Il 21 ottobre è morto, nella sua casa di Firenze, Antonio Cassese, l'insigne giurista, laureato a Pisa e poi docente di diritto internazionale nella nostra università. Il professor Antonio Cassese aveva dedicato la propria attività scientifica ai grandi temi del diritto internazionale pubblico e del diritto interno in materia internazionale, con particolare attenzione alla problematica dei diritti umani in tutte le sue molteplici articolazioni, meritando di essere annoverato tra i massimi esperti mondiali della materia.
Il 22 febbraio 2010 il professor Antonio Cassese aveva ricevuto in Sapienza il "Campano d'Oro", massimo riconoscimento dell'Alap, l'Associazione laureati dell'Ateneo pisano, a cui era intervenuto con un ricordo degli anni pisani e un'appassionante conversazione sulla giustizia penale internazionale. Qui di seguito pubblichiamo il contributo già apparso sul n. 31 della rivista Athenet, ripreso dalla rassegna periodica dell'Associazione laureati dell'Ateneo pisano, Il rintocco del Campano.
Il ricordo degli anni pisaniVi ringrazio profondamente per le tante parole di affetto e per questa indimenticabile giornata. Troppe lodi mi sono state rivolte; è vero però che la mia attività è sempre stata intensa: per me non esiste quella che Hegel chiamava la domenica della vita. Ho un'indole frenetica e sono convinto che ci si debba sempre adoperare per migliorare il mondo che ci circonda. Desidero in questa sede ricordare insieme a voi i miei anni pisani. A 17 anni partii dalla natia Salerno per entrare in quello che si chiamava allora Collegio Medico Giuridico (l'antenato dell'attuale Scuola Superiore Sant'Anna), passando per un severissimo esame. Venni ascoltato da una commissione di sette docenti tra cui il già anziano Lorenzo Mossa, il quale volle (lui docente di Diritto commerciale) che gli illustrassi nel dettaglio le tragedie di Shakespeare. Iniziò così la mia avventura pisana, immerso in una sorta di doppia vita tra gli esami di diritto in Sapienza e le lezioni di storia e filosofia alla Scuola Normale, cui era annesso il citato Collegio. Era vicedirettore della Normale il giovane professore Tristano Bolelli, eminente glottologo che faceva le veci del direttore Ettore Remotti (un professore di materie scientifiche a Genova, non molto conosciuto ma simpatico), successore di Luigi Russo (quest'ultimo allontanato dalla Scuola non appena terminata la prima fase del dopoguerra). Bolelli ci disse chiaro e tondo: "Qui non si fa più politica e si studia il tedesco". Ovviamente tutti noi studiammo a fondo il tedesco, ma continuammo a impegnarci nella politica, divisi tra cattolici e comunisti. Anche la vita della Facoltà fu per me molto interessante e formativa. Avevamo contatti quotidiani coi professori, quasi tutti fuori sede che al termine della loro carriera passavano da un incarico a Pisa per stabilirsi poi all'università di Roma (ricordo insigni giuristi come Massimo Severo Giannini, Giuseppe Sperduti, Franco Pierandrei, Gino Gorla, Ugo Natoli, Paolo Frezza e tanti altri). La temperie culturale giuridica di quegli anni era all'insegna del più rigoroso formalismo, quasi che il diritto fosse materia astratta, separata dalla realtà. Due aneddoti in proposito. Una volta, mentre studiavo nell'aula del "Seminario Giuridico", ebbi la ventura di sentire nella stanza attigua Massimo Severo Giannini chiedere ad un suo collega, il grande processualcivilista Andreoli, cosa ne pensasse de L'Ordinamento giuridico di Santi Romano; Andreoli da vero formalista rispose: "Quel libro?... È un romanzo!". In altra occasione parlavo entusiasticamente al Professor Frezza, nostro Preside, delle mie letture di Thomas Mann e Carl Schmitt. Frezza mi colpì molto con questa osservazione: "Cassese, questi suoi pruriti culturali mi sorprendono". Io invece desideravo aprirmi oltre il campo limitato del diritto, a discipline lontane dalla "dogmatica giuridica" che invitavano a "sporcarsi le mani" nelle concretezze della vita politica e sociale, come la materia del diritto costituzionale. Scelsi infatti per la tesi (con Sperduti) un argomento in realtà più politico che giuridico, L'autodeterminazione dei popoli, tema che mi ha accompagnato sino ad oggi. In realtà la mia formazione deve moltissimo agli anni pisani, che mi hanno insegnato il rigore nello studio, consentendomi poi di razionalizzare fenomeni apparentemente disomogenei, magmatici e oscuri. Anzi, questa mia formazione pare che abbia indirettamente favorito - cosa invero singolare - la brillante carriera giornalistica di Tiziano Terzani, che nel 1961 si laureò in diritto internazionale. Io commentai criticamente la sua tesi con molte postille - questo me lo ricordò lui stesso quando, un anno prima della sua scomparsa, ebbi la fortuna di assistere a una sua conferenza - e in una lettera di accompagnamento al manoscritto gli suggerivo di contenere il suo stile ricco ed esuberante, perché (scrivevo citando Kant) "La scienza deve essere arida". Queste parole (a quanto poi ebbe a riferirmi Tiziano) gli fecero comprendere con chiarezza che non avrebbe dovuto spendere ulteriormente la sua vita sui codici. Pisa mi offrì anche la possibilità di partecipare a un "cenacolo di dotti" composto quasi esclusivamente da ex normalisti che si riunivano periodicamente presso una tavola calda in Corso Italia. Qui conobbi Luigi Blasucci, Sebastiano Timpanaro, Cesare Cases, Carlo Ripa di Meana e molti altri. La cucina era modesta ma ascoltavo le conversazioni di questi grandi studiosi imparando moltissimo.
