Workshop sulla produzione di un Podcast di cultura LGBT+
Lunedì 27 Novembre alle 19, presso l'Aula 1 del Polo Carmignani (Piazza dei Cavalieri, 8), Glauco - Associazione LGBTQI+ Universitaria e Pinkriot Arcigay Pisa presentano la seconda e ultima giornata del workshop sulla produzione di un Podcast di cultura LGBT+.
Come si scrive un podcast? Dove si trovano le fonti? Come si produce un episodio?
Risponderà a queste domande Andrea Meroni, uno degli autori di Le Radici dell'Orgoglio. Insieme a lui parleremo proprio di produzione, fonti e scrittura per il formato podcast.
La partecipazione al workshop è gratuita e finanziata dai fondi studenteschi dell’Università di Pisa.
Info: "Glauco - Associazione Universitaria LGBTQI* Pisa" Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
'Il figlio della tempesta' della Compagnia "La Fortezza" al Teatro Nuovo
Venerdì 24 novembre alle 21 al Teatro Nuovo di Pisa (in piazza della Stazione) va in scena lo spettacolo-concerto 'Il figlio della tempesta' della Compagnia La Fortezza.
Lo spettacolo-concerto è nato nel 2018 in occasione dei trent’anni della Compagnia della Fortezza, fondata all’interno del carcere di Volterra nel 1988 a opera del regista e drammaturgo Armando Punzo, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Teatro 2023.
Questa nuova edizione è arricchita e completata dalle immagini e dalle musiche degli ultimi spettacoli. Lo spettacolo-concerto ‘Il Figlio della Tempesta’ è un susseguirsi incalzante di parole, presenze e musica pensata da uno dei più eclettici compositori per la scena, Andrea Salvatori, Premio Ubu 2018 per il miglior progetto sonoro e musiche originali.
Biglietti ridotti a 10 euro per studenti e dipendenti unipi.
Prevendite online: https://www.ciaotickets.com/it/biglietti/il-figlio-della-tempesta-compagnia-della-fortezza-1
Il botteghino del teatro è aperto martedì e giovedì dalle 16.00 alle 19.00 e a partire da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli.
Contatti: 392.3233535; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
'Il figlio della tempesta' della Compagnia "La Fortezza" al Teatro Nuovo
Venerdì 24 novembre alle 21 al Teatro Nuovo di Pisa (in piazza della Stazione) va in scena lo spettacolo-concerto 'Il figlio della tempesta' della Compagnia La Fortezza.
Lo spettacolo-concerto è nato nel 2018 in occasione dei trent’anni della Compagnia della Fortezza, fondata all’interno del carcere di Volterra nel 1988 a opera del regista e drammaturgo Armando Punzo, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Teatro 2023.
Questa nuova edizione è arricchita e completata dalle immagini e dalle musiche degli ultimi spettacoli. Lo spettacolo-concerto ‘Il Figlio della Tempesta’ è un susseguirsi incalzante di parole, presenze e musica pensata da uno dei più eclettici compositori per la scena, Andrea Salvatori, Premio Ubu 2018 per il miglior progetto sonoro e musiche originali.
Biglietti ridotti a 10 euro per studenti e dipendenti unipi.
Prevendite online: https://www.ciaotickets.com/it/biglietti/il-figlio-della-tempesta-compagnia-della-fortezza-1
Il botteghino del teatro è aperto martedì e giovedì dalle 16.00 alle 19.00 e a partire da un'ora prima dell'inizio degli spettacoli.
Contatti: 392.3233535; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Citizen Science Pisa 2023: la scienza partecipata arriva nella città di Galileo
Riflessioni comuni, approfondimenti, relazioni, postazioni dimostrative, eventi per il pubblico e molto altro. Il 24 novembre si apre Citizen Science Pisa 2023 (CSP 2023), l’iniziativa ideata dall’Università di Pisa e dall’associazione Citizen Science Italia ETS che, per tre giorni, farà della città di Galileo la capitale della scienza partecipata. Ossia del coinvolgimento attivo dei cittadini in una o più fasi del processo scientifico (sviluppo di ipotesi di ricerca, raccolta, interpretazione e analisi dei dati, pubblicazione e diffusione dei risultati) con l’obiettivo di rafforzare l'interfaccia tra scienziati, decisori politici e cittadini.
