Inaugurazione BRIGHT Night - La Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori
Venerdì 29 settembre, alle ore 16, in Logge di Banchi, si terrà l’inaugurazione di BRIGHT Night, la Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori con protagonista l’intero sistema universitario e della ricerca di Pisa e un programma di eventi nato dalla collaborazione tra Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant'Anna, CNR, INFN, INGV, EGO-Virgo e Scuola IMT Alti Studi Lucca.
All’inaugurazione porteranno i loro saluti:
Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario unipi
Alessandra Nardini, assessora Università e Ricerca Regione Toscana
Antonio Mazzeo, presidente Consiglio Regionale - Regione Toscana
Michele Conti, sindaco di Pisa
Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna
Francesco Cardarelli, professore della Scuola Normale Superiore
Tomaso Esposti Ongaro, direttore della Sezione di Pisa dell’INGV
Valerio Boschi, ricercatore della Collaborazione Virgo
Maria Evelina Fantacci, professoressa INFN Sezione Pisa
Vincenzo Longo, Dirigente di ricerca Cnr-IBBA
Francesco Oppedisano, presidente CNA Pisa
Alle ore 16.30, in Logge di Banchi, si terrà un simbolico taglio del nastro per dare il via alle attività di laboratori, esperimenti e talk nelle cinque Piazze della Ricerca. Moltissime attività saranno dedicate ai bambini che, una volta completato il giro delle piazze, otterranno il titolo di “Scienziata/Scienziato per una Notte” e un gadget targato BRIGHT.
Piazze della Ricerca:
Benvenuti nei Cybermondi - Logge di Banchi
Comunità virtuali e società 4.0 - Piazza dei Cavalieri
Radio Benessere: in ascolto di mente e corpo - Piazza Santa Caterina
Intervista al pianeta Terra - Piazza Dante/Palazzo La Sapienza
Mediterraneo: un mare di culture - Largo Ciro Menotti
Alle ore 20.45, il Coro e l’Orchestra dell’Università di Pisa si esibiranno in Logge di banchi e alle 22 la BRIGHT Night terminerà con un brindisi e un DJ set di Radioeco.
Il Gusto della Ricerca
Grazie alla collaborazione con CNA, ogni Piazza della Ricerca ospiterà un angolo dove aziende locali presenteranno e faranno degustare prodotti artigianali del territorio connessi con il mondo della ricerca:
Logge dei Banchi: Regina di Noci - Fattoria Uccelliera
Largo Ciro Menotti: De' Coltelli - Manufatto Cacao
Piazza Dante/ La Sapienza: Azienda Agricola Verdoliva - Birrificio La Staffetta
Piazza Cavalieri: Birrrificio di Buti - I seminanti
Piazza Santa Caterina: Bernardeschi il fornaio di Lari - Salumificio Davide Balestri
L'Università di Pisa promuove un ciclo di eventi nel decennale del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013
L’Università di Pisa celebra quest'anno il 3 ottobre, Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, con un ricco programma di eventi aperti al pubblico che si terranno tra il 2 e il 27 ottobre. Il filo conduttore sono le molteplici “tracce” che raccontano la complessità del fenomeno migratorio: tracce su terra e acqua, su corpi e menti, su carta e video, visibili e invisibili, molecolari e digitali.
L’inaugurazione della rassegna si terrà il 2 ottobre alle 17 nell’Aula Magna Nuova del Palazzo “La Sapienza” (via Curtatone e Montanara 16) con i saluti istituzionali del rettore Riccardo Zucchi, con la proiezione del cortometraggio “Corpi Estranei” realizzato da studentesse e studenti dell'Università di Pisa nell’ambito del progetto di didattica speciale “e-COOL: Etnografie di COmunità, Oggetti e Luoghi a Lampedusa”, e con la prima tavola rotonda dedicata a esplorare le ragioni delle morti di persone migranti ai confin d'Europa.
I lavori continuano in Sapienza il 3 ottobre dalle 11. Alle 21 al Cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci 2) è prevista la proiezione del film “Europa” del regista italo-iracheno Haider Rashid.
La rassegna continuerà con seminari, presentazioni di libri, proiezioni di film e video e terminerà il 27 ottobre con la proiezione di LOADING ISOLA, video realizzati dal 2021 nell’ambito del progetto di didattica speciale ISOLA – Indagare le Storie globali degli Oggetti quotidiani a LAmpedusa, e con un seminario sull'archeologia del presente come modalità per raccontare le migrazioni attraverso le tracce materiali.
