto per il Covid-19.
Le forme possibili di partecipazione dei soci sono varie. Già la semplice iscrizione con il versamento della quota e il contributo di idee, da offrire nell’assemblea annuale, risulta preziosa. E’ anche possibile collaborare on line, nella cura della contabilità e dell’archiviazione dei dati. C’è anche bisogno di aiuto per l’espletamento di pratiche burocratiche, la necessaria assistenza alle ragazze e ai ragazzi ospitati nei nostri posti letto, un occasionale tutorato per lo studio e, soprattutto, nella partecipazione attiva al delicato lavoro del centro di ascolto.
L’associazione “Sante Malatesta” è nata nella cerchia della chiesa universitaria di San Frediano e di alcuni docenti UNIPI, ma si è costituita fin dall’origine come un organismo laico, in seguito una ONLUS, non dipendente da alcuna istituzione né ecclesiastica né civile. Vive ed opera solo grazie all’impegno delle volontarie e dei volontari e ai contributi provenienti dalle quote dei soci e da libere oblazioni dei soci e di altre persone. L’Università e il DSU hanno sempre riconosciuto il valore della sua attività, che corrisponde alle stesse preoccupazioni del Progetto Mentorship dell’ateneo.
Informazioni sul sito dell'associazione, Facebook o Istagram.
INVITO STAMPA: In rettorato la firma della convenzione tra Università di Pisa e Unione Industriale Pisana
Martedì 15 giugno, alle ore 12.00, nella Sala Mappamondi del rettorato dell’Università di Pisa, si terrà la firma della nuova convenzione quadro tra Ateneo e Unione Industriale Pisana.
A sottoscrivere il documento ci saranno il rettore Paolo Mancarella e la presidente dell’UIP Patrizia Alma Pacini. Saranno presenti anche il prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico Marco Raugi, e del delegato dell'UIP per la Formazione e i rapporti con il mondo universitario Andrea Madonna.
Alla presenza dei giornalisti saranno illustrati contenuti e novità della convenzione, che rinnova la già consolidata collaborazione esistente tra le due istituzioni, in particolare negli ambiti della ricerca e della formazione e per la promozione del trasferimento tecnologico.
Borsa di studio e di approfondimento dal titolo “Studio di processi di recupero di materiali di qualità da batterie a litio-ione Joint Researche Center"
Incarico di lavoro autonomo per attività di catalogazione della documentazione fotografica dei preparati anatomici e paleopatologici del Museo di Anatomia Patologica
incarico nell’ambito del progetto “Conoscenze, attitudini, pratiche verso la vaccinazione e impatto sulle coperture vaccinali nei pediatri di libera scelta"
Al Museo di Storia Naturale inaugurata la nuova sala dell’acquario dedicata alle acque del territorio
È stata inaugurata venerdì 11 giugno la nuova sala dell’acquario di acqua dolce del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, il più grande d’Italia, dedicata alle acque del territorio. Con l’occasione, ha riaperto al pubblico anche l’acquario del Museo dopo il periodo di chiusura necessario per gli interventi di ampliamento e ammodernamento delle vasche, resi possibili grazie al contributo della Fondazione Pisa.
All'inaugurazione sono intervenuti il professor Damiano Marchi, direttore del Museo di Storia Naturale, Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci, il professor Marco Gesi, prorettore per i rapporti con gli enti del territorio, la dott.ssa Paola Nicolosi, referente dell'Acquario del Museo di Storia Naturale, il dott. Nicola Fortini, ittiologo e autore del "Nuovo atlante dei pesci delle acque interne italiane", e il professo Roberto Barbuti, ex direttore del Museo di Storia Naturale al quale è stato consegnato un riconoscimento per aver fermamente creduto e voluto la nascita e la crescita dell'Acquario del Museo.
La nuova sala, chiamata “Le acque del territorio’’ ospita quattro vasche con pesci italiani e specie endemiche della Toscana, cioè che vivono solo in questa zona. I pesci presenti provengono in particolare dai bacini dei fiumi Arno e Serchio (tinca, rovella, barbo etrusco, persico reale, gamberetti di fiume, vairone italiano, ghiozzo) e dalla laguna di Orbetello (nono).