A partire dalle 17:30 di venerdì 24 novembre tra gli stand allestiti presso gli Arsenali Repubblicani, il pubblico potrà scoprire e farsi coinvolgere in tantissimi progetti e iniziative di Citizen science: da “LIFE ESC360”, che coinvolge i cittadini nel monitoraggio di specie e habitat protetti, a “Plastic Crime Scene Investigation”, per il monitoraggio della microplastica, passando per quelli dedicati al controllo delle specie aliene, delle zanzare o degli insetti impollinatori. Ma nelle tre giornate di CSP23 sono previsti anche incontri, performance di comunicazione scientifica dal vivo, colloqui con ricercatori e attività ludiche per stimolare il cambiamento sociale su temi ambientali.
"La Citizen Science - spiega il professor Roberto Marangoni, direttore del Centro Interdipartimentale per lo Studio dei Sistemi Complessi dell'Università di Pisa e membro dei comitati scientifico e organizzatore di CSP 2023 - promuove un approccio inclusivo e partecipativo alla ricerca, coinvolgendo a pieno titolo i cittadini interessati in progetti di ricerca, dove il termine ricerca non è ristretto solo al campo scientifico, ma esteso anche a quello umanistico, tanto che uno dei progetti che il nostro Ateneo presenta è proprio di storiografia partecipativa. L'Università di Pisa è coinvolta a diversi livelli e con diverse motivazioni. A livello di Ateneo, chiaramente, condivide e promuove il punto di vista della Citizen Science. A livello di strutture, il CISSC (Centro Interdipartimentale per lo Studio dei Sistemi Complessi) si è fatto capofila dell’organizzazione di questo evento perché molti dei progetti di Citizen Science, dai monitoraggi sul cambiamento climatico agli studi di vivibilità degli ambienti urbani, hanno come soggetto lo studio di Sistemi Complessi (non a caso, l’evento ha anche il patrocinio del centro CIRSEC per lo studio del Cambiamento Climatico). A livello di singoli ricercatori, è un’occasione importante per mettere i progetti in Citizen Science dell’UniPI in rete con i progetti affini italiani, per dialogare con la cittadinanza, gli studenti e, non ultimo, i colleghi ricercatori che si vogliono avvicinare a questo tipo di approccio".
In concomitanza e in stretta relazione con Citizen Science Pisa 2023, si terrà anche il primo convegno nazionale dell’associazione Citizen Science Italia ETS, il network nazionale nato il 17 febbraio 2023 per promuovere, anche nel nostro paese, il pieno sviluppo della "ricerca partecipata".
Indagine sul benessere organizzativo in Ateneo - Breve manuale di accoglienza per neoassunti
E' disponibile un manuale di accoglienza per il personale neoassunto, con informazioni e riferimenti utili per rendere più semplice e veloce l’inserimento lavorativo.
Nel manuale vengono riportate le informazioni relative ai servizi digitali, alla gestione del rapporto di lavoro, all’orario, alle presenze e assenze, ai permessi, alle missioni fuori sede, agli strumenti di lavoro, ai servizi informatici e ai servizi in generale, alle relazioni sindacali, al Codice di comportamento ed al Codice etico.
Ciascun capitolo descrive dettagliatamente le procedure da seguire, riportando i link utili attraverso i quali accedere alle relative pagine del sito ed ai modelli compilabili.
Sono indicati, poi, i contatti ed i riferimenti relativi alle Unità competenti, cui rivolgersi per eventuali chiarimenti.
In ragione dei suoi contenuti, il documento costituisce un utile e pratico strumento di supporto anche per il personale già in servizio.
La redazione del manuale rappresenta una delle varie azioni migliorative realizzate nel 2023 a seguito dell'analisi dei risultati dell'indagine sul benessere organizzativo condotta dall'Ateneo nel 2022.