“L’idea generale è stata di riunire le varie ricerche condotte in Ateneo e i contributi di studenti e studentesse per rispondere alla domanda: perché si muore ai confini dell’Europa, e quali tracce lascia il fenomeno migratorio – spiega la professoressa Enza Pellecchia, Prorettrice per la coesione della comunità universitaria e coordinatrice delle iniziative - Avremo anche diversi contributi video da Lampedusa, isola simbolo con significati molteplici e opposti”.
La giornata nazionale dedicata a chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria” è stata istituita nel 2016 dopo il grande naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, di cui quest’anno ricorre il decennale. All’alba di quel giorno, fece naufragio a mezzo miglio dall’isola un’imbarcazione partita dalla Libia con almeno 512 donne, uomini e minori: alla fine, furono recuperati dal mare e dalla stiva 366 corpi.
“A distanza di dieci anni – conclude Pellecchia - nulla è migliorato rispetto ai pericoli di morte legati alle migrazioni ma, se possibile, le condizioni di chi attraversa i confini per chiedere protezione e prospettive di vita migliori sono peggiorate”.
La rassegna “Tracce” ha il patrocinio della Rete delle Università per la Pace ed è realizzata dall’Università di Pisa, in particolare dal Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace”, il Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC), i Dipartimenti di Biologia, Civiltà e Forme del Sapere, Giurisprudenza, Informatica, Ricerca traslazionale e nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia, Scienze politiche, con la collaborazione del Cineclub Arsenale.
Per info:
Il livello del mare nel 2100 fino a un metro in più rispetto ad oggi
Se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale, nel 2100 il livello del mare sulla Terra potrebbe aumentare anche fino a un metro, con danni sempre maggiori per mareggiate e fenomeni estremi. La prospettiva arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Earth System Science Data a cui hanno partecipato i professori Matteo Vacchi (foto) dell’Università di Pisa e Alessio Rovere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia come primo autore.
La ricerca ha messo insieme tutti i dati esistenti relativi al livello del mare durante l’ultimo periodo interglaciale, 125mila anni fa, l’ultimo in cui la Terra è stata lievemente più calda rispetto ad oggi, circa 1-1,5 gradi su scala globale e 3-5 ai poli. Secondo l’atlante on line creato dai ricercatori, il livello dei mari all’epoca era tra i 3 e i 9 metri più alto di adesso.“Nel periodo interglaciale le condizioni climatiche erano dovute a un cambiamento nella configurazione orbitale della Terra – spiega Matteo Vacchi – il riscaldamento climatico odierno deriva invece, in larga parte, dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera dovuto all’effetto antropico”.
A livello globale le zone più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare sono gli atolli nel Pacifico e le gradi piane costiere del sud-est asiatico. Per quanto riguarda il Mediterraneo sono particolarmente vulnerabili la laguna di Venezia, l'alto Adriatico, e in generale le grandi piane costiere, per esempio il Volturno di Napoli, ma anche la piana pisana in Toscana, e per il nord Africa le zone costiere pianeggianti della Tunisia, del Marocco e il Delta del Nilo.
Prima responsabile dell’innalzamento dei mari sarebbe la fusione delle due grandi calotte polari del Pianeta, Groenlandia e Antartide. Da questo punto di vista i dati messi assieme dallo studio sono fondamentali per delineare dei modelli climatici futuri. Se infatti si dovesse fondere tutta la calotta glaciale che copre attualmente la Groenlandia, il livello globale del mare salirebbe di circa 7 metri. Se invece si dovesse fondere tutta la calotta antartica l’aumento sarebbe di ulteriori 58 metri.
“Nella Terra ci sono stati dei periodi in cui il livello del mare è salito al di sopra dell'attuale – conclude Vacchi – ma quello che preoccupa oggi sono i tassi di risalita, ovvero l'accelerazione avvenuta negli ultimi 150 anni, in concomitanza con l’inizio della rivoluzione industriale che ha aumentato enormemente le emissioni di gas serra nell’atmosfera”.
Il lavoro pubblicato Earth System Science Data è frutto del progetto WARMCOASTS finanziato dall’Unione Europea, programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 (Grant agreement No. ERC-StG-802414), vinto dal professore Alessio Rovere.
Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione: al via la rassegna “Tracce”
L’Università di Pisa celebra quest'anno il 3 ottobre, Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, con un ricco programma di eventi aperti al pubblico che si terranno tra il 2 e il 27 ottobre. Il filo conduttore sono le molteplici “tracce” che raccontano la complessità del fenomeno migratorio: tracce su terra e acqua, su corpi e menti, su carta e video, visibili e invisibili, molecolari e digitali.
L’inaugurazione della rassegna si terrà il 2 ottobre alle 17 nell’Aula Magna Nuova del Palazzo “La Sapienza” (via Curtatone e Montanara 16) con i saluti istituzionali del rettore Riccardo Zucchi, con la proiezione del cortometraggio “Corpi Estranei” realizzato da studentesse e studenti dell'Università di Pisa nell’ambito del progetto di didattica speciale “e-COOL: Etnografie di COmunità, Oggetti e Luoghi a Lampedusa”, e con la prima tavola rotonda dedicata a esplorare le ragioni delle morti di persone migranti ai confin d'Europa.
I lavori continuano in Sapienza il 3 ottobre dalle 11. Alle 21 al Cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci 2) è prevista la proiezione del film “Europa” del regista italo-iracheno Haider Rashid.
La rassegna continuerà con seminari, presentazioni di libri, proiezioni di film e video e terminerà il 27 ottobre con la proiezione di LOADING ISOLA, video realizzati dal 2021 nell’ambito del progetto di didattica speciale ISOLA – Indagare le Storie globali degli Oggetti quotidiani a LAmpedusa, e con un seminario sull'archeologia del presente come modalità per raccontare le migrazioni attraverso le tracce materiali.
“L’idea generale è stata di riunire le varie ricerche condotte in Ateneo e i contributi di studenti e studentesse per rispondere alla domanda: perché si muore ai confini dell’Europa, e quali tracce lascia il fenomeno migratorio – spiega la professoressa Enza Pellecchia, Prorettrice per la coesione della comunità universitaria e coordinatrice delle iniziative - Avremo anche diversi contributi video da Lampedusa, isola simbolo con significati molteplici e opposti”.
La giornata nazionale dedicata a chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria” è stata istituita nel 2016 dopo il grande naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, di cui quest’anno ricorre il decennale. All’alba di quel giorno, fece naufragio a mezzo miglio dall’isola un’imbarcazione partita dalla Libia con almeno 512 donne, uomini e minori: alla fine, furono recuperati dal mare e dalla stiva 366 corpi.
“A distanza di dieci anni – conclude Pellecchia - nulla è migliorato rispetto ai pericoli di morte legati alle migrazioni ma, se possibile, le condizioni di chi attraversa i confini per chiedere protezione e prospettive di vita migliori sono peggiorate”.
La rassegna “Tracce” ha il patrocinio della Rete delle Università per la Pace ed è realizzata dall’Università di Pisa, in particolare dal Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace”, il Centro per l'Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC), i Dipartimenti di Biologia, Civiltà e Forme del Sapere, Giurisprudenza, Informatica, Ricerca traslazionale e nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia, Scienze politiche, con la collaborazione del Cineclub Arsenale.
Bando per personale di cat. C presso il Dip. di Ingegneria Civile e Industriale
leggi i dettagli sul portale : https://bandi.unipi.it/public/Bandi/Detail/4d21df84-d227-4f21-a9d4-504b148b3e3f
Zerynth, spin off Unipi, rafforza la propria presenza sul territorio e inaugura nuovi spazi a Pisa
Zerynth, azienda spin off dell'università di Pisa e leader di soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, ha inaugurato i nuovi uffici a Pisa in Galleria G.B. Gerace in occasione dell’evento Zerynth Connect che si è tenuto a Pisa il 21 settembre.
All’inaugurazione hanno presenziato l’assessore alle attività produttive e commercio del Comune di Pisa Paolo Pesciatini, e i delegati del rettore dell'Università di Pisa Chiara Galletti, Corrado Priami e Giuseppe Anastasi, insieme al direttore del Dipartimento di Informatica Vincenzo Ambriola. Sono inoltre intervenuti Andrea Madonna, presidente dell’Unione Industriale Pisana e Andrea Di Benedetto, presidente del Polo Tecnologico di Navacchio.