La giustizia penale internazionale Per il diritto, la giustizia penale internazionale è un fenomeno alquanto nuovo e di grande fascino. Tutto nacque all'indomani della seconda guerra mondiale coi processi di Norimberga e di Tokio. Churchill aveva proposto di passare per le armi le alte autorità politiche, militari ed amministrative del nazismo (circa diecimila persone); Roosevelt prima e Truman poi vollero invece che gli addebiti fossero verificati per il tramite di un processo, sia per un'irrinunciabile esigenza di giustizia che per consentire la raccolta accurata di documenti e testimonianze a futura memoria sulle barbarie dei regimi totalitari. Durante la guerra fredda la giustizia penale internazionale rimase del tutto bloccata a causa della contrapposizione dei due blocchi antagonisti, ma successivamente si è avuto il fiorire dei tribunali penali internazionali. Nel 1993 si è insediato il tribunale per la ex Jugoslavia, e nel 1994 quello per il Ruanda; dal 2002 è operativa la Corte penale internazionale all'Aja. Questi organi si occupano di crimini di guerra, crimini contro l'umanità, genocidio eccetera; il tribunale per il Libano che attualmente presiedo si dedica invece al fenomeno del terrorismo. Cos'è la giustizia penale internazionale, e perché è così importante? Prima i rapporti erano esclusivamente tra stati, vale a dire che, se uno stato violava una norma di diritto internazionale, l'altro stato danneggiato poteva ricorrere alle "sanzioni " nei confronti dello stato danneggiante, che era tenuto al risarcimento dei danni. Un esempio Italia-Grecia: nel 1923 venne ucciso a Corfù, da terroristi greci, il generale italiano Tellini. Mussolini reagì duramente facendo bombardare Corfù e lo stato greco fu tenuto a versare una consistente somma all'Italia a titolo di risarcimento danni. Oggi, invece, la giustizia penale internazionale va, per così dire, al cuore del problema, punendo non lo stato, ma l'individuo fisico che si è macchiato della contravvenzione di una norma internazionale, e più precisamente della violazione di diritti umani (ad esempio genocidio). La violazione dei diritti umani integra oggi un crimine internazionale, la cui repressione viene attuata non obbligando lo stato in cui detta violazione avviene al pagamento di una somma di denaro, ma catturando e punendo i responsabili morali (mandanti) o materiali (carnefici) di quel crimine. Si squarcia così il velo della sovranità statuale per consentire alla comunità internazionale di individuare i rei di crimini internazionali e processarli. È stato il caso, tra gli altri, di Pinochet (Cile), Milosevic (Serbia), Taylor (Liberia), Karadzic (Bosnia), al- Bashir (Sudan). La creazione dei tribunali penali internazionali è un passo da gigante nella lotta a questi crimini, ma patisce ancora forti limitazioni e contraddizioni. La principale limitazione è costituita dall'assenza di una polizia giudiziaria internazionale, che riduce moltissimo l'autonomia della Corte, la quale per eseguire un mandato di cattura deve necessariamente rivolgersi alla polizia dello stato nel cui territorio il criminale si trova. La contraddizione invece è questa: proprio quei cinque stati che sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU - che ha la funzione di salvaguardare la pace e la sicurezza - sono i maggiori produttori e venditori mondiali di armi e dunque alimentano le guerre. Di fronte a questo scenario, il nostro compito è quello di trasmettere un messaggio di ottimismo alle giovani generazioni. Proprio nelle aule di questo Ateneo ho appreso due valori fondamentali: il rigore della scienza e la sensibilità per i grandi problemi della realtà sociale e le sue ingiustizie. Rigore e sensibilità che non devono riferirsi soltanto allo studio e alla conoscenza, ma anche all'approfondimento e alla preservazione dei più alti principi etici a cui l'Università deve educare i giovani. È nostro compito trasmettere ai giovani quello che Hegel chiamava entusiasmo dello spirito, una tensione continua all'operosità e all'impegno, senza cedere alla pigrizia e al sonno di una comoda ma passiva domenica della vita.
Una grande folla dentro e fuori il Palazzo della Sapienza e nei due poli didattici Carmignani e Fibonacci, dove erano attivi due maxi schermi, ha accolto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, arrivato in città per la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2011/2012 dell'Università di Pisa. Atteso dal rettore Massimo Augello e dalle autorità locali e regionali, il capo dello Stato ha sostato qualche minuto nel cortile della Sapienza, salutato dal coro dell'Ateneo pisano e dai tanti accorsi per rendergli omaggio.
Prima di prendere parte alla cerimonia, il presidente Napolitano ha incontrato una delegazione di tre studenti, che gli hanno consegnato un documento redatto negli scorsi giorni, e gli undici presidi delle facoltà pisane insieme al prorettore vicario, Nicoletta De Francesco.
La cerimonia ufficiale, che si svolgeva nell'Aula Magna Nuova, ha avuto inizio con il discorso del rettore, Massimo Augello, concluso con la formula di rito "dichiaro ufficialmente aperto l'Anno Accademico 2011-2012, il 668° dalla fondazione dell'Università di Pisa". A seguire sono intervenuti il sindaco, Marco Filippeschi, il presidente del Comitato dei garanti per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, Giuliano Amato, e il professor Salvo Mastellone, docente emerito dell'Università di Firenze, che ha tenuto una lezione su "Mazzini teorico della democrazia".
Prima di proseguire la sua visita in città, il presidente Napolitano ha voluto lasciare un ricordo nel libro delle firme d'onore dell'Ateneo: "In occasione di questo bello e importante omaggio a Mazzini – ha scritto - rinnovo l'espressione della mia simpatia e della mia ammirazione per l'Ateneo pisano".
L'Università di Pisa ha voluto inaugurare l'anno accademico in occasione della giornata pisana del presidente Napolitano quale solenne riconoscimento per la figura del capo dello Stato e per l'alto magistero svolto in tante città italiane per festeggiare il 150° anniversario della fondazione dello Stato nazionale. Partendo il 5 maggio del 2010 da Quarto e il successivo 11 da Marsala, per ricordare le tappe dello sbarco in Sicilia dei Mille di Giuseppe Garibaldi, il presidente della Repubblica ha percorso un lungo e impegnativo itinerario nei "luoghi della memoria", simbolo del Risorgimento e dell'Unità d'Italia. Lo ha fatto con l'obiettivo di celebrare la nascita dell'Italia unita, ma anche, e forse soprattutto, con quello di trarre dalle nostre radici nuova linfa per affrontare con spirito unitario e fiducia il futuro.