Palazzo della Sapienza occupato
L’Università di Pisa rileva con stupore le accuse di “silente complicità” con la tragedia in corso a Gaza e in particolare l’accusa di non essersi pronunciata per il cessate il fuoco.
All’indomani dell’inizio del conflitto, l’Università di Pisa ha espresso “il proprio sgomento di fronte alla drammatica situazione creatasi in Israele e nella striscia di Gaza, determinata dagli attacchi terroristici operati da Hamas contro Israele, con migliaia di morti, inclusi civili e bambini, e dalla successiva risposta israeliana”, auspicando “una rapida de-escalation, l’interruzione dei bombardamenti, la messa in sicurezza dei civili israeliani e palestinesi, la liberazione degli ostaggi, il rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario”.
Pochi giorni fa in un’intervista alla stampa nazionale (Il Foglio) il rettore dell’Università di Pisa si è espresso in questi termini: “L’università è una comunità fondata sulla fiducia nella ragione e nel valore della persona umana, che è il luogo dove la ragione si incarna e manifesta. La guerra è la negazione di questi valori, tanto più se comporta, come nel caso attuale, la soppressione di persone umane innocenti, come i civili e addirittura i bambini, rapiti e sgozzati da Hamas, o uccisi sotto le bombe israeliane a Gaza. Niente può giustificare tutto questo. E allora la prima cosa che deve fare l’università non è schierarsi da una parte o dall’altra, ma chiedere di risparmiare altre vite, di cessare il fuoco e liberare gli ostaggi. Il resto, l’analisi delle cause e delle responsabilità, viene dopo. Non è una questione di equidistanza fra le parti, ma di priorità di valori.”
A queste prese di posizione si sono associate iniziative concrete, quali l’organizzazione, di un incontro al quale hanno partecipato l’imam di Firenze e il rabbino di Firenze. L’incontro è stato proposto da un collettivo studentesco, autorizzato dall’Università e moderato da un nostro docente. Un altro incontro, nella forma di una veglia per la pace, è in fase di organizzazione da parte del CISP (Centro Interdipartimentale Scienze per la Pace), che ha una esperienza ormai più che ventennale nell'ambito degli studi per la pace. In generale, le iniziative che sono state organizzate in queste difficili settimane si sono caratterizzate per rigore scientifico, pacatezza dei toni, linguaggio nonviolento, allo scopo di fornire occasioni di approfondimento in un contesto non fazioso.
Riguardo ai rapporti con istituzioni militari, l’Università di Pisa è uno dei pochi atenei italiani (o forse addirittura l’unico) ad aver reso disponibile l’elenco dei contratti e delle forme di collaborazione in atto con le Forze Armate della Repubblica Italiana e con aziende private che operano anche nel settore della difesa. L’importo totale dei contratti è molto limitato (dell’ordine dell’uno per mille del nostro bilancio) e non include nessuna attività volta alla produzione o al perfezionamento di armi. Non esiste peraltro alcun rapporto di questo tipo con istituzioni israeliane.
L’Università ha inoltre manifestato, e conferma, la massima apertura a interloquire in modo costruttivo con le associazioni e i movimenti studenteschi, anche quelli non formalizzati e non rappresentati negli organi accademici. Come unica condizione è stata posta il rispetto del principio di non-violenza. Constatiamo con preoccupazione che l’occupazione della Sapienza costituisce un atto di oggettiva violenza, in quanto ha impedito l’ingresso di lavoratori universitari e sta comportando forti disagi per la didattica e le altre attività istituzionali. Auspichiamo quindi che il pubblico servizio svolto dall’Università possa essere ripristinato nella sua integrità al più presto, nell’interesse della comunità studentesca e della città tutta.
Introdurre l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole italiane
Introdurre l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole in Italia. E’ questo l’obiettivo di EduforIST, un progetto coordinato dall’Università di Pisa e finanziato dal Ministero della Salute di cui è stato appena pubblicato il rapporto conclusivo della prima fase. È infatti oggi disponibile online il “Rapporto tecnico EduForIST” che, a partire dall’evidenza internazionale disponibile, descrive l’implementazione di un’esperienza pilota di educazione alla sessualità estensiva (traduzione di CSE, Comprehensive Sexuality Education) condotta nelle scuole secondarie di I grado in 4 regioni italiane (Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia).