"Dopo i tanti disagi dovuti all’emergenza Covid, stiamo tornando alla normalità con l’inaugurazione di questa nuova sala dell’Acquario del Museo – ha commentato il professor Damiano Marchi – Sono stato nominato direttore del Museo a dicembre del 2020, in piena pandemia, e questa è la mia prima inaugurazione. Con essa intendiamo dare un forte segnale di ritorno alla normalità. Ringrazio tutto il personale che si è adoperato ben oltre il dovuto per “accontentare’’ la mia richiesta di terminare il rinnovamento dell’Acquario prima dell’estate. E ringrazio la Fondazione Pisa per aver finanziato il progetto per l’allestimento della nuova sala".
La scelta di dedicare una sala alle acque interne della Toscana è in linea con il forte legame del Museo con il territorio. Un legame che è andato intrecciandosi nel tempo con un impegno sempre più marcato in termini di conservazione, salvaguardia della biodiversità e sostenibilità ambientale. Proprio in quest’ottica è stata rimodernata anche l’adiacente Galleria dell’acquario, che, oltre a descrivere l’evoluzione dei pesci, racconta le diverse tipologie di ambienti naturali dove vivono le specie d’acqua dolce nel mondo, sottolineando le connessioni ecologiche che sono alla base di questi delicati e preziosi ecosistemi, spesso minacciati dall’azione dell’uomo.
Con la valorizzazione del ruolo dell’acquario in termini di conservazione della biodiversità e soprattutto di rapporto diretto con gli animali vivi, il Museo si augura di poter contribuire sempre di più alla conoscenza e alla salvaguardia degli ecosistemi dulciacquicoli del territorio e del mondo.
Al Museo di Storia Naturale inaugurata la nuova sala dell’acquario dedicata alle acque del territorio
È stata inaugurata venerdì 11 giugno la nuova sala dell’acquario di acqua dolce del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, il più grande d’Italia, dedicata alle acque del territorio. Con l’occasione, ha riaperto al pubblico anche l’acquario del Museo dopo il periodo di chiusura necessario per gli interventi di ampliamento e ammodernamento delle vasche, resi possibili grazie al contributo della Fondazione Pisa.
All'inaugurazione sono intervenuti il professor Damiano Marchi, direttore del Museo di Storia Naturale, Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci, il professor Marco Gesi, prorettore per i rapporti con gli enti del territorio, la dott.ssa Paola Nicolosi, referente dell'Acquario del Museo di Storia Naturale, il dott. Nicola Fortini, ittiologo e autore del "Nuovo atlante dei pesci delle acque interne italiane", e il professo Roberto Barbuti, ex direttore del Museo di Storia Naturale al quale è stato consegnato un riconoscimento per aver fermamente creduto e voluto la nascita e la crescita dell'Acquario del Museo.
La nuova sala, chiamata “Le acque del territorio’’ ospita quattro vasche con pesci italiani e specie endemiche della Toscana, cioè che vivono solo in questa zona. I pesci presenti provengono in particolare dai bacini dei fiumi Arno e Serchio (tinca, rovella, barbo etrusco, persico reale, gamberetti di fiume, vairone italiano, ghiozzo) e dalla laguna di Orbetello (nono).
"Dopo i tanti disagi dovuti all’emergenza Covid, stiamo tornando alla normalità con l’inaugurazione di questa nuova sala dell’Acquario del Museo – ha commentato il professor Damiano Marchi – Sono stato nominato direttore del Museo a dicembre del 2020, in piena pandemia, e questa è la mia prima inaugurazione. Con essa intendiamo dare un forte segnale di ritorno alla normalità. Ringrazio tutto il personale che si è adoperato ben oltre il dovuto per “accontentare’’ la mia richiesta di terminare il rinnovamento dell’Acquario prima dell’estate. E ringrazio la Fondazione Pisa per aver finanziato il progetto per l’allestimento della nuova sala".
La scelta di dedicare una sala alle acque interne della Toscana è in linea con il forte legame del Museo con il territorio. Un legame che è andato intrecciandosi nel tempo con un impegno sempre più marcato in termini di conservazione, salvaguardia della biodiversità e sostenibilità ambientale. Proprio in quest’ottica è stata rimodernata anche l’adiacente Galleria dell’acquario, che, oltre a descrivere l’evoluzione dei pesci, racconta le diverse tipologie di ambienti naturali dove vivono le specie d’acqua dolce nel mondo, sottolineando le connessioni ecologiche che sono alla base di questi delicati e preziosi ecosistemi, spesso minacciati dall’azione dell’uomo.
Con la valorizzazione del ruolo dell’acquario in termini di conservazione della biodiversità e soprattutto di rapporto diretto con gli animali vivi, il Museo si augura di poter contribuire sempre di più alla conoscenza e alla salvaguardia degli ecosistemi dulciacquicoli del territorio e del mondo.