Come ha precisato lo stesso presidente in occasione del discorso del 17 marzo in Parlamento, celebrativo del 150 ° anniversario, "la memoria degli eventi che condussero alla nascita dello Stato nazionale unitario e la riflessione sul lungo percorso successivamente compiuto, possono risultare preziose nella difficile fase che l'Italia sta attraversando... Possono risultare preziose per suscitare le risposte collettive di cui c'è più bisogno: orgoglio e fiducia; coscienza critica dei problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide da affrontare; senso della missione e dell'unità nazionale".
In questo contesto, l'inaugurazione dell'anno accademico è stata anche un'occasione per ricordare in modo solenne la tradizione risorgimentale dell'Università di Pisa e l'apporto che studenti e docenti dell'Ateneo dettero al processo di unificazione nazionale. Al centro dell'interesse non c'è stato solo l'episodio di Curtatone e Montanara del maggio 1848, quando 389 degli allora 621 studenti iscritti e 28 dei 66 professori dell'Ateneo partirono volontari per distinguersi in una delle battaglie memorabili del Risorgimento, ottenendo con il loro comportamento eroico la medaglia d'oro al valor militare. Qualche anno prima, nel 1839, Pisa ospitò il Primo congresso degli scienziati italiani, un appuntamento di grande rilievo culturale e politico che mise a confronto oltre 700 studiosi dei diversi Stati della Penisola e che sviluppò il primo tentativo di affrontare in un'ottica nazionale questioni decisive per lo sviluppo futuro dell'Italia. All'indomani della nascita del regno d'Italia, con la legge del luglio 1862, l'Università di Pisa fu inserita tra le sei primarie a livello nazionale, insieme a quelle di Torino, Pavia, Bologna, Napoli e Palermo.
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L'intervento del rettore Massimo Augello
Ne hanno parlato:
TG:
Nella rassegna video sono i disponibili i filmati dei TG che hanno parlato dell'evento (Tg1, Tg2, Tg3, SkyTG24, Tg La7, RTV 38, Italia 7, Telegranducato, 50canale).
La tradizione risorgimentale dell'Ateneo e della città di Pisa, la riflessione sul sistema universitario italiano e sul suo ruolo come motore di sviluppo per il Paese, l'orgoglio di una grande Università pubblica che rappresenta una realtà unica nel panorama formativo nazionale. Sono questi i passaggi fondamentali del discorso con cui il rettore Massimo Augello ha inaugurato ufficialmente l'anno accademico 2011-2012, il 668° dalla fondazione dell'Università di Pisa. Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell'intervento del professor Augello.
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Illustrissimo Signor Presidente,
Autorità civili, militari e accademiche
Colleghe e colleghi
Cari studenti,
vi ringrazio sentitamente di essere intervenuti a questa giornata di studi su "Mazzini e la democrazia" e di celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, nell'ambito della quale l'Università di Pisa inaugura ufficialmente il suo anno accademico.
Caro Presidente, Le siamo molto grati per aver voluto inserire Pisa nel percorso dei festeggiamenti per la fondazione dello Stato italiano, rendendo così omaggio al ruolo che questa città e il suo Ateneo ebbero nel processo di unificazione nazionale.
A Pisa, gli ideali risorgimentali si diffusero nelle vie, nelle piazze, nei circoli e, ancor più, penetrarono nelle aule delle facoltà – frequentate anche da numerosi studenti provenienti da ogni parte d'Italia, esuli dopo i moti del 1821 e del 1831 -, inaugurando così la tradizione di partecipazione civile e politica che costituisce un tratto distintivo di questa Università.
Nelle sale del Palazzo in cui ci troviamo oggi, nel 1839 si tenne il Primo congresso degli scienziati italiani, durante il quale centinaia di studiosi si confrontarono, con l'obiettivo di rifondare il sapere nazionale, superando il ritardo culturale prodotto dalla frammentarietà dell'assetto del Paese.
Da questo stesso Palazzo partirono nel 1848 ben 389 degli allora 621 studenti e 28 dei 66 docenti dell'Ateneo, per recarsi volontari a combattere sui campi di Curtatone e Montanara, in uno degli episodi simbolo del Risorgimento. Per il loro comportamento eroico, l'Università di Pisa è stata insignita della medaglia d'oro al valor militare.
Con l'Unità d'Italia, la nostra Università vide pienamente riconosciuto il suo prestigio, tanto che la legge di riordino del sistema universitario del 1862 inserì l'Ateneo pisano tra le sedi primarie a livello nazionale, insieme a quelle di Torino, Pavia, Bologna, Napoli e Palermo.
Con la giornata odierna ricordiamo, dunque, una pagina gloriosa della storia plurisecolare di questa Istituzione, che può ben figurare all'interno di quell'itinerario nei "luoghi della memoria" che Ella, signor Presidente, sta compiendo per rievocare il percorso fondativo dello Stato italiano, riuscendo, al contempo, a parlare del nostro presente e a indicare la strada per costruire il nostro futuro.
Le siamo particolarmente grati per l'attenzione che ha sempre riservato al mondo dell'università, della ricerca e della cultura, richiamando tutti noi alla necessità di valorizzare le potenzialità delle giovani generazioni. Gli atenei italiani sono pronti a raccogliere questo invito, assumendo, nel proprio ambito di competenze, la responsabilità di dare risposte rapide ed efficaci alle giuste istanze che provengono dal mondo studentesco.