Con l’avvicinarsi della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, il progetto contribuisce, con questi primi risultati, a produrre evidenza scientifica in vista di una futura e auspicata introduzione dell’educazione alla sessualità nel contesto scolastico italiano, elemento imprescindibile per la prevenzione della violenza di genere. Al rapporto tecnico si aggiungerà a breve la monografia, dal titolo: “Educare alla sessualità nelle scuole italiane: l’esperienza di un progetto tra analisi dell’evidenza, implementazione e valutazione”, che sarà disponibile online dal 1° dicembre 2023, sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (rapporto ISTISAN). Il rapporto mappa la situazione degli interventi di educazione alla sessualità nel nostro paese, individua e analizza le good pratices internazionali e descrive i risultati delle sperimentazioni del progetto EduForIST nelle scuole secondarie di I e II grado. Il progetto EduForIST, negli anni scolastici 2021/2022 e 2022/2023, ha coinvolto un totale di 24 scuole (11 secondarie di I grado e 13 secondarie di II grado), 1223 studenti e studentesse in quattro regioni italiane (Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia). E non si fermerà qui.
“In Italia, al contrario di quanto accade in gran parte d’Europa, l'educazione alla sessualità e all’affettività non è una materia obbligatoria nei curriculum scolastici – spiega Lara Tavoschi professoressa di salute pubblica dell’Ateneo pisano – I dati dimostrano che l'educazione alla sessualità svolta a scuola non viene erogata in modo sistematico ed equo in tutta Italia, in alcuni casi gli interventi adottano un approccio estensivo, mentre nella maggior parte dei casi si concentrano sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse. È necessario quindi intervenire su più ampia scala, per fornire ai giovani un'educazione alla salute e al benessere relazionale, sessuale e riproduttivo che sia adeguata all'età e alle caratteristiche di ragazze e ragazzi”.
Iniziato nel 2019, il progetto EduforIST è entrato ora nella terza fase, allargando la parte sperimentale a sei regioni: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Le attività nelle scuole medie e superiori prevedono il coinvolgimento di operatori e operatrici di associazioni dislocate sul territorio e di alcuni servizi sanitari territoriali. In pratica, il progetto prevede cinque incontri con studenti e studentesse, e due con docenti e famiglie. Le ragazze e i ragazzi sono coinvolti in attività e role playing su temi fra i quali il consenso, la costruzione di buone relazioni interpersonali e la consapevolezza nei confronti degli stereotipi di genere. Aspetti fondamentali quali la gestione delle emozioni e le relazioni affettive, il rapporto con il proprio corpo, il piacere, l'uguaglianza di genere e il rispetto sono trattati, senza però tralasciare la prevenzione delle conseguenze negative legate all’attività sessuale, come le infezioni sessualmente trasmesse o le gravidanze non desiderate, e i servizi locali a cui rivolgersi in caso di necessità.
“Il gruppo di lavoro in campo è interdisciplinare e composto da esperti di salute pubblica, ma anche pedagogisti, antropologi, sessuologi, pediatri e psicologi – continua Tavoschi – seguiamo un approccio basato sulle linee guida internazionali della Comprehensive Sexuality Education (CSE), in italiano educazione comprensiva o estensiva alla sessualità, che si caratterizza per essere di ampio respiro, multidisciplinare e multisettoriale, inclusivo non solamente dell'aspetto medico, ma anche della crescita emotiva”.
“L’approccio CSE, sostenuto dalle maggiori agenzie internazionali che si occupano di promozione della salute (OMS, UNESCO), ha permesso un coinvolgimento attivo non solo di studenti e studentesse, ma anche di docenti e famiglie, di quelli che sono quindi i contesti di vita principali del nostro target, con un riscontro molto positivo tra coloro che hanno partecipato” aggiunge Alice Chinelli, assegnista di ricerca che coordina il progetto insieme alla dott.ssa Tavoschi.