La presenza dei vertici di istituzioni di grande rilievo sul territorio ha rappresentato un’occasione per sottolineare l’importanza che l’ecosistema pisano - della ricerca, dell’innovazione e dell’impresa - ha nelle strategie di sviluppo aziendale di Zerynth a sostegno della transizione verso l’Industria 5.0.
L’evento è stato seguito dalla conferenza “Zerynth Connect”, nella quale è stato approfondito il tema dell’Industria 5.0 con interventi da parte di Zerynth e di partner leader dell’innovazione e della digitalizzazione industriale italiana, come Olivetti, parte del gruppo TIM Enterprise, e il Competence Center MADE 4.0. Inoltre, è stato significativo il contributo da parte di realtà aziendali che hanno intrapreso progetti di digitalizzazione e transizione verso la Industry 5.0, tra cui spiccano il gruppo Baglini Ascensori, un’eccellenza del territorio Pisano, e Riri, eccellenza nella manifattura di accessori per il fashion.
“I nuovi uffici ospitano oggi più di 40 professionisti con competenze di ingegneria gestionale, robotica e informatica,” afferma Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. CEO di Zerynth. “Siamo orgogliosi di poter contare su un team di esperti dedicati alla digitalizzazione dei macchinari e impianti industriali, che consentiranno alle aziende manifatturiere di ottimizzare i propri processi produttivi e raggiungere nuovi livelli di sostenibilità aziendale.”
Zerynth è nata nel 2015 da quattro visionari fondatori: Gabriele Montelisciani, Giacomo Baldi, Daniele Mazzei e Gualtiero Fantoni. La loro ambizione era chiara sin dall'inizio: sostenere l'industria nell'abbracciare la trasformazione digitale. In meno di un decennio, Zerynth ha avuto una crescita esponenziale e conquistando la fiducia di oltre 150 clienti in svariati settori industriali, dalla manifattura discreta, al food & beverage, alla logistica, fino alla produzione di macchinari.
“Zerynth ha il tema della connessione nel proprio DNA” sostiene Daniele Mazzei, Chief Product Officer di Zerynth. “Siamo nati e cresciuti grazie a una solida collaborazione con l'Università e i centri di innovazione nel territorio di Pisa, e continuiamo a sostenere l'industria nell'adottare le migliori tecnologie affinchè possano rispondere alle nuove esigenze del mercato e rimanere competitive.”
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Zerynth
Zerynth supporta le aziende manifatturiere nell’efficientamento della produzione, incrementando il valore degli asset industriali interconnessi. Attraverso la Zerynth Industrial IoT & AI Platform, connette con approccio plug-and-play qualsiasi macchinario industriale in meno di 3 ore e in modo non invasivo, abilitando una completa trasformazione 4.0 con semplicità, velocità e sicurezza.
Fondata nel 2015, Zerynth vanta oggi un team di oltre 40 professionisti esperti in ambito IoT, partnership strategiche con system integrator e provider tecnologici come SAP, ed oltre 150 aziende clienti in svariati settori industriali: manifattura discreta, food & beverage, logistica, utility e produzione di macchinari. Zerynth ha sede in Italia, a Pisa, ma persegue un ambizioso progetto di espansione su scala internazionale.
(Fonte Ufficio stampa Zerynth)
Ammissione alle attività formative della Scuola Normale Superiore
E-Team squadra corse - Join us
Inizia il Recruiting per la stagione 2023-24 dell'E-Team Squadra Corse.
Il Team è un gruppo di studenti provenienti da ogni dipartimento che ogni anno, collaborando insieme, progettano e realizzano una monoposto per partecipare alle competizioni di Formula Student, a livello nazionale ed internazionale.
Sabato 30 settembre alle ore 15.00 e giovedì 5 ottobre alle ore 19.00 avranno luogo i Meeting su Teams con accesso tramite codice 94774h3.
Se sei interessato/a a partecipare a questo progetto, compila la richiesta per il recruiting.
Sea level in 2100 up to one metre higher than today
If greenhouse gas emissions continue at the current rate, by 2100 the sea level on Earth could have risen by up to one metre, with increasing damage from storm surges and extreme weather events. The prospect comes from a study published in the journal “Earth System Science Data”, in which Professors Matteo Vacchi (Photo) of the University of Pisa and Alessio Rovere of the Ca’ Foscari University of Venice were the first authors. The research put together all existing data on sea levels during the last interglacial period, 125,000 years ago, the last one in which the Earth was slightly warmer than today, about 1-1.5 degrees on a global scale and 3-5 at the poles. According to the online atlas created by the researchers, sea levels at that time were between 3 and 9 metres higher than now.