Durante la Sua visita dello scorso anno a Pisa, ho avuto l'onore di incontrarLa brevemente e di esprimerLe, a nome del Senato di questo Ateneo, le preoccupazioni del mondo accademico per il proprio futuro. Oggi, vorrei porre l'accento sul fatto che il sistema universitario italiano, pur nelle permanenti difficoltà legate ai tagli del finanziamento pubblico, si sente - ed è - risorsa fondamentale per la costruzione del nostro domani. Con questo spirito vogliamo metterci a disposizione del Paese, nella consapevolezza di poter anche rappresentare un fattore decisivo di sviluppo in un periodo particolarmente difficile dell'economia italiana e internazionale.
In quest'ottica, l'attuale stagione di trasformazione che il sistema universitario sta vivendo, può diventare un'opportunità di rinnovamento, funzionale alle mutate esigenze della società contemporanea. Anche l'Università di Pisa sta compiendo questo percorso, con l'obiettivo di cambiare – come mi capita spesso di dire – "non solo il volto, ma anche l'anima della nostra Istituzione".
La ricerca che si fa in Italia è di altissimo livello e i nostri ricercatori risultano i più efficienti in Europa, nonostante che il loro numero sia molto più basso di quello degli altri Paesi europei: si consideri, ad esempio, che a fronte dei 210.000 ricercatori della Germania e dei 180.000 della Francia, quelli italiani sono appena 75.000. A ciò si aggiunge una forte e crescente penalizzazione per quanto riguarda l'entità dei finanziamenti ad essi dedicati.
Lo stesso deve dirsi dal punto di vista della didattica e della formazione, dove la qualità degli atenei italiani è testimoniata dalla loro capacità di formare studenti e studiosi di elevato valore: i nostri laureati sono tra i più apprezzati nel mondo e richiesti dalle più prestigiose istituzioni internazionali.
Su questi dati bisogna riflettere seriamente, soprattutto di fronte alle descrizioni stereotipate o strumentali del nostro sistema universitario, che sono a volte proposte dai media.
L'Università di Pisa, orgogliosa della sua natura pubblica, è protagonista dell'attuale fase di rinnovamento: grande istituzione di massa e, nello stesso tempo, centro di eccellenza, sia per quanto riguarda la ricerca, sia per la didattica e i servizi forniti agli studenti. Non a caso, la classifica annuale dei migliori atenei, stilata dalla più accreditata società di rating internazionale, quella dell'Università di Shanghai, la pone al primo posto in Italia, insieme alla Sapienza di Roma, e all'avanguardia in Europa e nel mondo in alcuni settori disciplinari.
Per molti aspetti, siamo una realtà unica nel panorama formativo italiano, con più di 50 mila studenti in una città di appena 90 mila residenti. Ogni anno accogliamo oltre 10 mila nuovi iscritti, con una crescita che è pressoché costante.
Nell'Ateneo svolgono le loro attività più di 1.500 docenti e quasi altrettante unità di personale tecnico-amministrativo, che quotidianamente si impegnano nel proprio lavoro con livelli di professionalità, entusiasmo e passione istituzionale tali da consentire di mantenere alti standard di qualità nella ricerca, nella didattica e nei servizi, nonostante la drastica diminuzione di risorse umane e finanziarie verificatasi negli ultimi anni. Assieme agli studenti, sono loro la vera ricchezza dell'università.
Siamo ben consapevoli e orgogliosi dei nostri tanti punti di forza, ma nel lavoro di questo mio primo anno da rettore, il governo dell'Ateneo si è concentrato maggiormente sugli aspetti di debolezza, puntando, pur in un periodo di crisi, a investire risorse in tutti i settori strategici per lo sviluppo della nostra Università e nel reclutamento di nuovi ricercatori.
Non c'è il tempo, in questa occasione, per un approfondimento puntuale di tutti questi aspetti. Nelle prossime settimane predisporremo un bilancio dettagliato delle attività svolte e lo presenteremo alla comunità accademica pisana, per continuare nella linea di collegialità, trasparenza e condivisione delle decisioni che ha segnato fin dall'inizio il mio mandato.
L'Ateneo risorgimentale, di cui ho parlato in apertura, e quello odierno sono profondamente differenti tra loro, e non solo per le dimensioni, ma li accomuna un insieme di ideali, di principi e di vocazioni – propri della nostra Istituzione – che si pongono al di là del tempo e del contesto, e che continueranno a caratterizzare la nostra azione anche nel futuro.
È nel segno di questa continuità che oggi, Caro Presidente, consapevole dell'alto magistero che Ella esercita con il suo operato e il suo esempio, e onorato della sua presenza a questa cerimonia, dichiaro ufficialmente aperto l'Anno Accademico 2011-2012, il 668° dalla fondazione dell'Università di Pisa.
Alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano è stato inaugurato l'anno accademico 2011/2012, il 668° dalla fondazione dell'Università di Pisa, Il rettore Massimo Augello ha aperto ufficialmente i corsi nel corso del convegno su "Mazzini e la democrazia".
Oltre al capo dello Stato e al rettore, hanno partecipato il sindaco Marco Filippeschi, Giuliano Amato, presidente del Comitato dei garanti per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, e il professor Salvo Mastellone, docente emerito dell'Università di Firenze e tra i massimi studiosi del pensiero e dell'azione di Giuseppe Mazzini.
Registrazione della cerimonia
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Per la ricerca pisana arrivano finanziamenti dall'Europa e dal ministero. Il Consiglio europeo delle ricerche (Erc) ha assegnato un grant di 1.300.000 euro a Benedetta Mennucci, docente associata del dipartimento di Chimica e chimica industriale dell'Università di Pisa, che ha presentato uno studio per indagare i meccanismi che stanno alla base del processo della fotosintesi, funzionale allo sviluppo di sistemi fotosintetici artificiali. Inoltre sono stati pubblicati i risultati dei progetti Firb (Futuro in ricerca 2010) del Miur, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che ha finanziato gli studi di quattro giovani ricercatori del nostro Ateneo. Di questi due sono coordinatori a livello nazionale e precisamente il matematico Bruno Martelli e la biologa Arianna Tavanti: il primo avrà come oggetto la geometria delle "varietà di bassa dimensione", il secondo prenderà in analisi tre diverse specie di funghi patogeni responsabili di infezioni nell'uomo, con lo scopo di individuare nuove strategie diagnostiche per combatterne l'insorgenza e lo sviluppo. Gli altri ricercatori a livello locale ammessi al finanziamento sono Simona Rapposelli del dipartimento di Scienze farmaceutiche e Gregorio Processi di Ingegneria dell'informazione.