“Nei prossimi due anni scolastici che ci aspettano, il progetto si amplierà ancora, non solo allargando l’area geografica, ma anche coinvolgendo altri enti, come i servizi sanitari territoriali, la rete scuole che promuovono salute e le associazioni professionali che si dimostreranno interessate a prendere parte al nostro gruppo di lavoro”, conclude Chinelli.
L’elenco dei partner di EduForIST (Sviluppo di strumenti tecnici e pratici per lo svolgimento di attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione delle IST nel contesto scolastico) comprende: Istituto Superiore di Sanità, Università di Pisa, Sapienza Università di Roma, Università̀ degli Studi di Foggia, Università̀ degli Studi di Verona, Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Caritas Italiana, Anlaids (Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS), CICA (Coordinamento Italiano Case alloggio HIV/AIDS), CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), CRI (Croce Rossa Italiana), LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS) e numerose altre associazioni territoriali. In questa nuova fase, EduForIST 3 (Educazione e formazione nell’ambito delle relazioni affettive, della sessualità e della prevenzione delle IST nel contesto scolastico: dall’evidenza alla pratica nelle regioni italiane) si sono inoltre aggiunti nuovi partner quali: Agenzia Regionale Sanità Toscana; Regione Lombardia DG Welfare UO Prevenzione; Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord.
Introdurre l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole italiane
Introdurre l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole in Italia. E’ questo l’obiettivo di EduforIST, un progetto coordinato dall’Università di Pisa e finanziato dal Ministero della Salute di cui è stato appena pubblicato il rapporto conclusivo della prima fase. È infatti oggi disponibile online il “Rapporto tecnico EduForIST”che, a partire dall’evidenza internazionale disponibile, descrive l’implementazione di un’esperienza pilota di educazione alla sessualità estensiva (traduzione di CSE, Comprehensive Sexuality Education) condotta nelle scuole secondarie di I grado in 4 regioni italiane (Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia).
Con l’avvicinarsi della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, il progetto contribuisce, con questi primi risultati, a produrre evidenza scientifica in vista di una futura e auspicata introduzione dell’educazione alla sessualità nel contesto scolastico italiano, elemento imprescindibile per la prevenzione della violenza di genere. Al rapporto tecnico si aggiungerà a breve la monografia, dal titolo: “Educare alla sessualità nelle scuole italiane: l’esperienza di un progetto tra analisi dell’evidenza, implementazione e valutazione”, che sarà disponibile online dal 1°dicembre 2023, sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (rapporto ISTISAN). Il rapporto mappa la situazione degli interventi di educazione alla sessualità nel nostro paese, individua e analizza le good pratices internazionali e descrive i risultati delle sperimentazioni del progetto EduForIST nelle scuole secondarie di I e II grado. Il progetto EduForIST, negli anni scolastici 2021/2022 e 2022/2023, ha coinvolto un totale di 24 scuole (11 secondarie di I grado e 13 secondarie di II grado), 1223 studenti e studentesse in quattro regioni italiane (Lombardia, Toscana, Lazio e Puglia). E non si fermerà qui.
“In Italia, al contrario di quanto accade in gran parte d’Europa, l'educazione alla sessualità e all’affettività non è una materia obbligatoria nei curriculum scolastici – spiega Lara Tavoschi professoressa di salute pubblica dell’Ateneo pisano – I dati dimostrano che l'educazione alla sessualità svolta a scuola non viene erogata in modo sistematico ed equo in tutta Italia, in alcuni casi gli interventi adottano un approccio estensivo, mentre nella maggior parte dei casi si concentrano sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse. È necessario quindi intervenire su più ampia scala, per fornire ai giovani un'educazione alla salute e al benessere relazionale, sessuale e riproduttivo che sia adeguata all'età e alle caratteristiche di ragazze e ragazzi”.