“During the interglacial period, climatic conditions were due to a change in the Earth’s orbital configuration,” explains Matteo Vacchi. “Today's climate warming, on the other hand, derives mainly from the increase of carbon dioxide emissions in the atmosphere due to the anthropogenic effect.
Globally, the most vulnerable areas to the sea level rise are the atolls in the Pacific and the large coastal plains of south-east Asia. As for the Mediterranean, the Venice lagoon, the upper Adriatic, and in general the large coastal plains, e.g., the Volturno in Naples, but also the Pisa plain in Tuscany, are particularly vulnerable, and for North Africa the flat coastal areas of Tunisia, Morocco and the Nile Delta.
Primarily responsible for rising seas would be the melting of the planet’s two large polar ice sheets, Greenland, and Antarctica. From this point of view, the data put together by the study are fundamental for outlining future climate scenarios. If the entire ice sheet currently covering Greenland were to melt, the global sea level would rise by about 7 metres. If, on the other hand, the entire Antarctic ice sheet were to melt, the sea would rise by an additional 58 metres.
"There have been periods on Earth, when the sea level was above the current one," Vacchi concludes, "but what is worrying today is the increasing rate, i.e., the acceleration that has taken place over the last 150 years, coinciding with the start of the industrial revolution that has greatly increased greenhouse gases into the atmosphere.
The work published in the journal “Earth System Science Data” is the result of the WARMCOASTS project funded by the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme (Grant agreement No. ERC-StG-802414), won by Professor Alessio Rovere.
Il livello del mare nel 2100 fino a un metro in più rispetto ad oggi
Se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale, nel 2100 il livello del mare sulla Terra potrebbe aumentare anche fino a un metro, con danni sempre maggiori per mareggiate e fenomeni estremi. La prospettiva arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Earth System Science Data a cui hanno partecipato i professori Matteo Vacchi (foto) dell’Università di Pisa e Alessio Rovere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia come primo autore.
La ricerca ha messo insieme tutti i dati esistenti relativi al livello del mare durante l’ultimo periodo interglaciale, 125mila anni fa, l’ultimo in cui la Terra è stata lievemente più calda rispetto ad oggi, circa 1-1,5 gradi su scala globale e 3-5 ai poli. Secondo l’atlante on line creato dai ricercatori, il livello dei mari all’epoca era tra i 3 e i 9 metri più alto di adesso.“Nel periodo interglaciale le condizioni climatiche erano dovute a un cambiamento nella configurazione orbitale della Terra – spiega Matteo Vacchi – il riscaldamento climatico odierno deriva invece, in larga parte, dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera dovuto all’effetto antropico”.
A livello globale le zone più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare sono gli atolli nel Pacifico e le gradi piane costiere del sud-est asiatico. Per quanto riguarda il Mediterraneo sono particolarmente vulnerabili la laguna di Venezia, l'alto Adriatico, e in generale le grandi piane costiere, per esempio il Volturno di Napoli, ma anche la piana pisana in Toscana, e per il nord Africa le zone costiere pianeggianti della Tunisia, del Marocco e il Delta del Nilo.
Prima responsabile dell’innalzamento dei mari sarebbe la fusione delle due grandi calotte polari del Pianeta, Groenlandia e Antartide. Da questo punto di vista i dati messi assieme dallo studio sono fondamentali per delineare dei modelli climatici futuri. Se infatti si dovesse fondere tutta la calotta glaciale che copre attualmente la Groenlandia, il livello globale del mare salirebbe di circa 7 metri. Se invece si dovesse fondere tutta la calotta antartica l’aumento sarebbe di ulteriori 58 metri.
“Nella Terra ci sono stati dei periodi in cui il livello del mare è salito al di sopra dell'attuale – conclude Vacchi – ma quello che preoccupa oggi sono i tassi di risalita, ovvero l'accelerazione avvenuta negli ultimi 150 anni, in concomitanza con l’inizio della rivoluzione industriale che ha aumentato enormemente le emissioni di gas serra nell’atmosfera”.
Il lavoro pubblicato Earth System Science Data è frutto del progetto WARMCOASTS finanziato dall’Unione Europea, programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 (Grant agreement No. ERC-StG-802414), vinto dal professore Alessio Rovere.