Un riconoscimento prestigioso per la professoressa Benedetta Mennucci, che si è aggiudicata lo "Ideas starting grant" che l'Erc assegna alla "ricerca di frontiera" e che avrà una durata di 5 anni. Vengono infatti incoraggiati progetti di ricerca di impostazione interdisciplinare che superano le tradizionali barriere tra settori: lo studio della docente pisana, intitolato "EnLight. The interplay between quantum coherence and environment in the photosynthetic electronic energy transfer and light-harvesting: a quantum chemical picture", ha lo scopo di sviluppare modelli computazionali per studiare i processi di trasferimenti di energia in proteine fotosintetiche, integrando conoscenze di tipo chimico, e quindi molecolare, con tecniche computazionali e con strumenti interpretativi propri della biologia. Capire i meccanismi di questi trasferimenti sarebbe di fondamentale importanza allo scopo di progettare sistemi fotosintetici artificiali sempre più efficienti e quindi, in ultima istanza, consentire la produzione di carburanti economici a partire dall'energia solare rinnovabile.
I Firb, invece, sono progetti dedicati alla ricerca di base presentati al Ministero da giovani ricercatori e tra quelli finanziati quest'anno, due sono coordinati dai pisani. Lo studio "Geometria e topologia delle varietà in bassa dimensione" di Bruno Martelli – cha ha avuto un finanziamento di 490.000 euro - è un progetto di ricerca in geometria, che si occuperà delle "varietà di bassa dimensione". Secondo quanto prescritto dalla relatività di Einstein, lo spazio-tempo è uno "spazio curvo con quattro dimensioni". Le quattro dimensioni sono le tre usuali dimensioni spaziali più quella temporale, e la "curvatura" è una deformazione dello spazio-tempo causata dalla massa distribuita nell'universo. In matematica, uno "spazio curvo con 4 dimensioni" è un oggetto astratto ben formalizzato, chiamato "varietà di dimensione 4". Il progetto di ricerca finanziato si propone di studiare le varietà di dimensione 3 e 4 tramite vari approcci per arrivare da un lato a una catalogazione globale tramite metodi combinatori che facciano uso di strumenti informatici, dall'altro indagare il rapporto fra le due teorie più importanti riguardanti le 3-varietà, note con il nome di "invarianti quantistici" e "geometrizzazione". Il gruppo di ricerca ha tre unità, dislocate a Pisa, Roma e Pavia. I tre coordinatori sono Bruno Martelli (Pisa), Gabriele Mondello (Roma) e Francesco Bonsante (Pisa). Tutti e tre i coordinatori sono stati studenti del corso di laurea in matematica dell'Università di Pisa e della Scuola Normale.
Si intitola "Nuove strategie diagnostiche e valutazione dei meccanismi molecolari di patogenicità e farmaco resistenza di miceti patogeni emergenti: Candida parapsilosis, C. orthopsilosis e C. metapsilosis" il progetto finanziato con 397.640 euro ad Arianna Tavanti, che si occuperà di indagare tre specie di miceti opportunisti responsabili di micosi nell'uomo, la cui incidenza ha subito un deciso incremento negli ultimi anni. Tra queste la Candida parapsilosis è emersa come uno dei più importanti patogeni, attestandosi come la seconda/terza causa più comune di candidosi sistemica. Gli obiettivi principali che il progetto di ricerca si prefigge di raggiungere, con il contributo di due unità responsabili dislocate a Pisa e a Roma (responsabile Elena de Carolis), sono convalidare un nuovo approccio diagnostico per la rapida identificazione e la tipizzazione intraspecifica delle specie e, in base ai dati ottenuti dagli studi in vitro, individuare marker diagnostici utili nella diagnosi precoce delle infezioni.
Per la ricerca pisana arrivano finanziamenti dall'Europa e dal ministero. Il Consiglio europeo delle ricerche (Erc) ha assegnato un grant di 1.300.000 euro a Benedetta Mennucci, docente associata del dipartimento di Chimica e chimica industriale dell'Università di Pisa, che ha presentato uno studio per indagare i meccanismi che stanno alla base del processo della fotosintesi, funzionale allo sviluppo di sistemi fotosintetici artificiali. E sempre l'Erc ha premiato con un finanziamento di 1.108.000 euro il fisico Pasquale Calabrese, giovane professore associato del dipartimento di Fisica "E. Fermi" di 35 anni, che ha presentato un progetto per lo studio di sistemi quantistici. I due finanziamenti dell'Erc si aggiungono ai due Erc Advanced Grant, rivolti a ricercatori senior, precedentemente conseguiti da Cristina D'Ancona del dipartimento di Filosofia con il progetto "Greek into Arabic: Philosophical Concepts and Linguistic Bridges" e da Alessandra Avanzini, direttore del dipartimento di Scienze storiche del mondo antico con il progetto "DASI - Digital Archive for the Study of pre-Islamic Arabian Inscriptions".
Inoltre sono stati pubblicati i risultati dei progetti Firb (Futuro in ricerca 2010) del Miur, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che ha finanziato gli studi di quattro giovani ricercatori del nostro Ateneo. Di questi due sono coordinatori a livello nazionale e precisamente il matematico Bruno Martelli e la biologa Arianna Tavanti: il primo avrà come oggetto la geometria delle "varietà di bassa dimensione", il secondo prenderà in analisi tre diverse specie di funghi patogeni responsabili di infezioni nell'uomo, con lo scopo di individuare nuove strategie diagnostiche per combatterne l'insorgenza e lo sviluppo. Gli altri ricercatori a livello locale ammessi al finanziamento sono Simona Rapposelli del dipartimento di Scienze farmaceutiche e Gregorio Processi di Ingegneria dell'informazione.