Iniziato nel 2019, il progetto EduforIST è entrato ora nella terza fase, allargando la parte sperimentale a sei regioni: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Le attività nelle scuole medie e superiori prevedono il coinvolgimento di operatori e operatrici di associazioni dislocate sul territorio e di alcuni servizi sanitari territoriali. In pratica, il progetto prevede cinque incontri con studenti e studentesse, e due con docenti e famiglie. Le ragazze e i ragazzi sono coinvolti in attività e role playing su temi fra i quali il consenso, la costruzione di buone relazioni interpersonali e la consapevolezza nei confronti degli stereotipi di genere. Aspetti fondamentali quali la gestione delle emozioni e le relazioni affettive, il rapporto con il proprio corpo, il piacere, l'uguaglianza di genere e il rispetto sono trattati, senza però tralasciare la prevenzione delle conseguenze negative legate all’attività sessuale, come le infezioni sessualmente trasmesse o le gravidanze non desiderate, e i servizi locali a cui rivolgersi in caso di necessità.
“Il gruppo di lavoro in campo è interdisciplinare e composto da esperti di salute pubblica, ma anche pedagogisti, antropologi, sessuologi, pediatri e psicologi – continua Tavoschi – seguiamo un approccio basato sulle linee guida internazionali della Comprehensive Sexuality Education (CSE), in italiano educazione comprensiva o estensiva alla sessualità, che si caratterizza per essere di ampio respiro, multidisciplinare e multisettoriale, inclusivo non solamente dell'aspetto medico, ma anche della crescita emotiva”.
“L’approccio CSE, sostenuto dalle maggiori agenzie internazionali che si occupano di promozione della salute (OMS, UNESCO), ha permesso un coinvolgimento attivo non solo di studenti e studentesse, ma anche di docenti e famiglie, di quelli che sono quindi i contesti di vita principali del nostro target, con un riscontro molto positivo tra coloro che hanno partecipato” aggiunge Alice Chinelli, assegnista di ricerca che coordina il progetto insieme alla dott.ssa Tavoschi.
“Nei prossimi due anni scolastici che ci aspettano, il progetto si amplierà ancora, non solo allargando l’area geografica, ma anche coinvolgendo altri enti, come i servizi sanitari territoriali, la rete scuole che promuovono salute e le associazioni professionali che si dimostreranno interessate a prendere parte al nostro gruppo di lavoro”, conclude Chinelli.
L’elenco dei partner di EduForIST (Sviluppo di strumenti tecnici e pratici per lo svolgimento di attività educative e formative in ambito di sessualità, relazioni affettive e prevenzione delle IST nel contesto scolastico) comprende: Istituto Superiore di Sanità, Università di Pisa, Sapienza Università di Roma, Università̀ degli Studi di Foggia, Università̀ degli Studi di Verona, Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”, Caritas Italiana, Anlaids (Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS), CICA (Coordinamento Italiano Case alloggio HIV/AIDS), CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), CRI (Croce Rossa Italiana), LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS) e numerose altre associazioni territoriali. In questa nuova fase, EduForIST 3 (Educazione e formazione nell’ambito delle relazioni affettive, della sessualità e della prevenzione delle IST nel contesto scolastico: dall’evidenza alla pratica nelle regioni italiane) si sono inoltre aggiunti nuovi partner quali: Agenzia Regionale Sanità Toscana; Regione Lombardia DG Welfare UO Prevenzione; Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 Nord.
Ten years of Airbnb in Florence: effects on the city from 2009 to 2019
The city of Florence is destined to imitate the virtual projection Airbnb makes of it, eventually creating an almost hybrid space of the so-called “onlife” society, neither “on” nor “off” line. This picture emerges from research published in the journal “Rivista Geografica Italiana” and is a case study into Florence’s new town planning regulations for short-term rentals in 2023. The authors, Antonello Romano of the University of Pisa and Cristina Capineri and Tiziano Bonini of the University of Siena, analysed 12,126 georeferenced advertisements and 651,515 reviews left by Airbnb users from 2010 to 2019 on Florence.
"Digital platforms, such as Airbnb, can be considered as ‘network orchestrators’ that manage the flows of data and information produced by users,” explains Romano. “In this context, reviews act as an echo chamber and shape the city, creating an increasingly marked division between areas that are well connected to global flows where all the value is concentrated, and other disconnected areas which results in an increasing polarisation and fragmentation between the centre and the suburbs.