Un riconoscimento prestigioso per la professoressa Benedetta Mennucci, che si è aggiudicata lo "Ideas starting grant" che l'Erc assegna alla "ricerca di frontiera" e che avrà una durata di 5 anni. Vengono infatti incoraggiati progetti di ricerca di impostazione interdisciplinare che superano le tradizionali barriere tra settori: lo studio della docente pisana, intitolato "EnLight. The interplay between quantum coherence and environment in the photosynthetic electronic energy transfer and light-harvesting: a quantum chemical picture", ha lo scopo di sviluppare modelli computazionali per studiare i processi di trasferimenti di energia in proteine fotosintetiche, integrando conoscenze di tipo chimico, e quindi molecolare, con tecniche computazionali e con strumenti interpretativi propri della biologia. Capire i meccanismi di questi trasferimenti sarebbe di fondamentale importanza allo scopo di progettare sistemi fotosintetici artificiali sempre più efficienti e quindi, in ultima istanza, consentire la produzione di carburanti economici a partire dall'energia solare rinnovabile.
Lo studio di Pasquale Calabrese a cui è stato assegnato l'altro "Ideas starting grant" si intitola "EDEQS: Entangling and Disentangling Extended Quantum Systems in an out of equilibrium" ed è un'ulteriore testimonianza dell'eccellenza della ricerca pisana premiata dai finanziamenti europei. La percentuale di successo dei progetti presentati al Consiglio Europeo delle Ricerche è infatti molto bassa e non più del 3% delle proposte ricevono il finanziamento. Lo studio di Calabrese parte dalla considerazione che negli ultimi anni, la ricerca sperimentale di base ha permesso di realizzare in laboratorio sistemi quantistici in una e due dimensioni. Gli atomi così confinati esibiscono comportamenti collettivi non convenzionali che producono nuovi stati della materia. La comprensione di questi sistemi è ancora limitata. Per fare luce sulla loro descrizione a partire dalle interazioni fondamentali, il progetto si propone di usare il concetto di entanglement (che in italiano potrebbe essere grossolanamente tradotto con ingarbugliamento) che è una delle caratteristiche più peculiari della meccanica quantistica. Le motivazioni del progetto sono di natura fondamentale piuttosto che tecnologica, ma diversi aspetti della ricerca potrebbero portare a innovazioni di carattere molto più ampio in quanto gli stati quantistici entangled sono la base dello sviluppo dei computer quantistici, in grado di risolvere problemi inaccessibili ai calcolatori attuali, e per lo sviluppo di tecniche di crittografia sicure.
I Firb, invece, sono progetti dedicati alla ricerca di base presentati al Ministero da giovani ricercatori e tra quelli finanziati quest'anno, due sono coordinati dai pisani. Lo studio "Geometria e topologia delle varietà in bassa dimensione" di Bruno Martelli – cha ha avuto un finanziamento di 490.000 euro - è un progetto di ricerca in geometria, che si occuperà delle "varietà di bassa dimensione". Secondo quanto prescritto dalla relatività di Einstein, lo spazio-tempo è uno "spazio curvo con quattro dimensioni". Le quattro dimensioni sono le tre usuali dimensioni spaziali più quella temporale, e la "curvatura" è una deformazione dello spazio-tempo causata dalla massa distribuita nell'universo. In matematica, uno "spazio curvo con 4 dimensioni" è un oggetto astratto ben formalizzato, chiamato "varietà di dimensione 4". Il progetto di ricerca finanziato si propone di studiare le varietà di dimensione 3 e 4 tramite vari approcci per arrivare da un lato a una catalogazione globale tramite metodi combinatori che facciano uso di strumenti informatici, dall'altro indagare il rapporto fra le due teorie più importanti riguardanti le 3-varietà, note con il nome di "invarianti quantistici" e "geometrizzazione". Il gruppo di ricerca ha tre unità, dislocate a Pisa, Roma e Pavia. I tre coordinatori sono Bruno Martelli (Pisa), Gabriele Mondello (Roma) e Francesco Bonsante (Pisa). Tutti e tre i coordinatori sono stati studenti del corso di laurea in matematica dell'Università di Pisa e della Scuola Normale.
Si intitola "Nuove strategie diagnostiche e valutazione dei meccanismi molecolari di patogenicità e farmaco resistenza di miceti patogeni emergenti: Candida parapsilosis, C. orthopsilosis e C. metapsilosis" il progetto finanziato con 397.640 euro ad Arianna Tavanti, che si occuperà di indagare tre specie di miceti opportunisti responsabili di micosi nell'uomo, la cui incidenza ha subito un deciso incremento negli ultimi anni. Tra queste la Candida parapsilosis è emersa come uno dei più importanti patogeni, attestandosi come la seconda/terza causa più comune di candidosi sistemica. Gli obiettivi principali che il progetto di ricerca si prefigge di raggiungere, con il contributo di due unità responsabili dislocate a Pisa e a Roma (responsabile Elena de Carolis), sono convalidare un nuovo approccio diagnostico per la rapida identificazione e la tipizzazione intraspecifica delle specie e, in base ai dati ottenuti dagli studi in vitro, individuare marker diagnostici utili nella diagnosi precoce delle infezioni.
Ne hanno parlato:
Nazione Pisa (3/11/2011)
Nazione Pisa (14/10/2011)
Tirreno Pisa
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È un laboratorio a cielo aperto, dove gli studenti e i ricercatori lavorano a diretto contatto con animali, piante e terreni, sperimentando le più moderne tecniche di allevamento, coltivazione e produzione agro-zootecnica. Il Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi" (CIRAA) dell'Università di Pisa è una realtà unica nel suo genere e ha deciso di aprire le sue porte a tutto il personale dell'Ateneo – docenti e tecnici-amministrativi – con visite e seminari periodici, guidati dal direttore Marco Mazzoncini.
Un'opportunità unica per conoscere da vicino la vita di un Centro la cui missione principale è fare didattica e ricerca, ma anche offrire supporto e consulenza agli operatori del mondo agricolo, che periodicamente possono seguire workshop e incontri di aggiornamento sugli argomenti di maggiore interesse per le loro attività. "Qui al Centro facciamo una didattica funzionale allo sviluppo di competenze pratiche da spendere nel mondo del lavoro, gli studenti delle facoltà di Agraria e Veterinaria frequentano il Centro per lo svolgimento dei loro tirocini – spiega Mazzoncini – ma gran la parte delle nostre attività sono rivolte alla ricerca applicata allo sviluppo e al collaudo di nuove tecnologie. Visitare il Centro dà la possibilità di seguire diversi itinerari, da quelli di interesse storico e culturale (sulle tracce della bonifica medicea), agronomico (con la visita ai campi coltivati), zootecnico (visita agli allevamenti di bovini da latte e da carne) e ambientale (visita alle zone boscate), in un territorio molto vasto.
Il Centro si estende infatti nell'area dell'antica Tenuta del Tombolo, che nel 1963 fu data in concessione all'Università di Pisa per "scopi didattici e scientifici", nel 2004 la proprietà è passata all'Ateneo: circa 1700 ettari di terreno, di cui 1000 di zone boschive e non coltivabili, 700 seminativi, 30 destinati alla pioppicoltura da energia. Appezzamenti di terreno in cui convivono tecniche di coltivazione diverse, da quella tradizionale, a quella integrata e biologica, aperti anche a esperienze di agricoltura sociale, per facilitare percorsi di inclusione sociale di soggetti a bassa contrattualità, elementi vulnerabili, a rischio di marginalizzazione. "Le nostre principali coltivazioni sono le colture foraggere, i cereali e le leguminose da granella– precisa il professor Mazzoncini – inoltre produciamo ortaggi "bio", che un giorno speriamo di poter vendere al pubblico".
Esperienze di produzione e vendita sono già attive da alcuni anni, soprattutto per il latte crudo, proveniente da un allevamento di 120 capi di razza frisona che ogni giorno producono circa 1200 litri di latte di altissima qualità. Grazie al "bancolat" posizionato all'esterno della stalla, i consumatori possono acquistare un litro di latte fresco al prezzo di un euro: "Con il bancolat vendiamo circa 300 litri di latte al giorno, il resto è destinato alla grande distribuzione tramite la Centrale di Firenze".
Per quanto riguarda la carne, il Centro Enrico Avanzi, grazie a una grande operazione di recupero di una razza in via di estinzione, il "Mucco Pisano" ha oggi un allevamento di circa 110 capi, e vende circa 25 vitelli l'anno, diventati un prodotto di nicchia per il settore agro-alimentare della provincia. E vicino alla stalla, c'è il laboratorio chimico, dove si effettuano analisi relative alla qualità del terreno, dell'acqua, dei vegetali e dell'ambiente in genere. "Accanto ai laboratori tradizionali, al Centro Enrico Avanzi convivono strutture dedicate alla ricerca, come il Cribe, il centro che studia come ottimizzare la produzione di energia da biomasse, o il Toscovit dove si coltiva una grande varietà di vitigni italiani, per produrre non uva ma materiale di propagazione esente da malattie da vendere ai vivaisti", dice Mazzoncini.
Le visite riservate ai dipendenti dell'Università di Pisa proseguiranno nei prossimi mesi con cadenza mensile (il 1° giovedì del mese). Per partecipare è necessario effettuare una prenotazione via e-mail indirizzata a Massimo Biagioni (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Si concluderà mercoledì 5 ottobre la prima edizione degli Open Days dell'Università di Pisa, la manifestazione di orientamento dedicata agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori organizzata dal Comitato orientamento di Ateneo.
Iniziati il 22 settembre, gli Open Days hanno coinvolto circa 3500 studenti provenienti da tutto il bacino della Toscana e da altre regioni d'Italia. Una partecipazione che testimonia il grande interesse da parte delle scuole per le iniziative di orientamento.
Gli studenti hanno preso parte a lezioni accademiche, ad attività di laboratorio, hanno assistito a presentazioni delle attività didattiche e dei servizi, hanno potuto visitare biblioteche e musei e hanno potuto confrontarsi con colleghi più grandi già inseriti nel percorso universitario. Un'occasione straordinaria per avere un contatto diretto con la quotidianità della vita universitaria e per poter effettuare una scelta più consapevole del percorso formativo.
A conclusione della manifestazione Ryanair, la compagnia aerea low cost, metterà a disposizione voucher omaggio che consentiranno ai vincitori di recarsi in alcune delle destinazioni collegate dall'aeroporto di Pisa, nazionali ed europee.
Pisa si conferma come sede di un'Università prestigiosa, crocevia di sapere e porta di ingresso al resto del mondo prima, durante e al termine del percorso formativo. Sono molti gli studenti dell'Ateneo impegnati in programmi di mobilità internazionale, così come sono numerosi gli studenti provenienti da altre regioni e in quantità sempre più crescente coloro che provengono dall'estero. I collegamenti low cost effettuati dalla compagnia Ryanair contribuiscono a fare dell'esperienza universitaria un'occasione di conoscenza assai più completa che, accanto alla formazione accademica, passa anche attraverso il viaggio e il contatto con un mondo sempre più interconnesso.
Si è discusso di neutrini che viaggiano a una velocità superiore rispetto a quella della luce e di grandi esperimenti in corso al Cern di Ginevra, ma anche di fuga di cervelli dall'Italia e di quanto il nostro Paese spenda per formare giovani talenti che poi lasciamo andar via a beneficio delle altre nazioni. Il tutto all'interno di una video conferenza internazionale, organizzata al Rettorato dell'Università di Pisa, con a un capo il professor Dario Autiero, responsabile dell'analisi delle misurazioni nell'ambito della ricerca sulla velocità dei neutrini, e dall'altro il rettore Massimo Augello, il professor Vincenzo Cavasinni, maestro dei tempi pisani e collega di Autiero, e un gruppo di giornalisti delle principali testate locali e regionali.