The result is that the 5 square kilometre wide area of Florence’s historic centre, a “Unesco World Heritage site” since 1982, concentrates 62% of the offer of flats available for short-term rentals, and 70.3% of the reviews on Airbnb in 2019. This web platform placed a value on this city area, largely based on its algorithm favouring the visibility of some advertisements over others, thus according to a logic that is not entirely transparent to users.
“The platform’s algorithm,” Romano concludes, “creates a cumulative and centralising process that reiterates itself and further increases the inequalities in the urban area by confirming the value of some areas and at the same time the disvalue of others. This tension is also amplified by Airbnb’s promise to make people ‘live like locals’. While the reality is that the local urban areas have been effectively emptied of residents and the historic centres have become increasingly inhabited by ‘non-resident people’.
Antonello Romano, researcher of Economic-Political Geography at the Department of Civilisations and Forms of Knowledge of the University of Pisa, has been studying platforms and their relationship with space for ten years and is currently involved in FAIR (Future Artificial Intelligence Research), the partnership financed by PNRR funds that brings together 25 institutional and private partners led by the CNR. Besides Florence, his research focuses on different Italian cities, among them Rome, Venice, Naples, and Bologna. The research published in the journal “Rivista Geografica Italiana” is part of the 2017 Research Project of National Interest ‘Short term city: Digital platforms and Spatial justice’.
Dieci anni di Airbnb a Firenze: gli effetti sulla città dal 2009
Una Firenze reale destinata ad imitare la sua proiezione virtuale su Airbnb, con il risultato alla fine di trasformare la città in uno spazio ibrido tipico della nuova società 'onlife', cioè né on né off line. Il quadro emerge da una ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana e citata anche come caso studio nel regolamento urbanistico per gli affitti brevi del Comune di Firenze del 2023. Gli autori Antonello Romano dell’Università di Pisa e Cristina Capineri e Tiziano Bonini dell’Università di Siena, hanno analizzato 12.126 annunci georeferenziati e 651.515 recensioni lasciate dagli utenti di Airbnb dal 2010 al 2019 a Firenze.
“Le piattaforme digitali, come Airbnb, possono essere considerate come ‘orchestratori di reti’ che gestiscono i flussi di dati e di informazioni prodotti dagli utenti - spiega Romano - In questo contesto, le recensioni agiscono come una camera d’eco che plasmano la città creando una divisione sempre più marcata tra alcune parti connesse ai flussi globali dove si concentra tutto il valore e altre disconnesse con il risultato di una sempre maggiore polarizzazione e frammentazione fra centro e periferie”.
Il risultato per Firenze è che la sola area del centro storico dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1982, che corrisponde a circa 5 km2, è arrivata a concentrare il 62% dell’offerta, cioè degli appartamenti disponibili per gli affitti brevi, e il 70,3% delle recensioni su Airbnb nel 2019. La piattaforma ha dunque dato un valore allo spazio cittadino e lo ha fatto in gran parte in base al proprio algoritmo che favorisce la visibilità di alcuni annunci su altri, quindi secondo una logica non del tutto trasparente per gli utenti.
“L’algoritmo della piattaforma – conclude Romano – crea un processo cumulativo e accentrante che reitera se stesso e aumenta ancora di più le diseguaglianze nello spazio urbano confermando il valore di alcune zone e il disvalore di altre, un tensione ampliata anche dalla promessa di Airbnb di far "vivere come una persona del posto", il che di fatto svuota i luoghi di vita e rende i centri storici aree sempre più abitate da “popolazione non residente”.
Antonello Romano, ricercatore di Geografia Economico-politica al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Ateneo pisano, studia da dieci anni le piattaforme e il loro rapporto con lo spazio e attualmente è coinvolto in FAIR (Future Artificial Intelligence Research), il Partenariato esteso finanziato dai fondi PNRR che mette insieme 25 partner istituzionali e privati guidati dal CNR. Oltre a Firenze le sue ricerche sono concentrate su differenti città italiane, da Roma a Venezia, Napoli, Bologna. La ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana si inserisce nell’ambito del Progetto di ricerca di interesse nazionale 2017 'Short term city: Digital platforms and Spatial justice'.