"All'Università di Pisa mi sono laureato e ho svolto il dottorato di ricerca, avviando gli studi sui neutrini e la collaborazione con il Cern – ha ricordato il professor Autiero – e anche ora, quando svolgo una lezione, cerco di riproporre le metodologie e i percorsi di studio appresi da voi". Il quarantasettenne professore, che dal 2002 vive con la famiglia nella cittadina francese di Ans, ha sintetizzato le tappe dell'esperimento "Opera" del Cern e del Gran Sasso, fino alla rilevazione sperimentale che i neutrini viaggiano a una velocità superiore a quella della luce. A quel punto, dopo aver effettuato approfondite verifiche a conferma della bontà dei risultati raggiunti, gli scienziati del Cern hanno deciso di mettere i dati a disposizione della comunità scientifica internazionale, per dar modo di validare o confutare le loro misurazioni. "Anche se gli esiti della nostra ricerca fossero confermati – ha detto il professor Autiero in risposta a una domanda – non aspettatevi conseguenze 'fantascientifiche', come pure ho letto negli scorsi giorni quando si fa accenno alla possibilità di viaggiare nel tempo".
Dopo il saluto introduttivo del rettore, che ha sottolineato la qualità del settore della fisica pisana, ai primi posti in Italia e in Europa secondo il recente ranking mondiale delle università di Shanghai, il professor Cavasinni ha ricordato insieme all'allievo i tempi dei primi esperimenti. Subito dopo ha tracciato il bilancio della presenza degli scienziati pisani all'interno del Cern. "A Ginevra lavorano un centinaio di ricercatori dell'Università e dell'Infn, suddivisi tra sperimentali, teorici e tecnici. Siamo tra i gruppi più numerosi a livello nazionale, insieme con quelli delle Università di Roma, Milano e Bologna, e rappresentiamo una risorsa significativa e qualificata a livello internazionale".
Il docente di Fisica sperimentale ha quindi precisato che "a parte la collaborazione nell'ambito della ricerca sulla velocità dei neutrini, il principale contributo dei ricercatori pisani al Cern riguarda il progetto LHC (Large Hadron Collider), il più importante esperimento scientifico di sempre sia per risorse investite e studiosi coinvolti, sia per l'ambizione di riprodurre, attraverso un immenso acceleratore di particelle, le condizioni del Big Bang, tentando in questo modo di affrontare i quesiti ancora aperti sull'origine e la struttura dell'universo. All'interno di LHC, i principali esperimenti sono CMS e ATLAS, nei cui ambiti i docenti pisani hanno ricoperto e ricoprono prestigiosi incarichi. Gli studiosi pisani partecipano inoltre a esperimenti più piccoli, dedicati e di altissima precisione, oltre che ad alcuni esperimenti di astroparticelle affiliati al Cern".
La video conferenza, trasmessa in diretta streaming sul sito dell'Università, è stata coordinata a livello tecnico dallo staff dell'Area Serra.
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Si è svolta a nel Palazzo della Sapienza di Pisa la cerimonia del Premio internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club italiani, giunto quest'anno alla sua 50ª edizione. Il riconoscimento è stato assegnato all'archeologo Michel Gras, studioso che si è distinto nella sezione archeologia ed etruscologia, mentre a Vincenzo Balzani, chimico di fama internazionale, è andato invece il Premio internazionale Galileo Galilei per la Scienza, giunto alla sua VI edizione. L'incontro è stato introdotto dai saluti di Massimo Augello, rettore dell'Università di Pisa, e da una commemorazione di Tristano Bolelli, fondatore del Premio Galilei, tenuta dai professori Umberto Laffi e Romano Lazzeroni. Sono seguiti i saluti di Marco Filippeschi, sindaco di Pisa, di Antonio Pieretti, presidente della Fondazione Premio Galilei, e di Concetto Lombardo, Governatore del Distretto 2110 e la lettura della relazione della giuria da parte di Saverio Sani, segretario del Premio.
Come è noto il meccanismo per l'assegnazione dei due premi è congegnato in modo speculare. Il premio umanistico è assegnato da una giuria italiana a uno straniero che si sia occupato in modo eminente di argomenti riguardanti la civiltà italiana, il premio scientifico da una giuria straniera a uno studioso italiano che si sia distinto nel campo delle scienze della natura. Il premio consiste in una scultura in argento di Giovanni Ferri, raffigurante Galileo Galilei, e in una targa d'oro commemorativa.
Michel Gras è direttore dell'École Française de Rome e rappresenta un profilo scientifico e istituzionale di primissimo piano. Formatosi in Francia alla scuola di J. Heurgon e di G. Vallet, ha ricoperto importanti ruoli scientifici e istituzionali nell'ambito della ricerca archeologica tra i quali quello di Attachè e poi di Directeur de Recherche al CNRS. La sua attività di ricerca è stata orientata prevalentemente verso problemi del Mediterraneo antico e dell'Italia preromana con particolare riguardo all'Etruria e alla Magna Grecia.
Vincenzo Balzani è uno dei massimi studiosi nel campo della fotochimica mondiale e ha svolto gran parte del suo lavoro di ricerca presso l'Università di Bologna, contribuendo a farne uno dei centri leader in questo ambito di studi. Egli può essere definito senza dubbio uno dei "ri-scopritori" della fotochimica organica ed è uno fra gli scienziati che primeggiano in Italia con una visibilità e una reputazione internazionale estremamente alta.
La giuria che ha designato Michel Gras era composta dai professori Antonio Pieretti, Gilda Bartoloni, Giovanna Greco, Giuseppe Sassatelli, Mario Torelli e Saverio Sani. La giuria che ha invece designato lo scienziato italiano era composta dai professori Antonio Pieretti, José Barluenga, Henning Hopf, Gérard Jaouen, Hans-Peter Lüthi e Saverio Sani.
Ne hanno parlato:
Nazione Pisa (02/10)
Giornale Toscana
Nazione Pisa (30/09)
Tirreno Pisa
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